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Editoriale RICORDARE TARTINI E GLI ALTRI?
MARZO - APRILE 2012 NUMERO 2 ANNO XXII FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO Editoriale RICORDARE TARTINI E GLI ALTRI? Il violinista piranese La statua realizzata da Antonio Dal Zotto (foto: Franco Viezzoli) di Kristjan Knez G iuseppe Tartini è un nome noto, non ha bisogno di presentazioni, la sua eredità musicale è patrimonio dell’umanità e vi sono estimatori in ogni angolo del globo. Sulla sua origine più di qualcuno ha preso delle cantonate; candidamente, e in malafede, si è scritto di un inverosimile matrimonio tra il padre fiorentino, Giovanni Antonio, e la madre “slovena”, Caterina Zangrando. Queste “perle” si aggiungono alle fervide menti risalenti alla fine del XIX secolo, soprattutto tra i Croati, i quali consideravano il violinista nientemeno che un loro connazionale, presentato come Tàrtina, Tartić e così via, considerazioni che i coevi giornali italiani istriani commentarono con sdegno, oltre che con ilarità. Se il Maestro delle Nazioni, giustamente, ha l’attenzione che merita, non possiamo dire lo stesso per innumerevoli altri illustri Piranesi che si sono distinti nei più diversi ambiti. Sono semplicemente dimenticati alla stregua di tante pagine di storia, ignorate e relegate all’oblio. Nella nostra città vide la luce, tra gli altri, il poeta secentesco Marco Petronio Caldana, giurista e cavaliere di San Marco. Quanti sanno che questi, nel 1687, nel pieno della sua maturità, dette alle stampe il poema latino Clodias, dedicato a Luigi XIV, il re Sole? Pirano ha dato poi i natali a tantissimi altri benemeriti, completamente ignorati nell’odierna città. Il ricordo di due podestà intraprendenti come Pier Felice Gabrielli o Domenico Fragiacomo è avvolto nella nebbia più fitta, così come nessuno presta la dovuta attenzione agli illustri nostri concittadini che dettero un contributo importante. Uno per tutti, come non rammentare il conte Stefano Rota, erudito, fine latinista e primo ordinatore dell’antico archivio municipale, scrigno di patrie memorie. In più occasioni abbiamo ribadito che, salvo le iniziative promosse dalle istituzioni della comunità italiana, le quali, essendo legate al territorio, hanno una sensibilità diversa nei (continua a pag. 2) pg. 2 La nota L’anniversario tartiniano accolto tiepidamente dal Comune. Un’occasione mancata. Luciano Monica pg. 10-15 Tartini 320° Anniversario supplemento dedicato alle iniziative dedicate al grande Piranese. La comunità italiana ha ricordato degnamente il violinista con una serie di appuntamenti di qualità. Kristjan Knez, Bruno Fonda, Daniela Sorgo e Luciano Monica pg. 16-19 SPECIALE San Giorgio 2012 Ricco programma in onore del patrono cittadino. Rievocata la tradizione salinara. Daniela Sorgo e Kristjan Knez confronti del passato, della tradizione e della cultura espressa da quest’angolo istriano, poco o nulla viene proposto dal cosiddetto popolo di maggioranza. Eppure quel retaggio, incluso il patrimonio urbanistico, architettonico e artistico – compresi i quadri “contesi” – della città non dovrebbe interessare solo la componente italiana, bensì dovrebbe essere considerato da tutti coloro che la abitano e/o l’amministrano. Significherebbe rispettare, valorizzare e riconoscere l’origine di quello che esiste e che è il prodotto genuino dell’ambiente che l’ha prodotto. Se non si è in grado di fare questo non ha alcun senso reclamare quella parte dei tesori piranesi sottratti nel corso del secondo conflitto mondiale per sistemarli in luoghi più sicuri. Non ci illudiamo che in altre parti la situazione sia migliore. Ricordo che nella stessa Trieste il bicentenario dalla nascita di Pietro Kandler, storico, archeologo ed erudito di spessore, pas- sò pressoché inosservato. Nessuno prestò attenzione ad uno dei suoi figli migliori. Malgrado quell’amnesia non possiamo dire che la città di San Giusto lo abbia dimenticato: dal busto presente nel giardino pubblico, alle targhe, dall’esistenza di una via a lui intitolata all’edizione anastatica di buona parte delle sue opere principali, sempre richieste, i Triestini non possono essere proprio rimproverati. Da noi, invece, la situazione è alquanto diversa. Accanto al completo disinteresse, nel centro urbano i riferimenti alla storia piranese sono assenti, sembrano inesistenti. Non vi è un’insegna – eccetto quelle relative ai monumenti – tantomeno una via dedicata alle personalità locali. Il repulisti del secondo dopoguerra ha cancellato i riferimenti presenti nello stradario cittadino, sostituendolo completamente. Parecchi personaggi altresì non dovevano essere neanche menzionati, specie se furono sostenitori dell’italianità e/o dell’unione all’Italia. Rappresentavano una sorta di divieto sacrale. Perciò non poteva esserci spazio né per Vincenzo de Castro – la scuola italiana dai primi anni Novanta del secolo scorso porta proprio quel nome e nel 2007 ha affiancato quello di Diego de Castro, altro insigne piranese, uno dei maggiori intellettuali del Novecento istriano – né per Marco Tamaro ed altri. Quel ripudio da parte del precedente sistema è comprensibile; l’ostracismo, però, non era applicato esclusivamente a quanti erano stati politicamente attivi e avevano manifestato posizioni diametralmente opposte, interessò tutto e tutti. Anche la via dedicata a Cesare Dell’Acqua, pittore di fama internazionale che in Belgio trovò la sua seconda patria, che lo scorso autunno abbiamo degnamente ricordato, per fare un esempio, scomparve. Con quei gesti calò l’oscurità e la memoria storica avrebbe iniziato progressivamente ad assottigliarsi, impoverendo tutti. LA NOTA S ono da poco passate le diciannove e trenta quando esco da casa. Appena fuori, vengo attraversato da un’aria gelida e frizzante. È il solito borino che, a ogni stagione, cambia le carte in tavola: se sta piovendo, porta l’asciutto, se splende il sole, porta frescura, se fa freddo, lo trasforma in gelo. In questo periodo di aprile, e mi ricordo il concerto di venti anni fa per il trecentesimo, quando scende dal Nanos verso la costa, ti trafigge con la sua sferzata improvvisa perché sei meno vestito. Il sole invitante dei giorni precedenti, oltre a svegliare la natura togliendola dalle sofferenze del duro inverno appena passato, convince gli uomini a svestirsi irrispettosi della saggezza popolare che sentenzia “aprile non ti scoprire”. Dal vicolo di casa mi avvio verso Piazza Tartini per poi salire verso la chiesa di San Francesco. Lungo il breve percorso saluto persone conosciute, osservo la piazza e il brulicare di individui. L’orecchio mi dice 2 di Luciano Monica che sono turisti: sento parlare lo sloveno di altre zone del Paese, il tedesco ma anche molto italiano del quale distinguo flessioni di siciliano, di emiliano, di veneto. Sopra di loro, sul piedistallo, Giuseppe Tartini si pavoneggia per farsi conoscere. È il suo trecentoventesimo compleanno e la Comunità degli Italiani a lui intitolata, insieme alla Comunità autogestita della nazionalità italiana del comune, hanno allestito per lui tutta una serie di manifestazioni: un vero e proprio “Omaggio”. Il concerto delle venti nella chiesa francescana è l’ultimo atto dopo una intera produzione a lui dedicata fra laboratori, mostre e concerti. La Comunità si è impegnata da bel principio; non si può dire altrettanto del Comune. Peccato perché questo suo poco impegno è sintomatico di poca sensibilità verso il personaggio più celebre che la millenaria storia di Pirano possa ricordare con orgoglio. Sono passati molti decenni ormai da quando la grande maggioranza degli abitanti di Pirano, italiani per lingua, cultura e cittadinanza, hanno lasciato il “borgo natio” e ancor sempre annusiamo nell’aria qualche folata di stantio, di incancrenito che guasta l’atmosfera toccando anziani ma anche giovani ignari della storia cittadina. Questi, spesso, frenano iniziative e attività nel segno del recupero e dell’affermazione delle tradizioni culturali del territorio. Peccato perché il Comune potrebbe avere un ritorno d’immagine notevole se fosse in grado, partendo dalla volontà di farlo, di promuovere se stesso attraverso il nome di colui che più lo rappresenta. Gli esempi del genere non mancano. Peccato perché gli enti turistici e le agenzie, le grandi aziende alberghiere, di questo simbolo non sanno che farsene. Peccato perché coloro che si impegnano sul fronte del recupero dell’eredità culturale e delle tradizioni del territorio, spesso, dimenticano di collocare nel contesto personaggi ed eventi proponendo forzature insulse se non ridicole. Sono oramai le otto di sera. Da un quarto d’ora sono seduto in prima fila dei banchi della chiesa e, ogni tanto, mi giro indietro. È tanta l’attesa per questo concerto e vorrei vedere la chiesa piena. Tanto è stato l’impegno dei dirigenti dell’ente e dell’associazione degli Italiani di Pirano. Notevole è stato l’impegno dei soci collaboratori volontari. Sarebbe giusto per loro un pienone a riconoscimento di lavoro e tempo dedicato alla Comunità. Alle otto e cinque inizia il concerto. Mi giro per l’ultima volta: in chiesa non ci sono più posti a sedere e molte persone stanno in piedi. La presentatrice e il presentatore in costumi settecenteschi annunciano l’inizio del concerto. Il suono dell’organo sbatte sulle pareti e entra, soffice, nelle nostre orecchie. Solisti vocali, strumentali e coristi si alternano in un crescendo di voci e di suoni. Siamo tesi come le corde della viola di Francesco Squarcia, ospite d’onore. È un trionfo di emozioni. Il resto non conta. DEDICATO ALLE DONNE LA RICORRENZA DELL’8 MARZO AL TEATRO TARTINI C arissime amiche, non vorrei in questa particolare occasione perdermi in lunghi e sterili discorsi che lasciano il tempo che trovano. Se lo faccio, fermatemi subito, perché possa cambiare ritmo. La giornata internazionale della donna, comunemente definita Festa della donna, nasce per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Nel corso degli anni si è perduto forse il vero significato di questa ricorrenza. La maggior parte delle donne occidentali, approfittano di questa giornata per uscire con le amiche e concedersi una serata diversa ed i commercianti ne approfittano per sfruttarne le potenzialità commerciali. Ed è per questo forse che molte rifiutano oggi il cliché proposto della donna dalla società moderna e per anni hanno smesso di riconoscersi in questa giornata. Ma le condizioni che ne fecero una giornata di lotta, non sono state rimosse ed ancora la donna è troppo spesso ultima tra gli ultimi. Credo pertanto sia necessario riappropriarsi di questa giornata, di farla diventare un momento di riflessione e di confronto, di farla durare 365 giorni l’anno e non un solo giorno... il tutto non per superare lotte tra i sessi, ma per rinnovare le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la sopraffazione e la violenza e credono nella pace e nella solidarietà umana. Questo, per non dimenticare, come breve prefazione, il valore intrinseco di questa ricorrenza. Vorrei ora, se mi permettete continuare e concludere con alcuni pensieri miei e non, proprio sulla donna e sulla sua giornata: Donna! per te hanno combattuto altre donne Per i tuoi diritti per i nostri diritti Con forza e determinazione con un credere grande “la nostra libertà e dignità”, Con un volere immenso di diritti e uguaglianza Folgorati in quel maledetto 8 marzo di molti anni fa, ci hanno reso Continuando, prima di concludere Buon otto marzo a tutte le donne.... che ogni giorno urlano in silenzio, a quelle che non possono vivere la propria femminilità, alle donne che dedicano la loro vita alla famiglia ed alla cura degli altri, alle donne intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie... E