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Pallottole perforanti per uccidere i giudici

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Pallottole perforanti per uccidere i giudici
8
CASALESI
CAMPANIA
domenica 13 novembre 2011
ARSENALE DI MITRA E KALASHNIKOV SEQUESTRATO A CASA DI UN PREGIUDICATO A SAN CIPRIANO D’AVERSA
Pallottole perforanti per uccidere i giudici
di Marco Carboni
SAN CIPRIANO D’AVERSA. Ar-
mi da guerra, riconducibili ai Casalesi, con una notevole capacità
di fuoco, in grado di perforare corazze blindate, sono state sequestrate a San Cipriano d’Aversa,
nel Casertano, dalla squadra mobile di Caserta. Le armi non sono
di quelle utilizzate «solitamente»
dai clan per rapine o minacce
estorsive: l’ipotesi è che i fucili (in
particolare quello che spara proiettili perforanti) potessero servire per un attentato ai danni di magistrati. Da tempo vari pentiti del
clan parlano appunto di questa
eventualità. L’arsenale era sotto la
custodia di un pregiudicato per
piccoli reati, Nicola Pagano (nella
foto accanto al sommario), di 42
anni, che per nasconderlo ad occhi indiscreti l’aveva occultato in
una intercapedine ricavata in una
parete del garage-cantina di casa sua, in via Bembo. Nell’abita-
IN BREVE
SALA CONSILINA
Non si fermano all’alt,
rintracciati e arrestati
SALA CONSILINA. Dovranno rispondere di resistenza, violenza
a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate un 40enne pregiudicato ed un 29enne, entrambi di Buonabitacolo, che non si
sono fermati all’alt impostogli da
una pattuglia dei carabinieri allo
svincolo di Sala Consilina della
Salerno-Reggio Calabria investendo un carabiniere che nel cadere ha riportato lesioni ad un gomito. Rintracciati, i due sono stati arrestati.
EBOLI
Armi e marijuana,
in cella pusher 25enne
EBOLI. Era in possesso di una pistola e alcuni grammi di marijuana. Un giovane di 25 anni è stato
arrestato ad Eboli dai carabinieri.
La pistola, una calibro 22, è risultata rubata in provincia di Napoli. La perquisizione effettuata nell’abitazione dell’arrestato, rinchiuso nel carcere di Salerno, ha
consentito di sequestrare pochi
grammi dello stesso stupefacente, bilancini elettronici e targhe
di veicoli risultata rubate nonché
12 cartucce calibro 22.
AVELLINO
Si getta sotto camion,
muore pensionato
CONZA DELLA CAMPANIA. Un
61enne di Conza della Campania
si è ucciso gettandosi sotto un camion sulla Statale Ofantina bis.
L’uomo soffriva di crisi depressive e dal sopralluogo effettuato dai
carabinieri presso la sua abitazione è emerso che aveva lasciato dei biglietti dove annunciava
l’intenzione di compiere l’insano
gesto. La salma è stata trasportata all’ospedale di Sant’Angelo dei
Lombardi per gli accertamenti
medico-legali.
PAGANI
Rapinano 4 indiani,
nei guai tre giovani
PAGANI. Tre giovani di 19, 20 e
21 anni sono stati arrestati per
aver messo a segno a Pagani una
rapina all’interno di una abitizione occupata da quattro cittadini
indiani. Il gruppo di rapinatori,
due studenti ed un giovane pasticciere, sotto la minaccia di una
pistola, una calibro 8 caricata a
salve, hanno fatto stendere sul pavimento i quattro indiani e poi dopo aver messo a soqquadro l’abitazione si sono impossessati di
un computer portatile, un lettore
dvd e 700 euro.
