Attento a come parli! a cura di Nicoletta Nolli, Silvano Rossetto
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Attento a come parli! a cura di Nicoletta Nolli, Silvano Rossetto
Attento a come parli! a cura di Nicoletta Nolli, Silvano Rossetto, Angela Sclavi, Sergio Toccante Introduzione ....................................................................................................2 Descrizione dell’attività......................................................................................3 Indicazioni metodologiche................................................................................ 14 Eventuali difficoltà e possibili suggerimenti......................................................... 16 Spunti per un approfondimento disciplinare ........................................................ 19 Elementi per prove di verifica ........................................................................... 20 Spunti per altre attività con gli studenti ............................................................. 22 Bibliografia .................................................................................................... 23 Sitografia ...................................................................................................... 24 Proposta di attività per il corsista ...................................................................... 25 Introduzione La logica è stata definita autorevolmente “l’arte della deduzione”. La logica descrive, quindi, le tecniche per ragionare correttamente; per questo motivo viene studiata nella scuola secondaria superiore, sia in generale come strumento a supporto del rigore matematico, sia, in alcuni indirizzi di studio, come base teorica per argomentazioni e dimostrazioni anche impegnative. Lo studio della logica aiuta così lo studente ad acquisire consapevolezza delle proprie conoscenze, soprattutto se si ricollega ai diversi argomenti affrontati nell’intero quinquennio. Con questa unità intendiamo presentare concetti e strumenti logici utili nell'insegnamento della matematica e, più in generale, indispensabili per ragionare correttamente ed esprimersi in modo appropriato. L'unità si colloca nel corso del primo biennio, quando si approfondiscono le informazioni sugli insiemi numerici. In continuità con la Scuola media, si intendono soprattutto esaminare i legami tra logica e linguaggio comune, per poi collegare la logica con l’attività deduttiva. L'unità può essere utilizzata in parte in questa fase del curricolo ed essere poi ripresa in anni successivi, per approfondire alcune parti delle attività 2 e 3, o affrontare alcuni temi presenti in Spunti per altre attività con gli studenti. L’unità passa attraverso diverse proposte: scoprire l’esistenza di termini e regole con contenuto logico nelle condizioni alla base di alcuni giochi (quadrati magici, sudoku, ecc.), vedere l’importanza della logica in ambito linguistico (frasi che esprimono concetti equivalenti, ecc.), collegare gli schemi e gli strumenti della logica all’impianto assiomatico, al ragionamento ipotetico-deduttivo e, in generale, al processo dimostrativo all'interno di una teoria matematica (geometria euclidea, ecc.). Infine, vengono illustrate alcune connessioni fra la logica, la teoria degli insiemi, la probabilità, il calcolo algebrico. 2 Descrizione dell’attività Attività 1: Colora un quadrato Fase 1 In questa fase si presenta un’applicazione della logica in un contesto quotidiano, non necessariamente connesso con la matematica, con lo scopo di far comprendere l’importanza dell’uso corretto dei quantificatori e delle operazioni logiche nel linguaggio comune. Alla classe viene proposto un gioco di enigmistica, attraverso una serie di condizioni che devono essere tutte verificate per il completamento della tabella raffigurata. Hai una tabella quadrata di 16 caselle. Devi colorare le caselle con 3 colori, rosso, nero e bianco, sapendo che: • c’è una colonna tutta bianca; • in ogni riga c’è una e una sola casella nera; • nessuna riga ha più di una casella rossa; • se una casella è rossa, almeno una attigua è nera (due caselle sono attigue se hanno un lato in comune); • se in una colonna una casella è nera, allora in quella colonna c’è almeno una casella rossa. I ragazzi sono invitati a risolvere il gioco-problema. Ci sono varie soluzioni. Il gioco, di per sé, non è particolarmente difficile, ma deve essere cura dell'insegnante porre l'attenzione su varie espressioni che compaiono nel testo (c’è una e una sola, nessuna, almeno una, se ... allora, ecc.). Fase 2 In questa fase è richiesto ai ragazzi di enunciare condizioni reciprocamente coerenti relative alla colorazione di una tabella. Naturalmente, questo richiede uno sforzo in più, di rielaborazione e messa in atto di competenze acquisite. Successivamente, si organizza una sfida all’interno della classe, in cui un gruppo di studenti stabilisce condizioni che un altro gruppo deve rispettare colorando la tabella. Si inizia con una richiesta in un certo senso inversa di quella vista nella Fase 1. Hai a disposizione la tabella seguente, in cui le caselle sono già colorate. N R R N R R N R R N N N N B B B 3 1) Enuncia almeno 4 condizioni analoghe alle precedenti che siano soddisfatte dalla colorazione delle caselle nella tabella. Ecco un possibile soluzione: - c’è una diagonale tutta nera - se una casella è bianca, nessuna attigua è rossa - nessuna casella rossa si trova in un vertice del quadrato - non è vero che i quattro vertici hanno tutti lo stesso colore L’insegnante invita a riflettere su altre possibilità, stimolando la discussione e il confronto tra soluzioni. 2) Inventa un altro gruppo di condizioni, da proporre per sfida ai tuoi compagni, facendo sempre riferimento allo schema seguente. Si passa ora ad una configurazione di tipo numerico. 