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Papy quotidiani Eboli gelosa... Gli Alburni e il festival L`eredità del

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Papy quotidiani Eboli gelosa... Gli Alburni e il festival L`eredità del
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
€ 1, 00
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
IL CALCIO
L’INTERVISTA
di Oreste Mottola
Gli Alburni
e il festival
IL CALPAZIO
TORNA A
VINCERE
ORLOTTI PRESIDENTE
PROVINCIALE
DEGLI AGRICOLTORI
QUAGLIA A PAG. 4
Gli Alburni cantano a San Remo? L’indignazione corsa attraverso Facebook?
L’articolo su “Unico” ha una grande
eco? Le reazioni? Sentite qui: “Ondate
di amici a telefonarmi per chiedermi
come e se avevo visto la farfalla di
Belen”. Liquida tutto così, con un sorriso, Biagio Marino, presidente della comunità montana degli Alburni. “Belen
l’ho vista sì, ma dalla tv di casa mia, a
Ottati”. Ma al festival allora chi c’è stato?
“Potrei dire nessuno, perché i nostri tre
incaricati sono stati a un evento che si
CONTINUA A PAGINA
CAPACCIO
CAPO A PAG. 7
Anno XIV
n° 08 del 03 Marzo 2012
ROCCADASPIDE
VIAGGIO NEI
REPARTI
DELL’OSPEDALE
PAZZANESE A PAG. 14
ARTICOLO A PAG. 6
12
LA REPLICA
di Aradia Apolito
L’eredità del
professore Di Lascio
Mi vedo costretta, mio malgrado, ad
esprimere dissenso su alcune modalità
di apertura della prossima campagna
elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Capaccio e a diffidare chiunque utilizzi i pensieri, le idee ed il
programma elettorale di mio marito, il
Prof. Luigi Di Lascio, in maniera strumentale. Per quanto mi sforzi, mi riesce molto difficile credere che solo
ora, a distanza di cinque anni, qualCONTINUA A PAGINA
6
GENNARO DE CARO VISTO DA PAOLA PAOLINO
ARTICOLO A PAG. 18
ELEZIONI CAPACCIO
Gennaro De Caro scommette
sull’aggregazione
dei fuori dal “coro”
VIETATO L’INGRESSO
NELLA
VECCHIA ROSCIGNO
ABBANDONATA
BATTIPAGLIA
EBOLI
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
Papy
quotidiani
Eboli
gelosa...
“La mia famiglia non ha bisogno di Paolo assessore
per mettere il piatto a tavola”. Parole del consigliere
Pino Cuozzo, all’indomani della bolgia scatenatasi
nell’ultimo Consiglio Comunale, il primo in cui il figlio Paolo sedeva in qualità di assessore alle politiche
giovanili. Bolgia, peraltro, che passerà alla storia
come “il lancio dei segnaposto”, divenuto di colpo
simbolo e feticcio del dissenso.
Un omicido efferato, un risveglio amaro, una botta all'umore e alle tasche di chi lavora. L'omicidio Ricci è
stato un terremoto nel centro storico. Il quartiere non
è più sicuro? Ma no, è solo una vendetta, una spedizione punitiva, una reazione omicida per gelosia.
Questo si è capito e poi? Dopo due giorni di circo televisivo, le telecamere sono andate via, nel centro storico si è tornato a vivere come in tutti i giorni. Tra le
CONTINUA A PAGINA
20
CONTINUA A PAGINA
18
2
N° 08
03 Marzo 2012
Attualità
CAPACCIO.
Alcune domande sul programma di Voza
Non vedo nessun segnale di reale cambiamento
DALLA PRIMA
ITALO VOZA
(Aurelio Di Matteo). Poco
importa se il Programma
del dottor Voza sia stato
copiato. Io aggiungerei:
peccato che non lo sia del
tutto! Sarebbe stata una felice condivisione di un’immagine
di
Capaccio
disegnata da chi non aveva
nessun’altra finalità se non
un radicale cambiamento
di gestione e di obiettivi.
Ci siamo posti preliminar-
mente questa domanda:
che cosa resta al lettore
dopo il profluvio di parole
snocciolate per circa quaranta cartelle? Una vuota e
retorica istanza di cambiamento, che si è ritrovata e
si ritrova in ogni programma elettorale, senza
adombrare una sola soluzione concreta ai veri problemi di Capaccio. S’inizia
con i soliti dieci “comandamenti” di generiche pie
intenzioni e con l’affanno
del lettore si prosegue e si
termina dopo una lunga
lista della lavandaia fatta di
tutto all’apparenza, ma in
concreto di niente. Ma
anche quest’aspetto è cosa
secondaria. Dello stile e
dell’impostazione ognuno
sceglie secondo i propri
gusti. E si sa che dei gusti
non si discute, perché sono
affare soggettivo affidato a
valutazione simpatetica.
Gli è che dopo tante parole non s’intravedono intenti dirimenti né soluzioni
concrete. Con quali modalità, mezzi e risorse s’intende far fronte alle
urgenze che la grave condizione finanziaria del bilancio (qualche decina di
milioni di deficit?) pone ai
nuovi amministratori? O,
magari, si spera che in
questi ultimi mesi ci pensi
il Commissario con interventi da lacrime e sangue?
Sarebbe stato opportuno,
per dare contezza ai cittadini, che fossero state indicate chiare soluzioni, se
non altro per evitare che la
lunga lista dei propositi,
soprattutto relativi a un
prefigurato ampliamento
della pianta organica, diventasse libro dei sogni e
specchietto per le allodole
per qualche giovane. E fa
meraviglia che nessuna in-
dicazione venga nemmeno
dai molti candidati che appoggiano il dottor Voza e
che in questi cinque anni
sono stati critici nei confronti dell’uscente amministrazione proprio su questo
punto. Sarebbe stato opportuno, se non proprio
necessario, dire qualcosa
anche sulla sorte del PUC.
Tra i supporter del dottor
Voza ci sono, tra gli altri
che furono fortemente critici, un ex assessore dimessosi proprio al momento
dell’approvazione dello
strumento di pianificazione, che opera proprio
all’interno della zona soggetta al regime della legge
220/57 “Zanotti Bianco” e
l’uscente presidente del
Consiglio il quale ebbe a
dire che “La proposta di
PUC, buona per pochi, naCONTINUA A PAG.
17
L’ANGOLO DELL’INFORMATICO
iCilento, una finestra aperta sul mondo
Il turismo è una delle risorse
più importanti del nostro territorio, capace di attirare
ogni anno migliaia di persone da ogni parte del
mondo. Alberghi, ristoranti e
attività commerciali in generale hanno capito che il
modo migliore per farsi conoscere nel resto d’Italia e
all’estero è quello di trovare
canali pubblicitari moderni,
quali siti internet sempre aggiornati e pubblicità sui social
network
come
Facebook. Da qualche anno,
però, c’è un nuovo strumento che viene utilizzato
dalla maggior parte delle
persone e dei potenziali turisti: lo smartphone. Che sia
un iPhone o un telefono Android, oggi giorno milioni di
utenti utilizzano uno smartphone, che il più delle volte
va a sostituire anche i computer portatili. Per un’attività
turistica diventa quindi importante poter accedere con
facilità anche alle piattaforme smartphone, ma non
sempre questo è facile ed
economico.
Fortunatamente, c’è chi ha
pensato di creare una vera e
propria finestra sul mondo
che si apre dalla stanza del
Cilento: la software house
Bitdrome di Agropoli ha infatti sviluppato l’applicazione iCilento, con lo scopo
di dare a tutti gli esercenti la
possibilità di entrare negli
smartphone di milioni di
persone in tutto il mondo.
iCliento è infatti un’applicazione che dà la possibilità ad
ogni attività commerciale di
avere una scheda personalizzata, con foto, informazioni e itinerario (con tanto
di navigazione satellitare)
per raggiungere il luogo desiderato. Chiunque sia interessato a visitare le nostre
zone potrà quindi scaricare
gratuitamente iCilento sul
proprio smartphone e sapere
instantaneamente quali ristoranti, alberghi, agriturismo e attività commerciali in
generale vi sono nelle nostre
zone, con foto e soprattutto
con l’itinarario preciso per
raggiungerli. Ma c’è di più:
l’applicazione dà anche la
possibilità, per tutti coloro
che decidessero di farne
parte, di pubblicare le news
su particolari eventi che vengono organizzati, in modo
tale che chiunque abbia installato l’app possa esserne
immediatamente informato
con un apposito messaggino. Una soluzione molto
importante, non solo per chi
gestisce un’attività turistica,
ma anche per Comuni e Pro
Loco che volessero far conoscere gli eventi turistici locali
a milioni di persone. Con un
click.
Giuseppe Migliorino
Cultura
N° 08
03 Marzo 2012
3
“La rivoluzione” di Carlo Pisacane riproposta dall’editore Giuseppe Galzerano
Il volto sconosciuto del più importante rivoluzionario del sud
Da quando Luigi Mercantni
ne rievocò l'impresa in versi
semplici ma efficaci "il bel
capitano dagli occhi azurri
e dai capelli d'oro" ha popolato l'immaginario collettivo
di tutte le generazioni, che
da un secolo e mezzo
hanno appreso sui banchi di
scuola "La spigolatrice di
Sapri",l' hanno imparata a
memoria e recitata sui palcoscenici improvvisati negli
spettacoli di fine anno. E
Carlo Pisacane è entrato di
diritto nel pantheon degli
eroi, che hanno fatto il Risorgimento Italiano. Nel
corso del 150° dell'Unità il
suo nome e le sue gesta
eroiche sono state rievocate
in lungo e in largo nelle regioni d'Italia, ma soprattutto
nel Cilento, dove in un ansa
bellissima di mare sbarcò
con i suoi "trecento giovani
e forti" con la speranza/illusione di sollevare le popolazioni, sfruttate ed angariate
dai baroni, per una "rivoluzione", in nome della libertà
e della giustizia contro i
Borbone, che governavano
il Regno di Napoli".
E quel nome è caro e quasi
sacro alle coscienze dei cittadini del Cilento, che nel
corso dei decenni si sono
documentati su vita, scritti
ed attività dell'eroe rivoluzionario. E non c'è famiglia
cilentana che non conservi
gelosamente qualche pubblicazione sul tema; anche
perchè vi ha provveduto
l'editore Giuseppe Galzerano con una sezione del
suo catalogo "Atti e memorie di popolo".Lo ha fatto
per una motivata scelta editoriale tesa a recuperare ed
esaltare episodi noti e meno
noti del Cilento, che è la
terra dove l'editore risiede
ed opera(Caslavelino Scalo
tel.097462o28), ma anche
per una formazione culturale e politica che va nella
direzione della valorizzazione degli atti in difesa dei
sacrosanti ed elementari
principi di Giustizia e Libertà.Risponde a questa logica editoriale, culturale e
politica la 2^ edizione de
"La Rivoluzione" , che riscopre il Pisacane, teorico delle
arti militari ma soprattutto
pensatore politico convinto
assertore dei principi e degli
ideali del socialismo.L'edizione è quella curata da
Aldo Romano nel 1957.Si
avvale, però, di una bella,
documentata, lunga introduzione firmata dallo stesso
editore Galzerano, che si
conferma storico tanto rigoroso quanto appassionato.
L'intento è esplicitamete dichiarato" L'opera di Carlo
Pisacane La Rivoluzione va
letta per scoprirne-ancora
oggi- il fascino e l'attualità.
Affronta, con una coinvolgente tensione politica e
umana, problemi ed aspetti
legati al progresso sociale e
alla rivoluzione, che per Pisacane-come
testimoniò
con la sua vita-è l'unico irrinunziabile strumento per
cambiare e migliorare l'Italia e il mondo, per garantire
la felicità dei popoli e per
rovesciare la società divisa
in scorticati e scorticatori.
La rivoluzione non significa
cambiatre un re o un ministro, ma abbattere l'istituto
monarchico e modificare
profondamente i rapporti
sociali, eliminare lo sfruttamento, riconoscere a tutti la
libertà e la dignità", come
scrive l'editore/storico. Ed è
proprio la introduzione il
meglio di questa II^ edizione di questo interessante
testo del noto rivoluzionario. Galzerano indaga con
scrupolo sulla vita dell'eroe
da quando, uscito con il
grado di tenente dall'Accademia della "Nunziatella" a
Napoli, si fece notare, e perseguire , per un tenore di
vita piuttosto disordinato sul
piano privato e decisamente
irregolare e, per la polizia
borbonica,pericoloso sul
piano pubblico: Si accorse
di essere sotto osservazione
e per non incorrere nei rigori della giustizia borbonica repressiva lasciò di
fretta la città e girovagò in
lungo e in largo tra la Lombardia, la Liguria ed il Piemonte-Furono anni di
formazione politica e culturale attraverso incontri con
ideologi e rivoluzionari, tra
cui Cattaneo, Mazzini e lo
stesso Garibaldi. Conobbe
anche molti esuli cilentani,
che avevano partecipato
alle rivoluzioni del 1828 e
del 1848. E non è da escludere che la decisione della
Spedizione di Sapri tragga le
motivazioni proprio da
quelle discussioni. In un decennio ricco di conoscenze,
di incontri e di amicizie fu
ripetutamente a Parigi, a
Londra, a Lugano e strinse
rapporti con intellettuali e
rivoluzionari di mezza Europa. Galzerano rivela avvenimenti e racconta aneddoti
in parte sconosciuti per scavare nel profondo della formazione dell'ideologo e
rivoluzionario Pisacane. Altrettanto scrupolosa e rigorosa è la ricostruzione dei
giorni della "spedizione" rivoluzionaria, a partire dall'imbarco a Genova sul
piroscafo "Cagliari" la sera
del 25 giugno del 1857, in
cui il "possidente". Pisacane,"l'avvocato" Nicotera,
il "signor Giuseppe Capatti",
falso nome del giovanissimo
Falcone e molti altri che si
imbarcarono alla spicciolata
sotto falso nome, fingendosi
di non conoscersi, sequestrarono il piroscafo, lo dirottarono verso Ponza,
liberarono i detenuti politici
rinchiusi nel carcere isolano
e fecero rotta verso Sapri,
dove sbarcarono la sera del
28 giugno in località Oliveto a circa 1500 metri fuori
dal porto della città. Le
tappe successive sono meticolosamente narrate con
partecipazione
emotiva
come in una sequenza da
film: la presa di Sapri senza
che vi fosse nè resistenza
ostile nè adesione entusiastica, il viaggio su per i paesi
che arabescavano ed arabescano le colline del Golfo
di Policastro, l'ingresso piuttosto festoso a Torraca, la
cena alla taverna del Fortino, dove un oste amico,
Vincenzo Cioffi, non si risparmiò in ospitalità, la partenza
l'indomani
per
Casalbuono diretti a Padula,
per raggiungere Auletta
dove congiungersi con i tivoluzionari provenienti dai
paesi del Cilento costiero e
insieme raggiungere Eboli e
di là marciare su Salerno.
Le cose andarono diversamente: a Padula furono fermati e decimati dall'esercito
borbonico e furono costretti
a ripiegare su Buonabitacolo e di lì stremati ed affamati nei boschi presso
Sanza. Galzerano ricostruisce questa marcia e conseguenti
arretramenti
attraverso i territori del Cilento interno con dovizia di
particolari in cui sono riportati i nomi dei luoghi e dei
protagonisti degli avvenimenti, fino all'eccidio di
Sanza, dove furono barbaramente trucidati Carlo Pisacane e molti dei suoi
compagni. Era il 2 luglio del
1857. Un cippo di pietra ai
“MARMI PIETRE E MATERIALI
RICOMPOSTI NELLE NUOVE
ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA”
S. S 18 Km 91, 150 > 84047
Capaccio Paestum (Sa) tel +39 0828
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CARLO PISACANE
margini di una strada di
campagna ricorda pietosamente il barbaro evento.
E, pur nel silenzio assorto
delle colline che scivolano
con uliveti e vigneti verso la
vallata dei Bussento, sembra
che l'eco riproponga i versi
di un canto nella sonorità
del dialetto:"Povero Pisacane/venuto ra luntano/ne
vulìa rà na mano/ne vulìa liberà/. Nsiem'a tanta cumpagni/àno alluccato forte/
"A li patruni morte/Viva la
lbertà"/E mò sò muori accisi/scannati tuttri quanti/ e
nui ra oi nnanti/avimo ra
penà:/Povero Pisacane......."
Ripeto che questa è la parte
migliore della pubblicazione e che un territorio legato alla sua memoria
storica potrebbe e dovrebbe
farne una teatralizzazione di
massa innanzitutto per riscoprire ed esaltare un periodo eroico della propria
storia, ma anche per qualificare ed arricchire l'offerta
culturale di una zona che ha
legittime ambizioni di protagonismo tuiristico. Lo si è
fatto, con ottimi risultati, altrove, non vedo perchè nel
Cilento no.Una cosa mi
sento di consigliare: un libro
del genere non può assolutamente mancare nelle case
dei Salernitani e dei Cilentani, soprattutto.
E'sufficiente una email o
una telefonata a Galzerano
Editore(Tel.097462028) per
averlo.
Giuseppe Liuccio
4
N° 08
03 Marzo 2012
Capaccio
LO SPORT.
IL Calpazio torna a vincere
Dario Costantino squalificato e calunniato
Settimana di sorprese per il
calcio locale. Notizia che
fa scalpore, il ritorno alla
vittoria, e che vittoria,
della Calpazio sul difficile
campo del Faiano, in Eccellenza. Secco zero a tre
e collinari che ritornano a
fare punti importanti. In
Promozione il Capaccio
Paestum bissa il tre a zero
fatto fuori casa, stavolta
battendo il mediocre Bellizzi tra le mura amiche.
Per l’Herajon in Prima categoria invece, arriva un
pareggio fuori casa. In quel
di Camerota, uno a uno e
tafferugli finali da parte dei
tifosi locali. Altra sorpresa
in Seconda categoria con
la vittoria dell’ASD Cafasso
che era rimasta all’asciutto
da molto. Forse i frutti del
nuovo allenatore iniziano
a intravedersi. Zero a uno
a Olevano. Sempre nello
stesso girone, sconfitta per
l’A.I.C.S. Poseidon, secco
tre a zero in casa della corazzata Olimpia Battipaglia. In Terza categoria
perde la propria imbattibilità stagionale il Real
Laura. Quattro a zero ma
dinanzi c’era l’aliena Aquilotto Cavese, con i laurensi
che riescono a detenere almeno il record di essere la
squadra che ha subito
meno gol nel fortino cavese. Nei tre derby in programma invece, vittorie
per il Cafasso 100% sull’ASD Borgonuovo per due
reti a zero, vittoria anche
per il Capaccio Capoluogo
sul Real Cascina, uno a tre,
e per il Vuccolo Maiorano
con il risultato di tre a due
sul Galaxy Gromola.