Una parte dellʼarsenale di armi dei Casalesi rinvenuto a San Cipriano dʼAversa
zione di Pagano i poliziotti della
mobile sono arrivati nel corso di
perquisizioni eseguite nei confronti di soggetti organici o contigui al cosiddetto «clan del ce-
REGIONE
mento» e, in particolare, facenti
parte della frangia capeggiata dal
superlatitante Michele Zagaria,
soprannominato “capa storta”. Gli
agenti erano alla ricerca di even-
tuali bunker e, quindi, hanno effettuato una perquisizione accurata nella cantina di Pagano: il
pregiudicato, però, ha iniziato a
comportarsi in maniera sospetta
quando le forze dell’ordine si sono
soffermate su quella macchia
d’umidità presente su
una delle pareti del locale. La circostanza ha
insospettito i poliziotti
che hanno, quindi, approfondito gli accertamenti effettuando dei
sondaggi con il trapano e, una volta accertata la presenza della
cavità, l’hanno portata
alla luce con dei picconi. Al suo interno è stato trovato
un borsone contenente due mitra
AK 47, i cosiddetti Kalashnikov,
un mitragliatore Breda MG 15, un
mitra Zagi M 91 munito di silenziatore, un fucile da caccia Benelli
calibro 12 con la canna segata (risultato da successivi accerta-
menti rubato nel 1996, a Sparanise), cinque caricatori e centinaia
di cartucce calibro 7,62 e calibro
12. Le armi erano tutte lubrificate
e pronte all’uso. Nicola Pagano,
napoletano di 42 anni, con precedenti per falso, emissione di as-
del pool dei magistrati della Dda
di Napoli, diretti dal procuratore
aggiunto Federico Cafiero de Raho, è emerso che il clan dei Casalesi, sempre più frequentemente,
si sta rivolgendo a soggetti apparentemente a loro estranei, come
finora era risulNicola Pagano, napoleta- tato Pagano, per
no, custodiva le armi in
custodire armi e
una parete del garage. Al quindi per avere una sicurezza
risultato si è arrivati dopo perquisizioni eseguite ulteriore di celare bene l’arsenei confronti di personale come quelnaggi contigui al “clan
del cemento” capeggiato le che è stato
scoperto ieri.
dal boss Zagaria
Secondo la polizia, per la sua
segni a vuoto e ricettazione, è staenorme capacità di fuoco, l’arseto arrestato: per ora è accusato di
nale individuato a San Cipriano
ricettazione e detenzione di armi
d’Aversa, composto prevalentee munizioni da guerra. Nel corso
mente da armi da guerra, è il più
delle indagini che la squadra mopericoloso tra quelli scoperti nel
bile di Caserta, guidata e coordiCasertano dall’inizio del 2011. Un
nata da Angelo Morabito, sta conaltro duro colpo al clan dei Casaducendo sotto il coordinamento
lesi.
SÌ DI ROMANO E MARTUSCIELLO (PDL). COBELLIS (UDC): TROPPO PRESIDENZIALISMO
Riforma amministrativa, Consiglio diviso
NAPOLI. L’obiettivo è di ridurre gli
no con la massima efficacia, risparce il presidente del gruppo consiliasprechi, assicurare maggiore effimiando importanti risorse, razionare del Pdl, Fulvio Martusciello, «chiucienza, ma anche trasferire funzioni
lizzando e ottimizzando il lavoro delde una fase ventennale e ne apre una
e competenze alle amministrazioni
la dirigenza e del personale». Tutto
totalmente nuova». E in Consiglio relocali. La Regione Campania punta
molto più snello quindi. La riduziogionale emergono idee innovative,
su questo. E lo fa attraverso due strune della struttura organizzativa, rima anche qualche perplessità. Genmenti che ha deciso di mette in
spetto a quella vecchia, è addirittunaro Salvatore (Nuovo Psi-Caldoro
campo: il nuovo ordiPresidente), parla della
namento amministra- Il presidente del parlamentino: «Un’organizza«più massiccia riorgativo, recentemente ap- zione più sobria, destinata ad agire nella sua
nizzazione della macprovato della Giunta mission di governo con la massima efficacia».
china amministrativa
regionale su delega del Russo (Pd): «Proposta per il decentramento»
dagli anni ’70 ad oggi».
