Papy quotidiani Eboli gelosa... Gli Alburni e il festival L`eredità del
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Papy quotidiani Eboli gelosa... Gli Alburni e il festival L`eredità del
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it € 1, 00 Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€ IL CALCIO L’INTERVISTA di Oreste Mottola Gli Alburni e il festival IL CALPAZIO TORNA A VINCERE ORLOTTI PRESIDENTE PROVINCIALE DEGLI AGRICOLTORI QUAGLIA A PAG. 4 Gli Alburni cantano a San Remo? L’indignazione corsa attraverso Facebook? L’articolo su “Unico” ha una grande eco? Le reazioni? Sentite qui: “Ondate di amici a telefonarmi per chiedermi come e se avevo visto la farfalla di Belen”. Liquida tutto così, con un sorriso, Biagio Marino, presidente della comunità montana degli Alburni. “Belen l’ho vista sì, ma dalla tv di casa mia, a Ottati”. Ma al festival allora chi c’è stato? “Potrei dire nessuno, perché i nostri tre incaricati sono stati a un evento che si CONTINUA A PAGINA CAPACCIO CAPO A PAG. 7 Anno XIV n° 08 del 03 Marzo 2012 ROCCADASPIDE VIAGGIO NEI REPARTI DELL’OSPEDALE PAZZANESE A PAG. 14 ARTICOLO A PAG. 6 12 LA REPLICA di Aradia Apolito L’eredità del professore Di Lascio Mi vedo costretta, mio malgrado, ad esprimere dissenso su alcune modalità di apertura della prossima campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Capaccio e a diffidare chiunque utilizzi i pensieri, le idee ed il programma elettorale di mio marito, il Prof. Luigi Di Lascio, in maniera strumentale. Per quanto mi sforzi, mi riesce molto difficile credere che solo ora, a distanza di cinque anni, qualCONTINUA A PAGINA 6 GENNARO DE CARO VISTO DA PAOLA PAOLINO ARTICOLO A PAG. 18 ELEZIONI CAPACCIO Gennaro De Caro scommette sull’aggregazione dei fuori dal “coro” VIETATO L’INGRESSO NELLA VECCHIA ROSCIGNO ABBANDONATA BATTIPAGLIA EBOLI di Ernesto Giacomino di Francesco Faenza Papy quotidiani Eboli gelosa... “La mia famiglia non ha bisogno di Paolo assessore per mettere il piatto a tavola”. Parole del consigliere Pino Cuozzo, all’indomani della bolgia scatenatasi nell’ultimo Consiglio Comunale, il primo in cui il figlio Paolo sedeva in qualità di assessore alle politiche giovanili. Bolgia, peraltro, che passerà alla storia come “il lancio dei segnaposto”, divenuto di colpo simbolo e feticcio del dissenso. Un omicido efferato, un risveglio amaro, una botta all'umore e alle tasche di chi lavora. L'omicidio Ricci è stato un terremoto nel centro storico. Il quartiere non è più sicuro? Ma no, è solo una vendetta, una spedizione punitiva, una reazione omicida per gelosia. Questo si è capito e poi? Dopo due giorni di circo televisivo, le telecamere sono andate via, nel centro storico si è tornato a vivere come in tutti i giorni. Tra le CONTINUA A PAGINA 20 CONTINUA A PAGINA 18 2 N° 08 03 Marzo 2012 Attualità CAPACCIO. Alcune domande sul programma di Voza Non vedo nessun segnale di reale cambiamento DALLA PRIMA ITALO VOZA (Aurelio Di Matteo). Poco importa se il Programma del dottor Voza sia stato copiato. Io aggiungerei: peccato che non lo sia del tutto! Sarebbe stata una felice condivisione di un’immagine di Capaccio disegnata da chi non aveva nessun’altra finalità se non un radicale cambiamento di gestione e di obiettivi. Ci siamo posti preliminar- mente questa domanda: che cosa resta al lettore dopo il profluvio di parole snocciolate per circa quaranta cartelle? Una vuota e retorica istanza di cambiamento, che si è ritrovata e si ritrova in ogni programma elettorale, senza adombrare una sola soluzione concreta ai veri problemi di Capaccio. S’inizia con i soliti dieci “comandamenti” di generiche pie intenzioni e con l’affanno del lettore si prosegue e si termina dopo una lunga lista della lavandaia fatta di tutto all’apparenza, ma in concreto di niente. Ma anche quest’aspetto è cosa secondaria. Dello stile e dell’impostazione ognuno sceglie secondo i propri gusti. E si sa che dei gusti non si discute, perché sono affare soggettivo affidato a valutazione simpatetica. Gli è che dopo tante parole non s’intravedono intenti dirimenti né soluzioni concrete. Con quali modalità, mezzi e risorse s’intende far fronte alle urgenze che la grave condizione finanziaria del bilancio (qualche decina di milioni di deficit?) pone ai nuovi amministratori? O, magari, si spera che in questi ultimi mesi ci pensi il Commissario con interventi da lacrime e sangue? Sarebbe stato opportuno, per dare contezza ai cittadini, che fossero state indicate chiare soluzioni, se non altro per evitare che la lunga lista dei propositi, soprattutto relativi a un prefigurato ampliamento della pianta organica, diventasse libro dei sogni e specchietto per le allodole per qualche giovane. E fa meraviglia che nessuna in- dicazione venga nemmeno dai molti candidati che appoggiano il dottor Voza e che in questi cinque anni sono stati critici nei confronti dell’uscente amministrazione proprio su questo punto. Sarebbe stato opportuno, se non proprio necessario, dire qualcosa anche sulla sorte del PUC. Tra i supporter del dottor Voza ci sono, tra gli altri che furono fortemente critici, un ex assessore dimessosi proprio al momento dell’approvazione dello strumento di pianificazione, che opera proprio all’interno della zona soggetta al regime della legge 220/57 “Zanotti Bianco” e l’uscente presidente del Consiglio il quale ebbe a dire che “La proposta di PUC, buona per pochi, naCONTINUA A PAG. 17 L’ANGOLO DELL’INFORMATICO iCilento, una finestra aperta sul mondo Il turismo è una delle risorse più importanti del nostro territorio, capace di attirare ogni anno migliaia di persone da ogni parte del mondo. Alberghi, ristoranti e attività commerciali in generale hanno capito che il modo migliore per farsi conoscere nel resto d’Italia e all’estero è quello di trovare canali pubblicitari moderni, quali siti internet sempre aggiornati e pubblicità sui social network come Facebook. Da qualche anno, però, c’è un nuovo strumento che viene utilizzato dalla maggior parte delle persone e dei potenziali turisti: lo smartphone. Che sia un iPhone o un telefono Android, oggi giorno milioni di utenti utilizzano uno smartphone, che il più delle volte va a sostituire anche i computer portatili. Per un’attività turistica diventa quindi importante poter accedere con facilità anche alle piattaforme smartphone, ma non sempre questo è facile ed economico. Fortunatamente, c’è chi ha pensato di creare una vera e propria finestra sul mondo che si apre dalla stanza del Cilento: la software house Bitdrome di Agropoli ha infatti sviluppato l’applicazione iCilento, con lo scopo di dare a tutti gli esercenti la possibilità di entrare negli smartphone di milioni di persone in tutto il mondo. iCliento è infatti un’applicazione che dà la possibilità ad ogni attività commerciale di avere una scheda personalizzata, con foto, informazioni e itinerario (con tanto di navigazione satellitare) per raggiungere il luogo desiderato. Chiunque sia interessato a visitare le nostre zone potrà quindi scaricare gratuitamente iCilento sul proprio smartphone e sapere instantaneamente quali ristoranti, alberghi, agriturismo e attività commerciali in generale vi sono nelle nostre zone, con foto e soprattutto con l’itinarario preciso per raggiungerli. Ma c’è di più: l’applicazione dà anche la possibilità, per tutti coloro che decidessero di farne parte, di pubblicare le news su particolari eventi che vengono organizzati, in modo tale che chiunque abbia installato l’app possa esserne immediatamente informato con un apposito messaggino. Una soluzione molto importante, non solo per chi gestisce un’attività turistica, ma anche per Comuni e Pro Loco che volessero far conoscere gli eventi turistici locali a milioni di persone. Con un click. Giuseppe Migliorino Cultura N° 08 03 Marzo 2012 3 “La rivoluzione” di Carlo Pisacane riproposta dall’editore Giuseppe Galzerano Il volto sconosciuto del più importante rivoluzionario del sud Da quando Luigi Mercantni ne rievocò l'impresa in versi semplici ma efficaci "il bel capitano dagli occhi azurri e dai capelli d'oro" ha popolato l'immaginario collettivo di tutte le generazioni, che da un secolo e mezzo hanno appreso sui banchi di scuola "La spigolatrice di Sapri",l' hanno imparata a memoria e recitata sui palcoscenici improvvisati negli spettacoli di fine anno. E Carlo Pisacane è entrato di diritto nel pantheon degli eroi, che hanno fatto il Risorgimento Italiano. Nel corso del 150° dell'Unità il suo nome e le sue gesta eroiche sono state rievocate in lungo e in largo nelle regioni d'Italia, ma soprattutto nel Cilento, dove in un ansa bellissima di mare sbarcò con i suoi "trecento giovani e forti" con la speranza/illusione di sollevare le popolazioni, sfruttate ed angariate dai baroni, per una "rivoluzione", in nome della libertà e della giustizia contro i Borbone, che governavano il Regno di Napoli". E quel nome è caro e quasi sacro alle coscienze dei cittadini del Cilento, che nel corso dei decenni si sono documentati su vita, scritti ed attività dell'eroe rivoluzionario. E non c'è famiglia cilentana che non conservi gelosamente qualche pubblicazione sul tema; anche perchè vi ha provveduto l'editore Giuseppe Galzerano con una sezione del suo catalogo "Atti e memorie di popolo".Lo ha fatto per una motivata scelta editoriale tesa a recuperare ed esaltare episodi noti e meno noti del Cilento, che è la terra dove l'editore risiede ed opera(Caslavelino Scalo tel.097462o28), ma anche per una formazione culturale e politica che va nella direzione della valorizzazione degli atti in difesa dei sacrosanti ed elementari principi di Giustizia e Libertà.Risponde a questa logica editoriale, culturale e politica la 2^ edizione de "La Rivoluzione" , che riscopre il Pisacane, teorico delle arti militari ma soprattutto pensatore politico convinto assertore dei principi e degli ideali del socialismo.L'edizione è quella curata da Aldo Romano nel 1957.Si avvale, però, di una bella, documentata, lunga introduzione firmata dallo stesso editore Galzerano, che si conferma storico tanto rigoroso quanto appassionato. L'intento è esplicitamete dichiarato" L'opera di Carlo Pisacane La Rivoluzione va letta per scoprirne-ancora oggi- il fascino e l'attualità. Affronta, con una coinvolgente tensione politica e umana, problemi ed aspetti legati al progresso sociale e alla rivoluzione, che per Pisacane-come testimoniò con la sua vita-è l'unico irrinunziabile strumento per cambiare e migliorare l'Italia e il mondo, per garantire la felicità dei popoli e per rovesciare la società divisa in scorticati e scorticatori. La rivoluzione non significa cambiatre un re o un ministro, ma abbattere l'istituto monarchico e modificare profondamente i rapporti sociali, eliminare lo sfruttamento, riconoscere a tutti la libertà e la dignità", come scrive l'editore/storico. Ed è proprio la introduzione il meglio di questa II^ edizione di questo interessante testo del noto rivoluzionario. Galzerano indaga con scrupolo sulla vita dell'eroe da quando, uscito con il grado di tenente dall'Accademia della "Nunziatella" a Napoli, si fece notare, e perseguire , per un tenore di vita piuttosto disordinato sul piano privato e decisamente irregolare e, per la polizia borbonica,pericoloso sul piano pubblico: Si accorse di essere sotto osservazione e per non incorrere nei rigori della giustizia borbonica repressiva lasciò di fretta la città e girovagò in lungo e in largo tra la Lombardia, la Liguria ed il Piemonte-Furono anni di formazione politica e culturale attraverso incontri con ideologi e rivoluzionari, tra cui Cattaneo, Mazzini e lo stesso Garibaldi. Conobbe anche molti esuli cilentani, che avevano partecipato alle rivoluzioni del 1828 e del 1848. E non è da escludere che la decisione della Spedizione di Sapri tragga le motivazioni proprio da quelle discussioni. In un decennio ricco di conoscenze, di incontri e di amicizie fu ripetutamente a Parigi, a Londra, a Lugano e strinse rapporti con intellettuali e rivoluzionari di mezza Europa. Galzerano rivela avvenimenti e racconta aneddoti in parte sconosciuti per scavare nel profondo della formazione dell'ideologo e rivoluzionario Pisacane. Altrettanto scrupolosa e rigorosa è la ricostruzione dei giorni della "spedizione" rivoluzionaria, a partire dall'imbarco a Genova sul piroscafo "Cagliari" la sera del 25 giugno del 1857, in cui il "possidente". Pisacane,"l'avvocato" Nicotera, il "signor Giuseppe Capatti", falso nome del giovanissimo Falcone e molti altri che si imbarcarono alla spicciolata sotto falso nome, fingendosi di non conoscersi, sequestrarono il piroscafo, lo dirottarono verso Ponza, liberarono i detenuti politici rinchiusi nel carcere isolano e fecero rotta verso Sapri, dove sbarcarono la sera del 28 giugno in località Oliveto a circa 1500 metri fuori dal porto della città. Le tappe successive sono meticolosamente narrate con partecipazione emotiva come in una sequenza da film: la presa di Sapri senza che vi fosse nè resistenza ostile nè adesione entusiastica, il viaggio su per i paesi che arabescavano ed arabescano le colline del Golfo di Policastro, l'ingresso piuttosto festoso a Torraca, la cena alla taverna del Fortino, dove un oste amico, Vincenzo Cioffi, non si risparmiò in ospitalità, la partenza l'indomani per Casalbuono diretti a Padula, per raggiungere Auletta dove congiungersi con i tivoluzionari provenienti dai paesi del Cilento costiero e insieme raggiungere Eboli e di là marciare su Salerno. Le cose andarono diversamente: a Padula furono fermati e decimati dall'esercito borbonico e furono costretti a ripiegare su Buonabitacolo e di lì stremati ed affamati nei boschi presso Sanza. Galzerano ricostruisce questa marcia e conseguenti arretramenti attraverso i territori del Cilento interno con dovizia di particolari in cui sono riportati i nomi dei luoghi e dei protagonisti degli avvenimenti, fino all'eccidio di Sanza, dove furono barbaramente trucidati Carlo Pisacane e molti dei suoi compagni. Era il 2 luglio del 1857. Un cippo di pietra ai “MARMI PIETRE E MATERIALI RICOMPOSTI NELLE NUOVE ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA” S. S 18 Km 91, 150 > 84047 Capaccio Paestum (Sa) tel +39 0828 723617 > fax +39 0828 723618 www. marmisacco. it > info@marmisacco. it CARLO PISACANE margini di una strada di campagna ricorda pietosamente il barbaro evento. E, pur nel silenzio assorto delle colline che scivolano con uliveti e vigneti verso la vallata dei Bussento, sembra che l'eco riproponga i versi di un canto nella sonorità del dialetto:"Povero Pisacane/venuto ra luntano/ne vulìa rà na mano/ne vulìa liberà/. Nsiem'a tanta cumpagni/àno alluccato forte/ "A li patruni morte/Viva la lbertà"/E mò sò muori accisi/scannati tuttri quanti/ e nui ra oi nnanti/avimo ra penà:/Povero Pisacane......." Ripeto che questa è la parte migliore della pubblicazione e che un territorio legato alla sua memoria storica potrebbe e dovrebbe farne una teatralizzazione di massa innanzitutto per riscoprire ed esaltare un periodo eroico della propria storia, ma anche per qualificare ed arricchire l'offerta culturale di una zona che ha legittime ambizioni di protagonismo tuiristico. Lo si è fatto, con ottimi risultati, altrove, non vedo perchè nel Cilento no.Una cosa mi sento di consigliare: un libro del genere non può assolutamente mancare nelle case dei Salernitani e dei Cilentani, soprattutto. E'sufficiente una email o una telefonata a Galzerano Editore(Tel.097462028) per averlo. Giuseppe Liuccio 4 N° 08 03 Marzo 2012 Capaccio LO SPORT. IL Calpazio torna a vincere Dario Costantino squalificato e calunniato Settimana di sorprese per il calcio locale. Notizia che fa scalpore, il ritorno alla vittoria, e che vittoria, della Calpazio sul difficile campo del Faiano, in Eccellenza. Secco zero a tre e collinari che ritornano a fare punti importanti. In Promozione il Capaccio Paestum bissa il tre a zero fatto fuori casa, stavolta battendo il mediocre Bellizzi tra le mura amiche. Per l’Herajon in Prima categoria invece, arriva un pareggio fuori casa. In quel di Camerota, uno a uno e tafferugli finali da parte dei tifosi locali. Altra sorpresa in Seconda categoria con la vittoria dell’ASD Cafasso che era rimasta all’asciutto da molto. Forse i frutti del nuovo allenatore iniziano a intravedersi. Zero a uno a Olevano. Sempre nello stesso girone, sconfitta per l’A.I.C.S. Poseidon, secco tre a zero in casa della corazzata Olimpia Battipaglia. In Terza categoria perde la propria imbattibilità stagionale il Real Laura. Quattro a zero ma dinanzi c’era l’aliena Aquilotto Cavese, con i laurensi che riescono a detenere almeno il record di essere la squadra che ha subito meno gol nel fortino cavese. Nei tre derby in programma invece, vittorie per il Cafasso 100% sull’ASD Borgonuovo per due reti a zero, vittoria anche per il Capaccio Capoluogo sul Real Cascina, uno a tre, e per il Vuccolo Maiorano con il risultato di tre a due sul Galaxy Gromola. LA PARTITA: C’è il derby di Terza categoria, in realtà ve ne sono molti, ma quello tra Cafasso 100% e ASD Borgo- nuovo ha un sapore particolare. Potremmo definirlo un “classico”, sia per la vicinanza dei paesi in gioco, sia per gli uomini a giocarlo, tuttavia è il primo anno che avviene tutto questo. Partita subito in salita per i ragazzi del Borgonuovo, con la rete di Pagano dopo soli pochi minuti a portare in vantaggio il Cafasso. Partita che diventa