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UNITÀ M1
RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
DEFINIZIONE e FUNZIONI
La cartografia è l’insieme delle operazioni necessarie all’elaborazione,
all’allestimento e all’utilizzazione delle carte di rappresentazione grafica
del territorio. Essa si basa sui risultati del rilievo del terreno (tradizionale o
fotogrammetrico) e sui dati ricavati dalle documentazioni.
Le carte hanno le seguenti funzioni:
Fornire informazioni visive sul territorio (esistenza, forma, ingombri
degli elementi costituenti il territorio).
Fornire informazioni di tipo geometrico (distanze, angoli, quote).
Fornire la piattaforma per la realizzazione delle carte tematiche.
Le principali carte usate in ambito tecnico sono:
CARTOGRAFIA UFFICIALE DELL’IGM.
CARTE TECNICHE REGIONALI (CTR).
CARTE CATASTALI.
CARTE TEMATICHE.
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LA SCALA DI RAPPRESENTAZIONE
La rappresentazione di una porzione della superficie terrestre deve essere
ovviamente più piccola della sua dimensione reale, cioè deve essere ridotta; per
questo in cartografia ci si riferisce sempre alla scala di riduzione.
La scala di riduzione è il rapporto numerico tra le misure lineari
rappresentate sulla carta e quelle corrispondenti misurate sul terreno.
Tale rapporto si esprime con la frazione 1:N; il cui denominatore è il numero che
indica di quante volte deve essere ridotta una lunghezza reale per avere quella
corrispondente sulla carta. La scala è inversamente proporzionale al
denominatore del rapporto: più grande è il denominatore più piccola è la scala.
Al diminuire della scala diminuiscono anche le informazioni riportate sulla carta. Si
distinguono le seguenti tipologie di scale:
PICCOLA SCALA
MEDIA SCALA
GRANDE SCALA
PLANIMETRIE
1:100.000 – 1:25.000
1:10.000 – 1:5.000
1:2.000 – 1:1.000
1:500 – 1:200
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TIPOLOGIE DI CARTE
La scala di rappresentazione viene utilizzata anche per dare un’ulteriore classificazione alle carte nel seguente modo:
carte geografiche,
corografie,
carte topografiche,
mappe,
planimetrie, piante,
1:5.000.000 a 1:500.000;
1:500.000 a 1:100.000;
1:100.000 a 1:5.000;
1:2.000 a 1:1.000;
1:500 a 1:100.
Un ulteriore tipo di classificazione dipende dall’origine delle carte, secondo cui si
hanno i seguenti due tipi di carte:
carte rilevate: si ottengono direttamente dal rilievo del territorio;
carte derivate: si ricavano dall’elaborazione di carte preesistenti redatte in
scala maggiore (es. una carta al 1:50.000 ottenuta da una carta in scala 1:25.000)
depurando alcune informazioni che non sarebbero leggibili nella carta in scala
minore.
Le carte tematiche sono carte derivate, redatte alla stessa scala di quelle da cui
derivano. Sono carte speciali che trattano un particolare fenomeno o un gruppo di
fenomeni (temi) che interessano la zona rappresentata.
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PRECISIONE DELLE CARTE
Le informazioni geometriche (es. lunghezze) ricavabili sulla carta sono
strettamente connesse alla scala con la quale è stata realizzata la carta.
È prassi indicare la precisione con la quale possono essere ricavate le
grandezze da una carta, pari al doppio dell’errore di graficismo
(convenzionalmente assunto pari a 0,2 mm).
Scala della carta
Errore di
graficismo
Precisione della
carta
1:100.000
20 m
40 m
1:25.000
5m
10 m
1:10.000
2m
4m
1:5.000
1m
2m
1:2.000
0,40 m
0,80 m
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LA STRUTTURA DELLA CARTA
Le carte a grande scala e le planimetrie necessitano di poche
indicazioni, in quanto la rappresentazione “naturale” è di per sé
esplicativa. Al contrario le carte a
media
e
piccola
scala
richiedono numerosi elementi a
corredo che ne permettano la
corretta lettura e interpretazione.
