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SABATO L`ULTIMA DENUNCIA IN PUBBLICO: «VOLEVANO DARE

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SABATO L`ULTIMA DENUNCIA IN PUBBLICO: «VOLEVANO DARE
OGGI
SAVONA
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IL SECOLO XIX
SABATO
20 SETTEMBRE 2014
IL CORPO SCOPERTO DALL’EX MARITO, IL MUTUALISTA ACQUARONE
Si uccide in casa
l’accusatrice
dei preti pedofili
SisparadinotteilmedicoLuisaBonello:avevaportatoalPapa
dossiersuicasisavonesi.Inchiestaperistigazionealsuicidio
ALBERTO PARODI
SAVONA. Un buco di un’ora in un
suicidio “sospetto”. Un vuoto da
mezzanotte, quando è terminata la
lunga telefonata con l’amica Ketty
cheledavaunamanoincasa-“eraserena, stava bene, non ha detto nulla
di strano”ha riferito ai poliziotti- sino all’una della scorsa notte. L’ora in
cui il medico Luisa Bonello, 53 anni,
che da anni era diventata la grande
accusatrice dei preti pedofili nella
chiesa savonese, ha mandato un sms
all'ex marito (“Mauro perdonami”) e
si è ammazzata sparandosi un colpo
di pistola in bocca. Su questo non ci
sonodubbidopounamattinatadiindagini e sopralluoghi.
Il messaggio è stato letto solo all’indomani. «Erano le 7 e 20 quando
me ne sono accorto e sono corso da
lei. Troppo tardi. Non dimenticherò
mai più quello che ho visto. Non lo
auguro al mio peggior nemico». Così
l’ex marito Mauro Acquarone, medico anche lui, ex votatissimo consigliere comunale. «Se a mezzanotte
era tranquilla cosa è successo in
quell’ora dopo?» si chiede Acquarone che ha chiesto ai poliziotti di “scavare” nella memoria del telefonino e
del computer per vedere eventuali
chiamateecollegamentiinquellasso
di tempo che potrebbero averla turbataatalpuntodaspararsi.Uninterrogativo che ha convinto la Procura
ad aprire un fascicolo d’indagine per
istigazione al suicidio. Ipotesi di reato per il momento contro ignoti. Anche alla luce del contenuto del biglietto d’addio lasciato sul comodino. Niente nomi oggetto di accuse,
ma uno stato generico di stress ambientale attorno a lei. Che al pari di
quanto trovato nel resto della casa
hanno fatto propendere per l’ipotesi
di istigazione al suicidio.
In questo lasso di tempo sarebbe
successo “qualcosa”, secondo familiari e amici, che avrebbe spinto il
medico Luisa Bonello a prendere il
suo revolver, una pistola semiautomatica CZ calibro 9 per 21, regolarmente detenuta per la sua passione
del tiro a segno, e a spararsi. Il corpo
era riverso sul letto nella camera della casa in via Genova, in Valloria. La
donna viveva da sola dopo la separazione dal marito con cui era rimasta
in ottimi rapporti. Addosso aveva
una camicetta e i pantaloni del pigiama. L’aspetto curato e i capelli pettinati. In casa tutto in ordine. Aveva
preso quattro proiettili dalla sua collezione d’armi fatta di fucili da caccia,arabescati,appartenutialpadree
centinaia di munizioni. Sul comodino un foglio, una paginetta scritta in
bello stile in cui vengono spiegati i
motivi del gesto e in cui si scusa soprattutto con l’ex marito a cui nel testamento olografo lascia quasi tutti i
suoi averi. Tutto materiale seque-
Luisa Bonello riuscì a parlare brevemente col Papa del caso pedofilia
IL MESSAGGINO
All’una di notte, ora
della morte, un sms
per chiedere scusa
all’ex marito:
«Mauro perdonami»
IL FOGLIETTO
Un biglietto d’addio
sul comodino.
Niente nomi, ma la
denuncia di uno
stress contro di lei
strato da polizia e Procura. Un messaggioincuilavolontàdifarlafinitaè
chiara. Spinta da qualcuno?
La donna soffriva da tempo di depressione per cui era seguita da diversi specialisti. Nei giorni scorsi lo
psichiatra che l’aveva in cura aveva
avuto problemi di salute e così Luisa
Bonello si era vista indicare un altro
medico con cui doveva prendere
contatti. Negli ultimi anni si era presa una pausa dall’esercizio della sua
professione di medico del lavoro
(nello studio di via Don Minzoni).
