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Il futuro sta nella biologia molecolare
50 anni Il futuro sta nella biologia molecolare Josef DALLA VIA, Sanja BARIC, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg Ciascun organismo vivente si caratterizza per il fatto di possedere un patrimonio genetico individuale – l’acido desossiribonucleico (DNA). Il DNA è una molecola strutturata come una scala a pioli a mo’ di elica o come una scala a chiocciola. S e si separano le parti laterali di questa elica si ottengono due filamenti di DNA con le corrispondenti parti di “piolo” o “basi”. Una molecola di DNA contiene quattro basi diverse (Adenina, Timina, Guanina, Citosina), e la loro successione lungo il filamento origina il cosiddetto “codice genetico”, ad esempio TAC CTT AAG AGC GAG… “Codice genetico” perché ogni tripletta di queste basi codifica per un determinato aminoacido nella sintesi proteica. Così, ad esempio, la tripletta TAC codifica per la metionina e suddetta sequenza corrisponde ad una sequenza degli aminoacidi metionina-glutamato-fenilalanina-serina-leucina nella proteina da formare. Si tratta quindi di un linguaggio chimico che può essere letto e tradotto nella lingua delle proteine. Queste ultime sono costituite da diversi aminoacidi allineati in maniera definita, e che nel corpo assolvono a specifiche funzioni, come ad esempio gli enzimi. Un determinato tratto di DNA, dunque una specifica serie di basi, contiene l’informazione per la sintesi di una proteina e viene definito con il termine “gene”. Poiché i geni sono portatori di particolari funzioni o caratteri, vengono indicati anche come fattori ereditari – la loro codifica è unica e dunque ciascun organismo è unico. Un’ulteriore peculiarità del DNA consiste nel fatto che ogni singolo filamento rappresenta una precisa matrice per la sin26 Elica del DNA (fonte: Wikipedia). tesi di nuove molecole di DNA e ogniqualvolta avvenga il processo di divisione cellulare l’intera informazione genetica viene copiata con precisione assoluta. L’informazione genetica unica per ciascun organismo determina dunque quale sia il suo aspetto e quale sia il suo funzionamento. A partire dagli anni ’90 tali informazioni vengono però anche utilizzate in misura crescente negli ambiti della medicina, della biologia, della farmacologia, della criminologia, dell’analitica degli alimenti, della veterinaria e dell’agricoltura. Con l’ausilio dell’analitica del DNA si procede all’identificazione, ad esempio, degli agenti causali di patologie infettive, di microrganismi ricercati o indesiderati negli alimenti, alla rilevazione di manipolazioni genetiche, all’individuazione dell’origine degli alimenti, oltre che alla determinazione della paternità/maternità e della colpevolezza dei delinquenti. In tutti questi settori si utilizzano le medesime metodologie biomolecolari, alla base delle quali sta soprattutto la PCR (reazione a catena della polimerasi) - (vedi Frutta e Vite 6/2003 pag. 169). utilizzano tecniche biomolecolari anche per le ricerche nei settori frutticolo e viticolo. Tali tecniche si caratterizzano per un’elevatissima sensibilità di rilevazione e per questo ben si addicono all’impiego nella diagnostica dei patogeni vegetali. Settori di utilizzo di estrema attualità sono ad esempio la rilevazione di infezioni latenti di colpo di fuoco batterico o la diagnostica dei fitoplasmi – agenti causali degli scopazzi del melo, dei giallumi europei delle drupacee (albicocco), della flavescenza dorata e del legno nero della vite. Presso il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg è stata sviluppata la più sensibile ed affidabile metodologia per la rilevazione dell’agente patogeno degli scopazzi (vedi Frutta e Vite 1/2005 pag. 15) ed è in corso lo studio per la possibilità di applicazione di un metodo analogo per rilevare i due giallumi della vite. In futuro la diagnostica non si occuperà più solo di analisi e rilevazioni singole, bensì in misura crescente della tecnica del DNA-Chip, della presenza di diversi patogeni o della rilevazione contemporanea di differenti ceppi di patogeni. DIAGNOSTICA GENOTIPIZZAZIONE Quasi cinque anni fa è stato approntato il laboratorio di biologia molecolare presso il Cento di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg e da allora gli operatori Dal momento che ogni singolo organismo si caratterizza per una particolare sequenza del DNA (impronta genetica), le metodologie biomolecolari possono essere impiegate 1/2007 anche per l’identificazione