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Relazione attività secondo anno - Scuola di dottorato in Scienze

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Relazione attività secondo anno - Scuola di dottorato in Scienze
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Scuola di Dottorato in Scienze Umane, Lingue e Culture Comparate
2° anno
RELAZIONE ANNUALE
Progetto di ricerca di Micòl Beseghi
Tutor: Prof.ssa Marina Bondi
1. STATO ATTUALE DEL PROGETTO DI RICERCA
L’obiettivo del presente progetto, intitolato “Subtitling South Asian diasporic films: a
(socio)linguistic perspective”, è quello di dare un contributo al campo di ricerca della
traduzione audiovisiva, cercando di prendere in considerazione gli aspetti sia
strettamente linguistici (e interlinguistici) sia sociolinguistici nel processo di
sottotitolazione in italiano di alcuni film in lingua inglese appartenenti allo stesso
genere (anglo-indiano o South Asian) e caratterizzati da fenomeni rilevanti di
variazione sociolinguistica.
Il primo anno di dottorato è stato rivolto innanzitutto alla definizione dell’area
di indagine, alla rassegna bibliografica della letteratura, allo studio delle fonti e alla
riflessione. In secondo luogo, l’attenzione è stata posta all’identificazione del
materiale oggetto di studio, e all’individuazione del possibile approccio teorico e
metodologico della ricerca.
Durante il secondo anno di dottorato, l’area di indagine è stata ulteriormente
definita, il corpus di studio è stato circoscritto a cinque film e la metodologia di
analisi è stata definita e testata. Inoltre, dopo aver concluso la riflessione sullo stato
dell’arte, si è passati alla trascrizione dei dati e all’analisi qualitativa del corpus.
Sempre durante il secondo anno, la partecipazione alla “Translation Research
Summer School” presso l’Università di Edimburgo (giugno 2009) è servita per meglio
delineare e rifinire gli aspetti prettamente metodologici del progetto.
Un’altra esperienza che si è rivelata utile ai fini del progetto di ricerca è stata
la presentazione di un paper al convegno internazionale Media For All, Quality made
to Measure (Università di Anversa, 22-24 ottobre 2009), dove sono stati mostrati i
primi risultati emersi dall’analisi.
1
I mesi finali del secondo anno sono stati inoltre dedicati alla stesura del primo
capitolo della tesi, che verte sulla descrizione dello stato dell’arte e introduce i
materiali oggetto di studio.
2. OBIETTIVI DELLA RICERCA
Il punto focale della ricerca è l’analisi dei testi audiovisivi di partenza e della loro
traduzione in sottotitoli italiani, al fine di identificare gli approcci traduttivi e di
indagare una serie di quesiti di ricerca, che riguardano sia il testo di partenza sia
quello di arrivo:
- quali sono i diversi livelli di variazione linguistica che caratterizzano i dialoghi
originali e in che modo contribuiscono alla costruzione dell’identità diasporica dei
personaggi?
- Che cosa viene mantenuto nei sottotitoli italiani in termini di variazione sociolinguistica e di strategie discorsive marcate dal punto di vista sociolinguistico?
- Quali sono gli effetti sulla caratterizzazione e la modalità di rappresentazione delle
identità socio-culturali dei personaggi?
- Nei casi di azzeramento sociolinguistico e di tendenza alla normalizzazione, alla
neutralizzazione (Lomheim 1999) e allo “stile zero” (Goris 1993) esistono tentativi di
rendere la variazione sociolinguistica attraverso un processo di compensazione,
spostando la caratterizzazione su altri livelli?
3. MATERIALI
Il presente progetto intende compiere un’analisi qualitativa e comparativo-contrastiva
dei dialoghi originali e dei sottotitoli italiani di un piccolo corpus di film, di
produzione britannica e statunitense, usciti nel periodo 1999-2006, e appartenenti alla
categoria South Asian diasporic. I film selezionati sono cinque: The Namesake (“Il
destino nel nome”, 2006, Mira Nair), Ae fond kiss (“Un bacio appassionato”, 2004,
Ken Loach), Bend it like Beckham (“Sognando Beckham”, 2002, Gurinder Chadha),
East is East (1999, Damien O’Donnell), Chutney Popcorn (1999, Nisha Ganatra).
