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2.false percezioni
LA PERCEZIONE
Neo (toccando una poltrona): “Questo non è
reale?”
Morpheus: “Che vuol dire reale? Dammi la
definizione di reale. Se ti riferisci a quello che
percepiamo, a quello che possiamo odorare,
toccare e vedere, quel reale sono semplici
segnali elettrici interpretati dal cervello.
Questo è il mondo che tu conosci (Morpheus
accarezza un televisiore e mostra immagini del
nostro mondo): il mondo com’era alla fine del
XX secolo e che ora esiste solo in quanto parte
di una neurosimulazione interattiva che noi
chiamiamo Matrix. SEI VISSUTO IN UN MONDO
FITTIZIO, Neo. Questo è il mondo che esiste
oggi (Morpheus mostra le immagini di città
distrutte, oscurate da una spessa coltre di
nubi). Benvenuto nella tua desertica, nuova
realtà.
The Matrix, di Andy e Latty Wachowski, 1999
PERCEZIONE
Funzione psichica complessa che permette la registrazione di oggetti del
mondo esterno
SENSAZIONE
Fenomeno psichico elementare che si verifica in seguito alle stimolazioni
degli organi di senso attraverso l’attivazione delle componenti recettoriali
periferiche, viene strutturata e collegata ad altre sensazioni provate in
passato al fine di assegnare ad essa un significato e trasformarla in
percezione
DISTORSIONE SENSORIALE
Incapacità di discriminare ciò che è reale da ciò che non lo è, in
conseguenza di un’alterazione di tipo organico o funzionale.
L’ATTO DEL PERCEPIRE
COMPORTA
Integrità degli organi di senso
Efficienza
del
processo
che
ci
permette di collocare
la nostra presenza nel
mondo che ci circonda
e di relazionarla con il
mondo stesso
Un malfunzionamento a livello del
sistema integrativo centrale comporta
il verificarsi di fenomeni di alterazione
della percezione, riconducibili a
diversi quadri sindromici psichiatrici e
neurologici
PRINCIPI ORGANIZZATORI DELLA
PERCEZIONE
“Nihil est in intellectu qod non prius non fuerit in sensu”
(Non c’è nulla nell’intelletto che prima non sia stato nei sensi)
San Tommaso D’Aquino, 1221-1274
I SISTEMI SENSORIALI
analizzano
le
proprietà
fondamentali degli stimoli
quali l’intensità, la qualità, la
durata, la posizione nello
spazio e le organizzano e
sintetizzano
in
una
rappresentazione coerente
dello
stimolo
stesso,
dandogli un’attribuzione di
senso e significato.
PSICOPATOLOGIA DELLA
PERCEZIONE
SEMPLICE DISTORSIONE DELL’OGGETTO
a) DISTORSIONI PERCETTIVE
CREAZIONE DI NUOVI OGGETTI
b) FALSE PERCEZIONI
1.DISTORSIONI PERCETTIVE
Fenomeni caratterizzati da una deformazione di
normali percetti: condizione primaria è quindi la
presenza dell’oggetto che viene percepito, anche se
in maniera distorta (metamorfopsia)
1.DISTORSIONI PERCETTIVE
ANOMALIE QUANTITATIVE DELLE PERCEZIONI
L’alterazione riguarda l’intensità sensoriale:
AmplificazioneIperestesie (abbassamento della soglia percettiva
che rende lo stimolo più fastidioso)
RiduzioneIpoestesie (modificazione di alcune componenti del
meccanismo di elaborazione del percetto)
1.DISTORSIONI PERCETTIVE
ANOMALIE QUALITATIVE DELLE PERCEZIONI
Una o più caratteristiche dell’oggetto - il colore, la forma, la grandezza –
v engono percepite in modo alterato:
Es. Micropsia Gli oggetti vengono percepiti come più piccoli rispetto
alle loro reali dimensioni,
Macropsia Gli oggetti vengono percepiti come più grandi rispetto
alle loro reali dimensioni,
Dismegalopsia Una parte dell’oggetto risulta più grande
Lesione del lobo parietale e temporale o nel caso di
depersonalizzazione/derealizzazione
1.DISTORSIONI PERCETTIVE
DISSOCIAZIONE DELLE PERCEZIONI
Fenomeno, abbastanza raro, in cui il soggetto non è in grado di
riconoscere la connessione di due o più stimoli sensoriali provenienti
dalla stessa fonte Es: vedere la porta chiudersi violentemente e non
riconoscere la provenienza del rumore prodotto dall’urto degli infissi
