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Domus Carola, Domus Fausta, Domus Julia / 1931

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Domus Carola, Domus Fausta, Domus Julia / 1931
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO
Bg.128
/itinerari
Domus Carola, Domus Fausta, Domus Julia / 1931-1933 /
Emilio Lancia, Gio Ponti
via Aristide De Togni 21-23-25, Milano
Tre case formano in via De Togni la
prima concretizzazione del programma
di rinnovamento dell’abitazione medio
borghese che Gio Ponti chiamava “la casa
all’italiana”.
Gli appartamenti, uno per piano
in ciascuna delle tre case, sono
particolarmente innovativi nel panorama
dell’edilizia milanese per la riduzione degli
spazi di servizio a piccoli ambienti affacciati
sul retro, a favore di un’unica grande zona
giorno sul fronte strada. La soluzione,
all’epoca, comporta un contenzioso con
le autorità, che, considerando il limite di
venticinque metri quadrati del soggiorno
stabilito dalle tariffe, attribuiscono a questi
appartamenti una tassazione normalmente
riservata alle abitazioni di classe superiore.
L’attenzione del progettista si concentra poi
sull’aggiornamento degli impianti e delle
attrezzature fisse, quali: armadi a muro,
office attrezzati, librerie a tutta parete,
forniti dall’origine come parte integrante
della costruzione. In particolare, la
“finestra-vetrina” è una invenzione di Gio
Ponti in cui la vista esterna è inglobata nella
composizione delle librerie.
Il ruolo delle “case tipiche” nella
costruzione della città è dato dalla loro
ripetibilità: mediante l’arretramento del
I TRE PROSPETTI SU VIA DE TOGNI (FOTO DI TOMMASO GIUNCHI)
Domus Carola, Domus Fausta, Domus Julia / 1931-1933 / Emilio Lancia, Gio Ponti
filo facciata si ricava un piccolo spazio
verde condominiale, e la strada diventa una
“strada-giardino”. Nelle facciate, spogliate
da ogni ornamento, l’unità stilistica è
garantita dalla ripetizione di pochi elementi
in combinazioni sempre differenti. Ai colori
vivaci degli intonaci (giallo ocra, verde
oliva, rosso mattone) è affidato il compito
di sottolineare l’individualità di ogni “casa
tipica”.
È interessante osservare che Ponti è
coinvolto in questa operazione non solo
come progettista, bensì direttamente come
gestore di patrimoni per conto terzi. Si
spiega così la concretezza con cui sono scelti
materiali poco costosi, abbinati però alla
dichiarata volontà di offrire il massimo della
vivibilità e almeno un ampio balcone a tutti
gli appartamenti.
Tra il 1933 e il 1937 Ponti ha la
possibilità di ripetere più volte la proposta
progettuale che, su un altro fronte,
propagandava tramite la rivista Domus: in
via del Caravaggio si allinea cinque “case
tipiche” in cui compaiono alcuni elementi
nuovi, come le logge sovrapposte della
Domus Serena; in via Coni Zugna, con
la Domus Adele propone diversi tagli di
appartamenti anziché lo stesso ripetuto a
tutti i piani; in via Goldoni con la Domus
Alba sviluppa compiutamente il tema del
piano attico su due livelli.
PAOLO BRAMBILLA
VISTA DAL BASSO DELLA DOMUS FAUSTA (FOTO DI TOMMASO GIUNCHI)
IL CONDOMINIO MILANESE
IL CONDOMINIO MILANESE
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