per finire ed iniziare allo stesso tempo: Che questo giorno diventi il primo di tanti giorni in cui il rispetto per Voi donne sia globale in tutto il mondo ... e per 365 giorni all’anno. Perché se c’è rispetto, non ci sarebbero nemmeno violenze. Spazio anche per il “morbìn” Il gruppo filodrammatico ha proposto una divertente scenetta pari diritti ed il dono della dignità..... Nel festeggiare ricordiamoci di loro! Un’altra dal tono più intimo e profondo: Infiniti auguri a te Donna. A Voi che siete ossigeno del mondo A voi che siete il sale della vita, i fiori più preziosi nei giardini più belli... semplicemente Donne, meravigliosamente uniche. Tu sei figlia, tu sei mamma tu sei nonna, tu sei passione, dolore, intrigo, gioia ed amore. Tu sei donna. ed ancora La mimosa è il fiore che più assomiglia ad una donna: lo guardi ed è bello, ma se vuoi davvero apprezzarlo ne devi sentire l’essenza ed il profumo. E vorrei concludere veramente questa mia breve performance, ricordandovi che tantissime sono le opere letterarie, poetiche, cinematografiche e teatrali che parlano della donna e della sua reale ed attuale situazione, in paesi come l’Afghanistan, l’Arabia Saudita, il Sudan, ma anche da noi, che ci reputiamo paesi democratici e civili, dove molte donne cercano di sopravvivere alle violenze familiari ed in molti casi, per nascondersi in una società ancora moralista e pettegola debbono ricorrere a coperture, ad espedienti, a vite parallele, fatte da porte comunicanti o chiuse a chiave. Ed ecco perché è necessaria, nel contesto della sua delicatezza e della sua capacità di sapere amare, oggi forse più che mai, la sua determinazione, la capacità delle donne di vincere attraverso la pazienza, la perseveranza, la ricerca costante di Se, l’affermazione del proprio diritto di esserci nel mondo, in una società, ieri come oggi, dominata dalla forza virile, e, in seconda istanza da certa femminilità soggetta e sdolcinata. La donna vince nello stesso momento che persegue questo sogno, giorno dopo giorno, rendendolo realtà: non un sogno di potere, ma un sogno d’amore, che è la forza della vita. Ancora Auguri a tutte Voi! Bruno Fonda 3 Folto pubblico all’Auditorio di Portorose LA “PARENZANA” MOSTRA DI GIULIO RUZZIER PER RICORDARE I 110 ANNI DALL’APERTURA DELLA LINEA L o scorso 17 marzo, nella ragguardevole sede dell’Auditorio di Portorose, alla presenza di un numeroso pubblico, è stata inaugurata la mostra dei dipinti realizzati da Giulio Ruzzier dedicati a la “Parenzana”, la storica linea ferroviaria a scartamento ridotto. Frammenti e miniature di storia su una delle ferrovie forse più discusse e pubblicizzate oggi da parte non solo del popolo di minoranza, ma anche da quello di maggioranza, che con varie iniziative ha inteso testimoniare l’importanza ed il significato civile ed umano di questo tracciato ferroviario, che univa Trieste a Parenzo ed oggi idealmente l’Italia, la Slovenia e la Croazia. Molto breve ed effimera è stata la sua storia e la durata nel tempo di questa interessante ferrovia, che lungo il suo tragitto poteva essere superata in velocità da un uomo con la sua bicicletta. Tanto è stato scritto su di essa, tantissime le storie che si raccontano. È parte del nostro bagaglio di tradizioni. È parte integrante della nostra storia, frammento anche questo della nostra presenza su questo territorio. Come araba Fenice abbiamo cercato di farla rivivere ed in parte ci siamo riusciti, se non altro evidenziando il suo percorso, il suo tragitto, le sue 4 peculiarità (come dimostrano le bellissime e particolareggiate immagini del nostro Giulio Ruzzier), anche se la stazione di Santa Lucia, i cui resti con incuria e negligenza sono stati dispersi e perduti per sempre. Un delitto, un tentativo di oblio, sul corpo martoriato delle nostre genti, risultato dell’indifferenza e del disinteresse di chi invece dovrebbe avere a cuore la storia di questa regione. Così anche la “Parenzana”, come tantissime altre testimonianze ormai scomparse, sono parte del nostro corpo minoritario, sono atomi della nostra storia, di una realtà culturale ed umana, presente nel tessuto più profondo di questo territorio: segno inconfondibile di una presenza importante, significativa e fondamentale. La mostra di Giulio Ruzzier intende essere un ulteriore ed importante apporto a rimembrare questo nostro passato e a non dimenticare ed ignorare questo frammento della nostra storia. Bruno Fonda Dipinti che desiderano documentare Giulio Ruzzier ha riprodotto tutte le stazioni della linea ferrovia Trieste-Buie-Parenzo, ne proponiamo alcune Il gruppo di pittura della CI “Giuseppe Tartini” COLORE E CREATIVITÀ CRONACA DI UN’INTENSA ATTIVITÀ P ure il 2011 è volato via e come di consueto si fanno i resoconti di quello che c’è stato di importante nell’anno trascorso. A dire il vero, noi della CI di Pirano, iniziamo le nostre attività con l’apertura dell’anno scolastico, dopo la pausa estiva. In quest’inizio di stagione, come negli anni precedenti, il gruppo di pittura della CI “Giuseppe Tartini”, si è impegnato partecipando alle manifestazioni organizzate dal sodalizio in ambito comunale. La prima uscita c’è stata già a settembre in occasione delle Giornate del patrimonio culturale europeo che, oltre alla varietà di prodotti esposti sulle bancarelle, ha visto esposti numerosi dipinti sul tema del paesaggio realizzati dal nostro gruppo di pittura. La seconda uscita è avvenuta per la festa comunale quando sono state esposte nature morte con elementi “alimentari”, in armonia con quanto preparato dal gruppo Odori e gusti de casa nostra che ha allietato il palato dei passanti. I dipinti sono stati esposti al pianterreno di Casa Tartini, visto il vento all’esterno, un borino che avrebbe messo le ali alle nostre tele. Per l’inizio di novembre i pittori si sono cimentati sul tema dei cachi, questa volta su maxi formati in previsione della mostra alla galleria dell’hotel “Svoboda”. L’allestimento della mostra è stato eseguito dai pittori stessi con l’approvazione del responsabile, il critico Dean Mehmedovič. Il Artisti all’opera Alcuni dei membri del gruppo di pittura, guidato da Liliana Stipanov, all’ultimo piano di Casa Tartini gruppo di ceramica, guidato dalla maestra Apolonija Krejačič, ha esposto i propri lavori sul tema nella vetrina espositiva dell’albergo. L’inaugurazione della mostra ha avuto luogo il 7 novembre di fronte ad un folto pubblico e con la briosa presentazione della bruna animatrice e della bionda capo recepcion. L’evento è stato allietato dai brani musicali eseguiti dal gruppo vocale della nostra CI diretto da Milly Monica, pittrice oltre che musicista. Hanno esposto i propri dipinti: Wilma Zacchigna, Francesco Rosso, Bruno Bonin, Giulio Ruzzier, Jasna Bušič, Mario Benčič, Slavica Zdolšek, Lilja Schneider, Darja Zdolšek, Aurora Birsa, Jo- sipa Rakitovec e Roby Bassanese. Con tale manifestazione si è dato il via alla XI festa dei cachi di Strugnano che è proseguita con incontri e conferenze sul tema e con l’innalzamento del tendone che ha ospitato una moltitudine di visitatori da venerdì 11 a domenica 13 novembre. Sabato mattina i pittori sono stati impegnati nell’allestimento della mostra all’interno del tendone esponendo i quadri sul tema, di dimensioni inferiori rispetto a quelli dell’albergo. Alcuni hanno pure dipinto, dando vita al previsto laboratorio. La frequenza di pubblico è stata veramente elevata. Un altro incontro sociale, con folto pubblico, in cui i pittori del- la CI hanno esposto i propri lavori sul tema, quello della tradizionale Festa del vin che, la sera del 18 dicembre, ha colorato la parte esterna del ristorante “Pavel 2”, con dipinti sempre più fantasiosi. Con la suddetta manifestazione, durante la quale hanno trovato espressione pure gli altri gruppi di attività della nostra Comunità, si è concluso in bellezza l’anno solare. Numerosi e svariati impegni attendono i pittori nel nuovo anno. I dipinti per la presentazione del libro “I gatti di Pirano” e tanti altri ancora per ricordare e valorizzare gli anniversari della Parenzana, del tram ed altri. Tanto lavoro, impegno ed entusiasmo dei quali ringrazio tutti i pittori augurando e confidando su nuove e proficue collaborazioni. Liliana Stipanov 5 I pittori della CI “Giuseppe Tartini” incontrano il maestro d’un tempo UNA PIACEVOLE VISITA A TRIESTE DAL PROF. GUIDO LA PASQUALA, INSEGNANTE DI DISEGNO A PIRANO A casa del maestro d’un tempo Giulio Ruzzier con Guido La Pasquala In basso: L’insegnante di disegno tra Liliana Stipanov (a sinistra) e Wilma Zacchigna G ià da qualche tempo si parlava di come ci saremmo recati a far visita al prof. Guido La Pasquala. Egli era stato maestro di disegno di alcuni di noi che abbiamo frequentato la scuola di Pirano. Giulio Ruzzier ha riallacciato i rapporti col suo maestro già da qualche anno e gli ha fatto visita alcune volte. Pure Wilma Zacchigna ha seguito il suo esempio e gli ha fatto visita insieme ad Aurora, figlia del pittore Viktor Birsa con cui Guido La Pasquala aveva collaborato. Liliana Stipanov era entrata in corrispondenza col professore dopo che, grazie all’intercessione di Marino Bonifacio, aveva avuto in omaggio il libro di Guido La Pasquala con tanto di dedica. L’opera che è piena di disegni eseguiti dal professore, si trova nella mansarda di Casa Tartini e viene spesso consultata essendovi rappresentati molti motivi della Pirano di un tempo. Così il nome di Guido La Pasquala ricorre spesso nei discorsi dei pittori di Casa Tartini. Avevamo annunciato la nostra visita e il 23 febbraio siamo partiti verso Trieste. 6 L’accoglienza del professore è stata calorosa e la permanenza nello studio del suo appartamento è stata piacevolissima tanto che le quattro ore in cui siamo rimasti lì son volate via. Dopo uno scambio d’informazioni, idee ed opinioni, ci ha affascinati il racconto del professore che ci ha narrato come suo padre giovanissimo, era stato reclutato nella sua nativa Sicilia e spedito al nord, dove avrebbe dovuto, combattere contro chi non lo sapeva neanche lui. Nel primo dopoguerra il giovane Vincenzo si era ritrovato a fre- quentare anche i luoghi delle nostre terre, come Strugnano, dove aveva incontrato una giovane Giassi, quella che sarebbe poi diventata la madre di Guido. Terminata la guerra, Vincenzo, proprio come tanti altri, s’impiegò quale lavoratore nelle Ferrovie e come tale rimase a Trieste dove si sposò ed ebbe due figli di cui il secondogenito è Guido La Pasquala. Ma la storia continua e richiederebbe molte pagine per poter scrivere quanto ci ha raccontato quel pomeriggio il professore. Per i nostri amici lettori, può essere interessante sapere com’è che Guido La Pasquala è giunto a Pirano per rimanervi quindici anni durante i quali ha conosciuto la città, vi ha lavorato quale bibliotecario, cartellonista, restauratore e maestro. Sono stati gli anni della sua giovinezza e Pirano gli è rimasta nel cuore. Ma com’è che vi era giunto? Erano i primi anni ’40 ed era scoppiata la seconda guerra mondiale. Il padre di Guido era stato richiamato nuovamente alle armi e preoccupato per la famiglia, aveva pensato di metterla al sicuro durante la sua assenza. Così aveva scelto Pirano, dove c’erano i parenti della moglie. Fu così che dal grande condominio dei ferrovieri, dove erano vissuti fino ad allora a Trieste, si trasferirono in Carrara di Raspo, quando Guido non aveva ancora compiuto quindici anni. Ed è lì che imparò ad apprezzare la vita così com’è, quando uscì vivo da un bombardamento che aveva centrato la loro casa ed era rimasto illeso grazie alla testiera del letto che l’aveva protetto, anche se le gambe erano rimaste sotto le macerie. Fatti narrati con il sentimento di chi li ha vissuti e la maestria