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Davis Acoustics Matisse 3D

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Davis Acoustics Matisse 3D
SPENDIBENE
Davis Acoustics Matisse 3D
È possibile per un costruttore europeo realizzare interamente in casa un sistema di altoparlanti
di ottime prestazioni a prezzi concorrenziali con la produzione cinese?
L
a storia della Davis Acoustics non
è propriamente quella lineare ed
autoincensante che spesso si
legge a proposito di marchi fatti dai pionieri della riproduzione musicale. Diversamente dal solito, qui non c’è un appassionato di riproduzione musicale stanco
delle cose fatte dagli altri e che si è dato
da fare in proprio sbaragliando in meno
di sei mesi tutta l’agguerrita concorrenza.
Queste storie, sempre molto coreografiche e di stile tipicamente americano, non
appartengono a questo marchio. Dietro
la Davis Acoustics c’è, anzi, purtroppo
c’era, un esperto di elettroacustica, Marcel Visan (alcune fonti ci dicono ebreo
fuoriuscito dalla Romania), che sapendo
bene quello che voleva e come ottenerlo
nell’epoca della “rivoluzione dei materiali”, cioè verso i primi anni Ottanta, aveva
iniziato a costruire ottimi altoparlanti, con
una resa magnifica sulle voci, pur senza
strafare e a prezzi non elevatissimi. Molti
in quel periodo si fecero catturare dalla
gamma media chiara e pulita degli altoparlanti Siare, questo il marchio dei trasduttori che produceva, e dalla resa che
era possibile ottenere dalla gamma mediobassa a quella medioalta senza soluzione di continuità. Gli altoparlanti erano
importati in Italia da Roberto Pesce della
Res di Torino e dopo una fase iniziale un
po’ incerta nel controllo della produzione
cominciarono ad andare veramente bene. Il successo di questi altoparlanti suscitò gli appetiti del proprietario di un
marchio francese concorrente che all’e-
DAVIS ACOUSTICS MATISSE 3D
Sistema di altoparlanti da pavimento
Costruttore: Davis Acoustics, Rue della
Paix, 10 000 Troyes, Francia. www.davisacoustics.com - [email protected]
Distributore per l’Italia: AudioMondo,
Viale Tiberina 75, 06059 Todi (PG).
Tel./Fax 075 8948087
www.audiomondo.com
[email protected]
Prezzo: Euro 830,00 la coppia
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
Tipo: bass reflex da pavimento - accordo
anteriore. Potenza consigliata: 80-120
watt rms. Potenza massima applicabile:
120 watt rms. Sensibilità: 91 dB. Risposta
in frequenza: 45-20.000 Hz. Impedenza:
4-8 ohm. Numero delle vie: tre.
Frequenza di incrocio: 400-4.000 Hz.
Tweeter: cupola morbida da 25 millimetri.
Midrange: 130 mm in Kevlar. Woofer: 2
da 130 mm in cellulosa/carbonio.
Dimensioni (LxAxP): 165x980x250 mm.
Peso: 16,5 kg
AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014
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SPENDIBENE
Davis Acoustics Matisse 3D
poca andava per la maggiore, il quale
cercò, in maniera sempre più determinata, di acquisire quella fabbrica che produceva “altoparlanti gialli”, colore caratteristico delle membrane in fibra di vetro. La
lotta si fece decisa, col costruttore grande e potente che cercò in tutti i modi di
indebolire l’altro finché riuscì ad acquisire
il marchio. Ma l’operazione si rivelò ben
presto una disastrosa vittoria di Pirro, essendo lo staff tecnico migrato ad altri lidi
per mettersi in proprio. Ovvio che quando Visan uscì per dare vita al marchio Davis, fece nascere un’azienda già matura,
ovvero con una esperienza invidiabile
nella costruzione di altoparlanti molto
particolari. Dopo qualche incertezza iniziale il marchio si è ritagliato uno spazio
tutto suo nella costruzione di altoparlanti
e di diffusori, dotati di un suono meno
francese degli altri, quasi, potremmo dire, di un suono inglese senza la freddezza
di questo. La Davis è ora nelle mani del figlio di Marcel, che si chiama Olivier, che
Il filtro crossover
è fissato
direttamente alle
spalle della
vaschetta
portacontatti.
Notale l’unica
coppia di
morsetti
metallici.
