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Bilancio Asrem, Percopo assicura: entro il 2012 arriveremo al
ATTUALITÀ
Martedì 12 giugno 2012
5
I FATTI DEL MOLISE
CAMPOBASSO
Bilancio Asrem,
Percopo assicura:
entro il 2012
arriveremo
al pareggio
IL DIRETTORE GENERALE
TORNA SULL’UNIONE
CON L’EX CATTOLICA
E PUNTUALIZZA:
IL CARDARELLI
NON SCOMPARIRÀ
C
AMPOBASSO. Trascorsi tre anni dall’insediamento della nuova direzione, l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise ha voluto fare il punto della situazione, tracciando un primo bilancio di questo triennio di attività e di importanti cambiamenti,
anche per esprimere una sorta di ringraziamento a tutti coloro che operano all’interno
dell’azienda e ne costituiscono il “patrimonio umano”. A precisarlo in conferenza stampa,
il direttore generale Angelo Percopo, convinto che la sua Asrem ce la farà a chiudere il
2012 in pareggio, a giudicare dall’andamento positivo delle cifre. Nel corso del triennio
2009-2011, infatti, il tetto del debito si è abbassato sempre di più: se il bilancio annuale
nel 2009 era in perdita di 74 milioni di euro, nello scorso anno il passivo è sceso a 41
milioni, con un risparmio pari a 38 milioni, e le previsioni dicono che scenderà ancora
nel 2012. E’stato poi raggiunto l’obiettivo contenimento della spesa del personale, come
richiesto dal piano di rientro sanitario. “Ma soprattutto - ha fatto presente il dirigente
generale - dal 2010, anno della fusione delle quattro Asl in un’unica struttura, l’attuale
Asrem, i vantaggi e i successivi progressi per l’azienda sono stati notevoli: si è assistito ad
un miglioramento nella struttura sia dei costi che dei ricavi, nell’attendibilità, qualità e
tempestività delle informazioni contabili.” Nonostante i sacrifici e le polemiche, Percopo ha espresso un giudizio sostanzialmente
positivo sull’offerta sanitaria degli ospedali molisani e ha parlato poi della questione controversa riguardante l’eventuale unione
tra ex Cattolica e Cardarelli, nell’ottica di creare una sorta di cittadella sanitaria nel capoluogo molisano. “L’idea non prevede
assolutamente la scomparsa del Cardarelli, ma solo il suo spostamento nei locali più attrezzati della Fondazione Giovanni Paolo
II, usati solo per un terzo, e il suo ampliamento strutturale – ha puntualizzato il direttore generale - E’semplicemente un’ipotesi,
ma anziché alzare un muro ed evitare qualsiasi confronto, sarebbe meglio discuterne e valutare il valore del progetto”.
LQ
6
Politica
Martedì 12 giugno 2012
I conti dell’Asrem
Percopo conferma: pareggio vicino
“Ora costruiamo la sanità del futuro”
Il dg spiega l’ipotesi di integrazione fra Cardarelli e Cattolica: è un’idea, discutiamone
Paglione, la Testa e Percopo
CAMPOBASSO. Rivendica
un risultato di massima: dal
2009 al 2011 il disavanzo è
passato da 74 milioni a 41.
“Un risparmio di 38 milioni
che non è ancora sufficiente a
garantire un futuro autosufficiente al sistema sanitario regionale”, mette le mani avanti.
Ma poi il direttore generale
dell’Asrem fa un passo ulteriore e conferma un dato che,
solo dal punto di vista dei numeri, è in grado di portare a
casa un risultato. “Abbiamo
approvato un bilancio preventivo che riduce il debito a 28
milioni di euro, interamente
coperto dal gettito delle tasse.
Con il 2012 quindi questa regione chiuderà in pareggio i
conti della sua sanità. Ma tutto questo non sarà utile – prosegue Percopo – se contemporaneamente non ci sarà il disegno preciso di quel che dovrà
essere la sanità del Molise”. In
cassa ci saranno 27 milioni, il
risultato del salasso di Irpef e
Irap a carico dei molisani. Qui
le aliquote sono le più alte
d’Italia proprio a causa del disavanzo sanitario.
Bilancio in pareggio significherà – con la certificazione
del tavolo tecnico – la fine del
commissariamento. E il ritorno delle politiche di programmazione sanitaria interamente
nelle mani della politica locale.
Cosa fare della sanità molisana? Percopo parte da quelli
che per lui sono punti di forza:
il livello di risposta del Cardarelli, degli ospedali di Isernia
e Termoli secondo il manager
sono ancora sufficienti. “Nonostante lo stress” di una riorganizzazione che non è ancora
completata. Anche perché per
i ‘piccoli’ Agnone, Venafro e
Larino è sub judice. Altro punto di forza è “il patrimonio
umano dell’azienda”, il personale. Ci sono le ‘anomalie’ –
le chiama così, sono le più
classiche mele marce -, come
“il caso di Termoli”. Si riferisce, senza dubbio, agli assenteisti scoperti e denunciati dal
Nas, “una percentuale piccolissima del personale”.
Il bilancio d’esercizio 2011 è
un banco di prova anche per la
direzione generale che si è insediata a settembre 2009. Solo
un anno dopo è iniziata la vera unificazione degli uffici e
dei servizi. Il che ha permesso
di controllare meglio la spesa
e di incidere sui punti critici.
Il resto della conferenza stampa è un diluvio di chiarimenti
e precisazioni. Insieme al direttore sanitario Giancarlo Paglione e a quello amministrativo Gianfranca Testa prova a
parare i colpi. Respinge la
bocciatura del Cardarelli da
parte dell’Agenas: il giudizio
si basa sui dati dei parti cesarei e del reparto di ortopedia.
Introduce autonomamente il
pasticciaccio dell’integrazione
fra Cardarelli ed ex Cattolica.
