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SABATO L`ULTIMA DENUNCIA IN PUBBLICO: «VOLEVANO DARE
OGGI SAVONA 14 min. 21° max. 27° DOMANI min. 23° max. 28° IL SECOLO XIX SABATO 20 SETTEMBRE 2014 IL CORPO SCOPERTO DALL’EX MARITO, IL MUTUALISTA ACQUARONE Si uccide in casa l’accusatrice dei preti pedofili SisparadinotteilmedicoLuisaBonello:avevaportatoalPapa dossiersuicasisavonesi.Inchiestaperistigazionealsuicidio ALBERTO PARODI SAVONA. Un buco di un’ora in un suicidio “sospetto”. Un vuoto da mezzanotte, quando è terminata la lunga telefonata con l’amica Ketty cheledavaunamanoincasa-“eraserena, stava bene, non ha detto nulla di strano”ha riferito ai poliziotti- sino all’una della scorsa notte. L’ora in cui il medico Luisa Bonello, 53 anni, che da anni era diventata la grande accusatrice dei preti pedofili nella chiesa savonese, ha mandato un sms all'ex marito (“Mauro perdonami”) e si è ammazzata sparandosi un colpo di pistola in bocca. Su questo non ci sonodubbidopounamattinatadiindagini e sopralluoghi. Il messaggio è stato letto solo all’indomani. «Erano le 7 e 20 quando me ne sono accorto e sono corso da lei. Troppo tardi. Non dimenticherò mai più quello che ho visto. Non lo auguro al mio peggior nemico». Così l’ex marito Mauro Acquarone, medico anche lui, ex votatissimo consigliere comunale. «Se a mezzanotte era tranquilla cosa è successo in quell’ora dopo?» si chiede Acquarone che ha chiesto ai poliziotti di “scavare” nella memoria del telefonino e del computer per vedere eventuali chiamateecollegamentiinquellasso di tempo che potrebbero averla turbataatalpuntodaspararsi.Uninterrogativo che ha convinto la Procura ad aprire un fascicolo d’indagine per istigazione al suicidio. Ipotesi di reato per il momento contro ignoti. Anche alla luce del contenuto del biglietto d’addio lasciato sul comodino. Niente nomi oggetto di accuse, ma uno stato generico di stress ambientale attorno a lei. Che al pari di quanto trovato nel resto della casa hanno fatto propendere per l’ipotesi di istigazione al suicidio. In questo lasso di tempo sarebbe successo “qualcosa”, secondo familiari e amici, che avrebbe spinto il medico Luisa Bonello a prendere il suo revolver, una pistola semiautomatica CZ calibro 9 per 21, regolarmente detenuta per la sua passione del tiro a segno, e a spararsi. Il corpo era riverso sul letto nella camera della casa in via Genova, in Valloria. La donna viveva da sola dopo la separazione dal marito con cui era rimasta in ottimi rapporti. Addosso aveva una camicetta e i pantaloni del pigiama. L’aspetto curato e i capelli pettinati. In casa tutto in ordine. Aveva preso quattro proiettili dalla sua collezione d’armi fatta di fucili da caccia,arabescati,appartenutialpadree centinaia di munizioni. Sul comodino un foglio, una paginetta scritta in bello stile in cui vengono spiegati i motivi del gesto e in cui si scusa soprattutto con l’ex marito a cui nel testamento olografo lascia quasi tutti i suoi averi. Tutto materiale seque- Luisa Bonello riuscì a parlare brevemente col Papa del caso pedofilia IL MESSAGGINO All’una di notte, ora della morte, un sms per chiedere scusa all’ex marito: «Mauro perdonami» IL FOGLIETTO Un biglietto d’addio sul comodino. Niente nomi, ma la denuncia di uno stress contro di lei strato da polizia e Procura. Un messaggioincuilavolontàdifarlafinitaè chiara. Spinta da qualcuno? La donna soffriva da tempo di depressione per cui era seguita da diversi specialisti. Nei giorni scorsi lo psichiatra che l’aveva in cura aveva avuto problemi di salute e così Luisa Bonello si era vista indicare un altro medico con cui doveva prendere contatti. Negli ultimi anni si era presa una pausa dall’esercizio della sua professione di medico del lavoro (nello studio di via Don Minzoni). Aveva preferito dedicarsi ai suoi tre piccoli cani e alla sua fede cattolica lanciandosi in “crociate” contro la pedofilia nella chiesa savonese. Oggi