Il crossover semplice
S
iamo di fronte ad un progetto strano, lo sto notando dall’inizio del test. Per quello che mi ricordo avendoci lavorato qualche volta, gli altoparlanti prodotti da Marcel Visan non pretendono circuitazioni
complesse e dotate di correzioni particolari. Figurarsi se
un costruttore di altoparlanti non ne ha ottimizzato e finalizzato la prestazione acustica! Come possiamo vedere dallo schema di Figura 1 il filtro crossover infatti appare veramente minimale per un tre vie. Ora è vero che
l’induttanza parassita che ho misurato sul singolo woofer è mediamente elevata, ma è vero anche che i due
altoparlanti sono connessi in parallelo. La sola induttanza in serie al gruppo ha un valore elevato, specialmente
per la frequenza di incrocio scelta, ovvero circa 400 Hz.
L’azione del passa-basso inizia molto presto e viene sapientemente modulata proprio dal modulo dell’impedenza che diminuisce dopo i 100 Hz per poi aumentare
di nuovo soltanto dopo la frequenza di incrocio. Comunque sia si tratta di una pendenza finemente lavorata con un ordine abbastanza variabile. Il midrange dovrebbe in teoria presentare una pendenza acustica
maggiore dei woofer per il passa-alto, ma il computo
dei parametri e del volume a disposizione ci dice che il
passa-alto naturale del sistema è situato molto più in
basso della frequenza di taglio scelta per l’incrocio.
Non a caso l’induttanza parassita di questo trasduttore
vede una fase prossima allo zero proprio a questa frequenza. La porzione di filtro passa-basso del midrange
attua l’incrocio col tweeter a 4.000 Hz ed è realizzata
con una cella del secondo ordine elettrico senza alcun
controllo dello smorzamento, a dimostrazione della
perfetta integrazione con la risposta dell’altoparlante.
Anche il tweeter lavora con un passa-alto elettrico del
secondo ordine, senza resistenze di attenuazione o di
smorzamento. Va notata l’unicità delle connessioni che
non prevedono doppio cablaggio e/o bi-wiring. Una sola coppia di connettori di discreto livello è fissata alla
vaschetta plastica alle spalle del diffusore, con una discreta versatilità per il tipo di terminazione dei cavi di
52
Figura 1
collegamento. La componentistica prevede soltanto
condensatori elettrolitici bipolarizzati, con le induttanze
piccole avvolte in aria e quella del woofer avvolta su lamierini di ferrite. Le connessioni ai rispettivi altoparlanti
sono realizzate con terminazioni Faston polarizzate utilizzando cavi di buona sezione.
G.P. Matarazzo
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Davis Acoustics Matisse 3D
Figura 2
non conosco personalmente ma giudicato sul prodotto rende onore alle convinzioni ed al modo di lavorare di cotanto
padre. L’attuale produzione della Davis
Acoustics è ben articolata, con cinque diverse serie di diffusori di livello crescente
sia come prestazioni che come prezzo. Ci
sono anche alcuni componenti dalla sensibilità esuberante, da 95 a 97 decibel pilotati con 2,83 volt. Davis costruisce in
maniera del tutto autonoma altoparlanti
utilizzati anche da altri costruttori come
Goldmund, Avantgarde ed MBL. Per
questo test abbiamo selezionato un diffusore di prezzo molto abbordabile, convinti che in queste fasce commerciali sia
possibile valutare davvero chi è capace di
realizzare ottime cose senza gravare sui
costi più dello stretto necessario.
La costruzione
Matisse 3D è un diffusore da pavimento
dotato di due midwoofer da 13 cm per la
parte bassa, di un midrange di pari dia-
metro per la gamma media e di un tweeter a cupola morbida da 25 mm.
