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IL MAESTRO DI STRADA È SALITO AL MINISTERO
46 IL SECOLO XIX la scuola GIOVEDÌ 15 DICEMBRE 2011 IL DIBATTITO SCAMBI CULTURALI Natale genovese per studenti australiani IL MAESTRO DI STRADA È SALITO AL MINISTERO Incontro con Marco Rossi Doria, neo-sottosegretario all’Istruzione «L’epoca dei tagli è finita. Ma non tutti gli insegnanti sono uguali» DONATA BONOMETTI IL MORENOPENSIERO MAESTRO di strada per sempre. Anche quando diventi sottosegreta rio all’istruzione e frequenti il Palaz zo. L’altra sera erano l’uno a fianco all’altro Cesare Moreno e Marco Rossi Doria, che diedero vita all’as sociazione Maestri di Strada, fonda ta sull’esperienza del loro insegna mentofrairagazzinapoletanipiùdi sperati, più soli. Il primo continua a battersiperprogettiantidispersione scolastica e inventa corsi di forma zione (anche a Genova) per insegna re nuove tecniche didattiche di ascolto e di inclusione. Per diventare maestri della “parola”. Il secondo è il braccio destro del ministro all’Istru zione Francesco Profumo. L’altra sera erano seduti vicini scambiandosi battute in napoletano sandali ai piedi l’uno, per quella strada sucuicontinua a camminare, zainettosullasedial’altroall’incon tro che si è tenuto al museo Luzzati insieme all’assessore Andrea Ranie ri, a don Sandro Lagomarsini (il don Milaniligure,chehaapertoundopo scuola per i figli dei contadini in montagna e ora per gli immigrati), alla direttrice regionale dell’Istru zione Giuliana Pupazzoni, proprio sul tema della scuola per gli ultimi. «La scuola ritorna investimento per questo governo, ragion per cui, almeno, non si parla più di tagli», esordisce il sottosegretario. Clima affettuoso, di vecchi amici che non si sono mai persi di vista (Ranieri è sta toresponsabilenazionaledellascuo la per i Ds prima di essere assessore alla cultura di Genova), e che hanno LA DIDATTICA DELL’ASCOLTO E DELLA PAROLA ••• «LA SCUOLA è un luogo di frontiera dove la didattica del l’ascolto significa prima ascoltare e poi parlare, creare lo spazio del la parola laddove questo spazio non c’è. Significa sapere che an che gli apprendimenti informali sono già un patrimonio ad appan naggio dei ragazzi. La scuola è un luogo dove inse gnare ai ragazzi e agli insegnanti a stare insieme. È una organizza zione che deve insegnare a pen sare e deve imparare a pensare. Gli insegnanti che fanno volonta riato? Quelli che fanno cose im portanti al di là del loro manda to». Da sinistra don Sandro Lagomarsini, Cesare Moreno, Marco Rossi Doria, Andrea Ranieri, Giuliana Pupazzoni un linguaggio comune su temi com plessi. Come la valutazione degli in segnanti, per esempio. RossiDoriaraccontacheil47%de gli studenti calabresi non è in grado di leggere un libro impegnativo. «Bi sogna semplificare le discipline, metterle in contatto fra loro, sempli ficarelastessavitaorganizzativadel la scuola, saper ascoltare i ragazzi, aprire un dibattito con gli insegnan ti. Ma gli insegnanti vanno anche va lutati. Tutto questo sta dentro una svolta della scuola che questo gover no vuole, anche se ha poco tempo a disposizione». E ribadisce con forza cose tristemente note: «La scuola supplisce a competenze educative dellasocietàchesonosvaporate.No nostante sia un presidio di legalità e di educazione, è fortemente diminu ito il valore simbolico e affettivo del la società verso gli insegnanti» . Entra a piedi uniti il maestro Mo reno il cui progetto Chance che recu perava i ragazzi dispersi ed espulsi dalla scuola, è stato abbattuto dalle istituzioni, «ma anche da certe sini stre, da certi egualitarismi ideologi ci»esichiedeperchèprimadipensa re a qualsiasi griglia «non si metta in attounavalutazioneorizzontalelad dove a parità di stipendio venga rico nosciuta la differenza di un certo im pegno con i ragazzi. Questa alleanza fra scuole diverse deve avvenire». Anche Giuliana Pupazzoni pensa che ci debba essere «una diversa col locazione