Bilancio Asrem, Percopo assicura: entro il 2012 arriveremo al
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Bilancio Asrem, Percopo assicura: entro il 2012 arriveremo al
ATTUALITÀ Martedì 12 giugno 2012 5 I FATTI DEL MOLISE CAMPOBASSO Bilancio Asrem, Percopo assicura: entro il 2012 arriveremo al pareggio IL DIRETTORE GENERALE TORNA SULL’UNIONE CON L’EX CATTOLICA E PUNTUALIZZA: IL CARDARELLI NON SCOMPARIRÀ C AMPOBASSO. Trascorsi tre anni dall’insediamento della nuova direzione, l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise ha voluto fare il punto della situazione, tracciando un primo bilancio di questo triennio di attività e di importanti cambiamenti, anche per esprimere una sorta di ringraziamento a tutti coloro che operano all’interno dell’azienda e ne costituiscono il “patrimonio umano”. A precisarlo in conferenza stampa, il direttore generale Angelo Percopo, convinto che la sua Asrem ce la farà a chiudere il 2012 in pareggio, a giudicare dall’andamento positivo delle cifre. Nel corso del triennio 2009-2011, infatti, il tetto del debito si è abbassato sempre di più: se il bilancio annuale nel 2009 era in perdita di 74 milioni di euro, nello scorso anno il passivo è sceso a 41 milioni, con un risparmio pari a 38 milioni, e le previsioni dicono che scenderà ancora nel 2012. E’stato poi raggiunto l’obiettivo contenimento della spesa del personale, come richiesto dal piano di rientro sanitario. “Ma soprattutto - ha fatto presente il dirigente generale - dal 2010, anno della fusione delle quattro Asl in un’unica struttura, l’attuale Asrem, i vantaggi e i successivi progressi per l’azienda sono stati notevoli: si è assistito ad un miglioramento nella struttura sia dei costi che dei ricavi, nell’attendibilità, qualità e tempestività delle informazioni contabili.” Nonostante i sacrifici e le polemiche, Percopo ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo sull’offerta sanitaria degli ospedali molisani e ha parlato poi della questione controversa riguardante l’eventuale unione tra ex Cattolica e Cardarelli, nell’ottica di creare una sorta di cittadella sanitaria nel capoluogo molisano. “L’idea non prevede assolutamente la scomparsa del Cardarelli, ma solo il suo spostamento nei locali più attrezzati della Fondazione Giovanni Paolo II, usati solo per un terzo, e il suo ampliamento strutturale – ha puntualizzato il direttore generale - E’semplicemente un’ipotesi, ma anziché alzare un muro ed evitare qualsiasi confronto, sarebbe meglio discuterne e valutare il valore del progetto”. LQ 6 Politica Martedì 12 giugno 2012 I conti dell’Asrem Percopo conferma: pareggio vicino “Ora costruiamo la sanità del futuro” Il dg spiega l’ipotesi di integrazione fra Cardarelli e Cattolica: è un’idea, discutiamone Paglione, la Testa e Percopo CAMPOBASSO. Rivendica un risultato di massima: dal 2009 al 2011 il disavanzo è passato da 74 milioni a 41. “Un risparmio di 38 milioni che non è ancora sufficiente a garantire un futuro autosufficiente al sistema sanitario regionale”, mette le mani avanti. Ma poi il direttore generale dell’Asrem fa un passo ulteriore e conferma un dato che, solo dal punto di vista dei numeri, è in grado di portare a casa un risultato. “Abbiamo approvato un bilancio preventivo che riduce il debito a 28 milioni di euro, interamente coperto dal gettito delle tasse. Con il 2012 quindi questa regione chiuderà in pareggio i conti della sua sanità. Ma tutto questo non sarà utile – prosegue Percopo – se contemporaneamente non ci sarà il disegno preciso di quel che dovrà essere la sanità del Molise”. In cassa ci saranno 27 milioni, il risultato del salasso di Irpef e Irap a carico dei molisani. Qui le aliquote sono le più alte d’Italia proprio a causa del disavanzo sanitario. Bilancio in pareggio significherà – con la certificazione del tavolo tecnico – la fine del commissariamento. E il ritorno delle politiche di programmazione sanitaria interamente nelle mani della politica locale. Cosa fare della sanità molisana? Percopo parte da quelli che per lui sono punti di forza: il livello di risposta del Cardarelli, degli ospedali di Isernia e Termoli secondo il manager sono ancora sufficienti. “Nonostante lo stress” di una riorganizzazione che non è ancora completata. Anche perché per i ‘piccoli’ Agnone, Venafro e Larino è sub judice. Altro punto di forza è “il patrimonio umano dell’azienda”, il personale. Ci sono le ‘anomalie’ – le chiama così, sono le più classiche mele marce -, come “il caso di Termoli”. Si riferisce, senza dubbio, agli assenteisti scoperti e denunciati dal Nas, “una percentuale piccolissima del personale”. Il bilancio d’esercizio 2011 è un banco di prova anche per la direzione generale che si è insediata a settembre 2009. Solo un anno dopo è iniziata la vera unificazione degli uffici e dei servizi. Il che ha permesso di controllare meglio la spesa e di incidere sui punti critici. Il resto della conferenza stampa è un diluvio di chiarimenti e precisazioni. Insieme al direttore sanitario Giancarlo Paglione e a quello amministrativo Gianfranca Testa prova a parare i colpi. Respinge la bocciatura del Cardarelli da parte dell’Agenas: il giudizio si basa sui dati dei parti cesarei e del reparto di ortopedia. Introduce autonomamente il pasticciaccio dell’integrazione fra Cardarelli ed ex Cattolica. “Ha fatto bene il sub commis- più idoneo. I servizi che con- punto nascite vengano gestite sario Rosato a precisarlo: dividiamo saranno gestiti da dalla Fondazione (e non solo l’azienda non decide su queste noi. Ad esempio, per la car- trasferite). “Questo perché da cose. “Risponde