Aveva preferito dedicarsi ai suoi tre
piccoli cani e alla sua fede cattolica
lanciandosi in “crociate” contro la
pedofilia nella chiesa savonese.
Oggi doveva partire per la Romania. Dove seguiva un ambulatorio
per bambini che aveva contribuito a
fondare e gestire. Una vacanza in cui
aveva deciso di andare a trovare alcuni preti greco-ortodossi. «Aveva
già preparato i regalini da portare ai
figli di diversi amici» spiega Mauro
Acquarone che la sera di giovedì aveva sentito la donna. «Era serenissima, nulla mi aveva fatto capire nelle
sueparoleladecisionecheavevapreso» aggiunge l’uomo che è stato sottoposto al test, negativo, dello stub
La polizia ha sequestrato le numerose armi trovate nella casa della Bonello
per vedere se addosso aveva tracce di
polvere da sparo. È stato lui a trovare
la donna riversa sul letto alle 7 e 30 di
ieri mattina. La sera prima avevano
parlato di quel tatuaggio che Luisa si
era fatta fare e che era venuta a mostrare nello studio di via Mistrangelo. Dove le targhette sul citofono, come in via Genova, riportano ancora
entrambi i nomi della coppia. Si era
fatta tatuare una croce, celtica, per
lei un antico simbolo cristiano. Il tatuaggio, la partenza per la Romania, i
trecagnolinisistematiinunapensione,leultimechiacchiereconlevicine
incuiavevamanifestatol’intenzione
di adottare un quarto cane. «Uno in
più non cambia nulla» era stato lo
scambio di battute con la signora
Mainardi. Nulla, all’apparenza, lasciava presagire il suicidio.
[email protected]
IL PM FERRO È RIMASTO A LUNGO NELLA CASA DI VIA GENOVA. LE PARETI RICOPERTE DI SIMBOLI ESOTERICI
SABATO L’ULTIMA DENUNCIA IN PUBBLICO:
«VOLEVANO DARE FUOCO ALLA MIA AUTO»
Luisa Bonello, ex iscritta alla Massoneria, raccontava di una sua “indagine” su una loggia deviata savonese
IL RETROSCENA
SAVONA. Non solo chiesa e pedofilia,maanchemassoneriaearmi,fucili da caccia e pistole. E tante carte.
Documenti. Disegni. Opere d’arte.
Oltre a biglietti e testamenti. Tutto
materiale in parte sequestrato,ora
al vaglio della Procura, in cui scavare per trovare un motivo, una spiegazione al suicidio.
Soprattuttodopoleminacce(«ho
trovatodell’alcol,dellabenzinasotto la macchina, non posso dire che
derivi dalla chiesa») che Luisa Bonello aveva detto di aver ricevuto.
Lo aveva denunciato pubblicamente sabato scorso quando in corso
Italia aveva preso il microfono e
aveva raccontato la sua storia in occasione dell’iniziativa anti-pedofilia organizzata da Francesco Zanardi davanti alla libreria Ubik.
Non c’erano solo la chiesa e la pedo-
L’ultimo intervento della Bonello alla Ubik
filia, tra le ossessioni della dottoressa savonese. Stando a quanto riferito da chi le stava vicino, il medico aveva deciso di “indagare” in
proprio sulla massoneria. Deviata.
Per questo voleva prendere contatti con Francesco Zanardi e Christian Abbondanza. Aveva segreti da
raccontare.
Ieri non sono passati inosservati
agli occhi del magistrato, del medico legale, e dei poliziotti arrivati per
Il pm Ferro ha condotto le indagini in via Genova
i sopralluoghi nella lussuosa casa
(due appartamenti in uno) in via
Genova 17 i disegni sui muri con
simboli massonici ed esoterici. InfattiLuisaBonelloavevafattoparte
della Gran Loggia d’Italia di Piazza
Del Gesù, aperta anche alle donne.
Nonneavevafattomistero. Lostesso ex marito Mauro Acquarone, anche lui appartenente ad una loggia,
non lo nasconde. «Luisa era stata
nella massoneria, ne aveva fatto
parte, era stato un periodo felice
dellasuavita,manoncredoproprio
che sia stata spinta a togliersi la vita
per la sua intenzione di occuparsi
della massoneria. Si era messa contro la chiesa, questo sì, definiva
omertosi isuoirappresentanti»,taglia corto Acquarone.
Ma le parole che la donna ha pronunciato quel sabato pomeriggio
davanti alla Ubik con il senno di poi
sono state rivisitate dagli investiga-
tori. Le minacce con la benzina riguardanoiltentativodidarefuocoa
un’autougualeaquelladelladonna.