interessante, con il Borgonuovo che crea occasioni per pareggiare ma non riesce a trovare il gol. Nei minuti finali poi, il solito Paolino ipoteca la vittoria per il Cafasso 100% in questo che potrebbe diventare un derby di spicco per la categoria. L’EPISODIO: Quello che voglio raccontarvi è un episodio strano, parla di un errore, ma non un passaggio sbagliato, un tiro fuori o una papera di qualche portiere. E’ l’errore di un arbitro, che non è la solita svista che mette la tua squadra in una condizione di svantaggio o vantaggio. E’ un errore che è costato caro ai due protagonisti, con una squalifica fino a giugno 2012 e la calunnia dovuta alla notizia diffusa dalla stampa. La partita in questione è Fonte 2010 contro il Real Cascina, giocata il 18 febbraio scorso, gara valida per il campionato di terza categoria girone C. L’incontro era terminato con il risultato di tre a uno per i padroni di casa, ma nei pressi degli spogliatoi a fine gara, qualcuno accusa l’arbitro di essere poco competente. Il giudice di gara in questione, Francesco Cardone della sezione di Agropoli, nelle parole LA SQUADRA DEL VUCCOLO MAIORANO generali, accusa ingiustamente, riportando sul referto di gara, i signori Costantino Dario e Gregorio Roberto, rei di aver minacciato e ingiuriato appunto il direttore di gara. Sentenza pesante con i mesi di squalifica, ma soprattutto le conseguenze del caso con i nomi dei due riportati dagli organi d’informazione. Uno dei due atleti, Dario Costantino ha subito presentato ricorso e ha denunciato inoltre per calunnie/diffamazione l’arbitro Cardone, perché tutto ci ha sicuramente leso l’immagine personale di una persona che tra l’altro pratica questo sport per puro e semplice divertimento. Un episodio come abbiamo detto prima abbastanza strano, perché di solito sono gli arbitri a denunciare i calciatori e sempre gli essi sono vittime di fatti d’ingiustizie e cattiverie. Speriamo solo che la federazione accolga il ricorso annullando la squalifica dando la possibilità ai calciatori citati di ritornare al divertimento. IL PROTAGONISTA: Protagonista di giornata è il portiere del Vuccolo Maiorano, Armando Nappi. Il ragazzo è stato un vero eroe parando il rigore del possibile pareggio al calciatore del Galaxy Gromola, nel derby vinto dai suoi per tre reti a due. Il Vuccolo Maiorano è una delle migliori difese con diciotto reti subite ed effettuando una cavalcata vincente ha raggiunto il terzo posto a pari punti con Real Laura e Tempalta. Tutto ciò è stato possibile anche grazie agli interventi prodigiosi del suo portiere. RISULTATI ECCELLENZA girone B Faiano – Calpazio 0 – 3 PROMOZIONE girone D Capaccio Paestum – Bellizzi 3 – 0 PRIMA CATEGORIA girone H Futura Camerota – Herajon 1 – 1 SECONDA CATEGORIA girone P Olevanese Ariano – ASD Cafasso 0 – 1 Olimpia Battipaglia – A.I.C.S. Poseidon 3 – 0 TERZA CATEGORIA girone C Aquilotto Cavese – Real Laura 4 – 0 Cafasso 100% - ASD Borgonuovo 2 – 0 Real Cascina – Capaccio Capoluogo 1 – 3 Vuccolo Maiorano – Galaxy Gromola 3 - 2 Pasquale Quaglia Capaccio L’ARCO DI ULISSE DI OSCAR NICODEMO Cosentino, ti ucciderò io! Il sistema protegge Nicola Cosentino, parlamentare camorrista, e afferma ciò che i maggiori giornali del Paese tacciono: siamo nelle mani di una struttura perversa, messa in piedi da mafia, camorra, massoneria e chiesa. La politica non esiste più, ma nessuno ne parla e ne scrive, essendo tutti i fini pensatori troppo impegnati a raccontare fatti, vicende e risvolti che distolgono l'attenzione dai problemi reali del paese e di chi lo popola. Le vicende sventurate della nave da crociera “Concordia”, più di un mese fa, spazzarono via la notizia che raccontava di un Parlamento schierato a favore della malavita. E Schettino, sulle prime pagine, prese il posto di Cosentino, come criminale: un campano per un altro, da dare in pasto alle belve che seguono accanite i telegiornali. Le schifezze commesse in serie dalla classe dirigente sono tante e tali da non poter par- lare neanche di corruzione delle istituzioni, in quanto gli uomini di Stato non agiscono in nome e per conto di interessi malavitosi, ma sono, loro stessi, da considerarsi pedine fondamentali di un'organizzazione di stampo delinquenziale. Lo Stato si è fatto mafia e camorra, praticando l'illegalità e la criminalità. Pare chiaro abbastanza che non possa auto-processarsi. Definito da tutti un "partito azienda", come se perseguisse, esclusivamente e lecitamente, l'interesse del suo capo, il Pdl non è mai stato indicato, con decisione e avvedutezza, come un veicolo istituzionale di grande importanza strategica per mafiosi e camorristi, pronti a corrompere chiunque e ad acquistare anche il consenso di chi tiene ad essere considerato virtuoso: leghisti e radicali dovrebbero saperne qualcosa. E quando costoro non possono comprare il consenso di chi, mi- serabilmente, gli si oppone per mestiere, ne comprano il silenzio. Pertanto, lo Stato, nell'ambito del suo esecutivo, andrebbe considerato come parte integrante di un modello di potere, illegittimo e immorale, che alimenta un'organizzazione che sovrintende alle sue funzioni. I partiti politici della nazione, dunque, costituirebbero nient’altro che il mezzo per garantire un regime di falsa democrazia, attraverso la quale esercitare il potere dei clan di privilegio a discapito della moltitudine. Immagini e foto raccontarono di parlamentari festanti che fecero quadrato intorno all'ex sottosegretario Cosentino, abbracciandolo e baciandolo in segno di vittoria. Vittoria su chi e che cosa? Vittoria sul popolo, nemico da sempre e per disposizione (in)naturale delle cose. Vittoria sulla sobrietà, lealtà e sofferenza di chi, sgomento, assiste incredulo a tanta assurda balordaggine, seduta impunemente su un trono. Decretando l'invulnerabilità del deputato casertano, affiliato ai casalesi , il Parlamento ha ristretto drasticamente la via democratica della protesta popolare. Ora, sembra davvero difficile confidare nella LUTTO CACECI. N° 08 03 Marzo 2012 5 IL MARESCIALLO Mite, comprensivo e amabile Improvvisa scomparsa di Nicolò Caceci. Un uomo e una vita dedicata alle due famiglie in cui si é identificato: l'Arma dei carabinieri e la moglie con i due figli. Chi lo ha conosciuto e visto agire nei due ambiti lo ricorda come una persona attenta a tutti e a tutto. C'era un uomo mite sotto la scorza da burbero con cui si presentava agli altri. C'era un uomo comprensivo oltre la divisa di ufficiale dei carabinieri. C'era un uomo amabile nell’esercitare la responsabilità di marito e padre. Con amici e conoscenti manteneva il distacco che é proprio dei timidi, ma quello che tradiva l'animo gentile era il sorriso che si lasciava sfuggire nei momenti di relax con amici e parenti. Sarà difficile dimenticarlo per chi lo ha conosciuto in occasioni pubbliche e private. Lo sarà ancora di più legalità per tentare di rovesciare lo status quo. Risulta oltremodo lampante che tempo per il disgusto e lo scoramento non ne rimane. Occorre che il silenzio degli onesti si trasformi in rumore assordante e che, in coscienza, ci si senta tutti potenziali ed ideali "assassini" per i figli, Cristian e Giuseppe, che ha saputo guidare alla maturità personale e professionale in modo encomiabile. Per Maria, moglie e compagna di una vita, sarà impossibile riempire il vuoto che lascia nella sua famiglia, certamente saprà assumere su di sé l'onere di svolgere anche la sua parte. Così lo sentirà accanto come sempre. Non le sarà difficile vista la vita in simbiosi che hanno condiviso. Bartolo Scandizzo del criminale Cosentino. Diversamente, ci si dovrebbe rassegnare ad essere sottoposti ad un sistema brevettato per il solo gretto e buffo trionfo della mediocrità, sorretta a dovere da padrini, cardinali e maestri venerabili. 6 N° 08 03 Marzo 2012 Capaccio PRESENTAZIONE PUBBLICA PER GENNARO DE CARO. “Un patto per il paese, superando destra e sinistra” Il cambiamento vero e l’onestà, contro chi urla L’incipit è di Oscar Nicodemo: «Non siamo un raggruppamento che ama i fronzoli, lavoreremo con concretezza ed impegno». Il quadriumviro d’esperienza che lavora al nuovo programma e alle liste c’è già ed è d’esperienza: Giuseppe D’Amico, Pietro De Rosa, Lucido Di Gregorio e Matteo Pepe. Il già citato NicoPASQUALE MARINO 8,7% (+0,5) GENNARO DE CARO 44,7% (+0,7) demo e Giovanni Monzo rappresentano la generazione intermedia. Crescono i giovani: si va da Cristian Iannone a Antonio Maffeo, da Claudia Ruggiero a Angelo Cavallo. C’è stata una buona partecipazione di cittadini alla presentazione di Gennaro De Caro, candidato a sindaco per Capaccio Paestum. La sede di Città Futura, che ha ospitato la manifestazione, non NUNZIO DANIELE 6,2% (+0,2) MAURO GNAZZO 2,5% (+0,3) è riuscita ad contenere gli oltre 100 cittadini accorsi ad ascoltare gli interventi di De Caro e dei suoi sostenitori: giovani, professionisti, rappresentati della società civile e dei partiti politici. De Caro è ancora al lavoro e fa sapere di voler rinunciare ad avere simboli di partito. Intanto continua il fitto lavorio per avere anche una lista di uomini di provenienza di centrodestra. Tra il pubblico si sono registrate significative presenze di rappresentati del mondo della scuola e delle professioni. E’ stata la qualità dei partecipanti, e gli interventi fatti, a soddisfare gli organizzatori. In particolare si sono registrati gli interventi della laureanda in chimica e volontaria del 118 di Capaccio, Claudia Ruggiero e del 18enne, neo segretario dei Giovani Democratici di Capaccio, Antonio Maffeo, che hanno affermato l’esigenza dei giovani di partecipare CONTINUA A PAG. 19 Il dato tra parentesi, accanto alla percentuale, indica la variazione sui dati della settimana scorsa. Ovviamente si può continuare a votare sul sito www. unicosettimanale. it, in basso a sinistra. ITALO VOZA 23,6% (-0,4) ENZO SICA 11,8 % (-0,9) MIMMO NESE 2,5% (+0,3) L’eredità politica e culturale di Di Lascio La famiglia: “I capaccesi sapranno valutare e distinguere” DALLA PRIMA cuno si accorga della validità del programma elettorale di Gigino al punto tale da imitarlo o addirittura in parte copiarlo senza, tra l'altro, dichiarare esplicitamente la fonte laddove vengono fatte delle vere e proprio citazioni o ne vengono riproposte integralmente delle parti. Se la ‘riscoperta’ del programma politico stilato da Gigino avviene dopo cinque anni vuol dire che si è stati molto poco attenti alle novità sostanziali della campagna elettorale del 2007. Il che è strano per un politico che, invece, per definizione dovrebbe avere uno sguardo rivolto ai cambiamenti che si verificano nella realtà del proprio paese. Se, invece, si tratta di una constatazione avvenuta già nel 2007, un politico che di- chiara di ‘condividere’ quel programma elettorale al punto da farlo ora in parte suo, avrebbe dovuto sostenerlo e appoggiarlo anche a suo tempo, perché la politica si esercita per il bene del paese e non per accrescere il proprio prestigio personale. Se, come ultima ipotesi, l'apprezzamento fosse maturato nel corso di questi cinque anni, voglio ricordare che il Movimento Politico-Culturale ‘Città Futura’, ideato e voluto da mio marito e sostenuto in questi anni soprattutto dall'impegno costante di Matteo Pepe, ha dato ampia possibilità di intervento e partecipazione a chiunque avesse voluto studiare, approfondire, ampliare e sostenere il Programma di Gigino. Ma, eccetto la partecipazione iniziale di alcune persone, c'è stato il nulla. Ora ci si risveglia dal letargo! Inoltre, quanta poca creatività, quanta poca attenzione alla realtà che ci circonda. Posso dire con certezza che se mio marito fosse in vita oggi e avesse deciso di prendere parte in qualunque forma alla presente campagna elettorale avrebbe aggiornato, arricchito e ridefinito quel suo stesso programma: non si può, a distanza di cinque anni, ripresentare lo stesso immutato programma elettorale, per il semplice motivo che il territorio di Capaccio, come ogni altro luogo, si evolve e cambia nel tempo, richiedendo quindi nuove riflessioni e proposte di lavoro. E invece mi sembra che Gigino, da un mondo dove non esistono sindaci e consiglieri ma solo il rendiconto delle nostre azioni, sia ancora ‘protagonista’ di queste prossime elezioni. Ma voglio sottolineare che i consensi che Gigino ha ricevuto nel 2007 furono dovuti non solo ad un programma elettorale per quanto ricordo scritto di suo pugno e senza precedenti, ma soprattutto al tipo di persona che lui era, alla sua onestà e umiltà, alla sua capacità di intervenire nel reale e alla certezza che egli avrebbe fatto del suo meglio per realizzare quanto previsto nel suo programma. Sono certa, però, che i cittadini di Capaccio hanno intelligenza sufficiente per valutare e distinguere, anche se molti di loro non dichiarano apertamente il proprio pensiero. Voglio approfittare di questo breve intervento per esprimere, unitamente alle mie figlie e a mia cognata, profonda gratitudine a tutte quelle persone che, senza alcun tornaconto personale, continuano a ricordare Gigino con sincero affetto, e continuano ad esprimere apprezzamenti e riconoscimenti per quello che egli è stato non solo come politico e studioso ma anche e soprattutto come persona. Una persona animata da spirito francescano che traduceva le sue idee politiche e sociali in uno stile di vita e in scelte e comportamenti quotidiani improntati ad un forte senso di umanità e giustizia. Queste persone hanno dato e continuano a dare forza e conforto a me e alle mie figlie. Aradia Apolito Capaccio N° 08 03 Marzo 2012 7 Importante riconoscimento per lìex assessore e agricoltore di Spinazzo Orlotti presidente provinciale degli agricoltori salernitani La Confederazione Italiana Agricoltori di Salerno ha un nuovo presidente. Nel corso dell’assemblea elettiva provinciale che si è tenuta sabato 25 febbraio scorso, presso l’agriturismo “Il Fontanone” a San Cipriano Picentino, è stato eletto con una grande maggioranza Antonio Orlotti (nella foto), 46 anni, noto imprenditore agricolo di Capaccio Paestum impegnato nel settore zootecnico, nella Cia fin dal 2000 e presidente della Cooperativa "Paestum" e della cooperativa “Dalla Terra alla Tavola” per la vendita diretta dei prodotti. Orlotti ha ottenuto 32 voti a favore su 41 votanti (due gli astenuti), mentre 9 voti sono andati all’altro candidato alla presidenza Ivan Peluso titolare di un azienda vivaistica. Sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi, il Coordinatore della Giunta nazionale Cia Alberto Giobetti, il direttore regionale Cia Mario Grasso. Orlotti sostituisce alla guida della Cia di Salerno Domenico Oliva che ha rassegnato le dimissioni, insieme alla Giunta provinciale, (come già annunciato nel 2010) prima della scadenza naturale del mandato per accelerare il processo di autoriforma della Confederazione che prevede che il ruolo di massima rappresentanza sia affidato ad un imprenditore agricolo. A presiedere i lavori il presidente uscente Domenico Oliva, che è stato designato a ricoprire la carica di direttore della Cia di Salerno. L’elezione di Orlotti è l’ultimo atto di un serrato confronto avvenuto nelle assemblee di zona dove i candidati hanno esposto programmi e strategie per il futuro. “Si apre una seconda fase per la Cia Salerno, dobbiamo pensare ad azioni tese a dare nuovo slancio e vigore all’organizzazione per diventare ancora più forti. Aumentando il numero degli iscritti e la partecipazione degli imprenditori agricoli alla vita dell’organizzazione, per diventare attori principali nella determinazione delle politi- che agricole sul territorio”, ha affermato nel suo primo discorso il neo presidente Tonino Orlotti. "Nonostante il momento critico per la nostra agricoltura - ha proseguito - passando in rassegna le problematiche relative ai diversi comparti, dal settore zootecnico a quello ortofrutticolo, che vive una crisi profonda”. Antonio Orlotti si è tuttavia dichiarato ottimista sulle possibilità di rilancio del comparto agricolo, assegnando una missionimportante alla confederazione nella valorizzazione delle produzioni di eccellenza, nello sviluppo della qualità dei prodotti, nella vendita diretta e nella diversificazione e certificazione dei prodotti. Da molti anni, la Cia di Salerno è impegnata nella battaglia contro la filiera lunga e il peso crescente e fagocitante della grande distribuzione. La filiera lunga è uno dei problemi più gravi e urgenti che l’agricoltore si trova ad affrontare. Il neopresidente della Cia ha parlato a lungo della vendita TONINO ORLOTTI diretta (e delle Piccole Produzioni Locali) “come uno strumento molto utile e da non sottovalutare per rispondere alla crisi economica e di reddito degli agricoltori”. Tra gli obiettivi prioritari Orlotti che essendo un importante allevatore della filiera lattiero-casearia si è anche soffermato sulle relazioni con la Centrale del Latte di Salerno “bisogna aumentare iquantitativi di latte per la Centrale”, e ha denunciato il potere abnorme della Grande Distribuzione Organizzata lanciando una proposta affatto velleitaria agli enti locali. “Quando si rilascia un'autorizzazione per realizzare un grande centro commerciale – ha concluso Orlotti - si potrebbe reclamare, con apposita convenzione, di riservare degli spazi all’interno del centro commerciale, dove possono essere promosse, valorizzate e commercializzate le produzioni agroalimentari del territorio”. Orlotti, contadini, principi e