Sapevi che? Sapevi che? - Ordine dei Farmacisti della Provincia di
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Sapevi che? Sapevi che? - Ordine dei Farmacisti della Provincia di
Anno IV – Numero 596 BACHECA Ordine 1. ORDINE: Rapporti di attività professionale 2. Requisiti trasferimento Titolarietà farmacia: disposizione decreto milleproroghe 3. Master di II Livello in Reach Lunedì 09 Marzo 2015, S. Francesca Romana Proverbio di oggi……….. Stongo attaccato mane e ppère (Ho le mani legate) Sapevi che? …una volta aperta la confezione, le diverse farmaceutiche differiscono per tempo di validità? forme La data di scadenza, obbligatoriamente presente su tutte le confezioni di farmaci, Notizie in Rilievo si riferisce alla confezione Scienza e Salute 4. Liquirizia: cosa succede a mangiarne troppa? Prevenzione e Salute 5. Esami del sangue: Bilirubina 6. Colesterolo alto? Ecco i cibi da evitare 7. Sesso dopo un infarto: attendere due settimane Curiosità e Salute 8. Sapevi che? 9. Perché la quarantena dura proprio quaranta giorni? integra e correttamente FORMA FARMACEUTICA VALIDITÀ conservata. Ma dal momento dell’apertura fiale e siringhe pochi minuti ogni tipo di medicinale ha granulati e polveri da sciogliere 5 giorni Dai 5 ai 15 giorni una durata diversa prima pomate vaso Dai 15 ai 20 giorni spray e gocce per naso che diventi inefficace o Dai 15 ai 20 giorni colliri addirittura nocivo. Da 1 a 2 mesi gocce e sciroppi Ecco un elenco del periodo Da 2 a 3 mesi di validità delle più comuni pomate Da 4 a 6 mesi compresse in flaconcino forme farmaceutiche (per le confezioni monodose o le forme confezionate in blister vale la data di scadenza riportata sull’involucro e nel foglietto illustrativo). Sapevi che? …gli antibiotici non hanno alcun effetto sulle malattie causate da virus, come il raffreddore o l'influenza? Gli antibiotici sono medicinali molto efficaci, ma soltanto se usati contro il bersaglio giusto. In particolare, sono utili contro le infezioni causate da batteri o funghi, mentre non hanno alcun effetto contro i virus. Pertanto, se usati in modo scorretto, piuttosto che arrecare benefici possono causare danni. In particolare: possono affaticare gli organi deputati al loro smaltimento; producono “resistenza”, abituano cioè alla loro presenza i microrganismi che dovrebbero invece combattere, diventando così inefficaci. Per queste ragioni è necessario sempre consultare il medico prima di ricorrere ad antibiotici; non assumere autonomamente quelli usati per una precedente malattia; completare sempre il ciclo di cura fino al termine indicato dal medico, anche quando i sintomi del malessere sono scomparsi. SITO WEB ISTITUZIONALE: iBook Farmaday www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 596 PREVENZIONE E SALUTE Ordine: ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Gli esami per il Fegato Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato di salute del fegato. È importante valutarli nel loro insieme Nell’ediz. odierna parliamo di BILIRUBINA Bilirubina Fosfatasi alcalina GammaGT Transaminasi COS'È LA BILIRUBINA, COME VIENE PRODOTTA, PERCHÉ PUÒ AUMENTARE La bilirubina è una sostanza giallo-arancione derivante dal catabolismo dei globuli rossi invecchiati o danneggiati. Questo pigmento viene prodotto, soprattutto a livello della milza, in una forma insolubile (bilirubina indiretta o non coniugata), poi processata dal Bilirubina totale 0,2-1 mg/dl fegato per farle acquistare solubilità in acqua (bilirubina Bilirubina indiretta 0,2-0,8 mg/dl diretta o coniugata) e renderla quindi eliminabile con le Bilirubina diretta 0-0,2 mg/dl urine e con la bile. Alti livelli di bilirubina nel sangue (iperbilirubinemia) possono quindi riflettere un problema a livello epatico, con aumentata concentrazione ematica della forma indiretta, od extraepatico (es.per l'ostruzione dei dotti biliari), con aumento della frazione diretta. Anche l'aumentata