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LINEE GUIDA del DOLORE ADDOMINALE
REGIONE LAZIO AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE FROSINONE Via A. Fabi, s.n.c. – 03100 FROSINONE – Tel. 0775 8821 “LINEE GUIDA del DOLORE ADDOMINALE” Definizione Il dolore addominale è un dolore viscerale che si manifesta tra la base del torace e l’inguine. Distinguiamo il dolore acuto, che insorge all’improvviso ed ha una durata inferiore ad una settimana , dal dolore cronico che invece viene percepito da oltre sette giorni. (1) Le maggiori difficoltà nell’approccio a tale condizione nascono dall’alto numero di possibili diagnosi differenziali, tanto che il Disease Database conta 529 tipologie di dolore addominale, mentre l’ ICD–9 ne annovera più di 800.(2–3-4) La diagnosi differenziale, infatti , non sempre è semplice e gli ostacoli sono rappresentati proprio dagli organi addominali che, al contrario di altre parti anatomiche, sono scarsamente innervati, per cui i pazienti non sanno definire con sufficiente precisione la localizzazione del dolore. Tra l’altro, dalla embriologia, abbiamo appreso che la maggior parte degli organi addominali ha una innervazione simmetrica bilaterale, perché strutture di origine mediana, per tale ragione le patologie a carico di molti organi possono provocare dolori in sedi simili. Inoltre il grado di innervazione degli organi addominali varia da paziente a paziente, ognuno dei quali può percepire una diversa gradazione del dolore per la stessa patologia. Epidemiologia Il dolore addominale è una delle cause e/o sintomi che spingono i pazienti a recarsi in PS o al DEA. E nonostante la quantificazione non sia proprio semplice, si stima che negli USA i pazienti registrati nelle Strutture di Emergenza per dolore addominale sono circa 8 milioni /anno, pari al 5 -10% di tutte le richieste di visita .(5 –6 – 7) La gran parte dei pazienti giunti nel DEA per dolori addominali non sono a rischio di vita, ma circa il 25% necessita di ricovero per ulteriori valutazioni e terapia. (8) Struttura Semplice di Staff di Direzione Generale Protocolli Assistenziali e Linee Guida Via A.Fabi, s.n.c. 03100 Frosinone Tel. 0775 882309 Anche dati epidemiologici italiani confermano che il dolore addominale rappresenta una delle cause più frequenti di visita medica, con ospedalizzazione del paziente adulto nel 20 – 40% dei casi e nel 75% del paziente anziano. Dati recenti mostrano una mortalità del 4% tra pazienti ricoverati per dolore addominale acuto e dell’ 8% tra quelli che vengono operati. (9) Anche la letteratura internazionale attribuisce ai pazienti anziani o immunocompromessi un rischio maggiore sia per la particolare morbilità, sia per una più complessa diagnosi differenziale. Telfer, in uno studio retrospettivo del 1988, su 2406 pazienti over 50 con dolore addominale , ha dimostrato che i più anziani giungono al DEA o al Pronto Soccorso lamentando una sintomatologia diversa da quella presentata da pazienti più giovani. (10 ) In tali pazienti, il dolore addominale, sostenuto da una etiologia seria o addirittura pericolosa per la vita (11-12) , probabilmente ha morbilità e mortalità più marcate rispetto ai soggetti più giovani, ( 13-14), con presentazioni atipiche che possono innescare errori nella diagnostica differenziale o sminuire la gravità della patologia (15-16) La medicina basata sulle evidenze dimostra che l’eventuale ritardo diagnostico è strettamente correlato ad un aumento della mortalità nei pazienti anziani, ricoverati in ospedale con ischemia mesenterica. (17) Quindi viene raccomandato ai medici della emergenza di procedere alla formulazione della diagnosi definitiva con molta attenzione e solo quando siano in possesso di tutti i dati : anamnesi , esami di laboratorio appropriati e studi di imaging. Costruire una diagnosi , basata solo su dati clinici parziali e non completi , significa correre il doppio rischio di diagnosi errata ed eventualmente decesso del paziente. Per quanto riguarda i dati epidemiologici dell’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone, abbiamo dovuto lavorare sugli outcames del 2006, anno precedente più vicino all’inizio della elaborazione del presente Lavoro. Purtroppo però, nel computo globale, mancano la rilevazione degli accessi al pronto soccorso ed il numero dei pazienti affetti da dolore addominale, di un solo presidio ospedaliero, il cui Server è risultato danneggiato. Quindi a fronte dei 181.251 accessi totali registrati nei pronto soccorso della Provincia di Frosinone, i pazienti richiedenti visita per dolore addominale sono stati 20.187, pari all’11,14%. Tale dato differisce da quelli nazionali, che attribuiscono alla richiesta di visita per dolore addominale del paziente adulto un valore dal 20% al 40%, ma è in linea con quelli Americani che segnalano, viceversa, percentuali del 5%-10%. Classificazione La classificazione del dolore addominale è strettamente connessa alla sede, alla modalità di insorgenza , alla tipologia , alla intensità , alla durata del dolore e ad altri sintomi associati. I pazienti con dolore addominale , in Pronto Soccorso possono presentare diverse sfumature di prognosi da lieve a severa , da benigna a pericolosa per la vita , da semplice a complessa, in termini di presentazione , diagnosi e trattamento. I Medici dell’ emergenza non possono e non devono definire la scelta diagnostica, basandosi esclusivamente sulla localizzazione dei segni e dei sintomi di presentazione entro uno specifico quadrante dell’addome , perché potrebbero giungere ad ipotesi e diagnosi errate. (18) In Clinica non vi è alcuna “presentazione classica” o “anamnesi comune” dei pazienti con dolore addominale acuto; per esempio appendicite acuta e rottura di aneurisma dell’aorta addominale, hanno una diversa gamma di segni, sintomi e reperti obiettivi di presentazione. (19-20-21-22) L’obiettività di un paziente con rottura di un aneurisma dell’aorta addominale non può essere basata soltanto sulla presenza di soffi o di una massa addominale, che nel 25% dei casi possono essere assenti. ( 23 ) La presenza di dolore ad un emiaddome ed ematuria sono suggestivi di una diagnosi di nefrolitiasi o di infezione delle vie urinarie o di altra patologia, diversa dall’aneurisma dell’aorta addominale. ( 21 ) Per quanto riguarda la classificazione del dolore addominale, la Letteratura Nazionale ed Internazionale divide topograficamente l’addome in nove settori. La nostra classificazione, così come riportato nelle linee guida della Divisione di Gastroenterologia dell’Università di Washington ( 24 ), presuppone, in via prioritaria, una prima distinzione tra addome trattabile e non, e, nell’ambito dell’addome trattabile, la differenziazione della forma acuta da quella cronica.. Da un punto di vista semeiologico, l’addome viene suddiviso in cinque quadranti, con risvolti favorevoli in termini di efficienza ed efficacia operativa. (Tabella 1) Tab.1 . Suddivisione dell’addome in cinque