principesse, dive e divi, carciofi e mozzarelle CRONACHE DI CETRIOLI E CARCIOFI C.I.A, non è solo l’acronimo di Central Inelligence Agency, ma anche della Confederazione Italiana Agricoltori. Se la Cia americana si interessa di spionaggio, la Cia italiana si interessa di agricoltura, e, a bene guardare le due cose non sono in distonia. Se la prima garantisce la sicurezza dell’America, la seconda garantisce, una cosa ben più preziosa, la sicurezza alimentare. Ora a capo della CIA salernitana c’è un capaccese, più precisamente uno uomo di Spinazzo, Tonino Orlotti, degno figlio della gloriosa tradizione agricola della “Stalingrado della Piana”, la ex contrada rossa di Capaccio-Paestum, ove il PCI faceva il pieno di voti. Il neo presidente della CIA, ha ricevuto grandi pacche di congratulazioni e vividi complimenti dalla dirigenza nazionale, per il clamoroso risultato ottenuto, 80% dei consensi, nell’assemblea elettiva del 25 febbraio, tenutasi presso l’agriturismo “Il Fontanone” di San Cipriano Picentino. Un proficuo lavoro di rilancio e crescita della confederazione, attendono il neo eletto, che nel discorso insediativo ha ribadito un pensiero volto a situazioni sempre tese allo sviluppo, ad azioni sempre tese al rilancio, ad opere di vigore sempre tese alla crescita della CIA, per diventare sempre più forti e incisivi di pria, nella determinazione delle politiche agricole del territorio. La “Mission” della nuova CIA sarà, la valorizzazione delle produzioni di eccellenza, lo sviluppo della qualità dei prodotti, la vendita diretta, la diversificazione e certificazione dei prodotti. Un vero e proprio progetto di Marketing Territoriale, che potrebbe fare il paio con tutto il tam-tam mediatico scatenato dal presidente Amilcare Troiano, circa l’invito, nel Cilento, alla Duchessa di Cambridge, Kate Middleton, sulla cui tavola, si vocifera, non mancano la mozzarella di bufala, i carciofi bianchi di Pertosa, i fagioli di Casalbuono e Controne. Oppure contribuire con massicce quantità di mozzarelle, vista l’attività di allevatore del neo presidente CIA, al bagno rigenerante a base di fette gocciolanti di succose aversane della popstar Lady Gaga, novella Poppea, già preceduta da Jackie Kennedy e Aristotele Onassis, che immergevano le stanche terga in vasche traboccanti pomi perlacei di latte di bufala, per bagni rivitalizzanti. I coniugi Onassis apripista di un pratica rinvigorente a base di mozzarella, che ha altri illustri epigoni, Richard Gere, i Reali Inglesi, Madonna, Julia Roberts, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman, Kirk Douglas, Michael Douglas. Mentre la first lady Michelle Obama, molto più parsimoniosamente, si limita a mangiarla, infatti la mozzarella di bufala non manca mai sulla tavola della Casa Bianca. “Tonino e Amilcare pel contado vanno a ringalluzzir bifolchi, che notte tempo van, all’albeggiar solerti, a zappettar mendaci solchi. Orlotti e Troiano s’apprestano a sollecitar cesello, di zolle franche e di marmo a grolle, forse che lo zappator da solo deve sorbirsi il fallo? “Poeta bucolico malinconico” Lucio Capo 8 N° 08 03 Marzo 2012 Agropoli CONSULTA IMMIGRATI. Tutti i nomi dei 10 eletti La democrazia per aiutare l’integrazione Tel 0828. 720114 Fax 0828. 720859 e-mail: redazione@unicosettimanale. it url: www. unicosettimanale. it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola Grafica ed Impaginazione Stampa STIEM Via delle Industrie 5 Fisciano Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 25, 00 Euro Abbonamento a I Piccoli € 10, 00 Unico + I Piccoli € 30, 00 Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s. r. l. Istituzioni e immigrazione, integrazione vera e partecipazione alla vita sociopolitica della città. Agropoli lancia la Consulta comunale delle cittadine e dei cittadini migranti. Un organismo di rappresentanza democratica degli stranieri che collaborerà con l'amministrazione, con la Giunta e il Consiglio e che verrà sentita prima dell'approvazione delle deliberazioni riguardanti le condizioni di vita degli stranieri nella nostra città. Inoltre sarà di supporto a questi cittadini per l'esercizio e la tutela dei loro diritti, sarà un importante punto di riferimento e di informazione, di collegamento con le istituzioni nonché luogo d'aggregazione e confronto rispetto ai problemi e alle opportunità in tutti i settori della vita sociale, dal lavoro alla salute al tempo libero e alla cultura potendo anche promuovere iniziative pubbliche come seminari, dibattiti e forum aventi ad oggetto il tema dell'integra- zione. Uno strumento prezioso per l'integrazione sociale e culturale, così il sindaco Franco Alfieri ha definito la “Consulta comunale delle cittadine e dei cittadini migranti”, questo nuovo organismo consultivo del Consiglio e della Giunta istituito nella città di Agropoli, fortemente voluto dall'assessore alle politiche sociali Angelo Coccaro sostenuto con entusiasmo dall'amministrazione e dal sindaco. “Comunicazione e dialogo, sono queste le parole chiave per una effettiva integrazione degli immigrati nell'organizzazione della società – afferma l'assessore Coccaro – Questo nuovo strumento intende essere organismo di rappresentanza democratica di tutte le componenti e identità culturali degli stranieri e apolidi nella nostra città ed è stato emozionante vedere l'entusiasmo, la partecipazione e la grande consapevolezza mostrata da queste persone. Siamo orgogliosi di questa iniziativa, esem- pio di democrazia partecipata, uno strumento di cui ancora poche città si sono dotate.”. Dall'analisi del voto e dalla composizione della Consulta emergono almeno tre principali spunti di riflessione: la grande partecipazione e affermazione delle donne, l' età media molto giovane dei protagonisti e la domanda, la voglia di integrazione, di partecipazione. Una forte spinta dal basso alla democrazia, ossigeno, linfa verde e insieme senso di responsabilità. Un importante richiamo al dialogo e all'integrazione tra le culture oltre che alla lotta contro razzismo e xenofobia. Questo l'elenco dei dieci membri eletti: Tre africani: l'algerino Belbel Djamel Eddine con ben 47 voti, Fadil Abdelfattah con sei voti e Naim Khaddouj con una sola preferenza per il Marocco Due asiatici: Nahar Begum Sultana Munmun e Ruma Begum del Bangladesh, rispettivamente con 16 e 15 preferenze Un americana dell'Honduras, Allen Dallas Cecilia con 5 voti e quattro europei: la rumena Pal Irira Viorina con 23 voti, le ucraine Inna Trach e Tsyba Tetyana con 14 e 6 voti e il bosniaco Visnic Niegos con 12 voti. Le elezioni di questo importante organismo consultivo si sono svolte lo scorso giovedì 16 febbraio presso l'aula consiliare Di Filippo del Comune di Agropoli. I dieci rappresentanti sono stati eletti da un'unica lista di venticinque candidati rappresentanti tutti i continenti. 1080 gli aventi diritto di voto: cittadini stranieri o apolidi che hanno compiuto diciotto anni di età in possesso della carta di soggiorno valida o in corso di rinnovo e iscritti all'anagrafe del comune di Agropoli. Nel corso della prima riunione, che sarà convocata dall'assessore alle politiche sociali Angelo Coccaro, la Consulta eleggerà il proprio presidente e il suo vice. Filipppo Romanelli Tagli allle scuole? Si, ma in senso buono Tiratura: 5000 copie Gli arretrati € 2, 00 + le spese di spedizione Il N° 06 di Unico è stato inviato in tipografia il giorno 15 febbraio 2012, ed è stato avviato alla spedizione agli abbonati il 17 febbraio 2012 alle ore 9, 30 presso il CPO di Salerno Nel corso degli ultimi anni di “tagli” nelle scuole italiane ce ne sono stati, eccome. Stavolta parliamo di tagli “in senso buono”: tagli del nastro. Una politica, quella dell’amministrazione comunale di Agropoli, di attenzione e di sensibilità per la scuola e per chi ne usufruisce, in perfetto accordo con la politica portata avanti a livello nazionale. Degni di nota dunque, per la rilevante importanza assunta, i due recenti tagli del nastro, in due giorni consecutivi e in due istituti diversi: la Scuola Primaria “G. Landolfi” in Piazza della Repubblica e la scuola Cannetiello. La prima, martedì 28 febbraio alle ore 17.30, ha visto l’inaugurazione dell’Aula Polivalente, comunemente nota con il nome di “palestra”; la seconda, mercoledì 29 febbraio alle ore 11, ha visto l’apertura di due nuove aule, a seguito di un progetto di ampliamento della struttura scolastica e degli spazi destinati alle attività didattiche. L’investimento dell’amministrazione comunale ha permesso la sostituzione del pavimento con la messa in opera di un tappeto antiurto, il rivestimento di pilastri, la realizzazione di pannelli di protezione per i termosifoni, la tinteggiatura delle pareti, il rifacimento del piccolo palco destinato alle recite dei bambini con la messa in opera di un nuovo pavimento in parquet e di tendaggi adeguati ai cambi di scena. I lavori di ristrutturazione, iniziati durante le vacanze natalizie, si sono conclusi inoltre con la dotazione di nuove attrezzature per le attività di educazione motoria. «Gli ambienti delle nostre scuole – afferma il dirigente scolastico del Primo Circolo di Agropoli Anna Vassallo – sono sensibilmente e visibilmente migliorati per assicurare agli alunni qualità e sicurezza». Serena Sgroi Agropoli A PARER MIO N° 08 03 Marzo 2012 9 di CATELLO NASTRO Scrittura tra prosa e poesia... Non sono antichi ricordi di un vecchio professore in pensione, ma piuttosto di un tizio qualunque che, tra i tanti hobby che la terza età ( e la pensione!!!) rendono possibili, ha scelto quello di scrivere e pubblicare, prima su supporto cartaceo e da una dozzina d’anni su supporto informatico, di tutto e di più. La mia carriera di scrittore è iniziata oltre mezzo secolo fa. Durante la mia permanenza a Torino ho fatto anche lo scrittore per conto terzi. Mi chiedevano di scrivere un articolo su un determinato argomento che veniva pubblicato non con la firma mia, bensì con la loro. Dopo i primi esperi- L’OPINIONE. menti a titolo puramente gratuito, incominciai a chiedere un compenso. Tanto per…arrotondare lo stipendio che correva veloce ma non arrivava mai a,,,fine mese, Ho scritto anche il discorso di un uomo politico della provincia di Torino, quaranta anni fa che, dopo averlo letto mi diede il doppio del compenso pattuito. Su una vecchia Remington gigantesca, da ufficio, comperata usata al mercatino delle pulci di Porta Palazzo a Torino. Scrissi anche una lettera d’amore all’ex fidanzata di un mio amico, molto commovente. Ma evidentemente quella volta non fui tanto efficace e convinto perché la fidanzata non volle ritornare sui suoi passi. Aveva conosciuto un altro giovane aitante…In queste lettere, tipo “scrivano fiorentino”, gli stati d’animo si dovevano adeguare al movente. Un movente triste, uno stato d’animo triste, un movente allegro, uno stato d’animo allegro. Ero diventato un S.S., cioè uno scrittore – sarto che confezionava articoli ( non di abbigliamento) su misura. Sia ben chiaro che, pur scrivendo lettere anonime, mi sono sempre rifiutato di scrivere lettere che dovevano arrivare anonime. Ho scritto anche lettere per matrimoni e per condoglianze. Scrittore lo diventai, ma commerciante lo…nacqui!!! Per inciso confido che una volta (una sola volta!) ho fatto anche il facchino. Assieme ad un collega di educazione tecnica che, come me, aveva bisogno di “arrotondare”, facemmo anche un trasloco. Negli anni ’70 diecimila lire cadauno facevano comodo, anche se per una settimana intera le ossa facevano…male. Scrissi anche qualche poesia d’amore conto terzi, poi mi fidanzai e scrissi conto proprio! Seguendo l’evoluzione della tecnologia, sono diventato un nonno informatico. Pensavo di essere – come settantenne – uno dei più anziani di un famoso sito di poesie (www.clubpoeti.it) ma ho scoperto e letto una poesia di una nonna informatica ultranovantenne! Come non c’è limite alla Provvidenza, non c’è limite nemmeno ad Internet!!! E come disse un grande artista napoletano ora scomparso: “ ‘A ggente ha faccio rirere o chiagnere qunno rich’io!!!” (traduzione: Gli spettatori a teatro li posso far ridere o piangere quando lo voglio io!). Gli stati d’animo possono influire moltissimo sull’artista in genere, sia nell’arte figurativa, sia nella scrittura, sia nel teatro. Scusatemi se non aggiungo la televisione, ma si vedono certi spettacoli che vorrebbero far ridere ed invece fanno piangere e certi altri che vorrebbero far piangere ed invece fanno ridere. Il canone Rai si paga una volta l’anno. A me toccava “una tantum”. L’articolo è finito. Se volete piangere, piangete pure, se volete ridere, ridete pure. Anzi lo preferisco!!! Confutando le argomentazioni del dott. Barlotti sul pronto soccorso Non si può limitare il servizio su basi anagrafiche “Il pronto soccorso è diventato una discarica sanitaria dove arriva qualsiasi cosa. I malati cronici non possono essere spediti al pronto soccorso solo perché i parenti non sono in grado di assisterli o non hanno le possibilità economiche per pagare la retta di una casa di riposo Ci si accanisce verso ultranovantenni aumentandone l’agonia per uno sciocco pietismo…i malati cronici e terminali non possono stare in ospedale.” Queste le affermazioni di un noto medico di Capaccio, attualmente nello staff dirigenziale dell’ospedale civile di Agropoli, riportate in un articolo pubblicato sul quotidiano La Città lo scorso venerdì 24 febbraio. Abbiamo provato ad immaginare una lettera aperta con le domande che un cittadino potrebbe porsi alla lettura di tali parole che certamente vanno contestualizzate nell’ambito delle gravi difficoltà ormai storiche che affronta la sanità meridionale e nel nostro caso particolare l’ospedale di Agropoli a costante rischio chiusura, ma risuonano quantomeno forti e forse provocatorie all’orecchio e al cuore di chi, semplice cittadino e utente, si trova a combattere non solo con un’eventuale malattia ma anche con il disagio dovuto all’incertezza su cure e strutture. L’ amico bisognoso di cure a cui sia medico di base che la guardia medica hanno consi- gliato, come spesso accade, di rivolgersi al pronto soccorso (fin quando nella nostra città continuerà almeno ad esisterne uno…) probabilmente ci scriverebbe su per giù queste considerazioni: “Comunemente, che io sappia, si usa il termine discarica per indicare il luogo in cui vengono conferiti i rifiuti. Mi chiedo se sia legittimo usare questo termine quando si parla di persone, in questo caso ammalati, in buona parte anziani e malati cronici o terminali, quindi la parte più debole della struttura sociale. Mi viene in mente la grande missione a cui è chiamato un medico che dovrebbe rispondere alla mano tesa di queste persone in nome sia del giuramento di Ippocrate che della sua coscienza pur in mezzo a un mare di difficoltà. Da più parti si sostiene che i malati cronici o terminali non debbano occupare i già pochi posti letto degli ospedali ma, in mancanza di strutture alternative a loro dedicate, come alleviare il loro enorme dolore? Inoltre, leggendo in quelle affermazioni una distinzione di età, mi chiedo se ci possa essere un limite anagrafico al diritto alla salute oppure l’assistenza sanitaria va in prescrizione con la vecchiaia. Quanto poi a strumentazione tecnica come respiratori usati a domicilio, credo che non siano questi i veri sprechi ma ben altri…Il L’OSPEDALE DI AGROPOLI dottore avrà certamente ragione a sostenere che non è semplice lavorare nelle precarie condizioni del nostro pronto soccorso, anzi è sicuramente difficile, ma accetti la sfida e glie ne saremo grati.” Fi. Ro. 10 N° 08 03 Marzo 2012 Alburni ALTAVILLA. La scomparsa dello studioso di origini altavillesi Maurizio, l’impegno civile e il rigore intellettuale MAURIZIO MOTTOLA Martedì 22 febbraio si è spento il medico, psichiatra e psicoterapeuta, nonché giornalista pubblicista, Maurizio Mottola. Nato a Napoli nel marzo del 1951, dopo essersi laureatosi giovanissimo in Medicina e Chirurgia, svolse una brillante carriera all’interno del servizio sanitario nazionale come psichiatra e psicoterapeuta, fino a diventare dirigente medico di psichiatria all’ASL Napoli 1, presso l’Unità Operativa di Psicologia Clinica e dell’Età Evolutiva. Tale competenza lo portò, dall’ottobre 2000 al maggio 2009, ad essere componente della Commissione per la valutazione dell’idoneità delle scuole di formazione in psicoterapia del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, realizzando nove anni di pre- senza ininterrotta e partecipando ad oltre ottanta riunioni. La sue esperienza sul campo lo portò in diverse occasioni, l’ultima durante 2004, docente invitato alla Cattedra di Psichiatria della II° Università degli Studi di Napoli dove tenne i corsi in “Legislazione psichiatrica ed organizzazione dipartimentale dei servizi psichiatrici” e “Legislazione psichiatrica e normativa sulla psicoterapia”. In gioventù, a partire dal 1973, fu attivo politicamente all'interno del movimento radicale, oltre alle candidature per le elezioni nella lista Pannella e nella lista Bonino, con iniziative in favore dei diritti civili e per la libertà di scelta, con particolare attenzione per i temi del divorzio, opponendosi al referendum che ne chiedeva l’abolizione, per la depenalizzazione del reato di aborto -in tal senso si ricorda il libro Verso l’aborto non chirurgico-, e poi attraverso la raccolta delle firme per i vari pacchetti referendari, tra cui la strenua lotta