Diaz Cintas (2007: 230) definisce il testo filmico come “a hybrid text of
globalization”, che riflette sempre più le evoluzioni e le ibridazioni linguistiche, e che
promuove attivamente il multilinguismo. Wahl (2005) parla di una “new wave
amongst filmmakers seeking to represent conditions of migrant and diasporic
existence”, che dà origine a film di natura poliglotta o immigrante (“polyglot film”,
2
“immigrant film”). I film oggetto di studio rispecchiano pienamente questa tendenza a
rappresentare esistenze diasporiche, migranti, sospese tra diverse lingue e culture.
Secondo la definizione di Jigna Desai (2004), i “South Asian diasporic films”, che si
trovano in una posizione precaria tra Bollywood e Hollywood, si focalizzano da un
punto di vista tematico sulla diaspora sud-asiatica (specialmente dall’India e dal
Pakistan) e sono spesso scritti o diretti da autori o registi anch’essi diasporici. Sono
film che potrebbero rientrare per alcuni aspetti nel genere che Hamid Naficy definisce
(2001:4) “accented cinema”. La natura “accentata” di questo insieme di film si
realizza sia a livello tematico (diaspora, transnazionalismo, dislocamento,
multilinguismo) che a livello (socio)linguistico (usi “accentati” del linguaggio).
Il nodo tematico di questi film è dunque l’incontro-scontro di diverse culture,
che dà luogo, per riprendere i termini di Bhabha (1990) e Hall (1990), a identità
ibride, multiple, trans-nazionali, cross-culturali, multilingui. I film offrono
l’opportunità di esplorare il tema della costruzione dell’identità in contesti transnazionali e trans-culturali e si presentano come una rappresentazione realistica di
comunità multietniche e multiculturali in centri metropolitani britannici e statunitensi,
in cui le identità socio-culturali dei personaggi vengono espresse attraverso
l’ibridismo linguistico e l’uso significativo e simbolico della variazione
sociolinguistica. Come osserva Carter (2004: 199): “Identity is not simply a personal
construct nor is it an entity which is pre-existent, singular, fixed and unchanging. It is
multiple and plural and is constructed through language in social, cultural and ethnic
contexts of interaction.” Secondo questo punto di vista, lingua e identità si
costituiscono e si influenzano a vicenda1: nel contesto filmico, dove le componenti di
convenzionalità e di finzione distinguono la lingua del cinema dal parlato spontaneo
(Pavesi 1994), gli usi linguistici sono finalizzati, insieme ad altri aspetti, alla
creazione dell’identità del personaggio e alla sua caratterizzazione.
Il complesso intreccio di varietà sociolinguistiche che caratterizza i film
oggetto di studio si realizza a più livelli, coinvolgendo morfologia, sintassi, lessico,
fonologia, prosodia e fenomeni più specifici quali code-switching (ossia la
commutazione di codice all’interno dello stesso evento comunicativo, come lo
slittamento dalla lingua inglese a quella bengalese, punjabi o urdu) e code-mixing
1
In particolare, ci si rifà all’approccio discorsivo e socio-costruzionista (Edwards 1997; Gergen 1994;
Harré, van Langenhove 1999) che mette in relazione lingua e identità in una prospettiva di mutua
influenza.
3
(impasti plurilingui o inserimento nel discorso di parole o gruppi di parole straniere).
In particolare, le varietà linguistiche legate ad un gruppo etnico, nello specifico
l’inglese parlato da immigrati indiani o pakistani (di prima e seconda generazione)
trasferitisi in contesti anglofoni (britannici o statunitensi), rivelano una serie di macrocaratteristiche linguistiche e prosodiche, che si mescolano a connotazioni di classe
sociale, di livello culturale, di sesso, di età.
4. METODOLOGIA
L’approccio metodologico adottato nel presente progetto è descrittivo (Diaz Cintas
2004) e comparativo-contrastivo, al fine di indagare i due nodi fondamentali della
ricerca, da un lato il testo audiovisivo con le sue peculiarità sociolinguistiche,
dall’altro le procedure di traduzione nei sottotitoli. L’analisi dei dati è principalmente
qualitativa, integrata tuttavia da ricerche di tipo quantitativo2 per determinare
l’effettiva ricorrenza di alcuni fenomeni linguistici (come code-mixing e codeswitching) nei testi di partenza e di arrivo.
Un aspetto metodologico che si è rivelato di grande importanza durante questo
secondo anno di ricerca riguarda la trascrizione dei film oggetto di studio. Mentre i
sottotitoli possono essere estratti dal DVD e convertiti in un file di testo grazie ad un
programma specifico (SubRip), i dialoghi originali devono essere trascritti
manualmente.