3) Sostituisci numeri ai colori e riproponi la sfida ai tuoi compagni enunciando opportune condizioni aritmetiche. Esempio di condizioni relative ad una tabella 3×3. - Tutti i numeri sono interi;nessun numero è negativo - tutte le caselle nei vertici contengono un numero dispari (tieni presente che lo 0 si considera pari) - solo le caselle nei vertici contengono un numero dispari - la somma dei numeri di ogni riga dà lo stesso risultato - la somma dei numeri in ogni colonna è un multiplo di 4 Le condizioni precedenti sono tutte necessarie? Possono dar luogo a soluzioni diverse? Lo schema seguente, costruito con un quadrato 3x3, rispetta le condizioni date. 3 2 7 8 0 4 5 6 1 4 Ora prova a riproporre ai tuoi compagni uno schema analogo con un quadrato 4x4, stabilendo un tempo adeguato per la soluzione. Fase 3: quadrati magici e Sudoku Le fasi precedenti introducono facilmente due giochi sicuramente già noti: il quadrato magico e il sudoku. Un quadrato magico è costituito da una tabella quadrata di ordine n in cui compaiono una e una sola volta i numeri interi da 1 ad n2; i numeri sono disposti in modo tale che la somma di ogni riga, di ogni colonna e di entrambe le diagonali dia sempre lo stesso risultato; tale risultato è detto costante magica del quadrato. È facile dimostrare, ma non è l’obiettivo attuale, che in un quadrato magico di ordine n (e quindi con n2 caselle) la costante magica c(n) è somma di tutti i numeri della tabella è ( ) c ( n) = ( ) 1 n n 2 + 1 . [Infatti, la 2 1 2 2 n n + 1 ; basta dividere questa somma per il 2 numero delle righe (o delle colonne).] Ad esempio, un quadrato magico di ordine 3 (cioè di 9 caselle) ha costante magica 15. Alla classe viene quindi proposto questo esercizio: • Costruisci un quadrato magico di 9 caselle • Confronta la tua soluzione con altre individuate dai tuoi compagni Il Sudoku è un gioco molto attuale, solitamente composto da una tabella quadrata di ordine 9, divisa in 9 quadrati 3×3. Si chiede di collocare in ogni casella un numero compreso fra 1 e 9, in modo che in ogni riga, in ogni colonna e in ogni quadrato 3×3 ciascun numero compaia una e una sola volta. Si parte da alcuni numeri già scritti. • Risolvi un sudoku come quello proposto e prova a descrivere il procedimento • Confronta la tua soluzione con altre possibili individuate dai tuoi compagni (in genere, i sudoku ammettono una sola soluzione) tuo 5 3 2 1 4 7 6 7 5 9 6 8 1 3 4 7 5 1 3 5 6 3 8 1 7 2 5 6 4 9 4 3 8 2 4 2 7 6 9 4 5 1 6 Attività 2: Frasi equivalenti In questa seconda attività si vuole porre l’attenzione sul concetto di proposizioni logicamente equivalenti, esplorando le proprietà dei connettivi, fino ad arrivare ad un esempio di dimostrazione per assurdo. Fase 1 La riflessione su frasi equivalenti in vari contesti (vita quotidiana, geometria, aritmetica) consente un approccio ai principali connettivi e alle loro proprietà. L’insegnante propone un compito alla classe, divisa in piccoli gruppi: individuare le proposizioni equivalenti all’interno di ciascuno dei tre gruppi seguenti, motivando la risposta. VITA QUOTIDIANA 1. Al gioco si vince o si perde 2. Al gioco si vince o si perde, e non è vero che si vince e si perde nello stesso tempo 3. Non è vero che al gioco si vince e si perde nello stesso tempo 4. Al gioco si vince o non si perde 5. 6. 7. 8. Giovanni non abita a Forlì e non Non è vero che Giovanni abita a Giovanni non abita a Forlì o non Non è vero che Giovanni abita a lavora a Cesena Forlì o lavora a Cesena lavora a Cesena Forlì e lavora a Cesena Per le ultime quattro proposizioni la risposta non è immediata, ma non si presentano particolari ambiguità (5 e 6 sono equivalenti, come pure 7 e 8); può essere opportuno 6 enunciare la 5 anche nella forma "Non è vero che Giovanni abita a Forlì, né che lavora a Cesena". Più complessa è l'analisi delle prime quattro proposizioni, dove le risposte sono meno oggettive (se ne potrà discutere in classe, proprio per osservare che il linguaggio comune è ambiguo). La 1 e la 2 sono equivalenti se la "o" della 1 è intesa come "aut" (cioè ha valore esclusivo). La 3 ha un significato analogo, ma a rigore non è equivalente: se si pensa a un gioco in cui è una partita può finire in parità, la 3 è vera, mentre la 1 e la 2 non sono corrette. Infine, la 4 è diversa dalle precedenti. GEOMETRIA 1. Se la figura F è un rettangolo allora F è un quadrilatero 2. Se la figura F è un quadrato allora F è un rettangolo 3. Condizione necessaria e sufficiente affinché la figura F abbia tre lati è che abbia tre angoli 4. Se la figura F non è un rettangolo allora non è un quadrato 5. Condizione sufficiente perché F sia un quadrilatero è che sia un rettangolo 6. La figura F ha tre lati se e solo se ha tre angoli 7. Se la figura F non è un quadrilatero allora non è un rettangolo 8. Condizione necessaria perché F sia un rettangolo è che sia un quadrilatero 9. Se la figura F ha tre lati allora ha tre angoli e se la figura F ha tre angoli allora ha tre lati In questo secondo blocco il linguaggio non presenta ambiguità, ma la situazione è complicata dalla presenza delle condizioni necessarie e condizioni sufficienti. L'insegnante deve mettere in evidenza che sono sempre equivalenti le proposizioni: A → B, non B → non A Per esempio, sono equivalenti la 2 e la 4; l'implicazione "non B → non A" è detta contronominale di "A → B". Invece, l'implicazione "A → B" non equivale all'implicazione "B → A" (detta inversa della precedente). Sono equivalenti fra loro anche le proposizioni A → B, A è condizione sufficiente per B, B è condizione necessaria per A. (per esempio, sono equivalenti le proposizioni 1, 5, 7, 8). Nell'esercizio, sono fra loro equivalenti anche le proposizioni 3, 6, 9. NUMERI 1. Se un numero è multiplo di 4, allora è pari 2. Un numero che non è multiplo di 4 è dispari 3. Se un numero è dispari non è multiplo di 4 4. Tutti i multipli di 4 sono pari 5. Condizione sufficiente perché un numero sia multiplo di 4 è che sia pari 6. Se un numero è pari non è detto che sia multiplo di 4 7. Fra i numeri pari alcuni sono multipli di 4 8. Fra i numeri pari alcuni non sono multipli di 4 9. Fra i multipli di 4 nessuno è dispari 10. Un numero è pari se e solo se è multiplo di 4 7 Questo terzo blocco presenta nuove difficoltà. In primo luogo, le affermazioni non sono tutte vere: è quindi necessario distinguere le affermazioni vere e quelle false (naturalmente, due