doveva partire per la Romania. Dove seguiva un ambulatorio per bambini che aveva contribuito a fondare e gestire. Una vacanza in cui aveva deciso di andare a trovare alcuni preti greco-ortodossi. «Aveva già preparato i regalini da portare ai figli di diversi amici» spiega Mauro Acquarone che la sera di giovedì aveva sentito la donna. «Era serenissima, nulla mi aveva fatto capire nelle sueparoleladecisionecheavevapreso» aggiunge l’uomo che è stato sottoposto al test, negativo, dello stub La polizia ha sequestrato le numerose armi trovate nella casa della Bonello per vedere se addosso aveva tracce di polvere da sparo. È stato lui a trovare la donna riversa sul letto alle 7 e 30 di ieri mattina. La sera prima avevano parlato di quel tatuaggio che Luisa si era fatta fare e che era venuta a mostrare nello studio di via Mistrangelo. Dove le targhette sul citofono, come in via Genova, riportano ancora entrambi i nomi della coppia. Si era fatta tatuare una croce, celtica, per lei un antico simbolo cristiano. Il tatuaggio, la partenza per la Romania, i trecagnolinisistematiinunapensione,leultimechiacchiereconlevicine incuiavevamanifestatol’intenzione di adottare un quarto cane. «Uno in più non cambia nulla» era stato lo scambio di battute con la signora Mainardi. Nulla, all’apparenza, lasciava presagire il suicidio. [email protected] IL PM FERRO È RIMASTO A LUNGO NELLA CASA DI VIA GENOVA. LE PARETI RICOPERTE DI SIMBOLI ESOTERICI SABATO L’ULTIMA DENUNCIA IN PUBBLICO: «VOLEVANO DARE FUOCO ALLA MIA AUTO» Luisa Bonello, ex iscritta alla Massoneria, raccontava di una sua “indagine” su una loggia deviata savonese IL RETROSCENA SAVONA. Non solo chiesa e pedofilia,maanchemassoneriaearmi,fucili da caccia e pistole. E tante carte. Documenti. Disegni. Opere d’arte. Oltre a biglietti e testamenti. Tutto materiale in parte sequestrato,ora al vaglio della Procura, in cui scavare per trovare un motivo, una spiegazione al suicidio. Soprattuttodopoleminacce(«ho trovatodell’alcol,dellabenzinasotto la macchina, non posso dire che derivi dalla chiesa») che Luisa Bonello aveva detto di aver ricevuto. Lo aveva denunciato pubblicamente sabato scorso quando in corso Italia aveva preso il microfono e aveva raccontato la sua storia in occasione dell’iniziativa anti-pedofilia organizzata da Francesco Zanardi davanti alla libreria Ubik. Non c’erano solo la chiesa e la pedo- L’ultimo intervento della Bonello alla Ubik filia, tra le ossessioni della dottoressa savonese. Stando a quanto riferito da chi le stava vicino, il medico aveva deciso di “indagare” in proprio sulla massoneria. Deviata. Per questo voleva prendere contatti con Francesco Zanardi e Christian Abbondanza. Aveva segreti da raccontare. Ieri non sono passati inosservati agli occhi del magistrato, del medico legale, e dei poliziotti arrivati per Il pm Ferro ha condotto le indagini in via Genova i sopralluoghi nella lussuosa casa (due appartamenti in uno) in via Genova 17 i disegni sui muri con simboli massonici ed esoterici. InfattiLuisaBonelloavevafattoparte della Gran Loggia d’Italia di Piazza Del Gesù, aperta anche alle donne. Nonneavevafattomistero. Lostesso ex marito Mauro Acquarone, anche lui appartenente ad una loggia, non lo nasconde. «Luisa era stata nella massoneria, ne aveva fatto parte, era stato un periodo felice dellasuavita,manoncredoproprio che sia stata spinta a togliersi la vita per la sua intenzione di occuparsi della massoneria. Si era messa contro la chiesa, questo sì, definiva omertosi isuoirappresentanti»,taglia corto Acquarone. Ma le parole che la donna ha pronunciato quel sabato pomeriggio davanti alla Ubik con il senno di poi sono state rivisitate dagli investiga- tori. Le minacce con la benzina riguardanoiltentativodidarefuocoa un’autougualeaquelladelladonna. Ma era della vicina, un’anziana novantenne. «Era per me, ne sono sicura» ripeteva ad amici e congiunti. Il pm Giovanni