Fattori genetici coinvolti nella patogenesi della malattia, diagnostica
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Fattori genetici coinvolti nella patogenesi della malattia, diagnostica
BIOLOGIA MOLECOLARE DELLA CELIACHIA FATTORI GENETICI COINVOLTI NELLA PATOGENESI DELLA MALATTIA Definizione della celiachia malattia autoimmune a carico del sistema gastrointestinale. causa: permanente intolleranza al glutine contenuto in farine di orzo, farro, segale, avena in soggetti geneticamente predisposti. Glutine Complesso lipoproteico che si forma dall’unione di due proteine la gliadina e glutenina, in presenza di H2O + ATP 1 Epidemiologia della celiachia Colpisce ad ogni età. 2) Negli adulti il picco si ha nella quinta decade. 3) Rapporto F/M3:1 4) La manifestazione in età pediatrica in diminuzione. 5) Fino agli anni ‘80 era considerata una malattia rara (1:8000) ora stimata fino a 1:200 6) Predisposizione ereditaria associata ai geni del complesso HLA-II DQ2 (90% dei celiaci) e DQ8 1) HLA: HUMAN LEUKOCYTE ANTIGENS DEFINIZIONE HLA: antigene leucocitario umano, conosciuto come complesso di istocompatibilità maggiore o MHC; è un gruppo di geni posti sul cromosoma 6, che gestisce la risposta del sistema immunitario alle infezioni da virus o batteri e dirige la produzione anticorpale contro le sostanze estranee o antigeni. Comprende due classi di proteine che sono espresse sulla superficie cellulare e sono inoltre coinvolte nel riconoscimento del self dal non self; le due classi di HLA (HLA o MHC I-II) hanno differenti valenze biologiche. I geni che codificano per HLA si dividono in due classi: Classe I comprende tre loci (A, B, C); Classe II comprende i geni DP, DQ, DR. FUNZIONE: e’ quella di presentare un piccolo frammento di una proteina estranea alla cellula, che può formarsi a seguito di infezione da patogeni o dopo l'insorgenza di un tumore. I linfociti T riconoscono e attaccano l'HLA non-self o l'HLA self che presenta un frammento di proteina estranea (non-self), la reazione porta alla distruzione della cellula estranea. La posizione dei loci che codificano per l’ HLA è nel braccio corto cromosoma 6;andando verso il centromero si organizzano i loci per la classe II, andando verso il telomero trovano spazio i loci che codificano per la classe I. 2 Struttura Cromosoma 6 MAPPA DELL’ MHC UMANO 3 I geni HLA DR, DQ e DP, chiamati geni HLA di classe II, producono ed esprimono le glicoproteine solo su alcune cellule specializzate come macrofagi, cellule dendritiche e linfociti B. Classe III: questi antigeni riguardano certi componenti del sistema del complemento (C2, C4 e fattore B). I geni HLA- A, B, e C, detti geni HLA di classe I producono glicoproteine di membrana espresse in tutte le cellule nucleate dell’organismo. Struttura HLA-I 3 catene α 1 catena β Le catene α1 e α2 (di 90 A.A.) formano una fessura detta tasca nella quale viene esposto l’antigene nonself che deriva dalla frammentazione endo cellulare di proteine virali o tumorali. L'informazione genetica necessaria per codificare l'HLA di classe I è presente nel cromosoma 6, nella zona che va verso il telomero a differenza di quanto avviene nell'HLA di classe II dove i loci sono localizzati nella parte centromerica. Nella zona si distinguono tre loci definiti HLA-A, HLA-B e HLA-C. La funzione è quella di legare antigeni proteici di origine infettiva o tumorale (dopo averli fagocitati e ridotti a piccoli frammenti peptidici) e presentarli ai linfociti T CD8+ che hanno attività citotossica in grado di uccidere le cellule infettate. 