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I compagni di Eboli “Starà con il centro
ilCilento A n n o V I I I n ° 3 9 - w w w. u n i c o s e t t i m a n a l e . i t - 2 7 o t t o b r e 2 0 0 6 - € 1 , 0 0 Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Direzione Commerciale Business Salerno — Abbonamento annuale 20,00 e A G R O P O L I B u c c i n o: “ D u e m i l i a rd i d i r is a r c im e n t o ” Strategie contro il caro ortaggi Giorgio Cafasso Raccolgo il suggerimento lanciato da Antonio Marino nel suo articolo ‘Prodotti a chilometri zero’, apparso sul numero scorso di Unico, per tentare, in breve, un approfondimento del tema proposto disponendolo secondo diverse sfaccettature. Iniziamo a inquadrare la questione cercando di capire, innanzitutto, cosa vuol dire ‘prodotti agricoli a chilometri zero’ e per fare questo cominciamo a considerare la realtà del mercato ortofrutticolo italiano. Al giorno d’oggi le famiglie italiane trovano sui banchi dell’ortofrutta sempre più prodotti provenienti dall'estero: dall'uva del Sudafrica alle pere argentine, fino alle mele cinesi (che hanno registrato incrementi del 400%). L’import agricolo complessivo ha così superato il valore di 1,7 miliardi di euro ed è in continuo aumento. La crescita delle importazioni di ortofrutta mette seriamente a rischio il primato italiano nel settore che ha livelli da primato in Europa con 16 milioni di tonnellate di ortaggi e quasi 20 milioni di tonnellate di frutta. Da difendere c'è dunque un interesse concreto per gli imprenditori agricoli nazionali ma anche dei consumatori. Perché le nostre produzioni non sono competitive? D’accordo, la qualità superiore, i protocolli di produzione, il costo del lavoro fanno la differenza e difficilmente possono essere oggetto di ridimensionamento ma esistono anche costi accessori che fanno lievitare le quotazioni dei prodotti nazionali e che potrebbero essere decurtati rendendo il prodotto italiano nuovamente competitivo. Infatti, se è vero che i Paesi in via di sviluppo producono a prezzi decisamente più bassi è altresì vero che la qualità del loro prodotto finale è più scadente (se viene da lontano deve essere per forza raccolto immaturo e viaggiando in frigo il sapore ne risente, l’uso della chimica è consentito con maggiore tolleranza, ecc). Vista l'attenzione alla qualità del consumatore medio, questo potrebbe già essere un primo punto di diversificazione e comprensione delle diversità di listino ma il prodotto italiano non può accontentarsi di questa giustificazione e per contrastare il calo dei volucontinua a pagina 8 PA R C O CAPACCIO-PAESTUM pagina 6 Sergio Butrico: sarà lui il nuovo vicesindaco? Ecco chi a vrà i soldi del Pit turismo pagina 9 PER CARMELO CONTE STRADA SPIANATA PER IL SENATO I compagni di Eboli “Starà con il centro-sinistra” F aen za a p a g in a 3 Il Ris nell’asilo di Vallo della Lucania Vallo della Lucania. Si allarga lo scandalo pedofilia a Vallo della Lucania. Non c’è più solo la suora peruviana, suor Soledad, già agli arresti domiciliari, ad essere indagata per attenzioni morbose rivolte ai 27 bambini della scuola materna dell’istituto Santa Teresa, ma altre sette persone che rischiano fino a quattordici anni di galera per aver filmato e fotografato quei bambini a beneficio del giro della pedofilia. I familiari, stanchi delle lungaggini investigative, chiedono chiarezza e sperano che a darla siano i Ris, gli stessi carabinieri del corpo speciale, che misero a soq- quadro la villa di Cogne, qualche anno fa, a causa della morte del piccolo Samuele. Gli uomini del Ris, venerdì mattina, entreranno in quell’appartamento sequestrato e sigillato per trovare tracce dei traffici contestati. Ad oggi non c’è alcuna certezza, tutti hanno raccontato la propria verità. L’opinione pubblica ha assolto e condannato in base a personali considerazioni. Intanto, le famiglie dei bambini si ritrovano a vivere, a distanza di mesi, ancora con l’atroce dubbio e a temere per i loro piccoli. Infatti, senza tanti riguardi, essi sono ancora alla mercè di troppi “esperti”. Anche la cittadina di Vallo ne esce provata perché, da qualche tempo, è alla ribalta della cronaca, e non certo per fatti onorevoli. Ma la gente ama troppo parlare e invece dovrebbe meditare, interrogarsi sulla drammaticità del fatto e non sparare sentenze. Lasciamo che gli esperti (psicologi, guidici e carabinieri) lavorino in tranquillità, non alteriamo le prove, non creiamo dubbi e comportiamoci come se ad essere coinvolti in questa brutta vicenda, ci siano, un po’, anche i nostri figli. Gina Chiacchiaro pagina 11 Turismo o quello che ci pare? Cristina Di Geronimo Il 27 e 28 ottobre, presso l’hotel Ariston di Paestum, si svolgerà la seconda edizione degli Stati Generali del turismo. “L’evento - scrive Marco Di Lello, assessore regionale al turismo - rappresenta un’importante occasione di confronto ed è finalizzato a definire le strategie per la programmazione delle future attività”. --Credo sia interessante verificare come sono stati spesi, per l’annualità 2006, i fondi regionali per le attività settore sviluppo e promozione turismo destinati a Paestum. Premesso che la Regione ha attivato un Avviso destinato solo ad Enti Pubblici e che ha ammesso a contributo fondi disponibili pari a 12 milioni di euro del POR 2000/06 e 2 milioni di euro del bilancio regionale esercizio 2005, per un totale 12.900.000,00 euro, è molto interessante dare uno sguardo a quelle iniziative turistiche che sono definite di rilevanza nazionale ed internazionale. Naturalmente, esaminando gli elenchi, possiamo accedere a tre tipi d’informazione: il soggetto beneficiario, il titolo del progetto e il contributo regionale. Non voglio entrare nel merito di tutti i progetti approvati per le varie Province, anche se qualcuno incuriosisce davvero, come quello proposto dall’EPT di Caserta dal titolo Serata RAI – 1 gennaio, contributo regionale 400.000,00 euro. Ci piacerebbe molto sapere di cosa si è trattato senza malizia ma per semplice curiosità. Ma torniamo a Paestum. L’Aacst (Azienda autonoma cura soggiorno e turismo) ha beneficiato di un contributo di 580.000,00 euro (parliamo di più di un miliardo di vecchie lire ) per l’evento “Antichità spettacolari” e poi 138.924,80 euro per un non meglio identificato progetto dal titolo “Il palio di San Matteo”. Altro contributo è stato assegnato all’Ept di Salerno per 270.000,00 euro per il noto, notissimo “premio Charlot” che ci rallegra le serate estive ormai da anni. Bene. Totale approssimativo un milione di euro, solo di contributi regionali, senza conteggiare quelli provinciali e comunali, e senza conteggiare il ricavo dei biglietti venduti, per la nostra estate turistica a Paestum. continua a pagina 9 CILENTO n°39 27 ottobre 2006 L’Armonia del Tempo. Un piano regolatore del tempo Mappa dei servizi per i 21 comuni del Piano di zona Ambito S/6 Presentato nell’aula consiliare del palazzo città di Roccadaspide il progetto “L’Armonia del Tempo” ideato dal Piano di Zona Ambito S/6, Capaccio comune capofila, realizzato dall’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, in particolare dai docenti: Fabio Marino, Angela Iacovino, Luca Spagnolo, Filomena Ferrara. Presenti il dirigente scolastico di Roccadaspide Franco Caruso e Giuseppina Musto, assessore alle politiche sociali del Comune. Il pubblico è costituito prevalentemente da giovani studenti e dai loro insegnanti. “L’uomo, il tempo e il mondo non sono pensabili come tre entità distinte; l’uomo infatti, più che avere tempo, "è” il tempo, nel senso che la temporalità è ciò che rende possibile e sostiene il suo essere nel mondo. Non si dà esistenza alcuna se non nel tempo.(Martin Heidegger, Essere e tempo) Il pensiero del filosofo è fatto proprio dagli ideatori del progetto che lo hanno inserito nella pagina home del sito e da Rosa Egidio Masullo, responsabile del Piano di zona, che introduce i lavori: «Il tempo deve diventare una risorsa straordinaria…. Il progetto l’Armonia del Tempo ci permette di dare vita ad un vero e proprio piano regolatore dei tempi». Fabio Marino, responsabile staff di ricerca, illustra gli obiettivi e l’iter del progetto attraverso una serie di diapositive grafiche contenute nel sito http://www.socialmenteunisob.it /s6. Scopo principale è consentire l’organizzazione della fruibilità dei servizi da parte dei cittadini, particolarmente dei minori, delle donne e degli anziani, conferendo corrispondenza a tempi, orari e localizzazioni delle singole strutture in relazione alla vita e al funzionamento delle diverse aree territoriali. Angela Iacovino, responsabile della ricerca sul campo, ne delinea le fasi. Dopo una prima analisi sulla letteratura e sulle pregresse sperimentazioni di progetti affini, realizzate in Campania e in Italia, i docenti sono stati impegnati in una complessa ricognizione sui 21 Comuni afferenti all’Ambito S6 inerente alle diverse risorse e ai molteplici “beni”. I dati sono stati raccolti in un database, quale strumento indispensabile per la creazione della Mappa ragionata del territorio, gestibile online, interattiva e di agevole fruizione per i cittadini. Luca Spagnolo, dopo una lezione di informatica e un’appassionata difesa dell’utilità dei nuovi mezzi di comunicazione per un recupero del tempo, presenta il sito e invita i giovani presenti a farsi avanti per verificarne l’operatività. Solo un ragazzo, dopo ripetuti inviti e la dimostrazione di Rosa Masullo, ha il coraggio di farsi avanti. Il sistema è semplicissimo basta ciccare sul comune e sull’ambito d’intervento (arte e storia, associazionismo, attività sportive, commercio, attività economiche e servizi, mobilità, servizi all’infanzia ed educativi, servizi pubblici, stampa, strutture ricettive, tempo libero), per trovare: dati temporali e telefonici uf- ficiali e in vigore. Il sito sarà gestito direttamente dall’ufficio piano di Zona di Capaccio. Vi sono stati inseriti inoltre: progetti per i giovani, gli anziani, le donne oppure rivolti a tutti, sempre intesi ad economizzare tempo per meglio utilizzarlo. La Banca del Tempo dell’Ambito S6 si basa sullo scambio di servizi e di attività fra i propri aderenti in armonia con le richieste espresse da ciascuno. Gli scambi di prestazioni avvengono a partire dal bisogno del singolo partecipante, che contatta direttamente il prestatore d'opera senza necessariamente avvalersi di un organismo mediatore. Il forum inoltre consente di stabilire contatti. Infatti questa è solo la fase iniziale e si spera che non resti tale, vuole essere un invito a tutti i cittadini dei 21 comuni interessati a collegarsi prendere visione dei servizi e opportunamente intervenire anche per colmare inevitabili lacune. Enza Marandino Le nostre mozzarelle sono naturali Giorni fa la polizia ha scoperto che alle bufale di alcuni allevamenti della provincia di Caserta venivano iniettati medicinali vietati in Italia ed Europa , ma fabbricati in Corea. Dette sostanze, altamente cancerogene, stimolavano notevolmente la produzione di latte, alterando però il prodotto finale. Si consiglia vivamente ai caseifici salernitani di mettere in evidenza sui contenitori delle mozzarelle, la dicitura comprovante la provenienza del latte dalla Provincia di Salerno. La mozzarella di bufala campana viene esportata in tutto il mondo ed è l’unica attività agricola che dà un reddito significativo e trainante per l’economia della Piana del Sele e di tutta la provincia di Salerno. Già qualche anno addietro furono rinvenute nel latte di pecora, sempre della Provincia di Caserta, delle sostanze tossiche (diossina) dovuta al fatto che fanghi nocivi erano stati interrati nel sottosuolo contaminando le erbe usate per l’alimentazione degli animali. Anche allora la richiesta di latticini si fermò. A tal fine si è riunito con urgenza il continua a pagina 4 V A L L E D E L L’A N G E L O “RITORNARE:UN PROGETTO AMBIZIOSO DI TURISMO” Iannuzzi - Villani - Mastrandrea – al lavoro per costruire un ipotesi progettuale intesa a rinsaldare il rapporto con gli italiani all’estero. L’Unione dei Comuni “Alto Calore” con il Presidente Salvatore Iannuzzi insieme al Presidente della Provincia , incontrano la Senatrice Argentina Alicia Mastandrea (nella foto con Iannuzzi e Villani), leader del Partito Radicale Argentino per discutere i punti essenziali del Progetto “Ritornare” con il quale intendono riallacciare i rapporti con tutti i cilentani all’estero. Alicia Mastandrea, membro del Senato Argentino, docente di architettura all’Università di Buenos Aires, originaria di Valle dell’Angelo, incontra i rap- presentanti delle Istituzioni locali e nazionali per dare corpo all’ambizioso progetto che porterà alla definizione di contatti stabili e duraturi con gli italiani all’estero per i quali vengono immaginati numerose e significative azioni finalizzate al recupero affettivo e culturale di questo pezzo di patrimonio disperso nel mondo. Nell’incontro con il Presidente del Senato Marini, la Mastrandrea particolarmente legata al suo Paese di origine Valle dell’Angelo, ha rappresentato, altresì, la necessità, attraverso la legge finanziaria in via di definizione, di attivare forme di tutela e sostegno ai piccoli comuni italiani ed in particolare alla sua piccola Valle dell’Angelo. Il piccolo borgo cilentano è stato visi- tato e riscoperto dalla Senatrice Mastrandrea nell’ottobre del 2004, grazie alla rete dei rapporti che l’Amministrazione Comunale ha nel tempo costruito con i connazionali all’estero. Gli appuntamenti istituzionali non hanno sottratto la Mastrandrea, al piacere di rincontrare i propri compaesani, che nella tarda serata di ieri hanno avuto modo di salutare la Senatrice argentina presso la sala convegni del Comune, dove l’Amministrazione Comu- nale aveva predisposto una suntuosa cerimonia di accoglienza. Il progetto “RITORNARE” , elaborato dall’Unione dei Comuni “Alto Calore”, con la consulenza dell’Arch. Domenico Nicoletti registra consensi e plausi che certamente si tradurranno in concrete azioni in favore delle comunità cilentane presenti all’estero e nuove opportunità economiche e turistiche per le comunità residenti in Italia. Angela Palmieri n°39 27 ottobre 2006 EBOLI Carmelo Conte a Palazzo Madama con Prodi... I socialisti di casa: "Con lui senatore, restiamo all'opposizione" Conte è senatore, a conti fatti (con enorme ritardo) l'ex ministro dovrebbe