All’interno di alcuni quadri di malattia organica, come epilessia o
nei casi di intossicazione da sostanze quali mescalina o in seguito
a somministrazione di farmaci come atropina, digitale,
anticolinergici e dopamina
2.FALSE PERCEZIONI
ILLUSIONI
Sono rielaborazioni distorte della realtà accomunate per alcune
caratteristiche – la presenza dello stimolo esterno- alle distorsioni
percettive e per altre alle false percezioni dato il tutto percettivo finale
non corrisponde alla realtà
a) ILLUSIONI DA COMPLETAMENTO
b) ILLUSIONI AFFETTIVE
c) PAREIDOLIE
Esprime il differente coinvolgimento di diversi componenti del
meccanismo di formazione delle percezioni
2.FALSE PERCEZIONI
a)
ILLUSIONI DA COMPLETAMENTO
Si possono verificare in situazioni nelle quali l’attenzione non sia
focalizzata: uno stimolo sensoriale non completamente definito,
seppur con qualche elemento di familiarità, viene “completato” con
materiale proveniente dalla memoria o dalla fantasia per la
necessità di dare un senso compiuto all’ambiente circostante
“O SO B U O”
ORSO BRUNO
OSSO BUCO
2.FALSE PERCEZIONI
b)
ILLUSIONI AFFETTIVE
La tendenza emotiva dominante del soggetto conferisce allo
stimolo esterno un significato nuovo ed errato
Ad esempio se si sta aspettando con ansia la visita di un amico è
possibile che lo squillo del telefono venga scambiato per il suono
del campanello d’ingresso, ma sarà sufficiente il secondo squillo per
convincerci che dobbiamo aspettare ancora mentre andiamo a
rispondere al telefono
2.FALSE PERCEZIONI
c)
PAREIDOLIE
Vengono percepite immagini a partire da forme non ben definite,
per esempio osservando delle nuvole o un panorama. In questo
caso entrano in gioco elementi di memoria, mescolati all’attività
immaginativa, ai quali lo stimolo sensoriale fa da mero supporto.
La focalizzazione dell’attenzione non vanifica l’illusione, ma al
contrario ne aumenta l’intensità e la rende ancora più complessa
e credibile, dal momento che la componente sensoriale
rappresenta un semplice supporto per la creazione immaginativa
nel mantenimento di una realtà “rappresentativa” e “artistica”
2.FALSE PERCEZIONI
d) ILLUSIONI OTTICO GEOMETRICHE
Di fronte a certe figure, appositamente costruite, si verifica una
distorsione visiva e percettiva. Questo fenomeno si distingue in: visione di oggetti che non esistono (oggetti impossibili) - figure che
vengono percepite distorte rispetto alla realtà (metamorfopsia) figure che, se guardate a lungo, sembrano muoversi o deformarsi figure che, se guardate a lungo, influenzano la percezione di figure
esaminate subito dopo
Fissa gli occhi sul punto nero.
Dopo un po’ lo sfumato grigio
circostante sembrerà dissolversi…
Click per un’altra illusione ottica.
Contate i punti neri…
Guardate la parte grafica e dì ad alta voce il colore, non la parola
GIALLO AZZURRO ARANCIONE
NERO ROSSO VERDE
MARRONE GIALLO ROSSO
ARANCIONE VERDE NERO
AZZURRO ROSSO MARRONE
VERDE AZZURRO ARANCIONE
Conflitto destra – sinistra
La parte destra del tuo cervello cerca di dire il colore,
ma la parte sinistra insiste nel leggere la parola
Il centro sembra muoversi rispetto al resto!
METTI A FUOCO IL PUNTO CENTRALE E MUOVI LA TESTA AVANTI E INDIETRO
Qual è il solido che sporge di più verso di noi?
Quello superiore o quello inferiore?
Sapreste dare un orientamento alla figura?
Si tratta di 3 bastoncini che sono posizionati perpendicolarmente l'uno
con l'altro sui 3 assi x y e z. Finchè non si accavallano a seguito della
rotazione non c'è niente di strano. Quando però i due estremi posizionati
nella parte alta della figura si sovrappongono si ha l'impressione di
vedere un oggetto solido chiuso di forma triangolare ma che conserva la
caratteristica del solido di partenza cioè i tre angoli retti! Questo
ovviamente è impossibile!