“Ha fatto bene il sub commis- più idoneo. I servizi che con- punto nascite vengano gestite
sario Rosato a precisarlo: dividiamo saranno gestiti da dalla Fondazione (e non solo
l’azienda non decide su queste noi. Ad esempio, per la car- trasferite). “Questo perché da
cose. “Risponde alle linee gui- diologia stiamo utilizzando tempo col professor Scambia
stiamo ragionanda della programmazione Le anticipazioni sul bilancio di previsione do su una chimera: la creazione di
e queste le
un ospedale di
elaborano i
genere in Molise
commissari.
alla Fondazione.
Però allo staA noi Scambia ha
to non vi è
chiesto in una nonulla, non ci
ta la possibilità di
può essere
ottenere i requisinulla. Se non
ti necessari, fra
un’idea che
questi c’è l’area
come direziomaterno-infantine generale
le”, risponde.
abbiamo ipoPaglione tira le
tizzato e che,
somme del riordicome tale va
no ospedaliero, la
discussa e vaTesta dei servizi
gliata. Perché
territoriali, come
l’Asrem erola cartella clinica
ga servizi e
territoriale.
ogni nostra
Ma l’Asrem dai
iniziativa è fitecnici di Roma è
nalizzata a
stata censurata
migliorarli,
come ente autarma è anche
chico, fuori controllo perfino
un’azienda – forse la più granper la Regione, hanno scritto
de del Molise – e deve coniunel verbale del 3 aprile. Nel
gare prestazioni, tutela dei li- I nodi irrisolti
velli occupazionali e necessità La gestione del personale mirino la gestione del personale soprattutto, la ‘rottamadel pareggio di bilancio”.
zione dei primari. “Siamo arriQuestione di risparmio, l’inte- nel mirino dei tecnici
vati alla spesa fissata per quegrazione secondo Percopo. E Il manager replica:
sta voce, 200 milioni di euro.
allora: il Cardarelli è costituito
Anzi, siamo a 197 milioni”,
da tre lotti costruiti in tre epo- marginali le ‘anomalie’
sottolinea Percopo. “Ogni riche diverse, la Cattolica rea- di Termoli, gli operatori
lievo del tavolo è stato risconlizzò una struttura moderna e
trato. Ma c’è una cosa che biora troppo grande per le sue sono un patrimonio
sogna dire: a Roma arriva
esigenze. Di proprietà dell’Università che l’ha affidata l’emodinamica di Isernia, il qualunque cosa, perfino le
in gestione alla neonata Fon- centro di largo Gemelli ce bozze dei provvedimenti in
dazione Giovanni Paolo II. l’ha. Perché non governarlo possesso di pochissime perso“Noi non vogliamo chiudere il questo sistema?”. La sua do- ne”, dà la sua versione GianCardarelli, siamo azienda manda ne tira altre, però. La franca Testa e chiede che i
pubblica… figurarsi. Voglia- bozza elaborata dall’Asrem funzionari ministeriali si
mo trasferirlo in un ambiente prevede che la ginecologia e il esprimano sugli atti.
r.i.
Agnone Alto Molise 15
Martedì 12 giugno 2012
AGNONE. È stato al centro
delle cronache per quasi due
anni, l’ospedale San Francesco Caracciolo. Simbolo di ribellione e di lotta per il diritto
alla salute.
Dopo il fermento dei comitati
civici, dopo aver stilato un documento condiviso da amministratori, tecnici, medici, dopo il ricorso al TAR, ora la situazione resta congelata. I riflettori sono quasi spenti e il
presidio non è più l’argomento principale che anima la discussione cittadina. Che fine
ha fatto l’ospedale San Francesco Caracciolo? “I problemi
sono sempre gli stessi – dice
con rammarico il responsabile
pastorale della Sanità della
Diocesi di Trivento, Don
Francesco Martino – e la situazione è sempre precaria. Il
Caracciolo ha bisogno di ri-
L’appello di don Francesco Martino
Caracciolo, spenti
i riflettori restano
le carenze di personale
sposte, soprattutto per quanto
riguarda il personale. Ci sono
operatori sovraccarichi di lavoro, ai limiti del collasso.
Non si possono aspettare i
tempi farraginosi e lenti della
politica”. Insomma, recuperata la fiducia sul futuro della
struttura, il tutto resta cristallizzato. Ci sono reparti in cui
le carenze di personale metto-
no a dura prova i sanitari.
“L’assistenza sanitaria viene
garantita – precisa Don Francesco – ma ci sono problemi
quotidiani da risolvere in modo imminente. Gli anestesisti,
per esempio, non ce la fanno
più, c’è bisogno di un’altra figura. Altri problemi ci sono
per la sala operatoria, in Ginecologia, in Laboratorio Anali-
si dove è necessario potenziare l’organico. Ma ho fiducia
nell’assessore regionale alla
Sanità, Filoteo Di Sandro, che
ci ha assicurato il suo sostegno e il suo impegno continuo
nella risoluzione delle difficoltà che ci sono”. Secondo
quanto auspicato, presto dovrebbe arrivare ad Agnone un
altro anestesista, una gineco-
loga e per la Radiologia dovrebbe esserci la possibilità di
rinnovare qualche vecchia
convenzione. Dal canto suo,
Di Sandro, avrebbe già incontrato i vertici dell’azienda sanitaria regionale, per segnale
le varie criticità. Ad ogni
modo, il Piano Sanitario è
ancora in fase
di elaborazione. La decisione del TAR
che ha di fatto
annullato le
elezioni regionali di ottobre avrebbe
posto un freno
ai lavori, fermi in IV
Commissione. Tra le carte, che sarebbero dovute
passare al vaglio del Consiglio Regionale,
c’è la proposta condivisa dall’assise civica di Agnone con i
comitati civici e i medici, testo elaborato a più mani per
migliorare i servizi del Caracciolo, facendo attenzione a
non aumentare i costi a disposizione del nosocomio. Non
sforare il budget, sempre più
ristretto, a causa del deficit regionale. “Mi ha dato fastidio –
ammette Don Francesco – che
la legislatura si sia interrotta
in modo traumatico, e soprattutto che il Consiglio regionale non si sia espresso sulle
questioni sanitarie prima che
fosse fissata l’udienza del
TAR in merito alle elezioni.