proposizioni equivalenti sono entrambe vere o entrambe false). Inoltre, compaiono in forma implicita le due locuzioni: "per ogni", "esiste almeno un", che sono chiamate “quantificatori”. Si chiederà quindi di riscrivere le frasi, sempre nel linguaggio naturale, ma usando i quantificatori. Per esempio, la 1 e la 7 possono essere scritte rispettivamente nella forma: "Qualunque numero si consideri, se è multiplo di 4, allora è pari", "esiste un numero pari che è multiplo di 4". La 9 equivale a "non esiste un multiplo di 4 dispari", ovvero "un qualunque multiplo di 4 non è dispari". Sono equivalenti fra loro le proposizioni 2 e 5 (anche la cosa non è immediata), come pure le proposizioni 6 e 8. Anche le proposizioni 1, 3, 4, 9 sono equivalenti, mentre la 7 e la 10 non sono equivalenti né fra loro né ad alcuna delle altre. Nel caso l'insegnante lo ritenga opportuno, potrà premettere qualche semplice esercizio sui quantificatori, come il seguente. Nell’insieme N dei numeri naturali, considera la proposizione P(x): x+1>5 • È vero o falso che " ∀x ∈ Ν vale P(x)"? • È vero o falso che " ∃x ∈ Ν tale che vale P(x)"? • Determinare, se possibile, un sottoinsieme A di N in cui risulta vero che " ∀x ∈ A vale P(x)" • Determinare, se possibile, un sottoinsieme B di N in cui risulta falso che " ∃x ∈ B tale che vale P(x)". Fase 2 La classe, eventualmente divisa in piccoli gruppi, deve risolvere il seguente problema. Il re di un lontano paese ha condannato a morte tre uomini. Concede però loro una possibilità di salvezza: da un gruppo di tre cappelli bianchi e due cappelli neri sceglie tre cappelli e ne fa mettere uno ad ognuno di loro. Nessuno è in grado di vedere il proprio cappello, ma tutti, tranne uno che è cieco, vedono quello degli altri due. Chi indovina il colore del proprio cappello viene liberato, chi non risponde è condannato, ma chi risponde in modo errato viene torturato prima di essere condannato. Sono interrogati uno alla volta: il primo e il secondo, i due non ciechi, non rispondono perché non sono sicuri e temono di essere torturati. Può il cieco dare una risposta logica in modo da salvarsi? L’insegnante deve favorire la discussione e l’esplicitazione delle strategie di risoluzione. con particolare attenzione alle catene di deduzioni messe in atto dai ragazzi. Importante è anche la fase in cui vengono spiegate e discusse le soluzioni dei gruppi; se la classe non arriva ad una soluzione logicamente coerente, sarà compito dell’insegnante indurre una soluzione passo dopo passo come quella che segue. Il cieco può ragionare nel modo seguente: “Se il primo uomo avesse visto due cappelli neri, avrebbe saputo di averne uno bianco e avrebbe potuto rispondere. Il secondo uomo sa quindi che il primo non ha visto due cappelli neri; se il secondo avesse visto che io ho un cappello nero, avrebbe saputo che il suo cappello non è nero e quindi 8 avrebbe potuto rispondere, salvandosi. Ma anche il secondo uomo non ha parlato, quindi io ho un cappello bianco!” L’insegnante deve sottolineare la struttura del ragionamento e far capire che questo modo di collegare i dati logicamente non è tipico solo delle dimostrazioni, ma di varie situazioni della vita corrente. L’attività introduce alla dimostrazione per assurdo che verrà esplicitata e chiarita con una lettura tratta dagli “Elementi” di Euclide: la Proposizione 6 del libro I. Proposizione 6 Se in un triangolo due angoli sono tra loro uguali. allora sono uguali anche i lati opposti a quegli angoli. Dimostrazione: Sia ABC un triangolo avente l’angolo ABC uguale all’angolo ACB; dobbiamo dimostrare che il lato AB è uguale al lato AC Supponiamo che AB non sia uguale ad AC; allora uno dei due è maggiore dell’altro. Sia AB il lato maggiore. È quindi possibile individuare su AB un segmento BD lungo quanto AC e poi congiungere i punti C e D. Ora i due triangoli ABC e DBC hanno: due lati uguali, DB e AC, il lato BC in comune, e gli angoli DBC e ACB uguali; quindi per la Proposizione I-4 i due triangoli sono uguali. Ma questo significa affermare che la parte è uguale al tutto, in contraddizione con l’Assioma 5. Quindi AB non può essere diverso da AC; in conclusione AB = AC.” Dopo un’attenta lettura della dimostrazione viene richiesto di rispondere alle seguenti domande: • Individua l’ipotesi e la tesi del teorema • Quale ipotesi aggiuntiva viene fatta? • Spiega come la Proposizione 1-4 viene usata nella dimostrazione • Spiega perché l’assioma 5 è in contraddizione con una deduzione della dimostrazione • Spiega in base a quale ragionamento si perviene alla tesi del teorema Nella scheda di lavoro n. 2, che va consegnata ai gruppi, sono esplicitati la Proposizione I-4 e l’Assioma 5. Attività 3 – Che c’entra la logica? Scopo di questa attività è quello di mettere in luce alcune fra le applicazioni più comuni della logica ad argomenti che si incontrano nei programmi di matematica delle Superiori, nei vari indirizzi di studio. Sarà cura dell’insegnante individuare, a seconda della classe cui l’unità viene presentata, gli esempi da proporre agli studenti, fra quelli qui riportati. 9 Fase 1: logica ed insiemi Analizza attentamente il testo di questi problemi e prova a tradurne la risoluzione nel linguaggio degli insiemi, sia con i diagrammi di Eulero-Venn, sia usando scritture del tipo A = {x∈U | x pratica la pallavolo}. PROBLEMA 1 1) Fra gli 870 studenti iscritti in una scuola, 460 praticano la pallavolo, 420 il calcio, 80 nessuno dei due sport; quanti studenti praticano entrambi gli sport? 2) Fra gli 870 studenti iscritti in una scuola, 360 praticano solo la pallavolo, 320 solo il calcio, 80 nessuno dei due sport; quanti studenti praticano entrambi gli sport? 3) Fra gli 870 studenti iscritti in una scuola, 460 praticano la pallavolo, 90 pallavolo e calcio, tutti gli studenti praticano almeno uno dei due sport; quanti studenti praticano calcio? 