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La “malattia misteriosa” delle donne – ENDOMETRIOSI

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La “malattia misteriosa” delle donne – ENDOMETRIOSI
3
S
in alute
La “malattia misteriosa”
delle donne
Proprio così viene definita l’endometriosi nel sito internet dell’Associazione Italiana Endometriosi.
Malattia misteriosa in quanto poco conosciuta, ma più diffusa di quanto si può credere e tale da influire
pesantemente sulla qualità della vita. Spesso chi ne soffre si porta dietro per anni questo malanno senza
potergli dare un nome, o si rassegna alle sue conseguenze ritenendolo un male inevitabilmente collegato
alla femminilità. Ma qualcosa si può fare: diffondere le informazioni sulla malattia e soprattutto ridare la
speranza alle donne malate. Perché con le terapie adatte vivere meglio è possibile.
ENDOMETRIOSI
E’
una malattia “sommersa”:
si calcola che ne soffra
dal 10% al 17% delle
donne in età fertile, ma
l’informazione su di essa
è ancora poco diffusa. Stiamo parlando
dell’endometriosi, un disturbo dovuto
alla presenza di endometrio (il tessuto
che riveste internamente la cavità uterina) in parti del corpo diverse dalla sua
sede naturale.
Seguendo le variazioni del ciclo ormonale femminile, ogni mese l’endometrio
aumenta di spessore e poi, a meno che
non sia avvenuto il concepimento, si
sfalda dando luogo all’emorragia mestruale. Per questo motivo anche i sintomi dell’endometriosi sono legati al ciclo mestruale: le cellule dell’endometrio che si trovano fuori dalla loro sede
si comportano infatti come quelle collocate dentro l’utero: aumentano di volume e si sfaldano ciclicamente, provocando un sanguinamento interno. In tal
modo, nelle parti del corpo interessate
dal fenomeno si generano ristagni di
sangue che causano infiammazioni, dolori e formazione di tessuto cicatriziale.
L’endometriosi può essere interna se le
cellule “vagabonde” si trovano nello
strato muscolare dell’utero anziché nella sua cavità; si parla invece di endometriosi esterna quando le cellule sono lo-
calizzate in altri organi: può trattarsi del
peritoneo pelvico, delle ovaie, della vescica, dei legamenti uterini, ecc. (endometriosi esterna pelvica) oppure il fenomeno può interessare la vulva, le cicatrici di interventi chirurgici, i polmoni,
l’appendice, ecc. (endometriosi di specifici organi o tessuti).
A seconda della localizzazione del tessuto endometriosico le conseguenze
possono essere anche gravi: dalla rottura delle formazioni cellulari atipiche
(con rischio di diffusione del tessuto ad
altre aree), all’ostruzione intestinale, ai
disturbi vescicali, alla formazione di
aderenze dolorose.
Raramente l’endometriosi è localizzata
in una sola sede: spesso, infatti, l’endometrio può essere rinvenuto in più tessuti od organi contemporaneamente.
Nel 75-80% dei casi la malattia si manifesta con sintomi quali dolore pelvico
(che può essere anche molto intenso e
che tende col tempo a cronicizzarsi,
con fasi acute in concomitanza con
l’emorragia mestruale), dolore durante i
rapporti sessuali, presenza di sangue
nelle feci o nelle urine, affaticamento
cronico, gonfiore addominale, disordini
autoimmunitari, diarrea e/o stitichezza;
non ultimo, va citato il problema
dell’infertilità/sterilità, che si presenta
nel 30-40% dei casi e che spesso è il
motivo per cui viene avviato l’iter medico che porta alla diagnosi di endometriosi.
Nel 20-25% dei casi, però, la malattia
decorre in modo asintomatico, e viene
quindi scoperta casualmente dal ginecologo o addirittura non viene riconosciuta per anni o per tutta la vita. Bisogna inoltre ricordare che, trattandosi di
un disturbo ancora relativamente poco
noto, spesso anche le donne che presentano sintomi dolorosi di una certa
importanza non si rivolgono al medico
per accertamenti, convinte che si tratti
di inevitabili conseguenze del ciclo mestruale.
Per la diagnosi dell’endometriosi la visita ginecologica è necessaria ma non
sufficiente: occorrono infatti altri accertamenti quali l’ecografia pelvica transvaginale, la rettocolonscopia, l’urografia, la risonanza magnetica nucleare, la
TAC e la ricerca di particolari marcatori
ematici.
La certezza diagnostica si raggiunge
però sempre con una laparoscopia
esplorativa, un piccolo intervento chirurgico che mediante strumenti sofisticati quali le sonde a fibre ottiche permette di esplorare l’addome della paziente per rilevare la presenza e la collocazione delle lesioni endometriosiche.
Queste indagini sono molto importanti
anche ai fini della terapia: infatti alcune
patologie (ad esempio il cancro
dell’ovaio) possono presentarsi con gli
stessi sintomi dell’endometriosi, ma
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