Queste
carte
sono
sempre
strutturate in tre parti:
QUADRO: parte costituente la
rappresentazione grafica vera e
propria.
CORNICE: contiene gli elementi
per risalire alle informazioni numeriche (reticolati delle coordinate
geografiche o cartografiche) dei
punti presenti nel quadro.
LEGENDE e ISTRUZIONI: contengono le informazioni sulla
simbologia e sulle convenzioni
adottate nella carta.
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IL QUADRO DELLA CARTA
È la parte che contiene la
rappresentazione grafica del
territorio, in modo naturale o
convenzionale in relazione alla
scala.
In generale su di esso è
tracciato
direttamente
un
reticolato chilometrico, mentre
quello geografico (latitudine e
longitudine) può essere tracciato all’occorrenza utilizzando i
riferimenti sulla cornice.
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LEGENDA E SCALE DELLA CARTA
La legenda della simbologia utilizzata nella carta esiste solo nelle carte a
rappresentazione convenzionale (scale medio-piccole).
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ISTRUZIONI DELLA CARTA
Le sezione denominata istruzioni contiene tutte quelle informazioni necessarie
al suo corretto utilizzo, al suo orientamento e all’interpretazione metrica degli
elementi di cornice.
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CARTE E CARTOGRAFI
CELEBRI
dell’antichità
ORBIS TERRARUM DI ERATOSTENE
Ricostruzione medievale
Tralasciando le numerose testimonianze sulla presenza della cartografia in
tutte le antiche civiltà, possiamo affermare che la prima
rappresentazione completa e attendibile del mondo conosciuto è dovuta a
Eratostene (Alessandria II sec. a.C.). Egli non fu solo un cartografo, ma
anche uno scienziato geniale e versatile, che tra l’altro, per primo,
determinò le dimensioni del pianeta.
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LA COSMOGRAFIA DI CLAUDIO TOLOMEO
Possiamo affermare che il primo grande cartografo dell’antichità fu
Claudio Tolomeo di Alessandria (100-178 d.C.) la cui opera rappresentò
un vero e proprio atlante che riproduceva in 26 rappresentazioni (tabule)
il mondo allora conosciuto, e che rimase ignota in occidente fino al
Medioevo. Ricostruzione rinascimentale dell’opera di Tolomeo dovuta a Mercatore
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LA TABULA PEUTIGERIANA
sezione della Tabula Peutigeriana
In epoca romana viene redatta una carta che rappresentava i tracciati delle strade
dell’impero su una striscia lunga circa 6 m e larga 35 cm. Ne fu ricostruita una copia
nel XIII sec. nota come Tabula Peutigeriana, dal nome dell’austriaco Konrad
Peutiger che ne iniziò il recupero.
Essa non è una vera carta, dunque non permette una rappresentazione realistica
dei paesaggi né la rilevazione delle distanze, ma si tratta di una rappresentazione
simbolica, che consentiva di orientarsi facilmente, come con un moderno stradario.
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ORBIS TERRARUM DI ORTELIUS
tavola del mappamondo di Ortelius (Orbis Terrarum)
realizzata anche da indicazioni di Mercatore
A seguito della scoperta dell’America, la cartografia ebbe un formidabile
impulso a cui diede avvio il cartografo olandese Abramo Ortelius con la
sua opera che divenne famosa, e che precedette l’analogo lavoro di
Mercatore (i due cartografi, coetanei si conoscevano e si consultavano).
Si trattava di un atlante in 53 carte, assemblate con il meglio delle fonti
cartografiche conosciute, e che divenne celebre.
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PROIEZIONE EQUATORIALE DI MERCATORE
Gerhard Kremer, fiammingo, più
noto come Mercatore, visse nel 1500
e divenne celebre per i suoi studi di
cartografia e per aver ideato un geniale
sistema di proiezione cartografica
che porta il suo nome, e che è alla base
della moderna cartografia.
