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Comunicazione e linguaggio
DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE PROGRAMMA AUTISMO SPOKE REGGIO EMILIA HUB AREA VASTA EMILIA NORD Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia Segreteria: Tel. 0522/339038 COMUNICAZION E e LINGUAGGIO Log. Reverberi Elisabetta Comunicazione e linguaggio Non sono sinonimi COMUNICAZIONE Scambio intenzionale di messaggi tra due o piu’ persone Processo di codifica, trasmissione e decodifica di segnali finalizzati allo scambio di informazioni e idee tra i partecipanti Diversi tipi di comunicazione GESTUALE PER IMMAGINI CODICE ALFABETICO VERBALE LINGUAGGIO “E' un codice o un sistema socialmente condiviso per la rappresentazione di concetti mediante l'uso di simboli governati da regole” La comunicazione è una funzione primaria del linguaggio COMUNICAZIONE È la capacità di comunicare qualcosa attraverso diversi mezzi e la capacità di comprendere l'intento e il contenuto della comunicazione che arriva attraverso diversi canali Gi scambi avvengono sul piano verbale e non verbale I messaggi contengono informazioni esplicite ed implicite Comunicare è inevitabile ...a cosa serve comunicare? La comunicazione è un fenomeno sociale • Creare legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali • Divertirsi, giocare, essere gratificati • Imparare, insegnare, acquisire nuove conoscenze • Aiutare, consigliare, essere aiutati • Influenzare, dominare, manipolare, dirigere, indirizzare, convincere, andare d’accordo La comunicazione modifica il contesto Comunicazione EFFICACE L’efficacia di un atto comunicativo si misura in funzione al raggiungimento dell’obiettivo (es.pianto) Comunicazione ADEGUATA Possesso di strumenti comunicativi condivisi Abilità sociali Flessibilità Capacità di cogliere e trasmettere empatia LA COMUNICAZIONE E IL LINGUAGGIO NEI BAMBINI CON AUTISMO La funzione “linguaggio” e la funzione “comunicazione” risultano entrambe sempre compromesse COMUNICAZIONE NEI BAMBINI CON ASD Difficoltà nell’area dell’interazione sociale reciproca Difficoltà nel considerare l’altro come partner della comunicazione Tendenza a “fare da soli” senza rivolgersi all’altro Difficoltà nell’imitazione Presenza di “argomenti” rigidi e ripetitivi Difficoltà nel turno della comunicazione Problemi a carico dell’intento comunicativo… COMPRENSIONE Difficoltà nella processazione delle informazioni verbali Deficit di attenzione, discriminazione e integrazione uditiva Deficit specifico pragmatico (interpretazioni letterali) Deficit semantico e morfosintattico Deficit di discriminazione fonologica Difficolta ad utilizzare le informazioni contestuali per la comprensione Difficoltà attentive e comportamentali LINGUAGGIO ESPRESSIVO Ritardo o assenza di linguaggio Disturbo di una o più componenti strutturali del linguaggio (fonetica, fonologia, lessico, morfosintassi) Ecolalia e/o linguaggio gergale Inversione pronominale Alterazione degli aspetti soprasegmentali (prosodia, intonazione, intensità, ritmo) PRAGMATICA “Studia i meccanismi e le rappresentazioni mentali che permettono a parlanti ed ascoltatori di risolvere le ambiguità, e di interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale” È la capacità di utilizzare il linguaggio ai fini comunicativi Fattori sociali, emozionali, cognitivi e linguistici si fondono nella ricezione ed emissione di messaggi La pragmatica comprende tre aree di conoscenza/competenza 1. la capacita di utilizzare enunciati per esprimere intenzionalità al fine di ottenere uno scopo Comprendere il significato non letterale della comunicazione 2. la capacita di formulare giudizi (cioè fare supposizioni) in merito ai bisogni e alle abilità dell'ascoltatore, al fine di regolare lo stile o il contenuto del discorso a seconda delle esigenze dell'ascoltatore e/o della situazione) Utilizzare abilità intersoggettive Regolare prosodia, intonazione, volume Utilizzare e riconoscere mimica, gestualità, postura, espressioni facciali 3. la capacita di applicare le regole del discorso al fine di partecipare a scambi conversazionali cooperativi Iniziare, sostenere, concludere una conversazione “La gente mi confonde. Per due ragioni, fondamentalmente. La prima è che la gente parla molto senza usare le parole… La seconda ragione è che la gente spesso parla usando delle metafore. “ (Tratto dal romanzo di Mark Haddon “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”) Esempi di frasi non letterali (modi di dire) ...come favorire la comunicazione? STRUTTURARE L'AMBIENTE Utilizzare supporti visivi: fotografie, icone, immagini, parola scritta Proporre materiale e attività adatti al bambino e motivanti opportunità di comunicazione Proporre un ambiente chiaro, prevedibile con stimoli talvolta ripetuti Trovare modalità di scambio comunicativo individualizzate (gesti, immagini, parole...) DAL PUNTO DI VISTA DELL'ADULTO Associare alle parole gesti significativi Usare solo le parole necessarie Parlare lentamente e chiaramente Usare caratteristiche della voce individualizzate Rispettare i tempi di latenza Non creare ambiguità nell’utilizzare modalità comunicative verbali e non verbali (coerenza del contenuto comunicativo) MACRO OBIETTIVI Trasmettere il valore della comunicazione e dello scambio (esiste un partner comunicativo) Incentivare le modalità di comunicazione migliori per quel bambino in quel momento evolutivo (motoria, immagini, gesti, parole…) Favorire l’ampliamento e la frequenza degli atti comunicativi (richiesta, negazione, commento…molte volte al giorno) Generalizzare le competenze comunicative in diversi contesti di vita e con diversi partner comunicativi incentivare la flessibilità in funzione dei contesti sociali Stimolazione le abilità di conversazione: conversazione turno Proporre modalità di comunicazione sempre più elevate Favorire l'utilizzo funzionale del linguaggio e comunicativi degli atti STRATEGIE OPERATIVE Promuovere l’acquisizione di routine (ciao, grazie…) Favorire la comprensione e il rispetto delle regole sociali Non posizionare il materiale alla portata del bambino, ma creare situazioni in cui il bambino sia obbligato a chiedere, utilizzando la modalità più adeguata al suo livello di sviluppo (sguardo, indicazione, denominazione, frase….) Sfruttare e partire dagli interessi del bambino Promuovere l’integrazione uditivo-visiva LAVORO A PICCOLO GRUPPO Il lavoro in piccolo gruppo nel contesto scolastico favorisce….. L’opportunità di scambi comunicativi in una situazione FACILITANTE e meno confusiva per un bambino con difficoltà comunicative L’imitazione tra pari La comunicazione spontanea