tornare in Parlamento, a Palazzo Madama. I socialisti cantano vittoria, ma restano critici con l'Unione. A spiegare la rivoluzione dei seggi in ottobre è il capogruppo Salvatore Di Dio: "Di fatto Conte è già senatore. I numeri e i conteggi gli danno ragione. La legge è questa. Ora il problema è politico". E cioè? "Bisogna vedere quale intenzione ha il Parlamento". Ma Conte sarà o no senatore? "E' un suo diritto sacrosanto. Per i voti che ha preso Conte è già senatore. Credo si collocherà a sinistra. Nel centrodestra si è ritrovato per diritto di tribuna. Ma prima aspettiamo come il Parlamento interpreterà la legge". Con Conte senatore, i sociaisti a Eboli torneranno in maggioranza? "Non credo proprio, tanto più con un sindaco così. Melchionda galleggia, non governa, non amministra, lui gestisce il potere fine a se stesso, distribuisce incarichi e poltrone" afferma Salvatore Di Dio. La sua amarezza è evidente. Di Dio non dimentica il trattamento riservato ai socialisti, sbattuti fuori nel marzo scorso. Ma da quando non ci siete più voi, la maggioranza è sempre sull'orlo di una crisi nevrotica, politica e numerica: "Tanti sindaci sono in difficoltà. Nel caso di Melchionda la situazione è diversa. Lui ha paura dei partiti. Preferisce rapportarsi ai singoli consiglieri comunali, accontentarli con poltrone e incarichi. A Eboli non si parla più di politica, ma solo di convenzioni. Melchionda gestisce la sua maggioranza spuria con i contentini. In aula i partiti di maggioranza sono muti e obbedienti. Guardi i Ds, veda Rifondazione. Felici, contenti e silenti". I comunisti italiani hanno lanciato l'idea di una sinistra alternativa, con i Verdi, con la corrente di Rifondazione non damerina del sindaco: "L'idea non è malvagia, tanto più se torneremo a parlare di politica, di sviluppo, di futuro della città". Ma il sindaco è un uomo duro, batte i pugni sul tavolo, ostenta le sue conquiste, il condono, Masci, la cava-discarica da bonificare, la variante al piano regolatore nel centro storico... "una cosa miserabile, quella variante. Ma quale sviluppo vuol creare? Noi socialisti avevamo proposto di dare i negozi gratis nel centro storico, per cinque anni". A proposito di varianti, a Santa Chiarella cosa faranno? "No komment, non me lo chieda, per piacere, andiamo avanti". Si parla di un centro per..."non intendo rispondere". Che fa, il muto anche lei, come Palladino (Ds) e Cariello (Prc)? "Per carità, non ci confonda nemmeno per scherzo. La mia cultura politica non è quella del silenzio e dell'obbedienza". Ma cos'è che la sconvolge? "Sentire le bugie del sindaco sulla questione dei mercati, per accontentare l'assessore provinciale Cariello. Così non va. Prima del consenso della gente vengono le regole. Ed è scritto che al mercato della frutta possono parteciparvi solo i produttori. Gli altri, quelli che applaudivano Melchionda in aula, sono esclusi. Un sindaco avvocato dovrebbe saperlo che le bugie hanno le gambe corte". Parliamo di Fiera. Mastrolia bofonchia da giorni, bussa a destra e a manca, vuol vedere i costi e i ricavi, ma nessuno gli risponde: "Aspettiamo che Mastrolia ci illumini, era il fiduciario di Melchionda, alla Fiera, poi, si è visto com'è andata". E' andata che il cda della Multiservizi non si è proprio presentato, almeno la parte di nomina pubblica: "Il fatto grave non è l'atteggiamento critico del presidente Vittorio Morrone e degli altri consiglieri, ma l'inerzia dell'amministrazione Melchionda di fronte a quello che sta avvenendo. Quel che è accaduto in fiera quest'anno è vergognoso". Un ultima domanda, a lei che è ingegnere, ma questo Pip (zona industriale) da far impallidire il Triveneto leghista, quando nascerà? Di Dio gira i tacchi e se ne va via sorridendo, simulando con le mani un intreccio di strade costruite a casaccio, di servizi assenti, di disagi enormi per le aziende: "se le rispondo, non la finiamo più quest'intervista". Almeno ci dica quando Conte diventerà senatore: "I tempi non li so, la certezza c'è Francesco Faenza Da Renato Curcio all'assessore bancomat La sinistra e la cultura, binomio rissoso Dieci anni di cultura, dieci anni di sinistra, dieci anni di potere rosso a Eboli. Da Renato Curcio a Gianni Celeste, da Khaled a Massimo Ranieri, in due lustri i gusti degli assessori sono radicalmente cambiati. L'associazione Suoni in Libertà ha tirato le somme, chiamando a confronto gli assessori alla cultura dal 1996 al 2006 (Santimone, Cariello, Caprarella, Pindozzi e Capaccio. Invitati anche l'ex sindaco Rosania, presente, e il sindaco Melchionda, assente). Iniziato in sordina, il convegno è diventa una resa dei conti. Tradotto, un processo a Massimo Cariello, "l'assessore bancomat", come lo ha definito il suo predecessore, Donato Santimone. Battaglia frontale, scontro tra titani. Cariello si è difeso: "con me le associazioni sono raddoppiate, ho parlato con tutti, non ho mai sbattuto la porta in faccia a nessuno". Un assist clamoroso, Santimone avrebbe pagato per averlo. L'incontro è diventato uno ring di pugilato. "Hai regalato soldi a tutti, a prescindere dal progetto, dal merito delle idee" è la risposta di Santimone al Cariello benefattore. Nella sala Mangrella, nient'affatto gremita, il rosso uditorio si è spaccata a metà. Con Santimone si è schierato (prevedibilmente) Alfonso Del Vecchio (Pdci): "Che fine ha fatto Feedback? E l'Expo delle associazioni? Ed Eburum Eboli? Ma la Pro Loco, che fa la Pro Loco? Esiste ancora la Pro Loco a Eboli?". La risposta è arrivata, in via informale, da un giovane fuggitivo dalla Pro Loco: "alla prima riunione operativa, tre anni fa, abbiamo deciso di comprare un computer. La Alf ce lo voleva vendere a 800 euro. Una seconda ditta ha chiesto 2000 euro. Hanno scelto quest'ultima. Se scoprite il nome del venditore, ne capirete i motivi. Io? Me ne sono andato, disgustato". Poi è arrivato l'intervento duro di Antonio Gasparro (comunista del gruppo Ferrando), assessore alla cultura e alla sport della più imprevedibile giunta ebolitana (fine anni Ottanta, Dc e Pci insieme contro il Psi di Conte). Gasparro ha subito bacchettato Massimo Cariello: "la politica impone delle scelte. Non si possono regalare soldi a tutti. Vanno fatte delle cernite, non si vive di finanziamenti a pioggia. Non andavamo d'accordo con Rosania, ma quel che ci ritroviamo adesso...". Accanto a Cariello si è schierato Pasquale Ciao, Liberart: "Facciamo tanti sacrifici per organizzare queste manifestazioni". Con lui solidarizza Mario Polito, emigrante in Inghilterra, rientrato a Eboli "per ridare vita al centro storico, dalle istituzioni abbandonato". Polito ha dichiarato: "gettare polvere su tutte le associazioni è profondamente ingiusto. Promuoviamo le associazioni che lavoravano veramente sul territorio". 1996, Rosania vince le elezioni. A Eboli c'erano una quarantina di associazioni, molte in stato comatoso. Do- nato Santimone per quattro anni governa (burbero) il suo ufficio alla kultura. Porta Khaled, i preservativi in piazza, promuove Feedback, la musica alternativa. I gazebo sul viale Amendola saranno il suo Golgota. Al suo posto viene incoronato Massimo Cariello. Erano 40 le associazioni, con "l'assessore bancomat" diventano 90. Rinasce la Pro Loco, tra limongelli insipidi e computer costosi, spuntano associazioni come funghi, il festival della musica napoletana, con tanto di furto ed estorsione (cavallo di ritorno) alla bionda presentatrice, Cariello inaugura a Natale la moda dei fuochi d'artificio. Al Palasele va in scena l'Expo delle associazioni. E' un flop, checchè ne dica "l'avvocato" Caprarella. Dal 2000, Cariello plasma l'assessorato a sua immagine e somiglianza. Spende soldi come Briatore in Sardegna. Ma il suo consenso elettorale schizza alle stelle, mentre quello di Santimone resta fermo al palo. Dieci anni di governo agli antipodi. Pesando i voti, non c'è storia, Cariello vince a mani basse. Ma a guardare quel che sta accadendo in giro (Columbus Day, viaggio in Cina e regalìe regionali) Santimone si aggiudica l'ormai scipita battaglia morale. Fra Fa 3 “Qui le prostitute non le vogliamo. È chiaro!”Il mastino del capo era stato categorico. L’immagine è importante. Rosellina non aveva capito cosa ci facesse lì, con quella donna che aveva tanta voglia di raccontare. Ignorò il collega e fece cenno alla giovane donna di accomodarsi. L’ufficio attiguo a quello del capo non era il luogo ideale per un colloquio così riservato. Rosellina lo sapeva bene, ma quel giorno doveva andare così. L’elegante signora era di poco più giovane della cronista testarda.Aveva le ciglia nere, la bocca dipinta alla perfezione brillava sull’incarnato omologato da prezioso fondotinta. Un neo scuro sulla fronte la rendeva ancora più luminosa. Le persone comunicano anche con il trucco, con gli anelli grandi e sfavillanti, con gli orecchini di pietre colorate. Le venne in mente la mamma di Rossella, la signora in tacchi a spillo e minigonna che aveva intravisto talvolta all’uscita di scuola. Aveva lunghi capelli biondi ed unghie laccate. Rosellina s’incantava ad osservarla. “Non darle retta le aveva intimato un giorno la vecchia maestra e aveva aggiunto – noi siamo persone perbene”. “Che c’è, perché vuoi parlarmi?”.“Ho bisogno di un lavoro, ho bisogno di soldi”.“Perché li chiedi a me?””Perché so che tu puoi capirmi. Te lo leggo negli occhi”. “Non ho né soldi, né lavoro. Posso ascoltarti”. “Va bene, va bene così”. Abbassò gli occhi:“Ho due figli, il mio compagno è alla fine”. Calde lacrime le solcarono il viso, il rimmel si confuse col fondotinta in un pasticcio di colori. “Come vivi?””Ho un amante. È anziano, vuole sposarmi. Ottocento euro al mese è quanto può darmi”.Ti bastano?”No. Di pomeriggio faccio massaggi, mi pagano bene”. Rosellina rabbrividì, poi comprese, comprese fino in fondo. Si spaventò:“Tua figlia, tua figlia quanti anni ha?”.“Tredici a dicembre”.“Tienila fuori, da queste storie. Ti raccomando!”. “Nessuno lo sa”.“Me lo trovi un lavoro?””Ci provo, ma…”. I tacchi a spillo richiamavano la pelle di coccodrillo della borsa. Si ricompose. “Posso tornare, anche solo per parlare con te?”. “Certo”. Il mastino ritornò all’attacco:“Qui non c’è posto per le tue …clienti. Noi siamo persone perbene”. Lo so, lo so bene, noi siamo diversi, siamo …perbene”. Persone perbene n°39 27 ottobre 2006 SELE Ricostruzione, appello dei sindaci Si mobilitano Sindaci ed Amministratori dei Comuni terremotati del novembre 1980 per ottenere dal Governo Prodi i provvedimenti necessari a chiudere il processo di ricostruzione. Nel corso di una riunione ad Avellino, indetta da Legautonomie della Campania con il suo presidente Stefano Vetrano, è stata delineata la strategia da tenere non solo nei confronti del Governo Nazionale, ma anche verso la Regione Campania. Per la Provincia di Salerno erano presenti i Sindaci di Colliano, Antonio Tartaglia, Palomonte, Sergio Parisi, Oliveto Citra, Italo Lullo, Salvitelle, Domenico Nunziata, e Contursi Terme, Gianni Rosa. Presenti anche il Vice Sindaco di Auletta, Carmine Cocozza, ed il capogruppo della minoranza consiliare di Valva, Fiorenza Volturo. Dal recupero di immobili di valore storico-monumentale al contenzioso su opere pubbliche e private, dalla necessità di spendere subito i fondi disponibili alla interazione con i futuri fondi dell’Unione Europea, i problemi sollevati sono stati tanti, a dimostrazione della complessità estrema della fase di completamento dell’opera di ricostruzione. I parlamentari Aurisicchio dei DS e Giuditta dell’UDEUR hanno assicurato che avrebbero presentato in Commissione Bilancio gli emendamenti necessari a garantire la prosecuzione degli interventi, pur sottolineando la persistenza in Parlamento di un orientamento generale negativo sulla questione. Da parte sua la Dottoressa Bozzi, responsabile dell’Ufficio Ricostruzione del Ministero, ha evidenziato che la Finanziaria 2007 avrà una proiezione quinquennale e, pertanto, si potrebbero ottenere finanziamenti per i prossimi cinque anni. Alla fine della riunione Sindaci ed Amministratori di tutta la Campania hanno deciso di mantenere uno stato di mobilitazione permanente ed hanno annunciato l’intenzione di recarsi a Roma con una folta delegazione, allo scopo di incontrare sia i rappresentanti del Parlamento che del Governo. All’iniziativa hanno assicurato la propria partecipazione anche i Comuni della Basilicata, presenti ad Avellino con una folta dele- Progetto prevenzione per la tossicodipendenza nelle scuole E’ un progetto che hanno sposato con immediatezza il Comune, la scuola e la parrocchia. E’ la campagna di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno della tossicodipendenza promossa per i ragazzi delle scuole nel Comune di Valva. Lo ha presentato la coop Csm Service per le scuole della cittadina dell’alto Sele. Un’iniziativa che ha visto concordi tutti, con un supporto di eccezionale valore qual è quello fornito dall’Oratorio “San Tarcisio”, quindi con il prima linea il parroco, don Domenico, subito al lavoro mostrando un grande entusiasmo con i ragazzi in parrocchia dopo cinquant’anni e più di sacerdozio. Oltre agli incontri degli operatori della coop nelle scuole, con la divulgazione di materiale informativo con tutto ciò che è e che produce la droga, don Domenico continua la sua opera con i ragazzi anche in orari extrascolastici. Discussioni, confronti, ma anche la proiezione di videocassette per far capire alle giovani generazioni i danni prodotti da tutte le droghe. Suo un impegno senza pari per preve- nire un problema di cui non è immune neppure una piccola comunità quale è quella di Valva. Una campagna di sensibilizzazione ad ampio raggio, di prevenzione dalla tossicodipendenza, di conoscenza del fenomeno, di sostegno ai ragazzi che quindi viene affrontata su due ambiti, scolastico ed extrascolastico, per assicurare un’efficacia assoluta e per far sì che si possa arrivare al cuore del problema dissuadendo i ragazzi dall’uso di ogni tipo di droga. “A don Domenico innanzitutto va un grande ringraziamento per la collaborazione, particolarmente attiva, che dà a questo progetto - dice il sindaco, Michele Cuozzo - In questa iniziativa l’unione di tutte le sfere sociali di una comunità, scuola, Comune, parrocchia, quindi le famiglie, è fondamentale per la riuscita del programma previsto”. gazione. Si spera adesso che con il Governo di Centro Sinistra non si ripeta