alle linee gui- diologia stiamo utilizzando tempo col professor Scambia stiamo ragionanda della programmazione Le anticipazioni sul bilancio di previsione do su una chimera: la creazione di e queste le un ospedale di elaborano i genere in Molise commissari. alla Fondazione. Però allo staA noi Scambia ha to non vi è chiesto in una nonulla, non ci ta la possibilità di può essere ottenere i requisinulla. Se non ti necessari, fra un’idea che questi c’è l’area come direziomaterno-infantine generale le”, risponde. abbiamo ipoPaglione tira le tizzato e che, somme del riordicome tale va no ospedaliero, la discussa e vaTesta dei servizi gliata. Perché territoriali, come l’Asrem erola cartella clinica ga servizi e territoriale. ogni nostra Ma l’Asrem dai iniziativa è fitecnici di Roma è nalizzata a stata censurata migliorarli, come ente autarma è anche chico, fuori controllo perfino un’azienda – forse la più granper la Regione, hanno scritto de del Molise – e deve coniunel verbale del 3 aprile. Nel gare prestazioni, tutela dei li- I nodi irrisolti velli occupazionali e necessità La gestione del personale mirino la gestione del personale soprattutto, la ‘rottamadel pareggio di bilancio”. zione dei primari. “Siamo arriQuestione di risparmio, l’inte- nel mirino dei tecnici vati alla spesa fissata per quegrazione secondo Percopo. E Il manager replica: sta voce, 200 milioni di euro. allora: il Cardarelli è costituito Anzi, siamo a 197 milioni”, da tre lotti costruiti in tre epo- marginali le ‘anomalie’ sottolinea Percopo. “Ogni riche diverse, la Cattolica rea- di Termoli, gli operatori lievo del tavolo è stato risconlizzò una struttura moderna e trato. Ma c’è una cosa che biora troppo grande per le sue sono un patrimonio sogna dire: a Roma arriva esigenze. Di proprietà dell’Università che l’ha affidata l’emodinamica di Isernia, il qualunque cosa, perfino le in gestione alla neonata Fon- centro di largo Gemelli ce bozze dei provvedimenti in dazione Giovanni Paolo II. l’ha. Perché non governarlo possesso di pochissime perso“Noi non vogliamo chiudere il questo sistema?”. La sua do- ne”, dà la sua versione GianCardarelli, siamo azienda manda ne tira altre, però. La franca Testa e chiede che i pubblica… figurarsi. Voglia- bozza elaborata dall’Asrem funzionari ministeriali si mo trasferirlo in un ambiente prevede che la ginecologia e il esprimano sugli atti. r.i. Agnone Alto Molise 15 Martedì 12 giugno 2012 AGNONE. È stato al centro delle cronache per quasi due anni, l’ospedale San Francesco Caracciolo. Simbolo di ribellione e di lotta per il diritto alla salute. Dopo il fermento dei comitati civici, dopo aver stilato un documento condiviso da amministratori, tecnici, medici, dopo il ricorso al TAR, ora la situazione resta congelata. I riflettori sono quasi spenti e il presidio non è più l’argomento principale che anima la discussione cittadina. Che fine ha fatto l’ospedale San Francesco Caracciolo? “I problemi sono sempre gli stessi – dice con rammarico il responsabile pastorale della Sanità della Diocesi di Trivento, Don Francesco Martino – e la situazione è sempre precaria. Il Caracciolo ha bisogno di ri- L’appello di don Francesco Martino Caracciolo, spenti i riflettori restano le carenze di personale sposte, soprattutto per quanto riguarda il personale. Ci sono operatori sovraccarichi di lavoro, ai limiti del collasso. Non si possono aspettare i tempi farraginosi e lenti della politica”. Insomma, recuperata la fiducia sul futuro della struttura, il tutto resta cristallizzato. Ci sono reparti in cui le carenze di personale metto- no a dura prova i sanitari. “L’assistenza sanitaria viene garantita – precisa Don Francesco – ma ci sono problemi quotidiani da risolvere in modo imminente. Gli anestesisti, per esempio, non ce la fanno più, c’è bisogno di un’altra figura. Altri problemi ci sono per la sala operatoria, in Ginecologia, in Laboratorio Anali- si dove è necessario potenziare l’organico. Ma ho fiducia nell’assessore regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro, che ci ha assicurato il suo sostegno e il suo impegno continuo nella risoluzione delle difficoltà che ci sono”. Secondo quanto auspicato, presto dovrebbe arrivare ad Agnone un altro anestesista, una gineco- loga e per la Radiologia dovrebbe esserci la possibilità di rinnovare qualche vecchia convenzione. Dal canto suo, Di Sandro, avrebbe già incontrato i vertici dell’azienda sanitaria regionale, per segnale le varie criticità. Ad ogni modo, il Piano Sanitario è ancora in fase di elaborazione. La decisione del TAR che ha di fatto annullato le elezioni regionali di ottobre avrebbe posto un freno ai lavori, fermi in IV Commissione. Tra le carte, che sarebbero dovute passare al vaglio del Consiglio Regionale, c’è la proposta condivisa dall’assise civica di Agnone con i comitati civici e i medici, testo elaborato a più mani per migliorare i servizi del Caracciolo, facendo attenzione a non aumentare i costi a disposizione del nosocomio. Non sforare il budget, sempre più ristretto, a causa del deficit regionale. “Mi ha dato fastidio – ammette Don Francesco – che la legislatura si sia interrotta in modo traumatico, e soprattutto che il Consiglio regionale non si sia espresso sulle questioni sanitarie prima che fosse fissata l’udienza del TAR in merito alle elezioni. La politica abbia uno scatto di orgoglio e prenda subito le decisioni necessarie per la sanità, per il bene di tutti. Metta da parte le problematiche prettamente politiche, per adempie- re agli impegni presi”. Ed è pronto anche l’accordo interregionale tra la Regioni Abruzzo