Esiste anche una versione
lusso, Matisse HD, basata
sullo stesso progetto ma
poco più alta e con mobile arrotondato e laccato
nero, e in questo caso il
prezzo sale da 830,00 euro a 1.370,00 la coppia. Il
3D, modello “base” in
prova, è alto invece poco
meno di un metro, ha gli
altoparlanti disposti in linea ed ingloba due volumi separati, che più o meno sono l’uno il doppio
dell’altro per garantire
una buona resa sia al midrange sia ai due
midwoofer. Probabilmente in linea teorica si sarebbe potuto assegnare un volume minore per il carico del midrange e
far confluire quei due o tre litri in più al
carico dei due midwoofer, ma in questo
modo la costruzione del cabinet sarebbe
risultata più complessa e costosa ed i due
midwoofer sarebbero stati penalizzati da
una escursione maggiore che certo non
si sarebbero potuti permettere. Gli altoparlanti a cono sono coperti sui bordi da
una flangia che nasconde la vista delle viti di fissaggio. Il risultato più interessante
è però un altro, visto che la fresatura sul
frontale molto pronunciata arretra di fatto
i centri acustici e lascia poco meno di dieci millimetri di spessore al baffle, così da
evitare colorazioni indesiderate in gamma media, che sono state aggirate in maniera elegante ed estremamente economica. Il mobile è realizzato in medium
density, con un buon incollaggio ed un
setto naturale di rinforzo costituito dalla
separazione tra midrange e midwoofer. Il
midrange ha la membrana in Kevlar ed
SPENDIBENE
una cupola semirigida, con un cestello
ventilato ed un piccolo foro di decompressione posteriore. All’analisi dei parametri ha mostrato una frequenza di risonanza prossima agli 80 Hz ed una resistenza elettrica di 5,62 ohm, con un buon
fattore di merito meccanico. Con un driver così in genere si realizzerebbe un box
chiuso di tre o quattro litri con una frequenza di risonanza poco più elevata dei
100 Hz, ancora bene al di sotto della probabile frequenza di incrocio. Il costruttore
ha invece previsto un condotto di accordo di diametro ridotto posto alle spalle
del cabinet e riempito con un cilindro di
poliuretano che funge da resistenza acustica abbastanza decisa. Ci ho pensato su
parecchio prima di prendere questo condotto in considerazione e pur tenendone
conto nelle rilevazioni e negli ascolti, con
e senza “tappo”, ho potuto notare che
all’atto pratico dell’ascolto l’accordo posteriore serve soltanto a ridurre di poco
l’escursione dell’altoparlante bene al di
sotto della frequenza di incrocio. Va notato comunque che l’incrocio, come vedremo, è realizzato con un solo condensatore usato come passa-alto. I due midwoofer sono realizzati in maniera simile al midrange ma con la membrana realizzata in
cellulosa e carbonio, una massa singola
addirittura inferiore a quella del midrange ed una bobina mobile che sembra più
dotata. Il tweeter a cupola morbida ha
esibito nelle fasi iniziali di misura prestazioni sonore abbastanza contrastanti con
le rilevazioni. È dotato di una cupola morbida da un pollice, con un trattamento
superficiale estremamente accurato anche se, secondo il mio parere, troppo rigido. Il cabinet alla misura della Waterfall
di Figura 2 ha esibito una prestazione
notevole, caratterizzata da un decadimento estremamente veloce e qualche
ondulazione solo alle frequenze medio-
Il cabinet con gli altoparlanti smontati rivela i due sub volumi interni rivestiti con fonoassorbente acrilico.
Le connessioni sono attuate grazie a connettori faston polarizzati. Notare anche il condotto di accordo di discrete dimensioni.
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SPENDIBENE
Davis Acoustics Matisse 3D
Sistema di altoparlanti Davis Acoustics Matisse 3D
CARATTERISTICHE RILEVATE
Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa
Risposta in frequenza con 2,83 V/1 m
Modulo ed argomento dell'impedenza
Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a
armonica ed alterazione dinamica a 90 dB spl
MIL - livello massimo di ingresso: (per distorsione di
intermodulazione totale non superiore al 5%)
MOL - livello massimo di uscita: (per distorsione di
intermodulazione totale non superiore al 5%)
Risposta nel tempo
L
a risposta in frequenza del diffusore, viste le dimensioni e le frequenze di incrocio, è stata rilevata prima a due metri e poi è stata
scalata come livelli di pressione ad un metro, in modo da avere una risposta corretta sul piano tecnico ed una perfetta ripetibilità circa il livello
di pressione emessa. Devo ammettere che nella rilevazione ad un metro
la risposta è risultata leggermente differente tra il midrange ed i due
midwoofer. Come possiamo vedere la gamma bassa è mediamente
estesa con un andamento a due pendenze, ampiamente analizzato nell’analisi del progetto. Qualche irregolarità è presente in gamma media
grazie a due esitazioni visibili nelle vicinanze delle due frequenze di incrocio, ma nella risposta fuori asse possiamo vedere che di questi abbassamenti localizzati di pressione non rimane nulla. Mi stupisce un po’ la
gamma altissima, troppo “sparata” sia nella ripresa in asse che in quella
fuori asse, ove cede almeno 2.000 Hz più in basso. Anche quella in am54
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Davis Acoustics Matisse 3D
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Con 90 decibel rms di rumore rosa notiamo come la partenza a bassa frequenza sia caratterizzata da un valore iniziale molto contenuto che si
abbassa ulteriormente dopo la frequenza di accordo del sistema fino a portarsi ben al di sotto dei -40 dB. Quando il midrange cede il passo al
tweeter si nota lo scontato e drastico ulteriore abbassamento al di sotto dei -50 dB. Aumentando la pressione a 100 decibel rms vediamo che in
gamma bassa non succede quasi nulla, con la curva che si attesta sul livello quasi costante del 2% fino alla gamma media ove si nota ancora
qualche effetto dell’escursione del midrange. In gamma alta ed altissima l’incremento di non linearità appare contenuto e ben inferiore
all’incremento del segnale in ingresso.