La politica abbia uno scatto di
orgoglio e prenda subito le decisioni necessarie per la sanità, per il bene di tutti. Metta da
parte le problematiche prettamente politiche, per adempie-
re agli impegni presi”. Ed è
pronto anche l’accordo interregionale tra la Regioni
Abruzzo e Molise per designare il Caracciolo come
ospedale non solo di montagna, ma anche di confine, raccogliendo al
suo interno
l’utenza dei
vicini abruzzesi. “Sarebbe solo da
firmare”, annuisce il responsabile
sanitario della Diocesi.
Poi, ci sono i
cambi di timone da parte dei sub
commissari.
Filippo Basso è il nuovo
commissario
ad acta per
l'adozione e
l'attuazione degli obiettivi
prioritari del Piano di rientro e
“dei successivi Programmi
operativi per il Piano di rientro dei disavanzi regionali”.
Mentre Nicola Rosato ha ereditato le funzioni in precedenza svolte dal sub commissario
Mario Morlacco. Ma, il tempo
da attendere sembra essere
troppo per le esigenze del piccolo ospedale alto molisano.
“I comitati civici sono quasi
spariti – conclude infine Don
Francesco - forse anche perché è subentrata una situazione di stanchezza. E poi, a questo punto, non so se i comitati
possono fare materialmente
qualcosa. L’importante è il
personale. Senza soldati, la
guerra non si fa. Ci mettiamo
in ginocchio per implorare i
vertici dell’Asrem, affinché
siano veloci nelle risposte”.
Adelina Zarlenga
2
Attualità
PRIMO
PIANO
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
12
Marttedì 12 giugno 20
2012
Mar
Illustrato da Percopo il Bilancio del 2011 evidenziando le luci e celando le ombre
L’Asrem intenta a ripianare i debiti
Entro il 2012 chiuderà in parità
di Vittoria Todisco
CAMPOBASSO. All’Asrem sono contenti, anzi
felici, perché hanno solo 41
milioni di euro di debiti,
deficit diminuito rispetto al
dato complessivo del bilancio del 2009 il cui disavanzo era di 64 milioni di euro
considerato dal direttore
generale, il dott. Angelo
Percopo, un dato soddisfacente anche se non ancora
sufficiente a garantire la
stabilità economica dell’Azienda.
Conferenza stampa affollata, ieri mattina all’Asrem
convocata per relazionare il
Bilancio di Esercizio 2011.
Argomento ostico e niente
affatto contestabile senza
elementi concreti di confronto tant’è che l’Asrem
ha sciorinato cifre, elencato risultati conseguiti riducendo, tagliando, riorganizzando, eliminando costi di
servizi superflui, ridimensionando ospedali, riconvertendo posti letto ridotti
a 1370 fra strutture pubbli-
che e private, il tutto senza
fornire alcuna pezza d’appoggio insomma, se la sono
cantata e suonata per conto
loro.
Però sono contenti e anche
tanto, così che in apertura di
conferenza il direttore Percopo ha espresso pubblico
ringraziamento agli operatori della sanità senza il cui
ausilio in un sistema così difficile come quello attuale simili risultati non si sarebbero potuti conseguire. “E’ una
Azienda indubbiamente
stressata la nostra – ha ammesso Percopo – costretta
ad operare in assenza di
obiettivi precisi e i risultati
ottenuti scaturiscono oltre
che da indubbie professionalità da uno spiccato senso di
attaccamento. L’Azienda è
degli operatori; i direttori
generali passano il patrimonio umano resta”. Ottimista
il direttore generale nonostante non si sia ancora del
tutto concretizzato l’intero
ridimensionamento degli
ospedali e sensibilmente ma
non del tutto ridotte le azioni di spesa del personale ed
è sicuro di chiudere il bilancio del 2012 in parità.
Giancarlo Paglione e Gianfranca Testa
E annunciando di aver posto le condizioni per definire una volta per tutte il disegno preciso della regione
Molise dal punto di vista sanitario il dottor Percopo si
incammina lungo il percorso dell’integrazione fra pubblico e privato, ovvero: il
Cardarelli con la Fondazione Giovanni Paolo II.
Premettendo che si tratta
dell’ ipotesi, solo un’ipotesi, puntualizza, per creare
una “cittadella ospedaliera”
puntualizzando che l’Asrem
non decide atti ma risponde
alle linee guida provenienti
dall’alto, ovvero dai Commissari, che gestiscono la
sanità regionale, Percopo ha
detto: “non vi è nulla e non
vi può essere nulla se non
un’idea dal punto di vista
tecnico di proporre un progetto che vede l’Asrem e la
Fondazione ciascuna delle
quali erogatrice di servizi
sanitari, indirizzati a continuare a perseguire tale scopo nel migliore dei modi,
soddisfacendo le esigenze
dell’utenza,
evitando sovrapposizioni, contenendo i costi. Non sarà
assunta alIl direttore dell?Asrem
cuna iniziaAngelo Percopo
tiva senza
prima coinvolgere il personale e i sin- per il 70% sotto utilizzati
dacati, per cui le date che la pronti ad accogliere il Carstampa ha divulgato come darelli. Non dice perché
tappe di questo percorso questi spazi sono sotto utisono del tutto prive di fon- lizzati come glissa sul fitto
damento”.
che occorrerà pagare perPercopo parla di un Carda- ché la Fondazione non è un
relli concepito, all’epoca, dal opera benefica e quindi è
punto di vista strutturale as- legittimata a trarre lucro
solvendo esigenze diverse da dagli spazi dati in locazioquella attuali improntate al ne come dalle prestazioni
risparmio; struttura obsole- erogate. E’ vago il dottor
ta e dispersiva che costereb- Percopo, indora la pillola e
be troppo rimettere a norma la presenta come una caramentre la Fondazione, di mella accattivante, parla di
proprietà dell’Università identità ben distinte fra le
Cattolica (realizzata su ter- due strutture in cui il pubreno dato in omaggio dal blico è costretto ad inteComune di Campobasso e grarsi con il privato e non
finanziata con i soldi della viceversa, è omissivo e asRegione n.d.r.) possiede spa- solutamente non convinzi moderni e soddisfacenti cente.