3. ALLUCINAZIONI
“...Quando all’improvviso un coniglio
bianco con gli occhi rosa le passò
davanti di corsa. Non c’era niente di
tanto eccezionale in questo, e Alice
non pensò nemmeno che fosse tanto
fuori dal comune sentire il coniglio
dire tra sé: “Povero me!Povero me!
Sarò in ritardo!” Quando ci ripensò
più tardi si accorse che avrebbe
dovuto meravigliarsene, ma in quel
momento le era sembrato tutto
piuttosto normale”
L. Carrol, Alice nel Paese delle
Meraviglie, 1865
Esquirol, 1938: Percezione senza oggetto
Jaspers, 1931: False percezioni che non
sono in alcun modo distorsioni di percezioni
reali, ma che compaiono in associazione alle
percezioni
reali
come
qualcosa
di
assolutamente nuovo
ALLUCINAZIONI
Smythies, 1956: Percetto introcettivo ed
esterocettivo cui non corrisponde un oggetto
reale
Slade, 1976: Esperienza simil-percettiva
che, pur in assenza di uno stimolo esterno,
ha la forza interna e lo stesso impatto di una
percezione reale, è involontaria, si verifica
spontaneamente
e
non
controllata da chi la percepisce
può
essere
ALLUCINAZIONI
ALLUCINAZIONI
Il soggetto allucinato non è in
grado di discriminare tra una
percezione
reale
e
un’allucinazione proprio per le
caratteristiche
i
fisicità
e
attribuzione all’esterno
ALLUCINOSI
Percezioni allucinatorie visive
particolarmente
vivide
e
colorate con scenari animati e
ricchi di dettagli, in cui è
possibile una critica, ma sfuma
il carattere autocentrico: il
soggetto vive la presenza di
questi fenomeni più come
spettatore che non come attore
al centro della scena.
Sono indistinguibili per quanto riguarda le caratteristiche i fisicità e di
spazialità
ALLUCINAZIONI
ALLUCINOSI
Caratteristiche generiche
Percezione senza oggetto
Percezione senza oggetto
Caratteristiche fisiche
Fisicità e attribuzione
all’esterno
Fisicità e attribuzione
all’esterno
+++
+
Aree sensoriali
Tutte
Prevalentemente uditiva o
visiva
Certezza soggettiva
+++
++
Critica
Non presente
Possibile
Posizione del soggetto
Autoriferimento
Neutrale
Patologie implicate
Psichiatriche
Organiche
Strutturazione
CLASSIFICAZIONE DESCRITTIVA
SEMPLICI ronzii, fischi, lampi o strie luminose
COMPLESSE parole, frasi o immagini che interagiscono tra loro
COMBINATE coinvolgono nello stesso istante più modalità sensoriali
FUNZIONALI la falsa percezione si verifica solo in concomitanza con un
particolare stimolo esterno dell’organo interessato (es. il paziente che
sente la voce del vicino solo quando mette in funzione la lavastoviglie)
RIFLESSE quando lo stimolo di una modalità sensoriale favorisce
l’insorgere di un’allucinazione in un differente ambito sensoriale (es. il
paziente riferisce la comparsa di sapore di marcio in bocca ogniqualvolta
gli rivolge la parola il suo vicino di casa)
CLASSIFICAZIONE SENSORIALE
UDITIVE
Possono avere una struttura elementare come un ronzio, un
fischio oppure una struttura complessa nel caso delle voci
dialoganti, commentanti o imperative.
SINTOMI DI PRIMO RANGO della
Schizofrenia (Schneider, 1959)
Sono
anche
riscontrabili
in
altre
condizioni come l’allucinosi alcolica e
le psicosi affettive
VISIVE
Hanno un contenuto eterogeneo. Si riscontrano con maggior
frequenza nelle patologie organiche, nelle intossicazioni da
sostanze e nei disturbi dissociativi o in caso di tumori del lobo
occipitale, epilessia temporale e disturbi metabolici come
insufficienza epatica.
Es. allucinazioni lillipuziane
OLFATTIVE e GUSTATIVE
Spesso ricorrono associate:
1. Se si riscontrano nel corso di psicosi possono avere solitamente
un significato delirante all’interno del costrutto psicopatologico del
paziente
2. Se si presentano come unico sintomo, non correlate ad un
costrutto psicopatologico definito, si deve ipotizzare la presenza di
una sindrome cerebrale organica come ad esempio epilessia
temporale (in questo caso può costituire l’elemento nucleare
dell’aura che anticipa la crisi epilettica).
