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Le dispense di ALPA Miele Lezione

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Le dispense di ALPA Miele Lezione
Le dispense di ALPA Miele
Lezione:
08-febbraio-2013 20:00-23:00
Locali AVIS
Via Famagosta,1
17100-Savona
BUONE PRATICHE DI
ALLEVAMENTO IN APIARIO
Consigli pratici
•
Posizionare l’apiario possibilmente in un areale dove le api riescano
a trovare fonti di nettare, polline, e acqua durante tutto l’arco
dell’anno; non entrino in contatto con fonti di inquinanti; non siano
vicine a colture intensive, aziende florovivaistiche o simili. La
postazione deve essere esposta a sud-est, riparata dai
venti
dominanti, in un luogo non eccessivamente umido o arido.
•
Piantumare nei pressi dell’apiario essenze arboree che
contribuiscano alle esigenze di nettare e polline (in particolare per i
periodi di maggior carenza) e favoriscano ad ombreggiare la
postazione in estate (caducifoglie). Posizionare un abbeveratoio per
facilitare l'approvvigionamento di acqua pulita alle colonie.
•
Identificare con una numerazione progressiva ciascun alveare per
poter individuare facilmente ciascuna famiglia in caso di necessità.
•
Dotare ciascun alveare di
scheda identificativa da riporre tra
coprifavo e coperchio in una busta in plastica (le api possono
sbriciolare la carta).
•
Curare regolarmente la manutenzione di arnie, favi, melari ed
attrezzature utilizzate in apiario. Il legno delle arnie, in particolare,
deve essere privo di fessure (stuccare), protetto dalle intemperie
(verniciatura con solventi naturali). Il materiale in magazzino deve
essere protetto dall’attacco della tarma della cera (acido acetico) e
dalle muffe (areazione locale).
•
Rinnovo regolare dei favi (2-4 l’anno per famiglia): i favi devono
essere cambiati quando deformi, irregolari, scuri ed opachi alla luce
naturale, danneggiati seriamente da urti o tarma della cera. Per non
perdere le scorte eventualmente contenute si possono prima spostare
all’esterno del nido (tra diaframma e parete dell’arnia) in modo che
le api li ripuliscano.
•
Inserire i nuovi fogli cerei tra l’ultimo favo di covata e il favo
contenente miele o polline; non dividere la covata con favi di scorte
o fogli cerei (avranno effetto diaframma).
•
Acquistare la
cera certificata con meno residui
possibile;
raccogliere e fondere la propria cera di opercolo per poterla
riutilizzare (ovviamente non utilizzare sostanze chimiche che la
possano inquinare!).
•
Cercare di livellare le famiglie all’interno dell’apiario (eliminare le
malate; riunire le deboli e le orfane; prendere api, covata e scorte
dalle più forti per rinforzare le meno forti). L’omogeneità della forza
delle famiglie permette di risparmiare tempo (stesso sviluppo e stesse
esigenze per tutte le famiglie), evita il saccheggio, standardizza gli
interventi per ogni visita in apiario, aumenta la produttività (meno
sciamature e meno famiglie “in ritardo” sulle fioriture).
•
Molte malattie delle api interessano la covata: è necessario mantenere
un controllo regolare e nel caso di covata non sana provvedere subito
ad eliminarla (bruciando tutti i favi completamente), a sostituire la
regina e ad applicare una quarantena all’arnia o a tutto l’apiario
•
Gli interventi di controllo e di abbattimento dell’infestazione di
varroa destructor devono essere eseguiti con regolarità e precisione;
senza affidarsi al caso; facendo ricorso a tecniche collaudate e
sperimentate; utilizzando prodotti acaricidi autorizzati con le
modalità prescritte.
•
Le malattie condizionate possono essere evitate con la prevenzione,
in particolare si possono evitare situazioni di stress all’alveare:
posizione apiario infelice, scarsità di scorte, nutrizioni errate,
inopportune asportazioni di materiale, invernamento non corretto,
squilibri della popolazione, trasporti, visite frequenti e inopportune…
•
L’apicoltore dovrebbe preferire la sciamatura artificiale a quella
naturale per ragioni di produttività (la forza delle famiglie non si
dimezza), di opportunità (raddoppiare il numero delle famiglie e
allevare nuove regine molto produttive), di sicurezza (cercare di
recuperare uno sciame in posizioni scomode può causare infortuni).
•
La regina deve essere sostituita: se la covata è difettosa (irregolare,
non compatta o non perfettamente sana), se lo sviluppo della famiglia
è inferiore alla media (a parità di condizioni), se tende a deporre
senza lasciare una corona di scorte sul favo (rischio stress da
maltempo), se è troppo anziana (più di tre anni), se la famiglia è
eccessivamente aggressiva a fronte di scarse produzioni.
•
L’utilizzo dell’escludi-regina è utile ai fini della smielatura (più
rapida), alla conservazione dei favi da melario (non vengono
considerati dalla tarma della cera), ma soprattutto all’eliminazione di
un possibile mezzo di contagio (favi nel melario in cui viene deposta
la covata)
•
L’invernamento va eseguito correttamente: Si riuniscono le famiglie
troppo deboli; si restringe il nido posizionando le scorte in
corrispondenza del glomere e dividendo con il diaframma lo spazio
non presidiato; si asportano i favi non coperti di api riponendoli in
magazzino; si pareggiano le scorte togliendo a chi ne possiede in
eccesso a favore di chi non ne ha a sufficienza; si procede a
nutrizioni zuccherine e proteiche per sopperire ad eventuali
carenze(prima del freddo); si dispone uno strato coibente tra
coprifavo e coperchio ed eventualmente sulle pareti per ridurre al
minimo la dispersione di calore; si riducono le porticine di volo; si
abbassano le postazioni a 15-25 cm da terra; si posizionano barriere
contro eventuali venti freddi; si trasferiscono le arnie in una
postazione più favorevole dallo svernamento. Il consumo delle scorte
deve essere costantemente monitorato.
•
Non abbandonare in apiario arnie spopolate o materiale che può
essere oggetto di saccheggio, chiudere ed allontanare le arnie vuote e
approfittare della calma invernale per sterilizzare il materiale e
riparare le arnie danneggiate.
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