4 PRESENTAZIONE ANTIGENI ALLE CELLULE T CD8+ Le cellule infettate da virus, vengono catturate dalle APCs, che si trovano sulle cellule dendritiche, poi sono fagocitate all’interno del fagosoma dove gli antigeni dei virus vengono tagliati e presentati sulla superficie in presenza delle molecole MHC. Le cellule T riconoscono gli antigeni microbici e le molecole co-stimolatrici presenti entrambi sulle APC e quindi vengono attivate. Le cellule T CD8+ che riconoscono gli antigeni presentati dalle molecole MHC di classe I, mentre le cellule T CD4+ helper riconoscono quelli associati alle molecole MHC II. 5 Vie di processazione e presentazione dell’antigene la via delle molecole MHC II, antigeni proteici extracellulari vengono catturati per endocitosi nelle vescicole. All’interno di queste vengono processati e i peptidi si legano alle molecole MHC di classe II. la via dell’ MHC I dove gli antigeni proteici all’interno del citosol vengono processati dai proteosomi e poi trasportati nel reticolo endoplasmatico dove incontrano le molecole MHC I e vi si legano. Competizione Antigenica per le Cellule T La cellula T riconosce solamente un peptide che gli viene presentato da una molecola MHC. Un eccesso di peptidi diversi che si legano alla stessa molecola MHC in maniera competitiva inibisce la presentazione e il riconoscimento di tale peptide da parte delle cellule T. 6 Struttura del peptide che lega le molecole MHC A: legame dei peptidi nella tasca della molecole MHC. Le molecole di classe I usano HLAA2, mentre quelle di classe II HLA-DR1. La tasca della molecole di classe I è chiusa mentre quella delle molecole di classe II è aperta, le molecole di classe II legano peptidi più grandi rispetto a quelle di classe II. B: vengono mostrati i residui di ancoraggio del peptide che si incastrano perfettamente nella tasca delle molecole di classe II. Struttura HLA-II 2 catene α 2 catene β L'HLA di classe II è presente soltanto nei linfociti, nei linfociti B e T, e nelle cellule presentanti l'antigene (APC) cellule del sistema immunitario in grado di esporre antigeni sulla propria superficie di membrana attraverso l' MHC-II. Come per l’ HLA-I, l'informazione necessaria alla codifica dell'HLA di classe II è nel cromosoma 6 in posizione centromerica. Si definiscono tre regioni altamente variabili denominate DPA, DQA e DRA per le catene alpha e DPB, DQB e DRB per le catene beta. La funzione è quella di legare patogeni extracellulari (dopo averli fagocitati e ridotti a piccoli frammenti peptidici) e presentarli ai linfociti Thelper CD4+ che attivano la produzione di citochine che controllano sia la produzione di anticorpi che la risposta cellulare. 7 Caratteristiche MHC-I II Caratteristiche MHC classe I MHC classe II Catene polipeptidiche α (44-47 kD) b2-microglobulina (12 kD) a (32-34 kD) b (29-32 kD) Localizzazione dei residui polimorfici Domini a1 e a2 Domini a1 e b1 Siti di legame per il co-recettore cell T Regione a3 lega CD8 Regione b2 lega CD4 Lunghezza della tasca che lega il peptide Legano peptididi 8-11 aa Legano peptididi 10-30 aa o più Nomenclatura umana HLA-A, HLA-B, HLA-C HLA-DR, HLA-DQ, HLADP Nomenclatura murina H-2K, H2-D, H-2L I-A, I-E 8 Vie di processamento e presentazione dell’antigene in MCH-I,II Caratteristiche Via MHC II Via MHC I Composizione del complesso MHC-peptide Catene a e b polimorfiche + peptide Catena a polimorfica + b2microglobulina + peptide Tipi di APCs Cell dendritiche, fagociti mononucleati, linfociti B; cellule endoteliali epitelio del timo Tutte le cellule nucleate Cellule T responsive Cellule T CD4+ Cellule T CD8+ Fonte degli antigeni proteici Proteine endosomiali/lisosomiali (internalizzate dall’ambiente extracellulare) Proteine citosoliche (maggior parte sintetizzate nella cellula, possono entrare nel citosol dai fogosomi) Enzimi responsabili della generazione dei peptidi Proteasi endosomiche e lisosomiche (e.g. catepsina) Proteosomi citosolici Sito di caricamento del peptide sull’MHC Compartimenti vescicolari specializzati Reticolo endoplasmico Molecole coinvolte nel trasporto del peptide e dell’MHC Calnexina nel RE, catene invarianti nel RE, Golgi Calnexina, calreticulina, tapasina, TAP nel RE Struttura schematica del complesso MHC di I e II classe 9 HLA Classe-III Nella regione HLA di classe III sono localizzati geni altamemte polimorfici che controllano la sintesi di glicoproteine facenti parte sia della via classica che della via alternativa del complemento e di altre proteine presenti nel siero. Il complemento rappresenta un complesso sistema enzimatico costituito da proteine plasmatiche capaci di intervenire in numerosi sistemi antigene-anticorpo e rivestono un ruolo essenziale nei meccanismi effettori dell’ immunità. HLA e Celiachia Le prime osservazioni di una stretta associazione tra alcune malattie e il sistema HLA è degli anni ‘60; ad oggi si conoscono oltre 80 malattie immuno-mediate, in cui tale associazione appare è evidente (Svegaard, Platz, Ryder 1983). Il sequenziamento dei geni HLA DQA1, DQB1 e DRB1, responsabili della sintesi delle macromolecole HLA DQ e DR, ha rivelato che ad ogni aplotipo genico corrisponde un determinato aplotipo sierologico. 