Consiglio, e il decenIl Pd invece ha pretramento delle funziosentato una proposta
ni a Province, Comuni e Comunità
ra del 50 per cento. La Regione del
di legge che, spiega il capogruppo
montane. Strumenti per una Regiofuturo poggia infatti le sue basi su 5
Giuseppe Russo, punta a «razionane nuova che, come spiega il presiDipartimenti, 15 Direzioni generali e
lizzare il decentramento amminidente del Consiglio regionale, Paolo
4 Uffici speciali. Quasi del tutto spastrativo e lavora nel solco di espeRomano, «si presenta oggi con un’orrito il vecchio carrozzone che in pasrienze internazionali che con il rafganizzazione più sobria, destinata
sato comprendeva oltre 500 struttuforzamento della dimensione di coad agire nella sua mission di goverre. Un’organizzazione che, come dimunità danno una risposta alla glo-
BOLOGNA
SANT’ARSENIO
L’ospedale
senza caloriferi
balizzazione». Secondo il capogruppo dell’Udc, Luigi Cobellis, con la ristrutturazione degli uffici regionali
emerge, però, «un eccesso di presidenzialismo».
LA PROCURA AVEVA CHIESTO MISURE PER TRE NOCERINI
Estorsione, no al sequestro di locali
BOLOGNA. La Corte di Appello di
Bologna ha rigettato l’appello della
Procura che chiedeva, dopo un primo no del Tribunale, l’applicazione
di misure di prevenzione personale e
patrimoniale a carico di tre uomini,
tutti nati a Nocera Inferiore che l’accusa riteneva legati alla camorra. In
particolare era stato richiesto il sequestro di otto esercizi bolognesi tra
cui la nota pizzeria “La bella Napoli”
di via San Felice e il “Caffè Sette
chiese” di via Santo Stefano. Locali
che secondo l’accusa erano riconducibili, anche tramite prestanome,
a Gaetano Vitolo, difeso dall’avvocato Matteo Murgo, Vincenzo De Prisco, difeso dall’avvocato Giuseppe
Di Giovine, e Carmine De Prisco, difeso dall’avvocato Salvatore Caliano.
RAVENNA
Il Tribunale aveva respinto la proposta di applicazione delle misure un
anno fa, il 17 dicembre 2010, ritenendo che gli elementi a carico dei
tre non fossero in grado di provare a
livello indiziario la loro appartenenza
a sodalizi camorristici. Il pm della
Dda Enrico Cieri aveva fatto appello
contro la decisione di giudici. Ora la
Corte d’appello ha confermato le valutazioni dei giudici di primo grado
respingendo ogni richiesta. I giudici di appello scrivono che non sono
comprovate «la persistenza dell'adesione a logiche mafiose» e «l’attualità di una qualificata pericolosità sociale». Dei tre, Vitolo è in carcere per un’altra vicenda: è stato arrestato il 5 settembre perché accusato di estorsione nei confronti di un
suo quasi compaesano, di Nocera
Superiore, 34 anni, gestore di una
pizzeria d’asporto nel centro storico.
Ma secondo l’avvocato Murgo, proprio per la decisione della Corte
d’Appello, la posizione di Vitolo va
rivista: «È un provvedimento, quello
dei giudici di secondo grado che ci
consente anche di richiedere al giudice una rivalutazione del quadro indiziario perchè sono intervenuti elementi nuovi». Scrivono i giudici:
«Trattasi di estorsione semplice non
aggravata da modalità o finalità mafiose e che si è inserita nell'ambito
dei rapporti pregressi tra i due, aventi oggetto prestiti di denaro ed anche la compravendita di veicoli». Per
la difesa, si tratta del denaro dovuto
per la vendita di un’auto.
