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Diapositiva 1 - Mondadori Education

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Diapositiva 1 - Mondadori Education
Il testo poetico
Il testo poetico
Che cos’è
Testo in versi basato su un uso
particolare della parola e degli
strumenti linguistici, con
attenzione agli aspetti formali
del linguaggio
A cosa serve
Scopo espressivo:
• comunicare i sentimenti di chi
scrive
• suscitare sentimenti nel lettore
Dove si trova
Poemi, poesie, libretti d’opera,
testi di canzoni
La struttura: la versificazione
La prosodia
L’insieme dei princìpi della versificazione
Il verso
• segmentazione grafica del testo
• sequenza di parole regolate dal numero di sillabe
e dai loro accenti
• presenza della rima, che può avere uno schema
vincolato (in forme classiche come sonetto o
canzone), libero (senza attenzione alle regole
della metrica tradizionale), oppure essere
assente
La metrica
Le norme che regolano la struttura del verso
Versi, sillabe e accenti
 Verso definito come unità fonica, non logica o grammaticale
 Il rapporto tra aspetto fonico e struttura del verso definisce
le regole della metrica
 Elementi base della metrica sono sillabe e accenti
 I vari metri sono identificati
dal numero delle sillabe e
dalla posizione degli accenti
su di esse
Sillabe metriche e linguistiche
 La sillaba linguistica: l’unità minima del linguaggio
quella che si conta già da bambini
 La sillaba metrica: diversa dalla sillaba linguistica, segue
regole precise
 Per capire quale tipo di verso abbiamo davanti è necessario
contare le sillabe metriche
La sillaba metrica: fenomeni
Dieresi
quando due o più vocali
For - se - per - ché - del - la - fa - tal
consecutive di una stessa
- quï - e - te
parola costituiscono due sillabe
U. Foscolo, Alla sera
metriche
Sineresi
quando due o più vocali
consecutive di una stessa
parola costituiscono una sola
sillaba metrica
Fre - sche - le - mi͜e - pa- ro - le - nel
- la - se - ra
quando due o più vocali
consecutive di due parole
diverse costituiscono due
sillabe metriche
Co - min - ciò - il - po - e - ta - tut to - smo - rto
Dialefe
G. D’Annunzio, La sera fiesolana
Dante, Inferno, IV, 14
Sinalefe
quando due o più vocali
consecutive di due parole
diverse costituiscono una sola
sillaba metrica
So - lo ͜ e - pen - so - so ͜ i - più - de ser - ti - cam - pi
F. Petrarca, Solo e pensoso
Gli accenti
 Regola fissa: l’ultimo accento cade sempre sulla penultima
sillaba
 Le sillabe atone (non accentate) che seguono l’ultimo
accento contano come una sola sillaba metrica
Es.: “Ei fu. Siccome immòbile” (A. Manzoni, Il cinque maggio)
“Ei-fu-sic-comeim-mo-bile” è il testo sillabato: si tratta di versi settenari, l’ultimo
accento cade su “mo”, dunque le due sillabe atone “bi-le” e formano un’unica
sillaba metrica.
In tutto le sillabe metriche sono sette, anche se quelle linguistiche sono di più.