Ma era della vicina, un’anziana novantenne. «Era per me, ne sono sicura» ripeteva ad amici e congiunti.
Il pm Giovanni Battista Ferro che sino a ieri sera stava valutando
l’ipotesi di far effettuare l’autopsia
sul corpo della donna - è rimasto a
lungonellacasadiviaGenova.Oltre
due ore e mezza. Luisa Bonello era
stata più volta negli uffici della Procura. L’ultima per chiedere documenti da portare a Roma sulle inchieste per pedofilia nei confronti
di sacerdoti savonesi.
Il pm ha fatto sequestrare dalla
polizia le carte trovate sul comodino.Ilbigliettod’addio,incuiladonna spiega il suo gesto e chiede scusa
in una pagina scritta in bello stile e
grafia. E il testamento olografo in
cuiindicaachidestinare isuoibeni.
Preoccupandosi soprattutto del futuro dei suoi amati animali.
A. P.
IL SECOLO XIX
SABATO
20 SETTEMBRE 2014
LE VENNE IMPEDITO DI VEDERE IL PADRE SPIRITUALE, POI CROLLÒ
La pasionaria
che si sentì tradita
dalla sua Chiesa
I veti della Curia arrivati dopo le denunce
IL RITRATTO
SILVIA CAMPESE
IL TEOLOGO GIAMPIERO BOF
«Ora i soggetti coinvolti
facciano autocritica»
SAVONA. Sconcerto e dolore: sono
questi i sentimenti predominanti, in
città, alla notizia della morte di Luisa
Bonello. Dolore anche in ambito cattolico. Di sconcerto ha parlato il teologodonGiampieroBof.«Horicevuto
la dolorosa notizia da poco – il commento di don Bof – e, pur non conoscendodirettamenteladonna,masolo a seguito dei fatti che l’avevano vista protagonista alcuni mesi fa, mi
sento di dire una sola cosa: questo dolorosoepilogoesigeunripensamento
da parte di tutti coloro che sono stati
coinvoltinellavicenda,alfinedicomprendere che cosa abbia portato a un
simile gesto». Parole di grande apertura e comprensione quelle del teologo. «Senza voler assolutamente sug-
gerireunlegamedirettotralevicende
della pedofilia e il suicidio della donna, cosa che non mi permetterei mai
di fare non conoscendo nemmeno la
signora– specifica il sacerdote, – ci
tengo a esprimere un concetto: è necessario capire se ci siano state delle
imprudenze, degli atteggiamenti pococriticidapartedeisoggetticoinvolti. Una cosa è certa: questo episodio
peggiora il capitolo, già estremamente drammatico, della pedofilia savonese».«Dapartedituttol’Ordine–ha
detto Renato Giusto – il cordoglio per
la perdita di una collega che si era
sempre distinta per correttezza, rigore e amore per la professione. Ero il
suo referente sindacale e, negli ultimi
tempi, l’avevo vista affaticata».
SAVONA. Pasionaria, impulsiva, ma
anche tanto fragile. Era così Luisa Bonello, noto medico di famiglia savonese,lostudioinviaDonMinzoni,specializzata in medicina del lavoro. Era sposataconuncollega,ildottorMauroAcquarone, non vivevano più insieme da
anni,ma fraloroerarimastounlegame
diprofondoaffetto.Cattolicapraticante, per anni ministro dell’eucarestia,
aveva, di recente, contestato aspramente la diocesi savonese per le note
vicende legate alla pedofilia. La sua voglia di giustizia, la sete di verità l’avevano portata a esporsi in prima persona
sul tema scottante delle violenze sessuali sui minori compiute da sacerdoti,
sino ad arrivare a un vero e proprio
scontro con il vescovo, monsignor Vittorio Lupi, e con i vertici della Curia.
Tanto da assumere la decisione estrema: scavalcare i suoi referenti locali e
recarsi direttamente a Roma, in Vaticano, da Papa Francesco.
Malasuafragilitàl’avevaspessoresa
inermesottoilpesodiunabattagliache
la feriva nel profondo dell’animo. Attiva nel servizio alla sua chiesa, frequentatrice per anni della parrocchia della
Villetta, Luisa Bonello era ogni giorno
dilaniata dal dolore per una chiesa che
l’aveva delusa e che non rispettava, secondo lei, i dettami del Vangelo che
tanto amava. Era partita, a fine gennaio, per portare il dossier sulla pedofilia
savonese direttamente al Santo Padre,
per lei simbolo massimo di una chiesa
pura. Raccontò poi di essere stata ricevuta in Santa Marta, nel cuore del Vaticano, doveva aveva alloggiato per tre
giorni, incontrando monsignor Angelo
Becciu. A lui aveva relazionato, con
tanto di documentazione da inviare alla Commissione antipedofilia, i drammi di cui era venuta a conoscenza in
modo diretto. Attraverso la sua attività
di medico di famiglia, infatti, era stata
contattadadiversevittimedisacerdoti
Il medico Luisa Bonello in una foto tratta da Facebook
FOTOSERVIZIO PUGNO
che le avevano rivelato le esperienze to in prima fila intervenendo con forza
personalivissute.Epoil’incontroconil e vigore al termine della proiezione.
