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La selva delle lettere : Rocco Scotellaro Molto più ape che Vespa

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La selva delle lettere : Rocco Scotellaro Molto più ape che Vespa
La selva delle lettere : Rocco Scotellaro
Nella Sala di lettura di via Niccola Palma, a Teramo, nell'ambito del ciclo
“La selva delle lettere”, dedicato quest’anno alla letteratura del Meridione
d’Italia, è stato presentato il poeta lucano Rocco Scotellaro, voce autentica e
rigorosa del Neorealismoitaliano.
per la prima volta nella incertezza esistenziale, nel dubbio, nella diffidenza:
è il mondo degli “antichi padri” legati da un patto, il patto contadino; è un
mondo che si trova difronte a certezze nuove che si risolvono nell'azionecreazione comune, nella scoperta e rivelazione del soggetto “noi”, nel parlare quotidiano del Sud che nell'inchiesta diventa “lingua”. I contaQuella di Scotellaro è un'opera densa di contenuti polemici
dini di Scotellaro comunicano più di quanto dicono e il loro “parprofondamente calata nel sociale a testimonianza di una conlare” diventa un vero e proprio flusso di coscienza che rompe gli
dizione atavica di sfruttamento e di miseria; nei suoi versi
argini per immergersi nella realtà della vita:
vivono i miti ancestrali della sua terra, emergono i fantasmi del
“...siamo entrati in gioco anche noi
passato, come il brigantaggio, a sostenere una dura e amara
con i panni e le scarpe e le facce che avevamo...”
rivolta contro le ingiustizie sociali, una disperata reazione a
Biografia
quella miseria che ancora abbrutisce e sconfigge i “poveri” del
Nasce a Tricarico, provincia di Matera, nel 1923. Iscrittosi al Partito
Sud. Si sente palpitare la vita reale di una regione, di un censocialista, fu Sindaco del suo paese nel 1946 e nel 1948, partecipò con
tro rurale con i paesani che al mattino vanno nei campi ancoi braccianti all'occupazione delle terre, coinvolse la popolazione nella
ra assonnati, ireduci e i disoccupati brontolano e si agitano
soluzione dei problemi comunitari come la costruzione dell'Ospedale
nella loro forzata inerzia esistenziale. Nei suoi
Civile nel 1947. Per un'ingiusta accusa di peculato da parte dei suoi
scritti al dato autobiografico si lega una selezione sofferta e
avversari politici, fu processato e condannato, liberato dopo due
realisticamente oggettiva di frammenti socialmente e politi- N.Rockwelll, Libertà di parola, 1943
mesi di carcere, quando venne riconosciuta la sua innocenza, uscì
camente scottanti di vita meridionale, così come si rivela la
duramente provato da questa esperienza tanto da abbandonare il
partecipazione intensa del poeta a quel mondo che, attraverso il racconto paese e la militanza politica. Per interessamento degli amici, fra cui Carlo Levi,
diretto delle esperienze personali dei contadini, con un linguaggio scabroso, ottenne un posto nell'Istituto Agrario di Portici, dove morì prematuramente nel
genuino, istintivo trasmette quell'energia trasgressiva, immediata che solo il 1953. Tutte le sue opere, rimaste in gran parte incompiute, furono pubblicate
parlato popolare può comunicare. Il percorso letterario di Scotellaro è il postume a cura di Carlo Levi: “L'uva puttanella”, “Contadini del sud”,
documento della condizione dell'uomo che si forma come tale, come perso- “Margherite e rosolacci”, “E' fatto giorno. 1940-1953”.
na, insieme ad un mondo subalterno che prende cognizione di sè, si esprime
Modesta Corda
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