quadranti • Epigastrio • Quadrante Superiore Sinistro • Quadrante Inferiore Sinistro • Quadrante Superiore Destro • Quadrante inferiore Destro Sul piano nosografico e semeiologico, occorre preliminarmente distinguere, nel “dolore addominale”, l’addome trattabile dall’addome non trattabile. In quest’ultimo caso, è inevitabile richiedere la consulenza chirurgica, trattandosi il più delle volte di un addome acuto, con destino chirurgico. Nel caso invece di addome trattabile, occorre differenziare le forme acute da quelle croniche. Un criterio discriminante per la diagnosi differenziale è la valutazione dello stato emodinamico del paziente, in quanto, nel caso di instabilità di tale condizione, risulta mandatorio considerare l’evenienza, non infrequente, di un aneurisma dissecante dell’aorta addominale con rottura della parete. Nei pazienti anziani il dolore può originare da patologie infettive, infiammatorie o da disordini ischemici. In uno studio retrospettivo di 103 pazienti anziani over 65, le cause più comuni di dolore addominale acuto sono le affezioni biliari (23%), diverticolite (12%), occlusione intestinale (11%) e stipsi (9%); inoltre nel 14% dei pazienti non è identificabile una chiara eziologia e la mortalità intraospedaliera è di circa il 6% (10). Valutazione Diagnostica Il servizio di Pronto Soccorso o Dipartimento di Emergenza costituisce la sede cruciale nella gestione del paziente affetto da dolore addominale e, come già sottolineato in precedenza, lo staff medico-infermieristico addetto, può giungere ad una diagnosi o ad un orientamento diagnostico con rapidità, attraverso i seguenti strumenti semplici ed imprescindibili: A) RACCOLTA ANAMNESTICA: Sono numerose le caratteristiche anamnestiche capaci di influenzare l’iter diagnostico dei pazienti con dolore addominale. L’età ed il sesso sono importanti fattori di identificazione per impostare la diagnosi differenziale. Il tempo di insorgenza, la durata e la tipologia del dolore ed i segni e sintomi associati possono rivelare fattori connessi con l’acutezza della malattia. L’esordio acuto di un dolore di durata inferiore alle 48 ore, con le caratteristiche della continuità, fa propendere la diagnosi verso un processo patologico di natura chirurgica. Il vomito e la diarrea come sintomi iniziali, associati al dolore, sono indicativi di una patologia di tipo medico. Vanno identificati precedenti interventi chirurgici sull’addome (ostruzione, cancro, asportazione di organi), le malattie mediche capaci di compromettere il sistema vascolare (ipertensione, diabete, connettiviti, fibrillazione atriale) e l’ingestione di sostanze in grado di agire sugli organi addominali (farmaci ipocolesterolizzanti, antidolorifici, alcool, tossici) o che possano alterare la situazione immunitaria del paziente ( antibiotici, steroidi). La storia clinica, da sola, può suggerire in molti casi la causa del dolore, come ad esempio pazienti affetti da malattia aterosclerotica, calo ponderale, inappetenza associata a dolore addominale, che possono far pensare ad una angina mesenterica. E’ importante valutare quindi: - la sede del dolore - l’andamento del dolore (continuo, subcontinuo, intermittente) - l’esordio clinico (graduale, improvviso, rapido) - la durata (dolore acuto o cronico) - la tipologia (urente, crampiforme, colico, trafittivo, stringente, perforante, angosciante, violento, spasmodico, incostante) - l’irradiazione del dolore - i sintomi e segni associati (febbre, brividi, tremori, palpitazioni, perdita di peso o aumento ponderale, sudorazione notturna, nausea, vomito, diarrea, costipazione, flatulenza, ematochezia, melena, ittero, disuria, alterazioni mestruali, gravidanza, alterazioni della colorazione delle urine e delle feci, alterazioni della conformazione delle feci, presenza di muco nelle feci, sazietà precoce, eruttazioni, disfagia, odinofagia, dolore toracico, ipo- o ipersalivazione, sitofobia, ) - - - - i fattori in grado di alleviare o aggravare la sintomatologia (cibo, antiacidi, esercizio fisico, defecazione, atti respiratori, cambiamenti di posizione, stress, tosse, vomito, movimenti intestinali) storia di patologie mediche o chirurgiche precedenti, incluso i fattori di rischio per malattia cardiovascolare e precedenti interventi chirurgici addominali storia familiare e sociale (razza, malattie intestinali familiari, storia lavorativa, storia di abuso di sostanze quali droghe o alcol, viaggi, contatti con animali o persone ammalate) assunzione di farmaci soprattutto in relazione a FANS, acetaminofene, ASA, corticosteroidi. Storia mestruale e contraccettiva nella donna. Sebbene il dolore addominale acuto appaia più drammatico del dolore cronico, questo può spesso nascondere cause più severe e significative quali ad esempio affezioni neoplastiche. Il dolore che presenta un esordio acuto ed improvviso, specie nelle ore notturne, suggerisce una condizione di occlusione o perforazione intestinale. Se il sintomo compare gradualmente la causa va ricondotta ad un processo flogistico (appendicite) oppure infettivo (ascesso). Talvolta il paziente riferisce un trauma addominale avvenuto ore o giorni prima, il che suggerisce la presenza di un danno minore alla parete costale, fino al quadro critico legato a rottura di milza. La durata del sintomo dolore è spesso di grande aiuto; in caso infatti di pancreatite acuta la durata è di giorni, mentre la colica biliare dura da alcuni minuti a qualche ora. Il dolore crampiforme suggerisce sempre una origine luminale, come ad esempio una occlusione intestinale o colica renale. L’interessamento del peritoneo viscerale provoca un dolore crampiforme, ad esordio insidioso e scarsamente localizzato, mentre quello del peritoneo parietale, della cute e muscolo, determina una sintomatologia dolorosa ad esordio acuto e ben localizzata. In risposta al dolore frequentemente si verificano alterazioni di alcuni paramentri vitali quali, il polso periferico, la pressione arteriosa, il tono muscolare e i riflessi motori. Da rilevare inoltre che la sede del dolore non sempre corrisponde a quella dell’organo interessato e ciò in rapporto al tipo di innervazione dell’organo medesimo. Anche l’irradiazione del dolore è di grande ausilio diagnostico, infatti il dolore pancreatico e biliare si irradia posteriormente, mentre il dolore cardiaco si irradia tipicamente al collo ed arto superiore sinistro. (25-38) B) ESAME FISICO L’Esame obiettivo si deve effettuare sistematicamente su tutti i pazienti per valutare ipotesi specifiche, formulate durante l’anamnesi. Esso deve iniziare con una valutazione sistemica del paziente, seguita dall’esame addominale, dall’esame genitale e rettale.. L’ esame sistemico deve comprendere: - - misurazione dei paramentri vitali (pressione arteriosa, pulsazioni, temperatura corporea). I parametri vitali, soprattutto nei pazienti anziani possono essere fuorvianti e l’uso di farmaci come i beta bloccanti, i calcio antagonisti, le benzodiazepine, gli oppioidi