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PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale versione .1

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PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale versione .1
*
IL Piano nazionale scuola digitale
* Il piano individua una serie di elementi basilari:
* il ruolo del docente;
* lo studente ;
* Il ruolo delle tecnologie digitali;
* la scuola e la sua riorganizzazione funzionale;
* il rapporto interattivo tra i protagonisti del processo
educativo e formativo;
* la famiglia collaborativa e proattiva;
* la collaborazione strategica degli stakeholder ( alunni
docenti);
* L’ambiente scolastico e la crescita culturale.
*
* Il docente è un facilitatore dell’apprendimento, un
adulto che accompagna il giovane verso nuovi modelli
di comportamento per un migliore adattamento
all’ambiente e perché possa contribuire al
miglioramento dell’ambiente stesso.
Il docente orienta la sua ricerca, più che
all’insegnamento, all’apprendimento dei suoi studenti,
non è orientato alla trasmissione dei saperi ma ad una
didattica per competenze e quindi a far acquisire allo
studente, attraverso una relazione stretta tra il sapere
e il fare, l’idoneità a trattare, giudicare, risolvere
determinate questioni siano esse legate alle diverse
sfere disciplinari o a quelle personali, interpersonali,
sociali.
*
* Lo studente è il soggetto che apprende e intorno
all’apprendimento deve ruotare il sistema educativo.
Il benessere dello studente è condizione cui mirare per
il raggiungimento di qualunque risultato e questo
rende necessario e decisivo che lo studente sia parte
attiva della sua formazione.
Lo studente deve essere consapevole della necessità di
accrescere le proprie competenze per una migliore
realizzazione personale e per poter contribuire al
benessere della collettività. Il sistema educativo deve
offrire allo studente una pluralità di percorsi tra i
quali poter individuare quelli a lui più congeniali per
il raggiungimento degli obiettivi formativi personali e
professionali.
*
* Le tecnologie digitali, moltiplicando la disponibilità
e l’accessibilità di contenuti multimediali,
favorendo l’interazione, l’inclusione e offrendo
strumenti per la costruzione collaborativa del
sapere, sono un valido strumento per l’attività
didattica. Mai considerarle il fine ultimo della
mission educativa, piuttosto un utilissimo supporto
al processo di insegnamento-apprendimento, in cui
anche la motivazione degli studenti viene favorita
da un ambiente scuola più idoneo alle loro esigenze
generazionali.
*
* La scuola è una comunità educante dove tutti i membri delle
sue componenti (studenti, docenti personale amministrativo,
tecnico, ausiliario, genitori), sono attori e protagonisti della
trasmissione e della costruzione del sapere. Spazi
collaborativi, flessibili, dinamici e diverse metodologie
didattiche facilitano la costruzione dei saperi. Una scuola
che vuole essere per tutti e, contemporaneamente, mirare
ad una educazione personalizzata e attenta alle
caratteristiche di ogni allievo, che tende a trasformare
complessivamente l’organizzazione della didattica, degli
spazi e del “tempo scuola” per essere sempre più aderente
alla società della conoscenza e dell’informazione, è quella
che il PNSD ha chiamato [email protected].
*
* L’interattività si ha quando due parti possono agire una
sull’altra. Nella [email protected] si usano apparecchi che
permettano agli utenti di intervenire creativamente sui
contenuti proposti. Ad esempio, con un eBook si può
superare la fruizione passiva e agire con diversi strumenti
per contattare l’autore, valutare il suo lavoro, inserire
commenti in un gruppo di discussione, cercare contenuti
simili, trasferire una parte del contenuto in un proprio
documento, rielaborarlo, ecc
Ma l’interazione è fondamentale anche tra le diverse
componenti della comunità scolastica, in quanto ognuna può
agire sull’altra per ottenere e per offrire un adeguamento di
informazione, per confrontarsi, collaborare, arricchirsi
reciprocamente durante il percorso verso gli obiettivi
condivisi da raggiungere, ecc.
*
* La partecipazione della famiglia
alla gestione della scuola è
istituzionalizzata a partire dagli anni ’70 del secolo scorso,
ma è oggetto di revisione con dibattiti ancora aperti e che
riguardano anche la problematica individuazione di un unico
tratto distintivo che la caratterizzi, vista la straordinaria
varietà di forme che va assumendo nella società
contemporanea. Tuttavia rimane fondamentale il ruolo dei
genitori nel processo educativo e quindi nella scuola digitale.
Sempre più spesso le scuole più avanzate nei processi di
cambiamento coinvolgono i genitori, anche grazie alle nuove
tecnologie a disposizione, non solo su meri aspetti formali,
ma anche in riflessioni sugli obiettivi, sui percorsi, sulle
dotazioni necessarie, sulle modalità di comunicazione e sulla
verifica dei risultati, fino ad arrivare ad una assunzione di
responsabilità condivisa attraverso la firma di un patto
educativo.