La sanità taglia e risparmia 38 milioni - ONE Reader
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La sanità taglia e risparmia 38 milioni
12-06-2012
Percopo: «Servizio ottimizzato. Debito coperto con le entrate fiscali»
BilancioIl direttore generale assicura che la fusione tra Cardarelli e Cattolica è solo un’ipotesi
Aldo Ciaramella Settantaquattro milioni di euro il deficit della
sanità nel 2009, quarantuno milioni e quattrocento mila nel
2011. Il pareggio di bilancio dovrebbe arrivare quest'anno. Qui il
disavanzo si attesterà a 28 milioni, una somma che sarà coperta
interamente dalle entrate fiscali e tributarie regionali previste e
quindi destinate alla sanità. Lo ha dichiarato il direttore generale
dell'Asrem Angelo Percopo in una conferenza stampa a cui
hanno partecipato anche il direttore sanitario Claudio Paglione e
la direttrice amministrativa Testa :«Gli obiettivi raggiunti sono
importanti e significatici - ha precisato il direttore Percopo siamo sulla strada giusta quest'anno contiamo di arrivare al pareggio di esercizio. Una meta
raggiunta grazie allo sforzo dell'intera struttura e dei suoi operatori capaci di aver messo in campo
una vasta articolata riorganizzazione consentendoci un risparmio di circa 38 milioni di euro. I
risultati acquisiti ottenuti sono evidenti a distanza di meno di due anni con la razionalizzazione della
rete ospedaliera portata a 1370 posti e l'ottimizzazione dei servizi e in particolare dei costi. Dai 201
milioni di euro del 2004 per il costo del personale siamo arrivati a 197 milioni del 2011 rispettando
le indicazioni del tavolo tecnico delegato al controllo del nostro Piano di rientro». Un'operazione di
risanamento ancora, naturalmente, in corso che ha provocato stress evidenti in particolare nel
funzionamento degli ospedali dove ci sono da risistemare servizi e offerta sulla base della domanda
e di quanto fin'ora è rimasto incompiuto. Inevitabile il rapporto e quindi l'integrazione tra il pubblico e
il privato nella ricerca di tagli e risparmi e pertanto tra Fondazione della Cattolica e il Cardarelli. Il
manager dell'Asrem, Percopo, ha tenuto a sottolineare che nel progetto solo ipotizzato non c'è nulla
di definito sebbene intorno ad esso si sia alzato un polverone inutile e dannoso:«Non c'è nulla di
concreto stiamo studiando se la proposta è fattibile partendo dal presupposto che il pubblico
rimarrà tale anche nella sede della Cattolica che ci ospiterà a pagamento ovviamente e che si
integrerà per alcune specialità con il nostro servizio regionale. Il nostro Cardarelli è vetusto e con
problemi di sismicità, nei locali della Fondazione supereremmo questi problemi recuperando 347
posti letto senza spendere un patrimonio pubblico per rimetterlo a norma. Ovviamente la Cattolica e
Neuromed sono presidi sanitari di eccellenza che vanno a far parte della offerta sanitaria regionale
mentre tutte le altre strutture private invece che tagliarle nel tempo dovranno adeguarsi. Il punto è
che dobbiamo contenere la spesa e aumentare il livello della prestazione e quindi della qualità». Il
direttore sanitario dell'Asrem Claudio Paglione ha illustrato, poi, la riconfigurazione della medicina
territoriale e quindi della medicina diffusa che ha consentito la diminuzione dei ricoveri mentre la
dott.ssa Gianfranca Testa ha puntato il dito soprattutto su chi al tavolo tecnico a Roma per il Paino
di rientro dal Molise non fa latro che inviare documenti non veritieri ed esposti per abbassare la
credibilità della governance della sanità in Molise e quindi permettere che a livello ministeriale si
alzino le barricate contro il Molise. Annunciato infine l'arrivo della tessera sanitaria territoriale
informatizzata
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http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/06/12/xml/04_ABRUZZO-... 12/06/2012
- ONE Reader
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12-06-2012
Quattro commissari e sub commissari negli ultimi tre anni. Una sanità quella regionale che oltre a
mettere in conto le spese vive notevoli, deve fare i conti anche con i costi di dirigenti e manager
mandati dal di fuori del sistema locale per vigilare sul Piano di rientro che comunque pesano sulle
finanze dell'Asrem. Spettanze con cifre a quattro zeri per supervisioni e indirizzi obbligati a obiettivi
già prefissati, per qualche giorno a settimana, che tra l'altro sono messe a fuoco da una «denuncia»
pubblica del presidente della Quarta Commissione consiliare, Lucio De Bernardo che così
analizza:« Il Piano Sanitario è stato suddiviso in macroaree di intervento e, allo stato attuale, la
Commissione ha completate le proposte in merito a prevenzione, medicina del territorio, liste
d'attesa, rete dell'emergenza-urgenza e presidi ospedalieri minori. Poi il Tar ha bloccato tutto,
perché il Piano Sanitario non è considerato urgente e indifferibile, non essendo di competenza del
Consiglio regionale. Ma sulla questione della legittimità dei provvedimenti in materia di sanità si era
ampiamente discusso in una fase preliminare e il Commissario ad acta, Michele Iorio, cui spetta
l'approvazione del Piano, si era dimostrato disponibile ad accogliere suggerimenti dall'assise di Via
IV Novembre. Nel frattempo apprendiamo con rammarico che dal Consiglio dei Ministri ci viene
imposto l'ennesimo commissario alla sanità, a causa delle pressioni sul Ministro Balduzzi esercitate
da una certa parte politica». Tutto questo sulle spalle dei cittadini:«Insomma, ancora una volta
veniamo considerati incapaci di risolvere i nostri problemi, le questioni della nostra sanità. E chi
paga le conseguenze di queste scelte? I cittadini, ovvio! L'incarico del neo sub commissario sarà a
carico delle casse regionali». Al.Cia.
