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Antoine de Saint
«Les grandes personnes ne comprennent jamais rien toutes seules, et c'est fatigant, pour les enfants, de toujours et toujours leur donner des explications» ❊ «I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta» Antoine de Saint-Exupéry Proposta per il progetto «Bonaccorso e gli altri» dell’ICS Bonaccorso da Montemagno di Quarrata «Perché solo quando la vita viene vissuta con pienezza e coraggio conta qualche cosa, e perché il suo significato scaturisce dalle imprese che gli uomini riescono a compiere» I primi anni Antoine de Saint-Exupéry nacque a Lione, in Francia, il 29 giugno 1900. Suo padre, il conte Jean de Saint-Exupéry morì quando Antoine aveva solamente quattro anni: la madre, Marie Boyer de Fonscolombe, pittrice di talento, rimase sola ad occuparsi dell’educazione dei figli, ma seppe creare un ambiente sereno nel quale farli crescere. Antoine fu attratto fin da piccolo dall’aviazione; una volta arrivò a montare una rudimentale vela sulla propria bicicletta, immaginando di poter così spiccare il volo. Dovette aspettare fino al 1912 per volare con un vero aereo, pilotato da Jules Védrines, uno dei primi assi dell’aviazione francese. Nel 1917 fu colpito da un grave lutto familiare: il fratello François morì a causa di una febbre reumatica. Antoine perse il suo più caro confidente e si ritrovò ad essere l’unico uomo della famiglia. Pilota d’aereo Per due volte tentò, senza successo, di essere ammesso all’Accademia navale; decise allora di intraprendere gli studi di architettura, ma non li terminò. Nel 1921 effettuò il servizio militare vicino a Strasburgo dove biografia frequentò delle lezioni private per diventare pilota d’aereo. Riuscì a prendere il brevetto per il volo civile – e in seguito anche quello militare. Nel 1926 ottenne il suo primo posto di pilota in una compagnia postale, volando tra Tolosa e Dakar. Nel 1929 si trasferì in Argentina dove divenne direttore di una compagnia di posta aerea. Nel 1935, mentre cercava di battere un record di velocità, si schiantò nel deserto del Sahara ma riuscì a rimanere illeso. Nel 1938, ancora a caccia di un record, il suo aereo si schiantò nuovamente, questa volta con gravi conseguenze fisiche che renderanno difficile per Antoine anche solo salire nella cabina di pilotaggio degli aerei. Nonostante questo non smise mai di volare. Scrittore Saint-Exupéry pubblicò nel 1926 il suo primo racconto L’Aviatore. Nel 1931 vinse il suo primo premio letterario per il romanzo Volo di Notte. Molti dei suoi lavori ebbero come tema il volo e nacquero dalle proprie esperienze di pilota. La guerra e la morte A seguito dello scoppio della Seconda Guerra mondiale nel 1939, Saint-Exupéry decise di arruolarsi per combattere ma a causa delle proprie precarie condizioni fisiche riuscì solo a farsi assegnare delle missioni di ricognizione. Nonostante ciò compì molte missioni pericolose di cui dette conto nell’opera Pilota di Guerra. Con la capitolazione della Francia, si trasferì negli Stati Uniti d’America dove scrisse il suo capolavoro, Il Piccolo Principe. Con l’entrata dell’America in guerra, riuscì a farsi affidare varie missioni di ricognizioni tra l’Africa e il mediterraneo, mettendo ancora a repentaglio la propria precaria salute. fu proprio durante un volo di ricognizione verso la Francia che, il 31 luglio 1944, si persero le tracce di SaintExupéry: non fece mai ritorno alla base da cui era partito in Corsica e fu dato per disperso. Soltanto dopo moltissimi anni i resti del suo aereo furono ritrovati a largo delle coste meridionali francesi. Il Piccolo Principe ! Antoine de Saint-Exupéry scrisse Il Piccolo Principe nel 1942, mentre si trovava negli Stati Uniti d’America. L’autore stava vivendo un periodo di forte stress emotivo a causa della guerra in Europa, dell’impossibilità di combattere per il proprio paese e di alcune problematiche personali. La moglie del suo editore americano, Elizabeth Reynal, lo convinse che scrivere una storia per bambini lo avrebbe aiutato a rasserenarsi. Antoine si mise al lavoro alacremente scrivendo e illustrando il proprio racconto che fu pronto per la fine dell’anno. Nonostante il suo stile di vita piuttosto caotico, era molto disciplinato durante il processo creativo che lo portava a scrivere. Il Piccolo Principe fu pubblicato per la prima volta nel 1943 in una traduzione inglese, poche settimane prima che Antoine lasciasse l’America per tornare a prender parte a missioni di guerra. Rimase sempre orgoglioso del piccolo principe e teneva sempre con se una copia personale del racconto, leggendolo spesso ai propri commilitoni durante il suo ultimo anno di vita. ! Il Piccolo Principe è il libro francese più letto e più tradotto al mondo: ha avuto più di 250 traduzioni in varie lingue e dialetti. Con 140 milioni di copie vendute, si trova ai primissimi posti della classifica dei libri più venduti al mondo, continuando a vendere ad un ritmo di 2 milioni di copie all’anno. Ha ricevuto innumerevoli premi ed onorificenze. Tra i più curiosi riconoscimenti si ricorda un asteroide scoperto nel 1993 e chiamato 46610 Besixdouze. Il numero 46610 si legge B612 - il nome dell’asteroide dove viveva il piccolo principe - se scritto col sistema esadecimale. Inoltre Besixdouze è uno dei modi in cui si può pronunciare B612 in francese. La nostra p r o p o s t a La classe V B del plesso di Via Torino ed il maestro Simone Pacini hanno scelto di proporre il nome di Antoine de SaintExupéry per il concorso Bonaccorso e gli altri principalmente per due motivi che sono emersi dopo aver cercato, grazie ad Internet, notizie sulla vita dell’autore e aver riletto alcuni passaggi de Il Piccolo Principe. Il primo motivo è l’aver scritto una storia così universalmente amata e piena di significati. Molti bambini della nostra classe sono rimasti colpiti dall’importanza che il libro dà all’amicizia e dal modo semplice in cui sono descritti i sentimenti e le sensazioni del piccolo principe. Non si tratta di un semplice racconto per bambini, di una storia bizzarra; la sua profondità lo rende un testo sempre nuovo, che comunica con tutte le età e con tutte le culture. Il secondo motivo è stato trovato nella vita dell’autore e, curiosamente, nella sua morte: ha lasciato una profonda impressione in tanti bambini il fatto che l’autore volesse testardamente volare e combattere per i propri ideali e per la propria libertà. Nonostante gli incidenti aerei che lo fiaccarono nel fisico e nel morale, nonostante le autorità lo ritenessero invalido al volo, la sua caparbietà lo portò a cercare di rendersi utile fino all’estremo sacrificio. Un ingegno letterario e una forza di volontà così grandi ci sembrano degni di essere ricordate con il nome di una scuola.