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Dimissioni protette per Como 2014
Azienda Ospedaliera San Gerardo Monza Direzione di Presidio Servizio di Dimissioni Protette La continuità assistenziale in un contesto sanitario complesso La testimonianza di un progetto in progress A cura di Ilaria D’Ilio STRUTTURA DELLA RELAZIONE Le ragioni del cambiamento, nuovi scenari Conoscere il territorio, riforma welfare RL La procedura delle Dimissioni Protette e le modalità operative Indicatori Prospettive 2 Contesto: • Specializzazione servizi ospedalieri (nuove tecnologie) • Crisi economica senza precedenti, modificazioni della struttura sociale, indebolimento dei valori educativi (PSSR 2010 2010--2014) • Aumento sopravvivenza oltre i 65 anni; incremento nella prevalenza delle patologie croniche e della disabilità, • dal 2006 al 2011 la percentuale di popolazione con 65 anni e oltre è passata dal 19,9% al 20,5% • persone con almeno due malattie croniche nel 2012: • il 49,4 degli anziani dai 65 ai 74 aa • il 69,4 degli anziani oltre i 75 aa (ISTAT 2013) • la quota di over 65 anni che vive in un nucleo monocomponente è del 28,1 % cioè 1 anziano ogni 4 (Osservatorio, 2012) necessari nuovi percorsi assistenziali 3 Ilaria D'Ilio 1 Ospedale: • Modifica epidemiologica delle persone assistite che hanno bisogno di ricovero • Necessità di contenimento dei costi • Necessità di ridurre la durata della degenza Patto per la salute 20102010-2012 del dic. 2009: obiettivo posti letto non superiore a 4/1000 compreso 0,7 per riabilitazione; Deliberazione n° IX/ 3976 del 06/08/2012: • numero di PL ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del SSR, con utilizzo i dati trasmessi con i flussi ministeriali HSP 22, 23 e 24 • trasformazione di posti letto ordinari e di DH in posti tecnici da destinarsi ad attività subsub- acute, a MAC e all’implementazione di nuove procedure chirurgiche in ambito ambulatoriale 4 Patto per la salute 20132013-2015 bozza 30/10/2013 (Il sole 24 ore): Posti letto 3,7/1000 abitanti comprensivo di 0,7 x riab Trasformazione dell’organizzazione delle modalità di erogazione dei servizi e delle prestazioni di assistenza primaria (esperienze di strutture territoriali di riferimento come casa della salute, UTAP ecc.). • abbandono del modello basato sull’intervento di professionisti individuali a favore di modelli multiprofessionali e interdisciplinari. • sviluppo delle cure intermedie • integrazione ospedale territorio con le dimissioni protette • centrali operative per la continuità assistenziale (112) in coerenza con le direttive europee • ecc. 5 Accordo Stato Regioni La bozza ridisegna competenze infermiere Silvestro vede opportunità nelle aree di intervento: • cure primarieprimarie-servizi territoriali/distrettuali; • area intensiva e dell'emergenzadell'emergenza-urgenza; • area medica; • area chirurgica; • area neonatologica e pediatrica; • area salute mentale e dipendenze. I criteri per lo sviluppo delle competenze degli infermieri e la conseguente revisione dei modelli organizzativi sia ospedalieri (per intensità di cura e modelli per complessità assistenziale) che territoriali saranno definiti dalle Regioni previo confronto con le rappresentanze sindacali e professionali 6 Ilaria D'Ilio 2 GOVERNO CLINICO Il contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e mantengono elevati livelli di prestazioni creando un ambiente che favorisce l’espressione dell’eccellenza clinica. Componenti del Governo clinico: Formazione, ricerca, sistema informativo, risk management, audit, audit, efficacia clinica. APPROPRIATEZZA 7 CARDINI Approccio per processi Mettere la persona assistita al centro Interdisciplinarità Integrazione Continuità assistenziale APPROPRIATEZZA 8 Dopo un evento indice di tipo acuto, in Lombardia, la persona assistita, in base alla valutazione del clinico, del Servizio di Dimissioni Protette e del Servizio Sociale (ove necessario), può proseguire o iniziare la cura, assistenza e riabilitazione: 1. Modello Cure primarie (territorio, assistenza domiciliare, ecc.) 2. Modello Strutture Intermedie (RSA, ricovero di sollievo, ecc.); 3. Modello bilanciato, ovvero un mix dei precedenti; 4. Modello Ospedale: presso gli Istituti di Riabilitazione (IDR). 