Essa viene comunemente indicata
come Carta di Mercatore e identificata
anche come Proiezione equatoriale
di Mercatore o Proiezione cilindrica
diretta.
Secondo tale principio si immagina di
proiettare la superficie reale terrestre
da un punto di vista, situato idealmente
al centro della Terra, sopra un cilindro
tangente all’equatore che, successivamente, viene sviluppato sul piano (la
carta).
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CASSINI: LA CARTOGRAFIA DEGLI STATI
Estratto di un foglio della Carta di Francia dei Cassini
Nel 1700 lo Stato francese si dotò della rappresentazione cartografica ufficiale
dell’intera nazione, realizzata dalla dinastia dei Cassini (astronomi di origine
italiana) e condotta a termine da Jean Dominique Cassini IV nel 1790, dopo più di
un secolo; essa era composta di 182 fogli, e fu la capostipite di tutte le cartografie
ufficiali di cui, in seguito, ogni Stato si fornì.
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PROIEZIONI
CARTOGRAFICHE
ANALISI DEL PROBLEMA CARTOGRAFICO
La cartografia richiede la soluzione del problema matematico dal quale si possano
ottenere due funzioni che consentano di passare dalle coordinate geografiche
(,) di un punto sulla superficie terrestre alle corrispondenti coordinate
cartesiane (X,Y) del punto sulla carta. Ogni rappresentazione cartografica,
pertanto, è basata su un sistema di formule matematiche del tipo:
X = f1(,); Y = f2(,)
tali che a ogni coppia di valori (,) sulla superficie terrestre corrisponda una sola
coppia di valori (X,Y) sul piano della carta.
X
P0(X,Y)
P(,)
X = f1(,)
Y = f2(,)
Y
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LE DEFORMAZIONI CARTOGRAFICHE
È già stato riferito in altri contesti che la superficie terrestre, o quelle che
la approssimano (ellissoide, sfera), non sono sviluppabili sul piano,
dunque non è possibile creare la corrispondenza biunivoca posta alla base
della teoria senza prevedere necessariamente dilatazioni e
deformazioni, tanto più grandi quanto più grande è l’area rappresentata.
Pertanto per trasferire sul piano della carta una superficie sferica occorre
deformarla, peraltro in modo non omogeneo. Ne deriva che ogni
possibile modalità di proiezione cartografica dà origine a carte affette da
deformazioni che possono essere: angolari, lineari e superficiali.
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MODULI DI DEFORMAZIONE
Le deformazioni implicite nel passaggio dalla superficie terrestre al piano
della carta sono fotografate dai seguenti tre coefficienti che prendono il
nome di moduli di deformazione.
Modulo di deformazione lineare: è il rapporto fra la lunghezza di un
elemento misurato sulla carta, e la lunghezza l del corrispondente
elemento misurato sul terreno (m = l’/ l).
Modulo di deformazione superficiale: è il rapporto tra la superficie S′ di
una zona misurata sulla carta (tenendo conto della scala) e la corrispondente superficie S del terreno ( = S’/ S).
Modulo di deformazione angolare: è la differenza fra un angolo ’
misurato sulla carta e il corrispondente  misurato sul terreno ( = ’- ).
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ULTERIORE CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE
In funzione del valore che assumono i moduli di deformazione, le carte
possono essere classificate nel seguente ulteriore modo:
CARTE EQUIVALENTI: carte nelle quali le lunghezze sulla carta si
conservano uguali a quelle corrispondenti sull’ellissoide secondo
particolari direzioni. Lungo tali linee il modulo di deformazione lineare è
uno: (m = 1).
CARTE CONFORMI O ISOGONICHE: carte nelle quali il modulo di
deformazione angolare vale zero: ( = 0).
CARTE EQUIVALENTI: carte nelle quali il modulo di deformazione
superficiale vale uno : ( = 1).
CARTE AFILLATTICHE: carte nelle quali i moduli di deformazione lineare
m e superficiale  non sono uguali a 1, e il modulo di deformazione
angolare  non è uguale a 0. Tuttavia si fa in modo di minimizzare le
deformazioni in relazione agli scopi della rappresentazione.