di chi sa raccontare. Qualche altro episodio della vita di questo interessante personaggio, ve lo potremo raccontare in altre occasioni. Come già detto, le ore son passate in fretta e raccolti i libri e i colori regalatici dal professore, ci siamo salutati con il proposito di rivederci, magari per una visita del maestro Giulio Ruzzier, nella sua vecchia Pirano. Wilma Zacchigna e Liliana Stipanov RICORDI DE PIRAN I TANTI I NEGOZI NELLE VIE DEL CENTRO URBANO ero picia, vivevo a Strugnan. Me zia Maria co la veva afari a Piran, la me cioleva co’ ela pe’ conpania. Se ‘ndava pe’ riva, se iera seca, se no pe’ Pasugo, se rivava senpre a Fiesso e ala Scala dei Ponti, e zo per Carara Granda. La prima botega a sinistra iera del marangon Cacela, ‘l faseva anca casse de morto. El iera sai conosudo. Più vanti a destra, la botega de sior Piero, visavì el bar Venesia. El paron, sior Remigio, viveva co’ un’ansiana zia e la molge, mi me piaseva perché cronpavimo de sior Piero pan e mortadela e ‘ndavimo de sior Remigio, fasevimo marenda co’ una bira, pe’ me zia e pe’ mi anca, ma un bicier picio. Se ‘ndava in Piasa de Silio Tamaro, iera un grando negosio, se cronpava stofe pe’ biancaria, e terlis pe’ braghe de canpagna. In Piasa de le erbe iera la becaria Fonda, in Portadomo iera Celestina la veva fili, cer- niere, poche stofe. Più vanti, in Ponta, iera ‘l torcio. Se portava le olie, se spetava pe’ portâ casa ‘l propio oio. In Portadomo iera anca una farmacia. In Piasa granda la cartoleria, la dela Rotonda (deso xe ‘l giardin) iera ‘l boteghin de loto e zornai, me cronpavo ‘l zornalin dei pici. Int’ela contrada de drento la farmacia de Fonda, in Piasa San Roco, la cooperativa operaia. Più vanti de fianco a destra dela cesa, la botega dela Saturnia. Se trovava botoni, fili, cerniere, cordele, astichi e altro. La iera una dona granda e cocola. Chi no se ricorda la granda Fiera in Riva in Ponta co’ la giostra? Co’ sucaro filado, busolà, pupe, piati e divertimento. Un altro avenimento co vegniva de Trieste l’Opera, iera tuto un fermento, le sarte piene de lavor, iera gara chi sarà più elegante. Deso basta, ma saria tante robe de contâ. Nella Nemec Piazza Portadomo Ove è situata la cisterna costruita nell’ultimo quarto del XVIII secolo (collezione di Josip Sobota) ATTENTI DA DOVE FOTOGRAFATE GLI STEMMI! LA CITTÀ È RICCA DI TESTIMONIANZE ARALDICHE, NON SEMPRE FACILMENTE RAGGIUNGIBILI V oglio raccontarvi di una piccola peripezia toccatami per riuscire a fotografare uno stemma sito in via Libertà che credevamo appartenere alla famiglia Fonda. L’illustrazione di questo sarebbe dovuta servire per la copertina dell’ultima pubblicazione di Marino Bonifacio sui cognomi del Comune di Pirano e dell’Istria. Trovandosi all’altezza del II piano ed essendo la via stretta, con davanti un intreccio di cavi che ne impediscono la ripresa, decisi di suonare alla porta della casa di fronte. Spiegata la necessità alla gentile signora apparsa sull’uscio di casa che mi accompagnò fino al terrazzino stretto dove erano stesi i panni, scattai un paio di riprese laterali e chiesi se fosse possibile farne qualcuna dalla finestra, dall’interno. Disse di sì ma capii ben presto il perché dell’espressione preoccupata apparsa sul suo volto buono. Nell’entrare, mi si parò davanti un ometto dalla faccia arcigna che mi Stemma attribuito a una confraternita È difficilmente riconoscibile in quanto lo scudo è privo di elementi araldici intimò “Sezuj se!” – che vuol dire “Scalzati!”. Mi aff rettai a togliermi i sandali e mi scusai ripetutamente cercando, con delle spiegazioni, di rabbonire il padrone e sperando che non se la prendesse con la donna che doveva essere sua moglie. Scattai due volte dalla finestra, mentre lui si distendeva sul divano dinanzi alla TV. Ringraziai, mi scusai nuovamente e me ne andai. Disegnai e dipinsi lo stemma rappresentante un leone rampante con la parte inferiore del corpo nascosta da uno scudo, sormontato da elmo e cimiero e circondato da nastri svolazzanti. Consegnai il disegno ma si constatò che non era quello lo stemma della famiglia Fonda e quindi bisognava rifare tutto. Mi guardai bene dal recarmi da qualche vicino per fotografare l’altro stemma ma per fortuna lo trovai nel libro di Rino Cigui dedicato al Corpo araldico piranese. Liliana Stipanov 7 Concorso riservato ai giovani NON ACCETTO FALSIFICAZIONI. LA MIA VITA È CREATIVA VI HANNO ADERITO NUMEROSE ISTITUZIONI DEL CAPODISTRIANO N el mese di febbraio la nostra Comunità ha aderito assieme al Teatro di Capodistria, le Gallerie costiere di Pirano, il Museo e l’Archivio regionali di Capodistria, la Biblioteca centrale “Srečko Vilhar” di Capodistria, la libreria Libris di Capodistria, il Centro per la cultura, lo sport e le manifestazioni di Isola, la Galleria Insula, la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, la Biblioteca civica di Isola e l’Auditorio di Portorose al progetto “Non accetto falsificazioni. La mia vita è creativa” al quale potevano partecipare tutti gli amanti delle arti inviando poesie, testi all’indirizzo [email protected] o consegnare lavori di pittura, scultura, fotografia, alla Galleria Meduza di Capodistria, entro il 29 febbraio. Nel corso del mese di febbraio la nostra Comunità ha dato spazio soprattutto alla creatività dei ragazzi, organizzando laboratori artistici PERCORSO DELLA MEMORIA E DELLA RICONCILIAZIONE INIZIATIVA DELL’UNIONE ITALIANA E DEL LIBERO COMUNE DI POLA IN ESILIO S abato 12 maggio 2012 l’Unione Italiana e il Libero Comune di Pola in esilio promuovono un percorso che intende rendere omaggio alle vittime degli opposti totalitarismi scontratisi in modo cruento in queste terre nella prima metà del secolo scorso. Si desidera ricordare quei tragici eventi in modo che divengano occasione di meditazione sulle offese e sulle ingiustizie che abbiamo 8 Natura morta Opera di Rihard Lobenwein, primo premio per le arti visive subito e su quelle che abbiamo inflitto, di pietas per le sofferenze nostre e di quelle altrui, di perdono e riconciliazione, di monito, affinché mai più abbiano a ripetersi. Gli organizzatori sono convinti che per farlo si debba in primis iniziare un cammino di riconciliazione tra gli Italiani rimasti e quelli esodati. Questo si snoderà in quattro momenti. Una rappresentanza di esuli e di appartenenti alla Comunità Italiana deporrà, con silenzioso raccoglimento, una corona di fiori e, senza discorsi ufficiali o proclami, pronuncerà unicamente una preghiera di pace. Il primo riguarderà il monumento eretto nel cimitero di Capodistria dalle Autorità slovene in ricordo delle vittime del regime comunista jugoslavo. Il secondo sarà al monumento di Strugnano in ricordo delle giovanissime vittime innocenti del 19 marzo 1921 per mano di alcuni fascisti. Il terzo sarà alla Foiba di Terli, in cui il 5 de l’Inventastorie presso la Scuola dell’infanzia “La Coccinella” di Lucia, un laboratorio di realizzazione di maschere e trucco di carnevale presso la scuola elementare “Vincenzo e Diego de Castro” di Lucia, mentre il 16 febbraio abbiamo presentato il saggio degli allievi del corso di chitarra in Casa Tartini. Il progetto si è concluso il 17 febbraio al teatro Tartini dove si sono esibiti i bambini del gruppo dei minicantanti della nostra Comunità con ospiti i minicantanti delle CI di Buie, Momiano e Visinada. Al concorso “Non accetto falsificazioni. La mia vita è creativa” hanno partecipato tantissimi di tutte le età e professioni. Congratulazioni vivissime a Rihard Lobenwein di Strugnano al quale è stato conferito il primo premio per le arti visive e a Lana Maria Bernetič premiata per la poesia. Maggiori informazioni sul progetto verranno pubblicate sul foglio “Gledga” e “Svetilnik”. Fulvia Zudič ottobre 1943 trovarono la morte molti civili innocenti tra cui alcuni antifascisti. L’ultimo sarà al Monumento di Montegrande eretto in ricordo degli antifascisti uccisi dai nazi-fascisti il 2 ottobre 1944. Il programma delle cerimonie è il seguente: 10.45: omaggio al Monumento alle vittime delle foibe al Cimitero di Capodistria; 11.30: omaggio al Monumento di Strugnano eretto a ricordo delle vittime del 19 marzo 1921; 16.00: omaggio alle vittime della Foiba di Terli nel Comune di Barbana; 17.00: omaggio al Monumento di Montegrande nella Città di Pola alle vittime antifasciste. LA FAMEA DEI SALINERI VISITA LE SCUOLE APPREZZATA PRESENTAZIONE PROPOSTA AI RAGAZZI L a scuola elementare slovena di Pirano ha nel suo programma educatico una settimana dedicata alle saline. Per valorizzare quest’iniziativa ci è stata chiesta la nostra presenza. Così, due di noi, Francesco ed io, abbiamo partecipato. La prima tappa era Pirano. Con tutti gli arnesi, creparie ed in costume ci siamo presentati nell’aula magna, dapprima agli alunni delle classi superiori e poi a quelli delle inferiori. L’insegnante di italiano ci ha chiesto di parlare in dialetto. Noi eravamo un po’ perplessi, pensando che nessuno ci avrebbe capito, invece abbiamo constatato che il nostro dialetto non era loro sconosciuto. Discutendo, poi, con gli insegnanti presenti, ci hanno detto che questa nostra dimostrazione sia degli arnesi sia il racconto della vita e del lavoro del salinaro e, soprattutto, della nostra parlata in dialetto aveva entusiasmato anche loro. È un aspetto della realtà piranese da non dimenticare. La seconda tappa era alla scuola periferica di Portorose. Quaranta bambini dalla prima alla quarta classe ci attendevano. A loro abbiamo raccontato in primo luogo come vivevano e cosa facevano i bambini du- rante tutta l’estate nelle saline. Incalzando i taperini e con il gavero in mano hanno da soli constatato quanto siano ingombranti questi arnesi. Quando abbiamo mostrato le creparie e detto che le bambine dovevano ogni mattina macinare l’orzo per fare il caffè, il macinino passava di mano in mano, perché tutti volevano vederlo. Abbiamo trascorso una mattinata davvero interessante. I bambini, con le loro ingenue espressioni, fanno sempre allegria. Giorgina Rebol LA FAMEA DEI SALINERI A “COLLEGHIAMO LE SALINE” HA SUSCITATO L’INTERESSE DEI PARTECIPANTI D opo il riposo invernale la famea si è messa in attività. Abbiamo partecipato alla tradizionale manifestazione “Colleghiamo le saline”, che si è svolta il 27 marzo e l’1 aprile. Già da anni, complice la grande numero di partecipanti, hanno dovuto dividerla in due giornate. La prima giornata era dedicata alla corsa, la seconda alla marcia. Durante il percorso, da Sicciole a Strugnano, i partecipanti avevano la possibilità di gustare i prodotti locali, infatti, lungo il tragitto erano allestite Folclore La “famea”, a una manifestazione, indossa gli abiti tradizionali e presentano gli arnesi usati nelle saline. In alto a destra: barche sulla spiaggia, dipinto di Giulio Ruzzier delle bancarelle con questi prodotti. Noi salinari, con i nostri costumi, con gli arnesi e con la carriola colma di sale, abbiamo offerto ai partecipanti il nostro prodotto. Data la massa di persone, non avevamo neanche il tempo di guardarci fra noi. Riempire i sacchetti e off rirli per noi era un piacere, ma quanta fatica! In queste due giornate abbiamo distribuito più di 2500 kg di sale. Tantissimi erano gli interessati a conoscere la vita ed il lavoro nelle saline, se realmente il sale che ricevevano era quello delle nostre saline. Questo sale così bianco e pulito, dal cristallo così piccolo e uniforme non poteva essere che quello. La fatica del lavoro non ci impediva di avere un sorriso per tutti e di raccontare l’interessante vita e lavoro delle saline. Giorgina Rebol PROVERBI DEL MAR A CURA DI GIULIO RUZZIER Chi vol navigar no devi ver paura dele onde. Chi va e torna fa bon viaso. Se in siroco xe scuro, sta in porto sicuro. Bon vento, bon mariner. Viasi longhi, guadagni pici, viasi curti guadagni grandi. Luna tressa, mariner in piè. Loda el mar e tiente ala tera. La barca xe per chi la naviga. El mar xe fachin dela tera. Cicio no xe per barca. In luio, rica la tera e povero el mar. A l’ora de note i caramai va nele grote. Luna piena, l’equipaio se remena. 