Eleganteecurataneidettaglidell’abbiPapa, all’udienza del mercoledì.
Duro, durissimo il rientro a Savona, gliamento, non si era riservata, con il
dove le reazioni erano state duplici: da suo carattere irruento e fortemente
una parte l’abbraccio di tanti cattolici emotivo, nelle critiche al vescovo e alla
per il gesto coraggioso, dall’altra le curiacittadina.«Sonostatatraditadalaspre contestazioni dai vertici della la mia chiesa», continuava a ripetere. E
diocesi. Un fardello per la donna, a cui oggiavrebbedovutofarevisitaaZanardi, prima di partire
era stato revocato il
per una vacanza in
ministero dell’eucaRomania dove era in
restiaeacuierastata
LA SFIDA
contatto con alcuni
impedita la frequensacerdoti greco-cattazione con il padre
Portò a Roma un
tolici e dove aveva
spirituale che per
dossier sulla
fondato un ambulaanni l’aveva seguita
nel percorso di fede,
pedofilia a Savona, torio medico per
aiutare le persone in
don Nino Maio. Tra
al suo rientro le
difficoltà. Aveva già
gli alti e i bassi, legati
critiche in diocesi lasciato i suoi amati
a un carattere fragile
cani in un albergo
eamomentipredadi
per animali. «Ricorforte depressione, la
Bonello si era sempre tirata su le mani- do quando l’ho conosciuta – dice Zache, nonostante lo sconforto e il desi- nardiinlacrime.–Nonmiavevatelefoderio, confessato a diversi amici, di far- nato: mi aveva suonato direttamente
la finita in diverse occasioni. Sabato alla porta dicendomi, semplicemente,
scorso, quando Francesco Zanardi che era una cattolica che voleva sapere
aveva presentato in piazza Sisto IV il la verità e il motivo delle mie battaglie.
suo film documentario sulle vicende E da quel momento ha sposato il mio
dellepedofiliaaSavona,“Parole,opere, impegno, pur non abbandonando mai
omissioni”,laBonelloavevapartecipa- la sua fede».
15
TRIBUNALE
Illecito
edilizio:
prosciolto
don Lupino
Don Giovanni Lupino, parroco di Lavagnola, è
stato prosciolto ieri mattina
in Tribunale da una accusa di
illecito edilizio.
Ilsacerdoteerainfattifinito
nei guai e rinviato a giudizio
con l’accusa di aver allargato
un vecchio sentiero in parte
pedonale e in parte carrabile
nella zona di Naso di Gatto
(località Bivio K). Un intervento che sarebbe stato effettuato per poter raggiungere
più facilmente un fabbricato
destinatoadaccogliereilcampo estivo dei ragazzi della parrocchia.
Ilrelativoprocedimentosiè
concluso nella tarda mattinata di ieri al secondo piano del
palazzo di giustizia, dove il
giudice
monocratico Francesco Meloni ha in
sostanza
accolto la
tesi difensiva dell’avvocato
Luca
D’angelo, Don Lupino
difensore
di fiducia di don Giovanni Lupino, assolvendo il sacerdote
savonese dall’accusa più grave, quella della violazione edilizia, perché il fatto «non costituisce reato» e decretando
il «non doversi procedere»
per il reato paesaggistico relativo alla stessa vicenda per la
quale il parroco di Lavagnola
era stato condannato a pagare
una sanzione pecuniaria di 18
mila euro.
Secondo la tesi sostenuta
dall’accusa, il sentiero «modificato» era lungo circa 335
metri e largo in media 3 metri
e 80 centimetri, realizzato
«con sterri, reinterri e nuove
profilature delle scarpate».
«In realtà - commenta l’avvocato D’Angelo, difensore del
sacerdote - con una ruspa si
era arrivati al casone della colonia per portare una stufa e
altre attrezzature; nei giorni
successivi il verde eliminato
era stato ripiantato, riportando quindi i luoghi allo stato
originario».
SAVONA.
G. CANC.
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