Libero cor nel mio petto soggiorna, Non servo alcun, né d
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Libero cor nel mio petto soggiorna, Non servo alcun, né d
“Libero cor nel mio petto soggiorna, Non servo alcun, né d’altri son che mia, Pascomi di modestia, e cortesia, Virtù m’essalta, e castità m’adorna. Quest’alma a Dio sol cede, e a lui ritorna, Benché nel velo uman s’avolga, e stia; E sprezza il mondo, e sua perfidia ria, Che le semplici menti inganna, e scorna. Bellezza, gioventù, piaceri, e pompe, Nulla stimo, se non ch’a i pensier puri, Son trofeo, per mia voglia, e non per sorte. Così negli anni verdi, e nei maturi, Poiché fallacia d’uom non m’interrompe, Fama e gloria n’attendo in vita, e in morte.” (Da “Il Merito delle Donne” di Moderata Fonte) Quanta forza in questi versi preziosi e autentici, che la storia incautamente ha cancellato ma che risuonano ancor più attuali, necessari e imprescindibili. Laddove la realtà devasta e inciampa la poesia lenisce e allevia. Calma gli animi e regala bellezza. Invita alla temperanza ed a riflessioni profonde. Quando si attenua la luce e sbiadiscono i contorni che, seppur tra sentieri impervi e sabbie mobili, ancora oggi contengono con fierezza e orgoglio la grandezza e la profondità di ciascuna donna, quando i colori si confondono e tutto tende a perdere forma e consistenza, ancora una volta la voce attenta del poeta ci richiama all’analisi accurata del significato profondo dell’essere madre, figlia, sorella, moglie, compagna e lavoratrice. Perché le conquiste che la storia ci ha gratuitamente consegnato non vengano eclissate dallo scintillio mondano ma riescano ad abbattere le barriere sociali, culturali, politiche e religiose di quei tasselli di mondo dove tutto è cristallizzato e parole come libertà ed uguaglianza hanno un sapore amaro e odorano di paura e di morte. Esiste un di filo d’Arianna, la cultura, che permette di districarsi nel labirinto, a volte irto, che la realtà ci offre, capace di cucire insieme lembi estremi di una stessa stoffa, organza, seta e tela di sacco insieme. Sia essa lama, martello, una polveriera che esplode, dissoda e tutto rimesta oppure bandiera che nel vento sventola, la madre che unisce, accoglie, protegge, consola ed educa. Forza dei popoli e stendardo di libertà. Il Gruppo Cultura della LADU augura a tutte le donne di non perdere mai la consapevolezza della loro grandezza, di non scoraggiarsi davanti a scenari obsoleti e fatui e di trovare nella bellezza dell’arte e nella forza della cultura l’elmo, lo scudo e le più efficaci armi per la vita. “[…] Ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Devono essere vere, ecco tutto.”(Anna Magnani) Ad maiora semper Gruppo Cultura