4) Fra gli 870 studenti iscritti in una scuola, 460 praticano la pallavolo, 90 pallavolo e calcio, tutti gli studenti praticano almeno uno dei due sport; quanti studenti praticano solo calcio? U Indica con U l’insieme degli studenti iscritti alla scuola, con A il sottoinsieme di U contenente gli studenti che praticano la pallavolo, con B quelli che praticano il calcio. Le risposte ai quattro problemi sono: 90, 110, 500, 410. Da notare che, nell'ultimo problema, il dato "90" è superfluo. Il prossimo problema è più impegnativo ed è adatto a ragazzi che accettano una sfida. PROBLEMA 2 In un laboratorio di analisi si controllano i valori ematici di 100 persone. Dalle analisi risulta: - pazienti che rientrano nella norma per valori di glicemia (G), colesterolo (C), azotemia (A): 7 - pazienti che rientrano nella norma solo per A: 12 - pazienti che rientrano nella norma almeno per G e A: 27 - pazienti che rientrano nella norma almeno per G: 52 - pazienti che rientrano nella norma almeno per A: 45 - pazienti che rientrano nella norma solo per C: 20 - pazienti che rientrano nella norma per G e C ma non per A: 8 Preso un referto a caso, qual è la probabilità che: 10 1) appartenga ad una persona che non rientra nella norma per alcun parametro (G, C o A)? 2) appartenga ad una persona che rientra nella norma almeno per A e C 3) appartenga ad una persona che rientra nella norma solo per G? 4) appartenga ad una persona che rientra nella norma solo per C? (Le risposte sono, rispettivamente: 10%, 13%, 17%, 20%). Fase 2: logica e algebra In algebra si trovano di frequente strette connessioni con la logica. Qui vogliamo porre all'attenzione degli studenti la logica sottostante al calcolo delle equazioni e delle disequazioni. È evidente che tali proposte sono possibili dopo che gli alunni hanno affrontato i relativi argomenti, o al più contemporaneamente. Consideriamo questi argomenti: a. equazioni risolte mediante legge di annullamento del prodotto o disequazioni risolte con la regola dei segni b. sistemi di equazioni c. equazioni con valore assoluto d. equazioni irrazionali e. casi b e c con disequazioni Ognuno dei punti elencati si presta a: − scrivere una formula disequazioni più semplici; equivalente, usando connettivi, con equazioni o − descrivere l'insieme S delle soluzioni a partire dagli insiemi S1, S2,... delle soluzioni delle singole equazioni/disequazioni di cui al punto precedente, usando gli operatori fra insiemi (unione, intersezione, ecc.); − rappresentare sulla retta numerica (nel caso di una variabile) o nel piano cartesiano (nel caso di due variabili) gli insiemi soluzione. Esempio 1: x (x+2) = 0 (x = 0) ∨ (x+2 = 0) S = S1 ∪ S2 Esempio 2: x (x+2) > 0 [(x > 0) ∧ (x+2 > 0)] ∨ [(x < 0) ∧ (x+2 < 0)] S = (S1 ∩ S2) ∪ (S3 ∩ S4) Ecco un elenco di proposte esemplificative; ogni insegnante può usare con questo scopo gli usuali esercizi del manuale in adozione. a. x (x2 – 9) = 0 xy=0 11 x2 – 4 < 0 xy>0 b. ⎧⎪ x 2 − 1 = 0 ⎨ ⎪⎩ x − 1 = x 2 − 1 ⎧x 2 − y = 0 ⎨ ⎩x + 1 = y c. x − 1 = 4 − 2x x − 1 = 3 − 2x x −1 < 4 x − 1 ≥ 3 − 2x x − 1 ≥ 3 − 2x d. x − 1 = 4 − 2x x − 1 > 4 − 2x x − 1 = 4 − 2x x − 1 < 4 − 2x La situazione relativa a quest'ultimo caso è un po' più complicata. Per esempio, la prima equazione equivale a [ x − 1 = (4 − 2 x ) ] ∧ (4 − 2 x ≥ 0 ) . 2 Fase 3: logica, deduzioni e sillogismi Uno dei pilastri dell’insegnamento della logica è che, in generale, un’implicazione non si può "rovesciare", cioè non equivale alla sua inversa. L’insegnante propone questo esempio: (A) “ho fame” (B) “mangio” (A B) (C) “sono goloso” (B) “mangio” (C B) (D) “voglio assaggiare un cibo nuovo” (B) “mangio” (D B) Accettando le implicazioni precedenti, è lecito concludere: mangio ho fame ? mangio sono goloso ? mangio voglio assaggiare un cibo nuovo ? Cosa posso dedurre dalla verità di B? Quale delle tre proposizioni (A, C, D) è vera? È molto importante insistere su questo punto, intervenendo con numerosi esempi e sollecitando la classe a produrne altri. 12 La tipica forma di ragionamento deduttivo in cui interviene l’implicazione è il modus ponens, costrutto logico alla base delle dimostrazioni dirette: A A B B (ammesso che A implichi B) (ed ammesso A) (allora segue B) L’insegnante propone il seguente esempio: A = nevica B = fa freddo Se ammettiamo A B (se nevica, fa freddo) e che “nevica”, allora si deduce che “fa freddo”. Si chiede poi se si può invertire l’implicazione; precisamente: in presenza di A B, ammessa B, è possibile dedurre A? È molto importante insistere su questo punto, eventualmente sottolineando che l’ammissione di verità di B può solo aumentare la probabilità che sia vera A. L’insegnante sollecita gli studenti a produrre altri esempi di modus ponens. Un’altra forma di ragionamento deduttivo che si incontra facilmente è il modus tollens, costrutto logico alla base delle dimostrazioni per assurdo: A B Non B Non A (ammesso che A implichi B) (ammesso che non sia vera B) (allora segue che non è vera A) L’insegnante riprende l’esempio precedente: A = nevica B = fa freddo Se ammettiamo A B (se nevica, fa freddo) e che “non fa freddo”, allora si deduce che “non nevica”. L’insegnante a questo punto può riprendere con maggiore chiarezza l’equivalenza logica delle due implicazioni: A B e non B non A L’insegnante può far osservare che sia il modus ponens sia il modus tollens sono legati a particolari sillogismi; in un sillogismo, mediante un'opportuna combinazione dei termini che ricorrono in due premesse, si giunge ad una conclusione. Lo schema del sillogismo più noto è: Tutti gli uomini (u) sono mortali (m) Socrate (S) è un uomo (u) Ergo: Socrate (S) è mortale (m) Si suggerisce una rappresentazione grafica con i diagrammi di Eulero-Venn (ci sono due insiemi, uno contenuto nell'altro: se S appartiene al primo, appartiene anche al secondo). 