distruzione dei globuli rossi, tipica ad es. delle cosiddette anemie emolitiche, può aumentare le concentrazioni di bilirubina diretta, che viene prodotta in grandi quantità. L'iperbilirubinemia è una condizione caratterizzata da alti livelli di bilirubina nel sangue. L'accumulo di questa sostanza nei tessuti viene chiamata ittero ed è associata alla colorazione gialla della cute e delle sclere oculari (il bianco degli occhi). I livelli ematici di bilirubina diretta e totale vengono rilevati con un semplice esame del sangue; in alternativa il test può essere condotto anche sulle urine. Le concentrazioni di bilirubina indiretta si ottengono per differenza, sottraendo dal valore totale quello della forma coniugata. I risultati sono normalmente disponibili entro un paio d'ore. Durante la preparazione all'esame, il paziente viene invitato a non mangiare e bere nelle quattro ore che precedono il test; il medico può inoltre imporre la sospensione di determinate terapie farmacologiche, al fine di evitare possibili interferenze con i risultati dell'esame. (Salute, Corriere) Perché la quarantena dura proprio quaranta giorni? La quarantena indicava in origine il periodo di isolamento cui erano costrette le navi sospettate di trasportare persone o animali contagiosi. Se ne trova traccia già ai primi del ’400, quando ancora era vivo il ricordo della peste nera, in relazione alle navi in arrivo a Venezia dai possedimenti dalmati (in particolare Ragusa, oggi Dubrovnik). Lo conferma il fatto che quarantena è parola veneziana (in italiano si diceva quarantina). Credenze e tradizioni: I 40 giorni dipendono dal fatto che si riteneva che dopo questo lasso di tempo un ammalato di peste non fosse più contagioso. In realtà la malattia era diffusa dalle pulci dei topi, che dopo la quarantena erano sempre vivissime, ma il numero ebbe ugualmente successo perché presente nelle tradizioni popolari, nei passi biblici e nella liturgia cattolica (quaresima ecc.). Oggi quarantena ha assunto il valore generico di isolamento precauzionale ed è di durata variabile. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 596 SCIENZA E SALUTE LIQUIRIZIA: COSA SUCCEDE A MANGIARNE TROPPA? Dalle molte virtù benefiche per la salute, il suo consumo eccessivo è però legato a ipertensione, cefalea e crisi epilettiche. E' accaduto a un bambino italiano Alle liquirizie non riusciva a resistere e, una dopo l’altra, arrivava a mangiarne almeno 20 in un solo giorno. Così dopo quattro mesi di scorpacciate, un bambino di 10 anni ha pagato caro il prezzo della golosità finendo all'Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: non per una banale indigestione, bensì per una serie di sintomi, tra cui crisi epilettiche temporanee (tonico-cloniche) e ipertensione, all'apparenza inspiegabili. O almeno fino a quando i pediatri, durante nuovi accertamenti a una settimana dall’emergenza, hanno notato che il bambino aveva i denti neri. Nero liquirizia. Il caso è riportato sulle pagine della rivista scientifica Pediatric Neurology e dimostra in modo chiaro gli effetti collaterali di un consumo di liquirizia oltre i limiti raccomandati a livello internazionale. Le virtù della liquirizia sono decantate sin dall’antico Egitto e la sua radice ha una lunga storia come rimedio naturale, adatto per bruciori di stomaco, ulcere, mal di gola, tosse, bronchiti e alcune infezioni virali. Se da un lato le sue proprietà benefiche non hanno convinto del tutto la scienza insufficienti i dati raccolti sul suo ruolo medicale, dall’altro sono poco chiari anche gli effetti dannosi correlati a un abuso. Da anni gli esperti raccomandano di non abusarne: l’OMS stabilisce come soglia di sicurezza una quantità inferiore ai 2 mg per Kg di peso al giorno. Concorda anche la FDA. A sollevare sospetti e preoccupazioni è la glicirrizina, una sorta di ‘principio attivo' dell’estratto di liquirizia: è stato dimostrato che il composto fa crollare