per l’abrogazione della legge manicomiale del 1904 culminata col successo dell’approvazione della legge 180/1978 di riforma psichiatrica. L’impegno politico è proseguito nel corso degli anni anche attra- verso l’assidua collaborazione giornalistica con Quaderni Radicali prima e, negli ultimi dieci anni della sua vita, con Nuova Agenzia Radicale, rivista telematica dell’ex-segretario del Partito Radicale Giuseppe Rippa. Nel 2002 Maurizio Mottola aveva acquistato una casa rurale ad Altavilla Silentina, dove si recava periodicamente, mantenendo così vivo il legame con il paese, in cui i suoi antenati si sono insediati nel 1680. A tal proposito Maurizio Mottola stava svolgendo ragguardevoli ricerche nell’ambito della storia dei Mottola in Altavilla Silentina. Aveva dapprima ricostruito il proprio albero genealogico, con l’aiuto del cugino Francesco Mottola, professore e ricercatore universitario di Storia Medievale, per poi approfondire le personalità di spicco della famiglia. Stava così affrontando temi come i moti carbonari, il brigantaggio in Campania, ed aveva in programma la scrittura di un libro sulle tre generazioni dei suoi antenati patrioti. Il più remoto Gaetano Mottola fu importante carbonaro e guidò nel 1799 la popolazione locale contro i borbonici ed a favore del rinnovamento giacobino. Fu inoltre letterato, autore del codice civile in versi. Poi Giosuè Mottola, nato ad Altavilla Silentina nel 1801, che appoggiò i moti carbonari cilentani del 1828, per poi morire nel 1844. Infine Lorenzo Mottola, che nato negli anni tra il 1830 ed il 1840, vide l’Unità d’Italia come attivo sostenitore e partecipante dell’impresa garibaldina nel salernitano. “In tal senso ricorda Oreste Mottola condirettore del settimanale UNICO Maurizio non cercò mai quelle posizioni di potere alle quali, per più di una ragione, avrebbe facilmente potuto accedere. Preferiva organizzare attività culturali, convegni e dibattiti come fece poco meno di un anno fa quando, nell’ambito del 150° anniversario della dichiarazione dell’Unità d’Italia, aveva promosso al paese la conferenza Antenati carbonari e patrioti: i Mottola di Altavilla Silentina. Una serata di discussione sul contributo dei Mottola all'Unità d'Italia”. Nell’ultimo scorcio della sua vita era giunto a coniugare l’esperienza di psicoterapeuta con la passione per la ricerca storica ed aveva elaborato un nuovo approccio alla pratica psicoterapeutica basato proprio sulla psicogenealogia degli antenati. Marcello Mottola Roscigno vecchia, vietato l’ingresso ai turisti Quando un attrattore culturale e turistico degli Alburni viene abbandonato a se stesso dalle istituzioni. Roscigno Vecchia, centro storico del comune di Roscigno, oggi più di ieri, è un paese completamente abbandonato a se stesso. La cosa più drammatica è che dopo varie ordinanze e un segnale di divieto di transito, a nessuno sembra più importare del futuro, del degrado e dell'abbandono di Roscigno Vecchia, uno dei centri storici più belli del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Tutti fanno finta di non vedere e, soprattutto, a Roscigno Vecchia non si cura nemmeno l'ordinaria manutenzione. Non si riescono a rimuovere, infatti, enormi tracce di degrado come i pezzi pericolosamente penzolanti della carcassa di un povero albero secolare in piazza G. Nicotera ed i resti di un antico balcone in ferro battuto che gravitano sospesi nelle vicinanze di casa Campeglia. In qualsiasi altro posto del mondo tutte le istituzioni responsabili avrebbero tentato di ripristinare la fruibilità del centro storico di Roscigno in maniera legale ed immediata. In questa parte del Parco, purtroppo, le cose funzio- nano in maniera diversa. Nessun provvedimento visibile per ridare dignità all'affascinante Roscigno Vecchia e nessun tavolo tecnico fra Stato, Regione, Provincia, Comunità Montana Alburni, Parco Nazionale e Comune per cercare di trovare le migliori soluzioni per far revocare le ordinanze prefettizie che gravano su un centro storico che per la sua bellezza ed unicità è stato scelto come set di molti film da registi di fama nazionale. I comuni limitrofi (che usufruiscono delle esternalità positive dell'attrattore turistico Roscigno Vecchia) sono omologati al partito della generale indifferenza: tanto è un problema dei cittadini di Roscigno e non certamente del comprensorio degli Alburni. Questo, forse, è solo il risultato di anni d'isolamento ideologico e politico a cui ci CONTINUA A PAG 18 Agricoltura “Cilentani a Roma”, riorganizzata l’associazione L’amore per la propria terra degli emigrati nella capitale Si è svolto lo scorso 24 Febbraio, presso il ristorante "Paradiso in terra", il primo incontro dei Cilentani che vivono nella Città di Roma. Questo avvenimento ha coinvolto numerose personalità , che allontanatesi da anni dalla loro terra, si sono ritrovate per la prima volta tutte insieme a celebrare le bellezze del Cilento e a rimembrare tempi ormai passati. Si sviluppa l’iniziativa di fondare l’Associazione “Cilentani a Roma” che ha come obiettivo la creazione di un punto di riferimento culturale, basato sull’appartenenza a costumi e a tradizioni da tenere in vita soprattutto nel contesto dispersivo e alienante della metropoli. Viene vissuta e diffusa la volontà di promuovere iniziative sociali basate sulla promozione di pratiche culturali legate alla terra del Cilento, le quali vanno da semplici momenti ricreativi a celebrazioni del- l’Arte cilentana. Fautori di questa reunion sono stati l’ufficiale della Finanza Bruno Ruotolo e il Presidente di Turisport Donato D’Aiuto, i quali si sono più volte compiaciuti, nel corso della serata, del successo che ha destato questa iniziativa. Tra le innumerevoli presenze possiamo citare Pino Palmieri, consigliere regionale della Lista Polverini , originario del Cilento, che con il suo discorso di augurio, ha dato luogo ad una serie di interventi che hanno coinvolto tutti i partecipanti. A prendere la parola si sono alternati, oltre ai due organizzatori, l’editore del giornale Unico e presidente del TO Cilento incoming, Bartolo Scandizzo, l'avvocato Guarnieri e Donato Ciociola, quest’ultimo organizzatore dell'evento "Le strade della Mozzarella" e “Cinefood”. Tutti i partecipanti hanno apprezzato le parole di buon auspicio da parte UN MOMENTO DELL’INCONTRO degli interlocutori, i quali hanno più volte espresso il desiderio di dare vita ad una associazione che possa essere non solo un luogo di ritrovo e confronto ma che possa divenire nel corso del tempo, un volano per la rivalutazione del territorio, e promotrice di luoghi unici come quelli del Cilento. Tra gli innumerevoli interventi , a farla da padrone ci sono state le storie di vita che accomunano tutti quei cilentani ormai radicati in terra straniera e che con tanta nostalgia ricordavano tempi ormai pas- sati. L’evento si è concluso con la benedizione di padre Francesco, segretario del cardinale Sarah e nativo della cittadina di Padula, il quale ha auspicato il giusto successo al buon esito della nascente associazione. “Cilentani a Roma” è l’esempio lampante di come l’amore per la propria terra possa dare vita a delle associazioni dedite al sostegno dei propri conterranei in luoghi non identitari e promulgare una cultura che troppo spesso viene messa da parte. Luca Corradino ALBANELLA. Il sottosegretario Vari inaugura sede P.C. Albanella. Sabato 25 febbraio 2012 è stata inaugurata la sede operativa “Albasoccorso Protezione civile”. La giornata si è così sviluppata: alle ore 11 si è tenuta la Santa Messa al Santuario di S.Sofia ufficiata da Padre Antonio ed alle ore 17, presso l’oratorio del paese, è stata inaugurata la sede. Alla Santa Messa ha partecipato anche il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Massimo Vari, la giunta comunale di Albanella e tanti cittadini. Mentre nel pomeriggio hanno partecipato all’inaugurazione delle rappresentanze della protezione civile e della Guardia di Finanza, il sindaco di Laureana cilento, la Croce Rossa di Altavilla e di Capaccio, i rappresentanti delle associazioni presenti sul territorio e tanti albanellesi. Durante lo svolgersi dell’inaugurazione è stato ri- cordato un volontario della protezione civile scomparso prematuramente a soli 28 anni. Giovanni Letizia era un ragazzo volenteroso e sempre pronto ad aiutare gli altri. Egli era ben voluto poiché credeva nell’amicizia e nei rapporti veri e sinceri come lui. E’ stato proiettato un video in suo onore ed ai genitori è stata consegnata una targa in ricordo di Giovanni. Si è svolto così un evento tanto atteso dalla comunità perché si è creduto molto in questa iniziativa nata qualche anno fa e concretizzatasi con la caparbietà del Presidente Andrea Durante e di tutti i membri della protezione civile albanellese. Durante l’inaugurazione Padre Antonio ha esortato tutti ad operare nel volontariato poichè “dobbiamo sentire nostro il senso della solidarietà”. Katia Lettieri N° 08 03 Marzo 2012 11 12 N° 08 03 Marzo 2012 Cilento - Alburni BIAGIO MARINO SI CONFESSA. I chiarimenti sulla spedizione Sanremese Ho fatto più io in tre mesi che gli altri nei decenni scorsi” DALLA PRIMA chiama “Casa San Remo”, al Palafiori, in una manifestazione collaterale, una piccola Bit, sfruttando il fatto che ci sono gli artisti più importanti, le tv e i giornalisti… nessuno è andato a spassarsi, mi creda”. Non c’era Marino ma ecco spuntare il suo secondo, il postiglionese Giuseppe Di Poto, presidente provinciale del Pid, Popolari Italia domani, il partitino voluto qui da un ex presidente, Carmine Cennamo. “Di Poto c’era. Lasci stare, a San Remo i nostri li hanno riempiti di complimenti. A cominciare da Cirielli. In un furgone hanno viaggiato loro e i nostri prodotti: vino, olio e fagioli. E hanno fatto grandi economie. Una buona parte di quegli 8 mila euro passeranno nel nostro bilancio e da lì ai nostri lavoratori”. Ma era opportuna quella spesa, con questi tempi grami? “No? Quel nostro Psr proprio quello prevedeva… e poi nel passato si è fatto di peggio… per quelle che erano vere e proprie gite si spendeva senza risparmio, credete a me… Ma io non mi sono in- cazzato contro il giornalista Mottola che sapevo che non poteva avercela con me poiché prima di questa mattina l’ho visto giusto un’altra volta, e cordialmente”. Ci sveli allora cosa c’è sotto a questa baruffa alburnina… “Alcuni contronesi… isolati nel loro stesso paese che hanno il piacere di avere la sede dell’ente sotto casa, chi glielo doveva mai dire, però trovano gusto nel metterci in mezzo alle loro polemiche di quattro soldi. Sono quelli di Uniti per perdere, amici di Didi. Cose così. Noi pubblicizziamo al massimo il loro fagiolo e loro seminano zizzania. Lo sanno che raccoglieranno? Mi verrebbe voglia di raccomandargli prudenza viste le realizzazioni per la comunità di qualche loro capetto…”. Immagino che si riferisca all’Atc, patto territoriale et similia. “Io non sono un letterato. Da noi sa come si dice? Una parola è poco, tre sono troppe!”. Presidente, lei è da qualche mese su quella poltrona, prima è stato il secondo dell’ex presidente Martino. “Per me parlano i ventotto progetti Psr che ho portato a casa. Gli stipendi pagati ai nostri forestali e – modestamente – qualche buona idea che in collaborazione con il Parco del Cilento stiamo portando a compimento per trasformare la nostra forestazione da spesa assistenziale in attività produttiva. Sentito parlare di cippato e pellet? Pensi a tutto il legno che residua dalla potatura dei nostri oliveti. Sto progettando di far lavorare molti nostri operai in questo settore. Se porto a casa questo risultato giuro che, per la contentezza, mi dimetterò il giorno dopo!”. Come, lascerebbe dopo un risultato così? “Sì, perché dopo mi immergerei di nuovo nell’ordinario del giorno dopo giorno… a fare ciò sono buoni tutti. Io voglio essere ricordato diversamente. Poi voglio dire un’ultima cosa ai lettori…”. Prego. “Il presidente e tutta la giunta non prendono un euro né di stipendio e tantomeno di rimborsi chilometrici. Siamo dei volontari che portano a casa risultati importanti: la recente emergenza neve, pensi cosa è successo altrove, l’abbiamo gestita benissimo. Potete dire un’ul- BIAGIO MARINO tima cosa all’amico Didi? E’ che mentre loro parlano e parlano io sono tra coloro che fanno il possibile… io butto le mani, in senso positivo, s’intende”. Così parlò Biagio Marino, imprenditore edile di Ottati, la mattina del 28 febbraio, presso la sede di una comunità montana che ti accoglie ancora senza un’insegna ma con dei murales. E paga, di tasca sua, i caffè presi direttamente al bar vicino alla sede. Oreste Mottola MOIO DELLA CIVITELLA. Come ti organizzo il Carnevale. E non solo Il carnevale di Moio della Civitella è stato organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con tutto il paese e le varie associazioni presenti (Mueve – t ecc). Le sfilate, tenute domenica 19 e martedì 21 febbraio, hanno attraversato le piazze del comune. In ogni piazza si è svolto lo spettacolo che prevedeva i balletti delle majorette, dei bambini mascherati (i "Flinstones", "Cenerentola","Alice nel paese delle meraviglie" e "Biancaneve e i 7 nani") e del gruppo Tarantella. Alla sfilata hanno partecipato il gruppo di ReWine, con un carro allegorico rappresentante il re Wine, e la Fontana dei tre carciofi (ormai famosa perchè da quella originale, durante la festa di reWine in agosto, esce il vino) sia tante maschere come il gruppo dei "becchini" che hanno vinto il premio "maschera più originale". L'altro premio è stato vinto, tra i bambini, dalla "maschera più simpatica". Al termine della sfilata, nell'antica chiesa di San Bartolomeo in Pellare, il gruppo "Aristofane" ha rappresentato "Dura lex sed lex, processo a Carnevale" al termine della quale il signor Carnevale è stato condannato al rogo e bruciato in piazza. Alla fine della serata è stato effettuato il sorteggio della lotteria di Carnevale il cui primo premio è stato vinto da una ragazza di Pattano, a seguire, tanta musica in piazza. Nicola Nicoletti Cilento N° 08 03 Marzo 2012 13 L’OPINIONE. Dagli incontri Quaresimali al mondo del web: come alternare riso e riflessioni Festa e Quaresima nel Cilento, le iniziative nella Diocesi Si ride e si piange, si gode e si riflette, come nelle varie fasi della vita - come si legge nel Qoelet - in un’unica comunità. Uno specchio di tutto questo lo abbiamo nel comune di Moio della Civitella e nella vivace frazione di Pellare. È uno dei pochi paesini, assieme a Omignano e pochi altri del Cilento, che si è animato per il Carnevale, che ha saputo organizzarsi da sé. Chiamare i bambini, coinvolgere le varie associazioni, i vari gruppi, la proloco e il Comune per un’espressione positiva di una comunità che canta e sa divertirsi con semplicità. Dai balli folk, tramandati così alle giovani generazioni, ai carri che avanzano sui ritmi latini. Ovvietà, per alcuni, ma provate a contare quanti paesi hanno saputo, con semplicità e continuità, organizzare e coinvolgere tutta la comunità in eventi simili, e vedrete che sono ben pochi. Ma, la caratteri- ALBANELLA. stica che era importante evidenziare era la capacità nello stesso paese, unito a quelli vicini di Gioi, Cardile, Pellare, Cannalonga e Novi Velia, di organizzare un convegno che si terrà nelle varie domeniche della Quaresima su adolescenti e comunicazione. “Educare mente e cuore” è il titolo di cinque appuntamenti promossi dalle parrocchie cilentane. Dal 26 febbraio al 25 marzo le comunità organizzano cinque incontri sulla tematica "Adolescenti ed Internet" presso l'antica chiesa di San Bartolomeo in Pellare. Internet e il mondo degli adolescenti è stato presentato dalla brava psicologa Silvana Stifano nel primo incontro. Seguiranno il 4 marzo Antonio Tommasino e Angela Russo con gli aspetti positivi del web. Internet come droga invece è il tema del dottor Gianluca Ruggero (11 marzo), la Polizia postale presenta il 18 marzo le leggi e i rischi dei minori sul web, mentre le riflessioni finali sono fissate per il 25 marzo. Tutti gli incontri si terranno di domenica con inizio alle ore 19, una felice scelta di ora e giorno per trascorre un’ora nella conoscenza di un mezzo fantastico quanto rischioso per ragazzi e non solo. Anche la diocesi di Vallo della Lucania procede con le sue iniziative. Le "Stazioni Quaresimali" il 3, 17, 24, 31 a Laurino, S. Maria di Castellabate, Ceraso e Capaccio sono i prossimi appuntamenti voluti dal Vescovo di Vallo, mons. Ciro Miniero, per la Quaresima. Una serie di incontri, pensati innanzitutto per i giovani, organizzati per continuare il discorso iniziato in Avvento. La scelta iniziale per i ragazzi detta oramai le linee pastorali su un cammino che si muove sempre più sulle gambe di chi domani guiderà la terra del Cilento. Nel suo lungo itinerare alla DON VALERIANO POMARI E IL VESCOVO CIRO MINIERO scoperta di questa fetta ultima della provincia salernitana, il vescovo ha scelto di tenere gli incontri in nuovi centri rispetto alle sedi dei meeting di Avvento. Dal cuore del Cilento, come Laurino, alla costa di Castellabate, sino a Ceraso e Capaccio, in un disegno che tende a unire luoghi e paesi dispersi sulla cartina geografica in un unico discorso. Le stazioni quaresimali – spiega don Valeriano - saranno l'argomento ed il luogo dove incontrarsi e ri- Il carnevale per i bambini E al termine zucchero filato per tutti! Si è tenuta ad Albanella, domenica 19 febbraio, la festa del Carnevale per i bambini. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Pentart…e e dalla Pro-loco di Albanella. Il tutto è iniziato alle ore 14:30 quando tutti i bambini riunitisi nella zona “parcheggio” di via Roma hanno sfilato per le vie del paese fino ad arrivare al Poliambulatorio dove li attendevano divertenti giochi. L’iniziativa ha coinvolto circa cinquanta bambini con le mamme e i parenti al seguito. I piccoli si sono diver- titi a scherzare tra loro felici di essere i protagonisti dell’iniziativa. Arrivati a destinazione hanno iniziato subito a giocare grazie ai ragazzi dell’animazione. Il trascorrere del tempo sembra non aver intaccato l’entusiasmo dei bambini perché hanno seguito lo spettacolo degli animatori con attenzione e divertimento. Gli animatori si sono esibiti in giocoleria ed anche qualche numero con il fuoco che ha affascinato non poco tutti i presenti. I trenini ed i balletti hanno fatto sì che nessuno si annoiasse ma che, al contrario, si divertisse ballando. A conclusione di serata, verso le ore 18, è stato possibile assaggiare lo zucchero filato tanto amato dai bambini. I piccoli sono stati omaggiati con creazioni a forma di gatto, cane, spada e cuore sapientemente “costruite” da un simpatico animatore. Il gruppo di animazione “New age” è un gruppo affiatato e ben organizzato che rende più rilassante e divertente una qualsiasi manifestazione o festa organizzata. Katia Lettieri PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie, Pub, Wine Bar, Birrerie, Rummerie, Alberghi e Discoteche INFO&CONTATTI tel 0828 730510 / fax 0828 72805 S. S 18, Km 89, 700 Capaccio info@planetbeverage. it www. planetbeverage. it flettere sulla Parola di Dio, grazie a un sito, www.diocesivallodellalucania.it, che sta iniziando a informare meglio sugli appuntamenti e sulla vita della diocesi, e che presto avrà anche una veste nuova. Aspettiamo adesso impazientemente un invito per adulti e famiglie sulla scia degli incontri promossi da mons. Miniero, per incontrare i “nuovi ultimi” della famiglia diocesana del Cilento. Nicola Nicoletti 14 N° 08 03 Marzo 2012 Roccadaspide SANITÀ. Viaggio all’interno dell’ospedale /1 Escalona: “Il laboratorio è all’avanguardia” Comincia il viaggio di Unico nei reparti dell’ospedale di Roccadaspide. Alla “scoperta” dei punti forti e deboli di un presidio che, nonostante le continue voci di chiusura, rappresenta un punto di riferimento per l’assistenza sanitaria del territorio. E la diagnostica, un valido supporto ai reparti, come il laboratorio analisi, da dove parte il viaggio, si apre alla Valle del Calore e oltre. Come conferma il direttore di patologia clinica e microbiologia dell’ospedale, Marcellino Escalona. «Siamo aperti al territorio e OSPEDALE. la gente si sente accolta da noi, esordisce il primario. Questo grazie alla professionalità degli infermieri, alle apparecchiature all’avanguardia ed ai tempi brevi di consegna degli esami che vanno dal giorno stesso a quello successivo al prelievo o a qualche giorno in più, a seconda dei casi ». Nonostante i laboratori privati, infatti, l’ambulatorio prelievi del presidio è sempre affollato. «Le persone hanno imparato a conoscerci anche quando gli altri laboratori erano chiusi, continua Escalona. E poi pratichiamo la terapia anticoagulante e seguiamo 160 pazienti, mentre gli altri sono seguiti dalla cardiologia». Come accennato, i servizi offerti dal laboratorio analisi dell’ospedale oltrepassano la Valle del Calore. «Oltre ad operare nel nostro ambulatorio, lavoriamo per il distretto di Capaccio con gli addetti che vengono da noi due volte alla settimana. Il laboratorio dell’ospedale, inoltre, tratta le urgenze, le routine, i pazienti interni e del pronto soccorso». Con un’unica nota stonata: la mancanza di personale che non permette una regolare turnazione nei casi di ferie, di malattia o altri motivi. Con il blocco delle assunzioni, difatti, non si può sostituire il personale trasferito. E per sopperire a tale carenza, visto che l’attività del laboratorio analisi copre le 24 ore, si ricorre alle consulenze. Come conferma Escalona «Il nostro organico è composto da me, 3 tecnici, di cui 2 a tempo pieno, e da 3 infermieri. Io devo essere affiancato da un laureato al giorno e ci vogliono altri tecnici, per cui si ricorre alle consulenze. E viene da sé che fare gli orari diventa più compli- cato quando il personale è in malattia o in ferie». Ma, nonostante tutto, «La produttività del laboratorio analisi supera le spese comprese quelle per le consulenze, continua il direttore. E siamo competitivi perché siamo stati tra i primi a partire con un sistema computerizzato e, a breve, avremo altre due nuovi macchinari: una sorta di apparecchiatura integrata sia di chimica clinica che di biochimica. Grazie ai quali si ridurranno, ulteriormente, i tempi della diagnostica e non ci vorrà molto personale per gestirli. Quando aumenta la tecnologia, migliora il servizio». E ribadisce con un’aggiunta che «Il servizio funziona, ma manca il personale e c’è scarsa attenzione per l’arredo della sala prelievi e dell’accettazione». Francesca Pazzanese Il 23 febbraio inaugurato il “Telecomandato” Peduto: “Soddisfatti, ma aspettiamo altri macchinari” Il 23 febbraio, è stato inaugurato un moderno apparecchio “telecomandato” al reparto di radiologia presso l’ospedale di Roccadaspide. Macchinario che consentirà di effettuare tutti le indagini di radiologia tradizionale compresa la contrastografia. Un ulteriore passo in avanti, quindi, nella diagnostica digitale, con il “telecomandato” che, però, doveva essere sostituito anni fa. Come conferma il primario radiologo, Giangiuseppe Peduto al Commissario dell’Asl di Salerno, Maurizio Bortoletti, intervenuto all’inaugurazione. «Sono anni che aspettavamo questa apparecchiatura, esordisce Peduto. Ma ora non dobbiamo dimenticare altri macchinari datati al pronto soccorso che aspettano, rispettivamente, da 24 e 8 anni di essere sostituiti». Seguono attimi di imbarazzo, il colloquio è informale ed interviene il direttore sanitario, Adriano De Vita «Abbiamo inoltrato le relative richieste nella programmazione del 2012». E Bortoletti «Se il direttore sanitario le ha inserite, le apparecchiature ci saranno, altrimenti no». Poi le interviste ufficiali con il Commissario soddisfatto del nuovo macchinario. «Questa sera inauguriamo una bella cosa - ha affermato Bortoletti - quindi siamo felici di aver mantenuto gli impegni presi. L’acquisto del telecomandato, infatti, segue la fornitura di altre attrezzature moderne, come l’autoclave per la sterilizzazione dei ferri chirurgici e i nuovi monitor per la sala operatoria. Nel 2012 arriveranno nuove cose a Roccadaspide e la settimana prossima ne sapremo di più». Commissario che non si sbilancia sul futuro del presidio di Roccadaspide, ma che apre uno spiraglio. «Io non posso sapere cosa accadrà, aspettiamo prima il resoconto dei bilanci, per verificare le strutture ospedaliere con i conti a posto». Il sindaco Girolamo Auricchio appoggia Bortoletti e ha ancora dei dubbi sulla modalità di arCONTINUA A PAG 16 Capaccio ORGANIZZATO DAL DIRIGENTE MINELLA: N° 08 03 Marzo 2012 15 “Bravo è chi sbaglia di meno...” Inaugurazione anno scolastico del liceo Piranesi di Capaccio Lunedì, sette febbraio 2011, nella moderna struttura del nostro liceo Piranesi di Capaccio/Paestum, si è inaugurato il nuovo anno scolastico. L’evento è stato voluto dal nuovo Dirigente scolastico, prof. Mimì Minella che, sull’onda del suo entusiasmo e pragmatismo, ha riunito personalità di notevole spessore culturale e politico. Tra gli intervenuti a rappresentare il Ministero della Pubblica Istruzione, ci sono stati il sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca, Guido Viceconte, il Presidente della VII Commissione Cultura Scienza e Istruzione, onorevole Valentina Aprea, il prof. Giuseppe Marzullo, consigliere provinciale di Milano e Presidente Commissione Ricerca, la presidente dott.ssa Patrizia Boretti dell’ANSAS, il Pasquale Capo, responsabile capo segreteria del Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, il Luciano Chiappetta, Direttore Generale al personale scolastico, e, fresco di nomina, il nuovo Direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale della Campania, dottor Diego ALTAVILLA. Bouchè. Non mancavano le autorità locali, dal sindaco, Pasquale Marino, all’assessore Provinciale , Mario Miano, al Presidente del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano. Il Capo d’Istituto, nel suo discorso di apertura, ha spiegato le ragioni dell’evento ed ha sottolineato che l’inaugurazione dell’anno scolastico e della palestra da poco completata sono stati un momento simbolicamente formale perché si è colta l’occasione per dimostrare come figure istituzionali politiche e scolastiche, incontrandosi ed agendo in sinergia, possono raggiungere risultati notevoli. Il Dirigente, felice ed onorato, ha ringraziato i graditissimi ospiti ed ha sottolineato, con la passione che lo caratterizza, il suo impegno nel voler continuare a farsi promotore di iniziative che stimolino tutti coloro che sono preposti alla formazione ad interagire proficuamente nell’ambito della nuova riforma della Scuola Secondaria di secondo grado. In questo senso si è rivolto ai colleghi Dirigenti scolastici, ai Docenti, a tutti gli Operatori scolastici ed anche ai Genitori presenti nell’affollato auditorium, affinchè continuino con “scienza e coscienza, con passione e positività” a svolgere questo ruolo importante per l’educazione delle nuove generazioni e la costruzione della società futura. Si è rivolto, poi, agli studenti, esortandoli ad utilizzare soprattutto, come ” strumenti” di lavoro, “il desiderio di sapere e la forza di mai rinunciare”. Prima di cedere la parola ai relatori, il dirigente ha indirizzato parole di gratitudine al suo predecessore, prof. Angelo Capo che, nel corso della sua replica, non è riuscito a nascondere la profonda emozione ricordando le tappe istituzionali che è stato necessario percorrere per la creazione del liceo Piranesi ed il grande suo impegno profuso a tale scopo. Tutti gli illustri ospiti hanno mantenuto, come filo conduttore dei loro interventi, la necessità di una maggiore autonomia scolastica e di un rapporto più forte tra scuola - mondo del lavoro - Università, nonché l’impegno di muoversi armonicamente sul terreno dell’innovazione, della ricerca e della sperimentazione. Non sono mancati i riferimenti allo squilibrio tra scuole del Nord e scuole del Sud, alla necessità di sanarlo e le ipotesi di creare e partecipare a programmi di scambio culturale tra Istituti, come ha suggerito il prof. Marzullo, avendo egli già realizzato esperienze in tal senso. L’onorevole Aprea, nel suo intervento conclusivo, ha fatto notare come l’Italia sia purtroppo un paese in cui l’istruzione non raggiunge ancora adeguati livelli di efficienza: le competenze acquisite a scuola dai ragazzi italiani, se confrontate con quelle dei coetanei dei paesi stranieri con simile livello di sviluppo, risultano nettamente inferiori. Il dirigente Minella ha ripreso la parola e , dopo aver premiato gli studenti che durante lo scorso anno si sono distinti per il loro merito scolastico, visibilmente soddisfatto dell’attenzione e della par- MIMÌ MINELLA tecipazione, ha invitato tutti i presenti nella vicina palestra per la preghiera e la benedizione della scuola. Un appetitoso e ricco buffet di prelibatezze, preparate dagli alunni dell’Istituto Professionale di Stato dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera di Capaccio-Paestum, ha, infine, allietato la serata. Gli intervenuti si sono congratulati col Dirigente Minella che, con la sobrietà e l’umiltà di chi non si sente mai arrivato, ha affermato “Non è bravo chi è bravo, ma è bravo chi sbaglia di meno!”. Una formula che vale per tutti! Chiesa di San Biagio, presa di posizione dell’ Auriga e di Padre Costantino L’Auriga Cilento diffida Gerardo Di Verniere: “Basta offese” Consiglio Direttivo de L’Auriga Cilento e Padre Costantino Liberti, presa cognizione dell’articolo pubblicato in data 18 febbraio 2012 sul settimanale Unico intitolato “Chiesa di San Biagio: Gerardo Di Verniere che risponde all’Auriga. Oltre venticinque anni per salvare la storia”, esclusivamente nel rispetto della popolazione altavillese, dei soci e degli aderenti al progetto “100 euro per San Biagio” intendono chiarire quanto segue: La raccolta fondi denominata “100 euro per San Biagio” e destinata al raggiungimento della cifra mancante per il montaggio dell’organo costruito da Silverio Carrelli da Vallo è stata decisa, organizzata e gestita dal Consiglio Direttivo dell’Auriga Cilento in collaborazione con il Parroco Padre Costantino Liberti, il quale approfitta del presente comunicato, redatto in maniera congiunta, per confermare l’importo indicato sin dall’inizio, ovvero € 11.000,00. Per garantire la trasparenza ed evitare le solite richieste a fondo perduto, nella prima fase si stanno raccogliendo solo le adesioni, per cui fino al raggiungimento della cifra necessaria si tratta unicamente di un impegno; nella seconda fase, a risultato raggiunto, sarà effettuato il versamento della quota per la quale ogni singolo soggetto si è impegnato. Ad ogni donatore sarà rilasciata una regolare ricevuta e le donazioni saranno riportate in una lista consultabile da chiunque. L’iniziativa de l’Auriga nasce con l’intento di dare un contributo concreto per il montaggio dell’organo e la riapertura della Chiesa di San Biagio. Ritenendo la Chiesa di San Biagio, come le altre ricchezze altavillesi, un bene della comunità e non individuale, qualsiasi sforzo in questo senso compiuto da altre associazioni o dalle Istituzioni sarà dall’Auriga supportato e incentivato, come già fatto in passato con la Sagra della Cultura ideata dal signor Gerardo Di Verniere (dalla quale è stata inspiegabilmente estromessa dopo aver offerto la propria collaborazione) o la nobile iniziativa di Padre Candido Gallo e dei Lyons diffusa e incoraggiata attraverso i propri canali e l’acquisto di diversi volumi del libro “Le Novelle dell’Acqua Fe- tente”. Il Consiglio Direttivo dell’Auriga Cilento sta valutando l’eventualità di agire legalmente nei confronti di chi utilizza il nome dell’associazione per screditarne l’operato e/o diffonde notizie false senza averne valutato l’attendibilità. Chiede pertanto l’interruzione immediata di ogni atteggiamento offensivo e lesivo dell’immagine dell’associazione stessa. Sperando di non dover tornare sull’argomento cogliamo l’occasione per invitare nuovamente i cittadini, residenti e non, ad aderire all’iniziativa per raggiungere un obiettivo che davvero ormai è dietro l’angolo! Consiglio Direttivo L’Auriga Cilento Padre Costantino Liberti IL CAMPANILE DI SAN BIAGIO 16 N° 08 03 Marzo 2012 Diano L’OPINIONE. La Shell nel Vallo di Diano come l’Eni nella Val D’Agri Petrolio: il partito del sì e quello del no! VEDUTA DEL VALLO DI DIANO Da un lato gli imprenditori di Valentino Di Brizzi. Dall’altro i sindaci del Vallo di Diano. Si fronteggiano sulla possibilità di scandagliare le viscere della terra “dianese” alla ricerca del petrolio. I primi affermano la necessità di andare a vedere, con l’aiuto della Shell, cosa ci sia di vero nelle intuizioni dei satelliti che indicano che proprio nel lago prosciugato del Vallo di Diano vi possa essere una riserva di oro nero. I secondi non ci stanno a farsi “perforare” dalle “trivelle sonda” la ROCCADASPIDE. SEGUE DA PAG bella pianura popolata da aziende agricole e, soprattutto, da cittadini laboriosi che sanno accontentarsi del poco e buono che finora la sorte ha loro riservato. In lontananza, si fa per dire, il resto della provincia e dell’intero territorio del parco del Cilento e Vallo di Diano, sta a guardare l’effetto che fa sentirsi destinatari di qualcosa che va oltre l’ordinaria immaginazione economica del sud dell’Italia. Un precedente s’è! Si tratta di una simile scoperta in Basilicata e precisamente nella Val D’Agri che fece gridare al miracolo (l’estrazione fatta dall’Eni copre il 6% del fabbisogno nazioale), ma di risultati non se ne sono visti in termini occupazionali e di trattenimento dei giovani. Il confronto si è aperto tra chi vuole scavare e chi ritiene che basterebbe sfruttare meglio i giacimenti culturali che pure ci sono nel Vallo. La Certosa di Pa- dula, Battisero di San Giovanni, il monte Cervati, il borgo antico di Teggiano … potrebbero essere sufficienti (finora non è stato così) per consentire alla comunità di vivere al meglio la propria esistenza. Ma è evidente che per altri è più facile immaginare un più roseo in una improbabile corsa al petrolio. La coscienza ecologista maturata a seguito delle vicende relative alla gestione dei rifiuti in Campania e ad altre esperienze di forte opposizione come il “No al ponte sullo Stretto di Messina” e alla “No Tav” in Val Susa, rende molto più difficile introdurre forti interventi tesi a modificare nel profondo lo status di “territorio” sano e integro. Oggi è più difficile chiedere di rinunciare al bene prezioso dell’ambiente, che oggi si può toccare, in cambio di un impalpabile beneficio economico che è di là da venire. Aver chiesto e ottenuto che il Vallo di Diano fosse inserito nel territorio del Parco Nazionale è stata una scelta irreversibile che oggi trova sostegno in larghi strati di popolazione come in significative prese di posizione di chi è chiamato a responsabilità di governo. Questo dovrebbe far riflettere quanti per circoscritte problematiche legate ai danni prodotti dalla fauna selvatica invocano, un giorno sì e l’altro pure la fuoriuscita di questo e quel comune dal parco. Come dovrebbe incoraggiare chi oggi è al governo dell’ente a non aver timori di sorta nel difendere con rinnovato vigore l’area naturalistica più grande d’Europa. Non è dato sapere come andrà a finire la contrapposizione tra i fautori della trivellazione e chi v si oppone. È certo, però, che portare alla luce del sole i motivi del sì e del non consentirà ai cittadini di vederci chiaro per decider per il meglio. Bartolo Scandizzo Bortoletti inaugura il Telecomandato... 