e Molise per designare il Caracciolo come ospedale non solo di montagna, ma anche di confine, raccogliendo al suo interno l’utenza dei vicini abruzzesi. “Sarebbe solo da firmare”, annuisce il responsabile sanitario della Diocesi. Poi, ci sono i cambi di timone da parte dei sub commissari. Filippo Basso è il nuovo commissario ad acta per l'adozione e l'attuazione degli obiettivi prioritari del Piano di rientro e “dei successivi Programmi operativi per il Piano di rientro dei disavanzi regionali”. Mentre Nicola Rosato ha ereditato le funzioni in precedenza svolte dal sub commissario Mario Morlacco. Ma, il tempo da attendere sembra essere troppo per le esigenze del piccolo ospedale alto molisano. “I comitati civici sono quasi spariti – conclude infine Don Francesco - forse anche perché è subentrata una situazione di stanchezza. E poi, a questo punto, non so se i comitati possono fare materialmente qualcosa. L’importante è il personale. Senza soldati, la guerra non si fa. Ci mettiamo in ginocchio per implorare i vertici dell’Asrem, affinché siano veloci nelle risposte”. Adelina Zarlenga 2 Attualità PRIMO PIANO tidiano del Molise Il Quo Quotidiano 12 Marttedì 12 giugno 20 2012 Mar Illustrato da Percopo il Bilancio del 2011 evidenziando le luci e celando le ombre L’Asrem intenta a ripianare i debiti Entro il 2012 chiuderà in parità di Vittoria Todisco CAMPOBASSO. All’Asrem sono contenti, anzi felici, perché hanno solo 41 milioni di euro di debiti, deficit diminuito rispetto al dato complessivo del bilancio del 2009 il cui disavanzo era di 64 milioni di euro considerato dal direttore generale, il dott. Angelo Percopo, un dato soddisfacente anche se non ancora sufficiente a garantire la stabilità economica dell’Azienda. Conferenza stampa affollata, ieri mattina all’Asrem convocata per relazionare il Bilancio di Esercizio 2011. Argomento ostico e niente affatto contestabile senza elementi concreti di confronto tant’è che l’Asrem ha sciorinato cifre, elencato risultati conseguiti riducendo, tagliando, riorganizzando, eliminando costi di servizi superflui, ridimensionando ospedali, riconvertendo posti letto ridotti a 1370 fra strutture pubbli- che e private, il tutto senza fornire alcuna pezza d’appoggio insomma, se la sono cantata e suonata per conto loro. Però sono contenti e anche tanto, così che in apertura di conferenza il direttore Percopo ha espresso pubblico ringraziamento agli operatori della sanità senza il cui ausilio in un sistema così difficile come quello attuale simili risultati non si sarebbero potuti conseguire. “E’ una Azienda indubbiamente stressata la nostra – ha ammesso Percopo – costretta ad operare in assenza di obiettivi precisi e i risultati ottenuti scaturiscono oltre che da indubbie professionalità da uno spiccato senso di attaccamento. L’Azienda è degli operatori; i direttori generali passano il patrimonio umano resta”. Ottimista il direttore generale nonostante non si sia ancora del tutto concretizzato l’intero ridimensionamento degli ospedali e sensibilmente ma non del tutto ridotte le azioni di spesa del personale ed è sicuro di chiudere il bilancio del 2012 in parità. Giancarlo Paglione e Gianfranca Testa E annunciando di aver posto le condizioni per definire una volta per tutte il disegno preciso della regione Molise dal punto di vista sanitario il dottor Percopo si incammina lungo il percorso dell’integrazione fra pubblico e privato, ovvero: il Cardarelli con la Fondazione Giovanni Paolo II. Premettendo che si tratta dell’ ipotesi, solo un’ipotesi, puntualizza, per creare una “cittadella ospedaliera” puntualizzando che l’Asrem non decide atti ma risponde alle linee guida provenienti dall’alto, ovvero dai Commissari, che gestiscono la sanità regionale, Percopo ha detto: “non vi è nulla e non vi può essere nulla se non un’idea dal punto di vista tecnico di proporre un progetto che vede l’Asrem e la Fondazione ciascuna delle quali erogatrice di servizi sanitari, indirizzati a continuare a perseguire tale scopo nel migliore dei modi, soddisfacendo le esigenze dell’utenza, evitando sovrapposizioni, contenendo i costi. Non sarà assunta alIl direttore dell?Asrem cuna iniziaAngelo Percopo tiva senza prima coinvolgere il personale e i sin- per il 70% sotto utilizzati dacati, per cui le date che la pronti ad accogliere il Carstampa ha divulgato come darelli. Non dice perché tappe di questo percorso questi spazi sono sotto utisono del tutto prive di fon- lizzati come glissa sul fitto damento”. che occorrerà pagare perPercopo parla di un Carda- ché la Fondazione non è un relli concepito, all’epoca, dal opera benefica e quindi è punto di vista strutturale as- legittimata a trarre lucro solvendo esigenze diverse da dagli spazi dati in locazioquella attuali improntate al ne come dalle prestazioni risparmio; struttura obsole- erogate. E’ vago il dottor ta e dispersiva che costereb- Percopo, indora la pillola e be troppo rimettere a norma la presenta come una caramentre la Fondazione, di mella accattivante, parla di proprietà dell’Università identità ben distinte fra le Cattolica (realizzata su ter- due strutture in cui il pubreno dato in omaggio dal blico è costretto ad inteComune di Campobasso e grarsi con il privato e non finanziata con i soldi della viceversa, è omissivo e asRegione n.d.r.) possiede spa- solutamente non convinzi moderni e soddisfacenti cente. La sanità taglia e risparmia 38 milioni - ONE Reader Page 1 of 1 La sanità taglia e risparmia 38 milioni 12-06-2012 Percopo: «Servizio ottimizzato. Debito coperto con le entrate fiscali» BilancioIl direttore generale assicura che la fusione tra Cardarelli e Cattolica è solo un’ipotesi Aldo Ciaramella Settantaquattro milioni di euro il deficit della sanità nel 2009, quarantuno milioni e quattrocento mila nel 2011. Il pareggio di bilancio dovrebbe arrivare quest'anno. Qui il disavanzo si attesterà a 28 milioni, una somma che sarà coperta interamente dalle entrate fiscali e tributarie regionali previste e quindi destinate alla sanità. Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Asrem Angelo Percopo in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il direttore sanitario Claudio Paglione e la direttrice amministrativa Testa :«Gli obiettivi raggiunti sono importanti e significatici - ha precisato il direttore Percopo siamo sulla strada giusta quest'anno contiamo di arrivare al pareggio di esercizio. Una meta raggiunta grazie allo sforzo dell'intera struttura e dei suoi operatori capaci di aver messo in campo una vasta articolata riorganizzazione consentendoci un risparmio di circa 38 milioni di euro. I risultati acquisiti ottenuti sono evidenti a distanza di meno di due anni con la razionalizzazione della rete ospedaliera portata a 1370 posti e l'ottimizzazione dei servizi e in particolare dei costi. Dai 201 milioni di euro del 2004 per il costo del personale siamo arrivati a 197 milioni del 2011 rispettando le indicazioni del tavolo tecnico delegato al controllo del nostro Piano di rientro». Un'operazione di risanamento ancora, naturalmente, in corso che ha provocato stress evidenti in particolare nel funzionamento degli ospedali dove ci sono da risistemare servizi e offerta sulla base della domanda e di quanto fin'ora è rimasto incompiuto. Inevitabile il rapporto e quindi l'integrazione tra il pubblico e il privato nella ricerca di tagli e risparmi e pertanto tra Fondazione della Cattolica e il Cardarelli. Il manager dell'Asrem, Percopo, ha tenuto a sottolineare che nel progetto solo ipotizzato non c'è nulla di definito sebbene intorno ad esso si sia alzato un polverone inutile e dannoso:«Non c'è nulla di concreto stiamo studiando se la proposta è fattibile partendo dal presupposto che il pubblico rimarrà tale anche nella sede della Cattolica che ci ospiterà a pagamento ovviamente e che si integrerà per alcune specialità con il nostro servizio regionale. Il nostro Cardarelli è vetusto e con problemi di sismicità, nei locali della Fondazione supereremmo questi problemi recuperando 347 posti letto senza spendere un patrimonio pubblico per rimetterlo a norma. Ovviamente la Cattolica e Neuromed sono presidi sanitari di eccellenza che vanno a far parte della offerta sanitaria regionale mentre tutte le altre strutture private invece che tagliarle nel tempo dovranno adeguarsi. Il punto è che dobbiamo contenere la spesa e aumentare il livello della prestazione e quindi della qualità». Il direttore sanitario dell'Asrem Claudio Paglione ha illustrato, poi, la riconfigurazione della medicina territoriale e quindi della medicina diffusa che ha consentito la diminuzione dei ricoveri mentre la dott.ssa Gianfranca Testa ha puntato il dito soprattutto su chi al tavolo tecnico a Roma per il Paino di rientro dal Molise non fa latro che inviare documenti non veritieri ed esposti per abbassare la credibilità della governance della sanità in Molise e quindi permettere che a livello ministeriale si alzino le barricate contro il Molise. Annunciato infine l'arrivo della tessera sanitaria territoriale informatizzata Chiudi http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/06/12/xml/04_ABRUZZO-... 12/06/2012 - ONE Reader Page 1 of 1 12-06-2012 Quattro commissari e sub commissari negli ultimi tre anni. Una sanità quella regionale che oltre a mettere in conto le spese vive notevoli, deve fare i conti anche con i costi di dirigenti e manager mandati dal di fuori del sistema locale per vigilare sul Piano di rientro che comunque pesano sulle finanze dell'Asrem. Spettanze con cifre a quattro zeri per supervisioni e indirizzi obbligati a obiettivi già prefissati, per qualche giorno a settimana, che tra l'altro sono messe a fuoco da una «denuncia» pubblica del presidente della Quarta Commissione consiliare, Lucio De Bernardo che così analizza:« Il Piano Sanitario è stato suddiviso in macroaree di intervento e, allo stato attuale, la Commissione ha completate le proposte in merito a prevenzione, medicina del territorio, liste d'attesa, rete dell'emergenza-urgenza e presidi ospedalieri minori. Poi il Tar ha bloccato tutto, perché il Piano Sanitario non è considerato urgente e indifferibile, non essendo di competenza del Consiglio regionale. Ma sulla questione della legittimità dei provvedimenti in materia di sanità si era ampiamente discusso in una fase preliminare e il Commissario ad acta, Michele Iorio, cui spetta l'approvazione del Piano, si era dimostrato disponibile ad accogliere suggerimenti dall'assise di Via IV Novembre. Nel frattempo apprendiamo con rammarico che dal Consiglio dei Ministri ci viene imposto l'ennesimo commissario alla sanità, a causa delle pressioni sul Ministro Balduzzi esercitate da una certa parte politica». Tutto questo sulle spalle dei cittadini:«Insomma, ancora una volta veniamo considerati incapaci di risolvere i nostri problemi, le questioni della nostra sanità. E chi paga le conseguenze di queste scelte? I cittadini, ovvio! L'incarico del neo sub commissario sarà a carico delle casse regionali». Al.Cia. Chiudi http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/06/12/xml/04_ABRUZZO-... 