13 Indicazioni metodologiche È importante che l’insegnante accerti una sufficiente padronanza dei prerequisiti necessari per affrontare l’unità, che si concretizzano essenzialmente nel possesso delle conoscenze di base dei connettivi (congiunzione, disgiunzione, negazione, implicazione, doppia implicazione), dei quantificatori (esistenziale ed universale) ed eventualmente dei costrutti logici elementari (tautologie e contraddizioni). Nel caso, invece, l'insegnante usi questa unità per introdurre connettivi e quantificatori, dovrà presentarli nei momenti opportuni, in modo che gli studenti possano fare quanto richiesto. Attività 1 L’attività si pone l’obiettivo di avvicinare la classe ai contenuti proposti dall’intera unità attraverso il completamento di quadrati e di quadrati magici, giochi già noti a molti studenti. La fase 1 chiede il completamento di un quadrato rispettando certe condizioni, mentre la fase 2 richiede all’allievo la messa in atto di competenze proprie, cioè la scrittura di condizioni che devono essere rispettate nella colorazione del quadrato. La modalità di lavoro può essere individuale o a coppie nella fase 1, mentre nella fase 2 è preferibile suddividere la classe in piccoli gruppi (2-3 allievi) per favorire il confronto sulle condizioni da individuare e per stimolare la sfida fra i gruppi. Anche per la fase 3 si ritiene importante una modalità di lavoro in piccoli gruppi, per produrre più rapidamente le condizioni di completamento e per confrontare soluzioni differenti. Si ritiene importante che gli allievi siano sollecitati a scrivere le condizioni in modo chiaro e corretto, dimostrando di saper utilizzare i quantificatori in modo appropriato: eventuali ambiguità e incongruenze possono diventare poi oggetto di discussione con l’intera classe. Attività 2 Fase 1 Attraverso l’analisi di proposizioni equivalenti si vogliono mettere in evidenza le proprietà di alcuni connettivi. Due proposizioni si dicono logicamente equivalenti quando hanno lo stesso valore di verità in corrispondenza di ogni caso possibile. Nell’attività non è necessario far ricorso alle tavole di verità. Nel primo blocco di proposizioni si pone l’attenzione sulle leggi di De Morgan, mentre il secondo blocco riguarda soprattutto l’implicazione e i diversi modi nei quali, anche nel linguaggio comune, viene espressa. L’analisi del primo blocco di proposizioni permette anche di richiamare che la doppia implicazione è un modo abbreviato di scrivere la proposizione composta "A implica B e B implica A"; e che con lo stesso significato si parla nel linguaggio matematico di condizione necessaria e sufficiente. Fase 2 La dimostrazione della Proposizione 6 del libro I è la prima dimostrazione per assurdo degli “Elementi”. In questa dimostrazione per provare che AB è uguale ad AC, Euclide suppone che siano diversi e deriva una contraddizione: il triangolo ACB è uguale ad una parte di se stesso, il triangolo DBC, e questo contraddice l’assioma 5 che dice che il tutto è maggiore della parte. La contraddizione sta nel fatto che il triangolo ACB è nello stesso tempo uguale e diverso al triangolo DBC. 14 Nella discussione in classe si deve mettere in evidenza che: - in generale, per concludere una dimostrazione per assurdo si deve arrivare a una contraddizione, a negare cioè una proposizione che si sa essere vera (come accade appunto nella dimostrazione della Proposizione 6 di Euclide); - molto spesso, in un teorema che ha la forma ipotesi ⇒ tesi, la dimostrazione per assurdo avviene dimostrando che, negando la tesi (supponendo cioè che non sia vero ciò che si vuole dimostrare), si giunge alla negazione dell’ipotesi. Ma l’ipotesi è data per vera, quindi è sbagliato aver negato la tesi: pertanto, la tesi è vera; - nel caso appena citato, una dimostrazione per assurdo si basa quindi sull’equivalenza logica tra un’implicazione e la sua contronominale, come visto nella fase 1 dell’attività. Se si vuole consolidare in anni successivi quanto visto, facendo riflettere gli alunni sul concetto di dimostrazione, si può far riferimento al percorso Dimostrazioni e metodi di dimostrare presente in Matematica 2004. Attività 3 L’obiettivo di questa attività è quello di presentare, in diversi contesti, applicazioni della logica di interesse “matematico”. È importante che l’allievo riconosca la validità e l’importanza dei costrutti logici, delle regole di deduzione, dei quantificatori in differenti ambiti incontrati nel corso del curricolo di matematica. È anche necessario che le conoscenze siano già acquisite, perché le applicazioni che qui sono presentate servono non a rendere edotto l’allievo sulle regole teoriche (che si ritengono fra i prerequisiti), ma a inquadrare tali regole in un contesto più generale. Sarà cura dell’insegnante individuare il momento opportuno in cui presentare l’attività 3, che può essere proposta in tempi successivi, non necessariamente contigui rispetto alle prime due attività. Il livello di approfondimento degli argomenti sarà ancora una volta stabilito dall’insegnante, che potrà selezionare gli esercizi nelle fasi proposte ed eventualmente integrarli con compiti contenuti nelle sezioni Elementi per prove di verifica e Spunti per altre attività con gli studenti. In tutte le fasi è possibile far lavorare gli studenti individualmente, per meglio accertare le competenze acquisite a partire dalle conoscenze iniziali. Particolare attenzione va posta alla fase 1, per l’importanza (anche da un punto di vista storico e culturale) del legame fra logica e teoria degli insiemi. A questo proposito, l’insegnante può ritenere opportuno richiamare, a seconda dei prerequisiti posseduti dalla classe, la definizione di funzione ("si chiama funzione da un insieme A ad un insieme B una corrispondenza che ad ogni elemento di A associa uno e un solo elemento di B"). Si rafforza così la connessione fra la teoria degli insiemi e l’uso dei quantificatori logici. Risulta immediata l’applicazione all’ambito probabilistico, basato in gran parte sulla rappresentazione di eventi mediante insiemi. La fase 2 può essere proposta per gradi, contestualmente all’introduzione algebrica di equazioni e disequazioni, anche rappresentabili sul piano cartesiano; oppure può essere presentata come un utile ripasso di argomenti già trattati da un punto di vista algebrico e rivisitati in chiave “logica”. In questo caso suggeriamo un lavoro individuale nella risoluzione degli esercizi. 