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Rapporto operatore/paziente - Cinzia Montanari
ADERENZA E COMUNICAZIONE OPERATORE-PAZIENTE: UNA RELAZIONE IMPORTANTE Cinzia Montanari IP Malattie infettive - OC Ravenna 1 Dicembre 2011 “To say something doesn’t mean to say that it is heard. To hear it doesn’t mean it is understood To understand doesn’t mean to agree To agree doesn’t mean to do To do it doesn’t mean to keep doing it.” Dire non significa essere ascoltati Ascoltare non significa capire Capire non significa essere d’accordo Essere d’accordo non significa fare Fare non significa mantenere Konrad Lorenz ATTEGGIAMENTI DEL MEDICO Dimensione della comunicazione “Costruire una storia” Formula “ipotesi” su pochi elementi e spesso affrettate “Fare ordine” e “verificare l’ipotesi” Conduce una intervista strutturata al fine di trovare indizi e prove a supporto della sua ipotesi “Non perdere tempo” Decide il ritmo della conversazione Contenuto Forma Modalità Nel colloquio medico-paziente: Sono presenti due “competenze” specifiche, quella teorico-scientifica del medico e quella pratico - esperenziale del paziente. Siccome il medico generalmente applica un modello comunicativo (indagine, soluzione, ecc.) volto alle proprie finalità, le priorità del paziente emergono solo con estrema difficoltà. E’ stato dimostrato che la buona capacità comunicativa del medico impatta fortemente sulla aderenza alle terapie, influenza i contenuti del colloquio, e condiziona la qualità del rapporto medico - paziente. TEMPI PIÙ BREVI PER LA VISITA MEDICA SI ASSOCIANO AD UNA PEGGIORE ADERENZA AUTO-RIPORTATA OR 2.85 95%CI 1.02-7.99 OR 2.50 95%CI 1.31-4.76 OR 2.28 95%CI 1.25-4.14 OR 0.59 95%CI 0.38-0.91 1 Età<35 anni Tossicodipendenza Disoccupazione Tempo della visita Ammassari A, et al. AIDS IMPACT 2007 DEFINIZIONE DI COUNSELLING: IL COUNSELLING (DAL VERBO INGLESE TO COUNSEL CHE SI TRADUCE IN CONFORTARE, AIUTARE, SOLLEVARE) SI CONFIGURA COME UNA STRATEGIA VOLTA A COSTRUIRE UNA RELAZIONE D’ AIUTO E A MANTENERLA CON L’OBIETTIVO DI AIUTARE E FACILITARE LA PERSONA A PRENDERE DECISIONI, AD AFFRONTARE I MOMENTI DI CRISI, A MIGLIORARE LA RELAZIONE CON GLI ALTRI Il Counselling di conseguenza accompagna l’utente nella progettazione del suo futuro Nell’assistenza infermieristica l’obiettivo non è creare qualcosa di nuovo ma riconoscere che il paziente è l’attore di un processo di riadattamento in seguito alla malattia. IL COUNSELLING POTENZIA GLI INTERVENTI DEGLI OPERATORI,FAVORENDO UNA PIANIFICAZIONE PERSONALIZZATA PER OGNI SINGOLO PAZIENTE. ASSUMERE STILI E COMPETENZE DI COUNSELLING SIGNIFICA: Prendersi cura della persona: aiuto offerto alla persona, affrontare i suoi problemi rafforzando così l’immagine del sé e l’autostima sulla qualità di vita Ascoltare: prestare attenzione, osservare, comprensione del messaggio cogliendone il contenuto espresso e quello latente Affrontare il silenzio: esperienza che può aiutare gli operatori ad affrontare i silenzi che spesso esprimono sentimenti di paura, noia, rabbia, tristezza o imbarazzo Informare: presuppone “sapere” avere chiaro il problema, i modi per prevenirlo e le risorse da attivare per curarlo. E’ quindi necessario che l’operatore consideri i bisogni di conoscenza espressi dal paziente, definisca le sue competenze e sappia attivare le risposte nel momento e nel modo più appropriato Adottare un atteggiamento empatico : capacità di entrare in relazione con l’altro, di farci sentire a lui vicini escludendo ogni attitudine affettiva personale (antipatia,simpatia ) e ogni giudizio morale. La disponibilità a comunicare e ascoltare è l’elemento centrale del processo di relazione e quindi di counselling COMUNICAZIONE E’ la trasmissione di informazioni, pensieri, ed emozioni in modo tale che possano essere ricevuti e compresi in modo soddisfacente. Una buona comunicazione per il paziente implica: Riconoscere e rispondere al paziente in quanto persona nella sua completezza: “patient -centered” care; Riconoscere che, in ogni interazione operatore-paziente, sono presenti due esperti: 1) L’infermiere o medico con le conoscenze cliniche 2) Il paziente con le conoscenze circa i fattori individuali e culturali che influenzano l’efficacia del trattamento. L’ascolto alla persona ammalata è costituito da tre elementi essenziali: • prestare attenzione • verifica della percezione • feed-back Prestare attenzione: significa manifestare attenzione alla persona attraverso il contatto visivo, la postura, l’atteggiamento calmo ed un commento verbale che serve a confermare l’ascolto Verifica della percezione: accertarsi di aver compreso ciò che il paziente ha espresso ricapitolando il messaggio Feed-back: verbale e non verbale serve per rassicurare il paziente che il messaggio è stato compreso IL COUNSELLING NELLA PERSONA HIV/AIDS APPARE UN SUPPORTO IMPORTANTE NEI MOLTEPLICI CAMPI DI INTERVENTO, PRINCIPALMENTE PER: 1. EDUCAZIONE ALLA PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE 2. EDUCAZIONE TERAPEUTICA 3. GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CRISI 4. EDUCAZIONE A CORRETTI STILI DI VITA 1) EDUCAZIONE ALLA PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE • Prevenire la trasmissione dell’ infezione al partner e ai familiari: il Counselling deve aiutare il Paziente a individuare e quindi evitare ogni comportamento a rischio di trasmissione dell’infezione. • Prevenire ogni altra malattia sessualmente trasmessa • Dare precise informazioni su contraccezione e gravidanza • Prevenire, in caso di gravidanza la trasmissione materno-fetale dell’ infezione. Affrontare una gravidanza è complesso per una donna HIV-positiva che ha quindi bisogno del massimo sostegno logistico e psicologico. Il counsellor deve essere preparato in tale ruolo e fungere da guida all’ accesso ai diversi servizi predisposti. 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA Per sostenere il paziente nella gestione della malattia cronica si propone di utilizzare il processo di educazione terapeutica ossia ETP. Cos’è ETP ? E’ lo sviluppo di percorsi che possano coinvolgere il paziente nell’empowerment: delega del potere al paziente. Accettare che il paziente sia il protagonista della cura e creare le condizioni migliori perché aderisca a questo ruolo . Dove nasce? Come ogni “movimento culturale” anche l'educazione terapeutica ha un suo fondatore, il diabetologo ginevrino Jean Philippe Assal Obiettivo Motivare il paziente a divenire protagonista nella cura EDUCAZIONE TERAPEUTICA empowerment (sentire di essere in grado di fare,sentire di avere potere) Finalizzata all’autogestione della malattia del trattamento e della riabilitazione. Per educazione terapeutica non si intende la somministrazione di una terapia in seguito ad una prescrizione medica, ma un processo educativo che si propone di aiutare la persona malata (con la sua famiglia e nell’ambiente che lo circonda) ad acquisire e mantenere la capacità di gestire, in modo ottimale, la propria vita convivendo con la malattia. Criteri raccomandati da ”Therapeutic Patient Education” L’educazione terapeutica del paziente è un processo di apprendimento sistemico e centrato sul paziente. Prende in considerazione: 1) I processi di adattamento dei pazienti (la capacità di saper affrontare la malattia, le credenze sulla salute e le percezioni socioculturali); 2) I bisogni soggettivi ed oggettivi dei pazienti, sia espressi che no; e’ una parte integrante del trattamento e dell’assistenza. 