10 La predisposizione genetica Incidenza nei familiari di 1° grado 10% Incidenza nei fratelli 14% Incidenza nei gemelli identici 80% 1) 1) 1) 1) Il 10-12% circa dei familiari di 1° grado dei soggetti celiaci è affetto con un rischio di almeno 20 volte maggiore di quello della popolazione generale. il tasso di concordanza tra gemelli monozigoti (82%) è maggiore di quello dei gemelli dizigoti (13%). la celiachia si associa frequentemente alla presenza di specifici geni del sistema HLA, codificanti gli eterodimeri DQ2 e DQ8, identificabili tramite gli alleli DQA1*0501/DQB1*0201 o DQA1*0501/DQB1*0202 e DQB1*0302 rispettivamente. L’aplotipo DQ2 è stato osservato nel 90-95% dei pazienti; l’aplotipo DQ8 è presente in circa il 5%. Esiste una quota di pazienti celiaci (meno del 2%) che non possiede né il DQ2 né il DQ8, così come è necessario considerare che circa il 25-30% della popolazione presenta i suddetti aplotipi predisponesti senza mai sviluppare la malattia. 11 Studi di associazione genica è stato possibile identificare regioni genomiche associate alla celiachia e localizzate su vari cromosomi tra cui il 2, 5, 6, 9, 15, e 19 che rivelano la complessità della malattia celiaca Sul cromosoma 5q31-33 è localizzato il locus Celiac2 (29,30) in cui sono presenti cluster di geni che codificano per le citochine importanti nella regolazione immune e dell’’infiammazione. 12 Sul cromosoma 2q33 è localizzato il locus Celiac3 in cui è presente il cluster CD28/CTLA4/ICOS: tutti e tre questi geni codificano per molecole recettoriali ad attività costimolatoria espresse sulla superficie dei linfociti T e svolgono un ruolo fondamentale nella risposta delle cellule T alla presentazione dell’ antigene (D A Chistiakov, 2003) in particolare, il CTLA4 (Cytotoxic T-lymphocyte associated Antigen-4) partecipa all’interazione fra linfociti T e cellule APC (Brunet JF et al., 1987) HLA-DQ 1) E’ un recettore di superficie cellulare di tipo proteico trovato nelle cellule che presentano l’antigene (APC). 2) E’ un αβ eterodimero dell’ MHC di classe II, le catene αβ sono codificate da HLADQA1 e HLA-DQB1, che sono nel braccio corto del cromosoma 6; le proteine codificate da questi geni serveno alla formazione dell’eterodimero DQ. La funzione è di riconoscere gli antigeni self ed in particolare i non-self quando sono presentati ai recettori MHC-II Macrofagi, cellule dendritiche, Linfociti B 13 HLA-DQ 3) DQ è anche coinvolto nel riconoscimento comune di auto-antigeni, la presentazione di tali antigeni al sistema immunitario permette di sviluppare la tolleranza da una giovane età; quando la tolleranza alle proteine si perde, DQ può essere coinvolto in malattie autoimmuni come la celiachia e il diabete mellito di tipo 1. 4) Una persona produce spesso due α-catena e due β-catena varianti e quindi 4DQ isoforme. I sierotipi utilizzati attualmente sono HLA-DQ2, DQ3, DQ4, DQ5, DQ6, DQ7, DQ8, DQ9 . Frequenza alleli HLA-DQA1 nella Celiachia 0,6 0,4 0,2 controls *0601 *0505 *0504 *0503 *0502 *0501 *0401 *0303 *0302 *0301 *0201 *0105 *0104 *0103 *0102 *0101 aea+ttg+ 0 14 Correlazioni definite fra sistema HLA e malattie immunomediate. Esempi: l’allele HLA-B27 presente nel 90% dei pazienti con spondilite anchilosante, rispetto al 9% della popolazione generale; l’aplotipo DR4-DQ8, presente nell’83% dei soggetti con artrite reumatoide contro il 24% nella popolazione generale e gli aplotipi DR3-DQ2 e/o DR4DQ8 presenti nel 98% dei soggetti con malattia celiaca rispetto al 28% della popolazione generale. HLA-DQ 2 È un sierotipo del gruppo HLA-DQ;DQ2 è codificato dal gruppo allelico HLA-DQB1*02, che presenta due alleli comuni DQB1*0201 e DQB1*0202 . 