genetica delle varietà. Una determinazione genetica è indipendente dalle influenze ambientali o stagionali, dalle partite dei campioni di frutti, può essere praticata già sulle giovani piante e si dimostra particolarmente adatta per l’identificazione di varietà difficilmente determinabili fenotipicamente e per la verifica di casi dubbi. Presso il laboratorio di biologia molecolare del Centro di Sperimentazione di Laimburg, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Comunità Europea, vengono caratterizzate antiche varietà di melo e con i dati raccolti (profili genetici) si procede alla stesura di una banca dati. Quest’ultima racchiude anche i profili delle moderne varietà di melo cosicché sussiste la possibilità, ad esempio, di scoprire, attraverso un’analisi genetica, false dichiarazioni che accompagnano frutti o varietà (falsificazione della denominazione varietale). Con l’eccezione di pochi casi isolati non è comunque a tutt’oggi ancora possibile distinguere i cloni impiegando questa metodologia. I primi passi sono stati mossi ed in futuro verranno certamente sviluppate tecniche a ciò esplicitamente preposte. SELEZIONE CON MARCATORI MOLECOLARI l’efficienza e la percentuale di riuscita, poiché già ad uno stadio molto precoce (già prima che il carattere si manifesti) permette di escludere un gran numero di piante non idonee. La ricerca in questo settore è attualmente molto intensa, presso alcuni istituti sperimentali europei, soprattutto per quanto concerne i marcatori della resistenza nei confronti di agenti causali di patologie (ticchiolatura, oidio, colpo di fuoco), ma anche quelli di caratteristiche qualitative, quali la serbevolezza, la compattezza della polpa, il contenuto zuccherino e in acidi. In tutto ciò non si deve dimenticare che un carattere, generalmente, non è correlato ad un unico gene, Laboratorio di biologia molecolare presso il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg. dono il marcatore molecolare per un carattere ricercato verranno utilizzate per i successivi passi del miglioramento. L’impiego dei marcatori genetici non velocizza il processo di miglioramento, ma ne accresce bensì a più geni e alla loro interazione. Una volta chiarite queste relazioni, l’impiego dei marcatori genetici potrebbe divenire una realtà nella pratica del miglioramento. Si necessita ancora di un intenso la27 L La biologia molecolare potrà giocare un ruolo, in futuro, anche nel miglioramento di nuove varietà: più precisamente nell’ambito della selezione con marcatori molecolari. Con il classico incrocio si mescolano e combinano ex novo i geni delle varietà parentali (per le piante sono decine di migliaia!), per selezionare dalla discendenza i soggetti che presentano i caratteri desiderati. Il processo di miglioramento risulta lungo, impegnativo e costoso. Poiché è possibile determinare i caratteri di una pianta attraverso le informazioni genetiche (DNA), specifici tratti di DNA sono sempre presenti quando compare un carattere. Tali tratti (marcatori) possono essere rilevati mediante la PCR ed essere correlati ad un carattere – e consentono così la selezione delle piante adatte. Solo le piante che possie- 50 anni L voro di ricerca per ottenere l’applicazione nella pratica e questo passaggio avverrà, per la frutticoltura, solo nell’ambito dei grandi gruppi di ricerca, ai quali partecipa anche il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg. MANIPOLAZIONE GENETICA Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM; ted. GVO’s; ingl. GMO’s) sono organismi il cui patrimonio genetico è stato manipolato in modo tale che in condizioni naturali attraverso incroci o ricombinazioni non si sarebbero ottenuti. Le mutazioni, anche se indotte artificialmente, non vengono considerate modificazioni genetiche. Per quanto riguarda il settore frutticolo, esistono, nei più diversi laboratori, primordi di mele modificate geneticamente, soprattutto nell’ambito della resistenza alla ticchiolatura, all’oidio e al colpo di fuoco batterico, agli insetti (carpocapsa, maggiolino), con cui sono già iniziate prove di pieno campo in Olanda (4), Belgio (2), Svezia (2), Germania (1), USA (39) – sebbene una registrazione per queste varietà sia ancora lontana. La medesima situazione si riscontra per la viticoltura, con l’introduzione della resistenza alla muffa grigia, all’oidio e alla peronospora (attraverso i geni della chitinasi o glucanasi), ai batteri, ai virus e ai funghi, e con la modifica della colorazione e delle dimensioni