3) Riguarda la vita quotidiana del paziente e l’ambiente psico-sociale, ed impegna quanto più possibile lo stile di vita del paziente, dei parenti e amici. OMS, Therapeutic Patient Education 1998 Criteri raccomandati da ”Therapeutic Patient Education” 4)E’ un processo continuo che deve essere adattato al decorso della malattia, al paziente e al suo stile di vita; fa parte dell’assistenza a lungo termine del paziente. 5) Deve essere strutturata, organizzata e fornita sistematicamente a ciascun paziente attraverso una varietà di mezzi. 6) È multiprofessionale, interprofessionale ed intersettoriale ed include la rete di assistenza. 7) Comprende una valutazione del processo di apprendimento e i suoi effetti. 8) È impartita dagli operatori sanitari formati nelle metodologie di educazione dei pazienti. OMS, Therapeutic Patient Education 1998 Il metodo L’educazione terapeutica è un processo sostenuto da un metodo, che deve essere costantemente adattato alle diverse esigenze. Analisi Analisi del del bisogno bisogno Valutazione Valutazione Progettazione Progettazione Attuazione Attuazione Analisi Analisi del del bisogno bisogno Identificare i bisogni educativi:diagnosi educativa Osservazione Osservazione partecipante partecipante Intervista Intervista Questionario Questionario Focus Focus group group Consultazione Consultazione testimoni testimoni qualificati qualificati Analisi Analisi evento evento critico critico Definizione Definizione degli degli obiettivi obiettivi di di apprendimento apprendimento Identificazione Identificazione dei dei contenuti contenuti Progettazione Progettazione Scelta Scelta delle delle metodologie metodologie Definizione Definizione delle delle condizioni condizioni operative operative Negoziare contenuti e obiettivi educativi: Contratto educativo-terapeutico CONTRATTO TRA OPERATORE E UTENTE OPERATORE: OPERATORE: Competenze Competenze professionali professionali UTENTE: UTENTE: bisogni, bisogni,potenzialità, potenzialità, resistenze resistenze DEFINIZIONE BISOGNO EDUCATIVO Integrazione delle due prospettive Incontro Incontro informativo/educativo informativo/educativo con con ilil singolo singolo Attuazione Attuazione Lezione Lezione partecipata partecipata Addestramento Addestramento Informazione Informazione scritta scritta Proporre percorsi d’apprendimento pertinenti e interattivi: insegnamento/apprendimento attivo Counseling Counseling motivazionale motivazionale breve breve Reazioni Reazioni dei dei partecipanti partecipanti Apprendimento Apprendimento Valutazione Valutazione Trasferibilità Trasferibilità Output Output clinici clinici Controllare risultati e qualità dell’attività educativa con strumenti idonei Nel contesto dell’infezione da HIV: Una migliore aderenza alla terapia antiretrovirale si associa a tempi di visita clinica significativamente più lunghi. I pazienti aderenti alla propria terapia riferiscono di essere maggiormente soddisfatti con le competenze e le capacità empatiche della equipe che lo segue I pazienti che si sentono riconosciuti nella propria “unicità” di persona, più frequentemente riferiscono di essere in terapia antiretrovirale, di assumere correttamente i farmaci, di avere la carica virale soppressa. La fiducia nel proprio medico favorisce una capacità decisionale del paziente maggiormente condivisa, ma non è una condizione immodificabile nel tempo. Un intervento focalizzato sul medico (report sulla non-aderenza del paziente) non ha comportato una migliore aderenza nelle persone in HAART con viremia rilevabile. 