Chiudi
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I NUMERI DELL'ASREM
Il Cardarelli trasferito in Cattolica? Percopo
sponsor dell’idea: "Enorme risparmio"
Il direttore generale dell’Asrem, Angelo Percopo, convoca la stampa per fare il punto sugli obiettivi già
raggiunti dall’azienda sanitaria regionale e su quelli dal raggiungere: «Nel 2012 saremo al pareggio di
bilancio». Da qui l’illustrazione dell’ipotesi dell’accorpamento del più grande ospedale pubblico del Molise
con la struttura privata di Tappino a Campobasso: «Sarebbe una cittadella ospedaliera. Alla Fondazione
daremmo solo il compenso per i servizi che ci offre». Ma l’edificio, viene chiarito ora, è di proprietà
dell’Università Cattolica: cosa si chiederà in cambio? Il supermanager non vede il problema: «Il risparmio
sarebbe notevole e la gestione rimarrebbe in capo al pubblico». Intanto ringraziamenti a tutti gli operatori
dell’Asrem: «Lavorano sotto stress. Gli scandali di Termoli sono solo singoli episodi».
di Redazione Campobasso
Una sanità quasi esemplare, quella molisana.
Virtuosa, funzionale, vicinissima ormai a eliminare sprechi
e sperperi. Addirittura (o così) a detta dei vertici
dell’Asrem. Almeno per loro interessata - si insiste con
passione - più del pubblico che del privato. Eppure pronta
a fondersi con il privato. Con prudenza, però, tanto per
non fomentare insurrezioni. Per questo la nota bozza di
progetto ufficiale sull’accorpamento Cardarelli-Cattolica
viene all’improvviso ridimensionata a «una semplice
idea».
Il chiarimento arriva nella conferenza stampa, impostata a
mo’ di monologhi in tre atti (a ognuno il suo), convocata
oggi, lunedì 11 giugno, dal direttore generale dell’azienda,
Angelo Percopo, affiancato dal direttore sanitario,
Giancarlo Paglione, e dal direttore amministrativo,
Gianfranca
Testa.
Proprio Percopo ha illustrati i risultati di bilancio raggiunti
dall’Asrem nel 2011 raffrontandoli con quelli del 2009.
«Tre anni fa il disavanzo era di 74 milioni di euro,
l’anno scorso di 41», il supermanager si mostra già
fiero questo, ringraziando per questo gli operatori
dell’azienda sanitaria regionale «stressati» - dice proprio
così - dall’inesistenza di obiettivi precisi che la sanità Il direttore amministrativo Asrem Testa, in home
pubblica molisana - commissariata e in regime di piano di il dg Percopo
rientro
non
ha
ancora.
Il pubblico encomio di tutti i dipendenti Asrem consente a Percopo di precisare che «i tristi fatti di
Termoli (lo scandalo sugli assenteisti) non sono che singoli episodi che non minano la credibilità
dell’intero patrimonio umano dell’azienda». Il passaggio è dovuto, rimarcato e sfruttato per sfoggiare
numeri. Da qui si riparte infatti per parlare dei posti letto che nel numero complessivo, tra pubblici e
privati, oggi sono scesi in Molise a quota 1.370. Anche grazie alle «modifiche sostanziali che sono state
apportate ai nostri piccoli ospedali Larino, Venafro e Agnone». La riduzione della perdita in esercizio di
bilancio, poi, Perpoco, con plausi piuttosto autoreferenziali, l’attribuisce alla scelta più indigesta per i
cittadini comuni: gli incentivi (soldi spropositati) offerti al personale dell’azienda sanitaria per andare
in pensione. Negli uffici di via Petrella a Campobasso uno degli atti più impopolari compiuti in un
sistema, la sanità molisana che non funziona più, che comporta la tassazione più alta di Italia per il deficit
accumulato, viene propagandato come una soluzione efficace per risparmiare. «I costi del personale
oggi sono scesi a 197 milioni di euro, al di sotto della soglia che ci hanno imposto al tavolo tecnico,
ossia
200
milioni».
Per il direttore generale questi segnali sono significativi: «Nel 2012 chiuderemo in pareggio, la
perdita
di
esercizio
sarà
di
28
milioni»,
non
un
euro
di
più.
Si
vedrà.
Nell’ottica del risparmio, allora, la «cittadella ospedaliera» potrebbe essere un mezzo per arrivare alla
virtù dei conti che oggi non tornano ancora. All’allarmismo generale, sviluppatosi ovunque di fronte alla
prospettiva di fusione tra Cardarelli e Cattolica, Percopo ora prova a porre un freno. «Si tratta solo di
un’idea, perché è nostro compito prospettare soluzione». Dietro l’ipotesi di accorpamento ci sono diverse
ragione, ma l’insicurezza dell’edificio pubblico di Tappino, certificata da autorevoli tecnici, non è la
prima della lista. Anzi. Con una presa di distanza che sa quasi di fastidio il dg dell’Asrem evita di parlare
dei problemi di sismicità del più grande e importante ospedale della regione. «Tralascio la questione della
sismicità perché è troppo poco elegante affrontare questo discorso in questi giorni», riflessione che
lascia un po’ basiti i presenti: cosa c’è di poco elegante nel dire che una struttura non è adeguata alle
norme antisismiche, in particolare adesso che in Italia crolla tutto? Perché non parlarne è più raffinato?
La domanda sarebbe pronta a essere formulata, ma il supermanager preferisce continuare con la sua
versione
dei
fatti.