15 Eventuali difficoltà e possibili suggerimenti Attività 1 In questa attività il ruolo del linguaggio come strumento di apprendimento è assolutamente centrale. Questo può creare una serie di problemi a studenti non di madre lingua italiana, ma anche a coloro che non abbiano avuto, nei segmenti scolastici precedenti, occasione di consolidare sufficientemente questo argomento. L’insegnante avrà cura di accentuare l’importanza in particolare di alcuni termini presenti negli esercizi (“uno”, “almeno uno”, “solo uno”, “uno e uno soltanto”), la cui corretta interpretazione è indispensabile per far emergere i quantificatori nascosti in alcuni esercizi. Questa puntualizzazione si rende necessaria già dalla fase 1 dell’attività 1; il lavoro in piccoli gruppi può certamente favorire la messa a fuoco e il superamento di alcuni punti nodali. Eventualmente si possono anteporre all’attività (se del caso in collaborazione con l’insegnante di lingua) esercizi che focalizzino il significato di queste espressioni: questo accorgimento potrebbe essere indispensabile con studenti di altre nazionalità. Si potrà anche costruire una specie di “dizionario – Stele di Rosetta” che riporti i termini equivalenti nei diversi linguaggi presenti in classe, corredati da esempi opportuni: la costruzione di tale strumento offrirà a tutti l’occasione di rielaborare il significato dei termini. Per alcuni studenti può essere utile anche premettere agli esercizi della Fase 1 della Attività 1 una serie di attività che usino elementi concreti (gettoni colorati, carte da gioco, ecc.) da sistemare al’interno di certe griglie secondo regole verbali che via via si possono complicare: il primo esercizio delle Prove di Verifica proposte ne fornisce un esempio. La fase in cui si rappresenterà sul quaderno la griglia così costruita darà l’occasione per passare a griglie “con simboli o lettere”. Resterà, per alunni che abbiano particolare bisogno di concretezza, la possibilità di ricorrere allo strumento “reale” per testare la soluzione di casi più complessi che possano presentarsi o per chiarire il proprio punto di vista in discussioni collettive, quando il linguaggio non si riveli sufficiente a spiegare bene il pensiero. Analogamente, potrebbe essere utile disporre per la Fase 2 dell’Attività 1 di Quadrati Magici già costruiti (su cui lo studente in difficoltà potrebbe essere invitato a “controllare” la regola, prima di collaborare alla costruzione di un quadrato nuovo…) o di schemi di Sudoku più elementari, come sono presenti in quasi tutte le riviste del genere e che possono servire come introduzione e occasione di “sperimentare” sul campo le regole. Si consiglia anche di far esplicitare e scrivere su un cartellone o su un quaderno le strategie che i ragazzi via via metteranno in campo per scoprire i numeri che occupano le varie caselle. Da un lato questa attività propone un rinforzo alla tipologia di apprendimenti di cui ci stiamo occupando; dall’altro, la possibilità di avere scritte davanti a sé regole e strategie già sperimentate può offrire un metodo di lavoro e guidare tutti alla scoperta di passi verso la soluzione. Attività 2 L’Attività 2 richiede una comprensione non banale del linguaggio (naturale e matematico) che vi interviene. Essa può perciò essere utilizzata didatticamente a più livelli: stimolare l’attenzione alla lettura completa delle frasi (molti ragazzi “saltano” le 16 parole chiave, come il NON…); comprendere il senso reale della frase (eventualmente riformulandola); riflessione sull’equivalenza logica delle diverse frasi. Come è ovvio i primi due aspetti sono propedeutici al terzo: si raccomanda all’insegnante di osservare attentamente i propri ragazzi, in modo da guidare questa attività verso il massimo profitto per tutti. La discussione collettiva, nel piccolo gruppo o nella totalità della classe, è certamente un motore potente nella direzione che ci interessa. Naturalmente nell’attività 2 occorre spiegare con cura il significato di “frasi equivalenti”, chiarendo che l'equivalenza va sempre intesa in senso logico. Sarà forse necessario un lavoro non breve su frasi che riguardano situazioni di vita reali (del tipo suggerito nella proposta oppure ancora più generali) in modo da chiarire bene il concetto di “equivalenza logica”, prima di affrontare il significato matematico. Ad esempio, matematicamente le frasi tutti i multipli di 4 sono pari se un numero non è multiplo di 2 non può essere un multiplo di 4 sono equivalenti anche se la cosa non è evidente a priori e, da un punto di vista strettamente linguistico, si potrebbe sostenere che esprimono concetti diversi. La Fase 2 dell’Attività 2 parte con un problema molto divertente, ma che potrebbe essere ostico per non pochi studenti. Problemi con analoga valenza formativa, ma più semplici linguisticamente e con soluzioni più brevi e dirette, possono essere trovati in comuni riviste di enigmistica o in libri come il classico “Qual è il titolo di questo libro ?” di R. Smullyan, ed. Feltrinelli (il libro è esaurito ma è presente sicuramente nelle biblioteche), dove i quesiti vengono presentati in ordine crescente di difficoltà logica. Nell’attività 2 viene infine proposta una dimostrazione per assurdo: fra i ragionamenti deduttivi, è certamente fra quelli che creano maggiori difficoltà agli studenti. Per poter affrontare questo passaggio con ragionevoli probabilità di successo, l’insegnante dovrà aver insistito a lungo non solo sull’importanza dei processi dimostrativi, ma proprio sul fatto che, passando da un’implicazione alla sua inversa (con lo scambio fra ipotesi e tesi) NON si ottiene un’espressione equivalente a quella iniziale. È però probabile che, se il lavoro sui quesiti logici sarà stato condotto per un tempo sufficiente e con il concorso di tutti, questa specifica modalità dimostrativa sia già stata (magari inconsapevolmente) usata da qualcuno: l’insegnante potrà in tal caso citarla come esempio per chiarire i ragionamenti geometrici coinvolti. Può anche essere utile fornire un altro esempio di dimostrazione per assurdo, magari in campo aritmetico, come quella di Euclide sull’infinità dei numeri primi. Attività 3 Uno dei punti più importanti dell’attività 3 è la connessione fra logica ed insiemi. Sfruttando il concetto di sottoinsieme, si può illustrare con i diagrammi di