la negativa esperienza avuta con il Governo Berlusconi, che in cinque anni ha stanziato per tutti i Comuni della Campania poco più di 228 milioni di Euro, una parte dei quali impegnabili per giunta solo a partire dall’anno 2008, così come stabilito nella legge finanziaria. Se l’attuale governo dovesse seguire le orme sciagurate di chi lo ha preceduto, per completare la ricostruzione occorrerebbero almeno altri cinquanta anni!!! Michele Figliulo da pagina 2 Mozzarelle naturali comitato provinciale della nuova regione “Avellino-Benevento-Salerno” sotto la direzione del Segretario provinciale Erasmo Picilli; hanno partecipato alla riunione Nicola Marciano, Domenico Sada, il Carmine de Vita, Ennio Capone, Aldo Tisi,Vincenzo Tramontano, Mario Cafaro, Angelo Moschillo , Renato D’ambrosio ,Antonio Franco, Giovanni Cennamo, I partecipanti hanno ritenuto impellente accelerare l’iter per la realizzazione della nuova regione “la Regione dei Due Principati”, anche alla luce dei nuovi fatti delittuosi verificatisi nella Provincia di Caserta dove la camorra regna indisturbata . I danni di immagine per i Salernitani , Avellinesi e Beneventani sono incalcolabili; perché è facile accomunare le province di Napoli e Caserta, al resto della Campania. La Provincia di Salerno è precipitata all’ultimo posto per tenore di vita. Nessuna ripresa, nessuna politica di sviluppo sarà possibile fin quando dovremo farci carico dei problemi di Napoli e Caserta . La costituzione della regione dei due principati è urgente . Erasmo Picilli Ramona Bavassano La competenza sociale Stiamo affrontando in questo spazio riflessioni sulla cultura manageriale, sostenendo che la nostra vita professionale dipende dalla qualità della nostra vita psicologica e dalla nostra intelligenza emotiva, e che la complessità del mondo contemporaneo ci invita a sviluppare facoltà che se non utilizzate possono aumentare il nostro tasso di stress e quindi innescare pericolosi circoli viziosi. Infatti l’intelligenza sensibile richiesta dalla complessità del mondo contemporaneo ridà finalmente dignità alle altre abilità complementari, tra cui rientrano ad esempio la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare. Più in generale, alla base dell'intelligenza emotiva ci sono due grosse competenze, caratterizzate rispettivamente da abilità specifiche, la competenza personale e quella sociale. La settimana scorsa abbiamo descritto la competenza personale, ora invece analizziamola competenza sociale. L’EMPATIA comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui; Comprensione degli altri: percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui; interesse attivo per le preoccupazioni degli altri; Assistenza: anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze del cliente; Promozione dello sviluppo altrui: percezione delle esigenze di sviluppo degli altri e capacità di mettere in risalto e potenziare le loro abilità; Sfruttamento della diversità: saper coltivare le opportunità offerte da persone di diverso tipo; Consapevolezza politica: saper leggere e interpretare le correnti emotive e i rapporti di potere in un gruppo Le ABILITA’ SOCIALI comportano abilità nell'indurre risposte desiderabili negli altri; Influenza: impiego di tattiche di persuasione efficienti Comunicazione: invio di messaggi chiari e convincenti; Leadership: capacità di ispirare e guidare gruppi e persone; Catalisi del cambiamento: capacità di iniziare o dirigere il cambiamento; Gestione del conflitto: capacità di negoziare e risolvere situazioni di disaccordo; Costruzione di legami: capacità di favorire e alimentare relazioni utili; Collaborazione e cooperazione: capacità di lavorare con altri verso obiettivi comuni; Lavoro in team: capacità di creare una sinergia di gruppo nel perseguire obiettivi comuni n°39 27 ottobre 2006 5 ALBURNI I segreti del Palazzo Reale di Persano, le condizioni sono buone Una visita dentro all’ex casina di caccia borbonica riserva molte sorprese Non c’è solo la Costiera, solo se conosci l’archeologia di Paestum e Velia, la Certosa di Padula e Persano… puoi dire di essere un turista intelligente. Quale Persano? l’oasi del Wwf? Non proprio e non solo, il riferimento d’obbligo è alla Casina Reale Vanvitelliana, così come è più conosciuta. E’ al lato opposto, vicina a ponte di Fiocche, guarda ai nuovi borghi di Carillia e San Cesareo, nei comuni di Altavilla ed Albanella, nel tratto terminale dei fiumi Sele ed il Calore. Quali sono le reali condizioni del monumento? Nelle settimane scorse si è parlato di una possibile incursione di Vittorio Sgarbi, ma fra una rissa in tivvù e l’assessorato a Milano con la Moratti, non hanno permesso al critico d’arte di spingersi fin qui. Forse è stato meglio. Perché il complesso monumentale, affidato alla cura dell’Esercito, sembra non passarsela male. E raffredda così il fervore di quanti, immaginando una situazione di abbandono, sognavano di chiedere al Ministero della Difesa lo scorporo della struttura dove si voleva far sorgere il museo storico dedicato al cavallo Persano. O almeno questa è l’impressione che ci siamo fatti partecipando ad una recentissima e pacifica invasione di studenti ed insegnanti convocati per assistere alle prove di «Dragon recon», l'VIII edizione della gara internazionale di pattuglie. “La Soprintendenza, che ha diretto le operazioni di restauro, ci ha detto che dovevamo farlo con i nostri fondi”, ammette l’ufficiale che ci accompagna. E così vediamo rimesso a nuovo l’intonaco esterno di gran parte della struttura ma senza mettere mano alle quattro torrette esterne. “E i soldi stanziati non sono bastati. Molto è ancora rimasto da fare”, dice ancora il graduato. Due piani di fabbrica, una cappella ed un altro corpo aggiunto destinato ai cortigiani ed ai militari, stucchi ed affreschi, uno scalone a chiocciola senza perno centrale e sedici saloni, che richiesero – oltre 250 anni fa più di vent’anni per completarsi, non sono semplici da mantenere. “In mezzo al bosco è questa reale casa edificata dal re, di pianta a guisa di convento di frati. Ognuno di noi ha la sua cella. E’ buona abitazione e certamente la più comoda di tutte le case del re”, scrive nel 1757 Bernardo Tanucci, una sorta di primo ministro dei Borboni. L’ambiente ha molto fascino, soprattutto in chi vive nei paraggi: Altavilla, Albanella, Eboli e Battipaglia sono a quattro passi e pagine di storia, mondanità, lotte civili e politiche di questa zona si sono sempre incentrate su Persano. Questo avamposto reale e poi militare ha davvero segnato la storia delle comunità più vicine. Nel 1799 c’è già la prima “invasione” popolare che provocò la sottrazione di importanti arredi ed opere d’arte. Erano quasi tremilaseicento ettari di terreno molto fertile, non paludoso, sottratti all’agricoltura. Dal 1940 ad oggi ne sono stati smilitarizzati 2147 ettari, a disposizione dell’esercito ne restano oltre 1500. Il primo impatto è con la facciata settecentesca con le due garitte in pietra, che recano chiari i colpi dell'ultimo conflitto mondiale, al piano superiore c’erano gli appartamenti del Re. Ci si arriva con un lungo Comunità Montana Alburni Sopra: il cortile del Palazzo Reale di Persano visto dall’alto; I n b a s s o a s i n i s t r a : l a g a r i t t a d ’ i n g re s s o a l l ’ e x c a s i n a d i c a c c i a ; I n b a s s o a d e s t r a i l c a n e d e l re i n u n a s c u l t u r a d i C a n o v a ; In alto a destra : la Madonna delle Grazie della Chiesa di Persano scalone tutto in marmo rosso. Al centro c’è la scultura di Canova che ritrae uno dei mastini del re – cacciatore. L’edificio non presenta tracce delle innovazioni portate a Napoli da Fuga e Vanvitelli, ma è espressione dell’architettura militare spagnola, sobria e forse non troppo fantasiosa, anche nel cortile successivamente alterato dal progetto vanvitelliano. Il quadriportico interno con due pozzi in pietra locale, le torrette costruite per rafforzare la struttura, l’orologio funzionante datato 1700 (per la ricarica si avvale di due pesi dell’epoca), gli esterni delle scuderie, il viale Gioacchino Murat di sette chilometri e la piana a perdita d’occhio fino a Paestum. Solo due parole per gli interni: la cappella reale con un organo ottocentesco ancora funzionante a mantici. Questa, in sintesi, è ciò che rimane della Casina, depredata di centinaia di quadri d'autore e beni in varie epoche. Come tutti i Siti Reali, Persano fu oggetto di numerose rappresentazioni pittoriche, tra cui è da ricordare la Caccia di Ferdinando IV a Persano di J.P. Hackert, che mostra come la caccia potesse essere non solo un motivo di svago ma anche di incontri mondani, galanti e politici. Nel corso degli anni la Casina ospitò artisti e politici, in pratica i vip del Settecento europeo: per ricordare i più noti citiamo lo scrittore Goethe, lo zar delle Russie, Metternich ed il pittore Hackert, che vi concluse il ciclo pittorico delle quattro stagioni ambientando l’inverno, un meraviglioso dipinto riproducente una scena di caccia nella tenuta reale, con vista sulla collina di Altavilla e sull’Alburno imbiancato di neve. Mica erano solo svaghi estivi. “Oggi il Re ha ammazzato 19 cinghiali, 5 capri, ed una volpe”, scrisse il 20 dicembre del 1757 Luigi Vanvitelli al fratello Urbano. Anche sotto Natale Persano invogliava alla residenza. L’unico pericolo era ed è l’acqua dei fiumi che esondava. L'architetto Luigi Vanvitelli, occupato nei lavori di ristrutturazione della casina reale di Persano, scriveva al fratello Urbano, il 20 dicembre 1757 per lagnarsi degli effetti della piena del Sele e del Calore, alla confluenza della "La Ionta" , cioè "la giuntura" a monte dell'attuale ponte Barizzo, nei pressi di Borgo San Cesareo: "...siamo stati bloccati cinque giorni dalli fiumi che circondano il bosco di Persano, e il blocco cominciava a essere pernicioso a guisa di città assediata...". Ed è per questo che nella chiesa di Persano c’è una bella statua della Madonna delle Grazie che da duecentocinquanta anni viene venerata perché protegge dalle alluvioni. O re s t e M o t t o l a Lo stipendio del presidente “Acerbi inimici saepe nobis verum dicunt, dulces amici numquam”. Spesso gli acerrimi nemici ci dicono la verità, gli amici melensi mai. Nei giorni scorsi ha tenuto banco lo scoop sullo stipendio del quale avrebbe goduto Nunzio Gaudioso, presidente della comunità montana degli Alburni. Con una serie di considerazioni conseguenti, sulle quali non è nostra intenzione sindacare anche perché largamente condivisibili.Aggiungiamo solo che le stesse cifre guadagnano gli altri presidenti delle comunità montane vicine. “Unico”, la questione Alburni, l’aveva già resa nota, e già dalla fine dell’anno scorso, beccandosi una replica dell’allora presidente Gaudioso. “Il presidente arriva a 2660 euro e 1490 euro hanno gli assessori. Chi è dipendente pubblico (ed è una buona metà) ha solo il 50%.”, precisò. La polemica fu civile e non sortì effetti, anche perchè c’era chi sperava di andarsi a prendere quella cadrega al posto di Gaudioso. Oggi che il commissario prefettizio ha abbassato (giustamente) quella retribuzione a 600 euro ecco le campagne di moralizzazione. Che vengono da chi è aduso ai costosi sistemi di potere locale. La strumentalizzazione è evidente. Però ben venga, perchè accende i fari su un altro capitolo della scandalosa storia dei costi della politica. OrMo AGROPOLI n°39 27 ottobre 2006 L’ex sindaco Buccino chiederà due milioni di euro di risarcimento all’ispettorato del lavoro Al giornalismo ci arrivò per raccontare le ricerche di Liborio Bonifacio, che dalle capre aveva tratto un medicamento antitumorale. “I miei articoli che ebbero larga eco nazionale, allora sostennero una delle prime battaglie italiane per la libertà di ricerca”, dice orgoglioso. “Addà venì baffone” è l’ultimo giornale che Angelo Buccino si appresta a firmare da direttore responsabile. “Sarà un mensile e questa volta lo gestirò in prima persona”. “Voglio ricordare ai politici di oggi che devono le loro poltrone sui valori ieri professati ma oggi misconosciuti dei loro padri”. Iscritto all’Albo dei giornalisti dal 1970 non ha mai negato la sua firma a chi gli chiedeva di rendere possibile l’uscita di un foglio: “Di sinistra o di destra non ho mai fatto differenze”. Il suo avvocato è Giuseppe Bonifacio, è il figlio del “dottore della speranza”. Politico, giornalista o ragioniere? E’ tutte e tre le cose assieme ma sempre da atipico. “Mi hanno danneggiato patrimonialmente e moralmente ma soprattutto hanno causato danni allo Stato. La mia vita è stata sconvolta, così come il mio patrimonio familiare”. Angelo Buccino, 66 anni, sindaco di Agropoli dal novembre 1987 all’aprile del 1990, dopo 15 anni di peripezie, si appresta a chiedere un cospicuo risarcimento all’Ispettorato provinciale del lavoro di Salerno. “Nel 1991 ero sindaco di Agropoli. Ci capitò di mettere i socialisti all’opposizione e questi si vendicarono provocando un’ispezione sul personale avventizio che prestava lavoro presso l’ente. O almeno questo allora si disse. Ci fu imputato di non aver comunicato che alcuni di loro avevano cessato il loro rapporto di lavoro”. Arrivò la multa che presto si tramutò in una cartella esattoriale di 800 milioni di lire, poco più di 443mila euro di oggi. E fu tutta appoggiata sulle spalle del sindaco – giornalista, libero professionista ragioniere. Pochi giorni fa la Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda rigettando l’ultimo ricorso dell’Ispettorato del Lavoro, già condannato al pagamento delle spese legali. Ora Buccino, assistito dall’avvocato Giuseppe Bonifacio, si prepara a fare causa ad i suoi persecutori: “La richiesta di risarcimento sarà compresa tra uno e due miliardi di vecchie lire”, spiega il legale Gennaro Mucciolo si occupa di economia e sanità Gennaro Mucciolo invita i sindaci della piana del Sele affinché si attivino per farsi trovare pronti nel richiedere che i territori dei loro comuni possano essere individuati come aree aventi diritto alla fiscalità di vantaggio. La decisione spetterà al CIPE su proposta del Ministero dello sviluppo concertata con le Regioni. A giudizio di Mucciolo “la Piana del Sele ha le caratteristiche di zone urbane franche. Infatti, è interessata da importanti infrastrutture (collegamenti autostradale e ferroviari, aeroporto di Pontecagnano e interporto…) e da riconosciute