LA PARTITA:
C’è il derby di Terza categoria, in realtà ve ne sono
molti, ma quello tra Cafasso 100% e ASD Borgo-
nuovo ha un sapore particolare. Potremmo definirlo
un “classico”, sia per la vicinanza dei paesi in gioco,
sia per gli uomini a giocarlo, tuttavia è il primo
anno che avviene tutto
questo. Partita subito in salita per i ragazzi del Borgonuovo, con la rete di
Pagano dopo soli pochi
minuti a portare in vantaggio il Cafasso. Partita che
diventa interessante, con il
Borgonuovo che crea occasioni per pareggiare ma
non riesce a trovare il gol.
Nei minuti finali poi, il solito Paolino ipoteca la vittoria per il Cafasso 100%
in questo che potrebbe diventare un derby di spicco
per la categoria.
L’EPISODIO:
Quello che voglio raccontarvi è un episodio strano,
parla di un errore, ma non
un passaggio sbagliato, un
tiro fuori o una papera di
qualche portiere. E’ l’errore di un arbitro, che non
è la solita svista che mette
la tua squadra in una condizione di svantaggio o
vantaggio. E’ un errore che
è costato caro ai due protagonisti, con una squalifica fino a giugno 2012 e la
calunnia dovuta alla notizia diffusa dalla stampa. La
partita in questione è Fonte
2010 contro il Real Cascina, giocata il 18 febbraio scorso, gara valida
per il campionato di terza
categoria girone C. L’incontro era terminato con il
risultato di tre a uno per i
padroni di casa, ma nei
pressi degli spogliatoi a
fine gara, qualcuno accusa
l’arbitro di essere poco
competente. Il giudice di
gara in questione, Francesco Cardone della sezione
di Agropoli, nelle parole
LA SQUADRA DEL VUCCOLO MAIORANO
generali, accusa ingiustamente, riportando sul referto di gara, i signori
Costantino Dario e Gregorio Roberto, rei di aver minacciato e ingiuriato
appunto il direttore di gara.
Sentenza pesante con i
mesi di squalifica, ma soprattutto le conseguenze
del caso con i nomi dei
due riportati dagli organi
d’informazione. Uno dei
due atleti, Dario Costantino ha subito presentato
ricorso e ha denunciato
inoltre per calunnie/diffamazione l’arbitro Cardone,
perché tutto ci ha sicuramente leso l’immagine
personale di una persona
che tra l’altro pratica questo sport per puro e semplice divertimento. Un
episodio come abbiamo
detto prima abbastanza
strano, perché di solito
sono gli arbitri a denunciare i calciatori e sempre
gli essi sono vittime di fatti
d’ingiustizie e cattiverie.
Speriamo solo che la federazione accolga il ricorso
annullando la squalifica
dando la possibilità ai calciatori citati di ritornare al
divertimento.
IL PROTAGONISTA:
Protagonista di giornata è il
portiere del Vuccolo Maiorano, Armando Nappi. Il
ragazzo è stato un vero
eroe parando il rigore del
possibile pareggio al calciatore del Galaxy Gromola, nel derby vinto dai
suoi per tre reti a due. Il
Vuccolo Maiorano è una
delle migliori difese con
diciotto reti subite ed effettuando una cavalcata vincente ha raggiunto il terzo
posto a pari punti con Real
Laura e Tempalta. Tutto ciò
è stato possibile anche grazie agli interventi prodigiosi del suo portiere.
RISULTATI
ECCELLENZA girone B
Faiano – Calpazio 0 – 3
PROMOZIONE girone D
Capaccio Paestum – Bellizzi 3 – 0
PRIMA CATEGORIA
girone H
Futura Camerota – Herajon 1 – 1
SECONDA CATEGORIA
girone P
Olevanese Ariano – ASD
Cafasso 0 – 1
Olimpia Battipaglia –
A.I.C.S. Poseidon 3 – 0
TERZA CATEGORIA girone C
Aquilotto Cavese – Real
Laura 4 – 0
Cafasso 100% - ASD Borgonuovo 2 – 0
Real Cascina – Capaccio
Capoluogo 1 – 3
Vuccolo Maiorano – Galaxy Gromola 3 - 2
Pasquale Quaglia
Capaccio
L’ARCO DI ULISSE
DI OSCAR NICODEMO
Cosentino, ti ucciderò io!
Il sistema protegge Nicola
Cosentino, parlamentare camorrista, e afferma ciò che i
maggiori giornali del Paese
tacciono: siamo nelle mani
di una struttura perversa,
messa in piedi da mafia, camorra, massoneria e chiesa.
La politica non esiste più,
ma nessuno ne parla e ne
scrive, essendo tutti i fini
pensatori troppo impegnati
a raccontare fatti, vicende e
risvolti che distolgono l'attenzione dai problemi reali
del paese e di chi lo popola.
Le vicende sventurate della
nave da crociera “Concordia”, più di un mese fa,
spazzarono via la notizia
che raccontava di un Parlamento schierato a favore
della malavita. E Schettino,
sulle prime pagine, prese il
posto di Cosentino, come
criminale: un campano per
un altro, da dare in pasto
alle belve che seguono accanite i telegiornali. Le schifezze commesse in serie
dalla classe dirigente sono
tante e tali da non poter par-
lare neanche di corruzione
delle istituzioni, in quanto
gli uomini di Stato non agiscono in nome e per conto
di interessi malavitosi, ma
sono, loro stessi, da considerarsi pedine fondamentali
di un'organizzazione di
stampo delinquenziale. Lo
Stato si è fatto mafia e camorra, praticando l'illegalità
e la criminalità. Pare chiaro
abbastanza che non possa
auto-processarsi. Definito
da tutti un "partito azienda",
come se perseguisse, esclusivamente e lecitamente,
l'interesse del suo capo, il
Pdl non è mai stato indicato,
con decisione e avvedutezza, come un veicolo istituzionale
di
grande
importanza strategica per
mafiosi e camorristi, pronti
a corrompere chiunque e ad
acquistare anche il consenso di chi tiene ad essere
considerato virtuoso: leghisti e radicali dovrebbero saperne qualcosa. E quando
costoro non possono comprare il consenso di chi, mi-
serabilmente, gli si oppone
per mestiere, ne comprano
il silenzio. Pertanto, lo Stato,
nell'ambito del suo esecutivo, andrebbe considerato
come parte integrante di un
modello di potere, illegittimo e immorale, che alimenta un'organizzazione
che sovrintende alle sue funzioni. I partiti politici della
nazione, dunque, costituirebbero nient’altro che il
mezzo per garantire un regime di falsa democrazia,
attraverso la quale esercitare
il potere dei clan di privilegio a discapito della moltitudine. Immagini e foto
raccontarono di parlamentari festanti che fecero quadrato
intorno
all'ex
sottosegretario Cosentino,
abbracciandolo e baciandolo in segno di vittoria. Vittoria su chi e che cosa?
Vittoria sul popolo, nemico
da sempre e per disposizione (in)naturale delle
cose. Vittoria sulla sobrietà,
lealtà e sofferenza di chi,
sgomento, assiste incredulo
a tanta assurda balordaggine, seduta impunemente
su un trono. Decretando
l'invulnerabilità del deputato casertano, affiliato ai
casalesi , il Parlamento ha ristretto drasticamente la via
democratica della protesta
popolare. Ora, sembra davvero difficile confidare nella
LUTTO CACECI.
N° 08
03 Marzo 2012
5
IL MARESCIALLO
Mite, comprensivo e amabile
Improvvisa scomparsa di
Nicolò Caceci.
Un uomo e una vita dedicata alle due famiglie in cui
si é identificato: l'Arma dei
carabinieri e la moglie con
i due figli.
Chi lo ha conosciuto e visto
agire nei due ambiti lo ricorda come una persona attenta a tutti e a tutto.
C'era un uomo mite sotto la
scorza da burbero con cui si
presentava agli altri.
C'era un uomo comprensivo oltre la divisa di ufficiale dei carabinieri.
C'era un uomo amabile nell’esercitare la responsabilità
di marito e padre.
Con amici e conoscenti
manteneva il distacco che é
proprio dei timidi, ma
quello che tradiva l'animo
gentile era il sorriso che si
lasciava sfuggire nei momenti di relax con amici e
parenti.
Sarà difficile dimenticarlo
per chi lo ha conosciuto in
occasioni pubbliche e private. Lo sarà ancora di più
legalità per tentare di rovesciare lo status quo. Risulta
oltremodo lampante che
tempo per il disgusto e lo
scoramento non ne rimane.
Occorre che il silenzio degli
onesti si trasformi in rumore
assordante e che, in coscienza, ci si senta tutti potenziali ed ideali "assassini"
per i figli, Cristian e Giuseppe, che ha saputo guidare alla maturità personale
e professionale in modo encomiabile. Per Maria, moglie e compagna di una
vita, sarà impossibile riempire il vuoto che lascia nella
sua famiglia, certamente
saprà assumere su di sé
l'onere di svolgere anche la
sua parte. Così lo sentirà accanto come sempre. Non le
sarà difficile vista la vita in
simbiosi che hanno condiviso.
Bartolo Scandizzo
del criminale Cosentino.
Diversamente, ci si dovrebbe rassegnare ad essere
sottoposti ad un sistema brevettato per il solo gretto e
buffo trionfo della mediocrità, sorretta a dovere da
padrini, cardinali e maestri
venerabili.
6
N° 08
03 Marzo 2012
Capaccio
PRESENTAZIONE PUBBLICA PER GENNARO DE CARO. “Un patto per il paese, superando destra e sinistra”
Il cambiamento vero e l’onestà, contro chi urla
L’incipit è di Oscar Nicodemo:
«Non siamo un raggruppamento
che ama i fronzoli, lavoreremo
con concretezza ed impegno». Il
quadriumviro d’esperienza che
lavora al nuovo programma e
alle liste c’è già ed è d’esperienza: Giuseppe D’Amico, Pietro De Rosa, Lucido Di Gregorio
e Matteo Pepe. Il già citato NicoPASQUALE MARINO 8,7% (+0,5)
GENNARO DE CARO 44,7% (+0,7)
demo e Giovanni Monzo rappresentano la generazione
intermedia. Crescono i giovani:
si va da Cristian Iannone a Antonio Maffeo, da Claudia Ruggiero
a Angelo Cavallo. C’è stata una
buona partecipazione di cittadini alla presentazione di Gennaro De Caro, candidato a
sindaco per Capaccio Paestum.
La sede di Città Futura, che ha
ospitato la manifestazione, non
NUNZIO DANIELE 6,2% (+0,2)
MAURO GNAZZO 2,5% (+0,3)
è riuscita ad contenere gli oltre
100 cittadini accorsi ad ascoltare
gli interventi di De Caro e dei
suoi sostenitori: giovani, professionisti, rappresentati della società civile e dei partiti politici. De Caro è ancora al lavoro e fa sapere di voler rinunciare ad avere simboli di partito. Intanto continua il fitto lavorio per avere anche una
lista di uomini di provenienza di centrodestra. Tra il pubblico si sono registrate significative presenze di rappresentati
del mondo della scuola e delle professioni. E’ stata la qualità dei partecipanti, e gli interventi fatti, a soddisfare gli
organizzatori. In particolare si sono registrati gli interventi della laureanda in chimica e volontaria del 118 di Capaccio, Claudia Ruggiero e del 18enne, neo segretario dei Giovani Democratici di Capaccio, Antonio Maffeo, che hanno affermato l’esigenza dei giovani di partecipare CONTINUA A PAG. 19
Il dato tra parentesi, accanto alla percentuale, indica la variazione sui dati della settimana scorsa.
Ovviamente si può continuare a votare sul sito www. unicosettimanale. it, in basso a sinistra.
ITALO VOZA 23,6% (-0,4)
ENZO SICA 11,8 % (-0,9)
MIMMO NESE 2,5% (+0,3)
L’eredità politica e culturale di Di Lascio
La famiglia: “I capaccesi sapranno valutare e distinguere”
DALLA PRIMA
cuno si accorga della validità
del programma elettorale di
Gigino al punto tale da imitarlo o addirittura in parte copiarlo senza, tra l'altro,
dichiarare esplicitamente la
fonte laddove vengono fatte
delle vere e proprio citazioni
o ne vengono riproposte integralmente delle parti. Se la
‘riscoperta’ del programma
politico stilato da Gigino avviene dopo cinque anni vuol
dire che si è stati molto poco
attenti alle novità sostanziali
della campagna elettorale del
2007. Il che è strano per un
politico che, invece, per definizione dovrebbe avere uno
sguardo rivolto ai cambiamenti che si verificano nella
realtà del proprio paese. Se,
invece, si tratta di una constatazione avvenuta già nel
2007, un politico che di-
chiara di ‘condividere’ quel
programma elettorale al
punto da farlo ora in parte
suo, avrebbe dovuto sostenerlo e appoggiarlo anche a
suo tempo, perché la politica
si esercita per il bene del
paese e non per accrescere il
proprio prestigio personale.
Se, come ultima ipotesi, l'apprezzamento fosse maturato
nel corso di questi cinque
anni, voglio ricordare che il
Movimento Politico-Culturale ‘Città Futura’, ideato e
voluto da mio marito e sostenuto in questi anni soprattutto dall'impegno costante
di Matteo Pepe, ha dato
ampia possibilità di intervento e partecipazione a
chiunque avesse voluto studiare, approfondire, ampliare
e sostenere il Programma di
Gigino. Ma, eccetto la partecipazione iniziale di alcune
persone, c'è stato il nulla.
Ora ci si risveglia dal letargo!
Inoltre, quanta poca creatività, quanta poca attenzione
alla realtà che ci circonda.
Posso dire con certezza che
se mio marito fosse in vita
oggi e avesse deciso di prendere parte in qualunque
forma alla presente campagna elettorale avrebbe aggiornato,
arricchito
e
ridefinito quel suo stesso programma: non si può, a distanza di cinque anni,
ripresentare lo stesso immutato programma elettorale,
per il semplice motivo che il
territorio di Capaccio, come
ogni altro luogo, si evolve e
cambia nel tempo, richiedendo quindi nuove riflessioni e proposte di lavoro. E
invece mi sembra che Gigino, da un mondo dove non
esistono sindaci e consiglieri
ma solo il rendiconto delle
nostre azioni, sia ancora
‘protagonista’ di queste prossime elezioni. Ma voglio sottolineare che i consensi che
Gigino ha ricevuto nel 2007
furono dovuti non solo ad un
programma elettorale per
quanto ricordo scritto di suo
pugno e senza precedenti,
ma soprattutto al tipo di persona che lui era, alla sua onestà e umiltà, alla sua capacità
di intervenire nel reale e alla
certezza che egli avrebbe
fatto del suo meglio per realizzare quanto previsto nel
suo programma. Sono certa,
però, che i cittadini di Capaccio hanno intelligenza sufficiente per valutare e
distinguere, anche se molti di
loro non dichiarano apertamente il proprio pensiero.
Voglio approfittare di questo
breve intervento per esprimere, unitamente alle mie figlie e a mia cognata,
profonda gratitudine a tutte
quelle persone che, senza
alcun tornaconto personale,
continuano a ricordare Gigino con sincero affetto, e
continuano ad esprimere apprezzamenti e riconoscimenti per quello che egli è
stato non solo come politico
e studioso ma anche e soprattutto come persona. Una
persona animata da spirito
francescano che traduceva le
sue idee politiche e sociali in
uno stile di vita e in scelte e
comportamenti quotidiani
improntati ad un forte senso
di umanità e giustizia. Queste persone hanno dato e
continuano a dare forza e
conforto a me e alle mie figlie.
Aradia Apolito
Capaccio
N° 08
03 Marzo 2012
7
Importante riconoscimento per lìex assessore e agricoltore di Spinazzo
Orlotti presidente provinciale degli agricoltori salernitani
La Confederazione Italiana
Agricoltori di Salerno ha un
nuovo presidente. Nel corso
dell’assemblea elettiva provinciale che si è tenuta sabato 25 febbraio scorso,
presso l’agriturismo “Il Fontanone” a San Cipriano Picentino, è stato eletto con
una grande maggioranza Antonio Orlotti (nella foto), 46
anni, noto imprenditore agricolo di Capaccio Paestum
impegnato nel settore zootecnico, nella Cia fin dal
2000 e presidente della Cooperativa "Paestum" e della
cooperativa “Dalla Terra alla
Tavola” per la vendita diretta
dei prodotti. Orlotti ha ottenuto 32 voti a favore su 41
votanti (due gli astenuti),
mentre 9 voti sono andati
all’altro candidato alla presidenza Ivan Peluso titolare di
un azienda vivaistica. Sono
intervenuti, tra gli altri, il Presidente nazionale della Cia
Giuseppe Politi, il Coordinatore della Giunta nazionale
Cia Alberto Giobetti, il direttore regionale Cia Mario
Grasso. Orlotti sostituisce
alla guida della Cia di Salerno Domenico Oliva che
ha rassegnato le dimissioni,
insieme alla Giunta provinciale, (come già annunciato
nel 2010) prima della scadenza naturale del mandato
per accelerare il processo di
autoriforma della Confederazione che prevede che il
ruolo di massima rappresentanza sia affidato ad un imprenditore agricolo.
A presiedere i lavori il presidente uscente Domenico
Oliva, che è stato designato
a ricoprire la carica di direttore della Cia di Salerno.
L’elezione di Orlotti è l’ultimo atto di un serrato confronto
avvenuto
nelle
assemblee di zona dove i
candidati hanno esposto
programmi e strategie per il
futuro. “Si apre una seconda
fase per la Cia Salerno, dobbiamo pensare ad azioni
tese a dare nuovo slancio e
vigore all’organizzazione
per diventare ancora più
forti. Aumentando il numero
degli iscritti e la partecipazione degli imprenditori
agricoli alla vita dell’organizzazione, per diventare attori
principali
nella
determinazione delle politi-
che agricole sul territorio”,
ha affermato nel suo primo
discorso il neo presidente Tonino Orlotti. "Nonostante il
momento critico per la nostra agricoltura - ha proseguito - passando in rassegna
le problematiche relative ai
diversi comparti, dal settore
zootecnico a quello ortofrutticolo, che vive una crisi profonda”.
Antonio Orlotti si è tuttavia
dichiarato ottimista sulle
possibilità di rilancio del
comparto agricolo, assegnando una missionimportante alla confederazione
nella valorizzazione delle
produzioni di eccellenza,
nello sviluppo della qualità
dei prodotti, nella vendita diretta e nella diversificazione
e certificazione dei prodotti.
Da molti anni, la Cia di Salerno è impegnata nella battaglia contro la filiera lunga
e il peso crescente e fagocitante della grande distribuzione. La filiera lunga è uno
dei problemi più gravi e urgenti che l’agricoltore si
trova ad affrontare. Il neopresidente della Cia ha parlato a lungo della vendita
TONINO ORLOTTI
diretta (e delle Piccole Produzioni Locali) “come uno
strumento molto utile e da
non sottovalutare per rispondere alla crisi economica e
di reddito degli agricoltori”.