o i rimedi omeopatici possono ridurre la risposta cardiaca alla malattia o alla perdita di volume. L’ipotiroidismo, la perdita delle risposte vascolari, la disfunzione autonomica ed altre patologie croniche, possono alterare i parametri attesi in un paziente in risposta ad una patologia significativa, ad una crisi dolorosa o ad una malattia infettiva. La misurazione della temperatura corporea è molto importante e deve essere accurata, considerando che vi può essere una variabilità tra termometro timpanico , ad infrarossi o a mercurio, e la sede della misurazione orale o rettale. (39-40) La misurazione orale non ha una buona correlazione con quella rettale, soprattutto quando il paziente respira con la bocca, ha un alta frequenza respiratoria, ha necessità di ossigenoterapia o ha una tachicardia inspiegabile. (41) L’assenza di febbre nel paziente anziano non è discriminante ed affidabile, per distinguere un ricovero per patologia medica da un ricovero per patologia chirurgica. In due studi con un totale di 348 pazienti, quasi il 13% dei soggetti anziani con una etiologia chirurgica confermata dal dolore addominale, non aveva febbre. (42,43) esame della cute e degli occhi (ittero, spider nevi, caput medusae, petecchie, ecchimosi …); capacità di conversazione; postura e posizione nel letto (immobilità, cambi di posizioni frequenti..) grado di disagio ed espressione del viso; modo di respirare (tachipnea, bradipnea, dispnea …; auscultazione e percussione del torace; esame degli arti (presenza di edemi arti inferiori, ulcere, vasculopatie..). L’esame addominale deve determinare la localizzazione del dolore addominale e la presenza/assenza della dolorabilità da rimbalzo. Tali reperti sono di ausilio nel dare priorità al processo decisionale medico, ma certamente non devono rappresentare l’unico indicatore per escludere altre potenziali diagnosi. (25) Una metanalisi di 10 studi e circa 4000 pazienti sottolinea che la dolorabilità da rimbalzo ha una sensibilità del 67% ed una specificità del 69% per appendicite acuta. (27) Un’analisi prospettica ben condotta su 686 pazienti, dà risultati simili per appendicite acuta ed ha dimostrato che la dolorabilità da rimbalzo aveva una sensibilità del 73% ed una specificità del 56%. Una revisione su 142 pazienti, ha segnalato per la dolorabilità da rimbalzo una sensibilità dell’ 81% ed una specificità solo del 50% in pazienti con peritonite. (44 ) In uno studio prospettico su 1333 pazienti si è trovato che l’auscultazione dell’addome non è sensibile né specifica (45), ma che i rumori addominali anormali possono essere di grande utilità nella - - diagnosi di ostruzione del piccolo intestino e, soprattutto nel paziente anziano, possono essere un indicatore di una patologia grave. (38) L’esame addominale si basa su: ispezione (presenza di distensione, cicatrici, ernie, rigidità muscolare, immobilità durante il respiro, ecchimosi, iperperistalsi visibile) palpazione superficiale e profonda (tensione addominale e suo grado, presenza di masse, segni di peritonismo, presenza di porte erniarie, versamento ascitico) percussione (timpanismo) auscultazione ( soffi, borborigmi, peristaltismo…) L’esplorazione digitale rettale viene eseguita di frequente e può essere indicata in base ai segni e sintomi di presentazione, ma è necessario che l’esaminatore sia consapevole che non fornisce informazioni diagnostiche significative nei pazienti con appendicite acuta, peritonite o altri processi infiammatori. ( 46,47,48 ). Tale esame serve a valutare la presenza di feci in ampolla e loro caratteristiche, la presenza di sangue, di neoformazioni, fecalomi ed altro. L’esame genitale andrebbe eseguito in tutte le donne con dolori addominali dei quadranti inferiori, in particolare in quelle con amenorrea . B) ESAMI DI LABORATORIO L’utilità degli esami di laboratorio è influenzata dalla probabilità pretest della patologia che si prende in considerazione. (44) Andrebbero richiesti soltanto quegli esami ausiliari che hanno buona probabilità di incidere sulla diagnosi, sulla gestione, sulla terapia e sulle disposizioni cliniche, relative al paziente. Le analisi di laboratorio sono certamente importanti per indirizzare il processo decisionale, ma non dovrebbero essere l’unico strumento diagnostico. La positività di alcuni esami dovrebbe avere un impatto sicuramente maggiore sul processo decisionale del medico, relativamente alla disposizione finale, rispetto alla negatività di altri. Parker ed altri sono arrivati alla conclusione che gli esami di laboratorio non avevano nessun valore predittivo per discriminare un dolore addominale medico da quello chirurgico. (42) L’American Gastroenterological Association ha supposto che le anomalie degli esami di laboratorio rappresentassero un reperto tardivo nell’ischemia mesenterica, anomalie che in realtà si verificano soltanto dopo che si è instaurato l’infarto transmurale dell’intestino e che pertanto non possono essere usate nella diagnosi dell’ischemia mesenterica nelle sue fasi precoci. (49 ) Di conseguenza i test di laboratorio da richiedere dovrebbero riflettere il sospetto clinico scaturito da anamnesi ed esame obiettivo, evitando esami non necessari e costosi, che spesso confondono il quadro diagnostico. In tutti i pazienti, con dolore addominale acuto, si dovrebbero effettuare gli esami proposti in Tabella 2. Tab. 2. Esami da richiedere in pazienti con dolore addominale acuto • • • • • • • • • • • • • • • • emocromo con conta leucocitaria; esame delle urine completo; elettroliti sierici (Na, K, Cl, Ca, Mg, P); azotemia creatininemia glicemia amilasemia lipasemia transaminasi bilirubina totale e frazionata fosfatasi alcalina; tempo di protrombina proteinemia e quadro proteico bicarbonati test di gravidanza (nelle donne in età fertile, con dolore addominale basso e amenorrea). PCK e LDH Nei pazienti con dolore addominale cronico, le analisi di laboratorio saranno richieste sulla base della situazione clinica e con un approccio a più step. C) VALUTAZIONE RADIOLOGICA In Letteratura non esiste alcun consenso in grado di definire quale sia una “Serie Addominale”appropriata. E’ però sicuro che una radiografia diretta dell’addome in una sola proiezione fornisca informazioni limitate. Al contrario una serie in due proiezioni, con addome in posizione supina e radiografia addominale in ortostatismo, può fornire maggiori informazioni, limitando nel contempo l’esposizione del paziente alle radiazioni. Se però, alle due precedenti aggiungiamo anche la radiografia del torace in ortostatismo, optando per una serie in tre proiezioni, effettuiamo la scelta migliore, offrendo al medico dell’emergenza un imaging diagnostico abbastanza ampio. (50) .Poiché in questi ultimi tempi hanno preso piede altre modalità diagnostiche, (Ecografia al letto e T.C. spirale) più prontamente disponibili, il ruolo della radiografia diretta dell’addome, per l’approccio alla valutazione dell’addome acuto, è stato messo in discussione. In