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A4, albanese ucciso: Italia condannata

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A4, albanese ucciso: Italia condannata
Hinterland 29
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 30 MARZO 2011
a
A4, albanese ucciso: Italia condannata
Grumello, giovane colpito da agente mentre scappava dall’auto rubata. I giudici: fu omicidio colposo
Ora la Corte europea «riapre» il caso: dubbi sulle indagini e prescrizione «inaccettabile»
a Nel 2006 la Corte d’assise di Bergamo stabilì che quello di Julian Alikaj, l’albanese di 19
anni ucciso dalla pistola di un poliziotto in A4 mentre fuggiva da
un’auto rubata all’altezza di Grumello, era un omicidio colposo.
E che il reato, essendo passati 9
anni dal fatto, era da considerarsi prescritto. La sentenza era divenuta definitiva e ai familiari del
ragazzo, per chiedere giustizia,
non restava che la Corte europea.
Che ieri s’è pronunciata, condannando lo Stato italiano a risarcire i genitori e la sorella della vittima con 155 mila euro.
Ma è nei contenuti del verdetto che emergono i rilievi più severi. Tre, in particolare: nei confronti del poliziotto, delle indagini e dei giudici bergamaschi. Per
la Corte europea l’agente – Agatino Russo, all’epoca in forza alla
Stradale di Seriate – avrebbe fatto un uso eccessivo della forza in
quanto, non sapendo che il giovane fosse alla guida di un’auto
rubata (lo si scoprì dagli accertamenti immediatamente successivi), rincorse al buio, impugnando una pistola carica, persone
non armate e che non costituivano pericolo imminente.
Strasburgo: dubbi sull’indagine
Sull’inchiesta, invece, Strasburgo esprime seri dubbi, in quanto
i primi accertamenti furono condotti dai colleghi del poliziotto
che sparò. Infine, i giudici europei definiscono «inaccettabile»
il ricorso alla prescrizione, grazie
alla quale è stata risparmiata la
condanna all’agente, tra l’altro –
nota Strasburgo – mai oggetto di
alcuna sanzione disciplinare (è
ancora in servizio, pur essendo
stato trasferito). Una prescrizione arrivata in primo grado, grazie al gioco delle prevalenze. La
Corte d’assise aveva infatti riqualificato l’omicidio da volontario a
colposo, riconoscendo all’imputato le attenuanti generiche prevalenti. In tal modo i termini di
prescrizione, che in questi casi
arrivano anche a 15 anni, si erano dimezzati: 7 anni e mezzo, già
Lo Stato dovrà
versare 155 mila
euro ai familiari
della vittima
trascorsi visto che l’episodio era
del ’97. Dunque, Russo assolto
per intervenuta prescrizione.
Il pm Domenico Chiaro, che
aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario, aveva presentato
ricorso in Cassazione, senza successo. Il sostituto procuratore,
dopo aver ereditato il fascicolo da
un collega, aveva sempre portato avanti la tesi della volontarietà
(o comunque del dolo eventuale) in tutti i rimpalli che il caso ha
subito (come si può leggere nell’articolo a fianco).
Alikaj, la notte del 2 dicembre
’97, era stato fermato su una Rover 200, risultata poi rubata. Lui
e altri 4 occupanti erano scesi,
fuggendo a piedi nei campi. Tre i
colpi esplosi dai poliziotti, uno
dei quali, sparato da Russo, aveva centrato il 19enne alla schiena. Omicidio volontario per il
pm; accidentale per l’agente, che
ha sempre sostenuto di essere
scivolato e di aver premuto inavvertitamente il grilletto.
La difesa: polizia rispettabile
«La Corte europea ha fatto giustizia – esulta Luciano Di Pardo,
l’avvocato milanese che per la famiglia Alikaj ha presentato ricorso a Strasburgo –. È stato riconosciuto che l’indagine è stata fatta
male e che i giudici di Bergamo
hanno voluto strafare con la prescrizione. È una soddisfazione
morale per i familiari. Che, tra
l’altro, in questi 14 anni non hanno visto un centesimo, nemmeno per il funerale. Abbiamo dovuto fare una causa civile, in dirittura d’arrivo al tribunale di Milano: chiediamo un milione di risarcimento. Mentre i 15 mila euro per la lunghezza del processo,
riconosciuti alla famiglia dalla
Corte d’appello di Venezia, non
sono ancora stati versati».
Michele Olivati, che col padre
Riccardo ha difeso l’agente, ha da
obiettare: «Strasburgo si lamenta che l’indagine fosse stata affidata ai colleghi di Russo. Ma mi
risulta che la polizia sia un organo rispettabile. Quanto all’uso
eccessivo della forza, è un’espressione che vuol dire tutto e niente: se si vuol significare negligenza, si sappia che questo è già stato riconosciuto in assise». ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Italia condannata per una sparatoria in autostrada tra un agente della Polstrada e un albanese
Le tappe
A
Il verdetto dopo nove anni di ricorsi
A
dicembre 1997
Julian Alikaj viene bloccato dalla
Stradale di Seriate su un’auto risultata rubata, insieme a 4 connazionali lungo l’A4. I 5 scappano a piedi nei
campi. I poliziotti esplodono tre colpi; uno – sparato da Agatino Russo –
colpisce alla schiena Alikaj.
dicembre 1998
Il pm Chiaro chiede il processo per
omicidio volontario: l’agente avrebbe sparato per uccidere o mettendo-
ne in conto il rischio. Russo: sono scivolato, ho sparato accidentalmente.
novembre 1999
Il gup decreta il non luogo a procedere. Il pm ricorre; viene disposto il
processo per omicidio colposo. Il tribunale rimanda gli atti al pm perché
riconsideri l’ipotesi di omicidio volontario.
febbraio 2005
Il pm torna a chiedere il processo per
omicidio volontario, ma il gup dispone di nuovo quello per il colposo.