9 Ilaria D'Ilio 3 DIGRESSIONE Una buona assistenza primaria “… ha lo scopo di portare la salvaguardia e cura per la salute …” (ICN, 2008) “… ha come obiettivo … garantire ai cittadini un’assistenza appropriata e continuativa, sanitaria e sociale, integrando le azioni di cura e recupero della salute con quelle destinate alla sua difesa, alla prevenzione, alla riabilitazione fisica, psichica e sociale … “ (Conferenza nazionale sulle cure primarie, Bologna 2008) 10 1. 1 Modello Cure primarie (Lombardia) Nuclei o gruppi di cure primarie (MMG), UTAP (Unità Territoriali di Assistenza Primaria) si aggiunge la componente sociale, Case della salute (poco realizzate) Assistenza domiciliare integrata: rivolta a soggetti in condizione di ridotta o completa non autosufficienza, temporanea o protratta, o per chi è affetto da patologie croniche a medio e lungo termine o da patologie acute trattabili a domicilio; progetto di cura ed assistenza sociosocio-sanitaria personalizzato, multi disciplinare e multi professionale (medica, infermieristica, riabilitativa), e socio assistenziale (cura della persona, fornitura dei pasti, cure domestiche), con idoneità delle condizioni sociosocio-ambientali dell’assistito (supporto familiare, alloggio idoneo) 11 1.2 Modello Cure primarie Assistenza domiciliare integrata (Lombardia): • il Buono sociale è un contributo economico • il Voucher sociale consiste nell’erogazione di un titolo di acquisto per prestazioni professionali di natura sociale • il Voucher sociosanitario è stato istituito nel 2003 con DGR n. 12902 del 9 maggio 2003 allo scopo di avviare il processo di riforma in ambito domiciliare: libertà di scelta per il cittadino e libertà d’azione per gli erogatori; si compra da soggetti accreditati prestazioni di assistenza sociosocio-sanitaria integrata, svolte da professionisti. 12 Ilaria D'Ilio 4 1.3 Modello Cure primarie Assistenza domiciliare integrata (Lombardia): • Nuove Reti Sanitarie (NRS): Telesorveglianza sanitaria domiciliare per pazienti con Scompenso cardiaco cronico medio grave (PTS) nel 2006; Ospedalizzazione Domiciliare riabilitativa post post--cardiochirurgica (POD) nel 2006. Ospedalizzaz.. Domiciliare per le Cure Palliative oncologiche (ODCP) nel 2008. Ospedalizzaz Telesorveglianza Sanitaria Domiciliare per pazienti con BPCO grave e molto grave (PTP) nel 2010; Teleconsulto specialistico al Medico di Medicina Generale (TCS) nel 2010. In Regione Lombardia i casi trattati in ADI sono passati da 70.754 del 2004 a 93.726 del 2009; gli anziani trattati sono percentualmente diminuiti dall’86,5 al 85,2%, ma aumentati come valori assoluti. (ISTAT, 2013) 13 1.4 Modello Cure primarie ADI rivisitata 2011 2012 (Lombardia): Nella riforma del welfare si dà priorità all’ADI per disomogeneità valutazione del bisogno, erogazione prestazioni, professionisti coinvolti, si vuole introdurre principi di omogeneità, appropriatezza e programmazione centrata sul bisogno • Delibera 937 del 1.12.2010 - regole di sistema, allegato 14, prendono il via Cronicità e CReG (Cronic Related Group), (Banca dati assistito, Percorsi Diagnostico Terapeutici e remunerazione del servizio). • DGR 7211 e 2124/2011 allocano risorse aggiuntive • DGR 1746/2011 si avviano sperimentazioni di requisiti per accreditamento di erogatori ADI e di strumenti di valutazione e di profili 14 1.5 Modello Cure primarie ADI rivisitata(Lombardia): Definizione della commissione nazionale LEA: • Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale qualificato per la cura e l’assistenza