i livelli di potassio nel sangue, causando pressione alta, irregolarità del battito o aritmie, gonfiore, sonnolenza. L’impatto sui bambini è ancor meno conosciuto. Nel caso italiano, in cui il bambino arrivava a consumarne una dose di 2,88 mg per Kg di peso al giorno, è stata osservata ipertensione e sindrome da encefalopatia posteriore reversibile, una condizione clinica caratterizzata da mal di testa, nausea, disturbi della vista e motori. Tutti sintomi che sono scomparsi quando il bambino ingordo di caramelle alla liquirizia ha smesso di mangiarle. Secondo i pediatri, queste evidenze scientifiche dovrebbero indurre i produttori a indicare sulle confezioni la quantità massima al giorno da non superare. (Salute, Corriere) CURIOSITA’ È Vero che ogni POPOLO ha il Proprio ODORE? Puzza di piedi o profumo di cibo? Sì: ogni etnia ha un proprio odore dovuto alle diverse condizioni ambientali e culturali del luogo in cui vive. Le diverse popolazioni non differiscono nel n° o nella conformazione delle ghiandole sudoripare, da cui deriva l’odore del corpo, ma nella quantità del sudore: per es. nei climi caldi servono secrezioni più abbondanti per raffreddare la temperatura corporea e proteggere la pelle dai raggi solari. Come si cambia: Quando si cambia il luogo in cui si vive, le caratteristiche del sudore (quantità, composizione ecc.) si adattano subito alle nuove condizioni ambientali, senza differenze tra stranieri e autoctoni: chi vive in montagna può avere un odore diverso da chi sta al mare. Le influenze del cibo: Infine, con il sudore si eliminano sostanze di scarto dell’organismo, perciò le sue caratteristiche dipendono anche da ciò che viene introdotto nel corpo con l’alimentazione. Non in tutte le culture l’odore del corpo è considerato sgradevole e viene coperto con profumi. (Salute, Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 596 PREVENZIONE E SALUTE COLESTEROLO ALTO? ECCO I CIBI DA EVITARE Dai primi piatti elaborati ai formaggi stagionati, dagli insaccati ai gelati: l'esperto di OK Roberto Volpe fa il punto sugli alimenti che alzano i livelli di colesterolo, mettendo a rischio al salute cardiovascolare e non solo. Colesterolo alto? Avete dato un’occhiata alla vostra dieta giornaliera? Forse, senza saperlo, consumate quei cibi che lo alimentano e ne fanno alzare i valori. Abbiamo parlato di cattive abitudini e colesterolo con Roberto Volpe, ricercatore del Cnr, specializzato in Malattie del fegato e del metabolismo all'Università di Roma. Colesterolo alto e stile di vita: quanto contano le cattive abitudini? Molto, in particolare l’alimentazione. Infatti, il fumo può determinare un lieve aumento del colesterolo “cattivo”, e l’attività fisica, in questo caso, non è di aiuto, in quanto agisce poco sul colesterolo cattivo (anche se innalza quello buono). La parte negativa responsabile del colesterolo alto è da attribuire, al di là della predisposizione genetica e familiare, a una dieta sbagliata, che, invece, dovrebbe essere ipolipidica e con cotture semplici. Quali sono gli alimenti sotto accusa? In cima alla lista ci sono i grassi. Tra questi, i condimenti come la besciamella, la panna, il burro, il lardo, lo strutto, la pancetta, il ragù, la maionese, la margarina, l’olio di cocco e l’olio di palma che sono contenuti anche nelle merendine e nascosti in molti altri dolci. Stesso discorso per i primi piatti elaborati come, ad esempio, le lasagne, i ravioli, i tortellini, i cannelloni. Le fritture e i prodotti di rosticceria. La carne se è magra o se il grasso si può rimuovere, di per sé non è da mettere al bando. Pertanto, vanno fortemente limitati gli insaccati a cui non si può togliere il grasso (ad esempio il salame e la mortadella), le carni grasse come la salsiccia, il macinato delle polpette o dell’hamburger, la gallina, le frattaglie, il cotechino, lo zampone, l’anatra, l’oca. Anche alcuni pesci sono grassi come l’anguilla, l’aringa, il