Dunque l’eventuale accorpamento tra le due strutture - la fondazione Giovanni Paolo II e il Cardarelli - si
lega esclusivamente a un paio di considerazioni. «La prima - illustra il direttore generale - è che l’Asrem è
un’azienda che eroga servizi, tutte le iniziative dunque devono essere finalizzate a aumentare il livello
della prestazione. La seconda è che l’Asrem è un’azienda - la più grande di questa regione - e quindi ha il
dovere di coniugare risparmio, prestazione elevata e soprattutto livelli occupazionali». Da qui la proposta
«come studio» di un miglior utilizzo delle strutture private accreditate che esistono in Molise. «E’ possibile
- si domanda Percopo -, realizzare una cittadella ospedaliera? Ossia, un complesso di servizi all’interno
del quale gli utenti possano trovare risposte multiple senza doversi spostare. E’ possibile mettere in
sinergia il Cardarelli e la Fondazione? Noi crediamo di sì. Per tre motivi». Eccoli: «Il Cardarelli è
una struttura che ha un costo elevatissimo, che ha bisogno oggi di interventi strutturali
notevolissimi, e non mi riferisco alla sismicità - rimarca Percopo -, è una struttura che ha bisogno di una
messa a regime per l’impiantistica di nuova generazione. Di contro la Cattolica, che non ha mai
raggiunto gli obiettivi prefissati (6 milioni di utenti), ha una struttura molto bella utilizzata a un
terzo, pur avendo i servizi che sono il cuore pulsante di un ospedale - sale operatorie, radiologie,
laboratori - di elevato livello. Per questo ci siamo detti: perché non pensiamo di spostare il Cardarelli,
non di chiuderlo, solo di spostarlo, lasciandolo autonomo? E’ possibile che Cardarelli e Fondazione
utilizzino gli stessi servizi?». Percopo porta a sostegno della sua tesi alcuni numeri: Fondazione, per
esempio, ha otto più due sale operatorie e sono inutilizzate. «La nostra idea - prosegue il dg Asrem - ci
piacerebbe venisse sostenuta dal comitato pro Cardarelli». Che sulla questione da tempo invece ha
alzato
le
barricate.
Va detto inoltre che la proposta deve anche essere accettata. L’edificio della Fondazione, stando alla
risposta che dà Percopo, è «di proprietà dell’Università Cattolica», primo soggetto che dovrebbe dirsi
interessato a incassare l’affitto.
Direbbe di no? E direbbe di no la Fondazione molisana - i cui membri in cda sono di nomina politica - a
un’indicazione che arriva dall’Asrem i cui vertici sono altrettanto di nomina politica? La politica in Molise
non risponde forse a una sola persona: al presidente della Regione-commissario
commissariato, Michele Iorio, che la prospettiva di fusione l’ha già illustrata al consiglio regionale? Può
esserci in questa filiera di nominati uno che dissente? Chi scioglie il quesito? Via Petrella no. Percopo, non
a caso, prova a condurre un discorso che si intoppa subito, perché quasi insiste che si tratti di elementi
che decidono in autonomia. E invece non è così in Molise, anche perché la regione non ha grossi margini
di manovra. C’è Roma, intesa come ministeri, che impone di agire in una certa maniera per rispondere
solo a un punto: ridurre gli sprechi. E Roma, nonostante le lamentele di Gianfranca Testa, con il
Molise è molto rigido. «I tecnici del ministero solo con noi - si rammarica la Testa -, prendono in
considerazione tutte le denunce che arrivano sui loro tavoli». E le denunce sono infinite, quando invece,
ad avviso della direttrice amministrativa, la sanità molisana ha una serie di eccellenze. Gianfranca Testa
parla soprattutto della disabilità che sarebbe sostenuta dal pubblico regionale con un certo riguardo. La
realtà al contrario dice che è vero altro, che le mamme molisane sono donne straordinarie che si
caricano
di
tutte
le
inefficienze
che
ci
sono
sul
territorio
per
i
loro
figli.
Ai piani dell’Asrem adesso conta, però, portare avanti una tesi sul Cardarelli spostato in Cattolica e cioè
che tutto rimarrà (o rimarrebbe) in capo al pubblico (servizi, primari, etc). «Cosa diversa è riconoscere
a Fondazione il compenso per i servizi che noi utilizziamo e ovviamente - Percopo si rivolge ai
giornalisti -, immaginate per intuito quale è il grosso risparmio che se ne trae se in una struttura del
genere (la Cattolica) abbiamo un unico piano di servizi comune». L’intuito dei giornalisti non deve essere
proprio brillante: qual è il risparmio se trasferisco i reparti da una struttura che è pubblica in una
che è di proprietà privata? I conti di Percopo non tornano all’uomo di strada. E tant’è. La direttrice
Testa, allineata alla visione Asrem, taccia di qualunquismo quello che viene diffuso anche attraverso la
stampa ai cittadini. E così anche la questione del reparto di ginecologia viene risolta a metà. Si parla
genericamente di ospedale di genere, le vicende più nodose sono liquidate con l’assicurazione che
tutto resterà pubblico. Chissà. «Noi abbiamo immaginato il futuro della sanità di questa regione che
supera la competizione tra pubblico e privato», Percopo chiude così. E così il problema che resta è che in
Molise si vuole spostare il pubblico nel privato. (sv)
Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha c... Page 1 of 2
Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha competenza per la
fusione"
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Scritto da MDL
Lunedì 11 Giugno 2012 12:36
Si è tenuta in tarda mattinata presso l'Asrem a Campobasso la conferenza
stampa per illustrare la relazione di Bilancio di Esercizio 2011 dell’Azienda
Sanitaria Regionale Molise. Presenti il direttore generale dell’Asrem dott.
Angelo Percopo, il direttore ammnistrativo dell’Asrem dott.ssa Gianfranca
Testa e il direttore sanitario dell’Asrem dott. Giancarlo Paglione.
