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IL CODICE VATICANO LATINO 331 3
IL CODICE VATICANO LATINO 331 3 DELLA GRAMMATICA DI PR1SCIAN O DEL DOTT . GIOVANNI MAllINI , della Biblioteca Vaticana . (2° article 1 . ) Dove fu scritto il Cod . Vat . lat . 3313 ? Più sopra ho riportato due note di mano del sec . xiv, che lo dicono « ecclesie maiori s beneventane », ma anche può darsi che sia entrato in possesso d i quella Chiesa pure essendo stato scritto altrove . È certo però ch e deriva da un ambiente nel quale si aveva cura di sostituire ide e cristiane alle pagane, e in argomento posso citare esempi molt o espliciti . Nel 1 . XVIII (ed . cit ., III, p . 234, 5) l'esempio : « Invocandarum Musarum gratia scribo » nel Codice (f . cccxxxvnf) diventa : a invocandarum sanctarum gratia scribo » ; poco dopo (ibid ., 7) « ' legendi Virgilium ' et ' musam ' et 'musas' », nel Cod . : uergilium et chartam et chartas » ; (ibid ., 8) a legendo Virgilium, legando Musas » nel Cod . : a uergilium et legendo char tas » ; a et 'legendum est mihi Virgilium ' et ' Musas » e nel Cod . et legendum est mihi uergilium et legendum est mihi char tas » ; (p . 237, 8) a cum etiam ad deos » e nel Cod . (f . cccxxxix" ) « ad dominum iesum christum » ; (ibid ., 9) « invocationibus utimur, ut ad reges quoque et imperatores, ut : Musa, mihi causas memora , et Pandite nunc 11 Helicona, deae, cantusque "monete » nel Cod . : « utimur et imperatores ad regesque ut inclina domin e aurem tuarn et domine exaudi orationem meam » . Tutto ciò e scritto di prima mano, lascia intendere che il Codic e 1 . Voir t . I, année 1924, p . 213-222 . 6 GIOVANNI MAllINI . fu steso in un ambiente religioso : nello scriptorium cli un monastero, o di una Cattedrale, ma non è possibile stabilire di più . Qual valore ha questo manoscritto per la critica del testo ? Per rispondere a questo ho esaminato l ' insieme delle varianti ciel I. III confrontando il codice con quelli usati dallo Hertz, i quali pel detto libro son o R Bibliot . Naz . di Parigi 7496, sec . Ix (Hertz', Schanz e) . P Bibliot . Naz . di Parigi 7530, sec . viii (Hertz 3 , Schanz 4). — Sec . viii ex. (Lindsay) . — Sec . vin ex .-ix in . (Chatelain e) . — A . 779 (Steffens 7) . — A. 779-797 (Loew 8) . — Sec . Ix in. (Delisle 9) . B : Bibliot. Reale di Bamberga M . IV . 12, sec. ix (Hertz 10 , Jaeck ll , Leitschuh 12 , Schanz l3) . D Bibliot. di Berna (Bongarsiana) 109, sec . ix (Sinner 14). — Sec . ix-x (Hagen 15) . — Sec . x (Hertz H Bibliot. del Ginnasio di Halberstadt M . 59, sec . ix (IIertzberg í7). — Sec . ix-x (Kreh1 18) . — Sec. x (Hertz 10). 9. 1. Op . cit ., I1, p . x . 2. Schanz M ., Geschichte der römischen Litteratur, IV, 2, München, 1920, p . 230. 3. Op . cit., II, p . xr . 4. Op . cit., p . 230 . 5. Lindsay W . M ., Notae latinae, Cambridge, 1.915, p . 472 . 6. Chatelain E ., Paléographie des classiques latins, Paris, 1884-1900, p . i, p . 35 v (Addenda et Corrigenda) . 7. Steffens F ., Paléographie latine, édition française . . ., par R . Coulon . Trèves , Paris, 1910, p. 42 . In « Addenda et Corrigenda v A. 779-797 . 8. Op . cit., p . 356 . 9. Delisle L ., Le Cabinet des manuscrits de la Bibliothèque nationale, t. III, Paris , 1881, p . 246 . 10. Op . cit ., II, p . xn . 11. Jaech H . J ., Beschreibung von mehr als 1100 zum Theile noch ungedruckte n Randschriften vom VIII. bis . XVIII. Jahrhundert auf Pergament in der öffentliche n Bibliothek zu Bamberg . . ., Nürnberg, 1831, p . 