SOMATICHE
Si dividono in:
a) Superficiali: possono essere atipiche o di “toccamento”(“una
mano mi stringe”), termiche (“sento il corpo congelato”),
idriche (“sento il sangue nel corpo che scorre senza fermarsi
mai”), le parestesie descritte come la sensazione di punture di
aghi o spilli;
b) Cenestetiche: riguardano muscoli e articolazioni, il soggetto
può riferire di sentirsi inchiodato nel letto o di avere gli arti
legati o i muscoli contratti;
c) Viscerali: sono riferite agli organi interni.
IPNAGOGICHE E IPNOPOMPICHE
Si verificano quando ci si trova in fase di addormentamento e di
risveglio. Non completamente vigili, in uno stato in cui i
meccanismi di iporeattività generalizzata all’ambiente esterno, i
soggetti sperimentano la liberazione di contenuti ad alta carica
emotiva.
Il livello di strutturazione del fenomeno e allucinatorio e la
capacità di critica del soggetto dipendono dal livello di
vigilanza: tanto maggiore è lo stato di torpore, tanto
minori sono le capacità critiche.
EXTRACAMPALI
Fenomeno caratterizzato dalla presenza di visioni o voci, le
prime “viste” le seconde “udite” al di là del campo uditivo o
visivo: i pazienti hanno visioni o sentono voci che
provengono da posti lontani anche chilometri oppure
esprimono la certezza visiva della presenza di qualcuno
alle loro spalle che segue tutti i loro movimenti
Possono comparire nella schizofrenia
oppure in patologie organiche quali
l’epilessia
LE MODALITA’ DI MANIFESTAZIONE
UDITIVE
VISIVE
OLFATTIVE E
GUSTATIVE
-rumori, suoni, fruscii
-imperative
-colloquio di voci
-commento degli atti
-eco del pensiero
-lampi, luci, bagliori
-persone, animali, cose,
-scene
-cattivi odori
-cattivi sapori
- schizofrenia
- depressione maggiore
- delirium
- disturbi cognitivi
- schizofrenia
- disturbi da sostanze
- delirium
- disturbi cognitivi
- schizofrenia
- disturbi deliranti
- epilessia temporale
LE MODALITA’ DI MANIFESTAZIONE
TATTILI
CENESTOPATICHE
-sentirsi toccare
-sentirsi bruciare
-trasformazione
-possessione
- schizofrenia
- disturbi da sostanze
- schizofrenia
- disturbi deliranti
- disturbi da sostanze
4. PSEUDOALLUCINAZIONI
Fenomeno che viene collocato nello spazio interno soggettivo,
privo di una proiezione esterna, caratterizzato da intrusività e
indesideratezza,
poiché
compare
indipendentemente
dalla
volontà.
Sono caratterizzate da almeno 2 qualità:
a. Sono percezioni esperite come collocate nello spazio interno
soggettivo
b. Sono considerate non come dispercezioni concrete o reali, per
le quali il rapporto di realtà rimane inalterato.
Si tratta di esperienze figurative spesso descritte “come se” che
interessano la percezione visiva, uditiva o tattile, ma sempre prive
di correlati esterni.
4. PSEUDOALLUCINAZIONI
Le PSEUDOALLUCINAZIONI si differenziano da altri sintomi
psicopatologici
quali
allucinazioni,
esperienze
dissociative
immaginazione vivida attraverso:
1. L’analisi degli aspetti formali della percezione,
2.La modalità percettiva,
3.La complessità del fenomeno,
4.Il grado di consapevolezza o volontarietà,
5.La correlazione con altri disturbi del pensiero o eventi traumatici.
e
ILLUSIONE
ALLUCINAZIONE
PSEUDOALLUCINAZIONE
ALLUCINOSI
Percezione sensoriale distorta
di
uno
stimolo
esterno
realmente presente
Percezione
sensoriale
in
assenza di oggetto, vissuta con
netta
rilevanza
e
precisa
localizzazione nello spazio
Dispercezione
percepita
come interna al soggetto
Fenomeni
analoghi
alle
allucinazioni, ma attivamente
criticate dal soggetto
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
STUDI DI BIOCHIMICA
Propongono l’uso di modelli che
includono lo studio dei disturbi
d’abuso di sostanze e gli studi di
psicofarmacologia.