realtà la radiografia convenzionale dell’ addome ha ancora il suo ruolo, soprattutto quando il medico prenda in considerazione il perché l’esame viene richiesto. (51-59) Se infatti si sospetta che alla base del dolore addominale vi sia una appendicite, una pielonefrite, una pancreatite o una diverticolite, è veramente improbabile che una serie addominale sia diagnostica, in quanto la sensibilità della radiografia addominale per questi processi patologici è zero. Al contrario se le radiografie addominali vengono eseguite in pazienti in cui si sospetti la presenza di una occlusione intestinale o di corpi estranei, la sensibilità sale al 49% per l’ostruzione ed al 90% per alcuni corpi estranei. (53) Eisemberg ha valutato le serie addominali di 1750 pazienti che si presentavano con dolore addominale e solo il 10% delle radiografie dimostrava segni patologici. (56) La valutazione dei pazienti e delle loro diagnosi finali, ha portato alla conclusione che limitare le radiografie addominali solo a quei pazienti con dolore addominale moderato o severo e con elevato sospetto clinico per ostruzione intestinale, perforazione, calcolosi renale, colecistica o ureterale o per corpi estranei, avrebbe eliminato 956 studi radiologici, pari al 53,7 %, senza mancare nessun processo patologico significativo. Anche un altro studio prospettico simile ha ipotizzato che “Un numero considerevole di lastre semplici eseguite per pazienti con dolore addominale acuto, potrebbe essere evitato focalizzandosi sulle variabili cliniche rilevanti per la diagnosi di ostruzione intestinale”. (57) Oltre alla valutazione di ostruzione intestinale, la radiografia in ortostatismo gioca un ruolo importante nella diagnosi dell’aria libera o dello pneumoperitoneo. In una revisione retrospettiva di 166 pazienti con perforazione gastroduodenale, la radiografia addominale mostrava evidenze del processo patologico nell’ 85,5% dei casi. (59) Tuttavia l’assenza dell’aria libera o dello pneumoperitoneo non escludeva la diagnosi di perforazione gastrica intestinale, in quanto nel restante 14% dei casi, la perforazione gastrica fu diagnosticata per mezzo di modalità diagnostiche addizionali, come l’ecografia e T.C. In letteratura molti studi confermano che, se le radiografie tradizionali vengono comparate con altre modalità diagnostiche, l’ecografia e la T.C. hanno una sensibilità diagnostica aumentata.(60,61,62,63) Ma in qualche DEA o P.S. ecografia e T.C. non sono disponibili 24/24 ore, mentre le radiografie semplici sono sempre disponibili e si ottengono velocemente. Inoltre l’ecografia e la T.C. possono presentare un ritardo considerevole per l’interpretazione degli esami, hanno un costo maggiore e, nel caso della T.C., una maggiore esposizione alle radiazioni ionizzanti. (63 ) Per questi motivi l’uso delle radiografie tradizionali non dovrebbe essere abbandonato e resta una modalità diagnostica di prima linea in casi selezionati. Pertanto, sulla base di quanto detto in precedenza, l’imaging diagnostico deve essere volto a rispondere a quesiti specifici, che derivano da un’attenta diagnosi differenziale. Così in un paziente con quadro clinico suggestivo di ostruzione intestinale è necessario, in primo luogo, effettuare una Radiografia diretta addome con una serie a tre proiezioni, ivi compresa quella del torace, mentre in caso di sospetta colecistite acuta, è meglio una valutazione con esame ecografico . Queste radiografie possono evidenziare una perforazione intestinale (con presenza di aria libera sottodiaframmatica o aria intraperitoneale), un’occlusione intestinale (presenza di livelli idroaerei, presenza di aria nel sistema venoso portale o nell’albero biliare), deposititi di sali calcio (ad esempio calcoli della colecisti, calcoli renali o ureterali, appendicoliti, fleboliti, pancreatite cronica, aneurisma aorta addominale), corpi estranei, pneumatosi (aria nella parete intestinale suggestiva di possibile ischemia), processi infettivi o infiammatori intraddominali (ad esempio quando l’ombra radiologica del muscolo psoas è oscurata da un ascesso pelvico). In conclusione si stima che la valutazione radiologica possa identificare un’occlusione gastrointestinale nel 50-60% dei casi, possa presentare dubbi nel 20-30% dei casi e possa essere non diagnostica nel 10-20% dei casi. Sebbene solo il 10% di tutte le radiografie dirette addominali risulta presentare alterazioni significative, l’esame va comunque effettuato nella maggioranza dei casi, in quanto facilmente disponibile, poco costoso e rapidamente eseguibile. Lo studio radiologico contrastografico va utilizzato per la valutazione di pazienti con dolore addominale cronico. La radiografia dell’intestino superiore con metodica a doppio contrasto, può dare informazioni circa la motilità esofagea, stenosi esofagee ed ulcerazioni peptiche, ma non è di prima scelta per lo studio delle anormalie mucosali come flogosi, erosioni o ulcere. Il clisma opaco con m.d.c. , permette lo studio dell’anatomia del colon, fino all’ileo terminale e permette di evidenziare la presenza di diverticoli, stenosi, fistole e neoformazioni della mucosa (polipi o neoplasie). L’ecografia è una metodica diagnostica di rapida esecuzione, non invasiva, poco costosa che può fornire informazioni anatomiche accurate su fegato, albero biliare, milza, pancreas, reni, organi pelvici e pareti viscerali, aiutando spesso ad identificare in tempi brevi l’eziologia del dolore addominale. Nell’eventualità di pazienti affetti da coliche biliari, colecistiti acute, gravidanza ectopica, patologie ovariche, pancreatiti acute severe e complicate, coliche renali, l’ecografia rappresenta l’esame d’imaging di prima scelta. La TC è un metodica d’imaging di costo elevato ed andrebbe riservata a pazienti, per i quali, non è stato possibile formulare una diagnosi con le tecniche diagnostiche standard di livello iniziale o per verificare un’ipotesi diagnostica. Attraverso la TC senza e con m.d.c., si possono identificare numerose cause di dolore addominale: aneurisma dell’aorta addominale, raccolte fluide intraddominali, diverticolite, occlusione intestinale, ischemia intestinale, perforazione di un viscere, appendicite, pancreatite, neoplasie primitive e metastatiche. La RMN ha poche indicazioni nella valutazione del dolore addominale. E’ indicata soprattutto nello studio delle vie biliari intra e extraepatiche, nelle lesioni focali del fegato e pancreas. L’Endoscopia Digestiva, al pari della TC, ha dei costi gestionali elevati ed è, quindi, utile come indagine di secondo livello. Comprende l’esofagogastroduodenoscopia, la rettosigmoidoscopia, la colonscopia e la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE). Oggi le procedure endoscopiche sono generalmente sicure e ben tollerate. L’EGDS è utile per l’inquadramento eziologico dei sintomi dispeptici, correlati a patologie organiche (malattia ulcerosa peptica, esofagite erosiva, cancro gastrico), consentendo anche di eseguire prelievi