130, n . 1033 . 12. Leitschuh F ., Katalog der Bandschriften der Kön . Bibliothek zu Bamberg, Bamberg, 1895, p . 44 . 13. Op . cit ., p . 230 . 14. Sinner R ., apud M . Hertz, op . cit ., p. xvni e Nota . 15. Hagen H ., Catalogus Codicum Bernensium (Bibliotheca Bongarsiana), Bernae , 1876, p. 155 . 16. Op . cit ., II, p . xvui . 17. Hertzberg G . A . B ., Archiv f . Philol . and. Piidag ., VII, 235, apud M . Hertz , op . cit ., p . xvm e Nota . 18. Krehl A ., Prise ., opp . I, p . X, apud M . Hertz, op . cit ., H, p . xvni e Nota . 19. Op . cit ., II, p . xviu . IL CODICE VATICANO LATINO 3313 . 7 G : Bibliot . del Monastero di S . Gallo 904 . sec . vili (Scherrer l ) . — Sec . Ix (Hertz", Schanz 3) . — A 884-869, probabilmente 845 (Lindsay 4) . L : Bibliot . dell ' Università di Leida lat . 67, sec . Ix (Hertz 5 , Schanz 6) . — A . 838 (Lindsay 7 , Maunde Thompson 3 ) . K : Bibliot. di Carlsruhe CXXXII, sec . Ix prima metà (Holder 9) . — Sec . Ix (Hertz 10 , Lindsay ll , Schanz 12 ) . Le varianti riscontrale, delle quali parecchie comuni a più co dici, sono duecentocinquantasette ; il confronto delle lezioni cie l Cod . Vat . lat . 3313 con le lezioni dei codici usati dall ' editore f a vedere che esso corrisponde con ciascuno di questi pel seguent e numero di volte : ai Codici RP BDHGL K il Vat . lat . 3313 corrisponde volte : 38 173 5'1 47 35 30 28 3 0 Donde risulta che il nostro Codice si avvicina in maniera molt o sensibile al Cod . P usato dallo Hertz . ~ ~ X IV . — Il Codice P (Biblioteca Nazionale di Parigi 7530) con tiene vari trattatelli di grammatica, un calendario di Monte Cas sino, Tavole pasquali, estratti diversi, etc . Una descrizione minuta di esso fu fatta dall 'Eckstein l3 ; per cid che riguarda la pre sente nota basterà ricordare che delle « Institutiones grammaticae » di Prisciano visi trova un frammento del 1 . II (ed . cit ., §§ 22 1. Scherrer G ., Verzeichnis der Ilandschriften der Bibliothek von St . Gallen . . . , 1-Talle, 1875, p . 319 . 2. Op . cit., II, p . xul . 3. Op . cit ., p . 230 . 4. Op . cit ., p . 485 . 5. Op . cit., II, p . xul . 6. Op . cit ., p . 230 . 7. Lindsay W . M., Early Irish minuscule script, Oxford, 1910, p . 60 . 8. Maunde Tompson E ., An Introduction to greek and latin Palaeography, Oxford , 1912, p . 380 . 9. Holder A . ., Die Reichenauer Ilandschriften beschrieben and erlaeutert. . ., vol . II , Leipzig, 1906, pp . 325-327 . — Mi permetto di identificare il N . 223 dato dallo Hertz (op . cit., II, p . xiv) col n . CXXXII porche nessun altro Codice della Biblioteca d i Carlsruhe corrisponde alla descrizione che ne dànno lo stesso Hertz, lo Holder o il Lindsay . 10. Op. cit ., II, p . xm . 11. Notac latinae, p . 459 . 12. Op . cit ., p . 230 . 13. Cf. Anecdote. Parisina, Halle, 1852 . 8 GIOVANNI MAllINI . 26 init .), tutto il 1 . III e un notevole frammento del 1 . XVIII (ed . cit., § 55-126) . Per il 1 . II le varianti, delle quali parecchie comuni a pi ù Mss ., sono sedici e la corrispondenza appare dal segente pro spetto : Codici RPBDHGL K Vat. lat. 3313 4 3 4 3 1 1 1 1 Oltre i codici usati per i libri I-XVI delle « Institutiones grammaticae » e citati sopra, pei libri XVII-XVIII l 'editore si servì de i seguenti ' 3 Bibliot . dell 'Università eli Leida, Voss . O. '12, sec 1x- x (Schanz 2) . Sec . Ix, O. x in . (Hertz3 ) M Bibliot . Reale di Monaco, 280 A, sec . x (Halm, Laubmann4, Spengel 5) . — Sec. xr (Hertzó , Sehanz 7) . q Bibliot . Naz . di Parigi 7499, sec . ix (Hertz 8) . N Bibliot . Palatina di Vienna, CCCXLVIII -ora 75, sec . x ( E ndlicher9, Hertz 1D, Schanz'') . — Sec . xtii (Academia Caesarea Vindobonensis12). S : Bibliot . Palatina di Vienna, CCCXLII-ora 47, sec . x (Acad . Caesarea Vindobonensis 13 , Endlieher l4, Hertz 15 , Schanz 16) . Sopra duecentotredici varianti riscontrate, delle quali parecchie comuni a più codici, si ha la concordanza : Codici PRMODNL S Cod . Vat . lat . 