Comments
Description
Transcript
Si è spento il card. Lustiger
Federazione Istituti Di Attività Educative Via della Pigna 13/a – 00186 ROMA - Tel. 06.69880624 – 06.6791341 – Fax 06.6791097 Sito web: www.fidae.it - E-mail: [email protected] Comunicato stampa Si è spento il cardinale Lustiger vescovo di Parigi, accademico di Francia Era "una grande figura della vita spirituale, morale, intellettuale e naturalmente religiosa" della Francia, come ha detto il presidente Nicolas Sarkozy. Ma era anche un uomo di Chiesa per il quale le origini ebraiche, lungi da diventare eredità scomoda, hanno rappresentato un volano nella lotta contro il razzismo e la xenofobia e per il dialogo interreligioso. Il cardinale Jean-Marie Lustiger è morto oggi, 5 agosto 2007, a Parigi, all'età di 80 anni dopo una lunga malattia. I funerali si svolgeranno venerdì prossimo alle 10 nella cattedrale di Notre-Dame, la stessa dove il 26 gennaio scorso Lustiger aveva concelebrato la messa per le esequie dell'Abbè Pierre, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche. Era nato il 17 settembre del 1926 a Parigi, col nome di Aaron Lustiger, da genitori polacchi di religione ebraica emigrati all'inizio del secolo. Suo nonno era un rabbino. Quando i tedeschi occuparono la Francia nel 1940, venne spedito dai genitori a vivere con una famiglia cristiana ad Orleans. Si convertì al cattolicesimo e ricevette il battesimo il 21 agosto del 1940, facendosi aggiungere al nome quello di Jean-Marie. I genitori vennero poi deportati, e sua madre morì ad Auschwitz, mentre il padre riuscì a sopravvivere. Per lui, la conversione non rappresentò mai l'abbandono dell'identità' ebrea. Fu anche per questo un attore privilegiato per il riavvicinamento tra cristiani ed ebrei, anche se la sua scelta non fu mai a fondo capita dai suoi amici, a cominciare dal Premio Nobel Elie Wiesel. Prete nel 1954, assistente alla Sorbona per 15 anni, nel '69 diventa parroco al 16/o 'arrondissement' e nel '79 vescovo di Orleans, per arrivare poi nel 1981 a Parigi come arcivescovo, cardinale due anni dopo. Lustiger ha sempre seguito la rotta di Wojtyla, con il quale condivideva il gusto della filosofia, dell'intransigenza dottrinale e liturgica. E' stato lui ad andare ad Auschwitz per ottenere la partenza dei Carmelitani nell'89; è lui ad andare nell'Unione Sovietica, in Africa, in Israele e negli Stati Uniti per missioni fondamentalmente ecclesiali. Come tutti gli alti prelati nominati da Giovanni Paolo II, Lustiger sosteneva l'autorità del Papa in tutte le aree della teologia e della morale: "Vi sono opinioni e vi è la Fede", disse nel 1997. "Quando è attinente alla Fede, sono d'accordo con il Papa perché io sono un responsabile della Fede". Da arcivescovo di Parigi fino al febbraio 2005, è stato un oppositore a viso aperto del razzismo e dell'antisemitismo, sia per la sua fede cristiana che per le origini ebraiche. E' stato fortemente critico rispetto al leader del Fronte Nazionale Jean-Marie Le Pen, la cui xenofobia ha paragonato al nazismo. "Sappiamo da circa 50 anni che le teorie della disuguaglianza razziale possono essere letali, non meritano altra reazione che l'indignazione". E aggiungeva: "La Fede cristiana afferma che tutti gli esseri umani sono uguali nella loro dignità perche' tutti sono stati creati ad immagine di Dio". Eletto nel 1995 all'Accademia Francese, si inquietava delle derive della modernità e rifiutava lo spirito dei Lumi, fonte secondo lui di neopaganesimo. Vicino alla società civile e a proprio agio in tutti gli ambienti sociali, intellettuale pieno di fascino, era tuttavia rigorosamente allineato alle direttive pontificie, legato com'era anche da una grande amicizia personale con il Pontefice polacco. Sul versante francese, Lustiger ha difeso la scuola privata, si e' impegnato sul tema dell'eutanasia, ma anche su temi più sociali come la disoccupazione, la pace e la giustizia. Sostituito come arcivescovo di Parigi da monsignor André Vingt-Trois, nell'ottobre del 2006 aveva annunciato ai sacerdoti di Parigi di soffrire di una grave malattia. Nel gennaio scorso aveva concelebrato la Messa dei funerali dell'Abbé Pierre a Notre Dame. "Non sono venuto per ritrovarvi, ma per lasciarvi - aveva detto il 31 maggio scorso nella sua ultima uscita all'Academie Francaise -. Non mi rivedrete: ne sono triste, ma non smetterò di pensare a voi". Roma 05 agosto 2007 La Presidenza nazionale Opere • 1978 Sermons d’un curé de Paris (Fayard) • 1981 Pain de vie et peuple de Dieu (Critérion) • 1985 Osez croire (Le Centurion) • 1985 Osez vivre (Le Centurion) • 1986 Premiers pas dans la prière (Nouvelle Cité) • 1986 Prenez place au cœur de l’Église (Office chrétien des handicapés) • 1987 Six sermons aux élus de la Nation, 1981-1986 (Le Cerf) • 1987 Le Choix de Dieu. Entretiens avec Jean-Louis Missika et Dominique Wolton (Le Fallois) • 1988 La Messe (Bayard) • 1990 Dieu merci, les droits de l’homme (Critérion) • 1990 Le Sacrement de l’onction des malades (Le Cerf) • 1990 Le Saint-Ayoul de Jeanclos (en collaboration avec Alain Peyrefitte) (Fayard) • 1991 Nous avons rendez-vous avec l’Europe (Mame) • 1991 Dare to rejoice (Compilation américaine) (Our Sunday visitor) • 1992 Petites paroles de nuit de Noël (Le Fallois) • 1995 Devenez dignes de la condition humaine (Flammarion) • 1997 Le Baptême de votre enfant (Fleurus) • 1997 Soyez heureux (Éd. Nil) • 1999 Pour l'Europe, un nouvel art de vivre (PUF) • 2000 Les prêtres que Dieu donne (Desclée de Brouwer) • 2001 Comme Dieu vous aime. Un pèlerinage à Jérusalem, Rome et Lourdes (Parole et silence) • 2002 La Promesse (Parole et Silence) • 2004 Comment Dieu ouvre la porte de la foi (Desclée de Brouwer) • 2005 Contempler l'Apocalypse (Parole et Silence)