bioptici per esame istologico. Inoltre la rettosigmoidoscopia e la colonscopia possono consentire l’identificazione di specifiche cause di dolore addominale (ad es. coliti di varia eziologia, neoplasie, ischemia, diverticolite), o l ’ esclusione della presenza di patologie organiche in corso di alterazioni funzionali (intestino irritabile) e, cosa importante, il trattamento di alterazioni della mucosa (polipi) mediante l’uso di particolari presidi endoscopici (diatermocoagulazione, laserterapia ed altri). La CPRE è indicata nei pazienti con sospetta patologia pancreaticobiliare ed è utile nella definizione eziologica di patologie quali la pancreatite cronica, neoplasia pancreatica, coledocolitiasi, colangiti postcolecistectomia). Inoltre la metodica è di grande utilità nel trattamento di tali condizioni, in quanto consente di eseguire una sfinterotomia, la frantumazione ed estrazione di calcoli del coledoco e l’applicazione di stent, in caso di ostruzione della via biliare principale. MANAGEMENT Come già brevemente descritto in precedenza, l’approccio assistenziale nei confronti del paziente portatore del sintomo dolore addominale, giunto in osservazione nell’ambito del Dipartimento di Emergenza o Pronto Soccorso Ospedaliero, prevede una serie di interventi diagnostico-terapeutici da parte della struttura sanitaria, le cui tappe sono schematizzate negli algoritmi 1 e 2. La gestione del dolore addominale risulta semplificata dall ‘ Algoritmo 1, che sostanzialmente prevede tre step: 1)Paziente con dolore addominale acuto, addome non trattabile, difeso o contratto (Addome Rigido degli Anglosassoni).In questo caso il paziente va sottoposto agli esami, suggeriti in Tabella 3. Tab. 3. Esami da richiedere in caso di addome rigido • Esami ematochimici • Radiografia diretta dell ‘ addome • Radiografia del torace • Consulenza chirurgica Se il sospetto di addome acuto, per perforazione o occlusione, viene confermato, il paziente va inviato in Rianimazione/Sala Operatoria. A volte l’Addome rigido può presentarsi con un dolore addominale Scarsamente localizzato che, alla base, riconosce una ostruzione in fase iniziale, una appendicite in fase iniziale, una ischemia mesenterica ed altre condizioni, previste nella Figura 1. In una percentuale elevata di casi, gli interventi diagnostici effettuati dimostrano la presenza di perforazione o ostruzione, per cui il destino di questi pazienti è di tipo chirurgico in termini di osservazione , monitoraggio e terapia adeguata. 3. ALGORITMO 1 Figura 1 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO SCARSAMENTE LOCALIZZATO Considerare: OSTRUZIONE IN FASE INIZIALE APPENDICITE IN FASE INIZIALE; ISCHEMIA MESENTERICA; IBD; ENTERITE; PANCREATITE; MALATTIE METABOLICHE (CHETOACIDOSI DIABETICA, INSUFFICIENZA SURRENALICA, IPERCALCEMIA); PERITONITE BATTERICA SPONTANEA; VASCULITE; TOSSINFEZIONI; ANEMIA A CELLULE FALCIFORMI; EMOFILIA; AVVELENAMENTO; TOSSINE; SINDROME DA ASTINENZA DA DROGHE; INFEZIONE DA HIV CON AIDS; ANGIOEDEMA EREDITARIO; INTOLLERANZA AL LATTOSIO; PORFIRIA ACUTA INTERMITTENTE In casi molto rari l’esito della fase diagnostica descritta può dimostrarsi “aspecifica” e costringere i medici dell’emergenza a considerare la presenza di “cause rare di addome rigido”, elencate nella Tabella 4. Tab.4. Cause rare di addome rigido • • • • • • • • • • • Pancreatite acuta necrotico- emorragico Angioedema ereditario Sindrome di Fitz-Hugh-Curtis ( o periepatite ) Torsione di appendice epiploica Chetoacidosi diabetica Porfiria acuta intermittente Emofilia (ematomi spontanei parete intestinale o retroperitoneali) Anemia falciforme Torsione di leiomioma uterino peduncolato Gravidanza ectopica Rottura di cisti o tumore o emorragia o perforazione dell’ovaio Se è ritenuta improbabile una di queste condizioni, il paziente va comunque affidato al chirurgo per idoneo trattamento, in sala operatoria. Se invece vi è la probabilità della presenza di una “causa rara”, vanno eseguite tutte le indagini utili a confermare o meno il sospetto clinico. In caso di conferma diagnostica, si attua il trattamento più idoneo, in caso di mancata conferma, il destino del paziente è comunque di natura chirurgica. 2) Paziente con dolore addominale acuto, ma instabile sotto il profilo emodinamico. Questa condizione di CODICE ROSSO deve far sospettare un aneurisma dell’aorta addominale (AAA) ed il personale sanitario deve effettuare in urgenza gli esami previsti . (Tabella 5 ) Tab. 5. Esami da richiedere nel sospetto di AAA • • • • Raccolta dati anamnestici Esami ematochimici di routine ECG TC addome. Se il sospetto diagnostico viene confermato, il paziente va inviato in Sala di Rianimazione/Sala Operatoria o trasferito in una Unità di Chirurgia Vascolare. • Altre condizioni cliniche di instabilità emodinamica, altrettanto importanti da individuare perché anch’esse CODICE ROSSO, sono l’infarto del miocardio (IMA) e le sindromi coronariche acute (SCA). Sostanzialmente per diagnosticare o escludere IMA o SCA bisogna sottoporre il paziente agli esami indicati nella Tabella 6. Tab. 6. Esami da effettuare in caso di instabilità emodinamica • Raccolta dati anamestici • Individuazione fattori di rischio • Valutazione della tipologia del dolore • Valutazione di eventuali sintomi associati • Esecuzione di ECG • Esecuzione esami bioumorali • Markers di danno miocardico • L’ECG è il mezzo più semplice ed efficace nella prima fase dell’iter diagnostico. Infatti, in presenza di un infarto acuto del miocardio, la riperfusione del paziente si basa essenzialmente sulla valutazione clinica e sullo specifico reperto del tratto ST. L’ECG fornisce informazioni molto importanti sulla interpretazione del dolore toracico:e lo scopo principale è quello di identificare i pazienti con ischemia miocardica. Il sopraslivellamento del tratto ST in presenza di dolore toracico di durata superiore a 30 minuti, costituisce la principale variabile predittiva di infarto acuto miocardico. La presenza di sopraslivellamento persistente del tratto ST è sufficiente per una diagnosi certa di SCA ed in questi pazienti il dosaggio di markers bioumorali non è indispensabile ; la individuazione rapida e certa di questi pazienti con infarto miocardico acuto consente di intraprendere, al più presto, il più appropriato trattamento. L’assenza di alterazioni di tipo ischemico all’ECG, abbassa al 4% il rischio di infarto acuto tra i pazienti con anamnesi positiva per cardiopatia ischemica ed al 2% nei soggetti con storia negativa. Inoltre, se il primo tracciato è “non diagnostico”, è indispensabile fare ricorso ad ECG seriati o, ove possibile, ad un monitoraggio continuo a 12 derivazioni, capace, in particolare nei pazienti con dolore toracico acuto a basso rischio, di dare ulteriori informazioni diagnostiche e prognostiche, consentendo l’identificazione del sottogruppo che va incontro ad una prognosi intraospedaliera più severa ( 64,65,, 66, 67 ) • Richiesta di esami bioumorali e di markers di danno