3313 160 27 28 12 27 22 28 5 1. Ometto i pochi altri citati occasionalmente, e non inseriti nel a Subsidioru m conspectus » (ed . cit ., II, p . xxxrv) . 2. Op . cit ., p . 230 . 3. Op. cit ., II, p . xxr . 4. Halm C ., Laubman G ., Catalogus Codicum latinorum Bibliothecae Regiae Monacensis, ed . altera, t . I, p . i, Monachii, 1892, p . 72 , 5. Spengel L ., apud M . Hertz, op . cit ., II, p . xxir, Nota . 6. Op . cit ., II, p . xxrr . 7. Op . cit ., p . 230 . 8. Op . cit ., II, p . xxu . 9. Endlicher S ., Catalogus Codicum philologorum latinorum Bibliothecae Palatinae Vindobonensis, Vindobonae, 1836, pp . 244-245 . 10. Op . cit ., II, pp . xxi-xxrr . 11. Op . cit ., p . 230 . 12. Tabulae Codicum manu scriptorum praeter Graecos et Orientales in Bibliotheca Palatina Vindobonensi assernatorum, edidit Academia Caesarea Vindobonensis , vol . I, Vindobonae, 1864, p . 11 . 13. Tabulae, etc . (ut supra), p . 6 . 14. Catalogus, etc . (ut supra), pp . 242-244 . 15. Op . cit., II, pp . xxI-XXII . 16. Op . cit ., p . 230 . IL CODICE VATICANO LATINO 3313 . 9 Anche in questo caso è evidente la grande somiglianza del nostro Codice col Parigino . La ristrettezza dello spazio non mi consente di riprodurr e l ' « apparatus a il quale, oltre che mostrare la grande relazion e del Cod . Vat . lat . 3313 col Par . 7530, proverebbe come nel l ' archetipo da cui fu copiato e dall ' amanuense da cui fu trascritt o è seguita l ' analogia mentre i correttori sono più o meno anomalisti, che il nome cli Virgilio è scritto quasi sempre «Vergilius » , che in generale è più corretto : cose tutte alle quali si deve se l a serie delle concordanze non è ancora più numerosa . Ma il Cod . Vaticano non dipende dal Parigino . Martin Hert z (ed . cit ., II . xii) parla delle omissioni ed abbreviazioni di passi d i Prisciano o di altri autori citati da quello e che si trovano nel co dice P, delle quali non si sa definire se manifestino un arbitri o del copista o piuttosto la fedeltà di esso nel trascrivere un codic e che non le conteneva . II Cod . Vaticano, che segue tanto dappresso il Parigino, è pu r esso abbreviato rispetto agli altri Codici usati dall ' editore, ma l e abbreviazioni sono più discrete e più ragionevoli . Nelle a Institutiones grammaticae » si nota un ' abbondanza di esempi che produce stanchezza : in tali casi il Cod . Parigino taglia senza riguardo , e — per tener conto dei più notevoli riferendoci alla ed . d i M . Hertz — vediamo omesse nel 1 . XVIII le pp . 255, 27-257, 18 ; 258, 1-266, '10 . II Cod . Vaticano non segue i codici posti dallo Hert z a fondamento della sua edizione perchè in generale di ogni tip o dà un conveniente, qla ristretto numero di esempi in cambio de i tanti che si leggono in quella ; non segue il Cod . Parigino che l i omette senz ' altro ; ma si comporta diversamente in quanto inserisce delle osservazioni grammaticali al posto degli esempi no n riferiti . Quindi nel I . XVIII, p . 261, 3-12 sostituisce : « Est quando coniunctivo confirtnando utimur ut est hoc a, e p . 