delle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana. …. risulta fondamentale l’integrazione con i servizi sociali dei comuni. Il livello di bisogno clinico, funzionale e sociale deve essere valutato attraverso idonei strumenti che consentano la definizione del programma assistenziale ed il conseguente impegno di risorse 15 Ilaria D'Ilio 5 1.6 Modello Cure primarie ADI rivisitata(Lombardia): Obiettivi: • Inversione del modello di assistenza dall’offerta alla domanda • Definizione dei bisogni sanitari e sociali • Integrazione territoriale tra i diversi servizi sanitari e sociali e continuità tra cura e assistenza • Riqualificazione della rete di offerta territoriale (valutazione del bisogno) • Individuazione di una regia unica a livello territoriale 16 17 1.7 Modello Cure primarie ADI rivisitata (Lombardia): L'avvio del percorso di riforma del sistema di welfare coinvolge l'ADI con attivazione nel 2011, in 6 ASL , della sperimentazione di un modello condiviso di valutazione e di presa in carico. Nel 2012 la sperimentazione viene estesa tutte le ASL, con l'obiettivo di verificare il modello valutativo su larga scala e la fattibilità organizzativa e gestionale. 18 Ilaria D'Ilio 6 19 1.8 Modello Cure primarie ADI rivisitata (Lombardia): • Valutazione multidimensionale del bisogno • Accreditamento regionale dei gestori ADI • Nuovi profili assistenziali 20 2. Modello Strutture Intermedie Cure intermedie (in Lombardia anche assistenza domiciliare), strutture residenziali, semi residenziali, cure sub intensive, cure post acute, cure subacute, ricoveri di sollievo. 21 Ilaria D'Ilio 7 2.1 Modello Strutture Intermedie In Regione Lombardia • Delibera 937/2010 - regole di sistema, allegato 15, ha dato il via all’Attività di tipo SUBACUTO: SUBACUTO: cure intermedie subacute tra ospedale e domicilio per mantenere stabilizzazione clinica (da non confondere con le riabilitazioni a bassa intensità). Gia’ modificata dalle regole x il 2014 Ripristino attività quotidiane • DGR 3239/2012 sperimentazioni nelle politiche welfare: forme innovative di servizi, unità di offerta e interventi; tra le altre vi è la POSTACUTA 22 2.2 Modello Strutture Intermedie Secondo la definizione dell’Organization dell’Organization for Economic CoCo-operation and Development (OECD) i presidi residenziali per longlong-term care sono presidi dedicati a soggetti che necessitino di assistenza continua a causa di patologia croniche e di ridotto grado di autonomia nelle attività quotidiane. Sono incluse le Residenze Sanitarie Assistenziali, le residenze socio sanitarie per anziani e le comunità socio riabilitative; per quanto riguarda le residenze Assistenziali per anziani autosufficienti, le Comunità alloggio, le Comunità familiari e la tipologia altre strutture, sono incluse solo quelle caratterizzate da una componente sanitaria (medico o infermieristico). … 23 3. Modello bilanciato 24 Ilaria D'Ilio 8 4. Riabilitazione Delibera n. VII/19883 del 16.12.2004 Riordino della rete delle attività di riabilitazione Riabilitazione specialistica: nell'immediata fase post acuta, conseguente ad un evento indice … che sottendono il recupero … riducendo l'entità della menomazione /disabilità (180 giorni per pazienti con postumi di mielolesione, mielolesione, con sindrome post comatosa e in stato vegetativo) R. generale e geriatrica: consolidamento della disabilità, esiti della menomazione controindicano un intervento riabilitativo intenso e settoriale (60 giorni per la generale e 90 per la geriatrica) R. di mantenimento: da effettuarsi nel periodo precedente la dimissione verso il domicilio o le RSA o altra struttura socio sanitaria … l’obiettivo di raggiungere sia la stabilizzazione delle condizioni cliniche sia anche “piccoli guadagni funzionali” (30 o 90 gg) gg) 25 4. Riabilitazione NOVITA’ Delibera n. X/ 1185 del 20.12.2013 “Regole” Riordino della rete delle attività di riabilitazione Diversi livelli