Tra gli obiettivi prioritari Orlotti che essendo un importante allevatore della filiera
lattiero-casearia si è anche
soffermato sulle relazioni
con la Centrale del Latte di
Salerno “bisogna aumentare
iquantitativi di latte per la
Centrale”, e ha denunciato il
potere
abnorme
della
Grande Distribuzione Organizzata lanciando una proposta affatto velleitaria agli
enti locali. “Quando si rilascia un'autorizzazione per
realizzare un grande centro
commerciale – ha concluso
Orlotti - si potrebbe reclamare, con apposita convenzione, di riservare degli
spazi all’interno del centro
commerciale, dove possono
essere promosse, valorizzate
e commercializzate le produzioni agroalimentari del
territorio”.
Orlotti, contadini, principi e principesse,
dive e divi, carciofi e mozzarelle
CRONACHE DI
CETRIOLI E
CARCIOFI
C.I.A, non è solo l’acronimo
di
Central
Inelligence
Agency, ma anche della
Confederazione
Italiana
Agricoltori. Se la Cia americana si interessa di spionaggio, la Cia italiana si
interessa di agricoltura, e, a
bene guardare le due cose
non sono in distonia. Se la
prima garantisce la sicurezza dell’America, la seconda garantisce, una cosa
ben più preziosa, la sicurezza alimentare.
Ora a capo della CIA salernitana c’è un capaccese,
più precisamente uno uomo
di Spinazzo, Tonino Orlotti,
degno figlio della gloriosa
tradizione agricola della
“Stalingrado della Piana”, la
ex contrada rossa di Capaccio-Paestum, ove il PCI faceva il pieno di voti. Il neo
presidente della CIA, ha ricevuto grandi pacche di
congratulazioni e vividi
complimenti dalla dirigenza
nazionale, per il clamoroso
risultato ottenuto, 80% dei
consensi, nell’assemblea
elettiva del 25 febbraio, tenutasi presso l’agriturismo
“Il Fontanone” di San Cipriano Picentino. Un proficuo lavoro di rilancio e
crescita della confederazione, attendono il neo
eletto, che nel discorso insediativo ha ribadito un
pensiero volto a situazioni
sempre tese allo sviluppo,
ad azioni sempre tese al rilancio, ad opere di vigore
sempre tese alla crescita
della CIA, per diventare
sempre più forti e incisivi di
pria, nella determinazione
delle politiche agricole del
territorio. La “Mission” della
nuova CIA sarà, la valorizzazione delle produzioni di
eccellenza, lo sviluppo
della qualità dei prodotti, la
vendita diretta, la diversificazione e certificazione dei
prodotti. Un vero e proprio
progetto di Marketing Territoriale, che potrebbe fare il
paio con tutto il tam-tam
mediatico scatenato dal
presidente Amilcare Troiano, circa l’invito, nel Cilento, alla Duchessa di
Cambridge, Kate Middleton, sulla cui tavola, si vocifera, non mancano la
mozzarella di bufala, i carciofi bianchi di Pertosa, i fagioli di Casalbuono e
Controne.
Oppure contribuire con
massicce quantità di mozzarelle, vista l’attività di allevatore del neo presidente
CIA, al bagno rigenerante a
base di fette gocciolanti di
succose aversane della popstar Lady Gaga, novella
Poppea, già preceduta da
Jackie Kennedy e Aristotele
Onassis, che immergevano
le stanche terga in vasche
traboccanti pomi perlacei di
latte di bufala, per bagni rivitalizzanti. I coniugi Onassis apripista di un pratica
rinvigorente a base di mozzarella, che ha altri illustri
epigoni, Richard Gere, i
Reali Inglesi, Madonna,
Julia Roberts, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman, Kirk
Douglas, Michael Douglas.
Mentre la first lady Michelle
Obama, molto più parsimoniosamente, si limita a mangiarla, infatti la mozzarella
di bufala non manca mai
sulla tavola della Casa
Bianca. “Tonino e Amilcare
pel contado vanno a ringalluzzir bifolchi, che notte
tempo van, all’albeggiar solerti, a zappettar mendaci
solchi.
Orlotti e Troiano s’apprestano a sollecitar cesello, di
zolle franche e di marmo a
grolle, forse che lo zappator
da solo deve sorbirsi il fallo?
“Poeta bucolico malinconico”
Lucio Capo
8
N° 08
03 Marzo 2012
Agropoli
CONSULTA IMMIGRATI.
Tutti i nomi dei 10 eletti
La democrazia per aiutare l’integrazione
Tel 0828. 720114
Fax 0828. 720859
e-mail:
redazione@unicosettimanale. it
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53071494
intestato a Calore s. r. l.
Istituzioni e immigrazione,
integrazione vera e partecipazione alla vita sociopolitica della città. Agropoli
lancia la Consulta comunale delle cittadine e dei
cittadini migranti.
Un organismo di rappresentanza democratica degli
stranieri che collaborerà
con l'amministrazione, con
la Giunta e il Consiglio e
che verrà sentita prima dell'approvazione delle deliberazioni riguardanti le
condizioni di vita degli stranieri nella nostra città. Inoltre sarà di supporto a questi
cittadini per l'esercizio e la
tutela dei loro diritti, sarà un
importante punto di riferimento e di informazione, di
collegamento con le istituzioni nonché luogo d'aggregazione e confronto
rispetto ai problemi e alle
opportunità in tutti i settori
della vita sociale, dal lavoro
alla salute al tempo libero e
alla cultura potendo anche
promuovere iniziative pubbliche come seminari, dibattiti e forum aventi ad
oggetto il tema dell'integra-
zione. Uno strumento prezioso per l'integrazione sociale e culturale, così il
sindaco Franco Alfieri ha
definito la “Consulta comunale delle cittadine e dei
cittadini migranti”, questo
nuovo organismo consultivo del Consiglio e della
Giunta istituito nella città di
Agropoli, fortemente voluto
dall'assessore alle politiche
sociali Angelo Coccaro sostenuto con entusiasmo dall'amministrazione e dal
sindaco. “Comunicazione e
dialogo, sono queste le parole chiave per una effettiva
integrazione degli immigrati nell'organizzazione
della società – afferma l'assessore Coccaro – Questo
nuovo strumento intende
essere organismo di rappresentanza democratica di
tutte le componenti e identità culturali degli stranieri e
apolidi nella nostra città ed
è stato emozionante vedere
l'entusiasmo, la partecipazione e la grande consapevolezza mostrata da queste
persone. Siamo orgogliosi
di questa iniziativa, esem-
pio di democrazia partecipata, uno strumento di cui
ancora poche città si sono
dotate.”. Dall'analisi del
voto e dalla composizione
della Consulta emergono
almeno tre principali spunti
di riflessione: la grande partecipazione e affermazione
delle donne, l' età media
molto giovane dei protagonisti e la domanda, la voglia
di integrazione, di partecipazione. Una forte spinta
dal basso alla democrazia,
ossigeno, linfa verde e insieme senso di responsabilità.
Un
importante
richiamo al dialogo e all'integrazione tra le culture
oltre che alla lotta contro
razzismo e xenofobia.
Questo l'elenco dei dieci
membri eletti:
Tre africani: l'algerino Belbel Djamel Eddine con ben
47 voti, Fadil Abdelfattah
con sei voti e Naim Khaddouj con una sola preferenza per il Marocco Due
asiatici: Nahar Begum Sultana Munmun e Ruma
Begum del Bangladesh, rispettivamente con 16 e 15
preferenze Un americana
dell'Honduras, Allen Dallas
Cecilia con 5 voti e quattro
europei: la rumena Pal Irira
Viorina con 23 voti, le
ucraine Inna Trach e Tsyba
Tetyana con 14 e 6 voti e il
bosniaco Visnic Niegos con
12 voti. Le elezioni di questo importante organismo
consultivo si sono svolte lo
scorso giovedì 16 febbraio
presso l'aula consiliare Di
Filippo del Comune di
Agropoli. I dieci rappresentanti sono stati eletti da
un'unica lista di venticinque candidati rappresentanti tutti i continenti. 1080
gli aventi diritto di voto: cittadini stranieri o apolidi che
hanno compiuto diciotto
anni di età in possesso della
carta di soggiorno valida o
in corso di rinnovo e iscritti
all'anagrafe del comune di
Agropoli. Nel corso della
prima riunione, che sarà
convocata dall'assessore
alle politiche sociali Angelo
Coccaro, la Consulta eleggerà il proprio presidente e
il suo vice.
Filipppo Romanelli
Tagli allle scuole? Si, ma in senso buono
Tiratura: 5000 copie
Gli arretrati € 2, 00 + le
spese di spedizione
Il N° 06 di Unico è stato
inviato in tipografia il
giorno 15 febbraio 2012,
ed è stato
avviato alla spedizione
agli abbonati
il 17 febbraio 2012
alle ore 9, 30
presso il CPO di Salerno
Nel corso degli ultimi anni di
“tagli” nelle scuole italiane ce
ne sono stati, eccome. Stavolta
parliamo di tagli “in senso
buono”: tagli del nastro. Una
politica, quella dell’amministrazione comunale di Agropoli, di attenzione e di
sensibilità per la scuola e per
chi ne usufruisce, in perfetto
accordo con la politica portata
avanti a livello nazionale.
Degni di nota dunque, per la
rilevante importanza assunta, i
due recenti tagli del nastro, in
due giorni consecutivi e in due
istituti diversi: la Scuola Primaria “G. Landolfi” in Piazza
della Repubblica e la scuola
Cannetiello. La prima, martedì
28 febbraio alle ore 17.30, ha
visto l’inaugurazione dell’Aula
Polivalente, comunemente
nota con il nome di “palestra”;
la seconda, mercoledì 29 febbraio alle ore 11, ha visto
l’apertura di due nuove aule, a
seguito di un progetto di ampliamento della struttura scolastica e degli spazi destinati
alle attività didattiche. L’investimento dell’amministrazione
comunale ha permesso la sostituzione del pavimento con
la messa in opera di un tappeto antiurto, il rivestimento di
pilastri, la realizzazione di
pannelli di protezione per i termosifoni, la tinteggiatura delle
pareti, il rifacimento del piccolo palco destinato alle recite
dei bambini con la messa in
opera di un nuovo pavimento
in parquet e di tendaggi adeguati ai cambi di scena. I lavori
di ristrutturazione, iniziati durante le vacanze natalizie, si
sono conclusi inoltre con la
dotazione di nuove attrezzature per le attività di educazione motoria. «Gli ambienti
delle nostre scuole – afferma il
dirigente scolastico del Primo
Circolo di Agropoli Anna Vassallo – sono sensibilmente e
visibilmente migliorati per assicurare agli alunni qualità e sicurezza».
Serena Sgroi
Agropoli
A PARER MIO
N° 08
03 Marzo 2012
9
di CATELLO NASTRO
Scrittura tra prosa e poesia...
Non sono antichi
ricordi di un vecchio professore in
pensione,
ma
piuttosto di un
tizio qualunque
che, tra i tanti
hobby che la terza età ( e la
pensione!!!) rendono possibili, ha scelto quello di scrivere e pubblicare, prima su
supporto cartaceo e da una
dozzina d’anni su supporto
informatico, di tutto e di più.
La mia carriera di scrittore è
iniziata oltre mezzo secolo
fa. Durante la mia permanenza a Torino ho fatto
anche lo scrittore per conto
terzi. Mi chiedevano di scrivere un articolo su un determinato argomento che
veniva pubblicato non con
la firma mia, bensì con la
loro. Dopo i primi esperi-
L’OPINIONE.
menti a titolo puramente
gratuito, incominciai a chiedere un compenso. Tanto
per…arrotondare lo stipendio che correva veloce ma
non arrivava mai a,,,fine
mese, Ho scritto anche il discorso di un uomo politico
della provincia di Torino,
quaranta anni fa che, dopo
averlo letto mi diede il doppio del compenso pattuito.
Su una vecchia Remington
gigantesca, da ufficio, comperata usata al mercatino
delle pulci di Porta Palazzo
a Torino. Scrissi anche una
lettera d’amore all’ex fidanzata di un mio amico,
molto commovente. Ma evidentemente quella volta
non fui tanto efficace e convinto perché la fidanzata
non volle ritornare sui suoi
passi. Aveva conosciuto un
altro giovane aitante…In
queste lettere, tipo “scrivano
fiorentino”, gli stati d’animo
si dovevano adeguare al
movente. Un movente triste,
uno stato d’animo triste, un
movente allegro, uno stato
d’animo allegro.
Ero diventato un S.S., cioè
uno scrittore – sarto che
confezionava articoli ( non
di abbigliamento) su misura.
Sia ben chiaro che, pur scrivendo lettere anonime, mi
sono sempre rifiutato di scrivere lettere che dovevano
arrivare anonime. Ho scritto
anche lettere per matrimoni
e per condoglianze. Scrittore lo diventai, ma commerciante lo…nacqui!!! Per
inciso confido che una volta
(una sola volta!) ho fatto
anche il facchino. Assieme
ad un collega di educazione
tecnica che, come me,
aveva bisogno di “arrotondare”, facemmo anche un
trasloco. Negli anni ’70 diecimila lire cadauno facevano comodo, anche se per
una settimana intera le ossa
facevano…male.
Scrissi
anche qualche poesia
d’amore conto terzi, poi mi
fidanzai e scrissi conto proprio! Seguendo
l’evoluzione della tecnologia, sono
diventato un nonno informatico. Pensavo di essere –
come settantenne – uno dei
più anziani di un famoso
sito di poesie (www.clubpoeti.it) ma ho scoperto e
letto una poesia di una
nonna informatica ultranovantenne! Come non c’è limite alla Provvidenza, non
c’è limite nemmeno ad Internet!!! E come disse un
grande artista napoletano
ora scomparso: “ ‘A ggente
ha faccio rirere o chiagnere
qunno rich’io!!!” (traduzione: Gli spettatori a teatro
li posso far ridere o piangere
quando lo voglio io!). Gli
stati d’animo possono influire moltissimo sull’artista
in genere, sia nell’arte figurativa, sia nella scrittura, sia
nel teatro. Scusatemi se non
aggiungo la televisione, ma
si vedono certi spettacoli
che vorrebbero far ridere ed
invece fanno piangere e
certi altri che vorrebbero far
piangere ed invece fanno ridere. Il canone Rai si paga
una volta l’anno. A me toccava “una tantum”. L’articolo è finito. Se volete
piangere, piangete pure, se
volete ridere, ridete pure.
Anzi lo preferisco!!!
Confutando le argomentazioni del dott. Barlotti sul pronto soccorso
Non si può limitare il servizio su basi anagrafiche
“Il pronto soccorso è diventato una discarica sanitaria
dove arriva qualsiasi cosa. I
malati cronici non possono
essere spediti al pronto soccorso solo perché i parenti
non sono in grado di assisterli o non hanno le possibilità economiche per
pagare la retta di una casa di
riposo Ci si accanisce verso
ultranovantenni aumentandone l’agonia per uno
sciocco pietismo…i malati
cronici e terminali non possono stare in ospedale.”
Queste le affermazioni di un
noto medico di Capaccio,
attualmente nello staff dirigenziale dell’ospedale civile
di Agropoli, riportate in un
articolo pubblicato sul quotidiano La Città lo scorso venerdì 24 febbraio. Abbiamo
provato ad immaginare una
lettera aperta con le domande che un cittadino potrebbe porsi alla lettura di
tali parole che certamente
vanno
contestualizzate
nell’ambito delle gravi difficoltà ormai storiche che affronta la sanità meridionale
e nel nostro caso particolare
l’ospedale di Agropoli a costante rischio chiusura, ma
risuonano quantomeno forti
e forse provocatorie all’orecchio e al cuore di chi,
semplice cittadino e utente,
si trova a combattere non
solo con un’eventuale malattia ma anche con il disagio dovuto all’incertezza su
cure e strutture. L’ amico bisognoso di cure a cui sia
medico di base che la guardia medica hanno consi-
gliato, come spesso accade,
di rivolgersi al pronto soccorso (fin quando nella nostra città continuerà almeno
ad esisterne uno…) probabilmente ci scriverebbe su
per giù queste considerazioni: “Comunemente, che
io sappia, si usa il termine
discarica per indicare il
luogo in cui vengono conferiti i rifiuti. Mi chiedo se sia
legittimo usare questo termine quando si parla di persone, in questo caso
ammalati, in buona parte
anziani e malati cronici o
terminali, quindi la parte più
debole della struttura sociale. Mi viene in mente la
grande missione a cui è
chiamato un medico che
dovrebbe rispondere alla
mano tesa di queste persone
in nome sia del giuramento
di Ippocrate che della sua
coscienza pur in mezzo a
un mare di difficoltà. Da più
parti si sostiene che i malati
cronici o terminali non debbano occupare i già pochi
posti letto degli ospedali
ma, in mancanza di strutture
alternative a loro dedicate,
come alleviare il loro
enorme dolore? Inoltre, leggendo in quelle affermazioni una distinzione di età,
mi chiedo se ci possa essere
un limite anagrafico al diritto alla salute oppure l’assistenza sanitaria va in
prescrizione con la vecchiaia. Quanto poi a strumentazione tecnica come
respiratori usati a domicilio,
credo che non siano questi i
veri sprechi ma ben altri…Il
L’OSPEDALE DI AGROPOLI
dottore avrà certamente ragione a sostenere che non è
semplice lavorare nelle precarie condizioni del nostro
pronto soccorso, anzi è sicuramente difficile, ma accetti la sfida e glie ne
saremo grati.”
Fi. Ro.
10
N° 08
03 Marzo 2012
Alburni
ALTAVILLA.
La scomparsa dello studioso di origini altavillesi
Maurizio, l’impegno civile e il rigore intellettuale
MAURIZIO MOTTOLA
Martedì 22 febbraio si è
spento il medico, psichiatra
e psicoterapeuta, nonché
giornalista
pubblicista,
Maurizio Mottola.
Nato a Napoli nel marzo
del 1951, dopo essersi laureatosi giovanissimo in Medicina e Chirurgia, svolse
una brillante carriera all’interno del servizio sanitario
nazionale come psichiatra e
psicoterapeuta, fino a diventare dirigente medico di psichiatria all’ASL Napoli 1,
presso l’Unità Operativa di
Psicologia Clinica e dell’Età
Evolutiva. Tale competenza
lo portò, dall’ottobre 2000
al maggio 2009, ad essere
componente della Commissione per la valutazione dell’idoneità delle scuole di
formazione in psicoterapia
del Ministero dell’Istruzione
Università e Ricerca, realizzando nove anni di pre-
senza ininterrotta e partecipando ad oltre ottanta riunioni. La sue esperienza sul
campo lo portò in diverse
occasioni, l’ultima durante
2004, docente invitato alla
Cattedra di Psichiatria della
II° Università degli Studi di
Napoli dove tenne i corsi in
“Legislazione psichiatrica
ed organizzazione dipartimentale dei servizi psichiatrici”
e
“Legislazione
psichiatrica e normativa
sulla psicoterapia”.