Venn il fatto che un’implicazione non equivale alla sua inversa. Ad esempio si considerino le frasi: A) Se un numero è multiplo di 4, allora lo è anche di 2 B) Non è detto che un numero che sia multiplo di 2 lo sia anche di 4 B Queste non sono equivalenti. Infatti, sia A l’insieme dei multipli di 2 e sia B il sottoinsieme di A dei multipli di 4. È evidente che un numero appartenente a B appartiene anche 17 ad A, mentre non è sempre vero che un numero che appartiene ad anche a B. A appartenga A Ovviamente questa spiegazione risulta convincente se gli studenti hanno chiaro il concetto di insieme e sottoinsieme e l’uso del diagramma di Venn. Va però detto che solitamente questi argomenti sono stati trattati nella scuola primaria in modo adeguato: pertanto potranno bastare alcuni richiami (meglio se precedenti al nucleo centrale del discorso…) per riprenderli in mano. Purtroppo, altrettanto comunemente, questo non può dirsi degli argomenti legati ai concetti di unione, intersezione, complementazione di insiemi,…: spesso gli studenti escono dalla scuola secondaria di I grado con una discreta confusione in testa su questi punti. Se l’insegnante ritiene che tali temi siano effettivamente centrali, dovrà dedicare tempo ed energie a sistemarli, prima di passare all’Attività 3; altrimenti questa risulterà probabilmente incomprensibile a molti. Forti difficoltà possono infatti emergere nella soluzione degli esercizi relativi alla fase 1; in questo caso è preferibile un approccio semplificato, per poi affrontare gli esercizi di questa fase in un secondo momento quando la maggior parte degli alunni si trovi ormai su un terreno solido. Ad esempio, possono essere proposti quesiti del tipo seguente “Su 100 bambini frequentanti un asilo, 30 usano il pulmino sia per l'andata sia per il ritorno, 45 solo per una corsa al giorno; fra questi ultimi, 25 usano il pulmino solo al ritorno. Quanti sono i bambini che non usufruiscono mai del servizio scuola-bus? E quanti i bambini che la mattina vanno all'asilo con il pulmino?” (Si suggerisce una rappresentazione grafica con i diagrammi di Venn). Di pari passo si potrà guidare l’applicazione all’ambito probabilistico, con l’introduzione delle opportune definizioni e il richiamo (non scontato !) al significato di percentuale e alle modalità di calcolarla. 18 Spunti per un approfondimento disciplinare Chi voglia approfondire questi temi, può utilmente vedere: F. Bellissima, P. Pagli: La verità trasmessa, Sansoni, Firenze (1993) Batini M., Cannizzaro L., Cavallaro B., De Santis C., Lombardi V., Menghini M., Percario L. (2004), Figure Geometriche e Definizioni. ISBN: 1123-7570. Centro Ricerche Didattiche Ugo Morin (Paderno del Grappa), Quaderni della rivista L´insegnamento della Matematica e delle Scienze integrate. Gabriele Lolli, QED Fenomenologia della dimostrazione, Bollati Boringhieri, Torino, 2005 oppure trovare on-line: Margherita D´Aprile Pier Luigi Ferrari, Linguaggi e rappresentazioni nella formazione degli insegnanti di matematica http://www.mat.unical.it/~daprile/pubblicazioni/Traccia%206.pdf Gabriele Lolli, Esperimenti e dimostrazioni http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/lolli/articoli/Esperimenti.pdf Altre utili indicazioni si trovano negli articoli segnalati in Documentazioni e materiali. 19 Elementi per prove di verifica 1. In un quadrato 4x4 sistema nelle caselle i 4 re, le 4 regine, i 4 fanti e i 4 assi di un mazzo di carte, facendo in modo che in nessuna riga e in nessuna colonna compaia due volte una stessa figura. Descrivi poi alcune condizioni che definiscono la configurazione che hai trovato. 2. Esprimi ciascuna delle seguenti proposizioni nella forma “se P allora Q” a) “i cittadini di età superiore ai 18 anni possono sostenere l’esame per la patente” b) “i piemontesi e i toscani sono italiani” c) “il prodotto di un numero pari e di un numero dispari è un numero pari” d) “il quadrato di un multiplo di 3 è un multiplo di 9” e) “i quadrati sono parallelogrammi” f) “le diagonali di un rombo sono perpendicolari” 3. Riscrivi le seguenti proposizioni usando nell'ordine i termini “condizione necessaria”, “condizione sufficiente”, “condizione necessaria e sufficiente”: a) “se un numero è multiplo di 6, allora è pari” b) “se un triangolo è equilatero, allora è isoscele” c) “avrò il motorino se e solo se sarò promosso” [Per esempio, nel primo caso si può scrivere: "essere pari è condizione necessaria perché un numero sia ..."] 4. Riscrivi le seguenti proposizioni nella forma A ⇒ B ovvero A ⇔ B a) “avere le diagonali perpendicolari è condizione necessaria perché un quadrilatero sia un rombo” b) “condizione necessaria e sufficiente affinché un quadrilatero sia un parallelogramma è che abbia i lati opposti uguali” c) “dieci centimetri di neve sono una condizione sufficiente per chiudere le scuole” 5. Riscrivi, usando l’espressione “essere sufficiente” a) “essere nati a Milano implica essere italiani” b) “se P allora Q” c) “A è condizione necessaria per B” 6. Costruisci la contronominale e l’inversa delle seguenti implicazioni. Le implicazioni seguenti sono tutte vere; che cosa si può dire delle implicazioni contronominali e inverse? a) “se un numero è negativo allora è minore di 2” b) “se due segmenti giacciono su due distinte rette parallele, allora la loro intersezione è vuota” c) “se un numero è divisibile per 5 allora termina con lo 0 o con il 5” d) “se non ho i soldi allora non posso andare al cinema” 7. Nei due casi seguenti una proposizione vera è seguita da altre quattro proposizioni quantificate in modo diverso. Quali di esse risultano equivalenti a quella iniziale? a) Non ogni x ∈ N è un quadrato perfetto 20 • • • • Nessun x ∈ N è un quadrato perfetto Esiste un x ∈ N che è un quadrato perfetto Esiste un x ∈ N che non è un quadrato perfetto Non esiste un x ∈ N che è un quadrato perfetto b) Esiste qualche italiano che non è romano • Non esiste un italiano che non è romano • Non è vero che ogni italiano è romano • Non è vero che ogni romano è italiano • Non tutti gli italiani sono romani • Non tutti i romani sono italiani • Nessun italiano è romano 8. In ciascun caso, scrivi una proposizione equivalente a quella data usando il quantificatore “per ogni” al posto del quantificatore “esiste” e viceversa. a) Tutti sono andati al cinema (Suggerimento: Non esiste uno che non sia …) b) Esiste qualche maggiorenne che non ha la patente c) Non tutti sono romanisti d) Non esiste qualcuno che non legga i giornali e) Ogni rettangolo ha due diagonali f) Esistono numeri primi (Suggerimento: Non tutti i numeri sono ...) 