attività produttive, per cui più di altre potrebbe avviare processi virtuosi in grado di con- O re s t e M o t t o l a Discarica e rifiuti: scoppia la polemica Domini: “I benefici superano i disagi” Critiche ed insulti all’Amministrazione comunale agropolese sulla questione rifiuti. La discarica in località Gorgo fa discutere e crea polemiche tra cittadinanza e Comune. L’Amministrazione Domini nelle adunanze consiliari, e su determinata stampa, viene criticata per la questione rifiuti, nel particolare viene accusata di aver aperto una discarica sul territorio agropolese. L’intera maggioranza, che governa la città di Agropoli, si difende sulla questione con enormi manifesti gialli, dal titolo: “AGROPOLI LIBERA DAI RIFIUTI”. Nel manifesto le spiegazioni alla cittadinanza e le risposte alle accuse, vengono così argomentate: “ Per mantenere pulito il paese, l’Amministrazione Domini è stata previdente nel non opporsi ai provvedimenti voluti dal Commissario di Governo, per la gestione dei rifiuti in Campania.” L’opposizione chiedeva di respingere l’ordinanza del prefetto Catenacci per la gestione temporanea del sito di “Trasferenza” in contrada Gorgo. Il sindaco Domini si difende scrivendo che la chiusura delle discariche e del C.D.R di Battipaglia, ad esempio, hanno provocato ingenti disagi alle popolazioni limitrofe. In un altro passaggio scritto del manifesto, Domini continua: “Hanno forse vissuto i cittadini di Agropoli le difficoltà che una intera regione sta vivendo per la mancata raccolta dei rifiuti? Si sono forse accorti che ad Agropoli, in contrada Gorgo, da molti giorni esiste un sito di “Trasferenza” che aiuta a togliere dalla strade di Agropoli e di una parte dei paesi del Cilento, i rifiuti che in altre cittadine sono arrivate al primo piano delle case. Hanno forse avvertito il lezzo che paventavano si sarebbe sentito?” I cittadini di sicuro si sono accorti della discarica, ma non tutti hanno preso questa risoluzione provvisoria come qual- cosa di positivo; chiediamo quindi dal vivo ad alcuni abitanti cosa ne pensano, Salvatore C., 48 anni spiega: ”Quel deposito o stoccaggio dei rifiuti è scandaloso perché si trova al centro della città, a poca distanza dal sito vi è Piazza mercato, il palazzotto dello sport, d’estate, nelle vicinanze c’è stata la Fiera.” Prosegue nella discussione Angela G.: “ Il sindaco ha detto che la discarica era un fatto momentaneo…quando chiuderà? Inoltre erano stati stanziati parecchi euro per la bonifica della discarica. Non vogliamo giudicare il sindaco, ma bisognerà fare qualcosa.” Rispetto ad altri paesi l’emergenza rifiuti agropolese forse è più contenuta, ma non risolta, il malcontento dei cittadini è palese, e a questo si aggiunge il forte vento di critica di determinati nemici e oppositori del Sindaco, che dichiarano di essere a conoscenza di taluni retroscena sulla questione, tutto ciò mette in allarme i cittadini uditori, i quali lamentano la poca chiarezza della situazione e si sentono minacciati nel loro vivere quotidiano da problemi così pressanti. Daniela De Martino sentire una crescita economica di sviluppo e occupazione.” Mucciolo è impegnato anche sul fronte sanitario. Infatti, interroga Montemarano, assessore regionale alla sanità, sulla tragedia accorsa all’adolescente di Castelnuovo Cilento, di 16 anni, che è arrivato morto al Cardarelli di Napoli per il mancato trasporto con l’eliambulanza da Vallo della Lucania: l’ospedale non era attrezzato per un atterraggio notturno. Mucciolo chiede che tutte le strutture ospedaliere vengano attrezzate per offrire a tutti i cittadini i servizi essenziali. n°39 27 ottobre 2006 CALORE Comunità montana: c’è il riequilibrio da approvare Non si sfilaccia la maggioranza raccolta intorno a Miano Alla Comunità Montana Calore Salernitano c’è necessità di approvare il riequilibrio di bilancio. L’atto doveva essere fatto entro il 30 settembre. Il prefetto ha già provveduto a spedire il “fax” di diffida a procedere senza indugio. Aspettare fino al 26 ottobre che il Tar decida nel merito sulla validità nel consiglio del 29 settembre o continuare nell’azione di forza e convocare il consiglio con all’O.d.G. il riequilibrio di bilancio e la nomina del nuovo presidente del consiglio viste le dimissioni di Ernesto Passaro presentate il 28 settembre? Questo l’interrogativo che si sono posti i trentuno sottoscrittori del documento programmatico che ha portato all’elezione di Mario Miano alla presidenza della Comunità montana Calore Salernitano. 46a edizione “Verso il duemila” Venerdì 27 ottobre, alle ore 18, presso il Salone dei Marmi del comune di Salerno si terrà l’edizione numero 46 del premio letterario “Verso il Duemila”. La manifestazione si avvale dei prestigiosi patrocini dell’amministrazione comunale, della presidenza del consiglio e del ministero della pubblica istruzione, della Provincia e della Camera di Commercio di Salerno. Fra le istituzioni che hanno fatto pervenire coppe e medaglie è da segnalare il comune di Altavilla Silentina, paese di origine dello scrittore,Arnaldo Di Matteo, che nel 1960 diede vita alla manifestazione. Con l’accompagnamento di una gradevole musica eseguita dall’arpa saranno presentati al pubblico gli esponenti del mondo culturale ai quali saranno conferiti i riconoscimenti. La manifestazione sarà prentata dalla dottoressa Alessandra Gallo e vedrà l’intervento dell’eurodeputato Alfonso Andria e dell’attore Gaetano Stella. Fra i premiati di quest’anni vi è il giornalista Oreste Mottola che con Arnaldo Di Matteo, fondatore del premio, ha in comune i natali ad Altavilla Silentina. Arnaldo Di Matteo, era nato ad Altavilla Silentina il 18 gennaio 1933 e muore a Salerno il 4 marzo del 1999. Di formazione liberale, è stato, per tutta la sua vita, un instancabile ed apprezzato operatore culturale. Il convitto, da lui gestito a via Luigi Guercio, è stato una fucina per una folta schiera di intellettuali salernitani. Il suo periodico di lettere ed arti “Verso il Duemila”, e l’omonimo premio letterario, hanno fatto, per un cinquantennio, da lievito per il dibattito culturale, travalicando le frontiere provinciali. I telefoni degli “avvocati” sono i più gettonati, ma pochi hanno certezze su come bisognerebbe agire e, in ogni caso, c’è sempre qualcuno che dice: “più 1”. Nei libri della scuole elementari per spiegare che i numeri sono infiniti si propone il seguente giochino ai bambini: “pensa al numero più grande che riesci ad immaginare e poi aggiungi 1”. Questo sta succedendo alla C.m. Ogni qualvolta s’intravede la fine del tunnel, ecco che interviene qualcuno e ne inventa un’altra per impedire che la legittima maggioranza s’insedi e governi. “La soluzione è politica” dice uno che ha l’aria di sapere il fatto suo. Però, alla domanda, per capire in cosa consista la soluzione politica, non riesce andare oltre quello che è già successo: “i consiglieri di maggioranza procedono indifferenti ai deliberati del Tar assumendosi la responsabilità politica dell’azione di forza.” Qualcun altro paventerebbe, addirittura, l’ipotesi d’interventi esterni sul Tar, per far pendere la bilancia dalla parte “giusta”. A fotografare la situazione, oggi, ci troviamo di fronte ad un ritratto nitido. Da una parte i trentuno della maggioranza super “incazzati” per come viene sequestrata la volontà della maggioranza dei consiglieri e, dall’altra, la sottile, anche se probabilmente inutile, soddisfazione di inchiodare al di là del “fiume”, ancora per un po’, il nuovo gruppo di comando dell’ente montano. C’è da registrare che anche i più tranquilli sostenitori di Miano, quelli che di solito sono pacati nell’esprimersi nei confronti della controparte, hanno perso la pazienza e vedono come un affronto alla loro intelligenza e pazienza, il protrarsi di un atteggiamento ostruzionistico che impedisce il dispiegarsi sul terreno amministrativo della volontà politica di cambiare presidente e giunta esecutiva. Se, chi ha messo in campo questa strategia, puntava ai tempi lunghi per sfilacciare la maggioranza di Miano, ha sbagliato i suoi calcoli: è successo proprio il contrario. Il clima di scontro senza “quartiere” è stato il collante che ha reso granitica l’armata dell’imprenditore fontese. Una cosa è certa, chi dovrà subire il clima d’incertezza che regna sovrano saranno i dipendenti dell’ente e i lavoratori forestali che si ritrovano senza una guida politica e vedono frenato anche il loro impegno nella gestione dell’ordinaria amministrazione. Nella finanziaria presentata al Parlamento c’è un emendamento che prevedrebbe l’abbattimento dei delegati dei comuni presso l’ente montano: uno ciascuno. Questo, se fosse approvato, snellirebbe i lavori, garantirebbe risparmi sui gettoni di presenza, sopprimerebbe la giunta esecutiva e assegnerebbe al presidente (organo monocratico) la responsabilità della gestione. Sembra che, su richiesta dell’Anci, la proposta verrà accantonata. Peccato! biesse 7 Liriche poetiche e rassegne musicali Roccadaspide. Una serata all’insegna della poesia che ci appartiene, perchè i poeti sono persone della porta accanto. Non è mancata la buona musica. La serata è stata organizzata dal cosigliere delegato alla cultura, Vincenzo Iuliano. A declamare le poesie Gaetano Marabello che ha presentato alcuni saggi di Nicola Vernieri, Papa Giovanni Paolo II e Alfredo Di Marco. Le poesie di Armando Oppo sono state recitate da Nenzi Cennamo. Giuseppe De Vita, Antonella Quaglia e Raimondo Gammardella hanno interpretato di persona le proprie liriche. Gli spettatori che hanno gremito la sala consiliare si sono lasciati deliziare dalle note poetiche accompagnate, con discrezione, dai musici Luigina Mottola al flauto traverso, Maurizio Capuano alla chitarra e Giuseppe Guarracino alla tastiera. I temi sono stati i più svariati: a volte note tristi toccavano il profon- Differenziata: parte nella prima metà di novembre Auricchio: “Ritardi dovuti agli amministratori passati” A Roccadaspide, il consiglio comunale del 13 ottobre ha deliberato in materia di equilibrio di bilancio e di affidamento del servizio di tesoreria. Il punto più importante, però, è stato toccato con la raccolta differenziata, argomento di stretta urgenza e attualità. Il comune si sta adoperando per far partire il servizio al più presto possibile. I tempi previsti vanno dal 10 al 15 novembre e la differenziata toccherà, dapprima, il centro urbano e alcuni agglomerati delle frazioni di Serra, Tempalta e Fonte. Il servizio arriverà nelle zone periferiche con più alta concentrazione di case, ma sarà attivato anche per chi richiederà di conferire i rifiuti umidi. Per coloro che non li consegneranno, scatterà una riduzione. Il comune di Roccadaspide spende 24000 euro al mese solo per scaricare i rifiuti. Se con la differenziata si raggiunge il 35% del totale, entro la fine dell’anno, si avrà una riduzione di spesa. Saranno impiegati dipendenti e attrezzature del comune, che ha evitato di fare affida- mento sugli altri. Il sindaco Girolamo Auricchio lamenta il ritardo dell’attivazione della differenziata. «La partenza per la raccolta differenziata era prevista dal 1997 con il decreto Ronchi, ma nessuna delle amministrazioni precedenti ha applicato tale adempimento», afferma il primo cittadino. Il progetto prevede una forte campagna pubblicitaria, la consegna di appositi depliant a tutte le abitazioni per sensibilizzare i cittadini che si troveranno un po’ disorientati nei primi giorni della raccolta. Prima partirà la differenziata, meglio si affronterà l’emergenza rifiuti, anche per sopperire alla chiusura del sito di trasferenza di Pastena. Molti cittadini si chiedono l’opportunità di tale decisione, la cui alternativa è l’immondizia per strada. « Nel sito venivano depositati i rifiuti che, ogni settimana, raggiungevano i luoghi idonei allo smaltimento», conclude Auricchio. L’amministrazione comunale, nel luglio scorso, ha chiesto un finanziamento dalla Regione per bonificare l’area del sito di trasferenza. E’ stato finanziato con 22000 euro il progetto relativo alle indagini preliminari geologiche, dopodichè l’area sarà bonificata. Francesca Pazzanese do del cuore, altre volte l’allegria delle parole dava l’illusione di volare. Non sono mancati poesie di esperienze vissute, in lingua e in dialetto cilentano, che hanno regalato momenti vivi di cultura contadina ricordandoci le nostre origini. I due giovani poeti, Antonella e Raimondo, con i loro scritti, hanno parlato del loro mondo, dei loro problemi, hanno dato un saggio di come leggono la vita, di come interpretano i problemi e la loro interpretazione ha saputo scalfire l’animo dei presenti. L’assessore Iuliano non ha mancato di comunicare che la serata è solo l’inizio di un programma che si svilupperà nel corso del suo mandato. G i n a C h i a c c h i a ro DIANO n°39 27 ottobre 2006 dalla prima La migliore strategia contro il caro ortaggi mi di vendita deve necessariamente tentare di intervenire anche sulla sensibilissima leva del prezzo. Come? Con i ‘prodotti a chilometri zero’. Oggi accade che le nostre produzioni agricole partano per centri di raccolta e lavorazione distanti anche centinaia di chilometri dai luoghi di coltivazione e poi tornino indietro rifacendo la stessa strada per giungere, infine, sulle nostre tavole. Non di rado le derrate agricole attraversano due volte l’Italia per tutta la sua lunghezza e arrivano sui banchi dei supermercati posti a poche centinaia di metri dai campi di produzione. E’ possibile che ciò accada? Che cioè un prodotto compia un viaggio di 2000 chilometri in giro per l’Italia per tornare al punto di partenza? Ebbene sì, è possibile, ed è ciò che quotidianamente accade. Ecco perché il costo dei prodotti agricoli spesso è così elevato e ogni tanto si grida allo scandalo. Eppure lo scandalo vero, forse, è quello di aver permesso che ciò sia accaduto, consentendo, senza battere ciglio, che la nostra industria conserviera e di trasformazione venisse gradualmente demolita a vantaggio di lontanissimi centri di lavorazione che hanno allungato la filiera produttiva in modo smisurato aggravandola di costi insostenibili. Non lasciamo allora trapelare l’idea fuorviante che la differenza di prezzo tra il campo e il negozio sia da imputare esclusivamente a inique speculazioni commerciali quanto piuttosto alla dilatazione dei tempi e dei costi della catena distributiva e alla mancanza