In gioventù, a partire dal
1973, fu attivo politicamente all'interno del movimento radicale, oltre alle
candidature per le elezioni
nella lista Pannella e nella
lista Bonino, con iniziative
in favore dei diritti civili e
per la libertà di scelta, con
particolare attenzione per i
temi del divorzio, opponendosi al referendum che ne
chiedeva l’abolizione, per la
depenalizzazione del reato
di aborto -in tal senso si ricorda il libro Verso l’aborto
non chirurgico-, e poi attraverso la raccolta delle firme
per i vari pacchetti referendari, tra cui la strenua lotta
per l’abrogazione della
legge manicomiale del
1904 culminata col successo
dell’approvazione
della legge 180/1978 di riforma psichiatrica. L’impegno politico è proseguito nel
corso degli anni anche attra-
verso l’assidua collaborazione giornalistica con
Quaderni Radicali prima e,
negli ultimi dieci anni della
sua vita, con Nuova Agenzia Radicale, rivista telematica dell’ex-segretario del
Partito Radicale Giuseppe
Rippa. Nel 2002 Maurizio
Mottola aveva acquistato
una casa rurale ad Altavilla
Silentina, dove si recava periodicamente, mantenendo
così vivo il legame con il
paese, in cui i suoi antenati
si sono insediati nel 1680.
A tal proposito Maurizio
Mottola stava svolgendo
ragguardevoli ricerche nell’ambito della storia dei
Mottola in Altavilla Silentina. Aveva dapprima ricostruito il proprio albero
genealogico, con l’aiuto del
cugino Francesco Mottola,
professore e ricercatore universitario di Storia Medievale, per poi approfondire le
personalità di spicco della
famiglia. Stava così affrontando temi come i moti carbonari, il brigantaggio in
Campania, ed aveva in programma la scrittura di un
libro sulle tre generazioni
dei suoi antenati patrioti. Il
più remoto Gaetano Mottola fu importante carbonaro e guidò nel 1799 la
popolazione locale contro i
borbonici ed a favore del
rinnovamento giacobino. Fu
inoltre letterato, autore del
codice civile in versi. Poi
Giosuè Mottola, nato ad Altavilla Silentina nel 1801,
che appoggiò i moti carbonari cilentani del 1828, per
poi morire nel 1844. Infine
Lorenzo Mottola, che nato
negli anni tra il 1830 ed il
1840, vide l’Unità d’Italia
come attivo sostenitore e
partecipante dell’impresa
garibaldina nel salernitano.
“In tal senso ricorda Oreste
Mottola condirettore del settimanale UNICO Maurizio
non cercò mai quelle posizioni di potere alle quali,
per più di una ragione,
avrebbe facilmente potuto
accedere. Preferiva organizzare attività culturali, convegni e dibattiti come fece
poco meno di un anno fa
quando, nell’ambito del
150° anniversario della dichiarazione dell’Unità d’Italia, aveva promosso al paese
la conferenza Antenati carbonari e patrioti: i Mottola
di Altavilla Silentina. Una
serata di discussione sul
contributo dei Mottola all'Unità d'Italia”. Nell’ultimo
scorcio della sua vita era
giunto a coniugare l’esperienza di psicoterapeuta con
la passione per la ricerca
storica ed aveva elaborato
un nuovo approccio alla
pratica psicoterapeutica basato proprio sulla psicogenealogia degli antenati.
Marcello Mottola
Roscigno vecchia, vietato l’ingresso ai turisti
Quando un attrattore culturale e turistico degli Alburni viene abbandonato a
se stesso dalle istituzioni.
Roscigno Vecchia, centro
storico del comune di Roscigno, oggi più di ieri, è
un paese completamente
abbandonato a se stesso.
La cosa più drammatica è
che dopo varie ordinanze
e un segnale di divieto di
transito, a nessuno sembra
più importare del futuro,
del degrado e dell'abbandono di Roscigno Vecchia,
uno dei centri storici più
belli del Parco Nazionale
del Cilento, Vallo di Diano
e Alburni. Tutti fanno finta
di non vedere e, soprattutto, a Roscigno Vecchia
non si cura nemmeno l'ordinaria
manutenzione.
Non si riescono a rimuovere, infatti, enormi tracce
di degrado come i pezzi
pericolosamente penzolanti della carcassa di un
povero albero secolare in
piazza G. Nicotera ed i
resti di un antico balcone
in ferro battuto che gravitano sospesi nelle vicinanze di casa Campeglia.
In qualsiasi altro posto del
mondo tutte le istituzioni
responsabili
avrebbero
tentato di ripristinare la
fruibilità del centro storico
di Roscigno in maniera legale ed immediata. In questa parte del Parco,
purtroppo, le cose funzio-
nano in maniera diversa.
Nessun provvedimento visibile per ridare dignità all'affascinante
Roscigno
Vecchia e nessun tavolo
tecnico fra Stato, Regione,
Provincia, Comunità Montana Alburni, Parco Nazionale e Comune per cercare
di trovare le migliori soluzioni per far revocare le
ordinanze prefettizie che
gravano su un centro storico che per la sua bellezza ed unicità è stato
scelto come set di molti
film da registi di fama nazionale. I comuni limitrofi
(che usufruiscono delle
esternalità positive dell'attrattore turistico Roscigno
Vecchia) sono omologati
al partito della generale indifferenza: tanto è un problema dei cittadini di
Roscigno e non certamente del comprensorio
degli Alburni. Questo,
forse, è solo il risultato di
anni d'isolamento ideologico e politico a cui ci
CONTINUA A PAG
18
Agricoltura
“Cilentani a Roma”, riorganizzata l’associazione
L’amore per la propria terra degli emigrati nella capitale
Si è svolto lo scorso 24
Febbraio, presso il ristorante "Paradiso in terra", il
primo incontro dei Cilentani che vivono nella Città
di Roma.
Questo avvenimento ha
coinvolto numerose personalità , che allontanatesi
da anni dalla loro terra, si
sono ritrovate per la prima
volta tutte insieme a celebrare le bellezze del Cilento e a rimembrare tempi
ormai passati.
Si sviluppa l’iniziativa di
fondare
l’Associazione
“Cilentani a Roma” che ha
come obiettivo la creazione di un punto di riferimento culturale, basato
sull’appartenenza a costumi e a tradizioni da tenere in vita soprattutto nel
contesto dispersivo e alienante della metropoli.
Viene vissuta e diffusa la
volontà di promuovere iniziative sociali basate sulla
promozione di pratiche
culturali legate alla terra
del Cilento, le quali vanno
da semplici momenti ricreativi a celebrazioni del-
l’Arte cilentana. Fautori di
questa reunion sono stati
l’ufficiale della Finanza
Bruno Ruotolo e il Presidente di Turisport Donato
D’Aiuto, i quali si sono più
volte compiaciuti, nel
corso della serata, del successo che ha destato questa iniziativa.
Tra le innumerevoli presenze possiamo citare Pino
Palmieri, consigliere regionale della Lista Polverini ,
originario del Cilento, che
con il suo discorso di augurio, ha dato luogo ad
una serie di interventi che
hanno coinvolto tutti i partecipanti.
A prendere la parola si
sono alternati, oltre ai due
organizzatori, l’editore del
giornale Unico e presidente del TO Cilento incoming, Bartolo Scandizzo,
l'avvocato Guarnieri e Donato Ciociola, quest’ultimo
organizzatore dell'evento
"Le strade della Mozzarella" e “Cinefood”.
Tutti i partecipanti hanno
apprezzato le parole di
buon auspicio da parte
UN MOMENTO DELL’INCONTRO
degli interlocutori, i quali
hanno più volte espresso
il desiderio di dare vita ad
una associazione che
possa essere non solo un
luogo di ritrovo e confronto ma che possa divenire nel corso del tempo,
un volano per la rivalutazione del territorio, e promotrice di luoghi unici
come quelli del Cilento.
Tra gli innumerevoli interventi , a farla da padrone
ci sono state le storie di
vita che accomunano tutti
quei cilentani ormai radicati in terra straniera e che
con tanta nostalgia ricordavano tempi ormai pas-
sati. L’evento si è concluso
con la benedizione di
padre Francesco, segretario del cardinale Sarah e
nativo della cittadina di Padula, il quale ha auspicato
il giusto successo al buon
esito della nascente associazione. “Cilentani a
Roma” è l’esempio lampante di come l’amore per
la propria terra possa dare
vita a delle associazioni
dedite al sostegno dei propri conterranei in luoghi
non identitari e promulgare una cultura che
troppo spesso viene messa
da parte.
Luca Corradino
ALBANELLA.
Il sottosegretario Vari inaugura sede P.C.
Albanella. Sabato 25 febbraio 2012 è stata inaugurata la sede operativa
“Albasoccorso Protezione
civile”. La giornata si è
così sviluppata: alle ore
11 si è tenuta la Santa
Messa al Santuario di
S.Sofia ufficiata da Padre
Antonio ed alle ore 17,
presso l’oratorio del paese,
è stata inaugurata la sede.
Alla Santa Messa ha partecipato anche il Sottosegretario
allo
Sviluppo
Economico Massimo Vari,
la giunta comunale di Albanella e tanti cittadini.
Mentre nel pomeriggio
hanno partecipato all’inaugurazione delle rappresentanze della protezione
civile e della Guardia di Finanza, il sindaco di Laureana cilento, la Croce
Rossa di Altavilla e di Capaccio, i rappresentanti
delle associazioni presenti
sul territorio e tanti albanellesi.
Durante lo svolgersi dell’inaugurazione è stato ri-
cordato un volontario
della protezione civile
scomparso
prematuramente a soli 28 anni.
Giovanni Letizia era un ragazzo volenteroso e sempre pronto ad aiutare gli
altri. Egli era ben voluto
poiché credeva nell’amicizia e nei rapporti veri e sinceri come lui.
E’ stato proiettato un video
in suo onore ed ai genitori
è stata consegnata una
targa in ricordo di Giovanni. Si è svolto così un
evento tanto atteso dalla
comunità perché si è creduto molto in questa iniziativa nata qualche anno
fa e concretizzatasi con la
caparbietà del Presidente
Andrea Durante e di tutti i
membri della protezione
civile albanellese.
Durante l’inaugurazione
Padre Antonio ha esortato
tutti ad operare nel volontariato poichè “dobbiamo
sentire nostro il senso della
solidarietà”.
Katia Lettieri
N° 08
03 Marzo 2012
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N° 08
03 Marzo 2012
Cilento - Alburni
BIAGIO MARINO SI CONFESSA. I chiarimenti sulla spedizione Sanremese
Ho fatto più io in tre mesi che gli altri nei decenni scorsi”
DALLA PRIMA
chiama “Casa San Remo”, al
Palafiori, in una manifestazione collaterale, una piccola
Bit, sfruttando il fatto che ci
sono gli artisti più importanti,
le tv e i giornalisti… nessuno
è andato a spassarsi, mi
creda”. Non c’era Marino ma
ecco spuntare il suo secondo, il postiglionese Giuseppe Di Poto, presidente
provinciale del Pid, Popolari
Italia domani, il partitino voluto qui da un ex presidente,
Carmine Cennamo. “Di Poto
c’era. Lasci stare, a San Remo
i nostri li hanno riempiti di
complimenti. A cominciare
da Cirielli. In un furgone
hanno viaggiato loro e i nostri
prodotti: vino, olio e fagioli.
E hanno fatto grandi economie. Una buona parte di
quegli 8 mila euro passeranno nel nostro bilancio e
da lì ai nostri lavoratori”. Ma
era opportuna quella spesa,
con questi tempi grami? “No?
Quel nostro Psr proprio
quello prevedeva… e poi nel
passato si è fatto di peggio…
per quelle che erano vere e
proprie gite si spendeva
senza risparmio, credete a
me… Ma io non mi sono in-
cazzato contro il giornalista
Mottola che sapevo che non
poteva avercela con me poiché prima di questa mattina
l’ho visto giusto un’altra
volta, e cordialmente”. Ci
sveli allora cosa c’è sotto a
questa baruffa alburnina…
“Alcuni contronesi… isolati
nel loro stesso paese che
hanno il piacere di avere la
sede dell’ente sotto casa, chi
glielo doveva mai dire, però
trovano gusto nel metterci in
mezzo alle loro polemiche di
quattro soldi. Sono quelli di
Uniti per perdere, amici di
Didi. Cose così. Noi pubblicizziamo al massimo il loro
fagiolo e loro seminano zizzania. Lo sanno che raccoglieranno? Mi verrebbe
voglia di raccomandargli
prudenza viste le realizzazioni per la comunità di
qualche loro capetto…”. Immagino che si riferisca all’Atc, patto territoriale et
similia. “Io non sono un letterato. Da noi sa come si
dice? Una parola è poco, tre
sono troppe!”. Presidente, lei
è da qualche mese su quella
poltrona, prima è stato il secondo dell’ex presidente
Martino. “Per me parlano i
ventotto progetti Psr che ho
portato a casa. Gli stipendi
pagati ai nostri forestali e –
modestamente – qualche
buona idea che in collaborazione con il Parco del Cilento
stiamo portando a compimento per trasformare la nostra forestazione da spesa
assistenziale in attività produttiva. Sentito parlare di cippato e pellet? Pensi a tutto il
legno che residua dalla potatura dei nostri oliveti. Sto progettando di far lavorare molti
nostri operai in questo settore. Se porto a casa questo
risultato giuro che, per la
contentezza, mi dimetterò il
giorno dopo!”. Come, lascerebbe dopo un risultato così?
“Sì, perché dopo mi immergerei di nuovo nell’ordinario
del giorno dopo giorno… a
fare ciò sono buoni tutti. Io
voglio essere ricordato diversamente. Poi voglio dire
un’ultima cosa ai lettori…”.
Prego. “Il presidente e tutta la
giunta non prendono un euro
né di stipendio e tantomeno
di rimborsi chilometrici.
Siamo dei volontari che portano a casa risultati importanti: la recente emergenza
neve, pensi cosa è successo
altrove, l’abbiamo gestita benissimo. Potete dire un’ul-
BIAGIO MARINO
tima cosa all’amico Didi? E’
che mentre loro parlano e
parlano io sono tra coloro
che fanno il possibile… io
butto le mani, in senso positivo, s’intende”. Così parlò
Biagio Marino, imprenditore
edile di Ottati, la mattina del
28 febbraio, presso la sede di
una comunità montana che
ti accoglie ancora senza
un’insegna ma con dei murales. E paga, di tasca sua, i
caffè presi direttamente al bar
vicino alla sede.
Oreste Mottola
MOIO DELLA CIVITELLA.
Come ti organizzo il Carnevale. E non solo
Il carnevale di Moio della
Civitella è stato organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con tutto il
paese e le varie associazioni presenti (Mueve – t
ecc). Le sfilate, tenute domenica 19 e martedì 21
febbraio, hanno attraversato le piazze del comune.
In ogni piazza si è svolto lo
spettacolo che prevedeva i
balletti delle majorette, dei
bambini mascherati (i
"Flinstones",
"Cenerentola","Alice nel paese delle
meraviglie" e "Biancaneve
e i 7 nani") e del gruppo Tarantella. Alla sfilata hanno
partecipato il gruppo di
ReWine, con un carro allegorico rappresentante il re
Wine, e la Fontana dei tre
carciofi (ormai famosa perchè da quella originale,
durante la festa di reWine
in agosto, esce il vino) sia
tante maschere come il
gruppo dei "becchini" che
hanno vinto il premio "maschera più originale".
L'altro premio è stato
vinto, tra i bambini, dalla
"maschera più simpatica".
Al termine della sfilata,
nell'antica chiesa di San
Bartolomeo in Pellare, il
gruppo "Aristofane" ha rappresentato "Dura lex sed
lex, processo a Carnevale"
al termine della quale il signor Carnevale è stato
condannato al rogo e bruciato in piazza.
Alla fine della serata è stato
effettuato il sorteggio della
lotteria di Carnevale il cui
primo premio è stato vinto
da una ragazza di Pattano,
a seguire, tanta musica in
piazza.
Nicola Nicoletti
Cilento
N° 08
03 Marzo 2012
13
L’OPINIONE. Dagli incontri Quaresimali al mondo del web: come alternare riso e riflessioni
Festa e Quaresima nel Cilento, le iniziative nella Diocesi
Si ride e si piange, si gode e
si riflette, come nelle varie
fasi della vita - come si
legge nel Qoelet - in
un’unica comunità. Uno
specchio di tutto questo lo
abbiamo nel comune di
Moio della Civitella e nella
vivace frazione di Pellare. È
uno dei pochi paesini, assieme a Omignano e pochi
altri del Cilento, che si è animato per il Carnevale, che
ha saputo organizzarsi da
sé. Chiamare i bambini,
coinvolgere le varie associazioni, i vari gruppi, la proloco e il Comune per
un’espressione positiva di
una comunità che canta e sa
divertirsi con semplicità.
Dai balli folk, tramandati
così alle giovani generazioni, ai carri che avanzano
sui ritmi latini. Ovvietà, per
alcuni, ma provate a contare
quanti paesi hanno saputo,
con semplicità e continuità,
organizzare e coinvolgere
tutta la comunità in eventi
simili, e vedrete che sono
ben pochi. Ma, la caratteri-
ALBANELLA.
stica che era importante evidenziare era la capacità
nello stesso paese, unito a
quelli vicini di Gioi, Cardile,
Pellare, Cannalonga e Novi
Velia, di organizzare un
convegno che si terrà nelle
varie domeniche della Quaresima su adolescenti e comunicazione.
“Educare
mente e cuore” è il titolo di
cinque appuntamenti promossi dalle parrocchie cilentane. Dal 26 febbraio al
25 marzo le comunità organizzano cinque incontri
sulla tematica "Adolescenti
ed Internet" presso l'antica
chiesa di San Bartolomeo in
Pellare. Internet e il mondo
degli adolescenti è stato presentato dalla brava psicologa Silvana Stifano nel
primo incontro.
Seguiranno il 4 marzo Antonio Tommasino e Angela
Russo con gli aspetti positivi
del web. Internet come
droga invece è il tema del
dottor Gianluca Ruggero (11
marzo), la Polizia postale
presenta il 18 marzo le leggi
e i rischi dei minori sul web,
mentre le riflessioni finali
sono fissate per il 25 marzo.
Tutti gli incontri si terranno
di domenica con inizio alle
ore 19, una felice scelta di
ora e giorno per trascorre
un’ora nella conoscenza di
un mezzo fantastico quanto
rischioso per ragazzi e non
solo. Anche la diocesi di
Vallo della Lucania procede
con le sue iniziative. Le "Stazioni Quaresimali" il 3, 17,
24, 31 a Laurino, S. Maria di
Castellabate, Ceraso e Capaccio sono i prossimi appuntamenti
voluti
dal
Vescovo di Vallo, mons.
Ciro Miniero, per la Quaresima. Una serie di incontri,
pensati innanzitutto per i
giovani, organizzati per
continuare il discorso iniziato in Avvento.
La scelta iniziale per i ragazzi detta oramai le linee
pastorali su un cammino
che si muove sempre più
sulle gambe di chi domani
guiderà la terra del Cilento.
Nel suo lungo itinerare alla
DON VALERIANO POMARI E IL VESCOVO CIRO MINIERO
scoperta di questa fetta ultima della provincia salernitana, il vescovo ha scelto di
tenere gli incontri in nuovi
centri rispetto alle sedi dei
meeting di Avvento. Dal
cuore del Cilento, come
Laurino, alla costa di Castellabate, sino a Ceraso e Capaccio, in un disegno che
tende a unire luoghi e paesi
dispersi sulla cartina geografica in un unico discorso. Le
stazioni quaresimali –
spiega don Valeriano - saranno l'argomento ed il
luogo dove incontrarsi e ri-
Il carnevale per i bambini
E al termine zucchero filato per tutti!