biente non è da meno, anche se più regolare. Probabilmente, ipotizzo, si potrebbe trattare dell’olio ferromagnetico
che nelle rilevazioni è ancora praticamente solido, ma fatico
a credere che dopo la MOL non si sia liquefatto ben bene,
anche se la misura è stata effettuata su un solo sistema e
non su entrambi. In ambiente comunque possiamo notare
una buona regolarità della gamma mediobassa e di tutta la
gamma media, che appare leggermente “loudnessata”, se
mi passate il termine. In particolare possiamo anche notare
come la gamma bassa ci guadagni dalla configurazione scelta a doppia pendenza, con una estensione regolare fino a
40 Hz, con una discesa notevole alle frequenze più basse.
L’andamento nel dominio del tempo rappresenta l’alter ego
dell’esaltazione in gamma altissima, con un decadimento
velocissimo, quasi brutale, al cessare dello stimolo ed il medio che giunge con pochissimo ritardo, per merito anche
della notevole banda passante. Dal punto di vista dell’elettronica di potenza e del suo interfacciamento con il diffusore notiamo i due picchi molto ridotti di ampiezza che hanno
per conseguenza una blanda rotazione di fase, tanto che la
massima condizione di carico, trovata a 148,7 Hz, ha un valore di 3,75 ohm, praticamente identico al valore di impedenza nominale a bassa frequenza che stranamente viene
dichiarato con due numeri: 4-8 ohm. In effetti dalla misura
possiamo notare che dopo i 500 Hz il modulo assume l’an-
basse. La step Response di Figura 3 mostra il buon amalgama che c’è tra
midwoofer e midrange, con picchi di
emissioni molto vicini tra loro, con una distanza dall’emissione del tweeter ben
contenuta e figlia diretta delle scelte
operate sulle frequenze di incrocio. I
quattro altoparlanti hanno tutte le emissioni in fase.
L’ascolto
Nel nostro ambiente di ascolto, tutt’altro
che piccolo, è possibile sistemare i diffusori in vari modi, a seconda delle dimensioni e del tipo di componente. Con i difAUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014
damento tipico di un diffusore da otto ohm. Al banco delle
misure dinamiche notiamo come occorrano soltanto 218
Vrms per una pressione media di 90 decibel, visto il livello
di sensibilità media misurato. Ovvio che tutte le componenti
armoniche siano spostate al di sotto dell’uno per cento, anche se la terza armonica sembra sovrastare sempre la più
morbida seconda, specialmente in gamma media, da 300 a
4.500 Hz, ove praticamente agisce il midrange. La compressione dinamica ovviamente non si sposta di un millimetro
dalla linea dello zero. La MIL, visto il volume d’aria spostato
dai due midwoofer, sale abbastanza lentamente a causa
della “recrudescenza” dell’escursione dopo Fb. In gamma
mediobassa, con l’escursione ridotta, si sale velocemente alla massima potenza disponibile che viene mantenuta per
tutta la gamma media e medioalta. In “area tweeter” la potenza decresce a causa delle terze armoniche del doppio
tono di prova, armoniche che limitano fino a 100 watt rms la
massima potenza input. Visto comunque il particolare andamento della risposta in gamma bassa ed il buon dato di
sensibilità, notiamo come la MOL ci proponga 100 decibel
rms già a 50 Hz con una discreta salita che manca di un soffio i 110 decibel all’ottava superiore. Tutta la gamma media
oscilla tra i 117 ed i 119 decibel mentre in gamma alta si ha
un minimo di 100 decibel a 3.000 Hz.