12/06/2012 I NUMERI DELL'ASREM Il Cardarelli trasferito in Cattolica? Percopo sponsor dell’idea: "Enorme risparmio" Il direttore generale dell’Asrem, Angelo Percopo, convoca la stampa per fare il punto sugli obiettivi già raggiunti dall’azienda sanitaria regionale e su quelli dal raggiungere: «Nel 2012 saremo al pareggio di bilancio». Da qui l’illustrazione dell’ipotesi dell’accorpamento del più grande ospedale pubblico del Molise con la struttura privata di Tappino a Campobasso: «Sarebbe una cittadella ospedaliera. Alla Fondazione daremmo solo il compenso per i servizi che ci offre». Ma l’edificio, viene chiarito ora, è di proprietà dell’Università Cattolica: cosa si chiederà in cambio? Il supermanager non vede il problema: «Il risparmio sarebbe notevole e la gestione rimarrebbe in capo al pubblico». Intanto ringraziamenti a tutti gli operatori dell’Asrem: «Lavorano sotto stress. Gli scandali di Termoli sono solo singoli episodi». di Redazione Campobasso Una sanità quasi esemplare, quella molisana. Virtuosa, funzionale, vicinissima ormai a eliminare sprechi e sperperi. Addirittura (o così) a detta dei vertici dell’Asrem. Almeno per loro interessata - si insiste con passione - più del pubblico che del privato. Eppure pronta a fondersi con il privato. Con prudenza, però, tanto per non fomentare insurrezioni. Per questo la nota bozza di progetto ufficiale sull’accorpamento Cardarelli-Cattolica viene all’improvviso ridimensionata a «una semplice idea». Il chiarimento arriva nella conferenza stampa, impostata a mo’ di monologhi in tre atti (a ognuno il suo), convocata oggi, lunedì 11 giugno, dal direttore generale dell’azienda, Angelo Percopo, affiancato dal direttore sanitario, Giancarlo Paglione, e dal direttore amministrativo, Gianfranca Testa. Proprio Percopo ha illustrati i risultati di bilancio raggiunti dall’Asrem nel 2011 raffrontandoli con quelli del 2009. «Tre anni fa il disavanzo era di 74 milioni di euro, l’anno scorso di 41», il supermanager si mostra già fiero questo, ringraziando per questo gli operatori dell’azienda sanitaria regionale «stressati» - dice proprio così - dall’inesistenza di obiettivi precisi che la sanità Il direttore amministrativo Asrem Testa, in home pubblica molisana - commissariata e in regime di piano di il dg Percopo rientro non ha ancora. Il pubblico encomio di tutti i dipendenti Asrem consente a Percopo di precisare che «i tristi fatti di Termoli (lo scandalo sugli assenteisti) non sono che singoli episodi che non minano la credibilità dell’intero patrimonio umano dell’azienda». Il passaggio è dovuto, rimarcato e sfruttato per sfoggiare numeri. Da qui si riparte infatti per parlare dei posti letto che nel numero complessivo, tra pubblici e privati, oggi sono scesi in Molise a quota 1.370. Anche grazie alle «modifiche sostanziali che sono state apportate ai nostri piccoli ospedali Larino, Venafro e Agnone». La riduzione della perdita in esercizio di bilancio, poi, Perpoco, con plausi piuttosto autoreferenziali, l’attribuisce alla scelta più indigesta per i cittadini comuni: gli incentivi (soldi spropositati) offerti al personale dell’azienda sanitaria per andare in pensione. Negli uffici di via Petrella a Campobasso uno degli atti più impopolari compiuti in un sistema, la sanità molisana che non funziona più, che comporta la tassazione più alta di Italia per il deficit accumulato, viene propagandato come una soluzione efficace per risparmiare. «I costi del personale oggi sono scesi a 197 milioni di euro, al di sotto della soglia che ci hanno imposto al tavolo tecnico, ossia 200 milioni». Per il direttore generale questi segnali sono significativi: «Nel 2012 chiuderemo in pareggio, la perdita di esercizio sarà di 28 milioni», non un euro di più. Si vedrà. Nell’ottica del risparmio, allora, la «cittadella ospedaliera» potrebbe essere un mezzo per arrivare alla virtù dei conti che oggi non tornano ancora. All’allarmismo generale, sviluppatosi ovunque di fronte alla prospettiva di fusione tra Cardarelli e Cattolica, Percopo ora prova a porre un freno. «Si tratta solo di un’idea, perché è nostro compito prospettare soluzione». Dietro l’ipotesi di accorpamento ci sono diverse ragione, ma l’insicurezza dell’edificio pubblico di Tappino, certificata da autorevoli tecnici, non è la prima della lista. Anzi. Con una presa di distanza che sa quasi di fastidio il dg dell’Asrem evita di parlare dei problemi di sismicità del più grande e importante ospedale della regione. «Tralascio la questione della sismicità perché è troppo poco elegante affrontare questo discorso in questi giorni», riflessione che lascia un po’ basiti i presenti: cosa c’è di poco elegante nel dire che una struttura non è adeguata alle norme antisismiche, in particolare adesso che in Italia crolla tutto? Perché non parlarne è più raffinato? La domanda sarebbe pronta a essere formulata, ma il supermanager preferisce continuare con la sua versione dei fatti. Dunque l’eventuale accorpamento tra le due strutture - la fondazione Giovanni Paolo II e il Cardarelli - si lega esclusivamente a un paio di considerazioni. «La prima - illustra il direttore generale - è che l’Asrem è un’azienda che eroga servizi, tutte le iniziative dunque devono essere finalizzate a aumentare il livello della prestazione. La seconda è che l’Asrem è un’azienda - la più grande di questa regione - e quindi ha il dovere di coniugare risparmio, prestazione elevata e soprattutto livelli occupazionali». Da qui la proposta «come studio» di un miglior utilizzo delle strutture private accreditate che esistono in Molise. «E’ possibile - si domanda Percopo -, realizzare una cittadella ospedaliera? Ossia, un complesso di servizi all’interno del quale