14 rivo dei nuovi monitor alla sala operatoria. « Il Commissario ha ereditato un disastro economico di un miliardo e 700 milioni. Ha affermato il primo cittadino Oggi fortunatamente non è più così perchè Bortoletti sta operando bene sia nell’interesse provinciale che per il presidio di Roccadaspide». E, come accennato, Auricchio si chiede «Perché i monitor sono arrivati e stati collaudati subito dopo la mia lettera? C’è qualcosa di poco chiaro». Un altro paradosso riguarda un defibrillatore. L’apparecchiatura acquistata nel 2007, è ancora nel reparto di Cardiologia, sigillata nella sua scatola di imballaggio. Bortoletti poi ha parlato del bando sulla nomina di alcuni direttori sanitari, compreso quello di Roccadaspide: «Esiste una legge che pre- vede che queste funzioni si possono temporaneamente assegnare per un determinato periodo – ha detto – che ormai è scaduto. Ora è il momento di pensare a riorganizzare l’azienda anche per quanto riguarda i vertici» Sono intervenuti, inoltre, il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl di Salerno, Sergio Annunziata, il consigliere regionale, Antonio Valiante e alcuni sindaci del comprensorio. Francesca Pazzanese Sala Consilina LA LETTERA. Una drammatica testimonianza sull’inquinamento cuni politici del posto, che non esitarono molto a rispedirla indietro. Nella stanza dove mia madre venne ricoverata, c’erano sei letti, tutti occupati da persone del Sud e guarda caso, nella stessa stanza incontrammo proprio dei “paesani”! C’era la signora Maria di Sassano, Angela di Sala Consilina e ancora Michelina una ragazza di appena diciotto anni di Teggiano. Nel 2009 torno a Pisa sempre come accompagnatrice di mia madre, ma questa volta senza avere il tempo di fare domande al professore, mi ritrovo da accompagnatrice a paziente! Difatti il 16 marzo vengo operata di carcinoma papillare alla tiroide. Proprio come mia madre. Sono trascorsi tre anni e ritornando a controllo nello stesso studio del professore, non ho trovato più quella mappa.Allora gli ho fatto la stessa domanda: Perché?? Questa volta il professore mi ha risposto: NON HA ALCUN SENSO DELIMITARE UNA ZONA IN PERICOLO, SE GLI STESSI ABITANTI NON SI SENTONO TALI. Questo è vero, noi non ci sentiamo in pericolo perchè noi , non siamo ribelli, non sappiamo difendere i nostri figli. Ci fanno ancora credere che Noi viviamo in quel pezzo di terra dove si respira aria buona e siamo ancora convinti che le verdure e la frutta hanno il sapore ancora di verdure e di frutta. Ma io non ci credo più e sono sempre più consapevole che i tumori sono ereditari si ,ma non da madre in figlio, ma da zolla a zolla! La mia cicatrice alla gola, come quella di mia madre e come quella di tante madri e figlie del Vallo, è il simbolo del mio riscatto, della mia ribellione. E’ il simbolo della mia, della nostra battaglia. E’ il MARCHIO che rappresenta indegnamente la mia terra! E si sa, i marchi si pagano. E io oggi chiedo il risarcimento. VOGLIO RISARCIMENTO da : Tutti i sindaci, amministratori, onorevoli, assessori che hanno detto SÌ PER UN VOTO. Dai miei genitori ,dai miei nonni e bisnonni che non hanno visto e se hanno visto hanno taciuto. Da chi si è arricchito, vendendo un pezzo di terra per trasformarlo in deserto. Dai preti, dai monaci,dal Vescovi e dalla Chiesa tutta che nel Vallo non ho mai visto scendere in campo per difendere questa terra. Dai molti contadini che hanno “sacrificato” i loro raccolti per stringere la mano agli amici del Nord. Dalle associazioni, comitati, movimenti che si costituiscono e si sciolgono ad ogni occasione. Dai medici, geologi, professori dagli esperti che studiano la terra degli altri e non la propria. Dai consorzi ,dalle Comunità montane, che si riuniscono solo in occasioni di elezioni del nuovo presidente. Dai giovani studenti del Liceo scientifico, classico, della Ragioneria, del Geometra capaci di scioperare solo per un riscaldamento mancato. Dalle banche, istituti di credito, dalle finanziarie che dopo averci tolto tutto l’oro giallo, vogliono prendersi quello nero. Dagli imprenditori,dai costruttori che non hanno avuto scrupoli a deturpare il proprio paesaggio con cemento e catrame. Ed infine voglio risarcimento da tutti, i vicini e lontani valdianesi, che non hanno saputo apprezzare, proteggere la mia e la loro terra segnata in rosso da tempo in uno studio medico distante 800 km! E ricordiamoci sempre che tutto ciò che NOI seminiamo, saranno poi i nostri figli a raccoglierlo, come io ho raccolto da mia madre: figlia di questa terra! Luigina Martello CAPACCIO/LA POLITICA Voza non può sfuggire al confronto... SEGUE DA PAG. 2 sconde una devastante manomissione del territorio comunale”. Come pensa il futuro sindaco Voza, in concreto, di risolvere i grossi e numerosi problemi di quest’area che vede circa 600 abusi edilizi destinatari di ordinanza di demolizione? Qui non si tratta di ricorrere a generici proclami, ma di prospettare soluzioni concrete e fattibili. O si spera che, essendo anche il sindaco in qualche modo coinvolto, di quelle ordinanze si perderà la memoria o ci si avvierà a un’impossibile revoca? E qual è la posizione del dottor Voza e dei suoi sostenitori su quel Concorso che, dopo avere per le procedure già tolto una buona fetta di quel milione di euro stanziato per affrontare il recupero delle case sorte nell’area, si appresta a sperperare il resto con la costruzione di altre strade che verranno ad arricchire l’attuale oltraggio del circuito del Mugello? E le critiche del prof. Paolino, altro sostenitore di questo cartello di liste, quale sorte hanno avuto? Nel Programma comparso sul sito web di esse non c’è alcuna traccia, anzi non c’è traccia di come s’intenda affrontare la contestatissima stesura del PUC. Tra i tanti problemi c’è la vexata quaestio di Cannito, che per alcuni è problema urbanistico e per altri è gri- maldello per l’arrivo di capitali e gestioni illecite. E c’è quello del Polo di Accoglienza, unica area che preveda un leggero incremento nel settore della ricettività alberghiera. Un progetto di sviluppo, che rappresenti una svolta e un radicale cambiamento dell’immagine di CapaccioPaestum, non può prescindere da una riscrittura dell’intero PUC, incidendo in modo organico sulla centralità dello sviluppo turistico, agricolo e produttivo. Né si può consentire un Piano spiaggia che, avulso da un tale modo di intendere il Piano urbanistico, sia realizzato solo nell’ottica del “lido” - magari di qualche amico! – ignorando il raccordo con l’entroterra e 17 IN FARMACIA Salute, tutto ciò che si semina... poi si raccoglie La prima volta che sono stata all’ospedale Santa Chiara di Pisa risale al 1994.Ci portai mia madre, per un carcinoma papillare alla tiroide. Quello che mi colpì nello studio del professore che curava mia madre, posta dietro la sua scrivania appeso al muro, fu una grande cartina dell’Italia. In grassetto nero erano segnate tutte le regioni, le province e le città. L’unica area, esattamente solo il Vallo di Diano, era segnato in rosso! La mia curiosità, nota a chi mi conosce, mi fece fare al professore la domanda: PERCHE?? Il professore mi spiegò che quella era una mappa dove si localizzava il “focolaio” dei carcinoma alla tiroide. Chiamò il Vallo di Diano, un focolaio! Con le lacrime agli occhi mi disse che era molto dispiaciuto e commosso per la mia domanda e cosi mi spiegò che, un po’ di tempo prima, aveva mandato una delegazione di esperti per studiare il nostro territorio e il motivo di tanti casi di tumori alla tiroide concentrati soprattutto tra Sassano-Padula e Sala Consilina. Quella delegazione non fece in tempo a studiarne le cause, perché le loro domande ai cittadini diventarono scomode per al- N° 08 03 Marzo 2012 con un sistema eco-ambientale, una destrutturazione dei flussi turistici e un ampliamento delle diverse e plurisettoriali attività produttive e commerciali. Per usare una terminologia di moda, dalla faticosa lettura delle circa quaranta cartelle del programma del candidato a sindaco più accreditato non si ricava, purtroppo, nessuna prospettiva di una svolta strutturale o semplicemente di un modesto cambiamento di gestione amministrativa. Sono queste le prime sommarie richieste di chiarimento. Di altre in un prossimo intervento. Aurelio Di Matteo Attenzione al peso con i farmaci antipsicotici! Diversi studi clinici hanno evidenziato che alcuni antipsicotici sono stati associati a significativi aumenti di peso, diabete e alterazione del metabolismo lipidico che rappresentano il punto centrale nell’origine della sindrome metabolica indotta dagli antipsicotici. In uno studio clinico sono stati arruolati soggetti affetti da schizofrenia che avevano raggiunto la stabilità clinica con olanzapina, quietiapina o risperidone e che risultavano ad elevato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, poichè presentavano un indice di massa corporea >27 ed elevati valori di colesterolo. I pazienti sono stati sottoposti allo switch ovvero al passaggio graduale al nuovo farmaco aripiprazolo, riducendo ogni settimana il dosaggio del vecchio antipsicotico ed aumentando il nuovo. In questo studio lo switch da olanzepina, quetiapina o risperidone ad aripiprazolo è risultato efficace in molti pazienti nel migliorare i risultati del loro profilo lipidico e nel ridurre il peso corporeo. La perdita di peso osservata nei pazienti si è protratta anche dopo la fine dello studio. E' importante che i pazienti in terapia con antipsicotici conducano uno stile di vita sano che comprenda un costante esercizio fisico ed una dieta equilibrata al fine di evitare aumenti ponderali. Inoltre, in base ai più recenti studi, lo switching da un farmaco antipsicotico ad alto rischio di sviluppare problemi metabolici ad uno a basso rischio potrebbe costituire una valida opzione senza limitare il più possibile il successo della terapia. Alberto Di Muria 18 Eboli N° 08 03 Marzo 2012 CENTRO STORICO. Un quartiere risanato. Ora luci e ombre dopo il recente omicidio L’allarme dei ristoratori: “Immagine distrutta e sacrifici in fumo” DALLA PRIMA macchie di sangue delle vittime, in un rione tranquillo, ma che ora fa un pò paura. "Ci avete dipinto come un quartiere deserto, un rione buio e abbandonato, ma non è così" esordisce Gustavo Sparano, presidente dell'associazione ristoratori "le Tavole del Borgo" e portavoce degli altri titolari di ristoranti. L'omicidio c'è stato, negarlo è impossibile. Dieci coltellate, sette alla moglie morta, tre al marito salvo per miracolo. Screzi e insulti tra famiglie per fidanzamenti contestati e ritenuti poco convenienti. Un inferno di sangue, sabato scorso. "Ci avete distruttobofonchia Sparano- qui viviamo di immagine, di nome, di promozione del territorio. Negli ultimi dieci giorni Eboli è su tutti i giornali per un marocchino bruciato vivo in pineta e per l'omicidio in via San Lorenzo". Due fatti di sangue, uno chiarito, l'omicidio nel centro storico, il secondo è ancora un giallo, chi ha bruciato vivo il povero marocchino Hassan nella pineta di Eboli? I ristoratori sono nervosi, non se la passano bene. Gli ultimi tre mesi sono stati da fame, pochi clienti, pochi coperti, pochi tavoli con gente seduta a mangiare. L'omicidio Ricci è stato il colpo di grazia: "ma vi rendete conto come ci avete descritti? Come un quartiere afghano, come una realtà che nemmeno a Bagdad si incontra più". Da ristoratore a politico, il passo è breve e Sparano prova a farlo: "nel centro storico abbiamo 9 ristoranti, una pizzeria aperta da 100 anni, il Papavero sulla guida Michelin, ristoranti tipici, prodotti a zero chilometri, locali che rispettano l'ambiente, che utilizzano le energie alternative, che spendono soldi per ridurre l'inquinamento". Tra i premiati c'è anche Sparano, l'anno scorso Legambiente gli ha dato la targa "Ristorante dell'anno", un riconoscimento nazionale di grande valore. Poi è arrivato l'omicidio Ricci, sono spuntate le telecamere a intervistare la gente che non sa parlare, a fare domande agli analfabeti, agli ebolitani dai natali modesti, alla gente che ha paura di se stessa. Il profilo che cercava il circo mediatico era chiaro. Un quartiere bifolco, di gente che vive nelle caverne, un rione rimasto al secolo scorso, dove le liti si risolvono a suon di coltellate. Sparano esagera a interpretare i servizi giornalisti, ma rilancia l'idea di promuovere "questo centro storico che è una vera bomboniera. In corso Garibaldi c'è uno dei più grandi orafi di Italia". Si chiama Rosmundo Giarletta e mentre disegna i suoi gioeielli deve fare i conti con automobilisti strampalati che, passando davanti al suo laboratorio, travolgono i GLI IDAGATI DELL’ULTIMO OMICIDIO AD EBOLI pali d'acciaio sistemati come dissuasori di sosta. Del comune non c'è traccia. A piazza Porta Dogana c'è una sede distaccata dei vigili urbani, ma è quasi sempre chiusa. I politici si fanno vedere solo alle manifestazioni pubbliche, quando si mangia, si beve e si sparano i fuochi d'artificio. Qualche volta si vede un turista non ebolitano che si perde per strada e vicoli antichi, chiedendo informazioni sul ristorante da raggiungere. Il museo archeologico non richiama sciame di visitatori, la biblioteca comunale funzionava quando c'era la mediateca, l'archivio fotografico Gallotta è in fase di completamento da vent'anni, la chiesa di San Francesco ha cambiato parroco. Del centro storico non si parla spesso. L'ultima volta crollò il palazzo abbandonato di un ex assessore per la troppa pioggia e la macro incuria. Anni fa morì una donna per ictus cerebrale, secondo i residenti fu il marito a ucciderla di botte, ma resterà un mistero popolare. Il piano traffico è stato cambiato per fortuna senza l'installazione di semafori nuovi, una fissa pericolosa dell'assessore Mastrolia e del comandante dei caschi bianchi, Enzo Gallo. Le buste per la differenziata, adesso, ce le hanno anche i residenti clandestini, lo sterminato popolo di extracomunitari che si sono insediati nel centro storico per gli affitti bassi. Alcuni migranti dormono in 10 persone in una stanza. Sono sempre gli ebolitani, nomi noti, ad approffitare della fame altrui. Appartamenti ridotti a catapecchie affittati a mille euro al mese. I vigili urbani hanno iniziato a indagare ma poi sono spuntati nomi scomodi e dell'inchiesta non si conosce la fine. I ristoratori sono una nota positiva del centro storico. Nove locali per un quartiere che fino a 10 anni fa era composto solo di macerie, rappresentano un mezzo miracolo ebolitano. Il ripopolamento del centro storico c'è stato. Gli appartamenti li hanno venduti a prezzi accessibili, gli affitti sono popolari, i residenti extracomunitari si sono precipitati nella zona antica di Eboli. Un neo sono gli esercizi commerciali, ancora pochi, almeno nella zona alta. Per trovare un tabacchino bisogna scendere in corso Umberto I. La farmacia è traslocata al rione Borgo. Mercerie e abbigliamento, niente. La parte alta della zona antica di Eboli è tutta ancora da sviluppare, dal punto di vista commerciale. In basso, invece, corso Umberto I e corso Garibaldi sono piuttosto popolati. "Non siamo il deserto, non siamo il terzo mondo, veniteci a trovare, ma non per parlare di omicidi" è l'invito di Sparano. L'assassino della donna trucidata ha un nome. E' stato arrestato e ha confessato. Il marito sopravvissuto alla mattanza ha aiutato l'indagine dei carabinieri. Fosse morto pure lui, i due responsabili del macabro massacro non avrebbero ancora un'identità. E il centro storico di Eboli sarebbero diventato una sorta di Avetrana 2. Non è andata così ed è già un miracolo. Chissà se anche i ristoratori, prima o poi, impareranno a fare i conti con le stritolanti regole del circolo mediatico. Francesco Faenza La vecchia Roscigno visitabile a rischio e pericolo... SEGUE DA PAG 10 hanno abituato tanti amministratori degli Alburni, che non riescono a guardare al di là del proprio orticello e che non hanno mai posto fra le priorità dell'agenda politica alburnina le questioni del recupero integrale e del rilancio dei bellissimi centri storici. Il recupero del centro storico di Roscigno dovrebbe essere attuato da una struttura istituzionale di area vasta attraverso un vero progetto turistico sostenibile che coinvolgesse l'intera zona degli Alburni e che avesse come punto focale la spesa di risorse pubbliche come investimento produttivo e di crescita occupazionale allargato alle imprese ed ai capitali privati e non la spesa di risorse pubbliche fine a se stessa che non ha prodotto altro che disastri e scarsissimo sviluppo occupazionale in tutti questi anni. Intanto i turisti italiani e stranieri che vi- sitano il centro storico di Roscigno la soluzione a divieti ed