G.P. Matarazzo
fusori da pavimento di dimensioni non
proibitive il posizionamento parte più o
meno sempre da un buon metro dalla
parete posteriore e da poco più di ottanta centimetri da quelle laterali, posizionamento che ovviamente poi viene ottimizzato per “approssimazioni successive” fino alla migliore prestazione possibile. I
due francesi sono stati distanziati tra loro
di circa due metri e spicci, con i primi brani test volti a verificare il fuoco nella zona
centrale. Visto che tutto procede per il
meglio e che la timbrica mi sembra già
ben bilanciata, mi siedo ed inizio la solita
sequenza di brani, giusto per prendere
confidenza con questo prodotto. Il primo
appunto è per la gamma alta, che mi
Figura 3
55
SPENDIBENE
Davis Acoustics Matisse 3D
aspettavo fredda e tagliente, ma che nella realtà non va affatto male. Lo so, occorre un po’ di tempo per ammorbidire
la resa ed io ho un sacco di misure da fare. Come al solito allora avvicino tra loro i
diffusori fino a farli emettere faccia a faccia ed inverto la fase ad uno solo dei due.
Cerco e faccio partire il “dischetto di
emergenza” con la traccia “rodaggio rapido” che contiene burst corti ma intensi
di rumore rosa, filtrato in basso e leggermente esaltato tra i 10 ed i 20 kHz. Lo so,
è fuori standard, ma funziona presto e
bene. Concedo un po’ di birra al Krell e
me ne vado a lavorare. Torno dopo un
bel po’ di tempo e trovo le due Matisse
che ancora spingono e tirano aria emettendo poco, pochissimo rumore. Rimetto
tutto in ordine e mi metto all’ascolto del
violino, uno dei pochi strumenti che con
un tweeter non appropriato è capace di
provocare l’orticaria a qualunque ascoltatore mediamente sensibile. A me sembra
andare bene nell’equilibrio delicato tra
fondamentali ed armoniche. Continuo
con tracce mediamente identificative della stessa porzione di frequenze, a colpi di
fiati e di chitarre classiche. Qualche residuo di asperità va sciogliendosi velocemente per lasciare il posto ad una gamma alta abbastanza dolce, alla faccia delle misure, con un dettaglio notevole ed
una grana come piace a me. Non c’è bisogno di immettere effetti speciali quando si ha un tweeter come questo: l’articolazione viene avanti da sola senza portarsi
dietro la fatica di ascolto. Dettaglio e
gamma altissima sparata producono a
basso livello quasi gli stessi effetti ma non
sono affatto la stessa cosa. Rimane ancora qualcosa da annotare al variare del livello di emissione, ma francamente mi di-
Alle spalle del tweeter è posizionato anche
il condotto di accordo per il midrange, che
può essere drasticamente limitato grazie ai
cilindri di poliuretano in dotazione.
L’apporto acustico di questi condotti, posti
molto più in basso della frequenza di
incrocio è molto limitato.