9 Anniversario 320° S U P P L E M E N T O Il ricordo del virtuoso del violino e la sua valorizzazione TARTINI E PIRANO LA CITTÀ NON HA MAI DIMENTICATO IL SUO FIGLIO PIÙ ILLUSTRE Q uest’anno ricorre il 320esimo anniversario dalla nascita di Giuseppe Tartini, virtuoso del violino, una delle massime personalità culturali espresse da Pirano, che, grazie alla sua opera, è conosciuto in tutto il mondo. La città natale non ha mai dimenticato il suo figlio più illustre. Sull’area prima occupata dal mandracchio, interrato nel 1894, che divenne la principale piazza cittadina, due anni più tardi fu inaugurato il monumento dello scultore Antonio Dal Zotto, professore alla Scuola Superiore d’Arte Applicata di Venezia e successivamente all’Accademia. Questi nella città lagunare, poco più di una dozzina d’anni prima, aveva realizzato il monumento dedicato a Carlo Goldoni. Il 2 agosto 1896 quello spazio urbano si era riempito di una folla mai vista prima. Era l’omaggio dell’Istria a un importante musicista, come recita anche la scritta sul piedestallo. Fu una grande festa, le foto d’epoca e i resoconti giornalistici sono eloquenti. “L’Istria”, il settimanale parentino diretto da Marco Tamaro, dedicò all’evento un numero intero, quello dell’8 agosto 1896. E riporta, tra l’altro, anche il discorso del dott. Bubba, presidente del Comitato organizzatore. Questi davanti al numeroso pubblico esordì: Questa immensa esultanza di popolo acclamante all’immortalità del genio, questo grido di giubilo infinito che erompe da mille e mille petti, questo saluto di gloria che si espande in tanto diffusa armonia di luce e di colore, preludiano felicemente ad una festa della patria, in una festa dell’arte. Patria ed arte, nobilissimi concetti, a cui la vergine poesia di un popolo, sempre grande nelle sue spontanee estrinsecazioni, attinge forti ispirazioni di virili energie; - Patria ed arte, che oggi sono in sintesi geniale grandeggiano nel nome famoso di Giuseppe Tartini. I Piranesi prestarono poi particolare attenzione alle patrie memorie e nelle fattispecie s’impegnarono a curare e a salvaguardare le carte tartiniane e tutto ciò che era appartenuto al compositore, incluso il violino. 10 Nel 1876 la città ricevette in omaggio cinque volumi di manoscritti, dai fratelli Pietro e Domenico Vatta che li avevano ereditati, i quali decisero di donarli alla Biblioteca civica, curata amorevolmente e con disinteresse dal benemerito conte Stefano Rota. Quel patriottismo, che giovò grandemente alla valorizzazione della memoria storica e dei relativi documenti, fu manifestato anche nel corso Testimonianze importanti In alto: uno dei violini di Giuseppe Tartini custodito in una vetrina della Stanza ricordo A destra: il busto realizzato dallo scultore triestino Francesco Bosa (si ringrazia Franco Viezzoli per la gentile concessione delle foto) del secondo conflitto mondiale. Allorché nel 1944 una circolare invitava a preparare le casse con i materiali più importanti conservati all’archivio municipale, da asportare in modo da preservarli da eventuali danneggiamenti provocati dagli attacchi dell’aviazione alleata, il prof. Domenico Petronio decise, coraggiosamente, di eludere quella richiesta, murando le preziose testimonianze e i cimeli sotto lo scalone del palazzo comunale. I bauli contenevano: l’atto di dedizione del comune di Pirano alla Repubblica di Venezia del 1283, le maschere di gesso di Giuseppe Tartini e Vincenzo de Castro, sette incunaboli, ventisei cinquecentine, l’atlante di Pietro Coppo, gli statuti e le pergamene medievali e altri documenti concernenti la storia cittadina. Assieme ai manoscritti tartiniani furono salvati numerosi autografi d’uomini illustri e d’intellettuali della provincia nonché il violino del maestro, realizzato da Nicolò Amati verso il 1720. Se da un lato si volle conservare proprio a Pirano alcuni importanti tasselli della sua storia, quel gesto aveva concorso a danneggiare seriamente lo strumento musicale; a causa dell’umidità e delle condizioni inadatte in cui venne a trovarsi per un decennio, esso si sfasciò in 36 pezzi. Nel 1954 quei resti furono prelevati, le singole parti di legno furono asciugate e, successivamente, grazie all’interessamento del museo cittadino, ciò che rimaneva del violino fu affidato al prof. Maksimilijan Skalar, che, mediante un lavoro di restauro certosino, lo riportò all’antico splendore. Nel 1958 il prof. Miroslav Pahor, direttore del museo piranese, in un articolo scrisse che, considerato il materiale conservato da quell’istituzione, ma che non era in grado di esporre per mancanza di spazi, un’idea poteva essere proprio quella di costituire una collezione dedicata a Tartini all’interno della casa appartenuta alla sua famiglia. Il progetto prevedeva di mostrare al pubblico anche la mobilia d’epoca – ossia la camera matrimoniale del Nostro, in stile rococò della prima metà del XVIII secolo – che sino l’anno prima era conservata dalla famiglia Vatta nella villa a Strugnano, poi demolita. Il progetto non poté concretizzarsi; la raccolta tartiniana rimase nel Museo del mare di Pirano sino al 1986, dopodiché una parte fu trasferita nella stanza ricordo, costituita nel 1990, all’interno della casa natale del violinista a conclusione dei lavori di restauro della sede della locale Comunità degli Italiani, mentre i manoscritti passarono all’Unità di Pirano dell’Archivio regionale di Capodistria. La stessa è stata allestita al mezzanino del primo piano, all’interno dell’alcova, in cui vi sono interessanti ornamenti a stucco. Essa contiene: la maschera mortuaria; il ritratto realizzato circa tre anni prima della sua morte, il cui autore, di scuola veneta, è sconosciuto; il violino, donato al co- “ ...Patria ed arte, che oggi sono in sintesi geniale grandeggiano nel nome famoso di Giuseppe Tartini ” mune nel 1888 dal prof. Petronio di Pirano; il busto in marmo di Carrara, realizzato nel 1842 dallo scultore triestino Francesco Bosa per conto del municipio nonché lo strumento per tracciare il pentagramma con il relativo astuccio, su quest’ultimo si legge la data del 18 giugno 1844 nonché una nota sul passaggio di questo oggetto, che, si suppone, era appartenuto al celebre virtuoso, dalle mani dell’ingeKristjan Knez gner Giovanni Fonda. Una grande festa Piazza Tartini gremita di persone il giorno dell’inaugurazione del monumento (2 agosto 1896). Alla manifestazione presenziarono le maggiori personalità politiche e culturali dell’Istria e di Trieste L’INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO A mezzogiorno tutti erano al loro posto: il podestà, il comitato, le autorità, le rappresentanze, le bande musicali coi cantori, circondati da una fitta siepe di popolo; dalle finestre, dai pergoli e dal sagrato di San Giorgio prospettante la piazza si mostravano gruppi di signore assomiglianti a mazzi di fiori. Il sole era al massimo suo fulgore. La campana maggiore del duomo dava l’ultimo suo rintocco del mezzodì, quando ad un cenno del presidente del Comitato prov., on Bubba, fra l’ansia generale, le tende che nascondevano il monumento caddero d’un tratto, svelando al pubblico la stupenda figura di Giuseppe Tartini. Fu un momento di generale commozione, che per pochi istanti trattenne persino l’applauso; ma quando le sette bande unite intuonarono l’inno all’Istria del maestro Giorgieri, da tutti i petti si sprigionò un lungo applauso di Viva Tartini! Viva l’Istria! Viva Pirano! – applauso che frenetico si rinnovò ad ogni ripetersi del motivo dominante nell’inno, mentre d’ogni parte si vedeva un turbinoso agitare di fazzoletti, di cappelli, di ombrellini. Tutti hanno parole di viva ammirazione per il capolavoro della statua, al cui posa originalissima, e il cui sorriso compiacente che sfiora sulle labbra quale risultato d’una mente che ancor pensa ed afferra, dopo una lunga meditazione, la de- siata meta, sono tutti ammirati, come un vero trionfo della più fina arte scultoria. Non si potrebbe meglio di così far parlare il bronzo! Ed è perciò che, dopo dello scoprimento, spontaneo e universale proruppe il grido di Viva Dal Zotto! – il quale, commosso, e trascinato a forza, dovette più volte affacciarsi all’ingresso della tribuna per ringraziare. Le bande musicali che suonarono unite l’inno dell’Istria erano quelle di Capodistria, Pola, Rovigno, Parenzo, Isola, Buie e Pirano. I quattro giovanotti che tagliarono le corde delle tende che celavano la statua rappresentavano i quattro clubs nautici della “Ginnastica”, della “Saturnia”, dell’“Esperia” e della “Pietas Iulia”. Appena scoperto il monumento, la gentil signorina Evelina Schiavuzzi – quella che ottenne testè il primo premio nel Conservatorio musicale di Vienna – depose a piedi della statua, fra gli applausi degli astanti, la ricordata bellissima corona d’argento che i Piranesi dimoranti a Pola offersero a G. Tartini. Non si poteva avere mani più gentili e meglio adatte a tanto ufficio! Quindi furono collocate agli angoli del monumento le corone di Pola e di Dignano ed altre offerte dalla Società Filarmonico-Drammatica, dal Circolo Artistico e dall’Americana di Trieste. [Le feste tartiniane a Pirano, in “L’Istria”, a. XV, Parenzo 8 agosto 1896, pp. 1-2] 11 Anniversario 320° S U P P L E M E N T O Personaggio di rilievo della storia piranese TARTINI, MAESTRO DELLE NAZIONI INIZIATIVA DI RILIEVO IN OCCASIONE DEL 320ESIMO DALLA NASCITA DEL VIOLINISTA Rievocazione in costume d’epoca “Tartini” brinda nella sua casa natale e offre dei dolci agli ospiti giunti da lontano (in basso) C arissimi amici di Tartini, nella qualità di vicesindaco della città di Pirano Vi porgo i saluti del sindaco, dottor Peter Bossman e i miei personali. Spoštovani, prijatelji Tartinija, dovolite mi da Vas ob današnji priložnosti vse prisrčno pozdravim v imenu župana občine Piran in v svojem imenu, kot podžupan. Si celebra il 320esimo della nascita del Maestro delle Nazioni, il piranese Giuseppe Tartini: Pirano, una città come tante altre della nostra costa, dove in ogni sua calle, in ogni sua piazza, in ogni sua via si respira la testimonianza culturale di un passato glorioso di storia e di cultura istro-veneta, che ha lasciato un’impronta indelebile nello scheletro civico ed umano di questa città: una atmosfera perme- 12 ata da architetture e presenze uniche, da personaggi del mondo dell’arte, della cultura, della musica, che lustro hanno offerto alla nostra città: segni inconfondibili di una presenza umana importante ed essenziale, come importante ed essenziale è stata ed è la figura del nostro Giuseppe Tartini: Maestro delle Nazioni. Tartini ha senza dubbio saputo acquisire dal punto di vista dell’espressione e del gusto musicale, ciò che mancava nel mondo di allora. Ogni qualvolta sentiva suonare con destrezza, ma senza anima, il maestro soleva dire: “Questo è bello. Questo è difficile, ma non parla all’anima”. Tartini è stato tanto grande come compositore, che come violinista: la sua musica reca, in generale, l’impronta e l’invenzione del genio e parla all’anima di chi l’ascolta; il canto è grazioso, vivo e pittoresco, l’armonia è melodiosa e semplice, sebbene dotta. Una figura importante ed essenziale nella panoramica musicale mondiale. E noi, suoi eredi, ne siamo orgogliosi: siamo orgogliosi che la nostra città abbia dato i natali al Maestro delle Nazioni. Siamo orgogliosi di far parte della storia culturale di questo paese e di sentire in noi scorrere la viva linfa di un passato di