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza • L’ AVVENTO DEI NUOVI TRATTAMENTI ANTIRETROVIRALI HA PROFONDAMENTE CAMBIATO LA STORIA CLINICA DELL’ INFEZIONE DA HIV. L’ ADERENZA ALLA TERAPIA E’ LA CHIAVE DEL SUCCESSO: una inadeguata aderenza favorisce il rapido sviluppo di mutazioni genetiche di resistenza ai farmaci che si manterranno nel tempo compromettendo permanentemente le possibilità di cure future. L’ ADERENZA E’ UN FENOMENO COMPORTAMENTALE COMPLESSO, DI TIPO MULTIFATTORIALE, INFLUENZATO DA UNA PLURALITA’ DI FATTORI CHE GLI OPERATORI SANITARI DEVONO INDIVIDUARE PRONTAMENTE 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza L'aderenza è il termine che descrive il comportamento del paziente nell’ assunzione corretta della terapia : - Farmaco corretto - Dose corretta - Frequenza corretta - Ora corretta - Via corretta Aderenza significa anche osservazione corretta del calendario di: - esami periodici di controllo - visite mediche di controllo 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza Fattori che influenzano positivamente l'aderenza e che devono essere continuamente rinforzati: • Adeguamento della terapia alle pre-esistenti abitudini di vita (orari di lavoro, pasti etc.. ) • Autostima • Sostegno della famiglia • Appoggio sociale 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza Fattori che influenzano negativamente l'aderenza: • • • • Effetti Collaterali (nausea, vomito …) Scarsa motivazione Mancanza di appoggi familiari o sociali Difficoltà ad adeguarsi alle esigenze della terapia (impegni lavorativi, viaggi per lavoro o turismo, incapacità di assumere compresse, etc …) • Depressione o scarsa autostima • Scarsa informazione sulla terapia 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza Fattori che sostengono l'aderenza del paziente e che dipendono direttamente dal team sanitario: • Corretta informazione sui farmaci • Counselling durante l’intero percorso terapeutico (che si protrae tutta la vita…): verifica continua dell’aderenza effettiva • Offrire promemoria (tabelle, agende, etc..) • Costante approvvigionamento di farmaci 2) EDUCAZIONE TERAPEUTICA: aderenza Fattori che ostacolano l'aderenza e che dipendono direttamente dal team sanitario: • Atteggiamenti negativi sull’abilità del paziente di aderire (“non può farcela”) • Non discutere e misurare l'aderenza con il paziente 3) GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CRISI • Malattie intercorrenti (correlate o meno all’ infezione da HIV) • Effetti collaterali • Gravidanza • Cambiamenti nelle abitudini di vita (domicilio, lavoro, viaggi di lavoro o turismo, etc) • Variate condizioni socio-economiche 4) EDUCAZIONE A CORRETTI STILI DI VITA Tanto l’ Infezione da HIV di per se stessa quanto i farmaci antiretrovirali facilitano lo sviluppo di condizioni cliniche che devono pertanto essere individuate e monitorate. Ad esempio: lipodistrofia, epatotossicità, rischio cardiovascolare, nefrotossicità etc. Pur senza entrare nella specificità medica, l’infermiere ha il dovere di favorire il conseguimento/mantenimento di corretti stili di vita di cui è noto il ruolo preventivo su tutti questi fattori: abolizione del fumo e del consumo di alcoolici, dieta equilibrata, regolare attività fisica. Inoltre specifici farmaci possono richiedere specifiche limitazioni dietologiche o comunque richiedere l’assunzione in concomitanza o a distanza dai pasti. L’infermiere ha il compito di informare/verificare/ correggere “I medici possono essere dei buoni consiglieri, ma la decisione finale sul che fare o non fare tocca al paziente perché quella decisione, in ultima analisi, non è né scientifica, né pratica. E’ esistenziale.” Terzani T. “Un altro giro di giostra” 2003 Ringraziamo Gilead Sciences per il supporto a questa iniziativa GRAZIE PER L’ATTENZIONE