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LE PROIEZIONI CARTOGRAFICHE
Per proiezione cartografia si intende quella tecnica di formazione di una
carta ottenuta proiettando geometricamente i punti dell’ellissoide su una
superficie sviluppabile sul piano. Le proiezioni possono essere:
prospettiche: quando viene eseguita direttamente sul piano di
rappresentazione;
per sviluppo: quando vengono eseguite su una superficie cilindrica o
conica e successivamente sviluppate sul piano di rappresentazione.
Una proiezione si dice policentrica quando la superficie da rappresentare
viene divisa in un certo numero di zone, e ogni zona viene proiettata sul
piano tangente dal suo punto centrale. Ciò permette di ridurre le deformazioni che si avrebbero nelle aree lontane dal punto centrale qualora tutta la
superficie da rappresentare venisse proiettata su un unico piano tangente,
ma crea problematiche connesse al collegamento dei vari fogli della carta.
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LE PROIEZIONI PROSPETTICHE
Nelle proiezioni prospettiche i punti dell’ellissoide vengono proiettati su di una superficie piana
(piano di rappresentazione) tangente all’ellissoide in un punto C centrale rispetto alla
zona di territorio rappresentato.
 In relazione alla posizione del piano di rappresentazione, le proiezioni prospettiche sono inquadrate in:
polari, quando il punto di tangenza C è ai poli;
equatoriali, quando il punto C è all’equatore;
azimutali, negli altri casi.
 In funzione poi della posizione del punto di vista V dal
quale si proiettano i punti dell’ellissoide, si hanno:
gnomoniche, se il punto di vista V coincide con il
centro dell’ellissoide;
stereografiche, se il punto V è sulla superficie dell’ellissoide in posizione opposta al punto di tangenza C;
scenografiche, se il punto V è fuori dalla superficie
ellissoidica e a distanza finita da questa;
ortografiche, se il punto di vista V è fuori dalla
superficie ellissoidica e a distanza infinita da questa.
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LE PROIEZIONI PER SVILUPPO
Nelle proiezioni per sviluppo i punti dell’ellissoide vengono proiettati su una
superficie detta superficie di sviluppo. In esse il punto di vista è sempre coincidente
con il centro dell’ellissoide. Esse si possono classificare nei seguenti due modi:
cilindrica, quando la superficie
di proiezione è un cilindro;
conica, quando la superficie di
proiezione è un cono.
dirette, quando gli assi delle
superfici coincidono con l’asse
polare;
inverse o traverse, quando gli
assi delle superfici giacciono sul
piano equatoriale.
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LE PROIEZIONI CILINDRICHE
Proiezione cilindrica diretta: si
ottiene proiettando i punti della
superficie terrestre, dal centro
dell’ellissoide, su un cilindro il cui
asse coincide con l’asse polare ed è
tangente (o secante) all’ellissoide
all’equatore (carta Mercatore).
Proiezione cilindrica inversa (o
trasversa): si ottiene proiettando i
punti della superficie terrestre, dal
centro dell’ellissoide, su un cilindro
disposto ortogonalmente all’asse
polare e tangente (o secante)
all’ellissoide secondo un meridiano
(carta Gauss).
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PROIEZIONE DI GAUSS
È una proiezione cilindrica inversa, di tipo conforme ( = 0), che conserva le distanze
lungo il meridiano tangente al cilindro. L’ellissoide utilizzato è quello di Hayford orientato a
Roma (Datum Roma40). In sintesi sono imposte le seguenti condizioni:
un arco di lunghezza l sul meridiano tangente deve trasformarsi in un
segmento di pari lunghezza sulla carta;
un angolo  formato da due direzioni uscenti da un punto sull’ellissoide
deve mantenersi uguale all’angolo formato dalle corrispondenti direzioni
riportate sulla carta (carta conforme );
il coefficiente di deformazione lineare m varia da punto a punto ma è
sempre 1, e uguale per tutte le direzioni uscenti da quel punto;
il meridiano tangente si trasforma nell’asse delle ordinate N;
l’equatore si trasforma nell’asse delle ascisse E.