La Cassazione accoglie il ricorso degli Alikaj e il gup dispone il rinvio a
giudizio per omicidio volontario.
luglio 2006
Il pm chiede 14 anni per omicidio volontario. I difensori invocano l’assoluzione. La sentenza: è omicidio colposo e in quanto tale il reato è prescritto. Il pm si rivolge alla Cassazione: il ricorso viene rigettato.
a
Guai al bancomat: insospettito, sventa una truffa
A
Torre Boldone
Un altro bancomat della Bergamasca, quello della Banca Intesa di Torre Boldone, è finito nel mirino dei
truffatori. Ma questa volta i malviventi sono rimasti all’asciutto.
Merito di un cittadino che, dopo
aver notato qualche anomalia allo sportello, ha allertato la polizia locale. La tecnica usata è una
di quelle alle quali si fa ricorso
con maggiore frequenza, alternandola con la «classica» clonazione o con il più recente «inghiottimento» (la tessera viene
«mangiata» in modo che l’utente pensi a un guasto). In questo
caso, invece, i ladri hanno introdotto nello sportello un piccolo
congegno per bloccare le banconote in uscita e mandare in tilt il
sistema, facendo in modo che registrasse in uscita le banconote,
addebitando i soldi sul conto corrente dell’ignaro cliente.
Ma il cittadino di Torre Boldone ha subito controllato il suo
conto quando il bancomat gli ha
negato i soldi, scoprendo così che
la cifra richiesta gli era stata addebitata. Ha quindi allertato la
polizia locale, che ha scoperto la
truffa. I soldi erano finiti in uno
sportello montato dai malviventi. «La stretta collaborazione tra
l’assessorato alla Sicurezza e la
direzione della banca IntesaSanPaolo – dice l’assessore alla
Sicurezza Giuseppe Rampolla –
ha permesso il tempestivo intervento dei tecnici, che hanno già
ripristinato l’uso del bancomat».
Durante l’intervento è stato anche inserito un ulteriore sistema
di sicurezza per scongiurare il ripetersi di questa truffa. ■
Bancomat nel mirino dei truffatori
IN BREVE
MOZZO
SERIATE
Film di qualità
All’Agorà «Pietro»
Donna scippata
da due in motorino
Stasera alle 21, al Cineteatro
Agorà di Mozzo, proiezione
del film «Pietro», pellicola diretta da Daniele Gaglianone.
È la storia di Pietro, uomo
tormentato da problemi economici e dal suo difficile rapporto con il fratello tossicodipendente Francesco. Lo spettacolo fa parte della rassegna
«Film di qualità». Ingresso:
4,50 euro, ridotto 3,50.
Una donna di 52 anni è stata
scippata ieri mattina a Seriate, in via Adamello, vicino al
cimitero. Verso le 9, secondo
le ricostruzioni, la donna stava salendo in auto: due sconosciuti i in motorino, con il
volto coperto dal casco, le
hanno strappato la borsa con
il portafogli e i suoi effetti
personali. Indagano i carabinieri di Seriate.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
a
Sicurezza nei cantieri, un convegno
presenta il «modello Seriate»
A
Seriate
Convegno per addetti ai lavori, domani, sul tema «La sicurezza nei
cantieri», promosso dal Comune di
Seriate, dalla Regione e dall’Asl.
L’iniziativa si apre alle 14,30,
nell’auditorium della biblioteca
comunale in via Italia, con l’intervento del sindaco Silvana
Santisi Saita; seguiranno il prefetto Camillo Andreana, Mara
Azzi, direttore generale dell’Asl
di Bergamo, Giorgio Barbaglio,
direttore sanitario Asl Bergamo,
Fabrizio Cristalli, dirigente di
Regione Lombardia, Emiliano
Bezzon, dirigente di Eupolis
Lombardia.
L’esperienza di Seriate
A seguire le relazioni tecniche
intorno al tema degli infortuni
sul lavoro, introdotte dalla seguente considerazione da parte
del Comune di Seriate: «Le direzioni regionali di Protezione
civile, sicurezza, polizia locale e
sanità riaffermano sempre la
volontà di favorire la collabora-
zione tra le Asl e le polizie locali dei vari comuni nei controlli
sui cantieri. Nella provincia di
Bergamo uno dei comuni dove
questa iniziativa ha dato i migliori risultati è il comune di Seriate. Ed è questa collaborazione e questa attività che si ritiene di illustrare nel convegno
confidando in un positivo contagio di altre amministrazioni
comunali».
Verso le 15, dunque, è prevista la relazione di Giovanni Vinciguerra, comandante della po-
lizia locale di Seriate, che svilupperà il tema «Modello organizzativo/ispettivo di vigilanza
condiviso con l’Asl»; alle 15,30
Bruno Pesenti, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Bergamo parlerà degli «Indirizzi regionali sulla collaborazione tra le Asl e le polizie locali sui controlli nei cantieri edili»; alle 16,30 Laura Colucci, sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Bergamo sul tema «Interventi in cantiere della polizia locale».
Dalle 17 le conclusioni con il
question time, che sarà moderato da Giorgio Luzzana, responsabile servizio Psal dell’Asl
Bergamo. ■
Emanuele Casali
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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