degli acini. Nel complesso, per la frutti- e viticoltura, esistono delle sperimentazioni con gli OGM in pieno campo: in Francia (5), Italia (1), Germania (1), USA (43), Canada (7), Australia (2), Sudafrica (1) – ma non sono state ottenute registrazioni e per ora non se ne prevede nemmeno una commercializzazione. In generale, in futuro verranno sviluppati, accanto agli OGM portatori di fattori di resistenza nei confronti di patologie o principi attivi erbicidi, anche molti alimenti funzionali, che, arricchiti di sostanze aggiuntive, dovrebbero avere un effetto di stimolo alla salute. Il riso 28 arricchito con vitamina A (Golden Rice), la maggior concentrazione di acidi grassi insaturi nel mais, nella soia, nella colza o in altre sementi oleose, l’aumento del contenuto proteico e aminoacidico nelle patate, il grano senza glutine, il pomodoro che non marcisce (FlavrSavr®) o la frutta e la verdura più adatte alla trasformazione industriale sono esempi di alimenti OGM funzionali, già sviluppati o in corso di sviluppo – anche fino ad arrivare al vaccino commestibile. Attualmente sono state presentate richieste di registrazione per i seguenti OGM, nella Comunità Europea: cotone (13 varietà), colture floricole (5), patate (2), mais (45), colza (12), riso (1), soia (4), canna da zucchero (2) (fonte: http://www.transgen.de/zulassung/gvo/, http://ec.europa.eu/food/ dyna/gm_register/index_en.cfm). PROGETTI GENOMA Con il termine “genoma” si indica l’intero patrimonio genetico (DNA) di un organismo. Vi sono contenute tutte le informazioni per il suo sviluppo, la struttura ed i caratteri funzionali e di capacità. Il genoma dell’uomo, quindi tutto il DNA di una cellula umana (tutte le cellule contengono il medesimo genoma) è costituito da 3 miliardi di coppie di basi e contiene circa 25.000 geni. Il primo processo di decodificazione del patrimonio genetico dell’uomo è costato 3 miliardi di dollari americani, quando venne presentato al mondo nel 2001. Dapprima si decifra e si legge la lunga catena di 3 miliardi di basi, poi si identificano le parole e le frasi (che rappresentano i singoli geni) ed il loro significato per l’organismo. Nel prossimo futuro ci si aspetta una vera rivoluzione in quest’ambito. La velocità di lettura degli strumenti sequenziali passerà, nel 2015, dalle attuali 24 coppie di basi/secondo a 450.000 coppie di basi/secondo. Con la rivoluzionaria evoluzione degli strumenti di laboratorio sarà possibile, da un lato, aumentare la velocità di esecuzio- ne delle analisi e dall’altro di ridurre sensibilmente i costi. Al giorno d’oggi, la decodificazione di un genoma umano costa solo 40 milioni di euro. Tra 10 - 15 anni l’ipotesi di ricevere il proprio genoma personale su un chip per soli 1.000 euro diverrà realtà. Nel 2006 i ricercatori dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige hanno decifrato il genoma della vite e stanno lavorando al genoma del melo. Le informazioni genetiche apriranno nuove prospettive, in fruttiviticoltura, dal miglioramento alla valutazione di resistenze/tolleranze alle più diverse patologie. Non è possibile definire il loro ampio ambito di utilizzo che si aprirà nel corso dei prossimi decenni. La biologia molecolare è una scienza che si occupa della struttura e delle funzioni del materiale ereditario (DNA), in stretta correlazione con la biologia, la chimica, la genetica e la biochimica. Se fino ad oggi le veniva spesso attribuito un carattere descrittivo, identificativo e di classificazione, oggi diviene sempre più una scienza in grado di chiarire relazioni funzionali e meccanismi fisiologici. Proprio per l’analisi dell’espressione genetica (l’impronta del genotipo nel fenotipo), quindi per la sintesi proteica che parte dalle informazioni genetiche e dall’interazione proteinaproteina, è possibile chiarire molti meccanismi metabolici. Questa evoluzione è accompagnata da numerosi neologismi: la genomica (genomics) studia il genoma ed i geni ivi contenuti, la proteomica (proteomics) si occupa dell’insieme delle proteine presenti, della loro ripartizione temporale e delle loro interazioni ed infine la metabolomica (metabolomics) il cui obiettivo è rappresentato dal quadro dei metabolici e dall’attività enzimatica di singole vie metaboliche, così come dall’interazione di diverse vie metaboliche e dalla loro compartimentazione nella cellula. Questi tre settori diverranno in futuro discipline scientifiche indipendenti e contribuiranno a nuovi sviluppi nell’ambito della ricerca in agricoltura.