Si è tenuta ad Albanella, domenica 19 febbraio, la festa
del Carnevale per i bambini.
La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione
Pentart…e e dalla Pro-loco
di Albanella. Il tutto è iniziato alle ore 14:30 quando
tutti i bambini riunitisi nella
zona “parcheggio” di via
Roma hanno sfilato per le
vie del paese fino ad arrivare
al Poliambulatorio dove li attendevano divertenti giochi.
L’iniziativa ha coinvolto
circa cinquanta bambini con
le mamme e i parenti al seguito. I piccoli si sono diver-
titi a scherzare tra loro felici
di essere i protagonisti dell’iniziativa. Arrivati a destinazione hanno iniziato
subito a giocare grazie ai ragazzi dell’animazione. Il trascorrere del tempo sembra
non aver intaccato l’entusiasmo dei bambini perché
hanno seguito lo spettacolo
degli animatori con attenzione e divertimento. Gli
animatori si sono esibiti in
giocoleria ed anche qualche
numero con il fuoco che ha
affascinato non poco tutti i
presenti. I trenini ed i balletti
hanno fatto sì che nessuno si
annoiasse ma che, al contrario, si divertisse ballando. A
conclusione di serata, verso
le ore 18, è stato possibile
assaggiare lo zucchero filato
tanto amato dai bambini. I
piccoli sono stati omaggiati
con creazioni a forma di
gatto, cane, spada e cuore
sapientemente “costruite” da
un simpatico animatore. Il
gruppo di animazione “New
age” è un gruppo affiatato e
ben organizzato che rende
più rilassante e divertente
una qualsiasi manifestazione
o festa organizzata.
Katia Lettieri
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flettere sulla Parola di Dio,
grazie a un sito, www.diocesivallodellalucania.it, che
sta iniziando a informare
meglio sugli appuntamenti e
sulla vita della diocesi, e
che presto avrà anche una
veste nuova.
Aspettiamo adesso impazientemente un invito per
adulti e famiglie sulla scia
degli incontri promossi da
mons. Miniero, per incontrare i “nuovi ultimi” della
famiglia diocesana del Cilento.
Nicola Nicoletti
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N° 08
03 Marzo 2012
Roccadaspide
SANITÀ.
Viaggio all’interno dell’ospedale /1
Escalona: “Il laboratorio è all’avanguardia”
Comincia il viaggio di
Unico nei reparti dell’ospedale di Roccadaspide. Alla “scoperta” dei
punti forti e deboli di un
presidio che, nonostante le
continue voci di chiusura,
rappresenta un punto di riferimento per l’assistenza
sanitaria del territorio.
E la diagnostica, un valido
supporto ai reparti, come il
laboratorio analisi, da dove
parte il viaggio, si apre alla
Valle del Calore e oltre.
Come conferma il direttore
di patologia clinica e microbiologia dell’ospedale,
Marcellino
Escalona.
«Siamo aperti al territorio e
OSPEDALE.
la gente si sente accolta da
noi, esordisce il primario.
Questo grazie alla professionalità degli infermieri,
alle apparecchiature all’avanguardia ed ai tempi
brevi di consegna degli
esami che vanno dal
giorno stesso a quello successivo al prelievo o a
qualche giorno in più, a seconda dei casi ». Nonostante i laboratori privati,
infatti, l’ambulatorio prelievi del presidio è sempre
affollato. «Le persone
hanno imparato a conoscerci anche quando gli
altri laboratori erano
chiusi, continua Escalona.
E poi pratichiamo la terapia anticoagulante e seguiamo 160 pazienti,
mentre gli altri sono seguiti
dalla cardiologia».
Come accennato, i servizi
offerti dal laboratorio analisi dell’ospedale oltrepassano la Valle del Calore.
«Oltre ad operare nel nostro ambulatorio, lavoriamo per il distretto di
Capaccio con gli addetti
che vengono da noi due
volte alla settimana. Il laboratorio dell’ospedale,
inoltre, tratta le urgenze, le
routine, i pazienti interni e
del pronto soccorso».
Con un’unica nota stonata:
la mancanza di personale
che non permette una regolare turnazione nei casi
di ferie, di malattia o altri
motivi. Con il blocco delle
assunzioni, difatti, non si
può sostituire il personale
trasferito.
E per sopperire a tale carenza, visto che l’attività
del laboratorio analisi
copre le 24 ore, si ricorre
alle consulenze.
Come conferma Escalona
«Il nostro organico è composto da me, 3 tecnici, di
cui 2 a tempo pieno, e da
3 infermieri. Io devo essere
affiancato da un laureato al
giorno e ci vogliono altri
tecnici, per cui si ricorre
alle consulenze.
E viene da sé che fare gli
orari diventa più compli-
cato quando il personale è
in malattia o in ferie». Ma,
nonostante tutto, «La produttività del laboratorio
analisi supera le spese
comprese quelle per le
consulenze, continua il direttore.
E siamo competitivi perché
siamo stati tra i primi a partire con un sistema computerizzato e, a breve,
avremo altre due nuovi
macchinari: una sorta di
apparecchiatura integrata
sia di chimica clinica che
di biochimica.
Grazie ai quali si ridurranno, ulteriormente, i
tempi della diagnostica e
non ci vorrà molto personale per gestirli. Quando
aumenta la tecnologia, migliora il servizio». E ribadisce con un’aggiunta che «Il
servizio funziona, ma
manca il personale e c’è
scarsa attenzione per l’arredo della sala prelievi e
dell’accettazione».
Francesca Pazzanese
Il 23 febbraio inaugurato il “Telecomandato”
Peduto: “Soddisfatti, ma aspettiamo altri macchinari”
Il 23 febbraio, è stato inaugurato un moderno apparecchio “telecomandato”
al reparto di radiologia
presso l’ospedale di Roccadaspide. Macchinario
che consentirà di effettuare
tutti le indagini di radiologia tradizionale compresa
la contrastografia. Un ulteriore passo in avanti,
quindi, nella diagnostica
digitale, con il “telecomandato” che, però, doveva essere sostituito anni
fa. Come conferma il primario radiologo, Giangiuseppe
Peduto
al
Commissario dell’Asl di
Salerno, Maurizio Bortoletti, intervenuto all’inaugurazione. «Sono anni che
aspettavamo questa apparecchiatura, esordisce Peduto.
Ma
ora
non
dobbiamo
dimenticare
altri macchinari datati al
pronto soccorso che aspettano, rispettivamente, da
24 e 8 anni di essere sostituiti». Seguono attimi di
imbarazzo, il colloquio è
informale ed interviene il
direttore sanitario, Adriano
De Vita «Abbiamo inoltrato le relative richieste
nella programmazione del
2012». E Bortoletti «Se il
direttore sanitario le ha inserite, le apparecchiature
ci saranno, altrimenti no».
Poi le interviste ufficiali
con il Commissario soddisfatto del nuovo macchinario.
«Questa
sera
inauguriamo una bella
cosa - ha affermato Bortoletti - quindi siamo felici di
aver mantenuto gli impegni presi. L’acquisto del telecomandato, infatti, segue
la fornitura di altre attrezzature moderne, come
l’autoclave per la sterilizzazione dei ferri chirurgici
e i nuovi monitor per la
sala operatoria. Nel 2012
arriveranno nuove cose a
Roccadaspide e la settimana prossima ne sapremo
di
più».
Commissario che non si
sbilancia sul futuro del
presidio di Roccadaspide,
ma che apre uno spiraglio.
«Io non posso sapere cosa
accadrà, aspettiamo prima
il resoconto dei bilanci,
per verificare le strutture
ospedaliere con i conti a
posto». Il sindaco Girolamo Auricchio appoggia
Bortoletti e ha ancora dei
dubbi sulla modalità di arCONTINUA A PAG
16
Capaccio
ORGANIZZATO DAL DIRIGENTE MINELLA:
N° 08
03 Marzo 2012
15
“Bravo è chi sbaglia di meno...”
Inaugurazione anno scolastico del liceo Piranesi di Capaccio
Lunedì, sette febbraio 2011,
nella moderna struttura del
nostro liceo Piranesi di Capaccio/Paestum, si è inaugurato
il
nuovo
anno
scolastico. L’evento è stato
voluto dal nuovo Dirigente
scolastico, prof. Mimì Minella che, sull’onda del suo
entusiasmo e pragmatismo,
ha riunito personalità di notevole spessore culturale e
politico. Tra gli intervenuti a
rappresentare il Ministero
della Pubblica Istruzione, ci
sono stati il sottosegretario
all’Istruzione, Università e
Ricerca, Guido Viceconte, il
Presidente della VII Commissione Cultura Scienza e
Istruzione, onorevole Valentina Aprea, il prof. Giuseppe
Marzullo, consigliere provinciale di Milano e Presidente Commissione Ricerca,
la presidente dott.ssa Patrizia Boretti dell’ANSAS, il Pasquale Capo, responsabile
capo segreteria del Ministro
dell’Istruzione Università e
Ricerca, il Luciano Chiappetta, Direttore Generale al
personale scolastico, e, fresco di nomina, il nuovo Direttore generale dell’Ufficio
Scolastico regionale della
Campania, dottor Diego
ALTAVILLA.
Bouchè. Non mancavano le
autorità locali, dal sindaco,
Pasquale Marino, all’assessore Provinciale , Mario
Miano, al Presidente del
Parco nazionale del Cilento
e Vallo di Diano, Amilcare
Troiano.
Il Capo d’Istituto, nel suo discorso di apertura, ha spiegato le ragioni dell’evento
ed ha sottolineato che
l’inaugurazione dell’anno
scolastico e della palestra da
poco completata sono stati
un momento simbolicamente formale perché si è
colta l’occasione per dimostrare come figure istituzionali politiche e scolastiche,
incontrandosi ed agendo in
sinergia, possono raggiungere risultati notevoli. Il Dirigente, felice ed onorato,
ha ringraziato i graditissimi
ospiti ed ha sottolineato,
con la passione che lo caratterizza, il suo impegno nel
voler continuare a farsi promotore di iniziative che stimolino tutti coloro che sono
preposti alla formazione ad
interagire proficuamente
nell’ambito della nuova riforma della Scuola Secondaria di secondo grado. In
questo senso si è rivolto ai
colleghi Dirigenti scolastici,
ai Docenti, a tutti gli Operatori scolastici ed anche ai
Genitori presenti nell’affollato auditorium, affinchè
continuino con “scienza e
coscienza, con passione e
positività” a svolgere questo
ruolo importante per l’educazione delle nuove generazioni e la costruzione della
società futura. Si è rivolto,
poi, agli studenti, esortandoli ad utilizzare soprattutto, come ” strumenti” di
lavoro, “il desiderio di sapere e la forza di mai rinunciare”. Prima di cedere la
parola ai relatori, il dirigente
ha indirizzato parole di gratitudine al suo predecessore,
prof. Angelo Capo che, nel
corso della sua replica, non
è riuscito a nascondere la
profonda emozione ricordando le tappe istituzionali
che è stato necessario percorrere per la creazione del
liceo Piranesi ed il grande
suo impegno profuso a tale
scopo. Tutti gli illustri ospiti
hanno mantenuto, come filo
conduttore dei loro interventi, la necessità di una
maggiore autonomia scolastica e di un rapporto più
forte tra scuola - mondo del
lavoro - Università, nonché
l’impegno di muoversi armonicamente sul terreno
dell’innovazione, della ricerca e della sperimentazione.
Non sono mancati i riferimenti allo squilibrio tra
scuole del Nord e scuole del
Sud, alla necessità di sanarlo e le ipotesi di creare e
partecipare a programmi di
scambio culturale tra Istituti,
come ha suggerito il prof.
Marzullo, avendo egli già
realizzato esperienze in tal
senso.
L’onorevole Aprea, nel suo
intervento conclusivo, ha
fatto notare come l’Italia sia
purtroppo un paese in cui
l’istruzione non raggiunge
ancora adeguati livelli di efficienza: le competenze acquisite a scuola dai ragazzi
italiani, se confrontate con
quelle dei coetanei dei paesi
stranieri con simile livello di
sviluppo, risultano nettamente inferiori. Il dirigente
Minella ha ripreso la parola
e , dopo aver premiato gli
studenti che durante lo
scorso anno si sono distinti
per il loro merito scolastico,
visibilmente
soddisfatto
dell’attenzione e della par-
MIMÌ MINELLA
tecipazione, ha invitato tutti
i presenti nella vicina palestra per la preghiera e la benedizione della scuola. Un
appetitoso e ricco buffet di
prelibatezze, preparate dagli
alunni dell’Istituto Professionale di Stato dei Servizi per
l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera di Capaccio-Paestum, ha, infine,
allietato la serata.
Gli intervenuti si sono congratulati col Dirigente Minella che, con la sobrietà e
l’umiltà di chi non si sente
mai arrivato, ha affermato
“Non è bravo chi è bravo,
ma è bravo chi sbaglia di
meno!”. Una formula che
vale per tutti!
Chiesa di San Biagio, presa di posizione dell’ Auriga e di Padre Costantino
L’Auriga Cilento diffida Gerardo Di Verniere: “Basta offese”
Consiglio Direttivo de L’Auriga Cilento e Padre
Costantino Liberti, presa cognizione dell’articolo pubblicato in data 18 febbraio
2012 sul settimanale Unico
intitolato “Chiesa di San
Biagio: Gerardo Di Verniere
che risponde all’Auriga.
Oltre venticinque anni per
salvare la storia”, esclusivamente nel rispetto della popolazione altavillese, dei
soci e degli aderenti al progetto “100 euro per San Biagio” intendono chiarire
quanto segue: La raccolta
fondi denominata “100
euro per San Biagio” e destinata al raggiungimento
della cifra mancante per il
montaggio dell’organo costruito da Silverio Carrelli
da Vallo è stata decisa, organizzata e gestita dal Consiglio Direttivo dell’Auriga
Cilento in collaborazione
con il Parroco Padre Costantino Liberti, il quale approfitta
del
presente
comunicato, redatto in maniera congiunta, per confermare l’importo indicato sin
dall’inizio,
ovvero
€
11.000,00. Per garantire la
trasparenza ed evitare le solite richieste a fondo perduto, nella prima fase si
stanno raccogliendo solo le
adesioni, per cui fino al raggiungimento della cifra necessaria si tratta unicamente
di un impegno; nella seconda fase, a risultato raggiunto, sarà effettuato il
versamento della quota per
la quale ogni singolo soggetto si è impegnato.
Ad ogni donatore sarà rilasciata una regolare ricevuta
e le donazioni saranno riportate in una lista consultabile da chiunque.
L’iniziativa de l’Auriga
nasce con l’intento di dare
un contributo concreto per
il montaggio dell’organo e
la riapertura della Chiesa di
San Biagio. Ritenendo la
Chiesa di San Biagio, come
le altre ricchezze altavillesi,
un bene della comunità e
non individuale, qualsiasi
sforzo in questo senso compiuto da altre associazioni o
dalle Istituzioni sarà dall’Auriga supportato e incentivato, come già fatto in
passato con la Sagra della
Cultura ideata dal signor
Gerardo Di Verniere (dalla
quale è stata inspiegabilmente estromessa dopo
aver offerto la propria collaborazione) o la nobile iniziativa di Padre Candido
Gallo e dei Lyons diffusa e
incoraggiata attraverso i
propri canali e l’acquisto di
diversi volumi del libro “Le
Novelle dell’Acqua Fe-
tente”. Il Consiglio Direttivo
dell’Auriga Cilento sta valutando l’eventualità di agire
legalmente nei confronti di
chi utilizza il nome dell’associazione per screditarne
l’operato e/o diffonde notizie false senza averne valutato l’attendibilità.
Chiede pertanto l’interruzione immediata di ogni atteggiamento offensivo e
lesivo dell’immagine dell’associazione stessa.
Sperando di non dover tornare sull’argomento cogliamo l’occasione per
invitare nuovamente i cittadini, residenti e non, ad
aderire all’iniziativa per raggiungere un obiettivo che
davvero ormai è dietro l’angolo!
Consiglio Direttivo L’Auriga
Cilento Padre
Costantino Liberti
IL CAMPANILE DI SAN BIAGIO
16
N° 08
03 Marzo 2012
Diano
L’OPINIONE. La Shell nel Vallo di Diano come l’Eni nella Val D’Agri
Petrolio: il partito del sì e quello del no!
VEDUTA DEL VALLO DI DIANO
Da un lato gli imprenditori
di Valentino Di Brizzi. Dall’altro i sindaci del Vallo di
Diano. Si fronteggiano
sulla possibilità di scandagliare le viscere della terra
“dianese” alla ricerca del
petrolio. I primi affermano
la necessità di andare a vedere, con l’aiuto della
Shell, cosa ci sia di vero
nelle intuizioni dei satelliti
che indicano che proprio
nel lago prosciugato del
Vallo di Diano vi possa essere una riserva di oro
nero. I secondi non ci
stanno a farsi “perforare”
dalle “trivelle sonda” la
ROCCADASPIDE.
SEGUE DA PAG
bella pianura popolata da
aziende agricole e, soprattutto, da cittadini laboriosi
che sanno accontentarsi
del poco e buono che finora la sorte ha loro riservato. In lontananza, si fa
per dire, il resto della provincia e dell’intero territorio del parco del Cilento e
Vallo di Diano, sta a guardare l’effetto che fa sentirsi
destinatari di qualcosa che
va oltre l’ordinaria immaginazione economica del
sud dell’Italia. Un precedente s’è! Si tratta di una
simile scoperta in Basilicata e precisamente nella
Val D’Agri che fece gridare
al miracolo (l’estrazione
fatta dall’Eni copre il 6%
del fabbisogno nazioale),
ma di risultati non se ne
sono visti in termini occupazionali e di trattenimento dei giovani. Il
confronto si è aperto tra
chi vuole scavare e chi ritiene che basterebbe sfruttare meglio i giacimenti
culturali che pure ci sono
nel Vallo. La Certosa di Pa-
dula, Battisero di San Giovanni, il monte Cervati, il
borgo antico di Teggiano
… potrebbero essere sufficienti (finora non è stato
così) per consentire alla
comunità di vivere al meglio la propria esistenza.
Ma è evidente che per altri
è più facile immaginare un
più roseo in una improbabile corsa al petrolio. La
coscienza ecologista maturata a seguito delle vicende
relative alla gestione dei rifiuti in Campania e ad altre
esperienze di forte opposizione come il “No al ponte
sullo Stretto di Messina” e
alla “No Tav” in Val Susa,
rende molto più difficile
introdurre forti interventi
tesi a modificare nel profondo lo status di “territorio” sano e integro. Oggi è
più difficile chiedere di rinunciare al bene prezioso
dell’ambiente, che oggi si
può toccare, in cambio di
un impalpabile beneficio
economico che è di là da
venire. Aver chiesto e ottenuto che il Vallo di Diano
fosse inserito nel territorio
del Parco Nazionale è stata
una scelta irreversibile che
oggi trova sostegno in larghi strati di popolazione
come in significative prese
di posizione di chi è chiamato a responsabilità di
governo. Questo dovrebbe
far riflettere quanti per circoscritte problematiche legate ai danni prodotti dalla
fauna selvatica invocano,
un giorno sì e l’altro pure
la fuoriuscita di questo e
quel comune dal parco.