Nell'osccasione il dirigente generale ha replicato alla polemica generatasi
sulla " fusione" Caradrelli - Fondazione Giovanni Paolo II. "Abbiamo
immaginato di fare un raffronto, tra il billancio del 2011 a quello del
2009, per verificare se ci sono stati degli indicatori che possono farci
prevedere un'inversione di tendenza. Il bilancio 2009 si chiude con una perdita di 74 milioni di euro, il
billancio del 2011 si chiude con una perdita di 41.400 milioni di euro, vi è stato un risparmio di circa 38
milioni di euro, quelo che vogliamo sottolineare è l'inversione di tendenza di alcuni costi per cui è stato
possibile diminuire la perdita.
E' un passivo che si riduce quasi del 50% rispetto al 2009, - afferma il
direttore Generale Percopo - ed è dovuto ad una serie di azioni che l'Azienda ha posto in essere in questi
due anni, immaginando di ridurre quelle spese che possono essere consulenze, acquisto, personale, per
portare entro il 2012 al pareggio complessivo del bilancio regionale complessivo. In Molise c'è un tasso di
ospedalizzazione troppo alto, ma basso rispetto al 2008, perchè siamo in un trend di discesa, gli obiettivi
per essere raggiunti hanno bisogno di un tempo congruo, è chiaro che siamo ancora su livelli negativi ma
sono positivi rispetto al punto di partenza, questo vale anche per i dati pubblicati dall'Age.Na.S (Agenzia
Nazionale per i Servizi Regionali) sugli ospedali". Per quanto riguarda la nomina di un nuovo commissario
ad acta per la sanità regionale il direttore generale Percopo afferma : " Innanzitutto auguriamo un buon
lavoro al neo Commissario Basso e riconfermiamo il nostro impegno e il nostro aiuto al dottor Rosati, ci
auguriamo che in questa fase venga fuori il disegno rispetto al quale la Regione immagina di tendere per
la sanità, risparmiare non sempre è sufficiente, oltre al risparmio occorre la programmazione, altrimenti
si rischia di depauperare i fondi a disposizione". Un intervento è stato fatto anche in merito alla polemica
generatasi sull'accorpamento del Cardarelli alla Fondazione Giovanni Paolo II:" Il Cardarelli non si chiude
e non si sposta. Noi abbiamo solo proposto un'idea, abbiamo detto che possiamo immaginare di creare
una cittadella ospedaliera, dove ci sia Cardarelli e Fondazione nelle loro autonomie, nella loro
indipendenza, la nostra proposta è mettere insieme sinergie per offrire servizi completi, immaginando
che l'utente possa avere una serie di risposte senza doversi spostare. Il cardarelli è un ospedale costruito a
fase negli anni, la costruzione è iniziata negli anni '50, poi un 'altra fase si è avuta negli anni '60/'70 e
un'ultima pochi anni fa, è una struttura che ha un costo elevatissimo, è una struttura che ha bisogno di
una messa a regime quasi nuova, ovviamente per fare tutto questo c'è bisogno di soldi. Di contro la
Fondazione, nata come Cattolica in Molise, pultroppo per una serie di situazioni non ha raggiunto gli
obiettivi per cui era nata, è una struttura che è utilizzata poco. Noi abbiamo fatto una proposta:perchè
non valutiamo la possibilità di spostare il Cardarelli, non di chiudere, all'interno della struttura della
Fondazione? Naturalmente resterebbe autonomo e con i crismi della sanità pubblica, non integrata alla
privata, ossia spostare con la propria autonomia, la propria gestione, il proprio personale le proprie
attività. E' possibile che Fonfdazione e Cardarelli utilizzino gli stessi servizi? Ci farebbe piacere che il
Comitato pro Cardarelli ci accompagnasse in questa idea Ci tengo a chiarire che la proprietà dello stabile
è dell'Università Cattolica, che ha dato in gestione alla Fondazione, si deve avviare una discussione con le
parti, badando bene che la sinergia che chiediamo di mettere in atto, darebbe vantaggi alla Fondazione,
http://www.informamolise.com/ultime-notizie/89648-percopo-q-il-cardarelli-non-si-s...
12/06/2012
Percopo: " Il Cardarelli non si chiude, abbiamo proposto un'idea, ma l'Asrem non ha c... Page 2 of 2
alla sanità privata ma soprattutto a quella pubblica. Questa è solo la nostra idea, non il nostro
porgramma, perchè non abbiamo competenza decisionale, la decisione è della Regione, del Commissario
e della Programmazione, noi abbiamo proposto solo un'idea, sulla quale ci piacerebbe avere un
contributo, una discussione sul da farsi".
http://www.informamolise.com/ultime-notizie/89648-percopo-q-il-cardarelli-non-si-s...
12/06/2012
Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva dagli Usa) • P... Page 1 of 2
Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva
dagli Usa)
Il settore sanitario era stato commissariato per i bilanci in rosso; ma della gestione continuava ad occuparsi il
Presidente Iorio a cui ora Monti ha voluto assegnare una "badante". Il "Governatore" aveva "tagliato" gli
ospedali seguendo criteri improntati ad opzioni di tipo politico, ma i Comitati locali sono riusciti a spuntarla,
avendo il Tar deciso che i livelli essenziali di assistenza vanno rispettati. Però adesso arrivano altre novità che
renderebbero vana ogni ulteriore forma di lotta.
Il vostro cronista vive a Bologna per una gran parte dell'anno. Costretto a frequentare le farmacie felsinee,
quando ritorna in Molise si vede costretto a corrispondere alla 20.a Regione pressoché il doppio dell'importo
previsto per il ticket in Emilia-Romagna. Ciò posto, vediamo cosa ne pensa il Ministro Balduzzi, secondo le cui
vedute, ove si abbia a cuore una riforma utile a contemperare la riduzione della spesa col tentativo di non
deprimere il livello delle prestazioni, stanti i vincoli di bilancio ineludibili, occorre riconoscere che ogni somma
sprecata corrisponde ad una prestazione negata. Regalata questa dichiarazione d'intenti alla meditazione del
volgo, il "tecnico" ha precisato che, sulla riduzione dei presidi ospedalieri, egli camminerebbe comunque con i
piedi di piombo.