*
* La collaborazione, nelle sue diverse accezioni, è
benvenuta in tutti i contesti, nella didattica digitale
è fondamentale quella tra docenti e allievi, che
parte dal riconoscimento che questi ultimi possono
avere qualcosa da insegnare ai primi. Ovviamente
non si tratta, per il docente, di una abdicazione, ma
della definizione di un ruolo diverso, più completo e
delicato, che lo deve portare ad essere un
facilitatore dell’apprendimento, un co-costruttore
del sapere insieme alla classe, attraverso
l’individuazione e il rispetto della personalità e
delle potenzialità di ciascun allievo.
*
* La crescita in ambiente scolastico è quella
intesa come sviluppo della personalità,
attraverso il confronto e lo scambio, ma anche
attraverso il fare, l’agire, lo sperimentare
situazioni concrete per portare i giovani ad
essere cittadini informati, attenti, critici,
competenti. Crescere significa dispiegare le
proprie potenzialità in armonia con le richieste
e gli input esterni, per sentirsi parte integrante
di una società in continua evoluzione.
*
* Il PSDN viene definito dagli autori non un libro
dei sogni ma una sorta di “Statuto”, di
protocollo per rinnovare la scuola.
* Esso traccia una sorta di road map che assegna
ad ogni segmento anche le risorse e gli
investimenti necessari.
*
* Il dato di partenza imprescindibile per poter abilitare
l’uso delle tecnologie didattiche ( LIM e altro ) e di
comunicazione è la connessione; per questo l’azione 2
è finalizzata al cablaggio e alla agibilità della
connettività degli istituti ( in questo la nostra scuola
è in linea avendo ripresentato il progetto PON per il
cablaggio).
* Il potenziamento delle infrastrutture digitali è un altro
tassello fondamentale per l’uso delle tecnologie
digitali, insieme alla convergenza della collaborazione
tra famiglie e scuola. (Il registro elettronico e il
nuovo sito scolastico, in uno alla formazione
prevista è del tutto in linea con l’obiettivo del PNSD)
*
* Ma alle infrastrutture occorre associare la
valorizzazione delle risorse umane: senza un
miglioramento del rapporto tra singolo docente e
tecnologie digitali non vi è una piena realizzazione
della “rivoluzione didattica” che si ricerca e che si
reputa necessaria per allineare la società odierna
Italiana alle sfide mondiali della modernità.
* Ridurre la “diffidenza tecnologica” da parte del
docente è la condizione per trasformare la
didattica.
*
* Un numero ancora limitato di docenti ha un approccio
disinvolto alla tecnologia informatica e ancora molti
sono i docenti sprovvisti di adeguate competenze
digitali.
* Le ragioni sono molteplici e non tutte hanno come
motivazione la progressiva depauperazione, se non
smantellamento vero e proprio della scuola pubblica.
Nel tempo il singolo docente è stato lasciato solo a
curare il proprio aggiornamento professionale e spesso
l’aggiornamento è stato a spese proprie. Questo stato
di malessere ha facilitato il radicamento di pigrizie
mentali ( sicuramente minoritarie rispetto alla
stragrande maggioranza dei docenti).
*
* Non va sottaciuto però che i redattori del piano
pur coerenti nell’individuare le azioni
economiche, in alcune parti rivelano una
sostanziale ignoranza di ciò che il corpo
docente, in solitudine ha continuato a fare:
sperimentare, innovare e adattare il suo
metodo di insegnamento alle « riforme e
controriforme» che si sono succedute.
*
* Gli estensori del piano, sono convinti che la disciplina
«tecnologia» debba innovarsi…. Certamente ! ma come, con
quale tempo scuola? Che ne è stata della terza ora dedicata
all’informatica?
* Si pensa ancora che tecnologia sia solo disegno; a parte che il
linguaggio del disegno, l’attività progettuale, è una attività
plastica cognitiva, mi chiedo se per caso gli estensori
abbiano almeno dato una occhiata alle indicazioni nazionali
contenute nella riforma Moratti e poi Gelmini, se non hanno
la benché minima cognizione di come è stata innovata –dai
docenti, dal basso, dal club stakeolder che a partire dalla
riforma della scuola media unica, ossia dopo la ex
applicazione tecnica, è diventata Educazione Tecnica.
*
* Per concludere: ( conclusione mia)
* Dateci gli strumenti necessari ( rete efficiente
e connessione ADSL o banda larga che sia ,
strumenti e risorse) , risorse umane, ambienti
adatti e non arrangiati, classi non dormitorio o
pollaio, rispetto per la nostra professione,
piuttosto che l’aria fritta delle pseudoriforme a
taglio lineare fino ad ora propinate e vedrete
i risultati.
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