2) Esistono due isoforme DQ2.2 e DQ2.5, codificate dai geni DQA1*0201 e DQA1*0501 che si formano quando le DQ2 β-catene si combinano con le α-catene per formare le isoforme cis-aplotipo. 3) DQ2 è più comune in Europa occidentale; frequenze più alte si osservano in alcune parti della Spagna e Irlanda, questa distribuzione è correlata con la frequenza di due delle più diffuse malattie autoimmuni. 4) E’ il secondo fattore di più alto rischio per la celiachiaDQ2; ha la maggiore associazione di qualsiasi sierotipo HLA con malattia autoimmune, il 95% di tutti i celiaci sono DQ2, il 30% ha due copie di DQ2. Degli omozigoti DQ2 che mangiano grano, il rischio di lunga vita è tra il 20 e il 40% per la malattia celiaca. 1) HLA-peptide DQ2.5 con gliadina deamidato nella tasca vincolanti 15 Isoforme e Aplotipi DQ2 DQ2.5:si riferisce sia ad una isoforma proteica che all’ aplotipo, si forma da DQA1*0501 e DRB1*03. Con DRB1*03 diventa parte di DR3-DQ2 (doppio sierotipo che riconosce le cellule che presentano il multigene HLA e DR e l’aplotipo DQ). L’aplotipo è correlato con la celiachia, diabete giovanile (MODY Maturity onset diabetes of the young). DQ2.5 celiachia: è il principale fattore di rischio genetico, la frequenza dell’ aplotipo DQ2.5è4volte superiore rispetto alla popolazione generale; il numero di omozigotiDQ2.5 è di 10 a 20 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Dei 90% circa dei celiaci che portano l'isoforma DQ2.5 solo il 4% producono DQ2. Il 25% dei celiaci sono DQ2 omozigoti, tendono a mostrare un maggior danno della mucosa e sono a maggior rischio di complicanze gravi. 16 HLA-DQ8 1) L’ antigene HLA-DQ8 è legato sia al diabete giovanile sia alla celiachia, il fattore di più alto rischio per il diabete di tipo 1 è il fenotipo HLA DQ8/DQ2.5; quando è legato a HLADR4 diventa anche fattore di rischio per il carcinoma papillare della tiroide e artrite reumatoide. 2) DQ8 raggiunge la più alta frequenza in America centrale e settentrionale del Sud America, dove la frequenza del fenotipo è quasi del 90% (77% frequenza aplotipo); una frequenza relativamente alta è nella popolazione indigena del Nord America, e nelle regioni costiere del Golfo del Messico e la valle del Mississippi. 1) 2) Gli aplotipi (combinazione di varianti alleliche lungo un cromosoma o segmento cromosomico, esempio i telomeri) B8-DR3-DQ2 e B18-DR3-DQ2 sono risultati legati alla celiachia. Questi aplotipi sono diversi tra loro: l’unica sequenza CONSERVATA è la DR3DQ2. 3) Nella maggior parte delle popolazioni studiate il 90% o più dei celiaci contro circa il 20-30% della popolazione generale presenta l’aplotipo DQ2 (a1*0501, b1*0201), il 5-8% l’aplotipo DQ8, il 2-5% non presenta né l’aplotipo DQ2 né l’aplotipo DQ8. 17 The HLA Sequence Database currently contains 1620 allele sequences. (January 2003), 266 HLA-A,511 HLA-B, 128 HLA-C, 6 HLA-E, 1 HLA-F and 15 HLA-G 3 HLA-DRA, 403 HLA-DRB, 23 HLA-DQA1, 53 HLA-DQB1, 20 HLA-DPA1, 101 HLA-DPB1, 4 HLA-DMA, 6 HLA-DMB, 8 HLA-DOA and 8 HLA-DOB class II La classificazione degli alleli HLA è tuttora in corso ed i suoi progressi sono seguiti da una commissione internazionale che ha proposto un modo convenzionale per indicare gli alleli: alla lettera che contrassegna il gene (esempio DRB1) si fa seguire il simbolo * e quindi un numero corrispondente all’allele vero e proprio (ad esempio DRB1*1301). Nella seguente tabella sono riassunte tutte le indicazioni normali ed accessorie che si possono riportare nella denominazione dell’allele. 