sui luoghi di produzione di un solido anello strategico di lavorazione e smistamento delle derrate agricole. I prodotti lavorati localmente offrono l’opportunità, grazie alla breve distanza che separa luogo di produzione e mercato, di ridurre i costi e di rendere il consumo dei prodotti agricoli e agroalimentari altamente sostenibile dal punto di vista ambientale, perchè gli alimenti a "chilometri zero" contribuiscono ad abbattere l'uso del carburante, con notevoli benefici sul traffico e sull'inquinamento. Ebbene, un primo modo di ridurre i costi di trasporto con la spesa a “chilometri zero” è ora possibile in alcune zone d’Italia dove si può acquistare a domicilio un paniere diversificato di prodotti locali offerto direttamente dagli imprenditori agricoli che si sono organizzati senza le intermediazioni colpevoli della moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola. Si tratta di un sistema di fornitura “porta a porta” di prodotti agroalimentari di qualità del territorio direttamente alle famiglie che ne faranno richiesta, anche per combattere il caro tra- sporto determinato dai nuovi record fatti segnare da petrolio e benzina. L’idea progettuale della Coldiretti indirizzata all'ottimizzazione del rapporto produttore-consumatore, come lodevolmente auspicato dal direttore Marino, è partita da Ragusa, in Sicilia, e tenta di guadagnare terreno basandosi sull’offerta di una vasta gamma di prodotti in grado di coprire interamente il fabbisogno giornaliero familiare in termini di diversificazione degli alimenti. A titolo di esempio una cassetta “piccola” di ortaggi offerta con questo sistema contiene mezzo chilo di pomodoro ciliegino, mezzo chilo di pomodoro a grappolo rosso, mezzo chilo di pomodoro verde, un chilo di zucchine, due melanzane e due peperoni e viene venduta al 50 per cento in meno rispetto ai normali prez- namento atmosferico ma garantiscono, inoltre, anche condizioni di genuinità e freschezza uniche non essendo soggetti a lunghi tempi di viaggio. Da diversi mesi, infatti, la conversione del decreto-legge sugli "Interventi urgenti in agricoltura", che contiene norme per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nella moderna distribuzione attraverso accordi di filiera, ha aperto nuove prospettive. Con tale provvedimento, se fatto proprio dagli Enti locali, si avvia la possibilità di assicurare ai prodotti alimentari legati al territorio il giusto spazio di vendita sugli scaffali dei supermercati, nell'interesse delle imprese agricole e dei consumatori. La disposizione rappresenta un importante sostegno del Made in Italy alimentare perché stabilisce che nelle L’autore dell’articolo è Giorgio Cafasso, direttore del sipermercato S. Giorgio ereferente della Confesercenti a Capaccio Paestum. E’ anche un appassionato studioso di storia e un apprezzato scrittore: ha pubblicato un romanzo storico dal titolo “La nona legione”. zi al dettaglio. L’iniziativa oltre a rappresentare una concreta opportunità di risparmio per le famiglie risponde anche alle esigenze del crescente numero di anziani che non possono affrontare lunghi spostamenti per gli acquisti e non vogliono rinunciare al consumo di prodotti genuini e della tradizione locale. Questa esperienza ha però insite una quantità notevole di difficoltà che, al di là del fatto sporadico, ne renderanno oltremodo difficile e duraturo lo sviluppo. Le complicazioni vanno dalla mancanza di figure professionali e di strutture logistiche a un difetto di cultura del consumatore che non è abituato a comprare ‘panieri’ di prodotti predeterminati e che, tra l’altro, possono non essere calibrati sui suoi personali consumi. In altre parole la procedura, nel complesso, non è del tutto ‘comoda’. Maggiore successo potrebbe avere, invece, l’ipotesi che prevede maggiore spazio negli scaffali dei centri commerciali e nei mercatini delle piazze per i cibi locali "a chilometri zero", sostenibili dal punto di vista ambientale perché, come detto, non fanno consumare carburante necessario al trasporto e contribuiscono a ridurre l'inqui- grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle Regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. E’ richiesto, però, un fattivo impegno dei Comuni al successo del progetto normativo e non molto potrà farsi in caso di loro inadempienza. Infatti, al fine di migliorare l'accesso ai mercati degli alimenti locali, i Comuni devono impegnarsi a destinare spazi adeguati agli imprenditori agricoli che intendono vendere direttamente i loro prodotti e pertanto si prevede che i Comuni, sulla base delle disposizioni emanate dalle Regioni, stabiliscano l'ampiezza complessiva delle aree da destinare all'esercizio di questa attività, nonché le modalità di assegnazione dei posteggi, la loro superficie e i criteri di assegnazione delle aree riservate, in misura congrua sul totale. L’impresa è notevole, sforziamoci di approfittare di questa reale occasione di sviluppo sostenibile. Ne abbiamo bisogno. Giorgio Cafasso [email protected] Studi clinici: valutazioni oggettive o personali? Gli studi clinici permettono di valutare l'efficacia di uno specifico trattamento spesso di un farmaco in una determinata popolazione di pazienti. In molti casi piuttosto che basarsi sui risultati di un singolo studio si preferisce combinare i dati di più studi condotti su uno stesso argomento, generando un unico dato conclusivo per rispondere a uno specifico quesito. La combinazione di dati, così, diminuisce l'imprecisione dei singoli studi. Uno dei problemi relativi agli studi clinici consiste nel fatto che recentemente alcuni di essi presi come esempio hanno permesso di dimostrare che i risultati possono essere alterati da opinioni personali degli autori. Sono stati presi in considerazione gli studi condotti per valutare trattamenti attivi contro l'ipertensione. La scelta è giustificata dal fatto che le malattie cardiovascolari rappresentano un'importante causa di mortalità nei paesi occidentali ed è quindi naturale che le conoscenze sull'efficacia dei farmaci attivi sull'ipertensione siano di enorme importanza nella programmazione delle terapie.Ad esempio alcuni trial clinici hanno valutato l'efficacia antiipertensiva dei diuretici in confronto ai calcio antagonisti nel prevenire ogni tipo di evento mortale. La domanda formulata quindi è: i diuretici sono più o meno efficaci dei calcioantagonisti nel prevenire eventi mortali? Gli autori dei vari trial hanno concluso in tre modi differenti: non esiste nessuna differenza tra diuretici e calcio antagonisti nella progressione delle lesioni carotidee; i diuretici comportano vantaggi rispetto ai calcioantagonisti nella riduzione di eventi cardiovascolari oppure non esiste nessuna differenza tra diuretici e calcio antagonisti nel ridurre l'incidenza degli eventi cardiovascolari. Ovviamente la risposta corretta doveva essere che non vi sono differenze sostanziali tra i vari farmaci antipertensivi. E' stato possibile verificare che gli autori dei 28 studi di confronto nel 60% dei casi hanno pertanto forzato (in modo più o meno evidente) le proprie conclusioni verso direzioni suggerite da analisi non strettamente riguardanti lo scopo dello studio (end point primario). Ricordiamo di affidarsi sempre a terapie mediche accreditate da validi studi clinici per i quali solo il medico o il farmacista possono costituire il punto di riferimento per la comprensione dei dati. Alberto Di Muria [email protected] n°39 27 ottobre 2006 CAPACCIO Catarozzi revocato, An soddisfatta 9 TUTTO D’UN FIATO Sica consegna la tenuta della maggioranza nelle mani di Angela Mucciolo A m i c i / nemici Luciano Farro si è seduto tra i banchi del consiglio solo quando ha potuto prendere visione del decreto col quale Enzo Sica aveva revocato deleghe e carica a Rosario Catarozzi. Vice sindaco per un’estate è stato il destino di Catarozzi, pupillo di Gaetano Fasolino e coordinatore di collegio di FI E sono stati proprio i suoi compagni di partito a dargli il benservito con un documento, dai toni garbati, ma gelido nella sostanza da cui traspariva la “ragion di stato” che inducevano Sica e maggioranza a scaricare l’avvocato che aveva l’ambizione di essere la carta in più giocata, sul tavolo della politica capaccese, da uno sgusciante Enzo Sica. Con lui, il sindaco voleva mettersi alle spalle la stagione delle defezioni che hanno caratterizzato i primi due anni del suo mandato. Purtroppo per lui e per il sindaco, le cose sono andate diversamente e oggi ci si ritrova ancora invischiati nella gestione di una crisi che, per dirla con le parole di Farro, “si avvia verso la sua fase costruttiva”. Tradotto, significa che ora si può cominciare a trattare a livello di partiti come sostituire Catarozzi e come rilanciare l’azione di governo. In consiglio comunale si è ricomposta una maggioranza. I sostenitori di Sica sono undici con il rientro a, pieno titolo, di Angela Mucciolo. La professoressa Mucciolo ha votato con i suoi colleghi tutti gli argomenti all’Odg dimostrando che la sua marcia di riavvicinamento si è conclusa anche se ha ottenuto poco o nulla di quanto, pubblicamente, chiesto con il famoso manifesto “Niente ... e così sia!” Gli altri due sottoscrittori, Rosario Francia e Giuseppe Bruno, sono ancora sulla riva del fiume ad aspettare che “tutti gli assessori vadano a casa” e che il “programma venga riscritto”. Intanto, il previsto corto circuito del- l’opposizione che sarebbe stato provocato dalla discussione e, peggio ancora, dalla votazione sulla revoca di Pietro Desimone da delegato alla Comunità Montana, non c’è stato. Si tratta di capire se si è trattato di un rinvio strumentale o un ritiro, mascherato, dell’argomento da parte di chi lo ha proposto. L’impressione è ci si avvii verso un accordo che tenga insieme la maggioranza e lasci aperta la trattativa sul programma con almeno una parte dell’opposizione. Restano, però, delle incognite che potrebbero essere mine vaganti per la riuscita dell’operazione che Sica ha costruito. La scelta del sostituto di Catarozzi è rivendicata dal gruppo di FI e Fasolino ancora non sembra aver digerito la revoca del vice sindaco: da buon “giocatore” avrebbe preferi- to che tutto rientrasse in una trattativa unica e non alla soluzione della crisi a puntate; Sembra che Sica abbia promesso al consigliere Pasquale Cetta che avrebbe concordato con lui il nome dell’assessore entrante; La stessa An non ha definitivamente rinunciato ad un allargamento della maggioranza ai centristi che stanno all’opposizione perché con una maggioranza risicata di undici contro nove, non si governa l’ordinaria amministrazione, figuriamoci se si può mettere in cantiere l’approvazione del Puc e del piano spiagge, tanto per fare qualche esempio. Ma anche tra i consiglieri di maggioranza serpeggia il sospetto sulla “serietà” del “pentimento” della Mucciolo che, in questo periodo, ha dovuto subire attacchi pesantissimi, in pubblico e in privato, e pochi sono disposti a scommettere tutta la posta sulla sua fedeltà a Sica: “se ha tradito una volta può farlo nuovamente” sono i commenti più benevoli. Col tempo tutto si chiarirà e dalla “nebbia” uscirà la soluzione del rebus. Quando questo accadrà, rispettando una tradizione consolidata ad ogni livello e latitudine, scopriremo che, in fondo, la crisi non c’è mai stata. È stata pura invenzione dei giornalisti. Bartolo Scandizzo LA CURIOSITÀ dalla prima ... quello che ci pare Dalle pagine di questo giornale sono partite molte invettive contro gli eventi sopra citati e non mi voglio perdere in ulteriori approfondimenti su cosa è “Cultura” e cosa non lo è. M’interessa di più cercare di capire che tipo di ricaduta ha avuto sull’economia del territorio quest’investimento non indifferente. Quanti imprenditori hanno guadagnato, quanti alberghi hanno fatto il pieno nei giorni delle manifestazioni, quanti nego- zi sono stati aperti tutta la notte, quanti ristoranti e quanti bar si sono arricchiti. Insomma, queste manifestazioni quale turismo hanno promosso? A me è sembrato che la maggior parte degli avventori fossero abitanti della zona o delle zone limitrofe. Possono aver prodotto la seguente economia: biglietto ingresso spetta- tratto dal “Corriere del mezzogiorno” colo, biglietto parcheggio privato (modica spesa di ? 