262, 22-263, 19 : « Est ubi apa vel av grece coniunctiones intelligendç sunt ut es t hoc l . a Queste non si leggono in alcun altro dei codici usati dal l ' editore, e per il loro contenuto reale non se ne può negare il va lore : donde se per un lato risulta la indipendenza ciel Cod . Vaticano, dall ' altro si manifesta la sua superiorità . 1 . Osservazioni grammaticali, come nel nostro, cosi nel Cod . P si leggono ne l 1 . III (ed . cit ., II, p . 87 . 18 ; 104 . 5 aell' a Apparatus ») . 10 GIOVANNI MAllINI . V . — È « leetio potior » la «lectio longior » adottata dal Cod . R dell ' editore, o non piuttosto la « lectio brevior » ciel Cod . P, e pe r la maggior correzione, ciel Cod . Vaticano ora esaminato ? Martin Hertz (I . c .) lasciò indecisa la questione . Le parole : « Haec â,-Coaaaepxtta sequuntur textum a codice R et reliquis eius dem familiae libris hand longe recedentem atque, quamquam singularia quaedam continet, ex eodem certe communi omnium , quotquot inspexi, librorum fonte, exemplari a Flavio Theodor o confetto, derivandum, ita tarnen, ut codex eorum archetypus glossis et additamentis minus inquinatus fuisse videatur » manifestan o la preoccupazione di ridurli tutti all ' archetipo di Flavio Teodoro . Ora, come si può dire di P « certe . . . derivandum se del codic e non si hanno che frammenti, e in questi non si vede traccia dell e sottoscrizioni, che avrebbero dovuto attestare la relazione ? II. Morelli' a proposito della compilazione da Prisciano conte n uta nel Cod . Casanatense 1086 ripete il ragionamento dello I-Iertz . Il Boucherie° trattando del Ms . 141 della Scuola di Medicin a di Montpellier, non potuto vedere dallo Hertz 3 , espone un'ipotesi sua . II Codice di cui egli clà notizia, riscritto, del sec . VIII-Ix (Boucherie `e , Schanz 5), — sec . Ix (Hertz 6) contiene quasi tutto il I . VII I delle « Institutiones » di Prisciano ed un frammento di Pompe o Festo . Avendolo confrontato con l ' edizione dello Hertz vi riscontr ò omissioni e abbreviazioni del tipo di quelle, che si trovano ne l Cod . P ; e osservando che il frammento è steso da due mani divers e le quali nel caso delle omissioni si comportano nello stesso modo , dice : « ce qui achève de prouver qu ' elles (les lacunes) ne proviennent point de la négligence des deux copistes, et qu ' elle s existaient déjà dans le texte qu ' ils étaient chargés de transcrir e (p . 253) . 1. Op . cit ., pp . 308-309 . 2. Boucherie A ., Le p alimpseste de Montpellier, in Notices et Exlrails des mss . dc la Bibliothèque nationale et autres bibliothèques publiés par l'Institut national d e Prance, 23, 2 (1872), pp . 246 et sqq . 3. Op. cit ., II, p . xi . 4. Op . cit., p . 247 . 5. Op . cit ., p . 230 . e, . Op. cit ., II, p . xi . IL CODICE VATICANO LATINO 3313 . 11 Il Palinsesto deriva dalla recensione Teodoriana? Egli pens a che esso rappresenti la prima edizione dell 'opera di Prisciano ; la Teodoriana ne sarebbe una seconda riveduta e corretta dal l ' autore . Così, secondo lui, si spiegherebbero le addizioni mancanti nel Pa linsesto e che non possono attribuirsi a Teodoro il quale, lavorando sotto gli occhi ciel Maestro certamente più d ' ogni altr o avrebbe dovuto rispettare il testo fissato da quello ; si spiegherebbe ancora a pourquoi aucun manuscrit, sauf le palimpseste , n ' a produit l ' édition primitive, Priscien lui-même l'ayant e n quelque sorte condamnée en autorisant son disciple à en donne r une nouvelle » (p . 