miocardico. Per la diagnosi di IMA devono essere scelti 2 marcatori: uno precoce , la mioglobina, (< 6 ore dall’esordio dei sintomi) e uno definitivo, la troponina , (> 6-12 h da sintomi, ma altamente sensibile e specifico per danno miocardico e patologico per molti giorni) . Nei pazienti con ECG diagnostico per IMA non sono necessari i marcatori cardiaci per la diagnosi . In assenza di ECG diagnostico si suggerisce il seguente protocollo operativo, Tabella 7, che prevede il dosaggio seriato del marcatore precoce, la Mioglobina , e di un altro con elevata specificità, la Troponina, secondo il seguente schema : (68-69) Tab. 7 . Temporizzazione del dosaggio seriato di Markers di danno miocardico Marcatore ammissione Mioglobina Troponina X X a 4 ore X X a 8 ore tra 12-24 ore (X) facoltativo X X ALGORITMO 2 3) Paziente con dolore addominale ed addome trattabile, condizione di più frequente presentazione, per la quale l’ algoritmo 2 dà precise indicazioni nella interpretazione clinica e sui comportamenti da seguire. Se i segni clinici e la sintomatologia dolorosa sono insorti da meno di una settimana, siamo in presenza di un dolore addominale acuto, che può avere le seguenti caratteristiche: • Dolore addominale acuto scarsamente localizzato, le cui cause etiopatogenetiche, sono segnalate nella Figura 1. Quando a questa condizione si associ instabilità emodinamica, bisogna sempre avanzare il sospetto di AAA ed eseguire una TC addominale. Se la TAC conferma il sospetto, il paziente va sottoposto a consulenza chirurgica ed inviato in Sala di Rianimazione/Sala Operatoria o trasferito in una Unità di Chirurgia Vascolare. Qualora la TAC sia negativa per AAA, vanno considerate alcune condizioni cliniche, Tabella 8, per le quali chiedere eventuali consulenze chirurgiche o gastroenterologiche: Tab. 8. Condizioni cliniche che richiedono consulenze chirurgiche e gastroenterologiche • • • • • • • • • • • • • • • Ostruzione in fase iniziale Appendicite in fase iniziale Ischemia mesenterica IBD Enterite Pancreatite Insufficienza surrenalica Chetoacidosi Diabetica Ipercalcemia Peritonite batterica Vasculiti Tossinfezioni Anemia Falciforme Avvelenamento e Sindrome da astinenza da droghe Dolore addominale acuto con addome trattabile, topograficamente ben localizzato nei cinque quadranti, al di sotto di ognuno dei quali sono presenti organi che possono indirizzare verso una diagnosi Corretta. ( Figure 2-6) Figura 2 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO EPIGASTRIO Considerare: MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO; MALATTIA ULCEROSA PEPTICA; ISCHEMIA MIOCARDICA; MIOCARDITE; ENDOCARDITE; PERICARDITE; INSUFF. CARDIACA CONGESTIZIA; PANCREATITE ACUTA; DISPEPSIA FUNZIONALE; COLECISTITE ACUTA; PERFORAZIONE O ROTTURA ESOFAGEA; COLEDOCOLITIASI; COLICA BILIARE; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO Figura 3 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO QUADRANTE SUPERIORE SINISTRO Considerare: MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO; POLMONITE; MALATTIA ULCEROSA PEPTICA; EMBOLIA POLMONARE; ISCHEMIA MIOCARDICA; EMPIEMA; PERICARDITE; ASCESSO SUBFRENICO; INFARTO SPLENICO; HERPES ZOOSTER; ROTTURA DI MILZA; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; PANCREATITE ACUTA; ANEURISMA DELL’ARTERIA SPLENICA; DISPEPSIA FUNZIONALE; PLEURITE; PIELONEFRITE; NEFROLITIASI; ANEURISMA AORTA ADDOMINALE Figura 4 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO QUADRANTE INFERIORE SINISTRO Considerare: MALATTIA DI CROHN; DIVERTICOLITE; ASCESSO DIVERTICOLARE; NEOPLASIA PERFORATA; OCCLUSIONE INTESTINALE; COLECISTITE ACUTA; INTESTINO IRRITABILE; EMATOMA PARETE ADDOMINALE/M. RETTO; ERNIA DEL DISCO; COLITE ULCEROSA; HERPES ZOOSTER; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; DIVERTICOLITE; ANEURISMA ARTERIA ILIACA; PROSTATITE ACUTA; APPENDICITE ACUTA; CISTITE; ASCESSO TUBOOVARICO; ENDOMETRIOSI; PATOLOGIA ANNESSIALE; GRAVIDANZA ECTOPICA; MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA; SALPINGITE Figura 5 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO QUADRANTE SUPERIORE DESTRO EMBOLIA POLMONARE; Considerare: MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO; MALATTIA ULCEROSA PEPTICA; ISCHEMIA MIOCARDICA; PERICARDITE; COLECISTITE ACUTA; EMPIEMA; ASCESSO SUBFRENICO; HERPES ZOOSTER; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; PIELONEFRITE; NEFROLITIASI; PANCREATITE ACUTA; ANEURISMA AORTA ADDOMINALE; COLICA BILIARE; NEOPLASIA PANCREATICA; DISPEPSIA FUNZIONALE; APPENDICITE ACUTA; POLMONITE; SINDROME DI FITZ-HUGHCURTIS (PERIEPATITE) PLEURITE; Figura 6 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE ACUTO QUADRANTE INFERIORE DESTRO Considerare: DIVERTICOLO DI MECKEL MALATTIA DI CROHN; URETEROLITIASI; DIVERTICOLITE; ANEURISMA AORTA ENTERITE; COLICA BILIARE; ADENITE MESENTERICA; ADDOMINALE; PROSTATITE ACUTA; APPENDICITE ACUTA; COLECISTITE ACUTA; CISTITE; INTESTINO IRRITABILE; ASCESSO TUBOOVARICO; EMATOMA PARETE ENDOMETRIOSI; ADD.LE/M. RETTO; ERNIA DEL DISCO; ASCESSO M. PSOAS HERPES ZOOSTER; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; PANCREATITE ACUTA; PATOLOGIA ANNESSIALE; GRAVIDANZA ECTOPICA; MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA; Figura 7 DISPEPSIA VASCOLARE CRONICA MESENTERICA; MALATTIA OCCLUSIVA PORFIRIE; VASCULITI; MALATTIE METABOLICHE MEDITERRANEA; FEBBRE FAMILIARE INTESTINO IRRITABILE; Considerare: SCARSAMENTE LOCALIZZATO LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO Se i segni clinici e la sintomatologia dolorosa sono insorti da più di sette giorni, siamo in presenza di un dolore addominale cronico, che può avere le seguenti caratteristiche: • Dolore addominale cronico scarsamente localizzato, in genere sostenuto da intestino irritabile, dispepsia, vasculiti, porfiria ed altre cause etiopatogenetiche, indicate nella Figura7. Figura 8 NEOPLASIA MUSCOLOSCHELETRICO; DOLORE COLICA BILIARE; DISPEPSIA; PANCREATITE CRONICA; PEPTICA; MALATTIA ULCEROSA GASTROESOFAGEO; MALATTIA DA REFLUSSO Considerare: EPIGASTRIO LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO • Dolore addominale cronico topograficamente ben localizzato nei cinque quadranti, al di sotto di ognuno dei quali sono presenti organi che possono indirizzare verso una diagnosi corretta.