2,50) qualche consumazione nei soliti locali della zona archeologica. Tutti hanno il diritto di divertirsi, ma allora chiamiamo le cose con il loro nome. Non chiamiamoli investimenti per “Sviluppo e promozione turismo” ma “Fondi per fare quello che ci pare” A me sembra che Azienda di soggiorno ed Ente provinciale per il turismo dovrebbero, dati reali alla mano, dimostrare a chi elargisce i fondi, di aver promosso il turismo con i “Grandi eventi” realizzati. Noi abbiamo qualche dubbio. C r i s t i n a D i G e ro n i m o “Voglio sapere se sei ancora mio amico o ti devo considerare un nemico? Perché a me le mezze misure, non piacciono”, queste sono le parole che si possono sentire al telefono in questi tempi grami di passioni politiche, ma ricchi d’invettive e di rincorse ai posti di potere per poter aspirare ad altro potere che serva per ricambiare chi ti ha aiutato ad andare al potere in una democrazia malata, per eccesso di deleghe e per difetto di strumenti di controllo sociale, che non trova la forza di reagire organizzando il consenso e si gode le lotte fra “bande” tifando in privato, ora per l’uno, ora per l’altro, e, in pubblico, scuotendo la testa in segno di disaffezione verso il sistema che non garantisce, ormai, nemmeno i forti, di fronte a chi è disposto a spendere tempo e danari in una battaglia a colpi di “sospensive” (immediate) e di sentenze, sempre impugnabili, e, in ogni caso, lontane nel tempo, utile (il tempo) a provocare altre contese da dover “trattare” nelle sedi “opportune” in modo che il tutto rimanga abbastanza lontano dalla possibilità di un confronto con i detentori della sovranità: i cittadini che appartengono al parco buoi e sono “convocati” solo quando si tratta di tornate elettorali utili a creare le condizioni affinché il potere sia sempre in buone mani, cioè quelle di chi, se succede qualcosa, sa bene come fare per ricorrere agli organismi superiori ed è su questa scia che diventa difficile iscriversi ad un partito che affigge sui muri l’apertura della campagna d’iscrizione, è arduo sperare che chi perde elezioni per lustri, pensi di farsi da parte; è un sogno pensare che chi fa volontariato ambientale venga indicato ad esempio e non trattato come il peggiore degli abusivi; è impossibile constatare che gli ospedali ci sono per i malati e non che i pazienti sono funzionali a creare posti di primario; è un’utopia sperare che le scuole servano per istruire le nuove generazione e non per garantire il posto di lavoro ai docenti... la voce la telefono non è una ferita inferta all’amicizia, ma è una naturale conseguenza di un clima di “guerra” che non ammette prigionieri, figuriamoci un sentimento costruito da millenni di progresso che si è affinato con la storia e la filosofia fino ad arrivare a noi, che ci ostiniamo a chiamare amicizia, che non è obbligatoria come il rispetto dovuto a tutti quelli che ci provano ad essere liberi dai condizionamenti, anche quelli che vengono dagli amici, anche da quelli “più cari”. velina CAPACCIO n°39 27 ottobre 2006 Pasquale Quaglia apre agli oppositori per una gestione collegiale del Consorzio “Oltre duecento milioni di investimenti meritano di essere gestiti con efficacia e trasparenza” Pasquale Quaglia, imprenditore, politico oggi sulla plancia di comando del Consorzio di bonifica di Paestum. Concentra nelle sue mani un potere grande che solo pochi sanno valutare in pieno. Ha costruito la sua ascesa alla presidenza che fu di Carlo Santini e di Cecilia Baratta, partendo da lontano. Era amministratore già nel ’97 e nelle ultime elezioni comunali è stato eletto in consiglio nella lista dell’Udeur partito dove aveva trasmigrato con l’intero gruppo dirigente della Margherita a seguito di uno “sgarro” compiuto da AntonioValiante che aveva preferito Mario Miano a Enzo Patella nella candidatura alla provincia nel collegio Capaccio - Roccadaspide. Quaglia ha costruito la sua scalata alla presidenza della “Bonifica” con metodo scientifico prima alleandosi con tutti i nuovi eletti per combattere la lunga e dispendiosa battaglia legale contro parte del vecchio consiglio, che non validava i risultati delle elezioni, e poi è riuscito ad attrarre, nella sua orbita il maggior numero dei consensi tra gli eletti e ha tenuto sotto controllo la nomina dei delegati della provincia e della regione. “Sono legittimato dal 65% dei voti ottenuti nella mia fascia. Pertanto non ho usurpato niente a nessuno.” Mi dice orgoglioso di guidare un ente che conta 60 dipendenti, 25 avventizi e tre consulenti esterni: Renato Carrozza, Pasqua- le Silenzio e un avvocato di Salerno che garantisce assistenza legale con la sua presenza quotidiana presso l’ente. La guerra per la presidenza è finita, ma permangono “sacche” di resistenza all’interno del consiglio. Come se ne esce? “Nel Consorzio non dovrebbero esserci maggioranze e minoranze e sono fiducioso che tutte le intelligenze presenti possano e debbano essere valorizzate. Allo stesso tempo non temia- mo l’atteggiamento di contrapposizione frontale. L’ultimo esposto alla Regione si è concluso con il riconoscimento della correttezza del nostro agire e abbiamo avuto i complimenti per aver riportato il bilancio in attivo”. Qual è la forza di questa amministrazione? “Il gioco di squadra per una gestione partecipata sia nella fase di elaborazione dei progetti. Siamo passati dalla monarchia alla repubblica!” Ad un anno dall’insediamento, cosa può vantare al suo attivo la gestione Quaglia? “Ecco una tabella che riporta quanto è in essere e cosa sarà operativo a breve. Si tratta di lavori per oltre 200 milioni di Euro. È stata rimessa in moto la macchina operativa dell’ente e rimotivato gli operai e i tecnici. I lavori in economia ci hanno portato risparmi consistenti nella spesa corrente”. Qualche risparmio sarà venuto anche dall’attivazione della centrale fotovoltaica di Scigliati. Però non se vede traccia nel bilancio. Come mai? “Il risparmio c’è, ed è pari a 150.000 Euro, non lo abbiamo riportato a bilancio perché non è stato ancora formalizzato il contratto con l’Enel per lo scorporo da quanto dobbiamo per la corrente elettrica”. È intenzione del Consorzio costruire altre centrali sulle altre vasche? “È prevista la copertura di tutte le vasche fino ad arrivare a coprire il 50% del fabbisogno che ammonta a 1.500.000 Euro all’anno”. Cosa farete dei risparmi? “Parte saranno utilizzati per tenere bassi i tributi per i servizi e il resto saranno investiti in innovazione”. C’è da dire, che la recente legge regionale sui consorzi amplia il territorio di competenza dell’ente. Come vi muoverete? “Ho incontrato i trentuno sindaci dei comuni interessati. Stiamo raccogliendo elementi utili per una programmazione condivisa. Poi si tratterà di reperire le risorse necessarie per realizzare opere che migliorino le condizioni di lavoro degli imprenditori agricoli della zona interne. Per esempio sarebbe importante realizzare piccoli laghetti per l’irrigazione”. Passiamo alla politica. Lei è anche consigliere comunale a Capaccio. È sua la proposta di revocare Pietro Desimone dalla Comunità Montana Calore S. Nell’ultimo consiglio l’argomento è stato rinviato, Perché? “Su richiesta di Paolo Paolino, la discussione dell’argomento è stato rinviato per un approfondimento interno alla minoranza. Vedremo gli sviluppi”. Abbiamo scritto che lei ha proposto Donato De Rosa come sostituto di Rosario Catarozzi nella giunta Sica. È vero o smentisce? “Non è vero e non ne so niente, come non ne sa niente l’interessato!” La maggioranza di Enzo Sica si è ricompattata. Quindi lei torna a fare l’opposizione? “Non ho mai smesso di farla. Ho solo dato la mia disponibilità ad un caro amico, Luigi Barlotti, che chiedeva un impegno supplementare per dare una mano al paese ad uscire dalle secche in cui lo ha cacciato Sica. Oggi la maggioranza si è ritrovata intorno al pentimento di Angela Mucciolo. Speriamo, per il bene del paese, che ritrovi anche un po’ di efficienza”. Il primo esempio è l’inizio della raccolta differenziata dei rifiuti ... “Spero che non sia una falsa partenza come tante altre a cui Sica ci ha abituato. Io, nei banchi del consiglio, farò la mia parte per assecondare ogni progetto che migliori la situazione economica e sociale di Capaccio Paestum.” Qualcuno è convinto che il suo attivismo è propedeutico ad una candidatura a sindaco. Cosa risponde? “Oggi sono il presidente del Consorzio con progetti importanti avviati ed altri che devono essere finanziati. Pertanto, non sarebbe corretto abbandonare. Nel prossimo consiglio porterò all’attenzione dei consiglieri la proposta di realizzare un centro direzionale alle spalle della vecchia sede: costo dell’opera, 13 milioni di Euro. Ovviamente sarà fatta con il contributo dei privati.” La Bonifica è un volano poderoso dell’economia. Pasquale Quaglia e la sua squadra ha rimesso in moto il motore. La strada è lunga e la benzina per produrre le energie necessarie per far marciare la macchina sono tante. Forse è il caso che tutti i soggetti delegati alla gestione si facciano carico del loro carico di responsabilità e accolgano l’invito a collaborare. Questo non vuol dire rinunciare alle proprie legittime aspirazioni ma agire al meglio per dare sempre più visibilità all’ente e più trasparenza sul suo operato. Bartolo Scandizzo n°39 27 ottobre 2006 11 CILENTO Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano Graduatoria Provvisoria Microfiliera Turismo Ambientale SCADENZA 30 AGOSTO 2005 1 LO SCHIAVO ANTONELLA SAN MARCO DI CASTELLABATE 113 2 FUSCO IRENE POSITANO 99 3 ANTECE SCARL OTTATI 99 4 FINAMORE ESTER ROCCAGLORIOSA 99 5 GALDI CLORINDA GALDO DI POLLICA 97 6 PINTO ADRIANA CASTELLABATE 97 7 MEOLA ANNALISA CASTELLABATE 97 8 FALCIONE TERESA SESSA CILENTO 97 9 BOTTI ROSA VALLO DELLA LUCANIA 97 10 FALCONE ALFONSINA AGROPOLI 96 11 VASSALLO GIUSEPPINA ACCIAROLI 95 12 RISOLI MARIO SICILÌ DI MORIGERATI 94 13 LO SCHIAVO CATERINA SAN MARCO DI CASTELLABATE 94 14 CHIARIELLO IVAN MONTECORICE 94 15 FARZATI ANTONELLA CASALVELINO 93 16 PANICO ROSA CAMPAGNA 93 17 SCORZA MICHELA S ANGELO A FASANELLA 93 18 MARTINO MARIANNA MONTECORICE 93 19 STIFANO MARIA GRAZIA MOIO DELLA CIVITELLA 92 20 MARINO STEFANIA ACQUAVELLA 92 21 BUTLER JOANNE LESLEY SALERNO 92 22 VOIRO GIANPAOLA CASALVELINO 92 23 D'ANGELO GIUSEPPINA S BARBARA DI CERASO 92 24 DITTA SALAMONE AMELIA CORLETO MONFORTE 91 25 SORRENTINO CATALINA COROMOTO SAN GIOVANNI A PIRO 91 26 PROTA ELVIRA AGROPOLI 90 27 LUPO FRANCESCA MARIA VALLO DELLA LUCANIA 90 28 COSENTINO ANNA TORRACA 90 29 SCOVOTTO GELSOMINA ROCCADASPIDE 90 30 RUSSO GESSICA CAPACCIO 90 31 CAPOZZOLO SABRINA D.I AGROPOLI 90 32 D'ANGELO DANILA SAN GIOVANNI A PIRO 90 33 CAPPUCCIO CAROLINA POLLICA 88 34 DI SEVO ANELLINA VALLO DELLA LUCANIA 88 35 RIVIELLO ANGELA SAN GIOVANNI A PIRO 88 36 CETRANGOLO ITALIA SAN GIOVANNI A PIRO 88 37 PAOLILLO ELENA VALLO DELLA LUCANIA 88 38 PUGLIA ANELLA MOIO DELLA CIVITELLA 88 39 LE CANNICELLE DI MARZIO E ANTONIETTA DE NARDO 40 MAIESE XENIA OMIGNANO SCALO 88 41 SORRENTINO GIUSY SAN GIOVANNI A PIRO 88 42 ASTORE MARIAVICTORIA ORRIA 88 43 FORTE GIUSEPPINA MASSICELLE 88 44 MINARDI ANTONELLA CASALVELINO SCALO 88 45 BATTIPAGLIA ANTONELLA ALFANO 88 46 IANNUZZI TERESA NOVI VELIA 88 47 BAIA D'ARGENTO DI D'ANGIOLILLO ROSANNA ASCEA MARINA 87 48 MOTTOLA CARMELA PERITO 87 49 VENUS SAS ATENA LUCANA 87 50 GALLO ANNUNZIATA CAMEROTA 87 51 LANGONE FRANCESCO SALA CONSILINA 87 52 PAOLILLO ANTONIO PERDIFUMO 87 53 CALABRO MARIA GRAZIA VALLO DELLA LUCANIA 87 54 MASTALIA FRANCESCO CASALVELINO 86 55 AURANT DI BARBARULO ANNA ASCEA MARINA 86 56 MARINO CARLA MARINA DI CAMEROTA 86 57 DITTA SOLARIS DI INFANTE MARIANNA AGROPOLI 86 58 MARGARUCCI MARIA LUISA MONTECORICE 86 59 ROMANELLI LUIGI CERASO 86 60 0PICA MARGHERITA SANT'ARSENIO 86 61 ORLANDO MIRELLA CASTELLABATE 86 62 SCARPA LORELLA MONTANO ANTILIA 86 63 VAIRO GIOVANNA TORRE ORSAIA 86 64 CERRETO COUNTRY HOUSE TORRE ORSAIA 86 65 DE SIMONE CHIARA CASALVELINO 86 66 GRAMBONE DANIELA SESSA CILENTO 86 67 ORAZZO SANTA MARINA DI CAMEROTA 86 68 ALBINI MYRIAM AGROPOLI 86 69 FRATELLI PASCA SAS SALERNO 86 70 SIGNORELLI DANIELA POLLICA 86 71 PASSARIELLO ORTENSIA CASTELCIVITA 86 72 ELEA CONGRESSI ASCEA MARINA 86 73 LAUDANO CRISTINA VALLO DELLA LUCANIA 86 74 COLUCCI GIUSEPPE SALA CONSILINA 86 75 MARROCCO MARCO SALA CONSILINA 86 La graduatoria è lunghissima, ma solo i primi centoventi, su quattrocento richiedenti, hanno la quasi certezza di ottenere i finanziamenti, gli altri dovranno farsene una ragione: e ritentare ad un prossimo giro. C’è da segnalare che la parte del leone la fa Vallo della Lucania e la fascia costiera tra S. Maria, Ascea e Sala Consilina. Per le zone interne poca roba! Le richieste provenienti dai comuni che hanno l’intero territorio nel perimetro del Parco portano a casa ben poco! Ma il problema della “desertificazione” dei paesi è un problema che va bene per i convegni. Quando si tratta di agire valgono altri parametri. La prossima settimana pubblicheremo la graduatoria della microfiliera artigianale. Il numero a sinistra corrisponde al posto in graduatoria, il numero a destra è il punteggio atrribuito alla società. 76 OSTERIA DEL BORGO PISCIOTTA 86 77 RIOFREDDO SRL BUONABITACOLO 86 78 CERBONE EMANUELA VALLO DELLA LUCANIA 86 79 DI MARCO VALENTINA SESSA CILENTO 86 80 MILO CLAUDIA CAMEROTA 86 81 GALIETTA ELENA MONTANO ANTILIA 86 82 POTO CRISTINA PETROSA DI CERASO 86 83 LA VECCHIA CAROLINA VALLO DELLA LUCANIA 86 84 TROTTA MAURIZIO STIO 86 85 MALANDRINO MARIA PERDIFUMO 86 86 MAZZIOTTI ANNA MARIA POLLICA 86 87 MATERAZZI MARIA GABRIELLA S MARIA DI CASTELLABATE 86 88 FLORIO CONCETTA AGROPOLI 85 89 ZACCARIA MARGHERITA AGROPOLI 85 90 BARBARO ROSA ANNA OGLIASTRO CILENTO 85 91 FAUCITANO SRL AGROPOLI 85 92 FEOLA FRANCA ANTONIETTA CASALVELINO 85 93 FIN A SRL SALA CONSILINA 85 94 TORRE SARACENA CENTOLA 85 95 AL VECCHIO MULINO DI ERRICO LEOPOLDO GIOI 85 96 TROTTA MARIANGELA STIO 85 97 PASCA MARIAROSARIA ROMA 85 98 LO SCHIAVO SILVIA CAPACCIO SCALO 85 99 CHIELLA GIUSY SICIGNANO DEGLI ALBURNI 85 100 D'ALTO GRAZIA NAPOLI 85 101 LAMATTINA ANNA ADDOLORATA CAGGIANO 85 102 MAZZACCARO ANGELA FELITTO 85 103 LANGONE CONO ATENA LUCANA 85 104 GALLO SILVANA TEGGIANO 85 105 CURZIO SAS DI CUCCURULLO ALESSANDRO VIBONATI 85 106SPERANZA FELICIA PATTANO 85 107 PARLATI VINCENZO LICUSATI 85 108 SAGGIOMO ANNAMARIA CAMEROTA 85 109 HIBISCUS DI PAPA ASSUNTA AGROPOLI 85 110 CILENTO VIAGGI DI GATTO LUIGI PALINURO 85 111 MALTEMPO CATERINA PETINA 85 112 RIZZO CARMELA VALLO DELLA LUCANIA 85 113 GWENDALINA PRODUCTION VALLO DELLA LUCANIA 85 114 COOPERATIVA LE 12 TORRI MARINA DI CAMEROTA 85 115 DI SESSA MARCO CASTELLABATE 84 116 RAMPOLLA SARAH SALERNO 84 117 DE VITA MARIA GRAZIA ROMA 84 118 IL RELAX DI SORRENTINO CATERINA SAN GIOVANNI A PIRO 84 119 CETRANGOLO TATJANA SAN GIOVANNI A PIRO 84 120 SORRENTINO MARIA SAN GIOVANNI A PIRO 84 121 CETRANGOLO VINCENZA ROMA 84 122 BISIGNANO EMILIA CASTELLABATE 84 123 GUAZZO GRAZIELLA CASTEL SAN LORENZO 84 124 SANTANGELO GIUSEPPINA GORGA DI STIO 84 125 FILPO LUCIA CANNALONGA 84 126 SAGGIOMO MARIA ANTONIETTA MARINA DI CAMEROTA 84 127 VOIRO NORMA POLLICA 84 128 CAMMARANO GIOVANNA CAMEROTA 84 129 MELIGENI GIULIA AGROPOLI 83 130 MAZZEI MARIA AGROPOLI 83 131 CARLI ENRICA AGROPOLI 83 132 DITTA AQUARA MARIA OTTATI 83 133 COUNTRY HOUSE LUSTRA 83 134 DITTA VILLA TONIA CAPACCIO 83 135 DE VITA ANGELA ANTONELLA NOVI VELIA 83 136 DE STEFANO DIANA NOLA 83 137 VILLA MARINELLA DI TOMEO MARIA CICERALE 83 138 DITTA AFFITTACAMERE CAROCCIA DI CAROCCIA COLOMBINA 139 CAMMARANO VITO ROCCADASPIDE 83 140 MARTIN DI VICTOR DI FIERRO ANTONIO SAN GIOVANNI A PIRO 83 141CETRANGOLO GAETANO SAN GIOVANNI A PIRO 83 142 IULIANO BIANCAMARIA ROCCADASPIDE 83 143 BOTTIGLIERI AMALIA SALERNO 83 144 GALARDO FULVIO ROCCADASPIDE 83 145 MONETTA GIOVANNA CAPACCIO 83 146 CHIUMIENTO MARIA ARCANGELA CONTRONE 83 147 GUERRA ROSANNA POSTIGLIONE 83 148 SCORZA LUCIA CASTEL SAN LORENZO 83 149 PICILLI DANIELA CAPACCIO 83 150 AMENDOLA MARCO NAPOLI 83 151 RESIDENCE ROMA ZUNNO PAOLA ALBANELLA 83 152 TAMBASCO CARMELA GERALDA CAMEROTA 83 153 RACIOPPI CLAUDIA SALA CONSILINA 83 154 GIANNATTASIO RITA (GE) 83 155 ANTICA VELIA DI A CRISCUOLO ASCEA MARINA 83 156 CANTALUPO ANGELO RAFFAELE OGLIASTRO CILENTO 82 157 NASTRO CONCETTA AGROPOLI 82 158 FUNICIELLO MARISA ORTODONICO 82 159 LISTA ROBERTA CASALVELINO 82 160 CIAO MIRELLA AGROPOLI 82 161 PARENTE GRAZIA EBOLI 82 162 BALBI GIOVANNA TORRE ORSAIA 82 163 BARLETTA ROSA TORRE ORSAIA 82 164 ACCIAROLI HOLIDAYS DI FRANCHINI MARIA FEDERICA SALERNO 165 SINISCALCHI MONTEREALE GUGLIELMINA TORCHIARA 82 166 GRECO MONICA CENTOLA 82 167 GREGORIO ANGELO JR LAURINO 82 168 BILIANCIERI MARIA GRAZIA CAPACCIO 82 169 PAZZANESE MAURIZIO ROCCADASPIDE 82 170 GALLITIELLO ANTONIA MONTE SAN GIACOMO 82 171 LAUREANA SILVANA AGROPOLI 82 172 SCHIAVO REMO POLLICA 82 173 PETILLO ROSA POLLICA 82 174 BAR NAZIONALE FLLI CAPORALE SALENTO 81 175 FIERRO MARIA ASCEA 81 176 DITTA DI GENIO FRANCESCA GIUNGANO 81 177 DITTA DELPOPOLO GIOVANNA AGROPOLI 81 178 05 DITTA MAFFEO MARIA ROSA AQUARA 81 179 CELSO ANTONIETTA OGLIASTRO CILENTO 81 180 DITTA IULIANO CARMELA CONTRONE 81 181 DOMUS LAETA AULISIO CAMILLA GIUNGANO 81 182 ROSIELLO ANTONIETTA CASTELLABATE 81 183 URTI ADELE ROCCADASPIDE 81 184 IPPOLITO MICHELA MONTEFORTE CILENTO 81 185 BETUR SRL ASCEA 81 186 PUNTA PAGLIAROLA SRL CASTELLABATE 81 187 BERTOLINI ANNAMARIA CASALVELINO 81 188 IL CASALE DI ROSARIA E SABATO CALABRESE MONTE SAN 189 CILENTO MARE DI CAMMARANO MARIO CAMEROTA 81 190 MILILLI CINZIA MILANO 81 191 CAIAZZO MARIA GALDO DI POLLICA 81 192 INFANTE ERMELINDA STIO 81 193 MOTTOLA MARIELLA CAPACCIO 80 194 LAUREANA LOREDANA AGROPOLI 80 195 RUSSO RITA CASALVELINO 80 196 CATINO VITTORIO MAGLIANO VETERE 80 197 RAMONDO GIUSEPPE SALERNO 80 198 PEDONI NICOLETTA MILANO 80 199 OBIETTIVO 1 SRL PAGANI 80 200 DITTA BARONE ERMELINDA CASTELLABATE 80 PRIMARIA SOCIETÀ OPERANTE IN C A PA C C I O PA E S T U M ricerca 2 CUOCHI con esperienza per assunzione immediata. 