L’accordo reflex… contro tutte le previsioni
Q
uando mi trovo di fronte ad un diffusore che secondo le misure e secondo quello che ho visto nella costruzione può essere catalogato come “buono”, faccio
sempre una cosa che mi fa perdere un sacco di tempo:
smonto gli altoparlanti e ne misuro i parametri. Col tempo
le equazioni di base ho finito per impararle a memoria,
mentre l’occhio e le dita mi suggeriscono la massa da aggiungere alla membrana, così che dopo qualche anno posso tracciare soltanto le due curve di impedenza, con massa
e senza e trascrivere le grandezze più importanti. In questo diffusore ho notato una notevole presenza di assorbente, il modulo dell’impedenza molto contenuto sui picchi caratteristici del reflex ed una dimensione dei magneti
non proprio esaltante, motivo per il quale ho trascritto i
dati senza fare ulteriori indagini pur avendo notato una
frequenza di risonanza abbastanza elevata. “Va bene, mi
sono detto, si tratta di due altoparlanti in parallelo che
probabilmente il costruttore si sarà gestito con un filtro
crossover differenziato o con qualche escamotage circuitale tesa ad estendere la risposta verso il basso sacrificando
un po’ di sensibilità”. Sapendo che il diametro di ogni singolo altoparlante vale 105 millimetri, da buon tredici centimetri di scuola francese, calcoliamo un diametro effettivo
di 148,5 millimetri che fa apparire anche piccolo il condotto di 67 millimetri sistemato appena più in basso. Bene, i
diffusori progettati con attenzione come questo, se analizzati con un minimo di attenzione, zittiscono tutti quelli che
ritengono le quattro regole base del reflex sufficienti ad
un buon progetto. Partiamo dai parametri, che ho finito di
calcolare in laboratorio. La resistenza elettrica vale 7,17
per ogni singolo altoparlante, un valore alto ma che deve
fare i conti con la connessione in parallelo dei due
midwoofer. La risonanza vale 74,7 Hz, e come anticipato è
abbastanza elevata, come d’altronde abitudine del marchio sin dai tempi della Siare. Il Qts sembra dare il colpo finale, con un notevole 0,447, mentre la massa di circa otto
grammi e la cedevolezza di 0,57 millimetri per newton
concludono la conoscenza del midwoofer. Ovviamente
possiamo calcolare un Vas moderato (8,165 litri) ed un BxL
non esaltante se considerato in proporzione alla Re. La
sensibilità supera di poco gli 87 decibel e nel parallelo tra i
due midwoofer possiamo ipotizzare almeno 93 decibel di
pressione. Con un trasduttore così personalmente andrei
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su un DCAAV tirando verso il basso la prima frequenza di
accordo, giocandomi il resto tra rapporto dei volumi e
perdite dovute all’assorbente. Il progettista ha fatto qualcosa di simile ma, se posso dire, in maniera estremamente
più semplice. Rispetto al possibile accordo massimamente
piatto ha usato un volume minore con una frequenza di
accordo anch’essa più contenuta. A questo punto sono
state immesse perdite molto elevate utilizzando un materiale acrilico abbastanza denso così da abbassare ed arrotondare notevolmente la piegatura della risposta al di sotto della frequenza di accordo. Si è ottenuto comunque il
classico andamento a doppia pendenza con la transizione
posta al di sotto di Fb. Le perdite sono così elevate che il
picco dell’emissione del condotto è molto distante dal
notch della risposta dei due woofer. Il picco massimo del
risonatore è stato misurato infatti attorno ai 40 Hz mentre
il notch degli altoparlanti sta tra i 50 ed i 52 Hz. E la sensibilità? Dopo le simulazioni del sistema senza filtro crossover notiamo come ci si muova attorno ai 93 decibel come
previsto. Nella realtà la pressione torna punto per punto,
salvo poi a decrescere oltre i 100 Hz a causa dell’induttanza di notevole valore posta in serie ai due altoparlanti, pur
incrociati a 400 Hz. E le dimensioni del condotto? Anche
qui la soluzione trovata dai progettisti appare la più appropriata, visto che le raccomandazioni di Small portano ad
un modesto 57 millimetri e la regola empirica della metà
del diametro equivalente porta a 74 millimetri. Due dimensioni abbastanza differenti che porterebbero a pericoli
di soffio indesiderato o, nel secondo caso, a lunghezze eccessive. Il progettista ha utilizzato un condotto da 67 che
potrebbe assomigliare ad una comoda via di mezzo. Alle
simulazioni col modello completo di perdite è facile scoprire quello che non è detto dalle analisi effettuate con
l’accetta o addirittura ad occhio, ovvero che la massima
velocità, e quindi il massimo diametro di condotto, risente
in maniera drammatica delle perdite e del fattore di merito meccanico. Simulando il box e le perdite fino a rendere
la curva di impedenza praticamente identica a quella della
Matisse, ci si accorge che la massima velocità alla potenza
dichiarata è esattamente quella della “simulazione a ritroso” per contenere a 39 Hz la massima velocità appena appena dentro i coefficienti di sicurezza. Mica bruscolini!