18 E’ possibile visualizzare elenchi totali o parziali degli alleli HLA identificati, consultando i siti http://www.worldmarrow.org/ oppure http//www.anthonynolan.com/HIG/; nella seguente tabella è riportata la parte alleli dell’ HLA di classe. Cellule che presentano l’antigene (APC) Sono una classe di cellule del sistema immunitario che sono grado di esporre antigeni sulla propia superficie di membrana attraverso l’MHC-II. Molte di queste cellule sono "Professional APCs" che sono in grado di esprimere costitutivamente MHC II esempio i macrofagi; altre sono invece "non-professional” esempio le cellule gliali, perchè non esprimono costitutivamente MHC II, ma solo in seguito alla stimolazione da parte di specifiche molecole (citochine). Le cellule APCs inglobano il patogeno e lo processano; poi l'antigene è esposto sulla membrana attraverso il complesso maggiore di istocompatibilità. Tipi di cellule Funzioniprincipali Cellule dendritiche Iniziazione della risposta delle cellule T ad antigeni proteici (priming) Macrofagi Effettori della risposta immunitaria cellulo-mediata Linfociti B Presentazione dell’antigene alle cellule T CD4+ helper nella risposta immunitaria umorale Cellule endotelialivascolari Promuovono l’attivazione delle cellule T antigenespecifiche nel sito di esposizione dell’antigene Cellule epitelialiemesenchimali Funzione fisiologica non conosciuta 19 Le APC presentano alle cellule T sia i peptidi self che quelli non-self associati alle molecole MHC; le cellule T rispondono solo a quelle estrane perchè le APC esprimono sulla superficie molecole co-stimolatrici che attivano le cellule T. 20 La processazione dell’antigene richiede tempo: una APC matura è capace di presentare l’antigene alla cellula solo dopo aver reso metabolicamente inerte l’antigene; Questo processo che richiede un minimo di 3ore. se l’antigene viene fissato prima che siano passate 3 ore la cellula non riesce a presentare l’antigene. Immunodominanza dei peptidi Gli antigeni proteici vengono processati per generare vari peptidi. I peptidi immunodominanti sono quelli che si legano più facilmente alle tasche delle molecole MHC II e I. 21 Funzioni delle diverse cellule che presentano l’antigene Sono rappresentati i 3 maggiori tipi di cellule che presentano l’antigene (APC) alle cellule CD4+. Hanno la funzione di presentare l’antigene ai diversi stadi e ai diversi tipi di risposta immunitaria, le cellule T effettrici attivano I magrofagi e i linfociti B tramite la produzione di citochine e tramite l’espressione di molecole di superficie. 22 Ruolo delle cellule dendritiche nella cattura e presentazione dell’antigene Le cellule dendritiche immature presenti nella pelle (cellule di Langerhans) catturano gli antigeniche entrano attraverso il derma e li trasportano nei linfonodi regionali. Durante questa migrazione le cellule maturano e presentano l’antigene in maniera efficiente. 23 C,D: cellule dendritiche della pelle illustrate schematicamente in una sezione di pelle colorata con un anticorpo specifico per le cellule di langherans (D). E,F: cellule dendritiche in un linfonodo illustrate schematicamente (E) e in una sezione di linfonodo. Le cellule colorate in verde sono cellule B nei follicoli mentre le rosse sono cellule dendritiche nella zona a cellule T 24 Cellule Dendritiche Micrografia di cellule dendritiche derivate dai precursori del midollo osseo. Micrografia elettronica di una cellula dendritica. Da notare le protuberanze estensive della membrana. Conclusioni 1) Affinchè la patologia si manifesti, è indispensabile la presenza del fattore ambientale rappresentato dal glutine ma è anche indispensabile una predisposizione genetiche che implica la presenza dell’aplotipo HLA DQ2 (nella maggior parte dei casi) oppure HLA DQ8 (nella minoranza dei casi). 2) La positività per DQ2 o DQ8 indica una predisposizione genetica, la presenza di DQ2 e/o DQ8 (in individui di sesso femminile); individui B1*02/02, oppure pazienti affetti da malattie o sindromi autoimmuni quali Down, Turner, Williams dovranno essere sottoposti a controlli sierologici periodici. 3) L’unica azione efficace contro la celiachia è impostare una dieta priva di glutine osservata rigorosamente e per tutta la vita: per un soggetto celiaco è importante ricordare che anche tracce di glutine possono danneggiare gravemente la salute. 4) NEGATIVITA’ DQ2 /DQ8: alto valore predittivo negativo ( bassissima probabilità di comparsa di celiachia); POSITIVITA’ DQ2/DQ8 controllo periodico anti transglutaminasi nei soggetti positivi. 25