cultura, che ha saputo creare modi, maniere e forme; pensieri, passioni e glorie che mai nessuno potrà distogliere o annichilire. Ed è proprio sul rispetto di questi valori che si deve fondare l’anelito di tutela di una minoranza culturale e linguistica come la nostra. Che mai dovrebbe trasformarsi nel mero canto del cigno, ma diventare coro possente, nella salvaguardia e nel rispetto di questa grande eredità culturale, artistica e storica: il tutto per una futura Europa... una Europa veramente unita nel sogno e nella salvaguardia della dignità culturale e civile di un popolo. Solo così verrà rispettato in pieno il pensiero di Tartini, Maestro delle Nazioni. Bruno Fonda Un compleanno di bellezza e qualità APRILE TARTINIANO PIRANO, DOMENICA 8 APRILE 2012 C aro Maestro delle Nazioni, nella tua città è arrivata la primavera e nella tua casa, la voglia di rinnovare la tradizione per ricordarti nel giorno del tuo 320esimo compleanno unendo concerti di alta qualità e manifestazioni collaterali legate all’importante ruolo culturale che la Comunità degli Italiani possiede. Tra le vecchie mura e note antiche, la voglia di bello e di cultura si è fatta sentire, vedere ed apprezzare dai numerosi visitatori, ospiti e connazionali che hanno scelto di trascorrere qualche ora di divertimento e di ascolto in buona e bella compagnia. La tua data di nascita è un appuntamento importante nel calendario della Comunità degli Italiani che ha saputo reinventarsi eventi ed avvenimenti per conservare alta la memoria dell’autore di una delle più impegnative composizioni europee per violino: Il Trillo del Diavolo. Benvenuti e bentrovati a Casa Tartini sono state queste le frasi ricorrenti di cortesia in questa domenica di festa in tuo onore. Mentre nel mondo ovunque si festeggiava la Pasqua, rispettando riti e tradizioni proprie, la tua casa era avvolta da un’atmosfera suggestiva e pittoresca, sembrava una dimora del ’700 trasformata per l’occasione in sestiere veneziano. Ci siamo scambiati i complimenti, baciamano e inchini appena accennati, sorrisi e applausi per mani che con arte e maestria hanno suonato, dipinto, creato e confezionato abiti raffinati in vero stile Settecento veneziano. Il biglietto da visita appena entrati è stato, e rimarrà fino all’8 giugno la mostra dedicata al 320esimo della tua nascita. È uno scrigno di raccolta degli eventi che si sono alternati negli anni: dal convegno internazionale e interdisciplinare alle conferenze sulle tue opere e studio nel Vecchio continente, ai concerti di altissima qualità, ai laboratori didattici per bambini e adulti, ai materiali di repertorio, antichi documenti e scritti. Tanti e numerosi sono gli omaggi realizzati per festeggiarti che uniscono tutti gli spazi per arrivare alla tua Stanza ricordo e che sono stati visitati dal gruppo Spillo del quale mi onora la partecipazione mentre in un costume d’epoca, truccata ad arte mi aggiravo tra le poltrone a raccontare del tuo vissuto insieme ai miei amici di “avventura”: Anna, Miriam, Igor, Mojmir, Dragan e Tamara. Abbiamo vissuto insieme un’epoca lontanissima, celebrata da momenti musicali piacevoli accompagnati da momenti dolci. Tra un dolcetto e l’altro e calici di frizzantino ti abbiamo mandato gli auguri di buon compleanno. Ma non sono bastati gli auguri dell’8 aprile per festeggiarti, per tutto il mese, di settimana in settimana sono state molteplici le occasioni per ricordati, e l’ho fatto anch’io partecipando agli appuntamenti per bambini dai 5 ai 105 anni, ideati e interpre- tati dall’attrice Miriam Monica e dall’artista Fulvia Zudič. Un mese di puro divertimento e creatività che ha coinvolto tutti i nostri sensi, dall’udito alla vista, al tatto accompagnati ogni volta dalla tua musica. E... in confidenza, caro Maestro, ma rimanga solo tra noi. È da qualche mese che frequento il corso di violino, sono al solfeggio e brevi esercizi, cioè molto lontana da un saggio vero e proprio, ma la curiosità c’è, il desiderio di imparare pure e un grande sogno: suonare ad arte il violino. Ancora Auguri Tartini, e alla prossima primavera. con stima, Daniela Sorgo Musica per il Maestro Silvio Quarantotto (a sinistra) e Giovanni Settimo al concertoaperitivo nella Sala delle vedute di Casa Tartini 13 Anniversario 320° S U P P L E M E N T O Pirano, 8 aprile 2012, ore 20 “TUTTO TARTINI” CONCERTO NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO T utto è la parola chiave. Tutto, proprio tutto quanto prospettato è stato raggiunto. La partecipazione del pubblico, la scelta dei solisti, la composizione del coro, la sobria ma circostanziata presentazione, l’organizzazione curata in ogni particolare, la puntualità, la scelta del programma, il luogo dell’evento. Partiamo da quest’ultimo. Il chiostro e la chiesa di S. Francesco a Pirano non sono solamente un monumento ecclesiastico di elevato valore artistico ma il luogo dove il giovane Giuseppe venne alfabetizzato, il luogo dove si trova la tomba di famiglia dei Tartini per cui la scelta acquista anche un valore simbolico. Facendo il percorso a ritroso merita ricordare che il programma era tutto di musica tartiniana, raro evento anche quando si allestiscono concerti a suo nome. Si sa che il lavoro filologico è più impegnativo e che richiede tempo e professionalità. È stato questo un valore aggiunto che ha dato spessore artistico al concerto e occasione per dimostrare le proprie abilità tecniche e interpretative agli esecutori. È giusto ricordare il rispetto per il pubblico da parte degli organizzatori ed esecutori. Bisognava iniziare nei tempi prescritti perché il tempio dei minoriti non è accogliente come un teatro o una sala da concerti: le panche sono dure e gli spazi fra esse molto stretti. Neanche il tempo è stato clemente: l’ambiente era piuttosto freddo e quindi andava riscaldato, senza attesa, con il calore che solo la musica, quando è buona musica, sa produrre. Che dire della presentazione in italiano di Miriam Monica e in sloveno di Dragan Klarica vestiti in costumi d’epoca. Misurate ma indispensabili le parole dette con garbo, tono e appropriata pronuncia in un felice connubio fra parole e suoni come lo stesso Tartini volle per la sua Didone Abbandonata. Il coro ha molti meriti. Innazitutto quello di raccogliere nel segno del canto persone di diversa estradizione e provenienza, di diversa lingua e cultura. Si Ottimo riscontro Il folto pubblico segue il concerto nella Chiesa di San Francesco a Pirano In alto: i due presentatori, Miriam Monica e Dragan Klarica, in costume (le foto del servizio sono di Ubald Trnkoczy) 14 può dire che si è presentato nella sua composizione “internazionale” dato che, ai coristi della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano si sono aggiunti elementi del gruppo di canto della Comunità degli Italiani di Momiano, in Croazia. Si è presentato con eleganza per il piacere della vista e con suadente armonia per la soddisfazione dell’udito. Si è esibito presentando sicuramente in prima assoluta a Pirano le Canzoncine sacre e lo Stabat Mater del Nostro nel 320 anniversario della sua nascita. I coristi si sono espressi con voci curate e ben amalgamate, attenti alle precise indicazioni della direttrice Milly Monica, agli attacchi, alla modulazione della voce e ai forte piano in un insieme armonico fra le voci che lo compongono; tutti molto attenti supportati dall’organo suonato da Davide Circota e all’accompagnamento del solista vocale, il baritono Neven Stipanov. Coinvolgente il Va pensiero a conclusione del concerto con accompagnamento di Bojan Glavina al pianoforte e di Francesco Squarcia alla viola che ha pure curato l’esclusivo arrangiamento del brano di Verdi. E arriviamo ai solisti qui sopra solamente annunciati. Quattro individualità artistiche di pregio: due giovani di cui uno giovanissimo Davide Circota e Neven Stipanov. Due più grandi come si usa dire oggi per più vecchi ma, in questo caso, la parola grandi è appropriata forse non tanto per fama quanto per bravura: Bojan Glavina professore alla locale scuola di musica e compositore, Francesco Squarcia con una lunga permanenza I protagonisti Da sinistra: Bojan Glavina, Francesco Squarcia, Milly Monica Squarcia, Neven Stipanov e Davide Circota. Dietro il coro “Giuseppe Tartini” della Comunità degli Italiani. In basso: il violista Francesco Squarcia all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e fondatore de “I cameristi italiani”. Quattro individualità, due locali Stipanov e Glavina, due estere Circota dalla Croazia, Squarcia, fiumano, da Roma. Quattro individualità con quattro strumenti: l’organo di Circota, la voce di Stipanov, il pianoforte di Glavina, la viola di Squarcia. Il più giovane, Davide Circota, ex allievo di Milly Monica e Bojan Glavina, studia pianoforte alla scuola di musica “Vatroslav Lisinski” di Zagabria, mentre l’organo lo suona già da piccolo grazie all’esperienza fatta nella maestosa chiesa di Piemonte che conserva il più antico organo della penisola istriana. Paese dell’alto Buiese pieno di fascino, paese bucolico se non fosse in rovinoso abbandono. Il tocco è quello giusto, le tastiere corrispondono alle sue sollecitazioni, il suono si espande maestoso, solenne ma attento a non coprire il canto. Ottima prova di un giovanissimo di talento. Che dire di Neven Stipanov a noi tutti molto noto per le sue frequenti esibizioni sia come membro del coro che da solista. Anche lui ha iniziato alla scuola di Milly Monica per concludere poi il Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste come clarinettista e cantante lirico. Le cinque Canzoncine sacre non sono un trampolino per esibizioni- sti. Vanno cantate cercando di far emergere le peculiarità dell’estro musicale del tempo e in considerazione dei loro contenuti. L’impegno profuso ha prodotto egregi risultati. Bojan Glavina non è nuovo alla collaborazione con il coro della Comunità di Pirano. Si presenta sempre molto preparato, attento e sensibile. Questa volta l’impegno è stato doppio: accompagnamento del coro e esibizione con Francesco Squarcia per la sonata in sol minore Didone Abbandonata. In ambo i casi abbiamo potuto cogliere una sonorità priva di sbavature, modulata sulle giuste frequenze in fase di assolo o di accompagna- mento. Rimane infine Francesco Squarcia con profonde radici fiumane e lunga carriera nel tempio della musica sinfonica italiana; l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma nonché vincitore del Premio “France Prešeren”. Credenziali importanti che potevano rendere il pubblico più esigente e attento critico. Lo è stato ma, di fronte ad un’esecuzione così precisa e così partecipata, si è lasciato trascinare dalla voce struggente della viola nella sonata per solo viola in sol maggiore e nella sonata in sol minore Didone abbandonata e infine nel fuori programma di Grigoras Dinicu Hora staccato – l’Allodola che ha mandato in visibilio il pubblico, ha toccato le corde più sensibili del loro animo, provocando emozioni intrattenibili. Non esagero: non ero l’unico con le lacrime agli occhi ed ero felice. Il pubblico ha risposto esplodendo in una prolungata ovazione che ha gratificato tutti gli esecutori, organizzatori nonché Milly Squarcia Monica, ideatrice del progetto e del programma. In conclusione, la parola “tutto” riguarda anche il pubblico che ha riempito la chiesa in tutti i suoi spazi arrangiandosi anche in piedi. L’esternazione finale della sentita partecipazione è stato il segno più eloquente di un vero successo che premia in primis gli esecutori ma elargisce molta soddisfazione anche a coloro che nel progetto hanno creduto e, per la cui realizzazione, si sono impegnati. Luciano Monica 15 S P E C I A L E Tante iniziative in onore di San Giorgio UNA FESTA... TIRA L’ALTRA UN RICCO