Comments
Transcript
“Ut pictura poesis”: le arti sorelle nel
VII Lezione – Mercoledì 23 novembre. “Ut pictura poesis”: le arti sorelle nel ‘900 – Edoardo Esposito Tristan Tzara, Per fare una poesia dadaista (da: Dada manifesto sull’amore debole e l’amore amaro, 1920, trad. O. Volta) Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Prendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l'articolo e mettetele in un sacco. Agitate delicatamente. Tirate poi fuori un ritaglio dopo l'altro disponendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, benché incompresa dal volgo. Mario Luzi, Toccata, 1932 Ecco aprile, la noia dei cieli d'acqua di polvere, la quiete della stuoia alla finestra, un tocco di vento, una ferita; questa aliena presenza della vita nel vano delle porte nei fiumi tenui di cenere nel tuo passo echeggiato dalle volte. Federico García Lorca, Ritorno (da: Poeta a New York, 1940, trad. Carlo Bo) Assassinato dal cielo fra le forme che vanno verso la serpe e le forme che cercano il cristallo lascerò crescere i miei capelli. Con l'albero di moncherini che non canta e il bambino col bianco volto d'uovo. Con gli animalini dalla testa rotta e l'acqua lacera dei piedi secchi. Vittorio Sereni, Settembre (da: Frontiera, 1941) Già 1'òlea fragrante nei giardini d'amarezza ci punge: il lago un poco si ritira da noi, scopre una spiaggia d'aride cose, di remi infranti, di reti strappate. E il vento che illumina le vigne già volge ai giorni fermi queste plaghe da una dubbiosa brulicante estate. Nella morte già certa cammineremo con più coraggio, andremo a lento guado coi cani nell' onda che rotola minuta. Pier Paolo Pasolini, Supplica a mia madre (da: Poesia in forma di rosa, 1964) Con tutto quello che è stanchezza sordomuta e farfalla annegata nel calamaio. È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Contro il mio volto diverso d'ogni giorno. Assassinato dal cielo! Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. Eugenio Montale, da Ossi di seppia, 1925 Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame d'amore, dell'amore di corpi senza anima. Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: ho passato l'infanzia schiavo di questo senso alto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l'unico modo per sentire la vita, l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. Come echi che a lungo e da lontano tendono a un'unità profonda e buia grande come le tenebre o la luce i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. Sopravviviamo: ed è la confusione di una vita rinata fuori dalla ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile... Profumi freschi come la pelle d'un bambino, vellutati come l'oboe e verdi come i prati, altri d'una corrotta, trionfante ricchezza i qualsiasi s mo con la seconda dom ssiede sin dall'inizio un ass osa determina il piano della prim i della blastula con ciò che si svilu a e l'altra tutta la destra dell'organi unto in cui lo spermatozoo fecondante ent ediano in modo tale che una delle due cellu tutto naturale supporre che il piano della pr o la prima divisione in due cellule dell'uovo f ra nell'uovo definiscono un piano sarebbe del econdato in un animale determina il piano m pperà nell'animale questo asse e il p le contiene in potenza tutta la sinistr e polare che collega i poli vegetetiv smo compiuto e in secondo luogo c pecie elevata dei protozoi po a divisione comincere anda l'uovo d Hilde Domin, Città in fiamme La città in fiamme brucia silenziosa La vedo ogni sera ha nomi sempre nuovi l'annunciatore provvisoriamente di sera in sera ne sceglie uno Io posso anche spegnere provvisoriamente Almeno da sveglia Sandro Penna, da Poesie, 1939 Il mare è tutto azzurro. Il mare è tutto calmo. Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo. Ezra Pound, In una stazione del Metro (da: Lustra, 1916, trad. V. Sereni) Questi volti apparsi tra la folla: Petali su un ramo umido e nero. Charles Baudelaire, Corrispondenze (da: I fiori del male, 1857, trad. Giovanni Raboni) La Natura è un tempio dove incerte parole mormorano pilastri che son vivi, una foresta di simboli che l'uomo attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari. che tende a propagarsi senza fine – così l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi. Thomas Stearns Eliot, La figlia che piange (da: Prufrock e altre osservazioni, 1917, trad. Eugenio Montale) Sosta sul più alto piano della scala – appoggiati ad un'urna di giardino – tessi, tessi la luce del sole nei tuoi capelli – stringi i tuoi fiori a te con sorpresa attristata – gettali a terra e volgiti con un rapido cruccio negli sguardi: ma tessi, tessi la luce del sole nei tuoi capelli. Così avrei voluto vederlo andare, così avrei voluto ch'ella restasse e soffrisse, così egli sarebbe partito come l'anima lascia il corpo contuso e lacero, come lo spirito lascia il corpo che ha logorato. E troverei un modo incomparabilmente lieve e abile, un modo che capiremmo tutt'e due, semplice e infido come un sorriso e una stretta di mano. Ella si volse, ma col tempo d'autunno sforzò per molti giorni la mia mente, molti giorni e molte ore. La sua chioma sulle sue braccia, le sue braccia piene di fiori, e mi chiedo com'essi sarebbero stati insieme! Avrei perduto un gesto ed una posa. Questi pensieri a volte meravigliano ancora la mezzanotte turbata e la pace del mezzodì. Rainer Maria Rilke, Fontana di Roma Errante) Due coppe: e l'una che sovrasta l'altra, erette entrambe sulla tonda vasca di pietra, – antica. Defluisce l'acqua pacatamente, dal superno labbro, sull'acqua che, di sotto, attende e posa. E questa tace, mentre l'altra parla un chioccolìo sommesso; e guarda il cielo, che con dischiusa mano, in gran mistero, quella le svela, di tra ’l verde e il buio, come una occulta, sconosciuta cosa. Entro la coppa, placida si espande, cerchio da cerchio, senza nostalgia. Solo, a volte, trasogna; e si abbandona lungo i penduli muschi, a goccia a goccia. (trad. V. Sino all'infimo specchio che, tranquillo, svaria d'ombre e di luci, e risorride. Georg Heym, Il dio della città (da: L’eterno giorno, 191, trad. Paolo Chiarini) Sopra un blocco di case sta seduto, Gli cingono la fronte i venti neri, E guarda irato ove laggiù, sperduti, Si confondono gli ultimi quartieri. Accende il rosso ventre, a Baal, la sera, E le grandi città stanno in ginocchi A lui d'intorno. Innumeri rintocchi Salgon dalla marea di torri nera. Danza di coribanti per le strade Rimbomba il ritmo della folla. Denso Di ciminiere e fabbriche a lui sale Il fumo, come nuvola d'incenso. Sulle sue sopracciglia il tempo abbuia. Nella notte sprofonda ormai la sera. Intorno alla sua chioma, irta di furia, Come avvoltoio rotea la bufera. Nel buio tende il pugno suo massiccio. Lo scuote. Un mar di fuoco avvampa intorno Per una via. Crepita il fumo arsiccio E la divora, finché spunta il giorno. Prossima lezione: Lunedì 28 novembre 2005 Maria Mimita Lamberti Contro l’arte ufficiale dei Salons: le opere e le mostre che fecero scandalo a Parigi