contrattuale per ricono scereacertiinsegnantiunlavoroche altri non fanno, altre capacità, altri ruoli. Lavoro lungo ma i tempi sono maturi». E si rammarica di una «im magine sociale della scuola, scaduta, dove i ragazzi annoiati, demotivati, demotivano gli insegnanti». Chiude Moreno: «Ci sono splendide perso nalità nella scuola, con grande cari sma, ma che non sono capaci di stare insieme nel lungo periodo. Rigidi, nonsannolavorareinsiemeaglialtri. Bellevocichenonsannostarenelco ro. Devono, gli insegnanti, diventare più riflessivi e meno ideologici. Se i ragazzi hanno diritto ad una valuta zione, ce l’hanno anche i docenti» IL GIORNALE IN CLASSE In cattedra gli artisti della focaccia Alla media Strozzi di Sturla gustosa mattinata di studio tra teglie, farina e lieviti PAOLO CAVALLO TRAImilletesoridiGenovaedella Liguria, ce n’è uno che rappresenta unaspeciedibandieradellatradizio ne, della cultura e del buon vivere ge novese. È un alimento goloso che fa da ambasciatore di questa città e di questa terra nel mondo intero: la fu gassa, la focaccia. Quella spianata di profumi intensi e di colori dorati, stesa sul bancone del panettiere, ta gliataastriscerettangolarioaquadri di bontà. Nulla di più semplice e al tempo stesso di più complicato di questi ingredienti da maneggiare, impastare, lievitare e cuocere con curaassoluta,sesivuoleottenereap punto il meglio: la focaccia dorata al punto giusto, oleata e salata come si deve, morbida ma al tempo stesso dritta come un vessillo che non ha paura di mostrarsi. Nulla di più complicato che prepa rareecuocereunabuona tegliadifo cacciagenovese,dunque.Tant’èvero che a Genova esiste una scuola per imparare l’arte della focaccia: l’han no realizzata i maestri panificatori conlaloroassociazioneeconilsoste gno dell’Iscot, un istituto che sovrin tende alla formazione dei vari settori Gli studenti della Strozzi con i panificatori del commercio. Questa scuola un po’ particolare si trova nel quartiere di Marassi, al primo piano sopra l’area coperta del mercato di piazza Roma gnosi, e nell’ambito dell’esperienza del Giornale in classe del Secolo XIX, per una mattinata ha avuto a lezione gli studenti della media Strozzi di Genova Sturla che partecipano a questo progetto, accompagnati dai professori Maurizio Braggion, refe Partner istituzionale: Il Giornale in classe 2011-2012 è realizzato con AMBROSI rente per l’iniziativa, e Sonia Fratti. Una mattinata di lezione davanti alle teglie, alla farina lievitata, alla came radicaloreealgrandefornoprontoa divorare i tegami per restituire un prodotto fragrante e gustoso, spaz zolatoinpochiminutidairagazziper una merenda eccezionale. Come ec cezionali erano i due professori che hanno svelato i segreti della fugassa: il mitico Brunello e il paziente Lo renzo. Dopo aver presentato gli ingre dienti della focaccia, Brunello e Lo renzo hanno cominciato a stupire: hanno modellato la pasta, l’hanno stesa nelle teglie e l’hanno preparata creando i “buchi” e le “vallette”, che danno vita all’alternanza dei colori della crosta. «Per la cronaca, i due maestri han no preparato per noi tre teglie di fo caccia normale e una di focaccia con le cipolle. Dopo le tre fasi di lievita zione e la cottura, abbiamo potuto gustare la mitica “fugassa.” Era dav verobuonissima!Oltreainsegnarcia preparare la focaccia, i maestri ci hanno anche... insegnato a mangiar la, spiegandoci che per assaporarla meglio bisogna mangiarla al contra rio,conlapartesuperioreappoggiata alla lingua». Per ultima, un’annota zione storica che i ragazzi della Strozzieiloroprofessorioffronoalla conoscenza di tutti: “fugassa” in ge novese significa “cotta al focolare”; nel 1500 e anche in seguito la focac cia si mangiava in chiesa accompa gnatadaunbicchieredivino,inocca sione dei matrimoni, al momento dellabenedizione.Ederaunmangia re da re, così come oggi. LA RICETTA COME NASCE UNA REGINA DELLA TAVOLA ••• ECCO LA RICETTA, secondo gli scrupolosi