Come dovrebbe incoraggiare chi oggi è al governo
dell’ente a non aver timori
di sorta nel difendere con
rinnovato vigore l’area naturalistica più grande d’Europa. Non è dato sapere
come andrà a finire la contrapposizione tra i fautori
della trivellazione e chi v si
oppone. È certo, però, che
portare alla luce del sole i
motivi del sì e del non consentirà ai cittadini di vederci chiaro per decider
per il meglio.
Bartolo Scandizzo
Bortoletti inaugura il Telecomandato...
14
rivo dei nuovi monitor alla
sala operatoria. « Il Commissario ha ereditato un disastro economico di un
miliardo e 700 milioni.
Ha affermato il primo cittadino Oggi fortunatamente
non è più così perchè Bortoletti sta operando bene
sia nell’interesse provinciale che per il presidio di
Roccadaspide».
E, come accennato, Auricchio si chiede «Perché i
monitor sono arrivati e stati
collaudati subito dopo la
mia lettera?
C’è qualcosa di poco
chiaro». Un altro paradosso riguarda un defibrillatore. L’apparecchiatura
acquistata nel 2007, è ancora nel reparto di Cardiologia, sigillata nella sua
scatola di imballaggio.
Bortoletti poi ha parlato
del bando sulla nomina di
alcuni direttori sanitari,
compreso quello di Roccadaspide:
«Esiste una legge che pre-
vede che queste funzioni si
possono temporaneamente
assegnare per un determinato periodo – ha detto –
che ormai è scaduto. Ora è
il momento di pensare a
riorganizzare
l’azienda
anche per quanto riguarda
i vertici»
Sono intervenuti, inoltre, il
presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl
di Salerno, Sergio Annunziata, il consigliere regionale, Antonio Valiante e
alcuni sindaci del comprensorio.
Francesca Pazzanese
Sala Consilina
LA LETTERA.
Una drammatica testimonianza sull’inquinamento
cuni politici del posto, che
non esitarono molto a rispedirla indietro. Nella stanza
dove mia madre venne ricoverata, c’erano sei letti, tutti
occupati da persone del Sud
e guarda caso, nella stessa
stanza incontrammo proprio
dei “paesani”! C’era la signora Maria di Sassano, Angela di Sala Consilina e
ancora Michelina una ragazza di appena diciotto
anni di Teggiano. Nel 2009
torno a Pisa sempre come
accompagnatrice di mia
madre, ma questa volta
senza avere il tempo di fare
domande al professore, mi
ritrovo da accompagnatrice
a paziente! Difatti il 16
marzo vengo operata di carcinoma papillare alla tiroide.
Proprio come mia madre.
Sono trascorsi tre anni e ritornando a controllo nello
stesso studio del professore,
non ho trovato più quella
mappa.Allora gli ho fatto la
stessa domanda: Perché??
Questa volta il professore mi
ha risposto: NON HA
ALCUN SENSO DELIMITARE UNA ZONA IN PERICOLO, SE GLI STESSI
ABITANTI NON SI SENTONO TALI. Questo è vero,
noi non ci sentiamo in pericolo perchè noi , non siamo
ribelli, non sappiamo difendere i nostri figli. Ci fanno
ancora credere che Noi viviamo in quel pezzo di terra
dove si respira aria buona e
siamo ancora convinti che le
verdure e la frutta hanno il
sapore ancora di verdure e di
frutta.
Ma io non ci credo più e
sono sempre più consapevole che i tumori sono ereditari si ,ma non da madre in
figlio, ma da zolla a zolla! La
mia cicatrice alla gola, come
quella di mia madre e come
quella di tante madri e figlie
del Vallo, è il simbolo del
mio riscatto, della mia ribellione. E’ il simbolo della mia,
della nostra battaglia. E’ il
MARCHIO che rappresenta
indegnamente la mia terra! E
si sa, i marchi si pagano. E io
oggi chiedo il risarcimento.
VOGLIO RISARCIMENTO
da : Tutti i sindaci, amministratori, onorevoli, assessori
che hanno detto SÌ PER UN
VOTO. Dai miei genitori ,dai
miei nonni e bisnonni che
non hanno visto e se hanno
visto hanno taciuto. Da chi si
è arricchito, vendendo un
pezzo di terra per trasformarlo in deserto. Dai preti,
dai monaci,dal Vescovi e
dalla Chiesa tutta che nel
Vallo non ho mai visto scendere in campo per difendere
questa terra. Dai molti contadini che hanno “sacrificato” i loro raccolti per
stringere la mano agli amici
del Nord. Dalle associazioni, comitati, movimenti
che si costituiscono e si
sciolgono ad ogni occasione. Dai medici, geologi,
professori dagli esperti che
studiano la terra degli altri e
non la propria. Dai consorzi
,dalle Comunità montane,
che si riuniscono solo in occasioni di elezioni del nuovo
presidente. Dai giovani studenti del Liceo scientifico,
classico, della Ragioneria,
del Geometra capaci di scioperare solo per un riscaldamento mancato. Dalle
banche, istituti di credito,
dalle finanziarie che dopo
averci tolto tutto l’oro giallo,
vogliono prendersi quello
nero. Dagli imprenditori,dai
costruttori che non hanno
avuto scrupoli a deturpare il
proprio paesaggio con cemento e catrame. Ed infine
voglio risarcimento da tutti, i
vicini e lontani valdianesi,
che non hanno saputo apprezzare, proteggere la mia
e la loro terra segnata in
rosso da tempo in uno studio
medico distante 800 km! E
ricordiamoci sempre che
tutto ciò che NOI seminiamo, saranno poi i nostri
figli a raccoglierlo, come io
ho raccolto da mia madre: figlia di questa terra!
Luigina Martello
CAPACCIO/LA POLITICA
Voza non può sfuggire al confronto...
SEGUE DA PAG.
2
sconde una devastante
manomissione del territorio
comunale”. Come pensa il
futuro sindaco Voza, in concreto, di risolvere i grossi e
numerosi problemi di
quest’area che vede circa
600 abusi edilizi destinatari
di ordinanza di demolizione?
Qui non si tratta di ricorrere
a generici proclami, ma di
prospettare soluzioni concrete e fattibili.
O si spera che, essendo
anche il sindaco in qualche
modo coinvolto, di quelle
ordinanze si perderà la memoria o ci si avvierà a
un’impossibile revoca?
E qual è la posizione del
dottor Voza e dei suoi sostenitori su quel Concorso che,
dopo avere per le procedure
già tolto una buona fetta di
quel milione di euro stanziato per affrontare il recupero delle case sorte
nell’area, si appresta a sperperare il resto con la costruzione di altre strade che
verranno ad arricchire l’attuale oltraggio del circuito
del Mugello?
E le critiche del prof. Paolino, altro sostenitore di
questo cartello di liste,
quale sorte hanno avuto?
Nel Programma comparso
sul sito web di esse non c’è
alcuna traccia, anzi non c’è
traccia di come s’intenda affrontare la contestatissima
stesura del PUC.
Tra i tanti problemi c’è la
vexata quaestio di Cannito,
che per alcuni è problema
urbanistico e per altri è gri-
maldello per l’arrivo di capitali e gestioni illecite. E c’è
quello del Polo di Accoglienza, unica area che preveda un leggero incremento
nel settore della ricettività
alberghiera.
Un progetto di sviluppo,
che rappresenti una svolta e
un radicale cambiamento
dell’immagine di CapaccioPaestum, non può prescindere da una riscrittura
dell’intero PUC, incidendo
in modo organico sulla centralità dello sviluppo turistico, agricolo e produttivo.
Né si può consentire un
Piano spiaggia che, avulso
da un tale modo di intendere il Piano urbanistico, sia
realizzato solo nell’ottica
del “lido” - magari di qualche amico! – ignorando il
raccordo con l’entroterra e
17
IN FARMACIA
Salute, tutto ciò che si semina... poi si raccoglie
La prima volta che sono stata
all’ospedale Santa Chiara di
Pisa risale al 1994.Ci portai
mia madre, per un carcinoma papillare alla tiroide.
Quello che mi colpì nello
studio del professore che curava mia madre, posta dietro
la sua scrivania appeso al
muro, fu una grande cartina
dell’Italia. In grassetto nero
erano segnate tutte le regioni, le province e le città.
L’unica area, esattamente
solo il Vallo di Diano, era segnato in rosso! La mia curiosità, nota a chi mi conosce,
mi fece fare al professore la
domanda: PERCHE?? Il professore mi spiegò che quella
era una mappa dove si localizzava il “focolaio” dei carcinoma alla tiroide. Chiamò
il Vallo di Diano, un focolaio!
Con le lacrime agli occhi mi
disse che era molto dispiaciuto e commosso per la mia
domanda e cosi mi spiegò
che, un po’ di tempo prima,
aveva mandato una delegazione di esperti per studiare
il nostro territorio e il motivo
di tanti casi di tumori alla tiroide concentrati soprattutto
tra Sassano-Padula e Sala
Consilina. Quella delegazione non fece in tempo a
studiarne le cause, perché le
loro domande ai cittadini diventarono scomode per al-
N° 08
03 Marzo 2012
con un sistema eco-ambientale, una destrutturazione
dei flussi turistici e un ampliamento delle diverse e
plurisettoriali attività produttive e commerciali.
Per usare una terminologia
di moda, dalla faticosa lettura delle circa quaranta
cartelle del programma del
candidato a sindaco più accreditato non si ricava, purtroppo, nessuna prospettiva
di una svolta strutturale o
semplicemente di un modesto cambiamento di gestione amministrativa.
Sono queste le prime sommarie richieste di chiarimento.
Di altre in un prossimo intervento.
Aurelio Di Matteo
Attenzione
al peso con i
farmaci
antipsicotici!
Diversi studi
clinici hanno
evidenziato
che alcuni antipsicotici sono
stati associati a significativi
aumenti di peso, diabete e
alterazione del metabolismo lipidico che rappresentano il punto centrale
nell’origine della sindrome
metabolica indotta dagli
antipsicotici.
In uno studio clinico sono
stati arruolati soggetti affetti
da schizofrenia che avevano raggiunto la stabilità
clinica con olanzapina,
quietiapina o risperidone e
che risultavano ad elevato
rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, poichè
presentavano un indice di
massa corporea >27 ed elevati valori di colesterolo.
I pazienti sono stati sottoposti allo switch ovvero al passaggio graduale al nuovo
farmaco aripiprazolo, riducendo ogni settimana il dosaggio
del
vecchio
antipsicotico ed aumentando il nuovo.
In questo studio lo switch
da olanzepina, quetiapina o
risperidone ad aripiprazolo
è risultato efficace in molti
pazienti nel migliorare i risultati del loro profilo lipidico e nel ridurre il peso
corporeo.
La perdita di peso osservata
nei pazienti si è protratta
anche dopo la fine dello
studio.
E' importante che i pazienti
in terapia con antipsicotici
conducano uno stile di vita
sano che comprenda un costante esercizio fisico ed
una dieta equilibrata al fine
di evitare aumenti ponderali.
Inoltre, in base ai più recenti studi, lo switching da
un farmaco antipsicotico ad
alto rischio di sviluppare
problemi metabolici ad uno
a basso rischio potrebbe costituire una valida opzione
senza limitare il più possibile il successo della terapia.
Alberto Di Muria
18
Eboli
N° 08
03 Marzo 2012
CENTRO STORICO.
Un quartiere risanato. Ora luci e ombre dopo il recente omicidio
L’allarme dei ristoratori: “Immagine distrutta e sacrifici in fumo”
DALLA PRIMA
macchie di sangue delle vittime, in un rione tranquillo,
ma che ora fa un pò paura.
"Ci avete dipinto come un
quartiere deserto, un rione
buio e abbandonato, ma
non è così" esordisce Gustavo Sparano, presidente
dell'associazione ristoratori
"le Tavole del Borgo" e portavoce degli altri titolari di ristoranti. L'omicidio c'è stato,
negarlo è impossibile.
Dieci coltellate, sette alla
moglie morta, tre al marito
salvo per miracolo. Screzi e
insulti tra famiglie per fidanzamenti contestati e ritenuti
poco convenienti.
Un inferno di sangue, sabato
scorso. "Ci avete distruttobofonchia Sparano- qui viviamo di immagine, di
nome, di promozione del
territorio. Negli ultimi dieci
giorni Eboli è su tutti i giornali per un marocchino bruciato vivo in pineta e per
l'omicidio in via San Lorenzo". Due fatti di sangue,
uno chiarito, l'omicidio nel
centro storico, il secondo è
ancora un giallo, chi ha bruciato vivo il povero marocchino Hassan nella pineta di
Eboli?
I ristoratori sono nervosi,
non se la passano bene.
Gli ultimi tre mesi sono stati
da fame, pochi clienti, pochi
coperti, pochi tavoli con
gente seduta a mangiare.
L'omicidio Ricci è stato il
colpo di grazia: "ma vi rendete conto come ci avete descritti? Come un quartiere
afghano, come una realtà
che nemmeno a Bagdad si
incontra più". Da ristoratore
a politico, il passo è breve e
Sparano prova a farlo: "nel
centro storico abbiamo 9 ristoranti, una pizzeria aperta
da 100 anni, il Papavero
sulla guida Michelin, ristoranti tipici, prodotti a zero
chilometri, locali che rispettano l'ambiente, che utilizzano le energie alternative,
che spendono soldi per ridurre l'inquinamento".
Tra i premiati c'è anche Sparano, l'anno scorso Legambiente gli ha dato la targa
"Ristorante dell'anno", un riconoscimento nazionale di
grande valore.
Poi è arrivato l'omicidio
Ricci, sono spuntate le telecamere a intervistare la
gente che non sa parlare, a
fare domande agli analfabeti, agli ebolitani dai natali
modesti, alla gente che ha
paura di se stessa. Il profilo
che cercava il circo mediatico era chiaro.
Un quartiere bifolco, di
gente che vive nelle caverne, un rione rimasto al
secolo scorso, dove le liti si
risolvono a suon di coltellate.
Sparano esagera a interpretare i servizi giornalisti, ma
rilancia l'idea di promuovere "questo centro storico
che è una vera bomboniera.
In corso Garibaldi c'è uno
dei più grandi orafi di Italia".
Si chiama Rosmundo Giarletta e mentre disegna i suoi
gioeielli deve fare i conti
con automobilisti strampalati che, passando davanti al
suo laboratorio, travolgono i
GLI IDAGATI DELL’ULTIMO OMICIDIO AD EBOLI
pali d'acciaio sistemati
come dissuasori di sosta.
Del comune non c'è traccia.
A piazza Porta Dogana c'è
una sede distaccata dei vigili
urbani, ma è quasi sempre
chiusa.
I politici si fanno vedere solo
alle manifestazioni pubbliche, quando si mangia, si
beve e si sparano i fuochi
d'artificio.
Qualche volta si vede un turista non ebolitano che si
perde per strada e vicoli antichi, chiedendo informazioni sul ristorante da
raggiungere.
Il museo archeologico non
richiama sciame di visitatori,
la biblioteca comunale funzionava quando c'era la mediateca,
l'archivio
fotografico Gallotta è in fase
di completamento da vent'anni, la chiesa di San Francesco ha cambiato parroco.
Del centro storico non si
parla spesso.
L'ultima volta crollò il palazzo abbandonato di un ex
assessore per la troppa pioggia e la macro incuria. Anni
fa morì una donna per ictus
cerebrale, secondo i residenti fu il marito a ucciderla
di botte, ma resterà un mistero popolare.
Il piano traffico è stato cambiato per fortuna senza l'installazione di semafori
nuovi, una fissa pericolosa
dell'assessore Mastrolia e
del comandante dei caschi
bianchi, Enzo Gallo. Le
buste per la differenziata,
adesso, ce le hanno anche i
residenti clandestini, lo sterminato popolo di extracomunitari che si sono
insediati nel centro storico
per gli affitti bassi. Alcuni
migranti dormono in 10 persone in una stanza. Sono
sempre gli ebolitani, nomi
noti, ad approffitare della
fame altrui. Appartamenti ridotti a catapecchie affittati a
mille euro al mese.
I vigili urbani hanno iniziato
a indagare ma poi sono
spuntati nomi scomodi e
dell'inchiesta non si conosce la fine.
I ristoratori sono una nota
positiva del centro storico.
Nove locali per un quartiere
che fino a 10 anni fa era
composto solo di macerie,
rappresentano un mezzo miracolo ebolitano. Il ripopolamento del centro storico c'è
stato. Gli appartamenti li
hanno venduti a prezzi accessibili, gli affitti sono popolari,
i
residenti
extracomunitari si sono precipitati nella zona antica di
Eboli. Un neo sono gli esercizi commerciali, ancora
pochi, almeno nella zona
alta. Per trovare un tabacchino bisogna scendere in
corso Umberto I.
La farmacia è traslocata al
rione Borgo. Mercerie e abbigliamento, niente. La parte
alta della zona antica di
Eboli è tutta ancora da sviluppare, dal punto di vista
commerciale. In basso, invece, corso Umberto I e
corso Garibaldi sono piuttosto popolati. "Non siamo il
deserto, non siamo il terzo
mondo, veniteci a trovare,
ma non per parlare di omicidi" è l'invito di Sparano.
L'assassino della donna trucidata ha un nome. E' stato
arrestato e ha confessato. Il
marito sopravvissuto alla
mattanza ha aiutato l'indagine dei carabinieri. Fosse
morto pure lui, i due responsabili del macabro massacro
non avrebbero ancora
un'identità. E il centro storico di Eboli sarebbero diventato una sorta di
Avetrana 2. Non è andata
così ed è già un miracolo.
Chissà se anche i ristoratori,
prima o poi, impareranno a
fare i conti con le stritolanti
regole del circolo mediatico.
Francesco Faenza
La vecchia Roscigno visitabile a rischio e pericolo...
SEGUE DA PAG
10
hanno abituato tanti amministratori degli Alburni, che
non riescono a guardare al
di là del proprio orticello e
che non hanno mai posto fra
le priorità dell'agenda politica alburnina le questioni
del recupero integrale e del
rilancio dei bellissimi centri
storici. Il recupero del centro storico di Roscigno dovrebbe essere attuato da una
struttura istituzionale di
area vasta attraverso un
vero progetto turistico sostenibile che coinvolgesse l'intera zona degli Alburni e
che avesse come punto focale la spesa di risorse pubbliche come investimento
produttivo e di crescita occupazionale allargato alle
imprese ed ai capitali privati
e non la spesa di risorse
pubbliche fine a se stessa
che non ha prodotto altro
che disastri e scarsissimo
sviluppo occupazionale in
tutti questi anni. Intanto i turisti italiani e stranieri che vi-
sitano il centro storico di Roscigno la soluzione a divieti
ed ordinanze l'hanno già
trovata, infatti, tutti i giorni
visitano a loro rischio e pericolo il centro di Roscigno
Vecchia e continuano a portarsi a casa moltissime foto
del degrado. Questa è solo
una brutta storia di colpevoli
istituzioni che vivono nel
Parco Nazionale del Cilento,
Vallo di Diano e Alburni,
patrimonio sotto tutela dell'Unesco.
