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Pg. 11 Letto bagnato, bambino preoccupato

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Pg. 11 Letto bagnato, bambino preoccupato
11
S
in alute
Letto bagnato,
bambino preoccupato
Quando l’atto della minzione (fare pipì) non è controllato dal bambino in epoca giusta, per i genitori e per
lui stesso inizia un periodo difficile, durante il quale bisogna stare attenti a non commettere errori educativi
per non peggiorare la situazione.
A volte, su indicazione del medico, può essere utile anche una terapia farmacologica.
ENURESI NOTTURNA
N
ella nostra cultura
il controllo degli
sfinteri è una tappa maturativa importante dal punto di vista sociale, e i genitori
attendono con impazienza il
momento in cui potranno finalmente “togliere il pannolino” al proprio bimbo. Senza
dubbio, da quel momento in
poi l’accudimento del piccolo
diventa meno impegnativo e
la vita di relazione della famiglia si semplifica, ma questa
esigenza degli adulti deve comunque rispettare il normale
processo dello sviluppo infantile, senza ansia e senza forzature.
Fino a circa un anno di età è
del tutto impossibile per il
bambino controllare l’emissione delle urine, che avviene
come riflesso automatico ogni
volta che la vescica è piena. A
partire da quest’epoca il bambino inizia a percepire consapevolmente il senso di distensione della vescica e, su questa base, può esercitare lo sforzo di trattenere la pipì durante
il giorno, quando il suo stato
di vigilanza è sufficiente, cosa
che invece non accade durante il sonno. È solamente intorno ai 4 anni che la minzione
può essere completamente
controllata tanto di giorno
quanto di notte, sia nel senso
di trattenerla che di avviarla
volontariamente o di interromperla quando è già iniziata. Perché ciò avvenga occorre
in primo luogo che il sistema
urinario sia normale dal punto di vista anatomico e fisiologico e, in secondo luogo, che
il bambino abbia superato la
fase della totale dipendenza
dalla madre, diventando capace di gestire le sue relazioni
con l’ambiente. Convenzionalmente si fissa il termine per
l’acquisizione di queste capacità ai 5 anni: dopo quest’epoca, il mancato controllo vescicale viene definito enuresi.
Nel 90% dei casi l’enuresi è
notturna, mentre solo il 10%
dei soggetti presenta questo
problema anche di giorno.
Un’altra distinzione importante è quella tra l’enuresi primaria (quella del bimbo che non
ha mai controllato la vescica
in precedenza) e l’enuresi secondaria (quella che ricompare tra i 5 e i 7 anni dopo un
periodo di controllo anche
notturno). Se però la perdita
involontaria di urine non è
dovuta ad un semplice ritardo
di maturazione ma ad una
causa organica, come una
malformazione o un’infezione
delle vie urinarie, oppure un
disturbo del sistema nervoso
centrale, si parla invece di incontinenza. I bambini che a 5
anni non controllano ancora
la vescica sono il 15% circa di
tutta la popolazione infantile:
più o meno 1 milione di soggetti presentano questo problema e nell’1% dei casi si
tratta di adolescenti. Circa le
cause dell’enuresi sono state
proposte diverse teorie. Recentemente gli studiosi hanno
constatato, nei soggetti che
presentano enuresi notturna,
la ridotta secrezione di un ormone, la desmopressina, che
riduce la produzione di urina
durante la notte. Su questa base viene spesso proposto un
trattamento farmacologico che
consiste nel somministrare
questo ormone sotto forma di
compresse o di spray nasale.
Ma anche eccessive pressioni
educative o, viceversa, trascuratezza per questo aspetto dello sviluppo possono causare il
disturbo, così come possono
provocarlo varie situazioni di
disagio psicologico (la gelosia
fraterna, ad esempio, è un fattore frequentemente chiamato
in causa). L’errore che i genitori non dovrebbero mai commettere è quello di colpevolizzare il bimbo enuretico, rim-
proverarlo o punirlo: in questo modo si aumenta solo il
suo imbarazzo e il senso di
vergogna, riducendo la sua
autostima e quindi alimentando un circolo vizioso “enuresi-disagio” che peggiora la situazione. Incoraggiamento,
comprensione affettuosa, attenzione all’equilibrio psicologico del figlio
sono le armi
più efficaci
che i genitori possono usare,
eventualmente facendosi aiutare
da un esperto se il problema li mette molto in
difficoltà, come non di rado
capita soprattutto quando in famiglia esistono
altri motivi di stress
e tensione. Abbassare il livello
di allarme e bandire l’intolleranza significa, in poche parole, avvicinare il momento in
cui il bambino si sveglierà la
mattina in un letto completamente asciutto.
info
➔ Nel 1991 un gruppo di
Specialisti ha istituito a
Padova il C.I.E.N. (Club
Italiano Enuresi Notturna), con lo scopo di sviluppare studi e ricerche
su tutti gli aspetti del
problema proponendo
test, metodi e percorsi
diagnostico-terapeutici
per l’enuresi. A questo
gruppo ci si può rivolgere per informazioni
sugli approfondimenti
scientifici in corso sia
in ambito pediatrico
che chirurgico e neuropsichiatrico.
➔ La British Psychological
Society ha pubblicato
un volumetto di M. Herbert, intitolato “Cacca
addosso & pipì a letto”:
si tratta di una guida al
trattamento comportamentale di questi problemi completata da
schede educative e informative.
Milena Cannao
STUDIO FISIOTERAPICO RIABILITATIVO
MARISA BENAGLIA
di PIZZAMIGLIO MARIA LUISA
Si effettuano terapie elettroanalgesiche, TENS, elettrostimolazioni, correnti diadinamiche, ultrasuoni, ionoforesi,
radarterapia, magnetoterapia, ossigeno-ozonoterapia,
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articolari, ginnastica per adulti e bambini con problemi
neurologici ed ortopedici e ginnastica di mantenimento.
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