SANT’ARSENIO. Da circa dieci
giorni i termosifoni
dell’ospedale di Sant’Arsenio,
a sud di Salerno, sono spenti a
causa del mancato
rifornimento di gasolio
combustibile. A denunciarlo è
il sindaco di Sant’Arsenio,
Nicola Pica, che ha inviato, in
merito, una missiva di protesta
al commissario straordinario
dell’Asl Salerno, Maurizio
Bortoletti, e al direttore
sanitario del presidio
ospedaliero santarsenese,
Nunzio Babino. Nella missiva
il primo cittadino chiede
l’immediato rifornimento del
gasolio combustibile. In
mancanza di una soluzione
immediata, il primo cittadino,
si legge sempre nella missiva,
si rivolgerà, senza indugio,
alla competente autorità
giudiziaria per l’accertamento
di eventuali responsabilità.
L’ospedale di Sant’Arsenio
attualmente ospita i reparti
Hospice, con malati terminali,
e Servizio Psichiatrico
Diagnosi e Cura.
Quotidiano di informazione fondato nel 1862
organo del movimento politico/culturale “Mediterraneo”
Fondatore nuova serie Giuseppe Tatarella
Direttore responsabile
Antonio Sasso
Editore
Edizioni del Roma Società Cooperativa a r.l.
00186 Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 21
tel. 06/69924018 - fax 06/69789991
I FRATELLI VERTONE UCCISERO ANDREA TAFURI DOPO UNA LITE
Registrazione Tribunale di Napoli n°4608 del
31/01/1995 Registro Nazionale della Stampa
n° 5521 Vol. 56 pag. 161 ISSN 1827-3475
La testata beneficia di contributi diretti di cui alla legge
n.250/90 e successive modifiche ed integrazioni
Ammazzarono gommista, si torna in Appello
Redazione
RAVENNA. La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato la
sentenza che in appello aveva visto due condanne per l’omicidio di
Andrea Tartari, 35enne gommista
bolognese ucciso la notte del 20 luglio 2008 a Porto Corsini, sul litorale ravennate, con sei coltellate, di
cui quattro in zona cardiaca, per
una banale lite innescatasi in strada attorno a un'auto parcheggiata
sotto l’abitazione dei due imputati.
Si tratta dei fratelli Salvatore e Giovanni Vertone, di 44 e 41 anni, originari di Mondragone, ma da tempo residenti sulla riviera romagno-
Pubblicità
la, per i quali i giudici della Suprema Corte, come chiesto dalla Procura Generale - secondo quanto riportato dalla stampa locale - pur
confermando il resto, hanno escluso l’aggravante dei futili motivi e
hanno rinviato di nuovo tutto alla
Corte d’Assise d’Appello di Bologna. In primo grado, il 29 ottobre
2009, la Corte d’Assise di Ravenna
aveva condannato Salvatore, indicato come esecutore materiale dei
fendenti, a 24 anni e otto mesi di
reclusione. E Giovanni, che secondo l’accusa tenne stretta la vittima
da dietro, a 22 anni e otto mesi. Il
Pm Roberto Ceroni aveva però
chiesto l'ergastolo per entrambi.
Pena che in appello, alla luce della
contestata aggravante, era scatta-
ta per Salvatore. Mentre per Giovanni era stata confermata la pena.
In Cassazione ci si era arrivati dal
ricorso della difesa, rappresentata
dall’avvocato Paolo Trofino del foro
di Santa Maria Capua Vetere. La
Procura, a differenza del primo grado, aveva invece deciso questa volta di non ricorrere. L’avvocato Antonio Gambetti del foro di Bologna
- parte civile per conto della fidanzata della vittima, Katia, testimone
oculare del delitto - si è detto «molto deluso» dalla sentenza, sebbene
l’impianto accusatorio sia stato sostanzialmente confermato.
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A Ischia e Procida in tandem obbligatorio
a 1,20 Euro con “il Golfo”
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