PROGRAMMA PER VALORIZZARE LA TRADIZIONE E LA STORIA DI PIRANO di Daniela Sorgo Coinvolti grandi e piccini Sul palco sono saliti anche i minicantanti guidati da Dolores Barnaba. Al lato si notano alcuni membri de “La famea dei salineri” M entre il sole giocava a nascondino con le nuvole di aprile, e le note di Giuseppe Tartini accoglievano i visitatori della mostra dedicata ai 320 anni della sua nascita, i Piranesi si ritrovano a festeggiare il patrono, San Giorgio. Nel fine settimana che precede il 23 aprile, la Comunità degli Italiani ha organizzato una serie di manifestazioni che partono dalla piazza più interessante dedicata al celebre violinista per arrivare fino alle saline di Sicciole. Se la festa religiosa dedicata a San Giorgio, è la ricorrenza più importante di Pirano, alle celebrazioni per il patrono si è aggiunta da dieci anni, la Festa dei salinai. Un’occasione straordinaria per 16 mantenere e recuperare usi, costumi e tradizioni di epoche lontane legate al sale. È in questa antica tradizione del luogo che meglio si riconoscono i Piranesi, e che annualmente affascinano per due giorni partecipanti e visitatori dei laboratori creativi pensati per i più piccoli ma aperti anche agli adulti, delle mostre di pittura sul tema delle saline e di San Giorgio ai momenti ricreativi per tutti. Ricordare il proprio passato e il legame tra le due festività, riproponendo svariate iniziative a tema è un altro regalo prezioso del sodalizio piranese. Con musiche, canti e recite dei gruppi artistico culturali, il cuore pulsante della festa patronale e dei “salineri” è stato presentato dall’attrice Miriam Monica. Tutto ha inizio il pomeriggio di sabato 21 aprile, nel Duomo di Pirano e nel Centro pastorale culturale “Georgios” con la presentazione del progetto Vita e lavoro nelle saline di Pirano: la nostra storia che prevede otto appuntamenti dedicati alla tradizionale produzione artigianale nelle saline, antica di oltre sette secoli che col passare del tempo, è diventata anche il simbolo dell’identità degli abitanti. Il sale, molto più di un ingrediente e condimento, talmente raro e prezioso, da essere chiamato “oro bianco” sarà il protagonista principale dei prossimi appuntamenti dedicati al profondo legame delle sua gente con il territorio sul piano culturale e sociale. E sempre il sale, simbolo unico di questo lembo di terra, è stato il biglietto di visita per la presentazione del gruppo etnografico “La famea dei salineri” che ha esordito con il detto popolare secondo il quale, il sale: è un pezzo di mare che non vuole tornare in cielo e... dopo il saluto della responsabile Giorgina Rebol, via via con altri proverbi e adagi antichi nella parlata piranese dei “salineri” che come nei tempi passati, in primavera si preparavano per raggiungere le residenze estive delle saline con gli attrezzi necessari per la lavorazione del sale e la vita quotidiana delle famiglie. Tutte le difficoltà della vita e il lavoro nelle saline di Strugnano, di Santa Lucia e di Sicciole, estremamente faticosi e pesanti che non lasciavano spazio nemmeno ai sentimenti, sono descritte nella poesia in dialetto La Salinera di Maria Punter. Ruggero Paghi, responsabile della filodrammatica l’ha rispolverata per l’occasione e della quale vi propongo l’inizio: ... la vigniva de noi de quando in quando, un passo dopo l’altro, pian pianin, su del rato, sbufando, brontolando, pregando un Patergloria ogni scalin, sempre d’istà, col so’ capel de paia, e storta come un amo, de veciaia... dizionale e popolare proposta dal gruppo corale “GiusepUn’ospite pe Tartini” guidato da Milly gradita Monica che nel Duomo, con Elsa Fonda ha la collaborazione di Paolo Veinterpretato un passo dedicato nier all’organo, hanno parteal sale e alle cipato alla liturgia in onore saline di Pirano del patrono. Il pomeriggio in tratto dal suo libro musica è proseguito con gli “La cresta sulla omaggi musicali del gruppo zampa”. mandolinistico guidato da A sinistra: Arncangelo Svettini che ha L’esibizione dei coinvolto il pubblico con le piccoli “salineri” canzoni più belle del repertorio tradizionale e con una ventata di freschezza primaverile ci hanno fatto divertire e cantare anche i bambini, i minicantanti diretti da Dolores Barnaba... bravi e applausi per tutti e ancora per l’ospite Tra i giovani e i bambini della Famea dei della serata: Elsa Fonda, piSalineri, Anna Klarica ha raccontato che... ranese doc. Per l’autrice del gera un crocal sul molo, el vardava lontan, libro La cresta sulla zampa, la dove ‘l sol tramontava festa di San Giorgio ha avue di ceramica partecipano alla festa con el diseva pian pian: to fin da bambina un significato enorme, l’esposizione delle loro opere che hanno “Voio andar anche mi la’ dove cala el sol... straordinario e personale. Se il santo, prinfatto da cornice anche in qwuesta edinove tere veder cipe e cavaliere cristiano, morto martire, zione. Il sabato sera si è concluso con la no star sempre sul mol” protettore dei cavalieri e degli uomini d’arpresentazione del progetto Odori e gusti ma po’ el restava là... mi è diventato il patrono della sua città de casa nostra al quale hanno partecipato natale, sentiva e sapeva che per tutta la sua numerosi attivisti con i piatti tipici della Zio Picheto va in saline, è un’altra pagina vita, l’avrebbe protetta dalla prepotenza. cucina dei salinai che ricordano i sapori della vita delle saline a Fontanigge che è La raffigurazione più celebre del santo è e i profumi del passato legati al mare, acstata interpretata da Anna Klarica con quella che sul suo destriero bianco sconcompagnati dagli ottimi vini, da grappe Noel Celar e Marino Maurel. È una diverfigge il drago, riportata anche in numerose distillate e soprattutto dalla voglia di statente e spassosa conversazione tra i nipoti leggende cristiane, la più citata è la Legenda re insieme. Tradizione vuole che domenilo zio in merito al sale e alle saline, il mare Aurea di Jacopo da Varagine. Tra il sacro e ca mattina, con l’Inno a San Giorgio inizia e il navigare.... per tuffarci nella musica trail profano, annualmente i gruppi di pittura la processione per le strade in festa per raggiungere il Duomo dove il gruppo vocale del sodalizio piranese, partecipa alla Santa messa e accompagna il gruppo “La famea dei salineri” fino alla sua partenza per le saline di Sicciole. I drappi celesti, detti “cieli”, che abbelliscono le contrade e le piazze, continuarono a sventolare e indicare le celebrazioni per il santo patrono anche durante la presentazione, del volume Pirano 1941-1954. Una vita, tante storie di Mario Ravalico, curata da Kristjan Knez, proposta il pomeriggio del 23 aprile al Centro pastorale culturale “Georgios”, che ha concluso l’appuntamento più importante del territorio: le celebraPubblico numeroso zioni per San Giorgio e la Festa dei SaliAl Centro pastorale culturale “Georgios” sono stati occupati tutti i posti a sedere nai, occasioni uniche e affascinanti che vi (Le foto del servizio sono di Lara Sorgo) aspettano l’anno prossimo. 17 S P E C I A L E Progetto presentato al Centro pastorale culturale “Georgios” VITA E LAVORO NELLE SALINE DI PIRANO: LA NOSTRA STORIA UN CICLO D’INCONTRI PER RICORDARE UN’ATTIVITÀ SECOLARE di Kristjan Knez P er secoli la salinatura aveva rappresentato una delle principali attività economiche del Piranese. Il cristallo prodotto nei cavedini costituiva un introito importante vuoi per i singoli proprietari degli stabilimenti saliferi vuoi per il Comune e più in generale contribuì alla fortuna della Repubblica di Venezia, che deteneva il monopolio sul commercio dell’“oro bianco”. I guadagni ragguardevoli furono determinanti allo sviluppo in senso lato della città di San Giorgio, non per nulla un detto ricorda che essa 18 era cresciuta sul sale. È una dimensione che dobbiamo debitamente tenere presente, escluderla porterebbe inevitabilmente a considerazioni errate ossia a una lettura incompleta del passato. Attraverso il sale e il suo smercio siamo in grado di cogliere l’evoluzione della società e del centro urbano, è una spia che ci permette di analizzare il passato del nostro territorio. Per un lungo periodo, dunque, sino a una quarantina d’anni fa circa, l’attività salifera contraddistingueva l’economia locale. Certo, l’età per molti aspetti gloriosa, registrata durante il dominio della Serenissima, non si sarebbe ripetuta, comunque, anche nel corso della prima metà del Ventesimo secolo continuò a rivestire un ruolo notevole, nonostante i problemi che interessarono quel settore tra Otto e Novecento. Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, con la chiusura delle saline di Fontanigge e di Santa Lucia, queste poi bonificate, la parabola discendente di quest’attività conobbe un’accelerazione. I tempi erano ormai mutati profondamente. I metodi di produzione tradizionali non potevano Lavoro tradizionale Cumuli di “oro bianco” in un “cavedin”. A sinistra: “La famea dei salineri” rappresenta il tradizionale metodo di raccolta del sale (foto di Ubald Trnkoczy) essere concorrenziali a quelli di tipo industriale e di conseguenza il sale piranese fu rimpiazzato da quello proveniente dalle altre saline adriatiche dell’allora Jugoslavia o mediterranee, in primo luogo dalla Tunisia. Il secondo dopoguerra aveva anche trasformato radicalmente la società del Piranese, l’esodo e il conseguente assottigliamento della popolazione autoctona ebbero ripercussioni pure sull’economia. Settori come la cantieristica e la salinatura per l’appunto, mestieri che richiedevano, per forza di cose, una specializzazione specifica, che si acquisiva dai più anziani e quindi si tramandava di generazione in generazione, ne risentirono notevolmente. La cesura della metà degli anni Cinquanta non avrebbe tardato a manifestarsi e determinò una riduzione significativa delle attività in questione. La produzione tuttora esistente in una parte delle saline di Lera e di Strugnano rappresentano una sorta di ricordo di un settore economico radicato sul territorio. L’interesse, inoltre, si è spostato sul versante della salvaguardia e della presentazione del mondo dei salinai, che ha profondamente condizionato la storia piranese. Per questo motivo una ventina d’anni or sono, a Fontanigge fu inaugurato un museo interamente dedicato alle saline, curato dal Museo del mare “Sergej Mašera”. La comunità italiana, da parte sua, è da sempre attenta a questa dimensione. Rammentiamo che un decennio fa ha edito il volume El sal de Piran che riscosse un ottimo successo. In più ogni anno, in concomitanza con la festa di San Giorgio e la Festa dei salinai, il nostro sodalizio è presente alle varie iniziative e poi, da due lustri, al suo interno opera la “famea dei salineri”, un gruppo folcloristico il cui fine è far conoscere il mondo delle saline e del lavoro intorno alle stesse e quindi tramandare il ricco patrimonio culturale ed etnografico ad esse legato. Per ricordare il decennale prossimamente verrà presentato il cataloghino ad essa dedicato. Quest’anno, sulla scia delle esperienze passate, è stato ideato il progetto Vita e lavoro nelle saline di Pirano: la nostra storia, curato da chi scrive, il cui primo appuntamento è stato proposto proprio in concomitanza con i festeggiamenti del patrono cittadino. Il ciclo prevede otto appuntamenti dedicati interamente alla vita e al lavoro, come recita il titolo, in quell’ambiente così particolare. Sarà un modo per riflettere su un mondo ormai scomparso in cui si coinvolgeranno gli ultimi salinai, la cui preziosa testimonianza è degna d’essere registrata e divul- gata. Nel corso degli incontri vi sarà spazio per la quotidianità, il ruolo svolto dei singoli membri delle famiglie, il dialetto con il suo peculiare gergo dei “salineri”, con una terminologia, modi di dire, proverbi, ecc., circoscritti al Piranese, la cucina particolare che utilizzava quanto l’ambiente salino off riva, le operazioni di incanovo del sale cioè d’immagazzinamento, con il trasporto del bianco cristallo dalle zone di produzione ai depositi di Santa Lucia e di Fisine presso Portorose nonché il sempre esistente contrabbando, un fenomeno costante che non venne meno malgrado i vari passaggi sotto governi diversi. Si tratta di una pagina di storia degna della massima considerazione che, nel corso dell’anno, cercheremo d’aff rontare in collaborazione con gli esperti nei singoli settori nonché con i salinai stessi, testimoni diretti e pertanto meritevoli della nostra attenzione. Quanto emergerà dai singoli incontri assieme agli altri materiali raccolti: esperienze di vita, documenti, fotografie, scritti, ecc, confluiranno in un successivo volume, la cui cura e stampa avverranno l’anno prossimo. L’obiettivo è non dimenticare e al contempo valorizzare una pagina rilevante dei nostri tempi andati. 