ordinanze l'hanno già trovata, infatti, tutti i giorni visitano a loro rischio e pericolo il centro di Roscigno Vecchia e continuano a portarsi a casa moltissime foto del degrado. Questa è solo una brutta storia di colpevoli istituzioni che vivono nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, patrimonio sotto tutela dell'Unesco. Vito Gerardo Roberto CASA IN FASE DI RECUPERO A ROSCINO VECCHIO Eboli Le pagelle ebolitane Vito Sparano, voto 7: del corposo esercito dei sindacalisti Cisl, è l'unico che fa il punto drammatico della situazione. L'ospedale è diretto da persone con il piglio fascista: "noi chiediamo risposte e loro se ne stanno zitti". E così il longevo Minervini e il direttore generale Bortoletti sono stati denunciati per condotta antisindacale. La Cisl di Sparano chiede chiarimenti sul personale, sullo schifo in cui sono ridotte le lenzuola ospedaliere, sulle prestazioni ambulatoriali sospese. E Minervini non risponde. Premesso che la buona educazione è questione di stile e di buoni rapporti umani, il silenzio di Minervini qualcosa significherà. Vedremo il giudice del lavoro cosa ne pensa. Nel frattempo i reparti boccheggiano, cardiologia su tutti, ma chi è super pagato per risolvere i problemi non si affatica nemmeno a rispondere. Conclusi i disegni dei cartoni animati in pediatria, pare che Minervini sia rimasto vittima della sindrome di Stoccolma. Non parla più, non risponde più. Una sfinge alla direzione super pagata dell'ospedale di Eboli. In attesa che il giudice del lavoro rompa l'incantesimo muto di Minervini, voto sette a Vito Sparano, l'unico sindacalista che alza la voce. Ci verrebbe da chiedere gli altri sindacalisti che fanno, sarà la sindrome di Minvervini ad averli contagiati? Remo Mastrolia, voto 3: l'assessore alla sicurezza prima parla, poi si ferma, poi riparla del centro storico. Sull'omicidio Ricci non fa proprio la figura del cuor di leone. Alla fine, però, promette più controlli e sicurezza nel centro storico. La domanda è: ma se l'omicidio nasce da una vendetta per gelosia, i vigili urbani dell'assessore Mastrolia cosa faranno, spieranno nelle case degli ebolitani, busseranno alle porte del centro storico per chiedere "come va, tutto bene in famiglia, i bambini dormono, hanno cenato, stanno vedendo il Grande Fratello, l'Isola dei famosi e il tatuaggio di Belen? Sanremesate a parte, Mastrolia promette la rivoluzione (un nuovo piano traffico, per pietà) ma non riesce a smontare nemmeno dei paletti sistemati per strada da un abusivo fuorilegge. La rimozione delle auto in divieto di sosta continua, ma il nervosismo di alcuni vigili urbani è diventato proverbiale. In corso Garibaldi si continua a cor- REMO MASTROLIA rere e a far saltare i "birilli" d'acciaio installati come dissuasori di sosta, ma nessuno si preoccupa di prendere una soluzione per limitare la velocità. Delle telecamere anti vandali è inutile parlare, prima del 2020 non si accenderanno. I vigili urbani alla galleria dei servizi hanno paura dell'amianto sbriciolato nell'ex fabbrica Pezzullo. Ma anche qui i vertici della sicurezza ebolitana non sanno cosa fare, cosa dire, quale soluzione adottare. Pagati per cosa? Guardia forestale, voto 5: troppa fretta, troppa superficialità. Il secondo sequestro della Casina Rossa si trasforma in una clamorosa gaffe. Lo sgombero della polizia provinciale diventa un inatteso autogol. L’amministrazione Cirielli vince il braccio di ferro. Avevano ragione loro, i tecnici della Provincia, le autorizzazioni, il collaudo, le carte c’erano. Il sequestro è stato un grosso abbaglio. Dispiace l’enorme equivoco che si è creato tra le forze dell’ordine. Dispiace il clima di diffidenza che si verificherà ora tra le forze dell’ordine, visto che in litoranea polizia e forestale dovrebbero lavorare in sinergia contro chi sfrutta le schiave del sesso, contro chi spaccia, chi violenta, chi estorce denaro, chi si dedica a diverse attività illecite. Il sequestro lampo della Casina Rossa verrà ricordato come una brutta pagina provinciale. Ciò non toglie i meriti al corpo della guardia forestale che negli ultimi anni ha scoperto centinaia di abusi alla Marina di Eboli, ha denunciato decine di attività imprenditoriali fuorilegge, ha scoperto alimenti avariati, ristoranti senza autorizzazioni, illeciti gravi contro i N° 08 03 Marzo 2012 19 di Francesco Faenza consumatori. In questo caso, il comandante Marta Santoro e i suoi uomini hanno peccato per eccesso di zelo. Capita. Il tempo per riscattarsi non mancherà. Con l’arrivo della primavera, la Marina di Eboli e la litoranea da Capaccio a Salerno diventa fucina di reati quotidiani. La Casina Rossa, da parte sua, torna a svolgere il suo ruolo di presidio della legalità. Dopo il primo sequestro, sempre per presunti abusi, ne è arrivato un secondo alla Casinsa Rossa. La questione urbanistica sembra chiusa. Ora la sede decentrata della polizia provinciale recupererà la sua centralità. Caduto e ferito sulla neve, il presidente Cirielli addolorato può sospirare sollevato per la Casina Rossa, anche se a Eboli molti si chiedono ancora se la palestra abusiva del Liceo Scientifico è stata regolarizzata, se gli alunni dell’Antonio Gallotta fanno ancora educazione fisica in una struttura fuorilegge e senza garanzie in caso di infortuni? Aspettiamo fiduciosi una risposta. Arriverà rapida come il dissequestro della Casina Rossa…uhm…ne dubitiamo. De Caro: “Un patto per Capaccio tra persone perbene” SEGUE DA PAG 6 attivamente all’amministrazione del territorio. Di notevole interesse i messaggi dei professionisti: l’architetto Lucido Di Gregorio, rappresentante del movimento “Capaccio Punto e a Capo”, e dell’ingegnere Giuseppe D’Amico del movimento “Alternativa Democratica”. Poi l’intervento di Matteo Pepe di Città Futura, a dimostrazione della continuità con la campagna elettorale di Luigi Di Lascio della primavera del 2007. A conclusione della manifestazione l’intervento del candidato sindaco Gennaro De Caro ha ricordato dell'amico Gigino e ha rinnovato l’invito alla partecipazione a chi ri- tiene che è possibile amministrare diversamente e meglio il Comune di Capaccio-Paestum. «Certo non è facile puntare sul candidato sindaco, Gennaro De Caro, perché significa scegliere un uomo che non accetta compromessi, che rivolge la sua attenzione ai cittadini e non ai propri interessi». Ha esordito così il candidato sindaco Gennaro De Caro alla presentazione della sua coalizione, domenica, nella sede di "Città futura", una delle liste di Gigino Di Lascio, candidato nel 2007, al quale si ispira la coalizione. E’ intenzione di De Caro mettere in atto il programma presentato all’epoca da Di Lascio, del quale condivise «le direttive e il modo di intendere e di fare politica». Tanto che è stato uno dei suoi candidati alla carica di consigliere. Sviluppo del territorio, ambiente, e una politica fattiva, moderata e partecipativa sono gli obiettivi principali perseguiti dalla coalizione, capeggiata da De Caro. L’intervento di Pietro De Rosa, che ha sollevato la questione relativa all’utilizzo da parte del candidato sindaco Italo Voza del programma del compianto Gigino Di Lascio, copiato e incollato sul proprio sito internet. «Dov’erano queste persone - ha affermato De Rosa - quando abbiamo formato la coalizione a sostegno di Gigino Di Lascio? All’epoca non condividevano la sua candidatura e non l’hanno sostenuto, oggi addi- rittura ne copiano il programma. Se ne devono andare a casa». De Rosa si riferisce ai risultati di una riunione di cinque anni fa tra professionisti dove proprio Italo Voza non volle dare il suo sostegno a Di Lascio che poi dovette fare affidamento solo sulle sue forze e sulla sinistra radicale. Sulla questione del programma copiato da Voza il candidato sindaco De Caro afferma: «Il programma di Di Lascio era ottimo. Il fatto che è stato copiato non può che farci piacere. Italo, del quale sono collega e amico che lo stima, ci crede davvero. Ma non certo i suoi compagni di cordata. Nel caso la coalizione di Voza dovesse vincere, è chiaro che l’auspicio è che perda, ci auguriamo che i contenuti del programma siano concretizzati». «Noi continua il candidato sindaco - ci crediamo e metteremo in atto il programma. Il nostro obiettivo è porre fine a quella politica urlata. Siamo coscienti che i problemi da affrontare sono tanti e non sarà facile scendere in campo. Fino ad oggi è regnato solo degrado amministrativo ora dobbiamo puntare sullo sviluppo per intraprendere un cammino serio di rinnovamento». L’architetto Lucido Di Gregorio, rappresentante del movimento "Capacciopuntoea capo", ha puntato l’indice contro «la speculazione edilizia che ha caratterizzato Capaccio». 20 N° 08 03 Marzo 2012 Battipaglia FGFGFGF DALLA PRIMA Un po’ come la scarpa di Krusciov, per capirci, ma con meno puzza. O di più, forse. Comunque, tornando al nocciolo della questione: per alcuni malpensanti le parole di quella stessa frase di Cuozzo sarebbero, in sé, corrette; solo, sofferenti di un piccolo difetto sintattico. Andrebbero riordinate nella costruzione, insomma, suonando grosso modo così: “Assessore, mio figlio Paolo ha bisogno della famiglia, per mettere il piatto a tavola”. In realtà la questione non è così semplice. A più riprese questa nomina è stata giustificata con esigenze di freschezza e rinnovamento Papy quotidiani... nell’esecutivo cittadino. Una scelta obbligata, insomma; giacché pare si sia andati di casa in casa a cercare un enfant prodige adatto per le politiche giovanili, e non lo si sia assolutamente trovato. Centinaia e centinaia di giovani professionisti, commercianti, imprenditori e studenti che risiedono ed esercitano in questa città, e nemmeno uno dotato di quelle capacità e qualità necessarie per ricoprire un incarico simile. Di questo passo, insomma, occorreva metterci un vecchio, alle politiche giovanili; e allora ‘st’altro Natale, anziché la pista di pattinaggio sul ghiaccio, avremmo dovuto sorbirci la corsa col bastone e gli esercizi ginnici di ricambio del catetere. E, alla filodiffusione, un bel mix di successi di Nilla Pizzi. Io, una Battipaglia così a corto di soluzioni, non la ricordavo dai tempi della Democrazia Cristiana, allorquando i politicanti del territorio – non rinvenendosi, stranamente, lavoranti indigeni disposti al sacrificio – furono costretti loro malgrado a inondare ospedale e fabbriche cittadine di manodopera del salernitano e dell’agro nocerino. Anche allora scelte obbligate, per carità, ci sono le testimonianze scritte e verbali: s’andava da un capofamiglia disoccupato con cinque figli, gli si chiedeva se avesse piacere a fare l’infermiere al nosocomio locale, e quello rifiutava o nicchiava. E allora è chiaro che il personale andava importato dai dintorni (peraltro, convincendolo con un buon stipendio e la promessa di poca fatica); e noi, anziché ringraziare per lo spirito di collaborazione e solidarietà, subito a starnazzare di babà e clientelismo. Più di vent’anni e non siamo cambiati, alla fine. Ma scusate, se ci fosse stato del torbido, in questa nomina di Paolo Cuozzo, non vi pare che per decenza e rispetto quello l’avrebbe rifiutata? Tento la macchietta, mi beccano, e io che faccio? Anziché dire “scusate, ci ho provato, amici come prima”, proseguo imperterrito sulla mia strada? Insomma, ditemi che manca tutto, ma non la buona fede. Che poi: così prendi e le fai, le politiche giovanili. Devi innanzitutto sapere cosa siano. E siccome a memoria d’uomo nessuno è mai stato capace di spiegare in che consistano, la prima qualità è una fantasia abnorme. La seconda, ovviamente, è l’aver maturato un buon background in un’istituzione a tema: tipo, per l’appunto, il Forum dei Giovani, di cui a tutt’oggi s’ignora che funzione avesse. Duplice sforzo di fantasia, allora: e con questo, il nostro neo assessore non se li è già guadagnati, i primi due mesi di stipendio? Ernesto Giacomino CAMPAGNA. La famiglia Gibboni protagonista di “Romanzo Familiare” su tv 2000 La vita in musica tra violino e pianoforte... Ricorderete sicuramente questa straordinaria Famiglia composta da musicisti, che ha partecipato ed è spiccata fino alla finale della seconda edizione di "Italia's got talent" lo scorso anno. Si è, poi, esibita al programma televisivo di RaiDue "I fatti vostri" lo scorso ottobre. Ora continua il percorso musicale con il capofamiglia Daniele Gibboni (violinista), insegnante alla scuola media "A. Gatto" di Battipaglia, e la moglie Gerardina Letteriello (pianista) insieme ai figli. Infatti, sta partecipando al programma televisivo "Romanzo familiare", che sta andando in onda, in diretta, dal lunedì al venerdì alle 18.30 alle 19.40 su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre, canale 801 Sky) e in streaming sul sito www.tv2000.it. dal 24 ottobre. Li abbiamo già visti giovedì 23 febbraio e giovedì 1° marzo in diretta TV e così sarà tutti i prossimi giovedì, per un’intera stagione. Ogni sabato dalle 18.30 ci sarà uno “Speciale Romanzo familiare”, che fa il punto di tutta la settimana con le storie delle cinque famiglie protagoniste. Il lunedì alle ore 11.50 saranno ripropo- ste le puntate della settimana precedente. La famiglia Gibboni, residente in una villetta a Campagna, in provincia di Salerno, è tra i nuovi protagonisti di Romanzo Familiare, il reality di successo dedicato alla famiglia. La famiglia salernitana, così come le altre 4 famiglie protagoniste, ogni volta racconta una settimana della propria “speciale” quotidianità commentando con il pubblico, a casa e in studio, situazioni ed eventi registrati in un video-diario. La loro vita è scandita dalla musica di un pianoforte, quello di mamma Gerardina, e di quattro violini: quelli di papà Daniele e dei tre figli, due gemelle di 12 anni e un bambino di 10. Uniti dalla passione per la musica che, spesso, li porta nei teatri e nelle sale d’ascolto dei conservatori per vere e proprie esibizioni di famiglia, i musicisti salernitani racconteranno una quotidianità in cui c’è posto anche per lo studio, lo sport e il volontariato. Romanzo familiare vuole rappresentare un programma dalla tessitura inedita, in grado di creare identificazione e simpatia attorno a quella realtà umana fondamentale che è la famiglia. Lo studio è concepito come una finestra aperta sulla vita reale, un luogo di affaccio e di confronto, mediato dai conduttori Arianna Ciampoli e Antonio Soviero, con ospiti e altre famiglie nella chiave dello scambio di esperienze e della testimonianza reciproca. Cinque famiglie. Cinque giorni. Una famiglia al giorno. Cinque 5 video-diari in presa diretta. Una settimana da raccontare, ogni giorno. Per una stagione. Coniugando le consolidate esperienze di real-tv e talk, “Romanzo familiare” racconta gli avvenimenti, le difficoltà, le fatiche, le conquiste e i momenti di gioia del nucleo sociale e affettivo per eccellenza. Ecco cosa può fare, nel nostro caso, la musica. Può unire una famiglia e renderla speciale come per i Gibboni. Nella loro casa a Campagna, provincia di Salerno, le giornate sono scandite da esercizi, prove e concerti. Papà Daniele e sua moglie Gerardina hanno, infatti, trasmesso ai loro tre figli questa straordinaria passione. La vita dei Gib- LA FAMIGLIA GIBBONI DI CAMPAGNA boni segue uno spartito ricco e armonioso: Daniele, il “capo-famiglia”, la moglie Gerardina, le due gemelle Annastella e Donatella, che frequentano la scuola media e il conservatorio, mentre il più piccolo Giuseppe è iscritto alla quinta elementare ed anche lui al conservatorio. Non mancano, però, le variazioni sul tema: Giuseppe e sua sorella Donatella si dilettano nelle arti marziali. Il tratto distintivo dei Gibboni è la loro straordinaria coesione. Un’unione che diventa ancora più tangibile quando imbracciano gli strumenti per eseguire all’unisono il loro repertorio. Durante le loro esibizioni i Gibboni si trasformano così in una vera e propria eccezionale orchestra. Senza contare che, all’occorrenza, il “gruppo” si arricchisce di due talentuosi elementi, i due fratelli di papà Daniele, Ninni chitarrista ed Antonello clavicembalista, anch’essi degli eccellenti musicisti. E proprio in questo entourage familiare, la musica sta scandendo l’attesa di un lieto evento: il fratello maggiore di Daniele, Ninni, attende la nascita di un figlio tra marzo e aprile. Insomma, la musica tra i Gibboni è un “vizio” di famiglia. Mario Onesti Sele BATTIPAGLIA. N° 08 03 Marzo 2012 Perde pezzi la grande coalizione. In tre abbandonano Santomauro, che ora rischia Una lettera riservata e personale in cui si annuncia l'abbandono di tre consiglieri dalla maggioranza di governo. Poi dichirazioni di fuoco in Consiglio comunale. Sono Orlando Pastina dei Liberaldemocratici, Orazio tedesco e Luigi D'Acampora del gruppo misto, questi ultimi eletti due anni fa nelle fila del Pd. L'hanno letta in conferenza stampa “per smentire pettegolezzi” e voci di corridoio circa “particolari richieste di tipo personale” in essa contenuta. L'obiettivo invece era “aprire un confronto”, per dirla con le parole di D'Acampora. Confronto che però, poi, non c'è stato. “Il suo modus oprandi di questi ultimi mesi – scrivono i tre ex-fedelissimi a Santomauro – non è più da noi condiviso, per questo ritiriamo il nostro appoggio incondizionato, valutando di volta in volta i vari argomenti di cui il consiglio discuterà.” Nelle parole dette però i toni sono più pesanti: “Sono venuti meno i più basilari ele- ANTONIO DI