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L’artista, nato a Moio della Civitella nel ’38, si occupa di pittura, scultura in pietra, bronzo e legno e grafica su tela e carta. Da che cosa è stato indotto a capire che il suo mondo era l’arte? “ A dodici, tredici anni, cominciarono a chiamarmi, dalle mie parti, per affrescare chiese…ma,sin da piccolo, ricordo di aver portato con me sempre blocchetto e matite… e che avevo tra le mani un pezzetto di legno o una scheggia di pietra. Dopo la guerra, non c’era carta e io aiutavo gli imbianchini per avere in cambio un rotolo di carta bianca. Poi decisi di andare a Roma per frequentaUn omaggio sincero e appassionato ad un veicolo indimenticabile il cui mito continua ad alimentarsi nel presente. La Vespa, simbolo di libertà e di spensieratezza, è stata una felice idea progettuale e un grande prodotto industriale.... E il suo mito continua... Come tutte le grandi idee, ha riempito una porzione di spazio nella vita di tutti i giorni e in più ha saputo creare un gusto a portata di tutti: un vero ed esemplare prodotto del design. Alfonso Corrente avvocato del foro di Napoli, che appena può gli piace dedicare il suo tempo nell’arte del collezionare, appartenente a una famiglia di giuristi, il padre infatti è avvocato. Le sue passioni oltre al suo lavoro è il mondo vespa. Quando e come è nata la passione per la vespa? E’ nata per caso in maniera lieve quando ho ricevuto in regalo una fiammante vespa 50 special di cui era attratto dalle linee ma al tempo stesso inizialmente timoroso alla guida per via delle marce, tuttavia il timore è svanito presto, per la semplicità d’uso presi poi facilmente confidenza e da lì iniziò tutto. re l’Istituto d’Arte, e da lì a Milano, città determinante alla mia formazione artistica. Mi accorsi di avere utilizzato colori diversi dagli altri per dipingere e allo stesso tempo realizzavo disegni elaborati, tant’è che molti pittori venivano a guardarmi, mentre dipingevo, per carpire qualche segreto e si stupivano di come potessi usarli in una tonalità più alta del solito e di come riuscissi a miscelarli, creando contrasti differenti. Ma i colori, vi assicuro, erano sempre gli stessi”. In che maniera si è sentito ispirato dalla terra cilentana? “ Di sicuro dai colori della natura, l’atmosfera, la luce, la durezza della terra, anche se non nego che la terra di Sardegna mi ha adottato, ispirandomi per la realizzazione soprattutto di sculture, ma devo ammettere che sussiste un legame di colori consimile a quello della terra cilentana”. Quale la differenza di emozioni che intercorre, per lei, tra la pittura e la scultura? “Devo dire che passo con facilità dall’una all’altra attività…quando la pittura mi chiama, corro da “ lei” e faccio altrettanto con la scultura… dipende dai miei stati d’animo. Tuttavia la scultura è molto impegnativa rispetto alla pittura: l’una è stanziale :deve dominare l’aria e l’ambiente; l’altra mi riporta a emozioni più circoscritte, ancora più personali, dove non vado a interagire con l’esterno. Non dipingo per quello che ne può de- rivare ma per provare un’emozione, uno stato d’estasi che non si può definire…”. Ora come ora è invitato ad esporre nei principali musei e gallerie d’arte di tutto il mondo, sia in Italia che in Francia e negli Usa. Come si sente quando va all’estero? “ A Salerno e dintorni ho sempre riscosso grande successo come l’ultimo, a giugno, al S. Sofia dove ho esposto le mie opere. Idem in città italiane come Milano. Se però hai successo fuori, intendo all’estero, si raggiunge il più alto grado di soddisfazione, come per una mostra che tenni a S. Francisco. Secondo me, tutto si riduce a un problema di cultura : una volta dovevo esporre a Milano e, non volendo, mi accorsi che anche il taxista era a conoscenza non solo della mia mostra ma masticava arte alla perfezione! Da noi, invece, non si fa molto per valorizzare il nostro territorio, soprattutto d’estate, quando, invece di organizzare eventi gastronomici, nonché Vespa come mito Quando è stato il passaggio dalla passione ad una vera e propria “mania”? È successo in tempi abbastanza recenti ovvero nel 2005 quando casualmente accompagnando una mia amica nel suo garage ho visto una vespa 50 L rilegata in un angolo. Da quel giorno scattò in me la scintilla che mi portò ad acquistare la vespa della mia amica. II la curiosità mi portò ad avere una conoscenza sempre più dettagliata e precisa dei ricambi occorrenti per il restauro, tanto che acquisii una padronanza in materia. È preferibile una vespa conservata o restaurata? Vi sono due scuole di pensiero. Una afferma che il mezzo va preservato e quindi ristrutturato per donargli la bellezza di cui godeva all’epoca, l’altra corrente sostiene invece che un mezzo conservato, poiché integro ed originale in tutte le sue parti, abbia maggior sagre che pullulano dappertutto, si dovrebbero trovare seriamente gli spazi espositivi per una mostra o per eventi culturali d’ogni genere! Eppure, abbiamo siti archeologici e storici come Velia, Padula e Paestum che tutto il mondo ci invidia…”. Il Nostro artista, dopo essersi pronunziato a tal proposito, si ritira nel suo studio con un misto d’aria malinconica e ironica, che è propria del personaggio cilentano per eccellenza, con quel “quid” in più che solo l’arte agli artisti sa concedere. Rossella Oricchio valore storico e di questo sono anche io d’accordo. Quando è consigliabile un restauro ? Solo quando il telaio è colpito da ruggine passante e ammaccature evidenti, inoltre il restauro per i suoi costi spesso e volentieri supera il prezzo di partenza della vespa. Quali sono i suoi criteri per scegliere cosa collezionare? Non c’è un criterio univoco. Nel mio caso “le vespe 50 e derivate”. Quali sono i benefici che si possono ricavare dal collezionare? Sono di due tipi: affettivo e anche economico. Nel primo caso perché come ogni appassionato la ricerca e la conoscenza di una vespa nuova porta soddisfazione e benessere.,Nel secondo caso il diffondersi di questa passione (fenomeno molto in ascesa) ha portato soprattutto negli ultimi tempi a una crescente valorizzazione economica del mezzo. Altre passioni? Si la Porsche, le gare di polo e ... Nicolangelo Di Stasi n°39 27 ottobre 2006 CILENTO “Vale la pena tornare ad essere lucani” I t a n t i p u n t i d i c o n t a t to t r a C i l e n to e B a s i l i c a t a Periodicamente ritorna come un vecchio adagio tra le genti cilentane,: perché non torniamo ad essere lucani? Nei paesi del Cilento questo è l’interrogativo che muove sindaci ed opinione pubblica a dibattere di un possibile distacco dalla Regione Campania per confluire nella Regione Basilicata, l’antica Lucania. Se ne discute tanto per discuterne o c’è, in fondo, qualcosa di più? Voglio augurarmelo e che il dibattito in corso sia più sostanzioso di quanto osservato in passato. Tutti tentativi che erano finalizzati al recupero di alcuni territori limitrofi per conferire centralità territoriale a Lagonegro, o a Sala Consilina o a Sapri, con la mira di poter aspirare a diventare il capoluogo della terza provincia lucana. In verità, questa volta, ad ascoltare le diverse dichiarazioni di qualche esponente che coordina il movimento di annessione alla Lucania, vi si riscontrano motivazioni più profonde, capaci di determinare il distacco dalla Campania che non ha saputo o voluto amalgamare le diverse culture e tradizioni. Queste motivazioni rimandano alle affinità territoriali, ai costumi, alle tradizioni, anche culinarie, ai riti e credenze, alle affinità linguistiche e dialettali alle tipologie colturali dei territori montani e collinari che contraddistinguono oltre l’80% dei relativi territori, quello del Cilento e quello della Lucania, alla religiosità popolare, ai re- taggi storici. E’ certo che, dall’avvento del Parco, il Cilento ed il Vallo di Diano hanno accresciuto il loro senso d’identità e rivendicano un nuovo protagonismo che valutano più positivamente raggiungerlo sotto la guida della Basilicata, regione storicamente e territorialmente affine al Cilento e Vallo di Diano. La Basilicata dall’annessione del Ci- lento avrebbe tanto da guadagnare, in territori, in risorse, in popolazione, facendola diventare una regione medio grande con oltre 14.000 kmq e circa un milione di abitanti. Il Cilento, d’altro canto, potrebbe, con diritto, acquisire più peso amministrativo, più attenzione dal governo regionale, pretendere la terza o quarta provincia lucana, nel caso la città di Melfi, capoluogo del Vulture, la spunti prima. Al di là dei reciproci vantaggi, indubbi, il risultato, a mio avviso più importante, sarebbe quello della riunificazione di culture e tradizioni affini se non identiche, almeno tra il “potentino”, dorsale appenninica occidentale ed il Cilento e Vallo di Diano. Ci sarebbe un’esaltazione delle reciproche risorse, ci sarebbe la possibilità di costituire una specie di Regione Protetta, con la creazione di un Consorzio delle tre grandi aree protette: Parco Nazionale del Cilento, Parco Nazionale della Val d’Agri e Parco Nazionale del Pollino. In itinere il quarto Parco Nazionale, quello del Vulture con il suo mega comparto delle acque minerali naturali ed i Laghi di Monticchio. Questi possibili scenari conferirebbero alla futura regione “La Grande Lucania” un carattere ambientale di rilevanza europea. L’Università della Basilicata, enorme motore di sviluppo per la regione lucana, con sede staccata a Matera, diventerebbe anche l’Università del Cilento e potrebbe accadere di veder trasferita nella Piana di Paestum il Corso di Laurea di Preparazioni Alimentari della Facoltà di Agraria, viste le vocazioni territoriali e le tradizioni conserviere e delle manifatture lattiero casearie della zona. Le risorse petrolifere della Val d’Agri, sono una grande realtà. Le risorse idriche sono, da sempre, un’altra grande realtà. Il turismo, balneare e non solo, con la costa da Agropoli a Maratea diventerebbe una grande realtà. Tutto questo sembra un sogno e dovrebbero crederci soprattutto i lucani, i cittadini della Basilicata, rappresentanti politici in primis, perché possa diventare realtà. Importantissimi, a tal fine, sono gli scambi culturali da avviare a regime tra la Basilicata ed il Cilento cercando di recuperare quel distacco che i tempi storici hanno fatto stratificare tra la gente ma non nell’ancestrale memoria. G i u s e p p e D e Vi t a [email protected] I popoli d’Europa: Lussemburgo Dopo il Belgio e l’Estonia, è il Lussemburgo, con il professore Jacques Steiwer, ad essere ospite del comune di Capaccio e Agropoli per il progetto “I popoli d’Europa”. Si sono riproposti i tre incontri: con gli alunni delle scuole superiori. Il tema trattato:“Lingua, storia, letteratura e cultura del Lussemburgo”. Con dirigenti e docenti si è discusso del “sistema scolastico e formativo” e con la società civile di “Storia, economia e politica del Lussemburgo”. La partecipazione degli studenti è stata interessata e partecipe. Il loro coinvolgimento è la dimostrazione che, quando si alza l’asticella degli argomenti, l’interesse è garantito.