di accreditamento così identificati: 1. Alta Complessità riabilitativa 2. Riabilitazione Intensiva 3. Riabilitazione Estensiva Obiettivi Continuità assistenziale Progetto Riabilitativo Individuale (ICF) Lavoro in team multiprofessionale e disciplinare per realizzare il programma riabilitativo individuale Progetto Riabilitativo di struttura: codice etico ex ante 26 4. Riabilitazione Confronto 27 Ilaria D'Ilio 9 4. Riabilitazione INF IAC: 135 min/ min/pz pz/ /die INT.: 110 min/ min/pz pz/ /die EST.: 110 min/ min/pz pz/ /die Confronto INF SPEC: 160 min/ min/pz pz/ /die di cui almeno 1/3 figure riab (160 (160--52= 52=108 108)) GEN GER.: GER.: 120 min/ min/pz pz/ /die di cui fino ad 1/3 figure riab (120 (120--40= 40=80 80)) 28 Standard JCI “ACC.3 E’ prevista una politica per dimettere il paziente in modo appropriato oppure indirizzarlo ad altra struttura “ACC.4 Esiste un processo per trasferire in modo appropriato il paziente presso un’altra struttura, in modo da soddisfare il suo bisogno di continuità assistenziale” sono specifici per Servizio di Dimissioni Protette e Servizio Sociale 29 Le dimissioni protette (prospettiva ASL) Definizione: È una sequenza integrata di interventi volti a facilitare la continuità delle cure tra l’ambito specialistico ospedaliero e l’ambito dell’assistenza sanitaria e sociosocio-assistenziale territoriale, entro cui si collocano le cure domiciliari Non esiste normativa ma c’è stato un documento quadro dell’ASLMB (2005); nel 2006 si redige protocollo di continuità assistenziale condiviso tra erogatori, MMG/PDF, RSA. Coinvolti tutti gli ospedali dell’ASL, pubblici e accreditati, e in tutti i distretti dell’ASL. 30 Ilaria D'Ilio 10 Le dimissioni protette (prospettiva ASL) Nel 2008 è stato avviato un nuovo protocollo che prevede l’attivazione del percorso di dimissioni protette quale “sequenza integrata di interventi volti a facilitare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio”: • primo livello di cure sanitarie e sociosocio-sanitarie integrate non differibili • secondo livello che configura la preallerta al territorio per l’attivazione di cure domiciliari per prestazioni differibile. • terzo livello è rappresentato dalla segnalazione ai servizi sociali comunali 31 Le dimissioni protette (prospettiva ASL) La segnalazione da parte dell’ospedale avviene mediante l’invio di una specifica scheda con le informazioni relative alla persona assistita e l’eventuale prescrizione di presidi/ausili. Il distretto sentito il medico di medicina generale e tutti gli attori coinvolti conosce la data di dimissione dall’ospedale e definisce, secondo un modello di valutazione integrata, il PAI -piano di assistenza individualizzato per il paziente. 32 Percorso Dimissioni protette Dott.ssa Iannone 33 Ilaria D'Ilio 11 La procedura delle Dimissioni protette (prospettiva ospedaliera) Scopo della presente procedura è di definire le modalità di gestione del processo di continuità clinico assistenziale che si rende necessario al termine di un ricovero in regime ordinario o urgente a seguito di episodio acuto. L’intento consiste nel ristabilire, ove possibile, le condizioni preesistenti al ricovero stesso attraverso la programmazione di setting riabilitativi e/o di A.I A.I.. .. Beneficio ulteriore è l’uso appropriato dei posti letto rendendoli disponibili per altri eventi acuti. Qualora siano coesistenti problematiche di tipo sociale, le UU.OO.. contattano direttamente il Servizio Sociale che UU.OO avvia le proprie pratiche; i Servizi di Dimissioni Protette e Sociale collaborano in sinergia, specialmente nei casi in cui sia opportuno il trattamento riabilitativo in attesa di collocazione in RSA. 34 Dimissione protetta (prospettiva ospedaliera) Le tipologie di strutture e/o servizi attivabili dalle Dimissioni Protette sono: Trasferimento presso strutture riabilitative, classificate in Specialistica, Generale Geriatrica, di