Gauss definì le leggi N = f1(,); E = f2(,) che permettono di passare dalle coordinate
geografiche (,) a quelle cartografiche (N,E). In seguito (1948) il prof. Giovanni Boaga di
Padova ha rielaborato queste formule, e compilato le relative tavole di calcolo (allora
necessarie), sicché la rappresentazione viene chiamata di Gauss-Boaga.
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PROIEZIONE DI GAUSS
La deformazione sulla carta di Gauss
aumenta in modo quadratico
con
l’aumentare della longitudine ,
dunque aumenta allontanandosi dal
meridiano tangente (longitudine 0),
secondo il seguente coefficiente di
deformazione lineare:
1
m  1 (  - 0 )2 cos2
2
N
Per limitare le deformazioni la
rappresentazione è strutturata in fusi di
6° di longitudine  (–3° e +3° rispetto
al meridiano centrale di longitudine 0).
Ogni fuso possiede un sistema
cartografico indipendente N,E a cui
vengono riferiti i punti che gli
appartengono (il territorio nazionale è
compreso in 2 fusi dunque in 12° di ).
E
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IL COEFFICIENTE DI CONTRAZIONE 0,9996
Secondo
lo
schema
previsto
inizialmente da Gauss il modulo di
deformazione lineare m risulterebbe pari a
1 lungo il meridiano centrale, e a 1,0008
(deformazione +0,08%) ai bordi del fuso.
meridiano
centrale
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m=1,0008
m=1
Per contenere le deformazioni lineari
(sempre 1) entro i limiti dell’errore di
graficismo, alle coordinate di trasformazione, ottenute con le formule di
Boaga in ciascun fuso, viene applicato un
coefficiente di contrazione pari a:
0,9996.
N* = N  0,9996
E* = E  0,9996 + Falsa Origine
m=1,0008
Tuttavia questo valore è maggiore
dell’errore
di
graficismo,
pertanto
incompatibile con la rappresentazione.
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LA CARTOGRAFIA NAZIONALE
La cartografia ufficiale italiana è basata sulla rappresentazione di Gauss-Boaga,
secondo la quale il territorio nazionale è stato diviso in due fusi denominati fuso
ovest e fuso est.
fuso ovest compreso tra: =6°EG e =12°27′08″,40EG.
meridiano centrale di tangenza: =9°EG.
fuso est
compreso tra: =12°EG e =18°30’ EG.
meridiano centrale di tangenza: =15°EG.
Il fuso ovest viene prolungato oltre i 6° per comprendere il meridiano di Monte
Mario (Roma) e generare una zona di sovrapposizione oltre i 12° di circa 30′
(precisamente 27′08″,40) per la quale si ha una doppia rappresentazione. Il fuso
est si estende per 30’ dopo i 18° per comprendere la penisola salentina.
Ciascun fuso possiede un proprio sistema cartografico N,E. All’origine E0 di
ciascuno di essi viene assegnato un valore arbitrario convenzionale (FO, falsa
origine) il cui valore indichi automaticamente a quale fuso sono riferite le
coordinate cartografiche.
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IL SISTEMA CARTOGRAFICO NAZIONALE
fuso ovest: FO=1 500 000 m
fuso est : FO=2 520 000 m
la prima cifra indica il fuso
(1 ovest, 2 est);
il valore 500 è tale da non
avere punti all’interno del fuso
che cambino il valore (1 o 2)
dei milioni;
i 20 km aggiunti alla FO del
fuso est impediscono confusioni nelle coordinate appartenenti
alla
zona
di
sovrapposizione.
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IL SISTEMA UTM
Il sistema cartografico UTM (Universal Transversal Mercator), anche detto sistema
internazionale, fu concepito dopo la II guerra mondiale dal U.S. Army Map Service, al fine di
costituire un sistema globale in grado di omogeneizzare i sistemi cartografici nazionali.