Vito Gerardo Roberto
CASA IN FASE DI RECUPERO A ROSCINO VECCHIO
Eboli
Le pagelle ebolitane
Vito Sparano, voto 7: del
corposo esercito dei sindacalisti Cisl, è l'unico che fa
il punto drammatico della situazione. L'ospedale è diretto da persone con il piglio
fascista: "noi chiediamo risposte e loro se ne stanno
zitti". E così il longevo Minervini e il direttore generale
Bortoletti sono stati denunciati per condotta antisindacale. La Cisl di Sparano
chiede chiarimenti sul personale, sullo schifo in cui
sono ridotte le lenzuola
ospedaliere, sulle prestazioni ambulatoriali sospese.
E Minervini non risponde.
Premesso che la buona educazione è questione di stile
e di buoni rapporti umani, il
silenzio di Minervini qualcosa significherà. Vedremo il
giudice del lavoro cosa ne
pensa. Nel frattempo i reparti boccheggiano, cardiologia su tutti, ma chi è super
pagato per risolvere i problemi non si affatica nemmeno a rispondere. Conclusi
i disegni dei cartoni animati
in pediatria, pare che Minervini sia rimasto vittima della
sindrome di Stoccolma. Non
parla più, non risponde più.
Una sfinge alla direzione
super pagata dell'ospedale
di Eboli.
In attesa che il giudice del
lavoro rompa l'incantesimo
muto di Minervini, voto sette
a Vito Sparano, l'unico sindacalista che alza la voce.
Ci verrebbe da chiedere gli
altri sindacalisti che fanno,
sarà la sindrome di Minvervini ad averli contagiati?
Remo Mastrolia, voto 3:
l'assessore alla sicurezza
prima parla, poi si ferma,
poi riparla del centro storico. Sull'omicidio Ricci non
fa proprio la figura del cuor
di leone. Alla fine, però, promette più controlli e sicurezza nel centro storico.
La domanda è: ma se l'omicidio nasce da una vendetta
per gelosia, i vigili urbani
dell'assessore Mastrolia cosa
faranno, spieranno nelle
case degli ebolitani, busseranno alle porte del centro
storico per chiedere "come
va, tutto bene in famiglia, i
bambini dormono, hanno
cenato, stanno vedendo il
Grande Fratello, l'Isola dei
famosi e il tatuaggio di
Belen?
Sanremesate a parte, Mastrolia promette la rivoluzione (un nuovo piano
traffico, per pietà) ma non
riesce a smontare nemmeno
dei paletti sistemati per
strada da un abusivo fuorilegge. La rimozione delle
auto in divieto di sosta continua, ma il nervosismo di
alcuni vigili urbani è diventato proverbiale. In corso
Garibaldi si continua a cor-
REMO MASTROLIA
rere e a far saltare i "birilli"
d'acciaio installati come dissuasori di sosta, ma nessuno
si preoccupa di prendere
una soluzione per limitare la
velocità. Delle telecamere
anti vandali è inutile parlare,
prima del 2020 non si accenderanno. I vigili urbani
alla galleria dei servizi
hanno paura dell'amianto
sbriciolato nell'ex fabbrica
Pezzullo.
Ma anche qui i vertici della
sicurezza ebolitana non
sanno cosa fare, cosa dire,
quale soluzione adottare.
Pagati per cosa?
Guardia forestale, voto 5:
troppa fretta, troppa superficialità. Il secondo sequestro
della Casina Rossa si trasforma in una clamorosa
gaffe. Lo sgombero della polizia provinciale diventa un
inatteso autogol. L’amministrazione Cirielli vince il
braccio di ferro. Avevano ragione loro, i tecnici della
Provincia, le autorizzazioni,
il collaudo, le carte c’erano.
Il sequestro è stato un grosso
abbaglio. Dispiace l’enorme
equivoco che si è creato tra
le forze dell’ordine.
Dispiace il clima di diffidenza che si verificherà ora
tra le forze dell’ordine, visto
che in litoranea polizia e forestale dovrebbero lavorare
in sinergia contro chi sfrutta
le schiave del sesso, contro
chi spaccia, chi violenta, chi
estorce denaro, chi si dedica
a diverse attività illecite. Il
sequestro lampo della Casina Rossa verrà ricordato
come una brutta pagina provinciale.
Ciò non toglie i meriti al
corpo della guardia forestale
che negli ultimi anni ha scoperto centinaia di abusi alla
Marina di Eboli, ha denunciato decine di attività imprenditoriali fuorilegge, ha
scoperto alimenti avariati, ristoranti senza autorizzazioni, illeciti gravi contro i
N° 08
03 Marzo 2012
19
di Francesco Faenza
consumatori. In questo caso,
il comandante Marta Santoro e i suoi uomini hanno
peccato per eccesso di zelo.
Capita. Il tempo per riscattarsi non mancherà. Con
l’arrivo della primavera, la
Marina di Eboli e la litoranea
da Capaccio a Salerno diventa fucina di reati quotidiani.
La Casina Rossa, da parte
sua, torna a svolgere il suo
ruolo di presidio della legalità. Dopo il primo sequestro, sempre per presunti
abusi, ne è arrivato un secondo alla Casinsa Rossa. La
questione urbanistica sembra chiusa. Ora la sede decentrata
della
polizia
provinciale recupererà la
sua centralità. Caduto e ferito sulla neve, il presidente
Cirielli addolorato può sospirare sollevato per la Casina Rossa, anche se a Eboli
molti si chiedono ancora se
la palestra abusiva del Liceo
Scientifico è stata regolarizzata, se gli alunni dell’Antonio Gallotta fanno ancora
educazione fisica in una
struttura fuorilegge e senza
garanzie in caso di infortuni?
Aspettiamo fiduciosi una risposta.
Arriverà rapida come il dissequestro della Casina
Rossa…uhm…ne
dubitiamo.
De Caro: “Un patto per Capaccio tra persone perbene”
SEGUE DA PAG
6
attivamente all’amministrazione del territorio.
Di notevole interesse i messaggi dei professionisti: l’architetto Lucido Di Gregorio,
rappresentante del movimento “Capaccio Punto e a
Capo”, e dell’ingegnere Giuseppe D’Amico del movimento
“Alternativa
Democratica”. Poi l’intervento di Matteo Pepe di Città
Futura, a dimostrazione della
continuità con la campagna
elettorale di Luigi Di Lascio
della primavera del 2007. A
conclusione della manifestazione l’intervento del candidato sindaco Gennaro De
Caro ha ricordato dell'amico
Gigino e ha rinnovato l’invito
alla partecipazione a chi ri-
tiene che è possibile amministrare diversamente e meglio
il Comune di Capaccio-Paestum. «Certo non è facile
puntare sul candidato sindaco, Gennaro De Caro, perché significa scegliere un
uomo che non accetta compromessi, che rivolge la sua
attenzione ai cittadini e non
ai propri interessi». Ha esordito così il candidato sindaco
Gennaro De Caro alla presentazione della sua coalizione, domenica, nella sede
di "Città futura", una delle
liste di Gigino Di Lascio, candidato nel 2007, al quale si
ispira la coalizione. E’ intenzione di De Caro mettere in
atto il programma presentato
all’epoca da Di Lascio, del
quale condivise «le direttive
e il modo di intendere e di
fare politica». Tanto che è
stato uno dei suoi candidati
alla carica di consigliere.
Sviluppo del territorio, ambiente, e una politica fattiva,
moderata e partecipativa
sono gli obiettivi principali
perseguiti dalla coalizione,
capeggiata da De Caro. L’intervento di Pietro De Rosa,
che ha sollevato la questione
relativa all’utilizzo da parte
del candidato sindaco Italo
Voza del programma del
compianto Gigino Di Lascio,
copiato e incollato sul proprio sito internet. «Dov’erano
queste persone - ha affermato
De Rosa - quando abbiamo
formato la coalizione a sostegno di Gigino Di Lascio?
All’epoca non condividevano
la sua candidatura e non l’hanno sostenuto, oggi addi-
rittura ne copiano il programma. Se ne devono andare a casa». De Rosa si
riferisce ai risultati di una riunione di cinque anni fa tra
professionisti dove proprio
Italo Voza non volle dare il
suo sostegno a Di Lascio che
poi dovette fare affidamento
solo sulle sue forze e sulla sinistra radicale. Sulla questione
del
programma
copiato da Voza il candidato
sindaco De Caro afferma: «Il
programma di Di Lascio era
ottimo. Il fatto che è stato copiato non può che farci piacere. Italo, del quale sono
collega e amico che lo stima,
ci crede davvero. Ma non
certo i suoi compagni di cordata. Nel caso la coalizione
di Voza dovesse vincere, è
chiaro che l’auspicio è che
perda, ci auguriamo che i
contenuti del programma
siano concretizzati». «Noi continua il candidato sindaco
- ci crediamo e metteremo in
atto il programma. Il nostro
obiettivo è porre fine a quella
politica urlata. Siamo coscienti che i problemi da affrontare sono tanti e non sarà
facile scendere in campo.
Fino ad oggi è regnato solo
degrado amministrativo ora
dobbiamo puntare sullo sviluppo per intraprendere un
cammino serio di rinnovamento». L’architetto Lucido
Di Gregorio, rappresentante
del movimento "Capacciopuntoea capo", ha puntato
l’indice contro «la speculazione edilizia che ha caratterizzato Capaccio».
20
N° 08
03 Marzo 2012
Battipaglia
FGFGFGF
DALLA PRIMA
Un po’ come la scarpa di
Krusciov, per capirci, ma
con meno puzza. O di più,
forse. Comunque, tornando
al nocciolo della questione:
per alcuni malpensanti le
parole di quella stessa frase
di Cuozzo sarebbero, in sé,
corrette; solo, sofferenti di
un piccolo difetto sintattico.
Andrebbero riordinate nella
costruzione, insomma, suonando grosso modo così:
“Assessore, mio figlio Paolo
ha bisogno della famiglia,
per mettere il piatto a tavola”.
In realtà la questione non è
così semplice. A più riprese
questa nomina è stata giustificata con esigenze di freschezza e rinnovamento
Papy quotidiani...
nell’esecutivo cittadino. Una
scelta obbligata, insomma;
giacché pare si sia andati di
casa in casa a cercare un enfant prodige adatto per le
politiche giovanili, e non lo
si sia assolutamente trovato.
Centinaia e centinaia di giovani professionisti, commercianti,
imprenditori
e
studenti che risiedono ed
esercitano in questa città, e
nemmeno uno dotato di
quelle capacità e qualità necessarie per ricoprire un incarico simile.
Di questo passo, insomma,
occorreva metterci un vecchio, alle politiche giovanili;
e allora ‘st’altro Natale, anziché la pista di pattinaggio
sul ghiaccio, avremmo dovuto sorbirci la corsa col bastone e gli esercizi ginnici di
ricambio del catetere.
E, alla filodiffusione, un bel
mix di successi di Nilla
Pizzi. Io, una Battipaglia
così a corto di soluzioni,
non la ricordavo dai tempi
della Democrazia Cristiana,
allorquando i politicanti del
territorio – non rinvenendosi, stranamente, lavoranti
indigeni disposti al sacrificio
– furono costretti loro malgrado a inondare ospedale e
fabbriche cittadine di manodopera del salernitano e dell’agro nocerino.
Anche allora scelte obbligate, per carità, ci sono le testimonianze scritte e verbali:
s’andava da un capofamiglia
disoccupato con cinque
figli, gli si chiedeva se avesse
piacere a fare l’infermiere al
nosocomio locale, e quello
rifiutava o nicchiava. E allora
è chiaro che il personale andava importato dai dintorni
(peraltro,
convincendolo
con un buon stipendio e la
promessa di poca fatica); e
noi, anziché ringraziare per
lo spirito di collaborazione e
solidarietà, subito a starnazzare di babà e clientelismo.
Più di vent’anni e non siamo
cambiati, alla fine.
Ma scusate, se ci fosse stato
del torbido, in questa nomina di Paolo Cuozzo, non
vi pare che per decenza e rispetto quello l’avrebbe rifiutata?
Tento la macchietta, mi beccano, e io che faccio? Anziché dire “scusate, ci ho
provato, amici come prima”,
proseguo imperterrito sulla
mia strada?
Insomma, ditemi che manca
tutto, ma non la buona fede.
Che poi: così prendi e le fai,
le politiche giovanili. Devi
innanzitutto sapere cosa
siano.
E siccome a memoria
d’uomo nessuno è mai stato
capace di spiegare in che
consistano, la prima qualità
è una fantasia abnorme.
La seconda, ovviamente, è
l’aver maturato un buon
background in un’istituzione
a tema: tipo, per l’appunto,
il Forum dei Giovani, di cui
a tutt’oggi s’ignora che funzione avesse.
Duplice sforzo di fantasia,
allora: e con questo, il nostro neo assessore non se li è
già guadagnati, i primi due
mesi di stipendio?
Ernesto Giacomino
CAMPAGNA. La famiglia Gibboni protagonista di “Romanzo Familiare” su tv 2000
La vita in musica tra violino e pianoforte...
Ricorderete
sicuramente
questa straordinaria Famiglia composta da musicisti,
che ha partecipato ed è
spiccata fino alla finale della
seconda edizione di "Italia's
got talent" lo scorso anno. Si
è, poi, esibita al programma
televisivo di RaiDue "I fatti
vostri" lo scorso ottobre. Ora
continua il percorso musicale con il capofamiglia Daniele Gibboni (violinista),
insegnante alla scuola
media "A. Gatto" di Battipaglia, e la moglie Gerardina
Letteriello (pianista) insieme
ai figli. Infatti, sta partecipando al programma televisivo "Romanzo familiare",
che sta andando in onda, in
diretta, dal lunedì al venerdì
alle 18.30 alle 19.40 su
TV2000 (canale 28 del digitale terrestre, canale 801
Sky) e in streaming sul sito
www.tv2000.it. dal 24 ottobre. Li abbiamo già visti giovedì 23 febbraio e giovedì
1° marzo in diretta TV e così
sarà tutti i prossimi giovedì,
per un’intera stagione. Ogni
sabato dalle 18.30 ci sarà
uno “Speciale Romanzo familiare”, che fa il punto di
tutta la settimana con le storie delle cinque famiglie
protagoniste. Il lunedì alle
ore 11.50 saranno ripropo-
ste le puntate della settimana precedente. La famiglia Gibboni, residente in
una villetta a Campagna, in
provincia di Salerno, è tra i
nuovi protagonisti di Romanzo Familiare, il reality di
successo dedicato alla famiglia. La famiglia salernitana,
così come le altre 4 famiglie
protagoniste, ogni volta racconta una settimana della
propria “speciale” quotidianità commentando con il
pubblico, a casa e in studio,
situazioni ed eventi registrati
in un video-diario. La loro
vita è scandita dalla musica
di un pianoforte, quello di
mamma Gerardina, e di
quattro violini: quelli di
papà Daniele e dei tre figli,
due gemelle di 12 anni e un
bambino di 10. Uniti dalla
passione per la musica che,
spesso, li porta nei teatri e
nelle sale d’ascolto dei conservatori per vere e proprie
esibizioni di famiglia, i musicisti salernitani racconteranno una quotidianità in
cui c’è posto anche per lo
studio, lo sport e il volontariato. Romanzo familiare
vuole rappresentare un programma dalla tessitura inedita, in grado di creare
identificazione e simpatia
attorno a quella realtà
umana fondamentale che è
la famiglia. Lo studio è concepito come una finestra
aperta sulla vita reale, un
luogo di affaccio e di confronto, mediato dai conduttori Arianna Ciampoli e
Antonio Soviero, con ospiti
e altre famiglie nella chiave
dello scambio di esperienze
e della testimonianza reciproca.
Cinque famiglie. Cinque
giorni. Una famiglia al
giorno. Cinque 5 video-diari
in presa diretta. Una settimana da raccontare, ogni
giorno. Per una stagione.
Coniugando le consolidate
esperienze di real-tv e talk,
“Romanzo familiare” racconta gli avvenimenti, le difficoltà, le fatiche, le
conquiste e i momenti di
gioia del nucleo sociale e
affettivo per eccellenza.
Ecco cosa può fare, nel nostro caso, la musica. Può
unire una famiglia e renderla speciale come per i
Gibboni. Nella loro casa a
Campagna, provincia di Salerno, le giornate sono scandite da esercizi, prove e
concerti. Papà Daniele e sua
moglie Gerardina hanno, infatti, trasmesso ai loro tre
figli questa straordinaria
passione. La vita dei Gib-
LA FAMIGLIA GIBBONI DI CAMPAGNA
boni segue uno spartito
ricco e armonioso: Daniele,
il “capo-famiglia”, la moglie
Gerardina, le due gemelle
Annastella e Donatella, che
frequentano la scuola media
e il conservatorio, mentre il
più piccolo Giuseppe è
iscritto alla quinta elementare ed anche lui al conservatorio.
Non mancano, però, le variazioni sul tema: Giuseppe
e sua sorella Donatella si dilettano nelle arti marziali. Il
tratto distintivo dei Gibboni
è la loro straordinaria coesione. Un’unione che diventa ancora più tangibile
quando imbracciano gli
strumenti per eseguire all’unisono il loro repertorio.
Durante le loro esibizioni i
Gibboni si trasformano così
in una vera e propria eccezionale orchestra. Senza
contare che, all’occorrenza,
il “gruppo” si arricchisce di
due talentuosi elementi, i
due fratelli di papà Daniele,
Ninni chitarrista ed Antonello
clavicembalista,
anch’essi degli eccellenti
musicisti.
E proprio in questo entourage familiare, la musica sta
scandendo l’attesa di un
lieto evento: il fratello maggiore di Daniele, Ninni, attende la nascita di un figlio
tra marzo e aprile. Insomma, la musica tra i Gibboni è un “vizio” di
famiglia.
Mario Onesti
Sele
BATTIPAGLIA.
N° 08
03 Marzo 2012
Perde pezzi la grande coalizione.
In tre abbandonano Santomauro, che ora rischia
Una lettera riservata e personale in cui si annuncia
l'abbandono di tre consiglieri dalla maggioranza di
governo.
Poi dichirazioni di fuoco in
Consiglio comunale. Sono
Orlando Pastina dei Liberaldemocratici, Orazio tedesco e Luigi D'Acampora
del gruppo misto, questi
ultimi eletti due anni fa
nelle fila del Pd. L'hanno
letta in conferenza stampa
“per smentire pettegolezzi” e voci di corridoio
circa “particolari richieste
di tipo personale” in essa
contenuta. L'obiettivo invece era “aprire un confronto”, per dirla con le
parole di D'Acampora.