A suo dire a questa riforma occorreva mettere mano 40 anni fa quando, all'Italia dei tratturi e dei trasporti a
cavallo, si era venuto sostituendo il Paese della motorizzazione di massa, delle superstrade e delle autostrade.
Insomma Balduzzi vorrebbe significare che, per gli infortunati gravi o per gli ammalati acuti, adesso sono
disponibili, oltre alle ambulanze sparse su tutto il territorio nazionale, anche gli elicotteri, diventati mezzi di
trasporto più o meno di uso comune. Di conseguenza per gli ospedali non va più valutata la prossimità quanto
piuttosto l'efficienza; che è anche (per non dire soprattutto) il frutto di una soglia minima al di sotto di cui non
ci sono macchine sofisticate di diagnosi e di cura né reparti specializzati né sanitari in grado di collezionare un
curriculo specialistico adeguato. Senonché il Ministro, alla fine, riconosce che contro l'abolizione dei piccoli
ospedali, c'è da scontrarsi con gli interessi locali spesso sintetizzabili, non tanto nella tutela della salute dei
cittadini, quanto in una migliore economia della popolazione e del suo hinterland.
In tanti altri casi si teme, più semplicemente, che il Paese perda prestigio; e di qui si originano resistenze che,
però, si giustificano sempre di meno. La verità è che siamo in forte ritardo e che, per il bene degli stessi
ammalati, altri indugi non si potrebbero sopportare. Perciò cosa dice il Ministro di fronte al fatto che gli
ospedali con meno di 120 posti-letto debbono essere aboliti? Be' qui, seppure si tratti di un "tecnico", si mette
anch'egli a fare il "politico" come tutti, e racconta:"Si tratta di una regola con eccezioni che dipendono dal
http://www.primapaginamolise.com/detail.php?news_ID=48522&goback_link=index.... 12/06/2012
Iorio si vede assegnare una "badante" (mentre la riforma sanitaria arriva dagli Usa) • P... Page 2 of 2
contesto in cui si trovano e dallo stato economico della Regione". Insomma, non ha detto alcunché di concreto,
ma solo un glòmero di parole in libertà utili a far guadagnare altro tempo dopo di avere riconosciuto che c'è
stato un quarantennio di ritardo; e per motivare, in ultima analisi, che i mini-ospedali possono permanere dove
già si trovano. Se anche un Ministro dice che un dato è vero, ma che deve essere interpretato perché "dipende
da ...", ciò vuol dire che il piano di soppressione dei mini-ospedali (che, nonostante la buona volontà di chi in
essi opera, in tanti casi svolgono al massimo una funzione di compagnia più che di cura) non sarà mai
realizzato. Volete che in Italia si trovi una località che non interpreti il "dipende da ...", profferto da un Ministro
che non vuol rischiare l'impopolarità, come il chiavistello per tenere le cose come stanno, nonostante tutti i
motivi per cambiarle? È vero che uno non può darsi il coraggio se non lo ha mai avuto; ma è anche vero che
nessuno è obbligato a praticare la gestione di un Ministero. Diversamente le conseguenze le paghiamo tutti
quanti, finendo col corrispondere ticket sempre maggiorati e rimanendo finanche costretti a "viaggiare" fuori
regione quando fossimo costretti a sottoporci ad un intervento di una certa difficoltà (magari a pagamento).
Al possibilismo di Balduzzi, ora sopravviene l'ipotesi di una riforma sanitaria che, se attuata, avrebbe gli effetti
di un sisma. L'economista Michele Boldrin sta elaborando un documento che sconvolgerà il mondo della salute,
prevedendo la trasformazione degli ospedali in cooperative e smontando alla radice l'attuale sistema,
rendendone protagonisti i medici ed il personale paramedico. L'obiettivo dichiarato è quello di tagliare
drasticamente il costo delle cure e di migliorare la qualità delle prestazioni, togliendo dai documenti di bilancio
delle Regioni l'ònere insostenibile delle attuali spese. Boldrin insegna nel Dipartimento di economia della
"Washington University" e vive negli Usa da 30 anni ed ora sfida il Moloch sanitario italico, presentando
all'attenzione del Presidente Monti un modello cooperativo applicato alla salute che prevede una riduzione
degli stipendi di primari e medici e la valorizzazione delle professionalità assieme all'aumento del numero delle
prestazioni. Magari anche con la concessione di fruire degli spazi ospedalieri per gli studi professionali dei
medici, affittando i locali anche ai luminari che oggi ricevono privatamente. Fondamentale, per la riuscita
dell'operazione, la patrimonializzazione immobiliare della Sanità pubblica italiana, trattandosi di aree situate
nei centri storici delle varie comunità, ma tenute in cattive condizioni a causa della vetustà. Detti immobili
potrebbero essere destinati ad una dismissione per creare ex novo poli funzionali e moderni, con minori costi di
funzionamento, da affidare alle cooperative di "camici bianchi".
Naturalmente c'è chi critica il progetto di Boldrin, prevedendo una fortissima influenza del mondo assicurativo
nel sistema Sanità; e, in particolare, quella delle Compagnie legate alle "coop": un legame che però sembra
quasi indispensabile, anche per le difficoltà che oggi incontrano medici e Asl con le assicurazioni, che negano la
stipula delle polizze oppure obbligano a pagare dei premi stellari. Ma, secondo gli esperti, si tratterebbe di una
strada da percorrere rapidamente, dato che il settore pesa sui bilanci delle Regioni anche fino al 90%, al punto
da provocare dissesti finanziari ed interventi statali per ripianare i debiti (per non parlare della crisi delle
industrie farmaceutiche, che attendono anche due anni per incassare i crediti relativi alle forniture di
medicinali). Però, a quanto pare, il progetto di Boldrin sarebbe l'unico destinato a non finire impallinato sotto il
tiro dei Sindacati, ostili alla privatizzazione della Sanità ma certo non contrari (almeno formalmente) ad una
ridefinizione del sistema ospedaliero scegliendo un modello cooperativo.
Claudio de Luca
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