(Figure 9-12) Figura 9 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO QUADRANTE SUPERIORE SINISTRO Considerare: MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO; MALATTIA ULCEROSA PEPTICA; SPLENOMEGALIA; PANCREATITE CRONICA; CANCRO PANCREATICO; DISPEPSIA ; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; NEFROLITIASI; ANEURISMA AORTA ADDOMINALE; NEOPLASIA Figura 10 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO QUADRANTE INFERIORE SINISTRO Considerare: MALATTIA DI CROHN; SUBOCCLUSIONE INTESTINALE; INTESTINO IRRITABILE; ERNIA DEL DISCO; COLITE ULCEROSA; HERPES ZOOSTER; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; PANCREATITE CRONICA; ASCESSO M. PSOAS; URETEROLITIASI; ANEURISMA AORTA ADDOMINALE; ANEURISMA ARTERIA ILIACA; PROSTATITE CRONICA; CANCRO PANCREATICO; CARCINOMA DEL COLON; Figura 11 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO QUADRANTE SUPERIORE DESTRO Considerare: MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO; MALATTIA ULCEROSA PEPTICA; EPATITE; CANCRO PANCREATICO; SINDROME DI BUDD-CHIARI; PANCREATITE CRONICA; COLICA BILIARE; DISPEPSIA ; DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; NEFROLITIASI; NEOPLASIA Figura 12 LOCALIZZAZIONI DEL DOLORE ADDOMINALE CRONICO QUADRANTE INFERIORE DESTRO Considerare: DIVERTICOLO DI MECKEL MALATTIA DI CROHN; COLICA BILIARE; ADENITE MESENTERICA; INTESTINO IRRITABILE; ERNIA DEL DISCO; ASCESSO M. PSOAS DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO; PANCREATITE CRONICA; URETEROLITIASI; ANEURISMA AORTA ADDOMINALE; PROSTATITE CRONICA; CANCRO PANCREATICO; CARCINOMA DEL COLON; ALTRE NEOPLASIE; ENDOMETRIOSI; MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA; COLITE ISCHEMICA; MALATTIA OCCLUSIVA VASCOLARE CRONICA MESENTERICA; ANEURISMA ARTERIA ILIACA Al termine della presentazione delle 12 Figure in cui è stato suddiviso l’addome, relativamente al dolore addominale acuto e cronico, nelle condizioni di addome trattabile, volutamente è stata omessa la mera elencazione delle malattie ed il loro iter diagnostico terapeutico, allo scopo di non appesantire il testo,. rivolto a colleghi di comprovata professionalità e, spesso, di lunga esperienza lavorativa. Contestualmente, però, non si può sottacere che le possibili patologie, in essere al di sotto di ogni quadrante addominale topograficamente individuato, costituiscano, nella economia della costruzione di un percorso gestionale clinico, un valido orientamento diagnostico “sede-dipendente”. Ciascuna patologia “sede-dipendente”, ha necessità di essere confermata, attraverso procedure diagnostico-terapeutiche, impostate dalle Strutture Specialistiche Ospedaliere di pertinenza. Risulta quindi evidente che, una volta superata la fase di emergenzaurgenza, quando essa realmente si configuri, lo step diagnostico successivo è demandato, dal DEA o dal Pronto Soccorso, alle Strutture ambulatoriali o di degenza (ricovero ordinario, day hospital, day surgery), cui il paziente va affidato o trasferito. Di seguito sono riportate alcune delle circostanze, in base alle quali è opportuno richiedere consulenze specialistiche, il cui contributo riesce a definire il destino e l’allocazione del paziente, una volta dimesso dalle Strutture di Emergenza. ( Tabelle 9,10,11,12 ) Tab. 9. Richiesta di Consulenza Gastroenterologica • • • • • • • • Nella impossibilità di pervenire ad una diagnosi definitiva Necessità di utilizzo di procedure endoscopiche per la diagnosi Sindrome dell’intestino irritabile refrattaria alla terapia Sospetto di ischemia (cronica) intestinale Sospetta diverticolite Sospetto di rettocolite ulcerosa o di Morbo di Crohn Pancreatite Sospetto carcinoma pancreatico Tab. 10. Richiesta di Consulenza Chirurgica • • • • • • • Addome acuto Instabilità emodinamica Aria libera in peritoneo alla diretta addome Ostruzione intestinale Ischemia mesenterica acuta Appendicite acuta Colecistite acuta o colica biliare Tab. 11. Richiesta di Consulenza Urologica • • • • Nefrolitiasi con febbre e completa ostruzione ureterale Nefrolitiasi con rene solitario e mancata espulsione di calcolo da 6 settimane Nefrolitiasi con calcolo di diametro > 7mm Torsione testicolare Tab. 12. Richiesta di Consulenza Ginecologica • • • • Sospetta torsione degli annessi Dolore addominale ai quadranti inferiori con positività del test di gravidanza Sospetta infezione pelvica Sospetta endometriosi Conclusioni Queste Linee Guida, costruite attingendo risorse, clinica, processi decisionali ed iter diagnostico-terapeutici dalle Evidenze Scientifiche, costituiscono un modello comportamentale per gli Operatori Sanitari di tutte le Unità Operative Aziendali, coinvolti nella gestione del dolore addominale. Il Lavoro è stato articolato nella maniera più lineare possibile, allo scopo di rendere efficiente ed efficace la fase iniziale della impostazione diagnostica e, di conseguenza, dell’intero processo gestionale del paziente con dolore addominale. Vi sono suggerimenti sui comportamenti da perseguire, in modo da evitare che, la molteplicità di soluzioni cliniche, diagnostico-terapeutiche e tecnologiche, in assenza di chiare e valide raccomandazioni, possa ingenerare un elevato livello di variabilità, responsabile di interventi inefficaci, con un inutile dispendio di risorse ed inutili rischi per i pazienti. Inoltre viene rispettata anche l’ equità, assicurando così al cittadino, di fronte ai suoi bisogni di salute, lo stesso trattamento per la stessa patologia, in qualsiasi Presidio Ospedaliero Aziendale si trovi. Il mancato rispetto di questi principi gioca un ruolo determinante nel perverso meccanismo dei ricoveri impropri, ma soprattutto delle dimissioni improprie, che amplificano il Rischio Clinico e, il più delle volte, rappresentano la motivazione per la richiesta di rimborso da danno professionale, a seguito di episodi, veri o presunti, di malpractice. Nello specifico, di fronte ad un paziente con dolore addominale, vanno attivate tutte quelle procedure intese a discriminare, in sede di DEA o Pronto Soccorso, soggetti critici, per i quali è mandatorio l’intervento in emergenza urgenza, da soggetti con situazioni più tranquille, in cui non si dimostri un reale pericolo di vita. In realtà nella maggior parte dei casi i pazienti giunti nelle Strutture di Emergenza per dolore addominale non traumatico, sono nelle condizioni di avere una sintomatologia sostenuta da cause trattabili/benigne. Solo il 20% circa, invece, richiede il ricovero ospedaliero per ulteriori valutazioni e/o per intervento chirurgico. (70) Non vi sono poi regole, chiare e precise, su chi e quando richiedere consulenze, in relazione all’elevato numero delle diagnosi differenziali e delle differenti presentazioni, per ambito di malattia, dei pazienti con dolore addominale. A tal proposito le Linee Guida del dolore addominale della Divisione di Gastroenterologia della Università di Washington (24), suggeriscono nelle Tabelle 8-12, quali sono le consulenze specialistiche da richiedere, in relazione a specifiche condizioni cliniche. Inoltre, in un Lavoro prospettico su 1000 pazienti (71) , sono stati identificati i seguenti cinque fattori, in grado di supportare l’individuazione di pazienti con addome acuto chirurgico ed una patologia chirurgica, confermati in Sala Operatoria: • Dolore insorto da meno di 24 ore • Dolore seguito da vomito • Difesa e dolorabilità da rimbalzo all’esame obiettivo • Età avanzata • Precedente intervento chirurgico addominale Per i pazienti, con questi cinque segni e sintomi, sembrerebbe prudente la richiesta di una consulenza chirurgica. Nel Lavoro sono stati esaminati i vari step e l’iter procedurale del paziente con dolore addominale, ma