gli utenti possano trovare risposte multiple senza doversi spostare. E’ possibile mettere in sinergia il Cardarelli e la Fondazione? Noi crediamo di sì. Per tre motivi». Eccoli: «Il Cardarelli è una struttura che ha un costo elevatissimo, che ha bisogno oggi di interventi strutturali notevolissimi, e non mi riferisco alla sismicità - rimarca Percopo -, è una struttura che ha bisogno di una messa a regime per l’impiantistica di nuova generazione. Di contro la Cattolica, che non ha mai raggiunto gli obiettivi prefissati (6 milioni di utenti), ha una struttura molto bella utilizzata a un terzo, pur avendo i servizi che sono il cuore pulsante di un ospedale - sale operatorie, radiologie, laboratori - di elevato livello. Per questo ci siamo detti: perché non pensiamo di spostare il Cardarelli, non di chiuderlo, solo di spostarlo, lasciandolo autonomo? E’ possibile che Cardarelli e Fondazione utilizzino gli stessi servizi?». Percopo porta a sostegno della sua tesi alcuni numeri: Fondazione, per esempio, ha otto più due sale operatorie e sono inutilizzate. «La nostra idea - prosegue il dg Asrem - ci piacerebbe venisse sostenuta dal comitato pro Cardarelli». Che sulla questione da tempo invece ha alzato le barricate. Va detto inoltre che la proposta deve anche essere accettata. L’edificio della Fondazione, stando alla risposta che dà Percopo, è «di proprietà dell’Università Cattolica», primo soggetto che dovrebbe dirsi interessato a incassare l’affitto. Direbbe di no? E direbbe di no la Fondazione molisana - i cui membri in cda sono di nomina politica - a un’indicazione che arriva dall’Asrem i cui vertici sono altrettanto di nomina politica? La politica in Molise non risponde forse a una sola persona: al presidente della Regione-commissario commissariato, Michele Iorio, che la prospettiva di fusione l’ha già illustrata al consiglio regionale? Può esserci in questa filiera di nominati uno che dissente? Chi scioglie il quesito? Via Petrella no. Percopo, non a caso, prova a condurre un discorso che si intoppa subito, perché quasi insiste che si tratti di elementi che decidono in autonomia. E invece non è così in Molise, anche perché la regione non ha grossi margini di manovra. C’è Roma, intesa come ministeri, che impone di agire in una certa maniera per rispondere solo a un punto: ridurre gli sprechi. E Roma, nonostante le lamentele di Gianfranca Testa, con il Molise è molto rigido. «I tecnici del ministero solo con noi - si rammarica la Testa -, prendono in considerazione tutte le denunce che arrivano sui loro tavoli». E le denunce sono infinite, quando invece, ad avviso della direttrice amministrativa, la sanità molisana ha una serie di eccellenze. Gianfranca Testa parla soprattutto della disabilità che sarebbe sostenuta dal pubblico regionale con un certo riguardo. La realtà al contrario dice che è vero altro, che le mamme molisane sono donne straordinarie che si caricano di tutte le inefficienze che ci sono sul territorio per i loro figli. Ai piani dell’Asrem adesso conta, però, portare avanti una tesi sul Cardarelli spostato in Cattolica e cioè che tutto rimarrà (o rimarrebbe) in capo al pubblico (servizi, primari, etc). «Cosa diversa è riconoscere a Fondazione il compenso per i servizi che noi utilizziamo e ovviamente - Percopo si rivolge ai giornalisti -, immaginate per intuito quale è il grosso risparmio che se ne trae se in una struttura del genere (la Cattolica) abbiamo un unico piano di servizi comune». L’intuito dei giornalisti non deve essere proprio brillante: qual è il risparmio se trasferisco i reparti da una struttura che è pubblica in una che è di proprietà privata? I conti di Percopo non tornano all’uomo di strada. E tant’è. La direttrice Testa, allineata alla visione Asrem, taccia di qualunquismo quello che viene diffuso anche attraverso la stampa ai cittadini. E così anche la questione del reparto di ginecologia viene risolta a metà. Si parla genericamente di ospedale di genere, le vicende più nodose sono liquidate con l’assicurazione che tutto resterà pubblico. Chissà. «Noi abbiamo immaginato il futuro della sanità di questa regione che supera la competizione tra pubblico e privato», Percopo chiude così. E così il problema che resta è che in Molise si vuole spostare il pubblico nel privato. (sv) Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha c... Page 1 of 2 Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha competenza per la fusione" | Stampa | Scritto da MDL Lunedì 11 Giugno 2012 12:36 Si è tenuta in tarda mattinata presso l'Asrem a Campobasso la conferenza stampa per illustrare la relazione di Bilancio di Esercizio 2011 dell’Azienda Sanitaria Regionale Molise. Presenti il direttore generale dell’Asrem dott. Angelo Percopo, il direttore ammnistrativo dell’Asrem dott.ssa Gianfranca Testa e il direttore sanitario dell’Asrem dott. Giancarlo Paglione. Nell'osccasione il dirigente generale ha replicato alla polemica generatasi sulla " fusione" Caradrelli - Fondazione Giovanni Paolo II. "Abbiamo immaginato di fare un raffronto, tra il billancio del 2011 a quello del 2009, per verificare se ci sono stati degli indicatori che possono farci prevedere un'inversione di tendenza. Il bilancio 2009 si chiude con una perdita di 74 milioni di euro, il billancio del 2011 si chiude con una perdita di 41.400 milioni di euro, vi è stato un risparmio di circa 38 milioni di euro, quelo che vogliamo sottolineare è l'inversione di tendenza di alcuni costi per cui è stato possibile diminuire la perdita. E' un passivo che si riduce quasi del 50% rispetto al 2009, - afferma il direttore