appunti sintetizzati dai ragazzi della Strozzi, attenti e ap passionati a questa lezione assolu tamente straordinaria, che ricorde ranno con grande piacere. “Per preparare la vera focaccia genove se occorrono: 1 chilo di farina dop pio zero rinforzato con farina Mani toba, 550 grammi d’acqua, 50 di olio extravergine d’oliva nell’impa sto e 100 per cospargere la focac cia nella teglia, 35 di lievito, 20 di sale marino, 20 di estratto di malto. È necessaria una doppia lievitazio ne, la prima di 30 minuti sulla ma dia di legno, piegando l’impasto a fagotto con quattro lembi, e poi un’altra, per preparare le pezzature per le teglie. A questo punto sono necessari altri 20 minuti di riposo della pasta nella teglia prima di spianarla, spruzzarla leggermente d’acqua, spolverarla di grani di sale e di cospargerla di olio extravergi ne. Poi una nuova lievitazione di due ore nella cosiddetta cella di lie vitazione (a una temperatura di 40 gradi, con l’ 85% di umidità), prima di cuocere la focaccia. NEL PONENTE genovese due docenti del territorio hanno in trapreso l’iniziativa di realizzare uno scambio culturale con l’Au stralia: così un gruppo di 38 stu denti provenienti dal Somerset College, Queensland, in Austra lia, sono stati ospitati per tre set timane presso famiglie di varie scuole della zona, famiglie che si sono rese disponibili ad acco gliere questi ragazzi, tutti stu denti di Italiano. Questo scambio è nato per ca so due anni fa, quando l’allora Preside del Liceo Lanfranconi prof. Canazza e la prof. Isabella Traverso dell’Istituto Com prensivo di Pra’ hanno proposto alla prof. Bortoluzzi, docente di Inglese del Lanfranconi, di offri re una sistemazione a questo gruppo presso alcune famiglie deipropristudenti,cheavrebbe ro dovuto essere ospitati da una scuola del Veneto ma che per motivi vari non era più disposta a realizzare questo progetto. Non è stato facile trovare le fa miglie disposte a ospitare questi ragazzi per tre settimane, com preso il giorno di Natale, ma alla fine l’esperienza è stata entusia smante per tutti: queste espe rienze hanno un grande valore formativo non soltanto dal pun to di vista linguistico ma anche perché aiutano a creare quel l’elasticità mentale nel rappor tarsiconculturediversechesarà in futuro sempre più indispen sabile, per vivere del resto in un mondo globalizzato. Molte persone hanno colto in pieno il valore di queste espe rienze ed è per questo motivo che dopo due anni gli stessi do centi hanno deciso di realizzare dinuovoquestoscambio,atitolo personale poiché la normativa scolastica, applicata con il rigore voluto dalla scuola, avrebbe ri chiesto troppo tempo. Appoggiandosi a validi docen tiesternidiItalianoperstranieri nonché guide turistiche, è stato possibile, con il semplice utiliz zo di un’aula concessa da una scuola del ponente, offrire un percorso guidato storicoartisti cogastronomico di Genova, sia in italiano che in inglese fatto a piccole tappe che gli studenti e i docenti australiani al seguito hannoapprezzatomoltissimo:si promuove così un tipo di turi smo più informato e consapevo le senza mai essere faticoso. «Noi offriamo loro la nostra storia e la nostra cultura: loro ci offrono invece la loro grande apertura, adattandosi ai ritmi di ogni singola famiglia in modo stupefacente» racconta chi ha avutoachefareconquestogrup po. Molti di loro hanno più di una nazionalità e parlano più di una lingua in casa e stanno di mostrando con i loro comporta mentielaloroflessibilitàcosasi gnifica essere veri cittadini del mondo. Dicono alcuni inse gnanti. «Migliorare la compe tenza linguistica è inoltre un obiettivo da perseguire con se rietà anche in vista del prossimo utilizzo della metodologia Clil (ContentandLanguageIntegra ted Learning) incluso nella ri forma scolastica, che prevede l’insegnamento in lingua inglese di una materia curricolare nel quinto anno del percorso licea le». D. B. Con il patrocinio di e la collaborazione di