Funzionali alla ricerca
TECNICHE
ISTOPATOLOGICHE
di alterazioni di tipo
lesionale
determinate
cerebrali.
in
aree
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
La
stimolazione
elettrica
può
scatenare
esperienze
di
tipo
allucinatorio facendo rievocare tracce mnestiche memorizzate nel
cervello, caratteristicamente diverse a seconda dell’area corticale
stimolata.
La
stimolazione
del
lobo
occipitale
produce
allucinazioni visive elementari come flash colorati o luci
scintillanti;
La stimolazione delle aree occipito-temporali evoca
allucinazioni visive più complesse;
La stimolazione del lobo temporale provoca, invece,
allucinazioni uditive, visive e gustative complesse
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
L’introduzione di tecniche quali la fRMN, la PET, la SPECT ha
consentito di ipotizzare che alla base dei fenomeni dispercettivi vi
sia una disfunzione circuitale piuttosto che la presenza di una
lesione specifica secondo una ipotesi localizzatoria.
Si evidenzia la presenza di un disegno
funzionale simile a quello di un soggetto
normale che ascolta la propria voce, con un
incremento del metabolismo nell’area di Broca
nell’emisfero destro e un decremento del
metabolismo nell’area di Wernicke (Cleghorn,
1993; McGuire, 1993)
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
• Ruolo di alcuni circuiti neuronali che utilizzano come neuromediatore la
dopamina e la serotonina nella patogenesi delle allucinazioni: sostenuto
dalle evidenze di comparsa di allucinazioni in pazienti affetti da morbo di
Parkinson in trattamento con L-Dopa
• Il meccanismo d’azione dei neurolettici è strettamente correlato con la
capacità di blocco dei recettori D2-D4 della dopamina e con la capacità di
"frenare” l’iperattività dopaminergica. Tale azione farmacologica è in grado
di sostenere l’ipotesi di un'iperattività dopaminergica probabilmente a
livello mesolimbico come momento patogenetico delle allucinazioni
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
• L’ acetilcolina sembra avere un cruciale ruolo di neuromodulazione del
processo cerebrale di conversione, anche in contesti ambigui, di uno
stimolo visivo in una percezione avente significato (Yu e Dayan, 2002)
• Diverse
indagini
neuromodulazione
sembrano
dopaminergica
confermare
della
l’implicazione
funzione
colinergica
della
sui
processi che portano alle manifestazioni allucinatorie. Così come per la
schizofrenia, le condizioni cliniche in cui sono stati riconosciuti deficit
colinergici e una frequenza significativa di allucinazioni visive risultano
essere il disturbo di Alzheimer, la demenza e il disturbo di Parkinson
(Patel et al., 2010).
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
• Dati a favore della specializzazione emisferica delle allucinazioni: studi
basati sull’origine delle allucinazioni uditive in pazienti schizofrenici
suggeriscono
un’attivazione
elettiva
dell’emisfero
sinistro,
particolarmente del lobo temporale.
• Studi di RMN hanno evidenziato una correlazione direttamente
proporzionale tra una riduzione di volume della circonvoluzione
temporale superiore e dell’amigdala sinistra e la gravità, in termini di
frequenza ed intensità, dei sintomi allucinatori (Patel et al., 2010).
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
Hubl, 2004
Studio condotto in pazienti con allucinazioni di tipo uditivo,
applicando una tecnologia innovativa in grado di analizzare le aree
corticali e il flusso di informazioni trasmesse tramite i fasci di fibre di
sostanza bianca che le connettono (Fiber Tracking)
maggior attivazione delle fibre della parte laterale del fascicolo
arcuato che connettono l’area di Broca all’area di Wernicke, cioè la
via di connessione di aree frontali deputate alla generazione di
parole con aree uditive specifiche per la ricezione di questo segnale
Il costituirsi del fenomeno dispercettivo allucinatorio potrebbe
originarsi da una erronea attribuzione all’esterno di un pensiero
generato internamente
FISIOPATOLOGIA E CIRCUITI
Conferma dell’efficacia terapeutica di trattamenti di
rTMS nelle regioni temporoparietali sui fenomeni di
allucinazione uditiva, consentendo una diminuzione di
questi
delle
sintomi negli schizofrenici e un miglioramento
performance
degli
stessi
nelle
prove
automonitoraggio verbale (Taber & Hurley,2007)
di
SEMEIOTICA E TEST
• Analisi degli aspetti neurofisiologici: utili nel discriminare
un eventuale danno a livello della via che dal recettore
raggiunge la corteccia cerebrale specifica per la codifica dello
stimolo.