Mantenimento, come da Delibera n. VII/19883 ADI riabilitativa e infermieristica, al domicilio dell’assistito; ADI riabilitativa, solo riabilitazione al domicilio dell’assistito; ADI infermieristica, solo prestazioni infermieristiche al domicilio dell’assistito; Subacuta Postacuta …… 35 Dimissione protetta (prospettiva ospedaliera) E’ stato necessario: Calibrare gli interventi in base alle specifiche necessità delle strutture Avvalersi dell’utilizzo di cellulare aziendale Implementare modalità di richiesta informatica e abolizione moduli cartacei (per riabilitazione e subacuta) Informare le strutture sulle modalità di attivazione delle varie richieste Intervenire per la risoluzione di conflitti attraverso il colloquio con i caregiver Prevedere una tracciabilità delle richieste evase per ogni assistito (database e fogli lavoro excel) excel) 36 Ilaria D'Ilio 12 Dimissione protetta (prospettiva ospedaliera) Trasferimento presso strutture riabilitative, classificate in Specialistica, Generale Geriatrica, di Mantenimento. E’ l’attività più richiesta al SDP, che decide qual è la struttura riabilitativa più idonea in base: alle esigenze riabilitative della persona, alla vicinanza del comune di residenza o domicilio, alle preferenze eventualmente espresse sia dalla persona che dal medico referente di U.O., alle disponibilità delle strutture esterne riceventi, al tempo di permanenza in degenza che può essere concesso dalla U.O. alla persona posta in lista di attesa nelle strutture esterne. La comunicazione telefonica è molto intensa ed è necessario prendere rapidamente le decisioni sulla trasferibilità della persona dato che la domanda supera l’offerta di posti di riabilitazione. 37 Dimissione protetta (prospettiva ospedaliera) Modulo trasferimenti via web Modulo ADI Modulo riabilitazione 38 Indicatori delle Dimissioni protette (prospettiva ospedaliera) Tipo di indicatore Modalità di espressione Trasferimenti presso strutture riabilitative Valori assoluti e % Subacuta Valori assoluti e % Postacuta Valori assoluti e % ADI - dim prot infermieristiche Valori assoluti e % ADI - riab al domicilio Valori assoluti e % ADI - riab al domicilio derivante da rifiuto delle strutture Valori assoluti e % Dimessi Valori assoluti e % Rifiutano Valori assoluti e % Deceduti Valori assoluti e % Servizio Sociale Valori assoluti e % Tempi di attesa per i trasferimenti presso strutture riabilitative Giorni 39 Ilaria D'Ilio 13 Qualche dato A ttiv ità S erv iz io Dimis s ioni P rotette G en-dic 2012 - T otale n. 1662 A DI - inf; 76; 5% P osta c uta ; 3; 0% ADI - inf e ria b; 5; 0% S uba c uta ; 95; 6% A DI - ria b (ric h.ric ove ro tra sf.); 43; 3% ADI - ria b; 295; 18% Dim e ssi; 80; 5% R ifiuta no; 32; 2% Altro; 214; 13% De c eduti; 32; 2% T ra sfe rim e nti in ria bilita z ione ; 974; 58% S er. S oc .; 24; 1% A nnulla te ; 3; 0% 40 Qualche dato 2012 N. di persone giorni trasferimenti N. Giorni giorni Deviazione che non medi in strutture persone massimi di medi di Standard superano x gg. sotto x riabilitative – trasferite attesa attesa (σ) (giorni medi + gg dato annuale σ) Dalla data di richiesta 958 91 9 8,4 (x=17) 868 7 Dalla data di dimissibilità 958 81 3,8 13,07 (x=17) 906 2,3 41 Obiettivi, conclusioni, miglioramento Le dimissioni protette (prospettiva ASL) Elementi valutativi nell’ Ambito dimissioni protette rilevati nei tavoli di confronto dell’ASLMB: Mantenimento e rafforzamento dell’implementazione del percorso da parte del gruppo tecnico interaziendale. Coinvolgimento delle RSA e attuazione interventi di ricovero temporaneo al paziente in dimissioni protette in attesa che la famiglia e i servizi attivino l’accoglienza a domicilio. Formalizzazione atti d’intesa tra le parti interessate: ospedali, Asl,Comuni. Studi di fattibilità e ricerca di strutture intermedie. 