VERNIERE Ci ha lasciato Antonio Di Verniere, ovvero zì 'Ntonio Piccirillo. Fu mitico trebbiatore e trattorista. Geniale meccanico brevettò anche delle innovazioni. Del suo carattere allegro e giocherellone aveva fatto il suo tratto distintivo. Un abbraccio ai figli Germano, Mario Rosaria e Michele, tutti amici del nostro giornale. menti di etica in questa città”, va giù duro Tedesco. “Noi chiedevamo rinnovamento – precisa il noto penalista – facce nuove, cambi nei gangli del Comune, invece c'è solo il vecchio che ritorna”. Si sentono traditi, i tre. “Con Santomauro volevamo continuare quanto di buono fatto con Barlotti – lamenta D'Acampora – ma non c'è la benchè minima trasparenza sugli atti, né vengono premiate le competenze”. I riferimenti sono alle recenti nomine nell'organigramma del Comune, in particolare – lo dice sibillino D'Acampora – sui tecnici incaricati a seguire l'ampliamento del cimitero. “Il senso della lettera era quello di denunciare le cose che non vanno – prosegue D'Acampora – ci aspettavamo di essere inviatati a discutere col Sindaco, ma questi ci ha ignorati”. “Ci sentiamo maggioranza perchè abbiamo vinto le elezioni – annuncia Pastina – ma usciamo dalla maggioranza di governo”. Pastina annuncia poi che anche il suo partito, l'LD di cui è capogruppo e segretario politico, esce dalla maggioranza: “I vertici provinciali e nazionali hanno condiviso questa scelta. Chi vuole restare nel partito non può appoggiare questa maggioranza.” In questo caso il riferimento è ad Antonio Guerra, consigliere LD che però sostiene la giunta Santomauro. “Col consigliere Guerra – continua Pastina – è da tempo in atto un forte scontro, che non nascondo abbia contribuito alla mia decisione di passare all'opposizione. Ora tocca a lui decidere se restare in Ld o continuare a sostenere, ma fuori dal partito, questo Sindaco”. Discorso diverso fa D'Acampora per Massimo Casillo, l'assessore all'Ambiente “di nomina” del consigliere: “Io ho solo indicato in Casillo un tecnico competente in materie ambientali. Poi la scelta l'ha fatta il Sindaco, e per quanto ne so, credo che voglia riconfermarlo anche se non gode più del mio sostegno.” La grana Casillo GIOVANNI SANTOMAURO però interessa anche Barlotti, a cui fanno esplicitamente riferimento D'Acampora e Tedesco , che anche se ufficialmente lontano dalla politica, nei fatti fin dalla campagna elettorale è stato tra i massimi sponsor di Santomauro: “Casillo è un assessore che sostenevamo in Consiglio comunale – dice l'ex sindaco - Oggi che D'Acampora e Tedesco sono fuori, sarà difficile per lui andare avanti senza coperture politiche.” Certo è che Santomauro da oggi è meno forte. Malgrado la sua “panchina lunga” più volte sventolata, le gambe cominciano a tremare. Valerio Calabrese CHI CERCA. . . . . TROVA Locasi o vendesi avviata attività commerciale con generi alimentari e prodotti per la pulizia della casa e delle persone, licenza di generi di Monopolio di Stato (sale e tabacchi) ubicata a Capaccio alla via Gaiarda 67. 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CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949 84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544 84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433 85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431 21 22 N° 08 03 Marzo 2012 Pontecagnano Un progetto per rilanciare la città ed un tentato Cineforum… “Fare Città” si presenta alla cittadinanza Domenica 26 febbraio i volontari del Progetto FareCittà hanno presentato in Piazza Sabbato le loro idee e le loro attività lanciando anche la campagna tesseramento 2012. FareCittà è un progetto giovane, nato a seguito dell'esperienza di diversi ragazzi che da anni sono impegnati nella realizzazione di iniziative in ambito locale. Un progetto collaborativo che ha lo scopo di promuovere la condivisione di idee e stimolare una partecipazione attiva alla vita cittadina. Questo si legge sul sito del Progetto che non va confuso con un’associazione, seppure preveda delle tessere per auto sostenersi, ma bensì si propone come un vero e proprio programma nato per creare eventi ed iniziative che rappresentino un reale valore aggiunto per la crescita del territorio. Farecittà opererà in diversi settori: sociale, cultura, turismo, sport, tutto questo grazie alla collaborazione di tanti giovani ma anche di professionisti esperti che metteranno volontariamente al servizio della collettività le proprie conoscenze e capacità. Le prime iniziative sono state a sostegno dei soggetti svantaggiati attraverso il Centro di Ascolto ed il Banco alimentare: è disponibile infatti gratuitamente, grazie all’impegno di volontari qualificati, uno spazio di dialogo dove poter trovare un ambiente accogliente e confortevole e ricevere un supporto rispetto ai propri disagi. Sempre gratuitamente, attraverso l’affiliazione al Banco Alimentare Campania onlus, vengono distribuiti beni alimentari a famiglie ed individui bisognosi, in seguito ad appositi colloqui. Attualmente sono ben 150 le famiglie che ne hanno usufruito, segno di quanto fosse avvertito il bisogno sul territorio. Il “Centro di ascolto” è aperto il martedì, dalle ore 17 alle 19, ed il giovedì, dalle ore 10 alle 12. Chiunque, in questo modo, può stabilire un primo contatto, nel pieno rispetto della privacy, che permette agli operatori di conoscere le proprie problematiche, con un rapporto sereno e costante con singoli e famiglie che richiedono informazioni ed un aiuto rivolto anche ad indirizzarli ove necessario verso enti specializzati. Soddisfatto uno degli animatori dell’iniziativa Fabrizio Todisco per l’attivazione dei servizi: “Sono mesi che stiamo lavorando a questo progetto in cui crediamo fortemente. Penso sia importante in un momento difficile come quello attuale riuscire a supportare tali iniziative dalle finalità sicuramente lodevoli. Si tratta di puro volontariato, quindi di un progetto di solidarietà aperto a tutti coloro che vogliono contribuire in maniera fattiva. Il Centro di ascolto ed il Banco alimentare sono solo i primi passi, per dare subito un aiuto concreto a chi ne ha bisogno”. L’impegno nel sociale li ha visti promotori anche dell’incontro sul disagio minorile organizzato in collaborazione con Telefono Azzurro ed il patrocinio del Comune, un ciclo di conferenze su tematiche di particolare interesse e sensibilità, iniziato lo scorso 6 gennaio. Tra le attività invece ludicoculturali annoveriamo l’iniziativa “Notte Blu” ed il prossimo Cineforum. Iniziativa lodevole negli intenti che cerca forse di sopperire alla scomparsa del vecchio e amato Cineforum “Momenti di cinema” che si svolgeva da più di vent’anni con enorme successo di pubblico presso l’ormai ex sala cittadina “Cinema Nuovo”. Nei fatti è molto lontano dall’originale: i film scelti sono molto datati e soprattutto non proiettati all’interno di un cinema, insomma è più un videoforum che un cineforum seppure si tratti comunque di pellicole sempre interessanti che invitano alla riflessione ed al confronto. Gli organizzatori di certo erano coscienti dei propri limiti e non ambivano a ripetere l’esperienza pluriennale del “Nuovo” e noi, pur plaudendo all’iniziativa, ci permettiamo almeno di esprimere tutta la nostalgia, condivisa da molti cittadini picentini, verso l’appuntamento storico del giovedì in cui tanti giovani e meno giovani si sono incontrati, scontrati hanno pianto ed hanno riso, si sono conosciuti e alcuni si sono anche innamorati. Per i nostalgici che non possono proprio farne a meno ricordiamo che sono in programma quattro appuntamenti e che è possibile prenotarsi on line, scrivendo [email protected]. Buona visione. Tiziana Troisi Da oggi a Pontecagnano Faiano ci sono la sindaca, l’assessora e la consigliera. La svolta rosa del Comune picentino. Almeno nel lessico... Si dice assessore o assessora, consigliere o consigliera? Da oggi a fugare ogni dubbio, soprattutto di noi giornalisti, giunge la delibera del Comune di Pontecagnano Faiano che dal 29 febbraio scorso consente alle rappresentanti del gentil sesso di assumere la declinazione al femminile per quanto concerne l’incarico ricoperto riportando correttamente nei documenti ufficiali le cariche sostantivate al femminile quando esse siano ricoperte da donne. In tal senso, dunque, Pontecagnano Faiano è tra le pochissime Città d’Italia dove si può parlare concretamente di sindaca, assessora e consigliera ma anche di segretaria, funzionaria e per tutti gli altri casi dove solitamente si utilizza il sostantivo maschile, che invece ora andrà evitato. Il sindaco Ernesto Sica e l’assessora alle pari opportu- nità, Lucia Zoccoli, a tal proposito, hanno raggiunto tale risultato ribadendo che l’Amministrazione intende promuovere concretamente le Pari opportunità mediante l’adozione di azioni positive che assicurino la rimozione degli ostacoli che ne impediscono la piena realizzazione ed approfondire il principio dello sviluppo del personale in una ottica di genere per diffondere pratiche lavorative improntate ai principi di parità e di pari opportunità nell'ambito della pubblica amministrazione. Già tre anni fa Pontecagnano Faiano si era proclamato Comune No Violence, proibendo, con decreto sindacale, di affiggere sul territorio comunale pubblicità che utilizzino il corpo della donna con immagini degradanti. Tale provvedimento aveva ottenuto rilievo nazio- nale, risultando tra i primi d’Italia ad applicare una risoluzione promulgata dal Parlamento Europeo ricevendo un esplicito plauso su riviste prestigiose e divenendo esempio per altre amministrazioni. Il Comune, inoltre, ha più volte organizzato ed organizza iniziative proprie o realizzate in collaborazione con enti ed associazioni al fine di sensibilizzare, promuovere e sostenere politiche concrete di mainstreaming considerate fattore di sviluppo equilibrato dei territori e delle comunità. La Giunta ha rilevato come il Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel “Manuale di stile. Strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche” evidenzia, tra le altre cose, che “la prevalenza del genere maschile nella lingua italiana riflette la prevalenza del ruolo maschile nella nostra società. Nello stesso tempo la prevalenza sociale del ruolo maschile determina o rafforza gli usi del genere maschile nella lingua italiana…. Pertanto gli usi linguistici indirettamente discriminano le donne”. L’amministrazione ha ritenuto, dunque, opportuno adottare iniziative in coerenza con i temi esposti realizzando iniziative concrete in merito a favore delle donne. L’unica rappresentante femminile in giunta, Lucia Zoccoli, ha dichiarato soddisfatta: “Questo atto va nella direzione di ribadire i pieni diritti delle donne. Auspico, a tal proposito, che già dalla prossima tornata elettorale ci siano tante donne in campo e che vengano soprattutto elette, anche considerando il loro impegno ed i brillanti risultati che raggiungono quando ricoprono cariche ad ogni livello. L’intenzione, infatti, è di rafforzare questo momento di partecipazione, in particolare partecipazione di genere” . Affinché questa vittoria del genere femminile sia tale, è necessario infatti che alle donne venga fatto spazio in ambito politico, che siano elette e che gli sia consentito un paritario accesso alle cariche, sperando che l’esempio delle donne senza qualità che solo grazie al proprio aspetto e alle proprie prestazioni che hanno caratterizzato il nostrano “bunga bunga” non oscuri o crei pregiudizio nei confronti delle tante donne che ogni giorno lavorano per il bene del Paese e si impegnano concretamente contro la mercificazione dell’immagine femminile. Ti.Ti. Gastronomia N° 08 03 Marzo 2012 23 Viaggi e Assaggi Bella e calorosa accoglienza a “Le Macine” di Ascea Marina Finalmente una giornata mite. Dopo tanto freddo era quello che ci voleva per risollevarsi moralmente. Noi, che siamo abituati ad un clima piuttosto primaverile, non sopportiamo assolutamente le basse temperature e quando il sole inizia a scottare un po’ di più, usciamo fuori come le lucertole. Proprio come questi piccoli rettili mi sono sentito qualche giorno fa, davanti al bar della stazione di Ascea Marina (frazione di Ascea, comune cilentano di circa 6.000 abitanti) mentre sorseggiavo un buon prosecco insieme ad un amico asceoto (ho scoperto che così si chiamano gli abitanti di Ascea). Marina di Ascea è praticamente attaccata a Elea (Velia per i romani), antica, ricca e famosa città della Magna Grecia. Non ho mai capito che sistema usassero i greci per scegliere i luoghi dove fondavano le loro città, ma da una mia idea vedo che sono tutti posti che sembrano siano stati baciati dal Padre Eterno: fertili, belli, vivibili e temperature miti. Difatti, Ascea Marina, dal punto di vista paesaggistico, è molto interessante, il mare è pulito ed abbonda di buon pescato, la spiaggia è accattivante, si respira un’aria salubre e in più possiamo aggiungere che è abitata dai cilentani, gente sana e ospitale. A cercare un difetto, Ascea Marina meriterebbe più turismo (o meglio una stagione estiva più lunga) e qualche albergo di grande qualità dal punto di vista professionale. Tornando “davanti al bar”, l’amico asceoto mi ha chie- LUCIANO E IOLANDA FEROLLA sto se volevo andare a pranzo con lui. Volevo quasi dire di no, ma quella bella atmosfera che faceva presagire che la primavera si sta avvicinando, mi ha fatto spontaneamente accettare. Siamo andati al ristorante “le Macine”, il solo o uno dei pochi aperti in questo periodo. Per arrivarci, giunti ad Ascea Marina, dopo gli scavi di Velia, alla prima rotonda, si gira a sinistra verso Palinuro, poco più di cento metri e il ristorante si trova sulla destra. Dopo aver agevolmente parcheggiato, ci avviamo all’ingresso. Il locale, nonostante il periodo ed il giorno infrasettimanale, è parzialmente affollato. L’interno è molto caratteristico per la presenza di un’interessante e grande macina antica (interamente ristrutturata) con meccanica in legno e ovviamente in pietra. L’ambiente è caldo ed accogliente e lo diventa ancora di più quando ci viene incontro Luciano Ferolla, il titolare che ha aperto il locale circa 20 anni fa in questo frantoio che trasmette un’aria tipicamente nostrana. A tavola, la nostra ordinazione è stata presa alla voce e come indicazione abbiamo dato che volevamo qualcosa di leggero. Quindi, su consiglio di Luciano, abbiamo optato per qualche antipastino e un buon secondo di mare. Ed ecco che ci arrivano gli “Sfizi della casa mare”, uno dietro l’altro, a centro tavolo, ci sono stati serviti: cotolette di baccalà, baccalà fritto, cozze gratinate, patate lesse passate con sopra un trito di molluschi e verdurine, cicinielli pastellati e fritti, baccalà con olive e pomodorini. Non abbiamo lasciato niente, anche perché il tutto era invitante ed era stato preparato al momento. Abbiamo saltato il primo, ma Luciano e sua figlia Io- landa che collabora con lui in sala, ci hanno spiegato che come specialità della casa propongono le “trofie alle macine” preparate con vongole e fiori di zucca. Come secondo ci è stato preparato un “coccio all’acqua pazza” di oltre un kg, che prima di essere cotto ci è stato mostrato fresco in tutta la sua bellezza. Qui bisogna soffermarsi per fare i complimenti alla cuoca, sì, a dirigere in cucina troviamo la signora Grazia Marra che interpreta a meraviglia quella che è la nostra vera cucina cilentana. Per terminare abbiamo optato per un affettato di frutta fresca che ci è stato presentato scenograficamente in un mezzo grande ananas svuotato. Da bere, non abbiamo visto la lista dei vini, a vista si vedeva che il locale è ben fornito. Ci siamo lasciati tentare dal “Bianco di Bellona 2010 Coda di Volpe Irpinia Doc” della Tenuta del Cavalier Pepe, vino che solo qualche giorno fa ha conquistato la finale al concorso nazionale “Mozzarella & Wine Wedding”, gara che intende trovare il miglior vino da abbinare alla mozzarella di bufala campana. Una bella esperienza da ripetere questa estate, magari dopo aver fatto il bagno nelle limpide acque marine al super-attrezzato “Poseidonia Beach Club” di Gianni Rizzo. Spesa indicativa a persona, circa 30 euro vini parte. Ristorante Le Macine, Via Grisi 14 – 84046 Marina di Ascea. Tel. 0974.972142. Pagina a cura di Diodato Buonora LA RICETTA Filetti di dentice del Tirreno con carciofi di Paestum e patate Ingredienti per 4 persone: 2 Dentici del Tirreno sfilettati di circa 600 grammi ognuno, 4 carciofi di Paestum, 500 g di patate piccole, 100 g di olive verdi e/o nere, 2 spicchi d’aglio, prezzemolo, menta, olio extravergine d’oliva del Cilento, ½ limone e sale. Preparazione: pulite i carciofi e tagliateli a spicchi e lasciateli in acqua acidulata con limone per evitarne l’ossidazione. Sbucciate e lavate le patate. Tagliatele a spicchi dalla stessa dimensioni dei carciofi. Stufare i carciofi con uno spicchio d’aglio e l’olio. Dopo qualche minuto aggiungete le patate e le olive. Terminate la cottura aggiungendo del prezzemolo tritato. Rosolate i filetti di dentice in una padella antiaderente con olio e aglio facendo attenzione di poggiare prima la parte con la pelle in modo da farla diventare croccante. Servite mettendo lo stufato di patate e carciofi al centro del piatto ed adagiatevi sopra il filetto di dentice. Terminate con un filo d’olio guarnendo con foglioline di menta Vino consigliato: Paistom 2010, Aglianico Rosato Paestum Igt, I Vini del Cavaliere.