I versi della tradizione italiana
Tipo di verso
parisillabo
(numero pari di
sillabe)
Imparisillabo
(numero dispari
di sillabe)
Posizione dell’accento
quaternario o
quadrisillabo
sempre sulla 3a sillaba
senario
sempre sulla 2a e 5a sillaba
ottonario
sulla 3a e 7a sillaba (in alcuni casi, anche
sulla 4a e 7a)
decasillabo
sulla 3a, 6a e 9a sillaba
ternario o
trisillabo
sempre sulla 2a sillaba
quinario
sulla 1a o 2a e sulla 4a sillaba
settenario
su una qualsiasi delle prime quattro e
sulla 6a sillaba
novenario
sulla 2a, 5aa e 8a sillaba (in alcuni casi,
anche sulla 3a, 5a e 8a)
endecasillabo
su qualsiasi sillaba escluse la 5a e la 9a,
sempre sulla 10a
L’enjambement
Che cosa significa
Dal francese “enjamber”: saltare, il Ciel gli diè favore, e sotto
superare un ostacolo
a i santi/segni ridusse i suoi
compagni erranti
T. Tasso, Gerusalemme liberata
Quando si ha
quando due parole
grammaticalmente legate fra
loro si trovano l’una in fine di
verso una in fine di verso e
l’altra all’inizio del verso
successivo
Quando leggemmo il
disiato riso/esser baciato
da cotanto amante
Dante, Inferno
L’enjambement
Perché si usa
Non tutti gli enjambement
producono lo stesso effetto: il
poeta, scegliendo quali
particolari nessi logici separare,
interviene in modo diverso sulla
sensibilità del lettore
Tanto gentile e tanto onesta
pare/la donna mia
quand’ella altrui saluta
Dante, Vita nuova
La rima
 Fenomeno per cui suoni identici si ripetono alla fine dei
versi di una poesia
 L’identità di suono interessa l’ultima vocale accentata fra
le parti finali dei versi
Es.: “cuore” e “amore” sono parole in rima (in questo caso si dice perfetta)
“tòno” e “vèngono” non sono in rima, perché terminano con le stesse
lettere ma non a partire dall’ultimo accento
Le rime imperfette
Assonanza
Consonanza
l’identità riguarda soltanto le
vocali a partire dall’ultima
tonica
Senz’addii m’hai lasciato e
senza piànti;/devo di ciò
accoràrmi?
l’identità riguarda solo le
consonanti che seguono
l’ultima vocale tonica
in mèzzo/a palàzzi, quasi a
mondi, dei ragàzzi/leggeri
come stracci giocano alla
brèzza
U. Saba, L’addio
P.P. Pasolini, Le ceneri di
Gramsci
Rima al mezzo
Rima interna
la seconda parola rimata si
trova all’interno del verso
anziché in posizione finale
Passata è la tempèsta:/odo
augelli far fèsta, e la
gallina…
quando entrambe le parole si
trovano all’interno dei versi
bòssi ligustri o acanti./
Io, per me, amo le strade
che riescono agli erbosi
fòssi…
G. Leopardi, La quiete dopo la
tempesta
E. Montale, I limoni
Le combinazioni di rime
nome
Rima baciata
struttura
AA
BB
CC
esempio
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
E. Montale, Meriggiare pallido e assorto
A
A
B
B
Le combinazioni di rime
nome
Rima alternata
struttura
ABAB
CDCD
esempio
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
G. Pascoli, Il gelsomino notturno
A
B
A
B
C
D
C
D
Le combinazioni di rime
nome
Rima incrociata
struttura
ABBA
CDDC
esempio
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancóra per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
G. D’Annunzio, Consolazione
A
B
B
A
C
D
D
C
Le combinazioni di rime
nome
Rima incatenata
struttura
ABA
BCB
CDC
esempio
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Dante, Divina commedia
A
B
A
B
C
B
Le combinazioni di rime
nome
Rima invertita
struttura
ABC
CBA
esempio
E se’ begli occhi, ond’io me ti mostrai
et là dove era il mio dolce ridutto
quando ti ruppi al cor tanta durezza,
mi rendon l’arco ch’ogni cosa spezza,
forse non avrai sempre il viso asciutto:
ch’i’ mi pasco di lagrime, et tu ‘l sai.
F. Petrarca, Canzoniere
A
B
C
C
B
A
Le combinazioni di rime
nome
Rima replicata
struttura
ABC
ABC
esempio
E sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
A
B
C
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io con lui.
A
B
C
F. Petrarca, Solo e pensoso
La strofa
 è una parte di testo poetico con
una precisa struttura rimica
 è messa in evidenza da artifici
grafici, come una riga bianca tra
una strofa e l’altra
 è una unità di contenuto, cioè
porzione definita del racconto o
del discorso del poeta
Tipi di strofa
Distico
strofa di due versi
O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
A
A
B
B
G. Pascoli, La cavallina storna
Terzina
strofa di tre versi
rime incatenate, replicate o
invertite
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Dante, Divina commedia
A
B
A
B
C
B
Tipi di strofa
Quartina
strofa di quattro versi
rima alternata o incrociata
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
A
B
A
B
C
D
C
D
G. Pascoli, Il gelsomino notturno
Ottava
strofa di otto versi
AB AB AB CC
tipica dei poemi del Rinascimento
Canto l’arme pietose e ’l capitano
che ’l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
T. Tasso, Gerusalemme liberata
A
B
A
B
A
B
C
C
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