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La crisi del welfare state e la situazione politico
09. La crisi del welfare state e la situazione politico-economica: la necessità delle riforme Un insieme di fattori tra cui l’invecchiamento della popolazione (aumento della speranza di vita e riduzione del tasso di natalità), il rallentamento dei consumi interni, l’ampliarsi della globalizzazione con oltre un terzo degli abitanti del pianeta che si affacciano all’industrializzazione hanno concorso a generare la crisi del welfare state. I sistemi di “benessere collettivo” avevano conosciuto la fase di massima espansione per circa un trentennio, a partire dagli anni cinquanta, quando la gran parte dei Paesi europei, usciti dalla seconda guerra mondiale, registrava alti tassi di crescita economica dovuti alla ricostruzione e al boom occupazionale, per cui risultava piuttosto semplice fare fronte alle esigenze di una minoranza di cittadini che richiedevano indennità e altre forme di tutela. Fin dagli anni settanta il rallentamento della crescita della produttività, la segmentazione del mercato del lavoro, il sopravvenire di crisi petrolifere, unitamente al verificarsi dei mutamenti in campo sociale a cui si è appena fatto cenno, hanno comportato un maggiore ricorso alle politiche sociali provocando un incremento dei costi di gestione e una progressiva insostenibilità del sistema. inserimento derivanti dall’ingresso di nuovi cittadini attratti dalle economie sviluppate. 1989 La crisi del welfare ha dato vita a una discussione politica, culturale ed economica sui possibili “tagli” alle spese per politiche sociali al fine di ridurre i crescenti costi derivanti dal settore sociale. A livello di Comunità Europea (così si chiamava in quegli anni) il primo atto concreto fu l’adozione 1 Infine la “globalizzazione” dei mercati è stata indicata sia dai liberisti sia dagli stessi governi di sinistra come un fattore di crisi del welfare poiché, pur essendo una opportunità di sviluppo sociale, comporta, almeno per un primo periodo, più o meno lungo, problemi alle economie e agli apparati produttivi dei Paesi già industrializzati, con conseguenti incrementi dei costi sociali legati alla crescente disoccupazione nei settori maturi e al sostegno di alcune produzioni. A questi si aggiungono i costi iniziali di 44 I 150 anni della previdenza sociale nei 150 dell’Unità d’Italia giugno 1997, consentisse ai Paesi membri di reggere all’impatto dell’invecchiamento della popolazione. 2 3 1. Jacques Delors, ottavo Presidente della Commissione europea. 2. Bollettino Inail d’epoca. 3. Sir William Beveridge. 4. La copertina de “The Beveridge report”. Anche il “padre” del moderno welfare, sir William Beveridge si era accorto dei limiti e dei problemi economici legati all’intervento pubblico nel sociale, soprattutto per quanto riguarda la “responsabilità” del singolo individuo; in un suo scritto dell’epoca affermava con notevolissima lungimiranza che: 4 del “Rapporto Delors” del giugno 1989, presentato dall’allora Presidente della Commissione europea; c’è chi ricorda come uno degli obiettivi dell’Unione Monetaria fosse proprio quello di impedire che l’Europa, in un futuro assai prossimo, crollasse sotto il peso del proprio welfare e che quindi una migliore disciplina di bilancio, realizzata successivamente con il “patto di stabilità” di Amsterdam del “ Il benessere collettivo deve essere raggiunto attraverso una stretta cooperazione fra lo Stato e l’individuo. Lo Stato deve offrire protezione in cambio di servizi e contribuzioni e nell’organizzare tale protezione lo Stato non deve soffocare ne le ambizioni ne le occasioni ne la responsabilità; stabilendo pertanto un minimo di attività nazionale che non deve però paralizzare le iniziative che portano l’individuo a provvedere più di quel dato minimo per se stesso e per la sua famiglia. ” Sir William Beveridge 45 09. La crisi del welfare state e la situazione politico-economica: la necessità delle riforme Contesto socio economico numerosi avvisi di garanzia e arresti a carico di uomini politici di tutti i partiti ed esponenti del mondo economico-finanziario. Lo stesso leader del Psi, ed ex Presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Craxi, colpito da avviso di garanzia e poi condannato in contumacia, scelse l’esilio in Tunisia. Nel nostro Paese la corruzione era molto diffusa e l’attività dei partiti politici pervadeva gran parte dell’economia. 1 Le indagini sull’intreccio tra mafia e politica condotte da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si conclusero tragicamente con due attentati mafiosi in cui i due magistrati persero la vita. 2 Nel 1992 scoppiò la cosiddetta “questione morale” e tale sistema politico fu travolto dall’inchiesta di “Mani pulite” che mise in luce l’intreccio tra affari e politica sfociato nella cosiddetta “Tangentopoli” che si concluse con l’emissione di 46 Tutti questi avvenimenti e stravolgimenti decretavano la fine della Prima Repubblica e l’avvio di una nuova stagione politica la “Seconda Repubblica” che ha guidato il Paese in Europa. I 150 anni della previdenza sociale nei 150 dell’Unità d’Italia I PARAMETRI DEL TRATTATO DI MAASTRICHT Costituzione dell’Istituto monetario europeo[1] (IME), entro il 1º gennaio 1999 creazione Banca centrale europea (BCE) e il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) per coordinare la politica monetaria unica. Previsti due ulteriori passaggi: 1° fase: uso delle monete nazionali ma legate irrevocabilmente a tassi fissi con il futuro Euro; 2° fase: le monete nazionali verranno sostituite dalla moneta unica europea . Per avere accesso all’euro ciascun Paese dovrebbe rispettare cinque parametri di convergenza: . Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%. . Rapporto tra stock di debito pubblico e PIL non superiore Il 7 febbraio 1992, con la firma del Trattato di Maastricht, venne inaugurata una nuova fase del processo di integrazione europea attraverso l’istituzione dell’”Unione Europea”. Nasceva una nuova entità sovranazionale costruita su tre pilastri: il I pilastro fondato sulle tre comunità già esistenti, CEE, CECA, EURATOM; il II pilastro attinente alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e il III pilastro relativo alla cooperazione giudiziaria e di polizia in campo penale. al 60% (per Belgio e Italia che avevano un rapporto tra 118 e 130%, questo parametro fu reso ininfluente). . Tasso d’inflazione non superiore dell’1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi. . Tasso d’interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre Paesi. . Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale. Agli inizi degli anni ’90 il quadro politico italiano si arricchì di nuovi partiti e alcuni di quelli già esistenti procedettero a scissioni e trasformazioni: il partito socialista si frantumò in piccoli movimenti che optarono parte per il centro destra e parte per il centro sinistra; alcuni partitini tradizionali (Pli, Psdi e Pri) sparirono o 47 non raggiunsero il livello elettorale minimo; si affermò la Lega Nord di Umberto Bossi, nacque Rifondazione comunista (1991) a seguito della scissione dal Pds voluta da Armando Cossutta e, infine, nel 1993 si inaugurò la stagione politica di Forza Italia fondata dall’imprenditore Silvio Berlusconi. 1. Proteste e cortei contro il voto dei deputati a favore di Craxi. 2. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.