Generale Percopo - ed è dovuto ad una serie di azioni che l'Azienda ha posto in essere in questi due anni, immaginando di ridurre quelle spese che possono essere consulenze, acquisto, personale, per portare entro il 2012 al pareggio complessivo del bilancio regionale complessivo. In Molise c'è un tasso di ospedalizzazione troppo alto, ma basso rispetto al 2008, perchè siamo in un trend di discesa, gli obiettivi per essere raggiunti hanno bisogno di un tempo congruo, è chiaro che siamo ancora su livelli negativi ma sono positivi rispetto al punto di partenza, questo vale anche per i dati pubblicati dall'Age.Na.S (Agenzia Nazionale per i Servizi Regionali) sugli ospedali". Per quanto riguarda la nomina di un nuovo commissario ad acta per la sanità regionale il direttore generale Percopo afferma : " Innanzitutto auguriamo un buon lavoro al neo Commissario Basso e riconfermiamo il nostro impegno e il nostro aiuto al dottor Rosati, ci auguriamo che in questa fase venga fuori il disegno rispetto al quale la Regione immagina di tendere per la sanità, risparmiare non sempre è sufficiente, oltre al risparmio occorre la programmazione, altrimenti si rischia di depauperare i fondi a disposizione". Un intervento è stato fatto anche in merito alla polemica generatasi sull'accorpamento del Cardarelli alla Fondazione Giovanni Paolo II:" Il Cardarelli non si chiude e non si sposta. Noi abbiamo solo proposto un'idea, abbiamo detto che possiamo immaginare di creare una cittadella ospedaliera, dove ci sia Cardarelli e Fondazione nelle loro autonomie, nella loro indipendenza, la nostra proposta è mettere insieme sinergie per offrire servizi completi, immaginando che l'utente possa avere una serie di risposte senza doversi spostare. Il cardarelli è un ospedale costruito a fase negli anni, la costruzione è iniziata negli anni '50, poi un 'altra fase si è avuta negli anni '60/'70 e un'ultima pochi anni fa, è una struttura che ha un costo elevatissimo, è una struttura che ha bisogno di una messa a regime quasi nuova, ovviamente per fare tutto questo c'è bisogno di soldi. Di contro la Fondazione, nata come Cattolica in Molise, pultroppo per una serie di situazioni non ha raggiunto gli obiettivi per cui era nata, è una struttura che è utilizzata poco. Noi abbiamo fatto una proposta:perchè non valutiamo la possibilità di spostare il Cardarelli, non di chiudere, all'interno della struttura della Fondazione? Naturalmente resterebbe autonomo e con i crismi della sanità pubblica, non integrata alla privata, ossia spostare con la propria autonomia, la propria gestione, il proprio personale le proprie attività. E' possibile che Fonfdazione e Cardarelli utilizzino gli stessi servizi? Ci farebbe piacere che il Comitato pro Cardarelli ci accompagnasse in questa idea Ci tengo a chiarire che la proprietà dello stabile è dell'Università Cattolica, che ha dato in gestione alla Fondazione, si deve avviare una discussione con le parti, badando bene che la sinergia che chiediamo di mettere in atto, darebbe vantaggi alla Fondazione, http://www.informamolise.com/ultime-notizie/89648-percopo-q-il-cardarelli-non-si-s... 12/06/2012 Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha c... Page 2 of 2 alla sanità privata ma soprattutto a quella pubblica. Questa è solo la nostra idea, non il nostro porgramma, perchè non abbiamo competenza decisionale, la decisione è della Regione, del Commissario e della Programmazione, noi abbiamo proposto solo un'idea, sulla quale ci piacerebbe avere un contributo, una discussione sul da farsi". http://www.informamolise.com/ultime-notizie/89648-percopo-q-il-cardarelli-non-si-s... 12/06/2012 Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva dagli Usa) • P... Page 1 of 2 Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva dagli Usa) Il settore sanitario era stato commissariato per i bilanci in rosso; ma della gestione continuava ad occuparsi il Presidente Iorio a cui ora Monti ha voluto assegnare una "badante". Il "Governatore" aveva "tagliato" gli ospedali seguendo criteri improntati ad opzioni di tipo politico, ma i Comitati locali sono riusciti a spuntarla, avendo il Tar deciso che i livelli essenziali di assistenza vanno rispettati. Però adesso arrivano altre novità che renderebbero vana ogni ulteriore forma di lotta. Il vostro cronista vive a Bologna per una gran parte dell'anno. Costretto a frequentare le farmacie felsinee, quando ritorna in Molise si vede costretto a corrispondere alla 20.a Regione pressoché il doppio dell'importo previsto per il ticket in Emilia-Romagna. Ciò posto, vediamo cosa ne pensa il Ministro Balduzzi, secondo le cui vedute, ove si abbia a cuore una riforma utile a contemperare la riduzione della spesa col tentativo di non deprimere il livello delle prestazioni, stanti i vincoli di bilancio ineludibili, occorre riconoscere che ogni somma sprecata corrisponde ad una prestazione negata. Regalata questa dichiarazione d'intenti alla meditazione del volgo, il "tecnico" ha precisato che, sulla riduzione dei presidi ospedalieri, egli camminerebbe comunque con i piedi di piombo. A suo dire a questa riforma occorreva mettere mano 40 anni fa quando, all'Italia dei tratturi e dei trasporti a cavallo, si era venuto sostituendo il Paese della motorizzazione di massa, delle superstrade e delle autostrade. Insomma Balduzzi vorrebbe significare che, per gli infortunati gravi o per gli ammalati acuti, adesso sono disponibili, oltre alle ambulanze sparse su tutto il territorio nazionale, anche gli elicotteri, diventati mezzi di trasporto più o meno di uso comune. Di conseguenza per gli