19 SCUOLE NOSTRE I RAGAZZI E GLI INSEGNANTI SCRIVONO RIPULIAMO UN ANGOLO DEL NOSTRO TERRITORIO! SCUOLA DELL’INFANZIA “LA COCCINELLA”, UNITÀ DI PIRANO L e buone abitudini, si sa, è meglio impararle da piccoli ed è per questo che i bambini della Scuola dell’infanzia “La Coccinella” dell’unità di Pirano e di tutte le altre unità, venerdì 23 marzo, hanno partecipato all’azione di pulizia “Ripuliamo la Slovenia”. Al mattino ci siamo radunati nel campo giochi per organizzare il lavoro. Muniti di guanti, sacchi, rastrelli, palette e tanta buona volontà abbiamo pulito il nostro parco giochi e colto l’occasione per piantare delle erbe aromatiche, per sistemare le aiuole, eliminando erbacce, sassi e rami secchi. Le nostre piccole mani hanno contribuito così a rendere più pulito l’ambiente che ci circonda. “Ripuliamo la Slovenia” rientra nel progetto su scala globale “World GIORNATA DEDICATA ALLA PULIZIA DELLA SLOVENIA 2012 SCUOLA ELEMENTARE “VINCENZO E DIEGO DE CASTRO”, PIRANO V enerdì 22 marzo, in occasione dell’azione “Puliamo la Slovenia 2012”, noi alunni della sesta classe abbiamo pensato di fare un giro per le vie di Pirano. Desideravamo constatare qual è la situazione inerente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Girando per le vie di Pirano, muniti di macchina fotografica, abbiamo notato che la raccolta dei rifiuti è ben organizzata. Ci sono molti bidoni della spazzatura, cassonetti per la raccolta differenziata della carta, del vetro, dei rifiuti misti e dei rifiuti 20 organici. Abbiamo incontrato pure degli operatori ecologici (spazzini) che muniti di pala e scopa raccoglievano i piccoli rifiuti sparsi un po’ dovunque. Purtroppo abbiamo constatato che le persone abbandonano troppo spesso carte, mozziconi di sigarette, bottiglie e bicchieri di plastica, lattine lungo i margini delle strade ma soprattutto tra i cespugli e sulle superfici erbose. Anche la spiaggia a nord di Pirano è cosparsa di tantissimi oggetti in plastica. Inoltre abbiamo dovuto fare molta attenzione e non calpestare le cacche dei cani! Ce ne sono davvero troppe in giro! Siamo convinti che ognuno di noi può fare tanto per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo. Per incominciare: depositiamo i rifiuti nei luoghi a loro riservati e facciamo consapevolmente la raccolta differenziata. Gli alunni della VI classe: Nika Deizy, Anna, Taika, Denis, Tina Alin, Tiara, Nicol e l’insegnante Marina Dessardo Cleanup 2012” che vede coinvolti da qui a settembre, 85 paesi di tutto il mondo. L’obiettivo della manifestazione è di ripulire le discariche abusive, le strade ed i sentieri sia nelle aree urbane, sia in quelle rurali ed educare anche i più piccoli al rispetto dell’ambiente. Tanit Cebroni educatrice ALLA SCOPERTA DI ROMA E ORVIETO GINNASIO “ANTONIO SEMA”, PIRANO L a classe terza del ginnasio “Antonio Sema” di Pirano ha partecipato all’escursione di studio a Roma e Orvieto, svoltasi dal 20 al 24 febbraio 2012. L’escursione è stata offerta ai maturandi delle scuole della comunità nazionale italiana e organizzata dall’Unione Italiana e dall’Università Popolare di Trieste. Dopo i bellissimi cinque giorni ricchi di visite interessanti, trascorsi assieme agli studenti della “Pietro Coppo” di Isola e del ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria, i loro insegnanti ed il capogruppo Fabrizio Somma, segnaliamo alcune impressioni dei partecipanti. Giorgia: È stata un’esperienza indimenticabile. La cosa che però mi è rimasta più impressa è Roma di notte. Tutti quei monumenti storici illuminati dalla luce dei lampioni... semplicemente fantastico... ticoli artigianali fatti con tanta cura e amore! Ruote di carri, porcellane, botti di vino davanti ai bar, come se per loro il tempo si fosse fermato a molti anni fa! Veramente una città affascinante. Linda: Roma è sicuramente una città stupenda, ancora più bella di ciò che i libri ci fanno vedere. La cosa che mi ha impressionato di più è probabilmente la Fontana di Trevi, più imponente di quanto potessi immaginare. Serena: Roma: una città che ha fatto la storia. Piena di monumenti ed edifici pronti a testimoniare il suo splendore antico. Una bellezza visibile, a mio avviso, solo di persona, indescrivibile in poche frasi. Per questo, consiglio vivamente una visita alla capitale italiana: una città viva nel presente, ma che rappresenta il passato e la storia di un grande impero. Debora: Roma è una città ricca di fascino, nonché meta turistica per eccellenza, visto il suo immenso patrimonio storico e artistico che la pone al centro dell’attenzione mondiale. Già, perché Roma è l’unica città al mondo dove tutto è speciale, dove ad ogni angolo si può scorgere una chiesa, una fontana o una piazza. Un itinerario particolare che ti porta a muoverti fra arte e cultura nella città eterna. I PIRATI SONO SBARCATI A PIRANO SCUOLA DELL’INFANZIA “LA COCCINELLA”, UNITÀ DI PIRANO G iovedì 16 febbraio alla Scuola dell’infanzia “La Coccinella” di Pirano c’è stata un’incursione dei pirati. Gli alunni della V e VI classe della SEI “Vincenzo e Diego de Castro”, accompagnati dai rispettivi insegnanti e dal maestro di musica, hanno fatto visita al nostro asilo. Con dei cappelli da pirati realizzati per l’occasione, hanno fatto divertire i più piccini con giochi e canti. Il maestro di musica, il pirata Silvio Quarantotto, ha fatto conoscere ai bambini il violino con le sue note. I piccoli pirati si sono divertiti a giocare alle belle statuine accompagnati dal suono del violino e a turno a cimentarsi in abili violinisti. Prima di levare l’ancora verso il mare aperto, i corsari hanno intonato e mimato il loro inno “I pirati nel mar dei Sargassi” e con la speranza che trovino il grande tesoro, li aspettiamo nel nostro covo. I bambini e l’educatrice Tanit Cebroni Tarik: La gente si diverte a chiamarlo “viaggio nel tempo”, appeso su una fune di ricordi amari e felici, che con una delicatezza quasi persa nei secoli, dimostrano e confermano la sua passata imponenza e quello che è tutt’oggi una delle città più fiorenti. Una Roma ricca, una Roma artistica, una Roma drammatica e una multiculturale, una Roma Capitale e una Roma eterna. Si, è stato un “viaggio nel tempo”. Miran: Roma è stata molto interessante per i suoi monumenti di varie epoche, dall’antichità al barocco. Era bello poter vedere, finalmente di persona, il famoso Colosseo e i Musei Vaticani. La parte che mi è piaciuta di più è stata piazza San Pietro e le varie altre piazze in giro per Roma, ad es. piazza Navona. Arianna: La nostra gita a Roma comprendeva anche una gita ad Orvieto. Orvieto, che bellissima città, con le sue viuzze e le piazze lastricate e i suoi negozietti pieni zeppi di ar- 21 MIX RUBRICA D’INFORMAZIONE AVVISO I nformiamo i nostri lettori che “Il Trillo” ospita testi, contributi e fotografie di tutti coloro che sentono il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano cancellate dall’oblio del tempo: una maniera per documentare questa nostra presenza su questo lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta, ambientate o riguardanti la nostra città, conservati e celati nella propria memoria. Si tratta di estrapolarli e di inviarceli, preferibilmente in forma elettronica. Grazie per la collaborazione. La redazione de “Il Trillo” LABORATORIO TARTINI N ell’ambito delle celebrazioni tartiniane, la Comunità ha organizzato dei laboratori creativi condotti da Miriam Monica e con la collaborazione grafica di Fulvia Zudič. Data la ricchezza e l’originalità del programma, ritengo sia utile riproporre tali laboratori coinvolgendo i bambini dei nostri asili e delle scuole. Ondina Lusa BORSE DI STUDIO I n virtù della collaborazione fra la Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano ed il Fondo Diego de Castro presso la CRTrieste, l’Assemblea della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano, alla sua seduta del 4 aprile 2012, ha approvato il seguente: Bando di concorso per l’assegnazione di contributi allo studio per gli studenti di nazionalità italiana e di cittadinanza slovena Il Bando mette a concorso contributi di studio una tantum nell’ammontare massimo netto di 1.500,00 € per la frequenza di Facoltà - corsi di laurea presso PASSAPAROLA!... CONCORSO VERSI AL VINO I l vino è come la poesia, che si gusta meglio e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo. (Mario Soldati, Vino al vino) 22 Università Italiane o slovene, o presso Istituzioni di studio e formazione parificate alle Università di entrambi gli Stati e di corsi di formazione ed abilitazione alla professione, per l’Anno Accademico 2010/2011/2012. Il contributo allo studio, messo a disposizione nell’ambito della collaborazione tra la Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano ed il Fondo Diego de Castro presso la CRTrieste, è assegnato in base ai criteri del presente Concorso. Per maggiori informazioni e per la visione del bando integrale potete rivolgervi alla segreteria della Comunità degli Italiani oppure consultando il sito www.comunitapirano.com, sezione Varie > Bandi e concorsi. Lo scrittore e regista italiano amava descrivere il vino come la poesia della terra ed è con questo pensiero e intento che la Comunità degli Italiani insieme agli organizzatori della tradizionale manifestazione Festa del Vin, vi propone un bel viaggio tra le parole e i colori, il concorso Versi al vino dedicato al vino e all’uva. Gentili lettori, con questo numero de “il Trillo”, passate parola ai vostri amici, ai parenti e conoscenti per CORSO DI PESCA SPORTIVA G entilmente invitati al corso di pesca sportiva, organizzato dalla Società pescatori “Oradella” di Pirano, che si terrà tutti i giovedì sul molo di Pirano, con il seguente orario: settembre, ottobre, maggio, giugno 16.00-17.00 novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile 15.00-16.00 Scuola estiva: luglio e agosto 16.00-17.00 Per maggiori informazioni chiamare allo: 00386 (0)31 897 381 (Mario) OMAGGIO A TARTINI I 320 anni della nascita del nostro celebre violinista Giuseppe Tartini sono stati celebrati con un ricco programma tenutosi sia in Casa Tartini che nella chiesa di San Francesco. Casa Tartini ha ospitato per l’occasione i documenti dell’Archivio di Pirano riguardanti Giuseppe Tartini, mentre il gruppo di design e quello di ceramica hanno impreziosito gli spazi del pianoterra con i lavori da essi realizzati come costumi dell’epoca e ceramiche inerenti al violino di Tartini. Il culmine della celebrazione è stato realizzato nella chiesa di San Francesco con il Concerto che ha visto esibirsi il Coro della nostra Comunità, con gli ospiti di eccezione che insieme ci hanno regalato attimi sublimi. Complimenti vivissimi agli esecutori per averci