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volta me ne diede tante che io fuggii terrorizzato, fino a

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volta me ne diede tante che io fuggii terrorizzato, fino a
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Martin Lutero. Il frate ribelle
volta me ne diede tante che io fuggii terrorizzato, fino a quando
fece in modo di riguadagnare il mio affetto». Anche la madre lo
«frustava a sangue», spesso per futili motivi.
In realtà ben diversa era la storia. Martin Luther vide la luce il
10 novembre (vigilia di San Martino) 1483 a Eisleben, una piccola cittadina mineraria in Turingia, presso la chiesa di San Pietro
ove venne anche battezzato. Solo l’anno successivo la famiglia
si trasferì nella più grande Mansfeld. Il padre discendeva da una
famiglia contadina, ma con alcuni possedimenti di proprietà (entrati però nelle disponibilità dello zio, il primogenito). Dopo aver
fatto per alcuni anni il minatore («mio padre da giovane è stato un
povero minatore», secondo la testimonianza dello stesso Lutero),
riuscì a creare una piccola azienda di estrazione mineraria e fonderia, dando prosperità alla famiglia, aumentandone il prestigio
sociale e arrivando a ricoprire anche cariche pubbliche. Figura
più sfuggente risulta la madre, Margherita Ziegler. Donna rigorosa e ligia, venne più volte screditata dalla pubblicistica di stampo
cattolico la quale ne narrò la sinistra passione per la magia. Ma
soprattutto (essendo considerato il figlio, dalla Chiesa romana, un
demonio) venne dipinta come una prostituta.
Per comprendere perché Lutero avesse mutato in modo così
sensibile i fatti della sua infanzia si deve ricordare come, nel frattempo, fosse divenuto uno dei personaggi più in vista d’Europa,
guardato da una parte con venerazione e dall’altra calunniato senza ritegno. Ogni aspetto della sua vita, anche il più insignificante,
venne sistematicamente trasfigurato da seguaci e detrattori in una
sorta di disegno provvidenziale, per creare l’immagine messianica di un sant’uomo piuttosto che di un mostro. Quanto a Lutero,
non si sottrasse a questo “gioco”: contribuì egli stesso alla “ricostruzione” della propria vita in chiave agiografica.
Secondo Attilio Agnoletto è probabile che, dichiarando il diverso luogo di nascita, il monaco avesse voluto «manifestare il
suo affetto e la sua gratitudine al Principe Elettore di Sassonia che
lo aveva sostenuto» durante i primi difficili anni della Riforma.
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