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3°Zadankai 05 febbraio 2015

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3°Zadankai 05 febbraio 2015
TRATTO DAL NUOVO RINASCIMENTO N° 385/521!
15 GENNAIO 2015
ZADANKAI
L’importanza della Gratitudine
di Tamotsu Nakajima
«Il mio maestro, Josei Toda - scrive il presidente Ikeda - mi disse una volta: "Dobbiamo provare riconoscenza eterna verso quanti hanno fatto del proprio meglio per kosen-rufu, dedicando la vita allo sviluppo della Soka Gakkai. Il loro nome non dovrà essere dimenticato. Questo, Daisaku, è lo spirito della
Gakkai e la nobile essenza del Buddismo che pratichiamo» (NR, 384, 3). Nel Buddismo la gratitudine è
una disposizione d'animo fondamentale: senza di essa è difficile rispettare gli altri. Tutti i nostri compagni e compagne di fede si stanno dedicando con sincerità allo sviluppo di kosen-rufu, per questo dovremmo rispettarli come Budda, offrendo loro sostegno e incoraggiamento, proprio come è scritto nel
Sutra del Loto: «Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo Sutra, dovrai alzarti e salutarla da
lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 435).
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TRATTO DAL NUOVO RINASCIMENTO N° 385/521!
15 GENNAIO 2015
La gratitudine dovrebbe essere costantemente coltivata dentro di sé: prima di tutto - come scrive il
Daishonin - rivolgendola ai propri genitori, fino ad arrivare ad apprezzare ogni situazione e ogni persona. Anche quelle persone molto differenti da noi o che ci creano qualche difficoltà: esse in realtà ci
permettono di migliorare noi stessi e di valorizzare i lati positivi di ciascuno. Le esperienze degli altri in ogni caso - ci consentono di arricchire la vita e di progredire sempre più. Il principio di origine dipendente (engi in giapponese), che esprime l'interconnessione tra tutte le cose, insegna che maggiore è
il rispetto per gli altri, maggiore lo splendore della nostra stessa vita. Come succede nella rete di Indra,
dove ogni gioiello diventa più luminoso riflettendo la luce degli altri. Parlare di rispetto è facile, ma nella realtà è difficile mantenere sempre un costante apprezzamento per tutti, pur sapendo bene che per
realizzare la pace è essenziale continuare a dialogare con ogni singola persona e rispettarsi l'un l'altro, al
di là delle differenze. Il 18 novembre del 1930 - sono passati ormai settantasette anni - il nostro primo
presidente, Tsunesaburo Makiguchi, insieme al suo discepolo Josei Toda, fondò la Soka Gakkai, per portare avanti il grande voto del Budda di rendere felice ogni persona. Dopo la morte del suo maestro, avvenuta il 18 novembre 1944, anniversario della fondazione della Soka Gakkai, Toda dichiarò che senza
Makiguchi e la Soka Gakkai lo spirito originale del Daishonin sarebbe andato perduto. Questa è una
realtà innegabile, confermata ogni giorno dai tanti uomini e donne, giovani e adulti, che si dedicano a
diffondere il Buddismo in tutto il mondo, mostrando la prova concreta della pratica buddista. Per questo è necessario mantenere sempre una profonda gratitudine nei confronti della Soka Gakkai, dei suoi
tre presidenti e di tutti i più anziani nella fede che da tanto tempo, senza stancarsi mai di incoraggiare
gli altri e di propagare l'insegnamento del Daishonin, si stanno dedicando alla realizzazione di kosen-rufu mostrandoci con il loro esempio quanto sia importante continuare «a parlare apertamente agli altri
degli ideali e dei principi del Buddismo di Nichiren Daishonin, che ci insegna che lo scopo più alto a cui
aspirare è l'ottenimento della Buddità» (NR, 384, 4).
Valutiamo se nella vita quotidiana ci comportiamo come ci sta
insegnando il presidente Ikeda, ricordando il rispetto e la gratitudine
verso ogni persona. Tutti noi siamo sostenuti dal Daimoku di tante
persone, perciò è importante nutrire profonda gratitudine
Vorrei riconfermare alcuni punti fondamentali della nostra attività, ricordando innanzitutto l'importanza di praticare il Buddismo esattamente come ci insegnano Nichiren Daishonin e i nostri maestri Makiguchi, Toda e Ikeda. Non basta leggere le loro guide, occorre metterle in pratica. Ciò che studiamo o
leggiamo deve diventare il nostro comportamento, altrimenti non serve. Riflettiamo bene su come recitiamo Daimoku, come e quanto facciamo shakubuku, come ci prendiamo cura del Gohonzon nelle
nostre case. Valutiamo se nella vita quotidiana ci comportiamo come ci sta insegnando il presidente
Ikeda, ricordando il rispetto e la gratitudine verso ogni persona. Tutti noi siamo sostenuti dal Daimoku
di tante persone, perciò è importante nutrire profonda gratitudine. Controlliamo anche se dentro di
noi c'è il desiderio di creare unità e se non abbiamo sentimenti di rancore verso altri praticanti. In un
recente messaggio sensei scrive: «Chiedo a ognuno di voi di continuare a rispettarvi e lodarvi l'un l'altro
per i vostri sforzi»; solo così possiamo realizzare itai doshin. Siamo nati come Bodhisattva della Terra,
insieme al presidente Ikeda, per far rinascere la speranza e il coraggio in tutti. Come scrive sensei nell'ultimo editoriale: «Il Sutra del Loto spiega che il numero delle persone guidate da ogni Bodhisattva
della Terra "è incalcolabile, come le sabbie del Gange". Tutte quelle persone con cui abbiamo intessuto
legami karmici sin dal tempo senza inizio sicuramente emergeranno. È giunto il momento di chiamarle
con voci piene di convinzione, e di compiere insieme, senza rimpianti, la nostra grande missione in questo mondo» (NR, 520, 5). Se pensiamo: «È difficile, non ce la faccio...», allora non ce la facciamo, ma se
decidiamo: «Io posso farlo!», riusciamo a tirar fuori dalla nostra vita la potenzialità del Budda. Se nutriamo la convinzione che "siamo uguali al Budda", allora non c'è nulla di impossibile. Dipende tutto
dalla forza della nostra decisioneVorrei riconfermare alcuni punti fondamentali della nostra attività,
ricordando innanzitutto l'importanza di praticare il Buddismo esattamente come ci insegnano Nichiren
Daishonin e i nostri maestri Makiguchi, Toda e Ikeda. Non basta leggere le loro guide, occorre metterle
in pratica. Ciò che studiamo o leggiamo deve diventare il nostro comportamento, altrimenti non serve.
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