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CALPROTECTINA FECALE: UN ANALITA UTILE PER INDAGARE
CALPROTECTINA FECALE: UN ANALITA UTILE PER INDAGARE ALCUNE LESIONI DELLA PELLE E L'OBESITA' di Vincenzo Varlaro Docente di Medicina Estetica nel Master Internazionale Biennale di II livello di Medicina Estetica e Terapia Estetica dell'Università degli Studi di Camerino La pelle che abitiamo è lo specchio di quello che accade nel nostro organismo e in sensu stricto, è lo specchio di quello che accade nel nostro intestino. I disagi vissuti dal nostro intestino li manifestiamo spesso sulla pelle e a volte costituiscono delle vere stimmate. Nel morbo di Crohn, nella rettocolite ulcerosa si hanno sintomi cutanei quali l'eritema nodoso (infiammazione del tessuto sottocutaneo) (Fig. 1), il pioderma gangrenoso (nodulo ulcerativo doloroso) (Fig. 2). Figura 1Eritema nodoso (da Wikipedia) Figura 2 Pioderma gangrenoso (da Wikipedia) Nella celiachia si hanno: xerosi, dermatite eczematoide, papule eritematose, lesioni vescicolari e vescico-bollose, placche orticarioidi, erosioni e lesioni crostose, porpora da angiopsatirosi (fragilità capillare), diradamento degli annessi piliferi (lichen plano-pilare?), telogen effluvium, alopecia, vitiligine, discromie, dermatosi (atopic-like), edema delle caviglie, erythema elevatum diutinum (associazione frequente), dermatosi pustolosa amicrobica (associazione), psoriasi (associazione) (Fig. 3), dermatosi a IgA lineari (associazione), dermatite erpetiforme. Figura 3 Psoriasi (da Wikipedia) E anche la sindrome dell'intestino irritabile (SII o IBS dall'inglese irritable bowel syndrome) si manifesta con sintomi cutanei da malassorbimento (distrofie, alopecia, tricodistrofie,...) o da associazione (psoriasi, dermatite seborroica). Insomma, l'organo pelle e l'organo intestino non solo svolgono funzioni analoghe: entrambi costituiscono una barriera verso il mondo esterno, entrambi svolgono funzioni emuntorie, ma sono anche legati da un filo diretto certo anche se per gran parte ancora misconosciuto. Alla luce di tutto ciò, per fare una indagine adeguata di alcune lesioni della pelle è bene, indagare oltre la pelle anche l'intestino. Indagare la pelle è facile, è possibile farlo direttamente a occhio nudo o ricorrendo ad ausili come lenti di ingrandimento, luce di Wood, dermatoscopi (epiluminescenza digitale). Indagare l'intestino è meno facile e lo si può fare mediante esami strumentali non sempre ben accettati dai pazienti come la colonscopia (Fig. 4). Fig. 4 Colonscopia (da Wikipedia) Indagare l'intestino lo si può fare anche mediante degli accertamenti ematochimici da effettuare sul sangue (Emocromo completo, VES, PCR, sideremia, ferritinemia, proteine totali, protidogramma, AST, ALT, gamma GT, Bilirubinemia totale e frazionata, CPK, amilasi, lipasi, sodiemia, potassiemia, magnesiemia, calcemia, AGA o anticorpi anti gliadina di classe IgA e IgG, EMA o anticorpi antiendomisio di classe IgA, RA-Test, pANCA, anticorpi anti-ASCA, anticorpi anti-OMPC, anticorpi anti-CBir1 flagelin, CEA, CA 19.9,....) e sulle feci (ricerca sangue occulto, calprotectina). La calprotectina è una proteina di 36 kDa contenuta nei granuli citoplasmatici dei granulociti neutrofili (Fig. 5), dei quali costituisce circa il 60% dell’intero contenuto. Figura 5 Granulocita neutrofilo mentre fagocita un batterio (da Wikipedia) La calprotectina può essere dosata nei materiali biologici e fungere da marker di infiammazione. Lega lo zinco e il calcio e viene espressa a partire dal gene S100A8. Ha dimostrato in vitro un effetto batteriostatico e fungistatico e, essendo resistente alla degradazione enzimatica intestinale, può facilmente essere rilevata nelle feci. La maggiore applicazione clinica del dosaggio della calprotectina avviene in gastroenterologia. La calprotectina dosata nelle feci (calprotectina fecale) riflette il livello di infiammazione dell'intestino. A differenza di altri marcatori fecali di flogosi, è stabile a temperatura ambiente ed è estremamente resistente alla degradazione operata dal microbiota umano. Tali caratteristiche fanno della calprotectina un marker ideale. Tuttavia, come vale per la VES e la PCR, si tratta di un marker aspecifico, che non permette informazioni sull'agente eziologico dell'infiammazione. Il dosaggio della calprotectina fecale assume una buona accuratezza diagnostica per le malattie infiammatorie croniche dell'intestino. Uno studio condotto su oltre mille pazienti con sintomi suggestivi di malattia infiammatoria cronica dell'intestino ha dimostrato una buona sensibilità (93%) e una buona specificità (96%) del test come metodica diagnostica. La calprotectina aumenta significativamente nelle feci di pazienti con morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, coliti infettive, tumori del colonretto mentre non aumenta nelle feci di pazienti affetti da disturbi funzionali, come nel caso della sindrome del colon irritabile. In ogni caso è da precisare che il test non sostituisce la colonscopia diagnostica, ma può essere un buon indicatore al suo utilizzo. I valori di riferimento sono leggermente variabili da laboratorio a laboratorio. Per quanto riguarda l'adulto sono indicativamente compresi nei seguenti limiti: 1. Negativo < 50 mg/Kg; 2. Debolmente positivo > 50 - 100 mg/Kg; 3. Positivo > 100 mg/Kg. In età pediatrica il valore cut-off di 50 mg/Kg è valido a partire dai 4 anni. Nei bambini di età inferiore, così come negli anziani, i valori normali sono nettamente più elevati. Per la preparazione all'esame: 1. Non è richiesto il digiuno; 2. È bene astenersi da attività fisiche pesanti nei due giorni che precedono il test; 3. È bene evitare di sottoporsi al dosaggio della calprotectina nelle feci durante il periodo mestruale o in presenza di situazioni emorragiche intestinali (ad esempio in presenza di emorroidi sanguinanti); 4. È bene sospendere, se possibile (dietro parere del medico), la terapia con farmaci anti-infiammatori non steroidei (inclusa l'aspirina) e inibitori dell'acidità gastrica. 5. È bene effettuare due valutazioni consecutive al fine di tener conto delle variazioni giornaliere. Il fatto che le concentrazioni fecali di calprotectina risultino aumentate nelle neoplasie del tratto gastro-intestinale, in particolare nel cancro colorettale, giustifica la maggior affidabilità di tale analita come test di screening, rispetto alla ricerca di sangue occulto nelle feci. La calprotectina fecale è, quindi, un analita utile per indagare alcune lesioni della pelle e per indagare l'obesità: screening cancro colon-rettale.