Come
afferma
Cameron
(2001),
non
esistono
convenzioni
standardizzate che regolano la trascrizione di dati orali (sia nella lingua reale sia in
quella filmica), e ogni atto di trascrizione è anche un atto di interpretazione (Lapadat,
Lindsay 1999; Green et al. 1997), in cui lo scopo specifico della ricerca determina le
scelte e le decisioni che riguardano le caratteristiche della trascrizione (quanto debba
essere dettagliata, quali aspetti meritino più attenzione).
Per gli obiettivi del presente progetto, si è deciso innanzitutto di intraprendere
una trascrizione di tipo ortografico dei cinque film, rispettando quindi le convenzioni
ortografiche standard. Secondariamente, si è resa necessaria un’ulteriore modalità di
trascrizione: seguendo il modello di trascrizione prosodica elaborato da Freddi, Pavesi
(2009), si è proceduto all’inserimento di una serie di informazioni riguardanti
caratteristiche prosodiche e variazione linguistica (diversi accenti, pronunce non
standard). Per esempio, quando una lingua diversa dall’inglese viene utilizzata
2
Le ricerche quantitative sono condotte utilizzando il software ConcApp.
4
attraverso fenomeni di code-switching e code-mixing, nella trascrizione prosodica
viene specificato di quale lingua si tratta (bengalese, punjabi, urdu, ecc.).
Infine, si è deciso di intraprendere una terza fase di trascrizione che cerchi di
prendere in considerazione la natura multimodale del testo filmico. In effetti, il
potenziale semantico di un film si estende ben oltre il dialogo parlato, coinvolgendo
altre modalità semiotiche (“resource integration principle” Baldry, Thibault 2006).
Come affermano Baldry e Thibault (2006: 20), “multimodal texts combine and
integrate the meaning-making resources of various semiotic modalities - language,
gesture, movement, visual images, sound and so on - to produce text-specific
meaning.” Nonostante questa ricerca sia principalmente focalizzata sulle risorse
linguistiche utilizzate per esprimere identità cross-culturali in film diasporici (nella
loro versione originale e tradotta), privilegiando quindi la dimensione linguistica del
testo audiovisivo, le altre risorse semiotiche (immagini, suoni, musica, prospettiva,
ecc.) non possono essere escluse dall’analisi. Inoltre, la natura multimodale del
prodotto audiovisivo diventa ancora più evidente nella versione sottotitolata dei film,
dove la parola scritta e sovraimpressa sullo schermo interagisce con tutte le altre
modalità semiotiche, che, a differenza di quanto accade nel doppiaggio, rimangono
immutate. Nei casi in cui i sottotitoli omettono o riducono parti del dialogo originale,
è spesso grazie alla contestualizzazione creata dalle altre modalità semiotiche che il
significato può essere pienamente compreso. In questa fase, le trascrizioni dei
dialoghi e dei sottotitoli vengono “taggate”3 a seconda delle modalità semiotiche che
concorrono alla creazione del significato (immagini, movimenti, gesti, costumi,
musica, ecc.) e, più specificamente, alla caratterizzazione dei personaggi4.
5. PROSPETTIVE FUTURE
La ricerca di questo secondo anno di dottorato è stata ampiamente dedicata ad una
maggiore messa a fuoco dell’approccio metodologico, al lungo e laborioso processo
di trascrizione ortografica, prosodica e multimodale dei dati e all’analisi qualitativa e
quantitativa del corpus, oltre che ad una prima stesura del capitolo iniziale della tesi e
alla definizione della sua struttura, che risulterà suddivisa in cinque sezioni (1.
3
Il modello che serve da base per la trascrizione multimodale adottata in questo lavoro è quello
descritto da Taylor (2003, 2008).
4
La trascrizione multimodale viene utilizzata in questo studio solo negli spezzoni ritenuti rilevanti ai
fini della rappresentazione delle identità diasporiche e cross-culturali dei personaggi.
5
Traduzione Audiovisiva, Sottotitoli e Variazione linguistica; 2. South Asian diasporic
films: definizione del genere; 3. Metodi e materiali; 4. Lo studio: analisi del corpus; 5.
Risultati). Durante l’analisi si sono ridefiniti alcuni obiettivi, decidendo ad esempio di
dare uno spazio maggiore all’aspetto multimodale, mettendolo in stretta relazione con
i risultati ottenuti dalle prime osservazioni.
I prossimi mesi saranno ancora incentrati sull’analisi e sull’interpretazione dei
dati, mentre gran parte del terzo anno sarà dedicato alla stesura completa della tesi
con i risultati definitivi emersi dall’analisi.
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