42 Ilaria D'Ilio 14 Obiettivi, conclusioni, miglioramento Le dimissioni protette (prospettiva ASL e ospedale) La riforma del welfare sostituisce le iniziative che stavano delineandosi nell’ottica del miglioramento e quando le sperimentazioni saranno concluse avremo indicazioni precise. 43 Dimissione protetta (prospettiva ospedaliera) Diminuire i tempi di attesa per i trasferimenti Inoltro delle ADI nei tempi stabiliti Migliorare la prescrizione di presidi e ausili Modello e schede di valutazione unificate e informatizzate Unificazione richieste moduli di trasferimento ….. 44 Come individuare le persone che avranno necessità Digressione di cure intermedie? Indice prognostico di Flugelman (individua persone con prognosi sfavorevole) Sn 92% Sp 83% Scala Brass (identifica le persone che necessitano di piano di dimissione) Sn 73,1% Sp 82,3% Identificazione precoce di persone che necessitano di Post acute care Sn 87% Sp 63% ….. 45 Ilaria D'Ilio 15 O Come effettuare corretta dimissione ? Up to date (oct (oct 2013) Obiettivo è prevenire i rientri evitabili: qualità e riduzione della spesa No alla dimissione prematura PIANIFICAZIONE DI DIMISSIONE Multidisciplinare e multiprofessionale (case manager) 46 Up to date (oct (oct 2013) Fattori da considerare Stato cognitivo del paziente Livello di attività del paziente e lo stato funzionale (Barthel (Barthel)) Barriere architettoniche e condizioni al domicilio (ad esempio, presenza di scale, pulizia) Presenza di supporto familiare o caregiver Trasporto dall'ospedale a casa e viceversa (per le visite di followfollow-up) Disponibilità di servizi territoriali 47 Up to date (oct (oct 2013) Dimissibile A casa Assunzione farmaci Cura di se Dieta appropriata Accesso ai controlli Trattamenti possibili al domicilio Presso Strutture con valutazione di: Problemi medici e chirurgici Stato mentale ed emotivo Necessità di riabilitazione Ambiente di vita (aspetti assicurativi ed economici) 48 Ilaria D'Ilio 16 Up to date ((oct oct 2013) IRF: accesso 13 diagnosi specifiche (75%), 3 ore riabilitazione die; RN: 5-6 ore pz day LTACs: monitoraggio quotidiano e intensità clinica (ferite, drenaggi, insuff multiorgano), degenza ≥ 25 gg SNFs:accesso con evento di qualificazione (3 notti in H), assistenza specializzata, RN: 2-4 ore pz day, 1 ora riabilitazione die, 100 giorni di degenza. 49 Up to date (oct (oct 2013) Elementi del processo di dimissione Pianificazione della dimissione Raccordo farmacologico Elementi della lettera di dimissione (estesa) .. Lista di controllo per la dimissione Fattori che contribuiscono a rientri in H Errori terapeutici Prematura dimissione Follow up insufficienti Handoff insufficienti (trasmissione info) 50 Up to date (oct (oct 2013) Fattori clinici che aumentano rientri in H Farmaci ad alto rischio (antibiotici, anticoagulanti, antipsicotici, ipoglicemizzanti ..) Politerapie (almeno 5) Più di 6 patologie croniche Condizioni specifiche (BPCO, diabete, insuff. insuff. Cardiaca, ictus, cancro ..) Fattori demografici Ospedalizzazione precedente negli ultimi 66-12 mesi Bassa ospedalizzazione sanitaria Assenza di cargiver Dimessi contro parere medico 51 Ilaria D'Ilio 17 Up to date (oct (oct 2013) Identificare i pazienti a rischio di riammissione: Indice LACE Strumento di valutazione del rischio 8PS Comunque strumenti per determinare l’idoneità alla dimissione non sono disponibili 52 Up to date (oct (oct 2013) Interventi di dimissione Di pre pre--dimissione: dimissione: educazione persona, pianificazione della dimissione, raccordo farmaci, follow up Di postpost-dimissione: telefonata di follow up, comunicazione con MMG o agli erogatori di cure intermedie o altri setting di presa in carico Bridging: istruzioni di dimissione centrata sul Bridging: paziente (tenere conto della situazione cognitiva, cultura della salute, ostacoli alla cura del se) 53 Up to date (oct (oct 2013) Programmi in letteratura Progetto BOOST (Better Outcomes through Optimizing Safe Transitions) Care Transition Program ….. 