9. Di un gruppo di giovani italiani si sa che: 21 parlano inglese 24 parlano tedesco 5 conoscono sia l’inglese che il tedesco Stabilisci quanti, oltre all’italiano, parlano a) almeno una lingua (ossia inglese o tedesco) b) soltanto una lingua c) l’inglese e non il tedesco d) il tedesco e non l’inglese 10. E data la funzione y = 2 x − 3 − 2 . Stabilisci per quali valori di x i punti del grafico hanno ordinata positiva. Alla soluzione si può pervenire o con metodo grafico, disegnando il grafico della funzione (eventualmente per punti) e quindi “leggendo” la risposta, oppure per via algebrica risolvendo la disequazione modulare 2 x − 3 − 2 > 0 , il cui insieme delle soluzioni è l’unione degli insiemi della soluzioni delle due disequazioni 2 x − 3 < −2 , 2x − 3 > 2 . 21 Spunti per altre attività con gli studenti Al termine della scuola secondaria si può approfondire il concetto di dimostrazione illustrando in modo rigoroso il procedimento che si usa nelle dimostrazione per induzione. A questo proposito si veda l’attività “0; n, n+1, … ∞” che si trova negli Approfondimenti di Matematica 2004. Per un approfondimento sui sistemi assiomatici partendo dalla definizione di sistema formale e ponendo attenzione alle regole di deduzione, si veda l’attività “Maiuscole e minuscole” che si trova negli Approfondimenti di Matematica 2004. Logica e informatica La logica trova applicazioni diffuse e importanti in informatica. In particolare, tutte le condizioni logiche devono essere esplicitate quando si descrivono i singoli passi di un algoritmo nel linguaggio di progetto o di programmazione. 22 Bibliografia AAVV, Matematica 2001. Materiali per un nuovo curricolo di matematica con suggerimenti per attività e prove di verifica (scuola elementare e scuola media). http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2001/matematica2001.html AAVV, Matematica 2003. Materiali per un nuovo curricolo di matematica con suggerimenti per attività e prove di verifica (ciclo secondario). http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2003/matematica2003.html AAVV, Matematica 2004. La matematica per il cittadino. Attività didattiche e prove di verifica per un nuovo curricolo di matematica (Quinta classe del ciclo secondario di secondo grado). http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2004/UMI_2004.zip PISA 2003 Valutazione dei quindicenni a cura dell’OCSE, Roma, Armando Armando, 2004 Ciarrapico, L. & Mundici, D. (a cura di): 1995, L’insegnamento della logica, atti seminario AILA-MPI. Batini M., Cannizzaro L., Cavallaro B., De Santis C., Lombardi V., Menghini M., Percario L. (2004), Figure Geometriche e Definizioni. ISBN: 1123-7570. Centro Ricerche Didattiche Ugo Morin (Paderno del Grappa), Quaderni della rivista L´insegnamento della Matematica e delle Scienze integrate. F. Bellissima, P. Pagli: La verità trasmessa, Sansoni, Firenze (1993). C. Bernardi, "La Logica nella Scuola Secondaria", L'insegnamento della Matematica e delle Scienze integrate, vol. 16 (1993), n. 11-12, pag. 1041-1060. C. Bernardi, "Problemi per la logica (ovvero, la logica per problemi)", L'insegnamento della Matematica e delle Scienze integrate, vol. 17A-B (1994), n. 5, pag. 507-521 Ciceri, C., Furinghetti, F. & Paola, D.: 1996, Analisi logica di dimostrazioni per entrare nella logica della dimostrazione, L’insegnamento della matematica e delle scienze integrate, vol 19B, n.3, 209-234 G Lolli, QED Fenomenologia della dimostrazione, Bollati Boringhieri, Torino, 2005 R. Pagnan, G. Rosolini,” Il gioco della logica di Lewis Carroll e i sillogismi” Archimede, n. 2, vol. LXII (2010), pag. 82-91 M. D´Aprile, P.L Ferrari, Linguaggi e rappresentazioni nella formazione degli insegnanti di matematica http://www.mat.unical.it/~daprile/pubblicazioni/Traccia%206.pdf G. Lolli, Esperimenti e dimostrazioni http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/lolli/articoli/Esperimenti.pdf 23 Sitografia AA.VV. Didattica http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Didattica/didattica.html Matematica 2001 http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2001/matematica2001.html Matematica 2003 http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2003/matematica2003.html Matematica 2004 http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2004/UMI_2004.zip Sito Invalsi http://www.invalsi.it/invalsi/ric.php?page=ocsepisa06 24 Proposta di attività per il corsista Da condividere e discutere in rete. Leggere l’attività, le indicazioni metodologiche e gli approfondimenti: individuare i principali nodi didattici cui la situazione fa riferimento; esporli sinteticamente per scritto. Aggiungere qualche problema in altri contesti, relativo alle stesse abilità e conoscenze. Sperimentare l’unità proposta: − fare una ricognizione del contesto scolastico specifico in cui si svolgerà l'attività; − esplicitare gli adattamenti necessari; − formulare il progetto didattico relativo; − preparare una prova di verifica adatta a valutare le conoscenze e abilità relative alla situazione didattica posta (anche con riferimento alle prove OCSE-PISA e INVALSI). Scrivere un diario di bordo (narrazione e documentazione del processo di sperimentazione vissuta in classe: l’insegnante dovrà elaborare un diario con l’esposizione dell’esperimento svolto, di come gli studenti hanno reagito alla proposta didattica, delle difficoltà incontrate in particolare nel processo di costruzione di significato e di procedura di soluzione e di come sono state superate le difficoltà. Esplicitare i compiti dati agli studenti e le modalità con cui gli studenti stessi sono stati responsabilizzati all'apprendimento. 25