248) . L ' opinione del Boucherie mi pare accettabile solo in quant o rileva la coesistenza di clue classi di Mss ., delle quali l ' una porta le lezioni più lunghe e l ' altra le più brevi, l ' una porta le sottoscrizioni di FI . Teodoro e l ' altra no . La conclusione del suo ragionamento, se non m ' inganno, va oltre le premesse quando, a giudicare dal solo frammento del Palinsesto di Montpellier, dice che nessun altro Ms . riproduce l' edizione primitiva del testo Priscianeo . Neppure vedo come poss a dire (ibid .) del Cod . P : a Keil (rette : Hertz) (p . xi-xn) y signal e des différences assez importantes ; mais elles sont loin de l' êtr e autant que celles du palimpseste » se manca il termine cli confronto : il Cod . P non porta il 1 . VIII contenuto nel Palinsesto d i Montpellier . Piuttosto, ai frammenti di P avrebbe dovuto aggiungere quelli del suo Palinsesto, perchè dello stesso tipo, come pe r lo studio del Morelli (19'10) si deve ora aggregare il Casanatens e 1086 . Dopo aver collazionato il Cod . Vaticano col Cod . P, io lo confrontai anche con i brevi e lacunosi frammenti del Palinsesto d i Montpellier dati dal Boucherie (p . 254-255), e riscontrai un a concordanza simile a quella, che avevo trovato con P . Seguend o l ' ed . dello Hertz tentai il Codice in vari punti ove è abbondanza d i esempi : la lezione del Cod . Vaticano è sempre coerente, sempre breve . Poichè del tipo, dirò così, a abbreviato a, che fa capo al Cod . P non si ha alcun Ms . intero, e il primo che apparisce tale, salv o poche lacune, è il Cod . Vat . lat . 3313 mi pare di poter conchiudere nel seguente modo : 10 Esiste una sola redazione delle a Institutiones grammaticae » di Prisciano . 12 GIOVANNI MAllINI . 2° Di questa si hanno due famiglie di Codici : quella, che f a capo a R con le sottoscrizioni di Flavio Teodoro e l'abbondanz a degli esempi, l ' altra rappresentata solo da frammenti e ora da l Cod . Vat . lat . 3313, nel quale le sottoscrizioni non si trovano, e gli esempi sono ridotti . 3° La tradizione migliore è quella rappresentata dalla « lecti o brevior a perchè le abbreviazioni e le omissioni non cadono s u punti sostanziali . 4° Di questa unico rappresantanie è il Cod . Vat . lat . 3313, a l quale si connettono il framenlo della Biblioteca Nazionale di Parigi 7530, il frammento Palinsesto di Montpellier 141, e in part o il Casanatcnse 1086 . 50 La superiorità della e lectio brevior » e per conseguenza de l Cod . Vaticano è provata dalla presenza di osservazioni grammaticali in luogo di esempi . VI . — Si può osservare che queste conclusioni discordano d a quanto clisse lo hertz . E dapprima, non tengono conto delle « subscriptiones » . Ma sebbene lo Hertz vi annetta sì grando importanz a da farne l'argomento principale por giudicare l'autorità (lei codic i (la lui usati, sta contro di lui una difficoltà da lui stosso avvertita ma non risolta, ed espressa con le parole : « in vetustissunis , quae nunc supersunt, cacmplaribus, hanc subscriptionom no n inveni l » . Non credo ehe di questo fatto si possa dare ulna spiegazion e soddisfacente : tali « subscriptioncs a, poste d ' ordinario alla fine , e talvolta al principio, dei libri V, VIII, XII, XIIII, XVI, XVI I delle « Institutiones grammaticae » mancano nei codici più anti chi che seguono il testo di R, e mancano pure nel nostro Vatican o e nei frammenti che vi si annettono e che, per intenderci, fann o capo a P . Tutto quello che si volesse dire su questo argomento parmi s i ridurrebbe a null ' altro che a confermare la constatazione del lo Hertz e penso che se tali « subscriptiones » hanno per se stess e un valore dal lato storico nulla consente di esagerarne l ' importanza rispetto alla natura intima del testo . 