ospedali non va più valutata la prossimità quanto piuttosto l'efficienza; che è anche (per non dire soprattutto) il frutto di una soglia minima al di sotto di cui non ci sono macchine sofisticate di diagnosi e di cura né reparti specializzati né sanitari in grado di collezionare un curriculo specialistico adeguato. Senonché il Ministro, alla fine, riconosce che contro l'abolizione dei piccoli ospedali, c'è da scontrarsi con gli interessi locali spesso sintetizzabili, non tanto nella tutela della salute dei cittadini, quanto in una migliore economia della popolazione e del suo hinterland. In tanti altri casi si teme, più semplicemente, che il Paese perda prestigio; e di qui si originano resistenze che, però, si giustificano sempre di meno. La verità è che siamo in forte ritardo e che, per il bene degli stessi ammalati, altri indugi non si potrebbero sopportare. Perciò cosa dice il Ministro di fronte al fatto che gli ospedali con meno di 120 posti-letto debbono essere aboliti? Be' qui, seppure si tratti di un "tecnico", si mette anch'egli a fare il "politico" come tutti, e racconta:"Si tratta di una regola con eccezioni che dipendono dal http://www.primapaginamolise.com/detail.php?news_ID=48522&goback_link=index.... 12/06/2012 Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva dagli Usa) • P... Page 2 of 2 contesto in cui si trovano e dallo stato economico della Regione". Insomma, non ha detto alcunché di concreto, ma solo un glòmero di parole in libertà utili a far guadagnare altro tempo dopo di avere riconosciuto che c'è stato un quarantennio di ritardo; e per motivare, in ultima analisi, che i mini-ospedali possono permanere dove già si trovano. Se anche un Ministro dice che un dato è vero, ma che deve essere interpretato perché "dipende da ...", ciò vuol dire che il piano di soppressione dei mini-ospedali (che, nonostante la buona volontà di chi in essi opera, in tanti casi svolgono al massimo una funzione di compagnia più che di cura) non sarà mai realizzato. Volete che in Italia si trovi una località che non interpreti il "dipende da ...", profferto da un Ministro che non vuol rischiare l'impopolarità, come il chiavistello per tenere le cose come stanno, nonostante tutti i motivi per cambiarle? È vero che uno non può darsi il coraggio se non lo ha mai avuto; ma è anche vero che nessuno è obbligato a praticare la gestione di un Ministero. Diversamente le conseguenze le paghiamo tutti quanti, finendo col corrispondere ticket sempre maggiorati e rimanendo finanche costretti a "viaggiare" fuori regione quando fossimo costretti a sottoporci ad un intervento di una certa difficoltà (magari a pagamento). Al possibilismo di Balduzzi, ora sopravviene l'ipotesi di una riforma sanitaria che, se attuata, avrebbe gli effetti di un sisma. L'economista Michele Boldrin sta elaborando un documento che sconvolgerà il mondo della salute, prevedendo la trasformazione degli ospedali in cooperative e smontando alla radice l'attuale sistema, rendendone protagonisti i medici ed il personale paramedico. L'obiettivo dichiarato è quello di tagliare drasticamente il costo delle cure e di migliorare la qualità delle prestazioni, togliendo dai documenti di bilancio delle Regioni l'ònere insostenibile delle attuali spese. Boldrin insegna nel Dipartimento di economia della "Washington University" e vive negli Usa da 30 anni ed ora sfida il Moloch sanitario italico, presentando all'attenzione del Presidente Monti un modello cooperativo applicato alla salute che prevede una riduzione degli stipendi di primari e medici e la valorizzazione delle professionalità assieme all'aumento del numero delle prestazioni. Magari anche con la concessione di fruire degli spazi ospedalieri per gli studi professionali dei medici, affittando i locali anche ai luminari che oggi ricevono privatamente. Fondamentale, per la riuscita dell'operazione, la patrimonializzazione immobiliare della Sanità pubblica italiana, trattandosi di aree situate nei centri storici delle varie comunità, ma tenute in cattive condizioni a causa della vetustà. Detti immobili potrebbero essere destinati ad una dismissione per creare ex novo poli funzionali e moderni, con minori costi di funzionamento, da affidare alle cooperative di "camici bianchi". Naturalmente c'è chi critica il progetto di Boldrin, prevedendo una fortissima influenza del mondo assicurativo nel sistema Sanità; e, in particolare, quella delle Compagnie legate alle "coop": un legame che però sembra quasi indispensabile, anche per le difficoltà che oggi incontrano medici e Asl con le assicurazioni, che negano la stipula delle polizze oppure obbligano a pagare dei premi stellari. Ma, secondo gli esperti, si tratterebbe di una strada da percorrere rapidamente, dato che il settore pesa sui bilanci delle Regioni anche fino al 90%, al punto da provocare dissesti finanziari ed interventi statali per ripianare i debiti (per non parlare della crisi delle industrie farmaceutiche, che attendono anche due anni per incassare i crediti relativi alle forniture di medicinali). Però, a quanto pare, il progetto di Boldrin sarebbe l'unico destinato a non finire impallinato sotto il tiro dei Sindacati, ostili alla privatizzazione della Sanità ma certo non contrari (almeno formalmente) ad una ridefinizione del sistema ospedaliero scegliendo un modello cooperativo. Claudio de Luca Copyright © 2007-2012 Informazione in Movimento | P.IVA 01576580706 - Web Marketing - Tutti i diritti sono riservati /// Progetto web: nitrostudio.it http://www.primapaginamolise.com/detail.php?news_ID=48522&goback_link=index.... 12/06/2012