• Colloquio psichiatrico: consente di qualificare la natura
“psicogena”del sintomo attraverso un’indagine accurata circa
le modalità di comparsa e di evoluzione del sintomo,
l’attribuzione di significato dato dal paziente e la modulabilità
del fenomeno con strategie farmacologiche.
SEMEIOTICA E TEST
• Rilievo delle qualità specifiche delle allucinazioni come
l’area sensoriale interessata, l’intensità, la frequenza, la
durata, il contenuto e il vissuto emotivo
• Ausilio di scale di valutazione quali la Scale for the
Assessment of Positive Symptoms (SAPS) e la Positive and
Negative Schizophrenic Symptoms (PANS)
DISCUTIAMONE INSIEME…
Simons et al., 2010
BACKGROUND
• Il monitoraggio dell’azione verbale potrebbe contribuire alla disitinzione
del linguaggio come prodotto da sé o da altri
•Se il monitoraggio è deficitario, il pensiero verbale non è riconosciuto
come generato
da sé: ESPERIENZA DELLE ALLUCINAZIONI
((Feinberg, 1978)
• Nei soggetti sani il processo di monitoraggio è associato all’attivazione
della corteccia prefrontale sinistra e alla deattivazione delle cortecce
temporali sinistra e destra
Simons et al., 2010
Studi di imaging (Shergill et al., 2003; Shergill et al., 2000):
• Rispetto ai controlli sani, durante un compito di inner speech, nei pazienti
con allucinazioni si è osservato una attivazione normale del giro frontale
inferiore sinistro e una riduzione della attivazione della corteccia temporale
destra
Coinvolgimento dell’inner speech nelle
allucinazioni?
Simons et al., 2010
• Studio di fMRI nei soggetti con schizofrenia con allucinazioni uditive e
nei soggetti sani durante compiti di inner speech e di ascolto
IPOTESI
• Compito di inner speech porta ad una attenuazione della corteccia
temporale nei soggetti sani; negli schizofrenici invece ci aspettiamo una
attenuazione meno significativa della corteccia temporale, a sostegno
della presenza di deficit nel l’automonitoraggio verbale
• Rispetto all’attivazione della corteccia frontale inferiore durante l’ascolto
verbale, il compito di inner speech potrebbe essere correlato ad un
maggiore attivazione di questa area in entrambi i gruppi
Simons et al., 2010
METODO
• 15 pazienti maschi affetti da schizofrenia con esperienza di allucinazioni
uditive; TF stabile VS 15 soggetti maschi sani
•Durante fMRI i soggetti sono stati sottoposti a sei blocchi controbilanciati
composti da: 4 sessioni di ascolto di frasi complesse; 4 sessioni di inner
speech, 4 sessioni di silenzio
• PROVA DI ASCOLTO: stimolo uditivo (frase) -> stimol visivo: “ascolta il
prossimo stimolo uditivo”-> stimolo uditivo identico al primo
• PROVA DI INNER SPEECH: stimolo uditivo (frase) -> stimolo visivo:
“ripeti mentalmente la frase ascoltata e poi schiaccia il bottone”
Simons et al., 2010
RISULTATI
In entrambi i gruppi:
• Durante il compito di inner speech è stata individuata una maggiore
attivazione del giro frontale inferiore sinistro e del giro cingolato anteriore
rispetto a quanto rilevato durante il compito di ascolto
• Durante la prova di ascolto si è notata una maggiore attivazione del giro
temporale superiore destro, del giro temporale trasversale sinistro e del
lobo parietale inferiore destro rispetto alla prova di inner speech
Simons et al., 2010
RISULTATI
Durante l’inner speech i sani mostrano una attivazione più
ridotta del giro temporale superiore sinistro, i pazienti invece
non mostrano differenze nell’attivazione di questa area durante
le due prove
Simons et al., 2010
DISCUSSIONE
• Nessun deficit di ascolto negli schizofrenici con AVH
• Nei sani la diminuzione della attivazione della corteccia temporale
durante l’inner speech permette l’automonitoraggio
• Negli schizofrenici invece si assiste ad un deficit nella capacità di
automonitoraggio
durante
il
pensiero
verbale:
il
fallimento
dell’attenuazione della corteccia temporale determina l’attribuzione
esterna del materiale verbale pordotto-> ALLUCINAZIONI UDITIVE
Il giro cingolato anteriore potrebbe agire come modulatorre topdown dell’attività del giro temporale superiore sinistro e consentire
così l’attribuzione esterna dell’inner speech
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