54 Ilaria D'Ilio 18 Up to date (oct (oct 2013) Progetto BOOST Stratificazione del rischio (strumento 8P) da redigere all’ammissione Piano di intervento basato sul rischio 8P Lista universale di controllo Valutazione generale di preparazione (GAP) 55 Valutazione del rischio: Screening Tool 8P □ Farmaci che necessitano controlli (Anticoagulanti, insulina,aspirina e clopidogrel dualterapia, digossina, narcotici) □ Psicologico (screening positivo per depressione o diagnosi di depressione) Fir ma Intervento sul Rischio specifico □formazione specifica sulla corretta somministrazione dei farmaci con la tecnica Teach Back fornita al paziente e ai caregiver □Pianificazione dei controlli comunicata al paziente e al MMG o agli erogatori di cure intermedie o altri setting di presa in carico, dove rilevanti (ad esempio, warfarin, digossina e insulina) □Istruzioni per la gestione di eventi avversi da farmaco fornite al paziente / caregiver □effettuazione della telefonata dopo 72 ore dalla dimissione per valutare l'aderenza alle istruzioni ed eventuali complicanze □Valutazione della necessità di presa in carico psichiatrica territoriale □ Comunicare questo problema al MMG o agli erogatori di cure intermedie o altri setting di presa in carico, soprattutto se non presente prima □ Coinvolgimento / consapevolezza dei caregiver □Rassegna di linee guida nazionali di dimissione, ove disponibile □ □formazione al paziente ed ai caregiver sulla specifica malattia con il Teach Back Diagnosi principale □Pianificazione rivista con il paziente / caregiver particolarmente focalizzata sul cosa fare e chi contattare in caso di (Cancro, ictus, DM, BPCO, peggioramento o nuovi sintomi insufficienza cardiaca) □ Precisare gli obiettivi di cura e il modello di malattia cronica discutendoli con il paziente e caregiver □ □Eliminazione di farmaci inutili Politerapia (Più di 5 farmaci □Semplificazione dello schema dei farmaci per migliorare l'aderenza di routine) □La telefonata di follow-up dopo 72 ore dalla dimissione per valutare le condizioni e eventuali complicanze □Caregiver coinvolti nella pianificazione e gestione dei rischi generali e specifici □ □i contenuti della lettera di dimissione, l’educazione sanitaria specifica vengono spiegati con il Teach Back al paziente e ai Scarsa cultura della salute caregiver (Incapacità di recepire □fornire dei riferimenti da contattare per ulteriori necessità di supporto al paziente e caregiver Teach Back) □La telefonata di follow-up dopo 72 ore dalla dimissione per valutare le condizioni e eventuali complicanze □ □La telefonata di follow-up dopo 72 ore dalla dimissione per valutare le condizioni e eventuali complicanze Sostegno ai pazienti □Appuntamento di follow-up con il MMG o altro referente sulla terapia entro i 7 giorni dalla dimissione (Assenza di caregiver alla □Comunicazioni chiare e coinvolgimento dei fornitori di cure intermedie sulla pianificazione di dimissione dimissione e al domicilio) □Ricercare i motivi di riammissione ospedaliera nel contesto precedente Ricoveri precedenti (Non □La telefonata di follow-up dopo 72 ore dalla dimissione per valutare le condizioni e eventuali complicanze elettivi, negli ultimi 6 mesi) □Appuntamento di follow-up con il MMG o altro referente sulla terapia entro i 7 giorni dalla dimissione □ □ necessità di cure palliative Cure palliative (le □Identificare obiettivi di cura e le opzioni terapeutiche aspettative di vita sono □Comunicare prognosi con il paziente / caregiver superiori all’anno? Questo □Valutare e trattare i la sintomatologia fastidiosa paziente ha un’avanzata o □Identificare i servizi o cure intermedie appropriate al pazienti in base allo stato di avanzamento della malattia progressiva grave malattia) □ Discutere con il paziente / caregiver dei servizi di cure palliative e cure intermedie disponibili e delle loro interazioni 56 Sì per entrambi 57 Ilaria D'Ilio 19