G.P. Matarazzo
AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014
Davis Acoustics Matisse 3D
Il tweeter ha la flangia accorciata
inferiormente per contenere la distanza del
centri acustici degli altoparlanti che
incrociano a frequenza elevata. Notare la
cupola da un pollice.
co che non siamo di fronte ad un diffusore da migliaia e migliaia di euro, ma ad
un componente di linea economica che
per questo prezzo sembra fare gli straordinari. La gamma media è esattamente
quella che volevo ascoltare e che francamente mi aspettavo da Davis. Saggiamente gestita nel livello di pressione
emessa rispetto al tweeter ed ai due
midwoofer, estesa e pulita. Lo so che tenere la gamma media un filino più bassa
delle altre frequenze fa sembrare che ci
sia più pulizia e più dettaglio, ma i trucchi
in questo senso vengono facilmente smascherati ai bassissimi livelli dove una certa
viscosità del dettaglio viene facilmente
fuori. Qui la gamma media è pulita, generosa e ben proposta sia come dettaglio che come dinamica. La voce maschile appare leggermente più piena di quella femminile che comunque a me sembra
leggermente più affilata, con una sottile
vena fredda che raramente fa capolino. Il
mediobasso deve essere leggermente
ottimizzato a seconda dell’ambiente di
ascolto, ma una volta trovato un buon bilanciamento timbrico può essere considerato abbastanza ben smorzato e privo
di code particolari. Ovvio che la legatura
col basso più profondo sia notevole, visto che sono gli stessi altoparlanti a riprodurre le due porzioni di frequenza. La
doppia pendenza sembra far emettere al
diffusore una quantità tale di basse frequenze da far credere che i piccoli tredici centimetri scendano, per una sorta di
miracolo della Fisica, più in basso di
quanto sia lecito. Non è vero, ma l’illusione è perfetta. Probabilmente siamo noi
che commettiamo inconsciamente l’errore di pensare che una risposta in fre-
SPENDIBENE
quenza piatta sia la garanzia di una buona estensione, mentre la musica delle
percussioni emette la fondamentale dopo e ad un livello di pressione più basso
delle sue armoniche e se la ride dei nostri microfoni. Rimane per fortuna l’ascolto e la comparazione con quanto possiamo ascoltare dal vivo a riportarci alla
realtà dei fatti e con i piedi per terra. La
scena è stabile e ben diluita sia in
profondità che sul piano orizzontale, senza strafare, ma con una proposta credibile dello stage della grande orchestra,
che si dispone in maniera credibile, fissando le posizioni degli esecutori pur in
un discreto amalgama generale. Ogni
tanto perdo il filo del discorso scenico
ma devo dire che la sensazione, che altre
volte in altri ascolti dura qualche secondo, con le Matisse dura giusto quel tanto
da farsi riconoscere, così poco da dubitare perfino che ciò sia successo. Alla “prova rock” il diffusore risponde con una
buona dinamica, con la gamma media
che vorrei appena più avanti e la gamma
bassa che fa il suo dovere senza alcuna
esitazione. Ed allora il livello immancabilmente sale, senza che il “piccolo” amplificatore se la prenda a male. A potenze
notevoli, probabilmente esagerate anche per il nostro non piccolo ambiente,
la gamma media indurisce meno di
quanto sarebbe logico aspettarsi, mentre
è il basso meno profondo che sembra irrigidirsi. Guardo il livello raggiunto dall’elettronica e mi dico che sono proprio uno
sconsiderato…
Conclusioni
Il midrange ed i due midwoofer hanno aspetto e prestazioni simili. Il cestello è lo stesso ma
cambia la consistenza della membrana ed il diametro della bobina mobile.
AUDIOREVIEW n. 351 maggio 2014
Si contano sulle dita di una sola mano
le volte che negli ultimi dieci anni dopo
aver provato un diffusore io abbia alzato il telefono per chiamare il distributore italiano e verificare che il prezzo riportato non sia per un solo diffusore
ma per la coppia, IVA inclusa. Questa
volta è successo ed io sono doppiamente soddisfatto, sia per avervi proposto un bel diffusore a basso prezzo
sia per il marchio, che ho sempre ammirato assieme al modo di intendere
l’alta fedeltà di Marcel Visan, padre e
fondatore. La prestazione della gamma
media rimane un collante fantastico per
tutta la prestazione di un diffusore, costruito con onestà ed attenzione e con
tanto manico, così da minimizzare i difetti e massimizzare i pregi. Non è cosa
da poco, tanto più che sono tanti, troppi, quelli che mettono insieme due altoparlanti di buona casata, con filtri costruiti in una notte di luna piena e ritengono di dover entrare di diritto nella
storia dell’alta fedeltà passando da subito per la porta principale. Magari con
un mobile verniciato lucido o con una
forma accattivante. Diffusori come la
Matisse 3D ricordano a tutti questi costruttori che non è proprio così.
Gian Piero Matarazzo
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