non si è fatto cenno sui comportamenti da tenere, nei confronti dei pazienti dimessi con patologia diagnosticata e non. Nel primo caso i soggetti vanno sottoposti a follow-up come previsto dai Protocolli Clinico-Assistenziali, così come indicato dallo specifico processo patologico. Nel secondo caso (dolore addominale non specificato), alla dimissione i pazienti andranno inviati al medico di famiglia che, a seconda delle situazioni, li riprenderanno in carico o decideranno di rinviarli in Ospedale in ricovero ordinario o in day hospital o in day surgery o in ambulatorio, per la rivalutazione. (72) E’ doveroso, infine, sottolineare l’importanza di considerare il paziente, presente in ospedale per una qualsiasi emergenza/urgenza, di appartenenza non ad un singolo Reparto, ma al Dipartimento Ospedaliero, ove la costituzione di equipes estemporanee, capaci di operare in sinergia e multidisciplinarietà, possano assicurare a chi ne ha estremo bisogno, non solo i livelli assistenziali garantiti, ma le migliori prestazioni clinico-diagnostico-terapeutiche necessarie per la stabilizzazione e per la continuazione della vita. Flow-chart dolore Addominale Paziente con dolore addominale acuto, addome non trattabile, difeso o contratto ( Addome Rigido degli Anglosassoni ) In questo caso il paziente va sottoposto a: • Esami ematochimici • Radiografia diretta dell ‘ addome • Radiografia del torace • Consulenza chirurgica Se il sospetto di addome acuto, per perforazione o occlusione, viene confermato, il paziente va inviato in Rianimazione o in Sala Operatoria. A volte l’Addome rigido può presentarsi con un dolore addominale scarsamente localizzato che, alla base, riconosce una ostruzione in fase iniziale, una appendicite in fase iniziale, una ischemia mesenterica ed altre condizioni, previste (Figura 1). In casi molto rari l’esito della fase diagnostica può dimostrarsi “aspecifico” e costringere i medici dell’emergenza a considerare la presenza di “cause rare di addome rigido”. (Tabella 1) Se è ritenuta improbabile una di queste condizioni, il paziente va comunque affidato al chirurgo per idoneo trattamento, in Sala Operatoria. Se invece vi è la probabilità della presenza di una “causa rara”, vanno eseguite tutte le indagini utili a confermare o meno il sospetto clinico. In caso di conferma diagnostica, si attua il trattamento più idoneo, in caso di mancata conferma, il destino del paziente è comunque di natura chirurgica. Flow-chart dolore Addominale Paziente con dolore addominale acuto, addome trattabile, ma instabile sotto il profilo emodinamico. Questa condizione di CODICE ROSSO deve far sospettare un aneurisma dell’aorta addominale (AAA) ed il personale sanitario deve rapidamente effettuare: Raccolta dati anamnestici Esami ematochimici di routine EKG TC addome. • • • • Se il sospetto diagnostico viene confermato, il paziente va inviato in Sala di Rianimazione o in Sala Operatoria o trasferito in una Unità di Chirurgia Vascolare. Qualora la TAC sia negativa per AAA, vanno considerate le altre condizioni cliniche, per le quali chiedere eventuali consulenze chirurgiche o gastroenterologiche. ( Figura 1 e Tabella 3 ) Altre condizioni cliniche di instabilità emodinamica, altrettanto importanti da individuare perché anch’esse CODICE ROSSO, sono l’infarto del miocardio (IMA) e le sindromi coronariche acute (SCA). Sostanzialmente per diagnosticare o escludere IMA o SCA, bisogna sottoporre il paziente ai seguenti esami: • • • • • • • Raccolta dati anamestici Individuazione fattori di rischio Valutazione della tipologia del dolore Valutazione di eventuali sintomi associati ECG Esami bioumorali Markers di danno miocardico (Mioglobina e troponina) Se il sospetto di IMA o SCA viene confermato il paziente va sottoposto a consulenza cardiologia e trasferito in Unità Coronarica per le successive fasi diagnostico-terapeutiche Flow-chart dolore Addominale Paziente con dolore addominale ed addome trattabile Questa è la condizione di più frequente presentazione, per la quale l’algoritmo 2 dà precise indicazioni nella interpretazione clinica e sui comportamenti da seguire. Se i segni clinici e la sintomatologia dolorosa sono insorti da meno di una settimana, siamo in presenza di un dolore addominale acuto, che può avere le seguenti caratteristiche: • Dolore addominale acuto scarsamente localizzato, le cui cause etio-patogenetiche, sono segnalate nella Figura 1. Quando a questa condizione si associ instabilità emodinamica, bisogna sempre avanzare il sospetto di AAA , di IMA o SCA ed effettuare: • • • • • • • TC addominale. Raccolta dati anamestici Individuazione fattori di rischio Valutazione della tipologia del dolore Valutazione di eventuali sintomi associati ECG Esami bioumorali Markers di danno miocardico (Mioglobina e troponina) • Se la TAC conferma il sospetto, il paziente va sottoposto a consulenza chirurgica ed inviato in Sala di Rianimazione o Sala Operatoria o trasferito in una Unità di Chirurgia Vascolare. Se gli esami danno positività per IMA o SCA il paziente va sottoposto a consulenza cardiologia e trasferito in Unità Coronarica per le successive fasi diagnostico-terapeutiche. Qualora la TAC sia negativa per AAA, vanno considerate le altre condizioni cliniche, per le quali chiedere eventuali consulenze chirurgiche o gastroenterologiche. ( Figura 1 e Tabella 1) • Dolore addominale acuto con addome trattabile, topograficamente ben localizzato nei cinque quadranti considerati dalla classificazione, al di sotto di ognuno dei quali sono presenti organi che possono indirizzare verso una diagnosi corretta. ( figure 2-6 ) Se i segni clinici e la sintomatologia dolorosa sono insorti da più di sette giorni, siamo in presenza di un dolore addominale cronico, che può avere le seguenti caratteristiche: • Dolore addominale cronico scarsamente localizzato, in genere sostenuto da intestino irritabile, dispepsia, vasculiti, porfiria ed altre cause etiopatogenetiche. ( Figura7 ). • Dolore addominale cronico topograficamente ben localizzato nei cinque quadranti considerati nella classificazione , al di sotto di ognuno dei quali sono presenti organi che possono indirizzare verso una diagnosi corretta.. ( Figure 8-12 ) Bibliografia 1. Marocco M., Porzio R. Proposte di Linee Guida in emergenza urgenza. Roma 23-25 maggio 1996 2. http://www.google.com keyword-abdominal pain. 3. http:// www.diseasesdatabase.com keyword – abdominal pain. 4. Hart AC, Ford B, et.al.eds. ICD – 9- CM for Physicians.Volume 1 & 2. Salt Lake:Ingenix: 2006 5. McCaig LG, Stussamm BJ. National Hospital Ambulatory Medical Care Survey: 1996 Emergency Department Summary. Advance Data from Vital and Health Statistics 293;1997. 6. Ciccone A, Allegra JR, Cochrane DG, et al. Age related differences in diagnoses within the ederly population. Am J Emerg Med 157: 276 –280 – 1998 7. Powers RD, Guertler AT. Abdominal pain in the ED: stability and changer over 20 years. 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