introdotti nella magnificenza dell’epoca di Tartini. far conoscere il concorso e invitate tutti, anche i vostri nipoti a mandare aneddoti, poesie, racconti fantastici, citazioni, leggende popolari e tradizionali sui tesori nel bicchiere. Il concorso è rivolto a tutti e prevede la partecipazione delle nostre scolaresche, che “a misura di bambino” manderanno i loro disegni o racconti. E per chi invece, conosce e usa il nostro dialetto, le sue opere saranno inserite nella sezione dialettale. Ondina e Vittorio Lusa Quindi, non stancatevi di suggerire l’idea di partecipare a Versi al vino, avete tempo di pensarci e di mandare il tutto entro il 30 settembre prossimo all’indirizzo della Comunità degli Italiani, precisando Sezione lingua italiana e/o Sezione dialettale. In seguito, l’apposita commissione giudicatrice selezionerà i tre migliori lavori pervenuti e in una serata a tema consegnerà i premi ai partecipanti del concorso. LETTERE IN REDAZIONE LA POSTA DEL TRILLO SCRIVETE A [email protected] OPPURE A COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI”, VIA KAJUH 12, 6330 PIRANO Risponde il caporedattore Kristjan Knez. Caro Kristjan, ho ricevuto l’ultimo numero del giornalino. Intanto, grazie perché me l’avete mandato; e poi, complimenti vivissimi sia per la nuova veste grafica sia per la qualità degli articoli. Tutti interessanti, tutti stimolanti. Io non potrò mai dimenticare la serata trascorsa a Pirano il 3 dicembre scorso (in occasione della presentazione del libro di Marino Bonifacio sui cognomi piranesi e istriani); la vostra Comunità è meravigliosa. Vorrei suggerire a te, Kristjan, ma anche agli altri simpatici cultori della nostra storia e della nostra cultura: qualche giovane, non potrebbe interessarsi alla toponomastica di Pirano? Questo mi sembra un argomento di grande valore, sia storico, sia culturale, sia linguistico. Per esempio, el Mandracio, el Mogoron… ma tanti altri nomi caratteristici, sia pure di vicoletti, di stradine minuscole, di poderi. Io credo che uno studio del genere, effettuato magari a livello universitario, risulterebbe di enorme interesse. Io sento ogni giorno di tesi di laurea che sono di una monotonia estenuante: sempre sugli stessi argomenti, sviscerati e ancora sviscerati, ripetendo concetti che continuano anno dopo anno senza nessuna novità. E per contro lasciamo perdere quell’immenso patrimonio di cultura che è rappresentato dalla toponomastica locale! Dopo di ciò, Kristjan, rivolgo a te e a tutti i collaboratori del giornale i miei più sentiti auguri che proseguiate nella vostra attività. Con profonda stima. Giovanni Rapelli, Verona Caro prof. Rapelli, La ringrazio per apprezzare la nuova veste de “il Trillo”. La questione relativa alla toponomastica è molto importante, essa è testimonianza dell’antropizzazione del territorio nonché della presenza istroveneta nel corso del secoli, che confuta palesemente le tesi di chi vorrebbe ridurre la componente italiana a presenza quasi insignificante. Il repulisti iniziato nel secondo dopoguerra, che ha colpito anche i nomi geografici, sembra non essersi concluso. Siamo ancora testimoni di storpiature e della slovenizzazione dei nomi dal suono inconfondibile, basti prendere le carte topografiche o quelle catastali per rendersene conto. Gli studi toponomastici relativi al Piranese praticamente non esistono, mentre per alcune zone dell’Istria nord-occidentale ci sono i lavori del prof. Rino Cigui, mentre per Rovigno disponiamo di una fondamentale monografia del prof. Giovanni Radossi. Si spera che qualche giovane, magari per la propria tesi di laurea, tratti l’argomento. Sarebbe un inizio. Gentile signor Kristjan, ho ricevuto il nuovo “il Trillo”, sono stata veramente felice per il cambiamento ma rimpiangerò per un po’ “il Trillo” stampato fino adesso. Ma come dice il titolo del suo articolo bisogna “Coniugare memoria e tempi moderni”. Io appartengo alla “memoria” e finché ho ancora la fortuna di averla vorrei raccontarla a qualcuno. Possiamo conoscerci? Mi chiamo Maria Braico-Štifanić, forse mi ha sentito nominare. L’importante è che tanta storia e foto da salvare. Ricordi di una piccola piranese che è sempre stata orgogliosa della sua Pirano. Per il lavoro che svolgevo sono stata una (piranese) ambulante ma forse proprio per questo interessante. Concludo questa mia lettera inviandole tantissimi saluti e forse un arrivederci a Maria Braico-Štifanić, presto. Mompaderno Gentile sig.ra Braico-Štifanić, Il nostro periodico ha una nuova mise ma, come abbiamo evidenziato, intende continuare lungo il solco tracciato oltre due decenni fa. Nonostante le novità, che svecchiano “il Trillo”, continueremo a informare i connazionali proponendo quanto accade in seno alla realtà italiana del territorio. Particolare attenzione sarà ancora riservata alla storia, alle tradizioni, al dialetto e alla cultura, cioè ai punti di riferimento del nostro essere. E poi siamo sempre interessati alle pagine di vita vissuta, pertanto la invitiamo a scriverci e a trasmetterci i materiali a sua disposizione. Saremo ben lieti di proporli ai lettori. Gentili, premesso che rispetto il vostro lavoro che permette la realizzazione della nostra pubblicazione, devo comunque esprimere la mia sorpresa e delusione nel constatare che lo scritto da me consegnato a metà dicembre non è stato pubblicato. L’articolo presentato riguarda il Gruppo di pittura ed illustra brevemente l’attività di questo con le uscite, da settembre a dicembre. Le persone che vi fanno parte sono attive da anni, sempre disponibili e pronte alla collaborazione, sono quindi degne di attenzione e menzione. Forse l’idea di trasformare il più modesto Trillo, da mensile a bimestrale, non è poi così felice, perché le notizie vengono a scadere. Ci sono avvenimenti di una qualche importanza che non vengono menzionati, oppure le notizie giungono quando non sono più attuali. Trovo pure che in tempo di crisi, tagli e restrizioni, il formato sia eccessivo e le poche pagine troppo patinate. Forse i lettori si troverebbero meglio con un formato che non superi quello di “Panorama” a favore di qualche pagina in più. Così ci sarebbe un più frequente contatto con un coinvolgi- mento migliore dei connazionali. Le opinioni qui espresse sono soltanto mie. Non sempre il progresso tecnico e l’apparenza portano con sé altri valori che la nostra Comunità vuole promuovere. Liliana Stipanov, Pirano Cara ins. Stipanov, Per una serie di circostanze il suo scritto non è stato possibile pubblicarlo, lo abbiamo proposto nel presente numero e spero non ce ne vorrà. Per quanto concerne invece la trasformazione del mensile a bimestrale, la scelta è stata dettata dal fatto che un foglio, per quanto modesto voglia essere, richiede non poco lavoro e una cura sia contenutistica, sia di forma, sia linguistica. La nuova redazione ha deciso di uscire ogni due mesi e il motivo è stato dettato dalla volontà di confezionare un prodotto di qualità, dopotutto “il Trillo” è lo specchio della nostra Comunità nazionale. La forma non è tutto, concordo pienamente, ma non è nemmeno secondaria, l’immagine è un ottimo biglietto di visita e le nostre istituzioni credo si meritino un foglio rappresentativo. In merito ai costi bisogna tenere conto che noi disponiamo di una determinata somma destinata proprio al giornale, ciò vuol dire che anche di fronte al colore, alla carta patinata e alla nuova modalità d’invio postale, nessun’altra attività ne risentirà. È impossibile. Prima di prendere determinate decisioni ci siamo consultati e, preventivi alla mano, abbiamo constatato che, uscendo sei volte l’anno anziché dodici, determinate voci di spesa rimangono pressoché uguali o risultano addirittura inferiori. Ringraziamo per gli auguri espressi su il Trillo da parte della Comunità per le nostre Nozze d’oro. Ondina e Vittorio Lusa, Santa Lucia Il Trillo, foglio della comunità italiana di Pirano Caporedattore: Kristjan Knez | Redazione: Bruno Fonda, Kristjan Knez, Ondina Lusa, Luciano Monica | Segreteria: Marisa Zottich De Rosario, Fulvia Zudič Progetto grafico: www.davidfrancesconi.eu | Stampa: Pigraf s.r.l, Isola Sede: Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, Via Kajuh 12, SI-6330 Pirano | Recapiti: Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90; Fax: +386 (5) 673 01 45; Contabilità: +386 (5) 673 30 91; Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 | E-mail: [email protected] | www.comunitapirano.com Il periodico esce grazie al contributo del Comune di Pirano, del Ministero per l’istruzione, la scuola, la cultura e lo sport della Repubblica di Slovenia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste-Fondo donazione prof. Diego de Castro | Pirano, 30 aprile 2012 23 CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTO RUBRICA DEDICATA AL NOSTRO VERNACOLO. PER SORRIDERE, RICORDARE ED IMPARARE DALLA STRAORDINARIA SAGGEZZA LOCALE di Donna Luisa C arissimi amici lettori! Sono certa che avete apprezzato moltissimo l’originale mostra sulla “Parenzana” presentata nella Sala Bianca dell’Auditorium di Portorose dal nostro amico Giulio Ruzzier. Tale esposizione è stata organizzata dalla nostra Comunità in occasione del centodecimo anniversario del simpatico trenino che collegava Trieste all’Istria fino a Parenzo. L’ammirevole iniziativa e l’ingegno di Giulio nell’appassionata ricerca sulla “Parenzana” che, oltre ad aver prodotto i numerosi dipinti testimonianti tutte le stazioni ed i viadotti, siano per noi uno sprone per continuare nell’impegno per la ricostruzione della stazione di Santa Lucia, nella quale potrebbe trovar spazio un piccolo museo delle saline di Santa Lucia oltre a quello sulla “Parenzana”. San Giorgio La targa veniva assegnata da “La Voce di San Giorgio” ai piranesi benemeriti. Collezione di Josip Sobota Questo mese i lemmi dialettali sui mestieri dei nostri avi mi sono stati trasmessi da Giulio Ruzzier di Parezzago che ringrazio e saluto. La Soluzione dovrà pervenire entro il 30 maggio 2012. Il partecipante, la cui risposta esatta sarà estratta, riceverà il CD Caleidoscopio musicale Liburnico offerto dall’Unione Italiana di Capodistria. Tra le risposte esatte è stata sorteggiata Giorgina Rebol di Pirano che riceverà una parure in fimo, ematite e cristallo realizzate da Dori Burubù ed il “zizolin” prodotto da Giorgio Marino e Norma Zudich. Premio di consolazione a tutti i partecipanti che hanno fornito le risposte esatte. Possono ritirare il premio: Giovanni Ruzzier, Adrijana Cah, Antonia Pitacco, Marisa Zottich De Rosario, Giuseppina Kozlovič, Claudio Primani direttamente presso la segreteria della Comunità. 24 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. Bander Baster Becher Calegher Campagnol Carboner Cavadenti Cucer Favro Fornera Gua Marangon Mariner Nonsolo Pissigamorti Postier Saliner Spassacamin Stramasser Torciaro Vendarigola A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. S. T. U. V. Z. Becchino Materassaio Sagrestano Salinaro Fruttivendola Fornaia Marittimo Postino Bastaio Contadino Anguilla Bandaio Calzolaio Dentista Macellaio Torchiaro Arrotino Cocchiere Carbonaio Fabbro Falegname SOLUZIONI DEL CONCORSO N° 1 Albol/Conca di legno per trasporto del sale, Amlet/Crespella, Armenta/Mucca, Articioco/Carciofo, Asedo/Aceto, Baredo/Terreno incolto, Bisato/Anguilla, Bisi/ Piselli, Bisson/Ricciolo, Bobici/Granoturco fresco, Bonorivo/Mattiniero, Brisiola/ Braciola, Caliera/Caldaia, Canocia/Cicala di mare, Cisbo/Miope, Consâ/Condire, Frisoli/Ciccioli, Ganassa/Guancia, Garbo/Acido, Gnora/Nuora, Grandonsel/ Grespigno. Modi di dire di Casa Nostra Contâ floce. Ciapâ una fota. Fâghe la sguaita. Meti le man sul fogo. Magnâ pan de bando. Ver la luna per tresso. De pare in fio. Una barca de soldi. ‘ndà in paion.