salmone, le sardine, lo sgombro, il tonno (sotto olio). Comunque, essendo ricchi di omega-tre, è consigliabile consumarli ma con parsimonia, mentre va stimolato il consumo di quelli magri. E in pizzeria? Anche i carboidrati sono messi al bando? No alla pizza bianca, ai panini all’olio, al pane farcito e a tutti i sostituti del pane come crackers, grissini. In pizzeria meglio evitare la pizza al taglio e le pizze ricche come la Margherita, ai quattro formaggi, con la salsiccia. Come ci si deve comportare con i dolci e i latticini? Il colesterolo è un prodotto animale, dunque non è contenuto nel cioccolato ma il problema è che quest’ultimo, come anche i biscotti, i dolci, i gelati hanno molti grassi. Certo, ci sono anche biscotti che contengono pochi grassi e calorie. Pertanto, è su questi che ci dobbiamo orientare nelle nostre scelte quando andiamo a fare la spesa. Attenzione anche a certi tipi di frutta come l’avocado e il cocco che alzano i livelli di colesterolo. Il latte intero contiene il 4 per cento di grassi che non sono molti, ma sommati ad altri cibi “a rischio” arrivano ad alzare il totale dei lipidi consumati. Dunque, se si devono fare dei tagli, tanto vale preferire quello scremato. La stessa cosa vale per gli yogurt interi (preferire quelli magri o magri alla frutta). Per i formaggi, vanno fortemente limitati quelli a pasta dura, mentre possono essere consumati con moderazione nella frequenza e nella quantità i latticini. Sgarrare mai o qualche volta è concesso? Uno strappo alla regola, ogni tanto, non uccide nessuno. È concesso soprattutto quando fa parte di una cena tra amici, nel sociale o in occasione di una ricorrenza da festeggiare, situazioni in cui non si può e non si deve stare a dieta, fa male allo spirito! Però a casa si può e si deve essere più rigidi e si deve stare attenti a ciò che si porta in tavola. (salute, OK) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 596 PREVENZIONE E SALUTE SESSO DOPO UN INFARTO: ATTENDERE DUE SETTIMANE Studio americano: ragionevole riprendere attività se l’attacco di cuore è stato privo di complicanze Ogni anno, in Italia, circa centoventimila persone vengono colpite da un infarto. Ma la mortalità, nel corso degli anni, è diminuita di molto. Oggi poco meno di novantamila di essi sopravvive, soprattutto se l’intervento è tempestivo. Dopodiché inizia il graduale recupero, che nel tempo porta un individuo a riprendere il lavoro, l’attività sportiva, a viaggiare e ad avere rapporti sessuali. Quest’ultimo, però, è un aspetto spesso poco considerato. Il paziente si ritiene ormai spacciato e il medico non considera l’importanza di un adeguato recupero della vita di coppia. In realtà non esiste un messaggio unico spendibile per tutti i pazienti. Il recupero della sessualità deve passare attraverso un approccio personalizzato, in cui i medici tengano conto delle condizioni generali del paziente prima di sbilanciarsi. Troppo spesso, però, il problema si nasconde proprio tra gli specialisti. STUDIO: La conferma giunge da uno studio pubblicato su Circulation, in cui i ricercatori dell’Università di Chicago hanno arruolato 2.349 donne e 1.152 uomini (statunitensi e spagnoli) reduci da un infarto del miocardio. Tutti avevano subìto un attacco di cuore in giovane età (tra 18 e 55 anni) e tutti pertanto erano interessati al recupero di una vita sessuale normale. Risultati: dall’indagine è emerso come soltanto il 12% delle donne e il 19% degli uomini avesse affrontato il discorso con il proprio cardiologo: e spesso su loro input. L’85% di essi non aveva ricevuto alcun consiglio circa la possibilità di tornare a una vita normale sotto le lenzuola. Responsabili della mancata comunicazione, secondo gli autori dello studio, sarebbero stati proprio i medici. Può una persona reduce da un attacco di cuore tornare ad avere una vita sessuale normale? L’American Heart Association, nel documento in cui prende in esame