1 . Op . cit., 11, p . viii, Noia 23 . IL CODICE VATICANO LATINO 3313 . 13 ogni modo non si può dire che nel Codice Vaticano manchin o per un arbitrio del copista . Nel codice predetto, come risulta dalla descrizione, si trovan o quelle quattro appendici, che l ' editore chiama e additamenta u e che pubblica alla fine dei libri V, XI, XIIii, e al principio de l XVII, più una a lui sconosciusta e posta nel Codice alla fine de l 1 . X . Dei primi quattro additamenta, tre, e in questi due comuni s i leggono nei Codici R, H, usati dallo Hertz ; due, e uno comune, ne i Codici K, uno solo, indifferentemente, negli altri . Non si pu ò dire che appartengano a Prisciano, perchè ne è diverso lo stile , manca l ' ordine, la materia è varia hanno più che altro l ' aspetto eli quegli appunti che quasi sempre si trovano conscribillati negl i spazî lasciati liberi dal primo scrittore di un Codice . Per l'argo mento si col lega al 1 . XII e De Pronomine quello posto dall'editor e a fine del 1 . XI, e col 1 . XI e De Participio » quello del Cod . Vaticano posto a fine ciel libro stesso . Può recar meraviglia l'osservare che aggiunte di simil genere si leggano in un codice di tipo abbreviato ; ma vale la pena di considerare in quale modo esse s i trovino nel Ms . Tre sono considerate indipendenti affatto dall ' o pera, se non dalla mano del Grammatico di Cesarea : difatti , quelle ehe seguono i libri V, XI, XVI sono scritte dopo la formol a di chiusa ciel libro rispettivo ; quella a principio ciel 1 . XII e D e Pronomine » segue il titolo ciel libro stesso, quindi il libro incomincia con una notevole iniziale ; quella a fine del 1 . XIIII continu a il testo senza alcun segno di divisione . Per questa (cf, ed . cit . , III, p . 58-59) è da tener presente che si attribuisce all ' epoca d i Prisciano, è di valore speciale, e fu oggetto di studi particolari : è quella relativa agli « Avverbi plautini » ; per tutte si deve dir e che già si trovavano nell'archetipo da cui deriva il nostro Codice , e che a quelle si annetteva una certa importanza, perchè in fond o non si tratta di pure parole, sebbene la forma lasci alquanto a desiderare . L ' autorità del Codice viene dunque ad accrescersi in quant o rivela fedeltà nel riprodurre l'antigrafo ; per conseguenza si è in Ad 1 . Codex Colonionsis CC (Darmstadiensis 2190) sec . vii (laitzheim J ., Catalogus historicus criticus Codicum Mss . Bibliothecae Ecclesiae Metropolitanae Coloniensis, Coloniae Agrippinensium, 1752, p . 160), sec . x (Jaffé Ph., Wattenbach W ., Ecclesiae Afetropolitanae Coloniensis Codices manuscripti .,,, Berolial, 1874, p . 87) , sec . xu (hertz M ., op . cit ., II, p . xx) . 14 GIOVANNI MAllINI . - IL CODICE VATICANO LATINO 3313 . dotti ad escludere l ' arbitrio nelle abbreviazioni e nell ' omission e delle « subscriptiones » : così ci è fornito unnuovo argomento per riconoscere il Ms . fedele continuatore di una tradizione sparita . VII . — Da tutto ciò cho ho esposto parmi scaturire legittimamente la conseguenza che nella futura edizione critica dell e « Institutiones grammaticae » di Prisciano dovrà darsi al Codic e Vaticano Latino 3313 un posto di particolare importanza .