Battista Ferro che sino a ieri sera stava valutando l’ipotesi di far effettuare l’autopsia sul corpo della donna - è rimasto a lungonellacasadiviaGenova.Oltre due ore e mezza. Luisa Bonello era stata più volta negli uffici della Procura. L’ultima per chiedere documenti da portare a Roma sulle inchieste per pedofilia nei confronti di sacerdoti savonesi. Il pm ha fatto sequestrare dalla polizia le carte trovate sul comodino.Ilbigliettod’addio,incuiladonna spiega il suo gesto e chiede scusa in una pagina scritta in bello stile e grafia. E il testamento olografo in cuiindicaachidestinare isuoibeni. Preoccupandosi soprattutto del futuro dei suoi amati animali. A. P. IL SECOLO XIX SABATO 20 SETTEMBRE 2014 LE VENNE IMPEDITO DI VEDERE IL PADRE SPIRITUALE, POI CROLLÒ La pasionaria che si sentì tradita dalla sua Chiesa I veti della Curia arrivati dopo le denunce IL RITRATTO SILVIA CAMPESE IL TEOLOGO GIAMPIERO BOF «Ora i soggetti coinvolti facciano autocritica» SAVONA. Sconcerto e dolore: sono questi i sentimenti predominanti, in città, alla notizia della morte di Luisa Bonello. Dolore anche in ambito cattolico. Di sconcerto ha parlato il teologodonGiampieroBof.«Horicevuto la dolorosa notizia da poco – il commento di don Bof – e, pur non conoscendodirettamenteladonna,masolo a seguito dei fatti che l’avevano vista protagonista alcuni mesi fa, mi sento di dire una sola cosa: questo dolorosoepilogoesigeunripensamento da parte di tutti coloro che sono stati coinvoltinellavicenda,alfinedicomprendere che cosa abbia portato a un simile gesto». Parole di grande apertura e comprensione quelle del teologo. «Senza voler assolutamente sug- gerireunlegamedirettotralevicende della pedofilia e il suicidio della donna, cosa che non mi permetterei mai di fare non conoscendo nemmeno la signora– specifica il sacerdote, – ci tengo a esprimere un concetto: è necessario capire se ci siano state delle imprudenze, degli atteggiamenti pococriticidapartedeisoggetticoinvolti. Una cosa è certa: questo episodio peggiora il capitolo, già estremamente drammatico, della pedofilia savonese».«Dapartedituttol’Ordine–ha detto Renato Giusto – il cordoglio per la perdita di una collega che si era sempre distinta per correttezza, rigore e amore per la professione. Ero il suo referente sindacale e, negli ultimi tempi, l’avevo vista affaticata». SAVONA. Pasionaria, impulsiva, ma anche tanto fragile. Era così Luisa Bonello, noto medico di famiglia savonese,lostudioinviaDonMinzoni,specializzata in medicina del lavoro. Era sposataconuncollega,ildottorMauroAcquarone, non vivevano più insieme da anni,ma fraloroerarimastounlegame diprofondoaffetto.Cattolicapraticante, per anni ministro dell’eucarestia, aveva, di recente, contestato aspramente la diocesi savonese per le note vicende legate alla pedofilia. La sua voglia di giustizia, la sete di verità l’avevano portata a esporsi in prima persona sul tema scottante delle violenze sessuali sui minori compiute da sacerdoti, sino ad arrivare a un vero e proprio scontro con il vescovo, monsignor Vittorio Lupi, e con i vertici della Curia. Tanto da assumere la decisione estrema: scavalcare i suoi referenti locali e recarsi direttamente a Roma, in Vaticano, da Papa Francesco. Malasuafragilitàl’avevaspessoresa inermesottoilpesodiunabattagliache la feriva nel profondo dell’animo. Attiva nel servizio alla sua chiesa, frequentatrice per anni della parrocchia della Villetta, Luisa Bonello era ogni giorno dilaniata dal dolore per una chiesa che l’aveva delusa e che non rispettava, secondo lei, i dettami del Vangelo che tanto amava. Era partita, a fine gennaio, per portare il dossier sulla pedofilia savonese direttamente al Santo Padre, per lei simbolo massimo di una chiesa pura. Raccontò poi di essere stata ricevuta in Santa Marta, nel cuore del Vaticano, doveva aveva alloggiato per tre giorni, incontrando monsignor Angelo Becciu. A lui aveva relazionato, con