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Treno della memoria 2016 - ITIS "E.Fermi" Barletta

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Treno della memoria 2016 - ITIS "E.Fermi" Barletta
RISIERA DI SAN SABBA, TRIESTE
 La Risiera di San Sabba è stato un lager nazista, situato nella città di Trieste,
utilizzato per il transito, la detenzione e l'eliminazione di un gran numero di
detenuti, in prevalenza prigionieri politici ed ebrei.
 È stato uno dei campi di smistamento in Italia. In esso le autorità tedesche
smistavano le persone che sarebbero andate nei campi di
concentramento, i prigionieri più pericolosi venivano invece uccisi nella
risiera tramite un colpo di mazza alla nuca o tramite fucilazione.
 Nel lager italiano c'era un forno crematorio per i cadaveri: questo forno
venne ricavato da un essiccatoio in cui in precedenza veniva asciugato il
riso. Oggi la risiera è divenuta un museo.
Interno della Risiera. Un incendio ha
bruciato i solai. Qui venivano poste
intere famiglie in attesa della
deportazione. A queste veniva detto
che sarebbero state trasferite
«SEMPLICEMENTE» altrove.
Alcuni degli oggetti ritrovati
Celle di detenzione
Stanza in cui venivano «ammassati» i detenuti per poi
essere uccisi. I superstiti raccontano che tutti coloro che
vedevano entrare in questa stanza sparivano nel nulla…
passavano per i forni. Un sopravvissuto che di mestiere
faceva il meccanico racconta che dalla sua cella, in
piena notte, sentiva il rumore dei motori delle camionette
accesi per ore. Se consideriamo la scarsità del petrolio in
quel momento l’unica giustificazione diventa l’utilizzo del
gas asfissiante per uccidere i prigionieri
Il museo della Risiera
Uniforme
appertenuta a
Jolanda
Marchesich
sopravvissuta ad
Auschwitz
Mauthausen dono
Associazione
nazionale ex
deportati
Trieste,2005
Monumento in onore dei caduti
Meraviglioso Danubio…
…trasformato in luogo degli orrori. Il
monumento delle scarpe
 I testimoni raccontano che gli ebrei venivano fatti
marciare, nudi, sotto la neve, per chilometri, sino al
lungo Danubio. Questi erano legati per due; uno dei
due veniva ucciso con un colpo di pistola, questo
faceva da zavorra all’altro che finiva in acqua e
annegava…
La sinagoga a Budapest: venne costruita con due torri
seguendo l’architettura delle chiese cristiane in segno di
fratellanza e apertura.
Interno del complesso della sinagoga:
il cimitero
L’albero della vita nel parco della rimembranza nel giardino della
sinagoga Dohani, a Budapest. Su ogni foglia di questo salice
piangente è inciso il nome di un ebreo vittima dell’olocausto. Opera
voluta dalla fondazione Emanuele creata dall’attore Tony Curtis, in
memoria degli ebrei sterminati, fra i quali suo padre.
Il quartiere ebraico di Budapest
Il monumento delle sedie… ogni sedia
corrisponde a mille ebrei ammazzati nel
ghetto…le sedie sono 67
 STORIA DI UN GIUSTO, Tadeusz Pankiewicz …
 Quando arrivarono i tedeschi, a Budapest venne creato
il ghetto all’interno del quartiere ebraico. Tutti gli ariani
dovevano spostarsi fuori dalla cinta muraria… un
farmacista si rifiutò trovando un escamotage per
rimanere nella sua farmacia. Qui creò un circolo
culturale e scientifico grazie al quale potè aiutare molti
ebrei, evitando, per esempio, che si propagassero
epidemie all’interno del ghetto. Non consegnò neppure
la sua radio attraverso la quale potevano ascoltare le
notizie ufficiali del conflitto tramite radio Londra.
Monumento ai giusti: in esso vengono ricordati
tutti coloro che aiutarono il popolo ebraico, tra
loro Giorgio Perlasca. Gli ebrei sostituiscono ai fiori,
destinati a morire, la pietre, che rimangono
eterne.
Museo dalla Shoa-Budapest
Un tedesco rade i capelli ad un ebreo
mentre un altro soldato ride
sarcasticamente…
Immagini di follia quotidiana
Un funerale ariano.
Hitler aveva trasformato i riti religiosi in
cerimonie laiche.
Esecuzioni di piazza…
Un’istallazione moderna dalla forma di
cubo di vetro, al suo interno i nomi degli
ebrei presenti sulla lista di Schindler.
Auschwitz
Contenitori di diclon b, il gas utilizzato per le
camere a gas
Occhiali…
Protesi…
Utensili vari…
Valige….
I deportati
scrivevano
minuziosamente su
di esse il loro nome,
cognome ed
indirizzo nella
certezza di doverle
riutilizzare
Ricordi di bambini…
Scarpe…
Spazzole…
Tribunale fittizio in cui i prigionieri
venivano giudicati (COLPEVOLI) e
veniva letta loro la sentenza
Luogo in cui i prigionieri aspettavano
per la sentenza
I condannati a morte venivano
addossati al muro con il volto rivolto ad
esso e fucilati con un colpo alla nuca
Le finestre del blocco sono murate
perché i prigionieri non dovevano
assistere all’esecuzione
Questi letti potevano ospitare anche
tre detenuti
La cella di un Kapo
Il Kapo era un prigioniero dei
lager nazisti investito dalle
autorità dei campi di funzioni
di responsabilità su una
squadra di lavoro, di
mantenimento dell’ordine, e in
generale di sorveglianza sui
deportati;
La loro prigione era meno dura
rispetto a quella degli altri
La cella di padre Maksymilian Maria Kolbe, un presbitero
e francescano polacco che si offrì di prendere il posto di
un padre di famiglia, destinato al bunker della fame nel
campo di concentramento di Auschwitz. È stato
beatificato nel 1971 da papa Paolo VI, che lo chiamò
"martire dell'amore", e quindi proclamato santo nel 1982
da papa Giovanni Paolo II
Museo di auschwitz
archivio cartaceo in cui sono contenuti alcuni dei
nomi dei deportati
Forca in cui è stato giustiziato il
responsabile del campo dopo la
liberazione da parte dei russi
Camera a gas
in essa venivano stipati anche mille ebrei. In alto vi
erano due aperture dalle quali veniva immesso il
diclon b, che un tempo veniva utilizzato per
sterminare i topi
Forno crematorio
era attiguo alla camera a gas per facilitare il trasporto delle
vittime. Delle squadre «speciali» si occupavano di privare i corpi
di denti d’oro, di capelli e di tutto ciò che poteva risultare utile
Il forno visto dall’esterno…
Birkenau
Questi ambienti, una volta stalle per animali,
rappresentavano le camerate in cui venivano
«stipati» migliaia di uomini e donne
Water…
Al «bagno» si andava
solo due volte al
giorno: la mattina
prima di andare a
lavoro e la sera
quando si rientrava dal
lavoro.
Resti del forno crematorio distrutto dai
tedeschi prima di fuggire
Caldaie che producevano calore per
disinfettare gli indumenti dei detenuti
Il vapore finiva in questi incavi e
disinfettava gli indumenti
Alcune delle vittime…
GRIDO DI DISPERAZIONE
ED AMMONIMENTO
ALL’UMANITÁ SIA PER
SEMPRE QUESTO LUOGO
DOVE I NAZISTI UCCISERO
CIRCA UN MILIONE E
MEZZO DI UOMINI,
DONNE E BAMBINI
PRINCIPALMENTE EBREI,
DA VARI PAESI
D’EUROPA.
AUSCHWITZ-BIRKENAU
1940-1945
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