È ottenuta da una proiezione cilindrica inversa, dunque come quella Gauss-Boaga, ma
inizialmente riferita all’ellissoide di Hayford orientato a Potsdam in Germania (Datum ED50)
e, più di recente, al Datum WGS84, e con diversi valori per le false origini delle E.
SISTEMA GAUSS-BOAGA
 ellissoide Hayford
 Datum Roma 1940
 proiezione su due fusi di 6°
 falsa origine delle E diversa per i
2 fusi:
9°
EG: E0 =1.500.000 m
15° EG: E0 =2.520.000 m
SISTEMA UTM
 ellissoide Hayford
 Datum ED1950
 proiezione su due fusi di 6°
 falsa origine delle E uguale per
tutti i fusi:
9° EG: E0 = 500.000 m
15° EG: E0 = 500.000 m
Le coordinate cartografiche UTM, dunque, si discostano dalle corrispondenti nel sistema
Gauss-Boaga per il diverso datum utilizzato. La differenza non è costante e arriva fino a circa
180 m per le N e fino a 50 m per le E (a parte le diverse false origini peraltro facilmente
individuabili).
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IL SISTEMA UTM
Il globo risulta suddiviso in 60 fusi di
6° numerati da 1 a 60 a partire dall’antimeridiano di Greenwich e procedendo da
ovest verso est. All’Italia spettano i fusi
32, 33 (e piccola parte del 34).
Ogni fuso ha un sistema di riferimento
indipendente dagli altri, ma poiché la
falsa origine delle E è la stessa per
tutti i fusi, ne consegue che punti in fusi
diversi avranno medesime coordinate.
Si rese pertanto necessaria l’adozione
di un sistema per l’individuazione univoca e automatica dei punti. Ciò
avvenne mediante un’apposita codifica
alfanumerica, che passò per la
definizione (oltre ai fusi) di fasce, zone
e quadrati.
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IL SISTEMA UTM
Per l’individuazione univoca dei punti vennero allora create 20 fasce dell’ampiezza di 8°
ciascuna (la rappresentazione si estende infatti fino ai paralleli a 80°N e a 80°S) indicate con
lettere dell’alfabeto. L’intersezione dei fusi con le fasce dà luogo a 1.200 zone (larghe 6° e
alte 8°) identificate da un numero e da una lettera (es. 32T).
In Italia:
• FUSO 32 e 33
• Fascia T e S
• Zone 32T, 32S, 33T, 33S
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IL SISTEMA UTM
Ogni zona, individuata dall’intersezione di un fuso con una fascia, viene infine suddivisa in
quadrati di 100 km di lato, orientati secondo il meridiano centrale e l’equatore. Ogni
quadrato è identificato da 2 lettere; esse non hanno alcun riferimento alla lettera delle fasce e
sono state scelte semplicemente in modo tale che non si ripetano coppie di lettere in un’area
sufficientemente estesa, evitando equivoci.
L’individuazione univoca del punto (designazione) avviene allora mediante una codifica,
in cui (oltre a zona e quadrante) si trova:
primo blocco di cifre che definisce l’ascissa
(E) rispetto al vertice SO del quadrato;
secondo blocco di cifre che definisce
l’ordinata (N) rispetto al vertice SO del quadrato.
Il numero di cifre (3, 4 o 5) usato nei due
blocchi
definisce
l’ordine
di
grandezza
dell’approssimazione.
33S VB 92725 34850 (al metro: 5 cifre)
33S VB 9272 3485 (ai 10 m: 4 cifre)
33S VB 927 348 (ai 100 m: 3 cifre)
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IL SISTEMA UTM
Sulle carte il sistema UTM è tracciato un reticolato con maglie quadrate di 1 km. Le
indicazioni per la corretta interpretazione delle coordinate sono la cornice e lo
spazio denominato “quadrettatura chilometrica UTM”.
Negli spazi di legenda e istruzioni
della carta si trova l’indicazione del
fuso, della zona e la doppia coppia
di lettere che individua il quadrato di
100 km.