tanto di documentazione da inviare alla Commissione antipedofilia, i drammi di cui era venuta a conoscenza in modo diretto. Attraverso la sua attività di medico di famiglia, infatti, era stata contattadadiversevittimedisacerdoti Il medico Luisa Bonello in una foto tratta da Facebook FOTOSERVIZIO PUGNO che le avevano rivelato le esperienze to in prima fila intervenendo con forza personalivissute.Epoil’incontroconil e vigore al termine della proiezione. Eleganteecurataneidettaglidell’abbiPapa, all’udienza del mercoledì. Duro, durissimo il rientro a Savona, gliamento, non si era riservata, con il dove le reazioni erano state duplici: da suo carattere irruento e fortemente una parte l’abbraccio di tanti cattolici emotivo, nelle critiche al vescovo e alla per il gesto coraggioso, dall’altra le curiacittadina.«Sonostatatraditadalaspre contestazioni dai vertici della la mia chiesa», continuava a ripetere. E diocesi. Un fardello per la donna, a cui oggiavrebbedovutofarevisitaaZanardi, prima di partire era stato revocato il per una vacanza in ministero dell’eucaRomania dove era in restiaeacuierastata LA SFIDA contatto con alcuni impedita la frequensacerdoti greco-cattazione con il padre Portò a Roma un tolici e dove aveva spirituale che per dossier sulla fondato un ambulaanni l’aveva seguita nel percorso di fede, pedofilia a Savona, torio medico per aiutare le persone in don Nino Maio. Tra al suo rientro le difficoltà. Aveva già gli alti e i bassi, legati critiche in diocesi lasciato i suoi amati a un carattere fragile cani in un albergo eamomentipredadi per animali. «Ricorforte depressione, la Bonello si era sempre tirata su le mani- do quando l’ho conosciuta – dice Zache, nonostante lo sconforto e il desi- nardiinlacrime.–Nonmiavevatelefoderio, confessato a diversi amici, di far- nato: mi aveva suonato direttamente la finita in diverse occasioni. Sabato alla porta dicendomi, semplicemente, scorso, quando Francesco Zanardi che era una cattolica che voleva sapere aveva presentato in piazza Sisto IV il la verità e il motivo delle mie battaglie. suo film documentario sulle vicende E da quel momento ha sposato il mio dellepedofiliaaSavona,“Parole,opere, impegno, pur non abbandonando mai omissioni”,laBonelloavevapartecipa- la sua fede». 15 TRIBUNALE Illecito edilizio: prosciolto don Lupino Don Giovanni Lupino, parroco di Lavagnola, è stato prosciolto ieri mattina in Tribunale da una accusa di illecito edilizio. Ilsacerdoteerainfattifinito nei guai e rinviato a giudizio con l’accusa di aver allargato un vecchio sentiero in parte pedonale e in parte carrabile nella zona di Naso di Gatto (località Bivio K). Un intervento che sarebbe stato effettuato per poter raggiungere più facilmente un fabbricato destinatoadaccogliereilcampo estivo dei ragazzi della parrocchia. Ilrelativoprocedimentosiè concluso nella tarda mattinata di ieri al secondo piano del palazzo di giustizia, dove il giudice monocratico Francesco Meloni ha in sostanza accolto la tesi difensiva dell’avvocato Luca D’angelo, Don Lupino difensore di fiducia di don Giovanni Lupino, assolvendo il sacerdote savonese dall’accusa più grave, quella della violazione edilizia, perché il fatto «non costituisce reato» e decretando il «non doversi procedere» per il reato paesaggistico relativo alla stessa vicenda per la quale il parroco di Lavagnola era stato condannato a pagare una sanzione pecuniaria di 18 mila euro. Secondo la tesi sostenuta dall’accusa, il sentiero «modificato» era lungo circa 335 metri e largo in media 3 metri e 80 centimetri, realizzato «con sterri, reinterri e nuove profilature delle scarpate». «In realtà - commenta l’avvocato D’Angelo, difensore del sacerdote - con una ruspa si era arrivati al casone della colonia per portare una stufa e altre attrezzature; nei giorni successivi il verde eliminato era stato ripiantato, riportando quindi i luoghi allo stato originario». SAVONA. G. CANC.