Confronto che però, poi,
non c'è stato. “Il suo
modus oprandi di questi
ultimi mesi – scrivono i tre
ex-fedelissimi a Santomauro – non è più da noi
condiviso, per questo ritiriamo il nostro appoggio
incondizionato, valutando
di volta in volta i vari argomenti di cui il consiglio discuterà.” Nelle parole
dette però i toni sono più
pesanti: “Sono venuti
meno i più basilari ele-
ANTONIO
DI VERNIERE
Ci ha lasciato Antonio Di
Verniere, ovvero zì 'Ntonio
Piccirillo. Fu mitico trebbiatore e trattorista. Geniale meccanico brevettò
anche delle innovazioni.
Del suo carattere allegro e
giocherellone aveva fatto il
suo tratto distintivo. Un abbraccio ai figli Germano,
Mario Rosaria e Michele,
tutti amici del nostro giornale.
menti di etica in questa
città”, va giù duro Tedesco.
“Noi chiedevamo rinnovamento – precisa il noto penalista – facce nuove,
cambi nei gangli del Comune, invece c'è solo il
vecchio che ritorna”. Si
sentono traditi, i tre. “Con
Santomauro
volevamo
continuare quanto di
buono fatto con Barlotti –
lamenta D'Acampora – ma
non c'è la benchè minima
trasparenza sugli atti, né
vengono premiate le competenze”.
I riferimenti sono alle recenti nomine nell'organigramma del Comune, in
particolare – lo dice sibillino D'Acampora – sui tecnici incaricati a seguire
l'ampliamento del cimitero. “Il senso della lettera
era quello di denunciare le
cose che non vanno – prosegue D'Acampora – ci
aspettavamo di essere inviatati a discutere col Sindaco, ma questi ci ha
ignorati”. “Ci sentiamo
maggioranza perchè abbiamo vinto le elezioni –
annuncia Pastina – ma
usciamo dalla maggioranza di governo”. Pastina
annuncia poi che anche il
suo partito, l'LD di cui è
capogruppo e segretario
politico, esce dalla maggioranza: “I vertici provinciali e nazionali hanno
condiviso questa scelta.
Chi vuole restare nel partito non può appoggiare
questa maggioranza.” In
questo caso il riferimento è
ad Antonio Guerra, consigliere LD che però sostiene
la giunta Santomauro. “Col
consigliere Guerra – continua Pastina – è da tempo
in atto un forte scontro,
che non nascondo abbia
contribuito alla mia decisione di passare all'opposizione. Ora tocca a lui
decidere se restare in Ld o
continuare a sostenere, ma
fuori dal partito, questo
Sindaco”. Discorso diverso
fa D'Acampora per Massimo Casillo, l'assessore
all'Ambiente “di nomina”
del consigliere: “Io ho solo
indicato in Casillo un tecnico competente in materie ambientali. Poi la scelta
l'ha fatta il Sindaco, e per
quanto ne so, credo che
voglia riconfermarlo anche
se non gode più del mio
sostegno.” La grana Casillo
GIOVANNI SANTOMAURO
però interessa anche Barlotti, a cui fanno esplicitamente
riferimento
D'Acampora e Tedesco ,
che anche se ufficialmente
lontano dalla politica, nei
fatti fin dalla campagna
elettorale è stato tra i massimi sponsor di Santomauro: “Casillo è un
assessore che sostenevamo
in Consiglio comunale –
dice l'ex sindaco - Oggi
che D'Acampora e Tedesco sono fuori, sarà difficile per lui andare avanti
senza coperture politiche.”
Certo è che Santomauro
da oggi è meno forte. Malgrado la sua “panchina
lunga” più volte sventolata, le gambe cominciano
a tremare.
Valerio Calabrese
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85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431
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N° 08
03 Marzo 2012
Pontecagnano
Un progetto per rilanciare la città ed un tentato Cineforum…
“Fare Città” si presenta alla cittadinanza
Domenica 26 febbraio i volontari del Progetto FareCittà
hanno presentato in Piazza
Sabbato le loro idee e le loro
attività lanciando anche la
campagna
tesseramento
2012. FareCittà è un progetto giovane, nato a seguito dell'esperienza di
diversi ragazzi che da anni
sono impegnati nella realizzazione di iniziative in ambito locale. Un progetto
collaborativo che ha lo
scopo di promuovere la condivisione di idee e stimolare
una partecipazione attiva
alla vita cittadina. Questo si
legge sul sito del Progetto
che non va confuso con
un’associazione, seppure
preveda delle tessere per
auto sostenersi, ma bensì si
propone come un vero e
proprio programma nato per
creare eventi ed iniziative
che rappresentino un reale
valore aggiunto per la crescita del territorio.
Farecittà opererà in diversi
settori: sociale, cultura, turismo, sport, tutto questo grazie alla collaborazione di
tanti giovani ma anche di
professionisti esperti che
metteranno volontariamente
al servizio della collettività
le proprie conoscenze e capacità.
Le prime iniziative sono
state a sostegno dei soggetti
svantaggiati attraverso il
Centro di Ascolto ed il
Banco alimentare: è disponibile infatti gratuitamente,
grazie all’impegno di volontari qualificati, uno spazio di
dialogo dove poter trovare
un ambiente accogliente e
confortevole e ricevere un
supporto rispetto ai propri
disagi. Sempre gratuitamente, attraverso l’affiliazione al Banco Alimentare
Campania onlus, vengono
distribuiti beni alimentari a
famiglie ed individui bisognosi, in seguito ad appositi
colloqui. Attualmente sono
ben 150 le famiglie che ne
hanno usufruito, segno di
quanto fosse avvertito il bisogno sul territorio. Il “Centro di ascolto” è aperto il
martedì, dalle ore 17 alle
19, ed il giovedì, dalle ore
10 alle 12. Chiunque, in
questo modo, può stabilire
un primo contatto, nel pieno
rispetto della privacy, che
permette agli operatori di
conoscere le proprie problematiche, con un rapporto sereno e costante con singoli e
famiglie che richiedono informazioni ed un aiuto rivolto anche ad indirizzarli
ove necessario verso enti
specializzati. Soddisfatto
uno degli animatori dell’iniziativa Fabrizio Todisco per
l’attivazione dei servizi:
“Sono mesi che stiamo lavorando a questo progetto in
cui crediamo fortemente.
Penso sia importante in un
momento difficile come
quello attuale riuscire a supportare tali iniziative dalle finalità sicuramente lodevoli.
Si tratta di puro volontariato,
quindi di un progetto di solidarietà aperto a tutti coloro
che vogliono contribuire in
maniera fattiva. Il Centro di
ascolto ed il Banco alimentare sono solo i primi passi,
per dare subito un aiuto
concreto a chi ne ha bisogno”.
L’impegno nel sociale li ha
visti promotori anche dell’incontro sul disagio minorile
organizzato
in
collaborazione con Telefono
Azzurro ed il patrocinio del
Comune, un ciclo di conferenze su tematiche di particolare interesse e sensibilità,
iniziato lo scorso 6 gennaio.
Tra le attività invece ludicoculturali annoveriamo l’iniziativa “Notte Blu” ed il
prossimo Cineforum. Iniziativa lodevole negli intenti
che cerca forse di sopperire
alla scomparsa del vecchio e
amato Cineforum “Momenti
di cinema” che si svolgeva
da più di vent’anni con
enorme successo di pubblico presso l’ormai ex sala
cittadina “Cinema Nuovo”.
Nei fatti è molto lontano
dall’originale: i film scelti
sono molto datati e soprattutto non proiettati all’interno di un cinema,
insomma è più un videoforum che un cineforum
seppure si tratti comunque
di pellicole sempre interessanti che invitano alla riflessione ed al confronto. Gli
organizzatori di certo erano
coscienti dei propri limiti e
non ambivano a ripetere
l’esperienza pluriennale del
“Nuovo” e noi, pur plaudendo all’iniziativa, ci permettiamo
almeno
di
esprimere tutta la nostalgia,
condivisa da molti cittadini
picentini, verso l’appuntamento storico del giovedì in
cui tanti giovani e meno giovani si sono incontrati, scontrati hanno pianto ed hanno
riso, si sono conosciuti e alcuni si sono anche innamorati. Per i nostalgici che non
possono proprio farne a
meno ricordiamo che sono
in programma quattro appuntamenti e che è possibile
prenotarsi on line, scrivendo
[email protected].
Buona visione.
Tiziana Troisi
Da oggi a Pontecagnano Faiano ci sono la sindaca, l’assessora e la consigliera.
La svolta rosa del Comune picentino. Almeno nel lessico...
Si dice assessore o assessora,
consigliere o consigliera? Da
oggi a fugare ogni dubbio, soprattutto di noi giornalisti,
giunge la delibera del Comune
di Pontecagnano Faiano che
dal 29 febbraio scorso consente alle rappresentanti del
gentil sesso di assumere la declinazione al femminile per
quanto concerne l’incarico ricoperto riportando correttamente nei documenti ufficiali
le cariche sostantivate al femminile quando esse siano ricoperte da donne. In tal senso,
dunque, Pontecagnano Faiano
è tra le pochissime Città d’Italia dove si può parlare concretamente di sindaca, assessora
e consigliera ma anche di segretaria, funzionaria e per tutti
gli altri casi dove solitamente
si utilizza il sostantivo maschile, che invece ora andrà
evitato. Il sindaco Ernesto Sica
e l’assessora alle pari opportu-
nità, Lucia Zoccoli, a tal proposito, hanno raggiunto tale risultato
ribadendo
che
l’Amministrazione intende
promuovere concretamente le
Pari opportunità mediante
l’adozione di azioni positive
che assicurino la rimozione
degli ostacoli che ne impediscono la piena realizzazione
ed approfondire il principio
dello sviluppo del personale in
una ottica di genere per diffondere pratiche lavorative improntate ai principi di parità e
di pari opportunità nell'ambito
della pubblica amministrazione. Già tre anni fa Pontecagnano
Faiano
si
era
proclamato Comune No Violence, proibendo, con decreto
sindacale, di affiggere sul territorio comunale pubblicità
che utilizzino il corpo della
donna con immagini degradanti. Tale provvedimento
aveva ottenuto rilievo nazio-
nale, risultando tra i primi
d’Italia ad applicare una risoluzione promulgata dal Parlamento Europeo ricevendo un
esplicito plauso su riviste prestigiose e divenendo esempio
per altre amministrazioni. Il
Comune, inoltre, ha più volte
organizzato ed organizza iniziative proprie o realizzate in
collaborazione con enti ed associazioni al fine di sensibilizzare, promuovere e sostenere
politiche concrete di mainstreaming considerate fattore
di sviluppo equilibrato dei territori e delle comunità.
La Giunta ha rilevato come il
Dipartimento della Funzione
pubblica della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, nel
“Manuale di stile. Strumenti
per semplificare il linguaggio
delle amministrazioni pubbliche” evidenzia, tra le altre
cose, che “la prevalenza del
genere maschile nella lingua
italiana riflette la prevalenza
del ruolo maschile nella nostra
società. Nello stesso tempo la
prevalenza sociale del ruolo
maschile determina o rafforza
gli usi del genere maschile
nella lingua italiana…. Pertanto gli usi linguistici indirettamente discriminano le
donne”. L’amministrazione ha
ritenuto, dunque, opportuno
adottare iniziative in coerenza
con i temi esposti realizzando
iniziative concrete in merito a
favore delle donne.
L’unica rappresentante femminile in giunta, Lucia Zoccoli,
ha dichiarato soddisfatta:
“Questo atto va nella direzione di ribadire i pieni diritti
delle donne. Auspico, a tal
proposito, che già dalla prossima tornata elettorale ci siano
tante donne in campo e che
vengano soprattutto elette,
anche considerando il loro impegno ed i brillanti risultati che
raggiungono quando ricoprono cariche ad ogni livello.
L’intenzione, infatti, è di rafforzare questo momento di partecipazione, in particolare
partecipazione di genere” . Affinché questa vittoria del genere femminile sia tale, è
necessario infatti che alle
donne venga fatto spazio in
ambito politico, che siano
elette e che gli sia consentito
un paritario accesso alle cariche, sperando che l’esempio
delle donne senza qualità che
solo grazie al proprio aspetto e
alle proprie prestazioni che
hanno caratterizzato il nostrano “bunga bunga” non
oscuri o crei pregiudizio nei
confronti delle tante donne
che ogni giorno lavorano per il
bene del Paese e si impegnano
concretamente contro la mercificazione
dell’immagine
femminile.
Ti.Ti.
Gastronomia
N° 08
03 Marzo 2012
23
Viaggi e Assaggi
Bella e calorosa accoglienza a “Le Macine” di Ascea Marina
Finalmente una giornata
mite. Dopo tanto freddo era
quello che ci voleva per risollevarsi moralmente. Noi,
che siamo abituati ad un
clima piuttosto primaverile,
non sopportiamo assolutamente le basse temperature
e quando il sole inizia a
scottare un po’ di più,
usciamo fuori come le lucertole. Proprio come questi
piccoli rettili mi sono sentito
qualche giorno fa, davanti al
bar della stazione di Ascea
Marina (frazione di Ascea,
comune cilentano di circa
6.000 abitanti) mentre sorseggiavo un buon prosecco
insieme ad un amico
asceoto (ho scoperto che
così si chiamano gli abitanti
di Ascea).
Marina di Ascea è praticamente attaccata a Elea (Velia
per i romani), antica, ricca e
famosa città della Magna
Grecia. Non ho mai capito
che sistema usassero i greci
per scegliere i luoghi dove
fondavano le loro città, ma
da una mia idea vedo che
sono tutti posti che sembrano siano stati baciati dal
Padre Eterno: fertili, belli, vivibili e temperature miti.
Difatti, Ascea Marina, dal
punto di vista paesaggistico,
è molto interessante, il mare
è pulito ed abbonda di buon
pescato, la spiaggia è accattivante, si respira un’aria salubre e in più possiamo
aggiungere che è abitata dai
cilentani, gente sana e ospitale.
A cercare un difetto, Ascea
Marina meriterebbe più turismo (o meglio una stagione
estiva più lunga) e qualche
albergo di grande qualità
dal punto di vista professionale.
Tornando “davanti al bar”,
l’amico asceoto mi ha chie-
LUCIANO E IOLANDA FEROLLA
sto se volevo andare a
pranzo con lui. Volevo quasi
dire di no, ma quella bella
atmosfera che faceva presagire che la primavera si sta
avvicinando, mi ha fatto
spontaneamente accettare.
Siamo andati al ristorante
“le Macine”, il solo o uno
dei pochi aperti in questo
periodo. Per arrivarci, giunti
ad Ascea Marina, dopo gli
scavi di Velia, alla prima rotonda, si gira a sinistra verso
Palinuro, poco più di cento
metri e il ristorante si trova
sulla destra. Dopo aver agevolmente parcheggiato, ci
avviamo all’ingresso.
Il locale, nonostante il periodo ed il giorno infrasettimanale, è parzialmente
affollato.
L’interno è molto caratteristico per la presenza di
un’interessante e grande
macina antica (interamente
ristrutturata) con meccanica
in legno e ovviamente in
pietra.
L’ambiente è caldo ed accogliente e lo diventa ancora
di più quando ci viene incontro Luciano Ferolla, il titolare che ha aperto il locale
circa 20 anni fa in questo
frantoio
che
trasmette
un’aria tipicamente nostrana.
A tavola, la nostra ordinazione è stata presa alla voce
e come indicazione abbiamo dato che volevamo
qualcosa di leggero. Quindi,
su consiglio di Luciano, abbiamo optato per qualche
antipastino e un buon secondo di mare.
Ed ecco che ci arrivano gli
“Sfizi della casa mare”, uno
dietro l’altro, a centro tavolo, ci sono stati serviti: cotolette di baccalà, baccalà
fritto, cozze gratinate, patate
lesse passate con sopra un
trito di molluschi e verdurine, cicinielli pastellati e
fritti, baccalà con olive e pomodorini. Non abbiamo lasciato niente, anche perché
il tutto era invitante ed era
stato preparato al momento.
Abbiamo saltato il primo,
ma Luciano e sua figlia Io-
landa che collabora con lui
in sala, ci hanno spiegato
che come specialità della
casa propongono le “trofie
alle macine” preparate con
vongole e fiori di zucca.
Come secondo ci è stato
preparato un “coccio all’acqua pazza” di oltre un kg,
che prima di essere cotto ci
è stato mostrato fresco in
tutta la sua bellezza.
Qui bisogna soffermarsi per
fare i complimenti alla
cuoca, sì, a dirigere in cucina troviamo la signora
Grazia Marra che interpreta
a meraviglia quella che è la
nostra vera cucina cilentana. Per terminare abbiamo
optato per un affettato di
frutta fresca che ci è stato
presentato
scenograficamente in un mezzo grande
ananas svuotato.
Da bere, non abbiamo visto
la lista dei vini, a vista si vedeva che il locale è ben fornito.
Ci siamo lasciati tentare dal
“Bianco di Bellona 2010
Coda di Volpe Irpinia Doc”
della Tenuta del Cavalier
Pepe, vino che solo qualche
giorno fa ha conquistato la
finale al concorso nazionale
“Mozzarella & Wine Wedding”, gara che intende trovare il miglior vino da
abbinare alla mozzarella di
bufala campana.
Una bella esperienza da ripetere questa estate, magari
dopo aver fatto il bagno
nelle limpide acque marine
al super-attrezzato “Poseidonia Beach Club” di Gianni
Rizzo. Spesa indicativa a
persona, circa 30 euro vini
parte.
Ristorante Le Macine, Via
Grisi 14 – 84046 Marina di
Ascea. Tel. 0974.972142.
Pagina a cura di
Diodato Buonora
LA RICETTA
Filetti di dentice
del Tirreno con
carciofi di
Paestum e patate
Ingredienti per 4 persone:
2 Dentici del Tirreno sfilettati di circa 600 grammi
ognuno, 4 carciofi di Paestum, 500 g di patate piccole, 100 g di olive verdi
e/o nere, 2 spicchi d’aglio,
prezzemolo, menta, olio
extravergine d’oliva del Cilento, ½ limone e sale.
Preparazione: pulite i carciofi e tagliateli a spicchi e
lasciateli in acqua acidulata
con limone per evitarne
l’ossidazione.
Sbucciate e lavate le patate.
Tagliatele a spicchi dalla
stessa dimensioni dei carciofi. Stufare i carciofi con
uno spicchio d’aglio e
l’olio.
Dopo qualche minuto aggiungete le patate e le olive.
Terminate la cottura aggiungendo del prezzemolo tritato.
Rosolate i filetti di dentice
in una padella antiaderente
con olio e aglio facendo attenzione di poggiare prima
la parte con la pelle in
modo da farla diventare
croccante.
Servite mettendo lo stufato
di patate e carciofi al centro
del piatto ed adagiatevi
sopra il filetto di dentice.
Terminate con un filo d’olio
guarnendo con foglioline di
menta
Vino consigliato: Paistom
2010, Aglianico Rosato
Paestum Igt, I Vini del Cavaliere.
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