Sulla cornice della carta sono evidenziati i valori (espressi in km) di
ogni ascissa e di ogni ordinata. Nel
Datum WGS84 tali valori sono in
colore magenta. I caratteri piccoli
presso i vertici della cornice del foglio
(di fianco 6 e 49) sono riferiti al
vertice SO del quadrato di 100 km
identificato in legenda.
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I RETICOLATI
RETICOLATI
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RETICOLATO GEOGRAFICO
Le coordinate geografiche (,) sono indicate sulla cornice della carta con bande alternate chiare/scure.
Ogni banda corrisponde a 1’ = 60”. Si possono poi ottenere i secondi facendo un’ interpolazione lineare.
Questo reticolato non è tracciato materialmente sulla carta, ma lo può essere facilmente utilizzando gli
inviti sulla cornice accennati in precedenza.
1’=60”
=1°01’00”
1’
1’
φ=44°34’00”
1:25.000
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RETICOLATO CHILOMETRICO UTM
I reticolati chilometrici sono costituiti da una griglia (tracciata o tracciabile usando gli inviti sulla cornice)
di linee verticali, parallele al meridiano centrale del fuso, e linee orizzontali ortogonali alle precedenti.
Il reticolato UTM (1x1 km40x40 mm nella carta 1:25.000), in alcune carte IGM, è tracciato sul quadro
(in colore magenta se riferito al Datum WGS84). Nello stesso colore, sulla cornice, sono riportate in km le
coordinate N,E in corrispondenza della griglia.
1000 m
E=696 000 m
1 km
E=697 000 m
N=4 939 000 m
1 km
1:25.000
N=4 938 000 m
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RETICOLATO CHILOMETRICO GAUSS-BOAGA
Il reticolato Gauss-Boaga (1x1 km) non è tracciato sulla carta, ma può essere disegnato all’occorrenza
utilizzando gli inviti sulla cornice con simboli diversi per il fuso ovest e fuso est.
Per risalire ai valori dei singoli vertici del reticolato si deve utilizzare la tabella posizionata nella legenda
che riporta le coordinate E,N dei 4 angoli (NO, NE, SO, SE) del foglio nel sistema Gauss-Boaga.
E=1644 732
N=4947 687
E=1 645 000 m
E=1 646000 m
1 km
invito
fuso
ovest
invito
fuso
est


N=4 947 000 m
1km
N=4 946 000 m
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INTERPOLAZIONE SUL RETICOLATO GEOGRAFICO
Per determinare le coordinate geografiche (P,P) di un generico punto P, dopo aver tracciato il reticolato
geografico si tracciano due segmenti perpendicolari allo stesso reticolato o alla cornice (essi approssimano
un arco di meridiano e un arco di parallelo essendo la carta conforme) passanti per il punto. Dopo averne
misurato le lunghezze in mm, si esegue l’interpolazione lineare.
=1°01’00”
60”
INTERPOLAZIONE
 41

 60" 
 52,5

 1 00' 46" ,8
 25,5

 60" 
 74,5

 P  4434'  
41 mm
P
 44 34' 20" ,5
25,5 mm
74,5 mm
P  100'  
φ=44°34’00”
52,5 mm
1:25.000
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INTERPOLAZIONE SUL RETICOLATO UTM
Per ottenere le coordinate cartografiche UTM di un generico punto P, si proietta il punto sui lati della maglia
quadrato di 1x1 km corrispondente a 40x40 mm sulla carta 1:25.000, che lo contiene. Dopo aver misurato
con cura sulla carta le distanze del punto dai tratti iniziali della maglia, si esegue l’interpolazione lineare.
E=696 000 m
E=697 000 m
INTERPOLAZIONE
 23,5

N P  4.938.000  
1000  
 40

 4.938.587 m
 31,5

EP  696.000  
1000  
 40

 696.788 m
40 mm
N=4 939 000 m
N=4 938 000 m
31,5 mm P
23,5 mm
40 mm
DESIGNAZIONE UTM
Zona : 32 T
Quadrato: PQ
32TPQ 96788 38587
1:25.000
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