l’attività sessuale nei pazienti con malattie cardiovascolari, afferma che «è ragionevole riprenderla anche una settimana dopo un attacco di cuore privo di complicanze». Meno libertà sono invece tollerate se queste - sotto forma di dolore toracico persistente o difficoltà respiratorie - sono presenti. Nel corso dello studio, tra coloro che sono riusciti ad affrontare il discorso con il proprio specialista, due terzi hanno ricevuto una risposta affermativa: a patto di non eccedere troppo e di evitare picchi di frequenza cardiaca. Ma come si fa a individuare oltre quale soglia non si deve andare? «L’attività sessuale può essere ripresa con sicurezza quando i soggetti sono in grado di eseguire un esercizio fisico moderato e comunque almeno due settimane dopo l’episodio cardiaco - afferma Stefano Favale, direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia universitaria del Policlinico di Bari -. Vanno però evitati gli eccessi, specie in associazione all’eventuale abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Quanto alle complicanze, la dispnea e l’angina da sforzo possono limitare i rapporti col partner. Nell’uomo invece può comparire la disfunzione erettile, legata alla diffusa patologia vascolare, ma anche a fattori psicologici e all’utilizzo dei farmaci betabloccanti. (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 596 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca MASTER DI II LIVELLO IN REACH: Registration, Evaluation and Authorisation and restriction of Chemicals (CE n.1907/ 2006) Il Master, svolto presso la Facoltà di Farmacia, si prefigge di fornire le basi metodologiche, le conoscenze e le competenze necessarie per l’implementazione del Regolamento Europeo REACH concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche e delle normative europee e nazionali vigenti ad esso collegate in primis il Regolamento CLP (CE n. 1272/2008). Obiettivo principale è la formazione di figure professionali altamente specializzate, richieste dal mercato del lavoro, nella gestione tecnico-scientifica, giuridica ed economica delle sostanze chimiche in riferimento al quadro normativo europeo; http://www.masterreach.unina.it/ ORDINE: RAPPORTI DI ATTIVITÀ PROFESSIONALE (COLLABORAZIONE O ESPLETAMENTO DI PRATICA PROFESSIONALE) Nota esplicativa dell’ASL Napoli 1 in merito all’obbligo da parte dei Titolari di Farmacia di provvedere ad effettuare le comunicazioni alla competente ASL di pertinenza, di inizio attività professionale in forma di collaborazione o di pratica professionale. La nota esplicativa e i moduli da utilizzare per la comunicazione contestuale alla UOD – Politica del farmaco e dispositivi della Regione Campania, all’ASL e all’Ordine Provinciale dei Farmacisti sono reperibili sul sito istituzionale dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it, Sezione Servizi, → Modulistica REQUISITI TRASFERIMENTO TITOLARIETA’ FARMACIA: DISPOSIZIONE DECRETO MILLEPROROGHE Si informa che il Senato ha approvato in via definitiva, l’articolo unico del ddl 1779 di conversione del decreto legge del 31 dicembre 2014 n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, c.d. milleproroghe. Per quanto di interesse si segnala in particolare che all’art. 7 del DL citato è stato aggiunto il comma 4 quater che sposta fino al 31 dicembre 2016 l’efficacia delle disposizioni in materia di requisiti per il trasferimento della titolarità della farmacia, di cui all’art. 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e s.m.i. Fino al 31 Dicembre 2016, ai fini dell’acquisizione della titolarità di una farmacia, è richiesta esclusivamente l’iscrizione all’albo dei farmacisti. Sono escluse dall’applicazione della disposizione le sedi oggetto del concorso straordinario. Sarà comunque cura della FOFI approfondire l’esame del citato provvedimento dopo la sua pubblicazione nella GU e comunicare eventuali ulteriori novità di interesse della professione.