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Le leggi che hanno modificato la nostra Costituzione
Le leggi che hanno modificato la nostra Costituzione Negli ultimi anni l’esigenza di una revisione costituzionale si è concentrata sulla parte seconda della Costituzione, relativa all’organizzazione dello Stato, sul presupposto che la formulazione dei principi fondamentali e l’elenco delle libertà inviolabili, per la loro genericità, non necessitino di un aggiornamento. Nel 1999 sono stati modificati gli articoli 121, 122, 123 e 126 della Costituzione (rapporti tra Stato e Regioni) e l’articolo 111 (norme sul «giusto processo»). Nel 2000 è stato modificato l’articolo 48 (voto degli italiani all’estero) e, di conseguenza, gli articoli 56 e 57, relativi alla ripartizione dei seggi nei due rami del Parlamento. Il 7 ottobre 2001 si è svolto il primo referendum costituzionale della storia repubblicana: il corpo elettorale è stato chiamato a pronunciarsi sulla legge di riforma del titolo V della Costituzione, dedicato a Regioni, Province e Comuni. La legge era stata approvata a maggioranza assoluta dal Parlamento ed era stata richiesta la consultazione popolare, che ha avuto esito favorevole. La legge costituzionale n. 1 del 2003 ha aggiunto un nuovo periodo al primo comma dell’articolo 51, sancendo il principio delle pari opportunità tra uomini e donne in materia di elettorato passivo. Successivamente, il 25 e 26 giugno 2006 gli elettori sono stati chiamati nuovamente alle urne per il secondo referendum costituzionale riguardante l’approvazione o la bocciatura della legge di modifica dell’intera parte seconda della Costituzione. Pur non essendo previsto un quorum minimo per la validità della consultazione e pur temendo una scarsissima affluenza, è andato a votare il 53,6% della popolazione italiana: il 61,3% ha respinto la riforma costituzionale, il 38,7% ha optato per il sì. Successivamente, la legge costituzionale n. 1 del 2007 ha modificato il quarto comma dell’art. 27 sul ripudio della pena di morte sopprimendo le parole «se non nei casi previsti dalle leggi militari e di guerra». Da ultimo, la L. cost. 20 aprile 2012, n. 1 ha modificato l’art. 81 per introdurre nella nostra Carta costituzionale il principio del pareggio di bilancio, per rispettare gli impegni assunti dall’Italia con l’Unione europea. Il principio di equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico diviene obbligo anche per le pubbliche amministrazioni, di qui la modifica dell’art. 97 Cost. Inoltre l’armonizzazione dei bilanci pubblici, con la modifica dell’art. 117, comma 2, da parte della L. cost. 1/2012, diviene disciplina esclusiva dello Stato e non più materia di legislazione concorrente fra Stato e Regioni. Infine, con la modifica apportata anche all’art. 119 Cost., il vincolo del pareggio in bilancio è stato esteso alle Regioni e agli altri enti locali. 1