“Si vedeva che alcuni insegnanti avevano preparato i loro alunni all’evento. Gli interventi sono stati ponderati e mirati” afferma l’ispettore Fiore Ricciarelli. Il professor Steiwer, in un corretto italiano, ha saputo intrattenere le platee e raccontare del Lussemburgo entrando nei particolari di storia, di cultura, di economia, di scuola mettendo a confronto i due paesi. Il Lus- semburgo è un piccolo paese con un grosso handicap: è privo di una lingua materna e, fino a qualche tempo fa, il lussemburghese era considerato poco più che un dialetto, senza regole scritte. “Il bambino quando arriva a scuola è costretto a studiare subito due lingue straniere, il tedesco e il francese – afferma il professore – in maniera mnemonica. Questo fa sì che gli alunni abbiano una grossa capacità di memorizzazione e poca creatività e questo non ci pone in buona posizione a livello europeo”. I programmi scolastici sono in continua evoluzione, si pensa non più agli errori degli alunni ma vengono valutate le competenze. “Lo zoccolo delle competenze viene verificata ogni due anni”. Gli studenti scelgono l’indirizzo scolastico a cui iscriversi all’età di dodici anni: Liceo Tecnico o Liceo Umanistico. La loro scelta predilige l’indirizzo tecnico (52,4% contro il 40,01%) perché offre una preparazione adeguata in campo lavorativo perché i programmi vengono concordati tra le “Camere dei Mestieri” e lo “Stato”. “Arrivano però ad una maestranza finale solo il 40% degli iscritti mentre, i rimanenti 60%, lasciano la scuola all’età di 18 anni senza qualifica. Gli interessati poi possono ancora andare avanti per due anni in una scuola superiore, molto apprezzata e vicino al- l’Università”. Il Liceo Umanistico ha quattro indirizzi: classico, scientifico, matematica e artistico-economico e dà la possibilità di iscriversi all’Università che, in Lussemburgo, è nata solo due anni fa ma ha già tutte le facoltà. Naturalmente tra le scuole del nostro territorio e il Lussemburgo è possibile cominciare nuovi scambi culturali e intensificare quelli già esistenti. La platea degli insegnanti e dirigenti ha seguito con attenzione l’evolversi della discussione, capire le differenze che ci sono tra i due paesi, apprezzarne alcune e criticarne altre. È stato infatti evidenziato nel nostro paese la mancanza di raccordo tra le aziende e la scuola perché c’è troppa burocrazia. L’assessore all’istruzione del comune di Capaccio, Maurizio De Rosa, ribadisce l’importanza di rafforzare i legami europei per smontare il monopolio della globalizzazione cinese senza però dimenticare che è importante avere, prima di tutto, buoni rapporti con i paesi vicini. G i n a C h i a c c h i a ro 13 n°39 27 ottobre 2006 CULTURA KOR A cio D I ... L IUCCIO L e m a n i f e s t a z i o n i d e l t u r i s m o g.liuccio Ho avuto già modo di scrivere, ma vale la pena di ripeterlo,che molti assessori al turismo di Comuni piccoli, medi e grandi hanno una concezione errata del loro ruolo. Pensano che tutto si esaurisca nell’organizzare manifestazioni. Si tratta di una visione riduttiva, molto riduttiva, dei loro ruoli istituzionali, che investono,invece, uno spettro più ampio in grado di orientare lo sviluppo economico e sociale delle loro collettività con una progettualità di largo respiro. E, comunque, va sottolineato che le manifestazioni legate ad una stagione turistica si dividono in due grandi filoni: da richiamo e da intrattenimento. Le prime, di grande respiro, di livello nazionale ed internazionale, di conclamata originalità, di assoluta valenza culturale e spettacolare vanno collocate ad apertura (aprile-maggiogiugno) o chiusura di stagione (settembre-ottobre-novembre), per dilatare il più possibile il periodo delle vacanze con innegabile vantaggio per le aziende alberghiere e della ristorazione e con una conseguente ricaduta positiva su tutta l’economia, che nel turismo trova il suo punto di forza. Le tradizioni storico-culturali, le ricchezze monumentali, le bellezze paesaggistiche, le specificità enogastronomiche e la vitalità dell’artigianato e del folclore del territorio offrono spunti notevoli per iniziative di forte richiamo e di sicuro successo. Disponiamo di scenari unici ed irripetibili, cornici di grandi emozioni per spettacoli di valenza internazionale da realizzare in collaborazione con la Rai e le televisioni europee. Se altri Paesi disponessero di questi tesori farebbero follie. Sarebbe ora che cominciassimo a volare alto anche noi. E veniamo al secondo tipo di manifestazioni, quelle da intrattenimento, che mirano a rendere il più gradevole possibile la vacanza all’esercito @libero.it dei turisti che affolla le nostre contrade. Anche in questo caso l’improvvisazione non paga. Non è più concepibile che a metà giugno amministratori locali ed operatori economici ignorino su cosa possano contare per un gradevole soggiorno dei loro ospiti. La vacanza si vende con mesi di anticipo ed un calendario certo di manifestazioni assicurerebbe e qualificherebbe l’offerta di località che spesso debbono contare solo sul sole e sul mare,sulla calda ospitalità e sulla ricca e varia gastronomia. Ho parlato di località al plurale in quanto Paestum deve, secondo me, inserire nel proprio calendario di offerta anche le infinite possibilità dei paesi della kora, concordandolo senza stupide sovrapposizioni o, peggio ancora, dannose rivalità, consentendo ai turisti di penetrare dalla costa verso le colline ad animare percorsi di feconda scoperta. Per le manifestazioni di richiamo o grandi eventi che dir si voglia, mi permetto suggerire la rivisitazione delle tradizioni pagane e cristiane, attingendo al cuore della nostra storia. Il culto per le dee e madonne potrebbe rivivere in processioni che reiterino la ritualità delle flautiste che, nella stagione delle florealia (aprilenmaggio), su barche inghirlandate risalivano la corrente del Sele per chiedere la grazia della fecondità al Santuario di Era Argiva, per poi cedere il testimone alle devote cristiane che con le caratteristiche cente, a forma di barca manco a dirlo, scalano la collina del Calpazio per chiedere alla Madonna del Granato grazie di abbondante fecondità per le campagne (il 2 maggio-lo stesso periodo delle florealia in un quasi certo rapporto di continua a pagina 15 La telefonata .. a Sarah Falanga immaginaria Sarah Falanga ha occhi di sorriso ed intelligenza vivace. Ma quel che colpisce di più è la faccia graziosamente irregolare, quasi a mimare le cento maschere del suo gioco creativo di attrice. L’ho conosciuta durante l’estate ed è stato contagio di simpatia. Sostiene, per vezzo o per messaggio paranormale dall’aldilà, di essere stata concepita nelle acque del mare, di Paestum naturalmente, nella gloria del sole o, nel fuoco della luna, tra le colonne del tempio di Nettuno. Vero o falso, si sente poseidoniate e lo ostenta. Ha fatto una scommessa con se stessa e con il territorio: impegna il suo prestigioso curriculum di attrice, cantante e doppiatrice nella neonata Accademia d’Arte Drammatica “Magna Grecia”. Le fa da spalla solida Christian Mirone, entusiasta e determinato quanto lei. Le è compagna d’avventura Sandra Carchidi, una coraggiosa imprenditrice del territorio, decisa ad investire in cultura.. Possono contare su di una numerosa e qualificata squadra di docenti, con esperienza teatrale, televisiva e filmica alle spalle. I corsi sono al nastro di partenza in una sede bella e centrale a Capaccio Scalo (Via Italia). La investo al telefono con un caloroso “In bocca al lupo!” “Ne ho bisogno. E’ un’avventura tanto bella quanto impegnativa. Ce la metterò tutta”. “Non sarà una passeggiata.Te lo dico non per scoraggiarti, ma per motivarti ancora di più, caso mai ce ne fosse bisogno”: “Ah, lo so bene. Ma supererò qualsiasi ostacolo e, alla fine, ne uscirò vincitrice. Ci puoi contare”. “Ma, attenta agli agguati: gelosie, invidie, ripicche, ostruzionismi palesi ed occulti, indifferenza…” “Sono preparata a tutto. Ho spalle solide e volontà di ferro”. “Il territorio ha bisogno, come l’aria, di infrastrutturazione culturale. Ed il tuo ne è un esempio straordinario. Ma il territorio è anche sordo a queste iniziative. E’ più sensibile alle boutiques che espongono capi griffati, ai centri benessere che rassodano muscoli e smaltiscono adipe e agli autosaloni con macchine di grossa cilindrata. Però tu insisti. Un mercato potenziale c’è: nelle scuole e soprattutto nei centri collinari, che sono meno tarati dalle ricchezze facili e di dubbia provenienza e più sensibili alla cultura in tutta la ricca gamma delle sue estrinsecazioni”. “Lo sto sperimentando sulla mia pelle. E, comunque, i primi frutti arrivano e lasciano ben sperare per il futuro”. “So che di recente c’è stata la prima performance teatrale ed è stato un successo”. “Come prima iniziativa sono più che soddisfatta” “Se posso darti un consiglio: per il futuro punta su testi che s’innervano nella storia del territorio. Letteratura, miti, leggende, tradizioni religiose, folclore offrono uno scrigno di tesori, a cui attingere a piene mani. I ragazzi si motivano di più e si esaltano se riscoprono l’orgoglio di identità e di appartenenza. Il segreto del successo è anche in questo: la storia che si fa teatro, lo spettacolo che teatralizza la storia nella reiterazione di un concetto chiave, che fu già dei greci: mimesis tou biou, specchio ed immagine della vita, quella pestana, nel nostro caso, dalle origini ai nostri giorni. Ti guardo, purtroppo solo da lontano, con grande simpatia. Buon Lavoro e Buona Fortuna!” n°39 27 ottobre 2006 LA SETTIMANA Al ristorante “I Cavalieri” di Battipaglia, una buona qualità ad un prezzo onesto “Viaggiando e assaggiando” sono ritornato a Battipaglia, la bella cittadina che potrebbe essere, a giusto titolo, la capitale della Piana del Sele. Pochi sanno che nel 1986 Battipaglia fu segnalata tra i cento comuni di Italia che, per il progresso economico e civile conseguito, avevano contribuito a rendere più grande l'Italia nella storia dei quarant'anni della Repubblica. Una bella soddisfazione. Tornando al “gusto”, la nostra meta gastronomica è stata il ristorante “I Cavalieri”, che ha aperto i battenti circa 4 anni fa. Per raggiungere il posto, arrivando da Paestum, all’inizio della città, invece di prendere la variante che passa vicino allo stadio e va verso l’autostrada, si prosegue diritto per la vecchia strada, dopo meno di 100 metri si gira a destra, ancora 100 metri e sempre sulla destra si trova, ben visibile, il ristorante che è ubicato al pian terreno di una palazzina di tre piani. Appena entrati, dopo aver var- La ricetta Insalata di tonno fresco con pomodorini del piennolo Ingredienti per 4 persone: 200 g di insalata mista - 300 g di pomodorini del piennolo - 16 olive nere – 500 g di filetto di tonno fresco – olio extravergine di oliva Cilento Dop - 4 spicchi d'aglio - sale - pepe - origano Preparazione: Pulire, lavare ed asciugare l'insalata. Spezzettarla e disporla in un piatto. Lavare i pomodorini e tagliarli a metà e snocciolare le olive. Disporre pomodorini ed olive sopra l'insalata. Sciacquare il filetto di tonno sotto acqua corrente e tagliarlo a cubetti di circa un centimetro di lato. Mettere metà olio in una padellina e farvi rosolare gli spicchi d'aglio spellati e leggermente schiacciati con i denti di una forchetta. Quando sarà ben dorato, unire il tonno e farlo rosolare a fiamma vivace. Abbassare la fiamma e far cuocere per 5 minuti circa. A fine cottura aggiungere un pizzico di sale, una grattugiata di pepe ed un pizzico di origano. Condire l'insalata con l'olio ed un pizzico di sale. Disporre il tonno al centro, pepare e servire. Vino consigliato: Fiano Paestum Igt, vendemmia tardiva, Marino, Agropoli. cato il piccolo anti-ingresso, vediamo un camino che, dato la stagione, non è ancora in funzione, oltre a due divani che servono a rendere comoda un’eventuale attesa. A seguire c’è la sala che è elegante e ben arredata in uno stile classico-moderno, dove fanno da cornice una parete rivestita in legno ed adattata a cantina ed un bell’acquario con pesci variopinti. Il tovagliato è di colore giallo-oro, i bicchieri sono quelli adatti a bere vini di qualità, l’illuminazione è quella giusta ed anche il sottofondo musicale è piacevole. In un angolo ci sono le dediche e le foto di personaggi famosi che hanno frequentato il locale, come Gianfranco D’Angelo, Mariella Nava, Vincenzo Salemme e Stefano Masciarelli. C’è veramente una bella atmosfera nonostante in sala ci sia un solo tavolo occupato (come nostra abitudine arrivia- mo sempre un po’ tardino). A riceverci il “patron”, Simone Lauri (nella foto insieme allo chef Gennaro Formisano) che prontamente ci fa accomodare (eravamo in cinque) e portandoci il menu ci chiede se preferiamo acqua gassata o liscia. Cosa che non succede spesso. Dalla lista che comprende 6 antipasti, 9 primi, 6 secondi, 3 contorni e 4 dessert, alcune cose da noi richieste non erano disponibili, come lo spada marinato, i funghi porcini ed il filetto di manzo. Simone si è giustificato dicendo che lavorando unicamente con prodotti freschi a volte capita che non si riesce a trovare tutto. Iniziamo la serata con un centrotavola di crostini, gentilmente offerto, con delle buonissime alici marinate profumate con bacche di pepe rosa. L’antipasto che ho scelto, “Trittico di affumicati con emulsione di aceto balsamico”, era composto da spada, salmone e tonno (molto salato). Peccato che non è stato accompagnato con dei crostini tostati. Come primo mi sono lasciato tentare dalle “Cortecce con vongole e crema di patate”, che tutto sommato erano buone. Eccezionale invece, sia in qualità che in quantità, la tagliata di manzo su letto di rucola ed aceto balsamico. Successivamente abbiamo chiesto il solito formaggio, per terminare il vino, ma siamo rimasti delusi: non ce n’era. Abbiamo rimediato con un tortino al cioccolato ed uno alla nocciola che hanno chiuso, in tutti i casi, una piacevole serata. Dalla lista dei vini, dove in prevalenza c’erano quasi tutte le etichette della Feudi di San Gregorio e di Struzziero, noi abbiamo bevuto il Roseto 2005, Fiano di Avellino Docg di Struzziero che si è confermato un ottimo bianco e un Selve di Luoti 1998, Taurasi Docg della Feudi che, dato la sua nomea per la qualità, non ha bisogno di commenti. In 5 abbiamo pagato 216,70 euro, che, se togliamo il vino, diventano 150: in pratica 30 euro a persona vini esclusi. Niente da dire: onestissimo. Ristorante I Cavalieri, Via Bosco I°, 40 - 84091Battipaglia (SA). Tel. 0828.614223. Chiuso il martedì. Voto 74/100 Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola da pagina 14 Giuseppe Liuccio [email protected] In Redazione Vincenzo Cuoco, Enza Marandino Le manifestazioni del turismo continuità). La lampadodromia è una bella iniziativa che riscopre una pagina di storia religiosa greca. Ho avuto modo di suggerire, in un articolo pubblicato su questo giornale nel luglio scorso, e reitero l’idea, che l’iniziativa va estesa a tutti i paesi della kora pestana per farne una festa, che duri una settimana e più, in cui si esalti e si recuperi l’orgoglio di identità e di appartenenza ad accoglienza entusiasta di atleti/tedofori e a veglia del sacro tripode con manifestazioni diversificate paese per paese. I giovani dell’Associazione “Evoè” hanno dato vita, nel maggio scorso, a “Mythos:l’anima dei luoghi-festival della cultura classica”, una manifestazione di grande spessore culturale da potenziare ed esaltare, con concrete forme di sostegno per chi spende risorse personali e, quel che più conta, intelligenza ed inventiva nell’interesse del territorio. Ecco tre esempi, ma ovviamente non sono i soli, su cui puntare per una stagione di grandi eventi non posticci e frutto amaro (se non addirittura avvelenato) di colonizzatori famelici e senza scrupoli, estranei, comunque, all’anima più vera del territorio. Segreteria di Redazione Gina Chiacchiaro Tiratura: 5000 copie Grafica ed Impaginazione Grafica fBasile Designer grafico Stampa Grafiche Letizia - Capaccio (Sa) Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n.119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 20,00 Euro Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s.r.l. 15