“Vedevo la disperazione di chi si buttava dalle Torri”
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“Vedevo la disperazione di chi si buttava dalle Torri”
“Vedevo la disperazione di chi si buttava dalle Torri” Se dico 11 settembre, cosa ti viene in mente? “ Torri gemelle”. Mai una risposta mi è apparsa tanto diretta, sicura e lapidaria: sono passati 5 anni da quel tragico evento, eppure le emozioni quelle che disegnano il volto di Susanna mentre con la memoria torna a quella data, sono ancora le stesse. “Non sapevo cosa pensare, dentro di me sentivo un forte senso di vuoto, del resto come l’insieme di tutti i colori è il bianco, l’insieme di tutte le emozioni è il vuoto”. Susanna era allora una sedicenne come tante, e quello era per lei uno degli ultimi giorni delle vacanze estive; aveva passato la mattinata in casa, indaffarata ad aiutare la madre nelle faccende domestiche, e nel primo pomeriggio si era piazzata sul divano in salotto con la sorella più piccola, puntuale come sempre all’appuntamento con i cartoni animati di Italia1. Quando ha acceso la tv “Stavano trasmettendo lo speciale, siamo rimaste sconvolte”; la prima cosa che ha visto “ E’ stata la giornalista di Studio Aperto che dava la notizia, poi l’immagine in diretta della prima Torre colpita, il video di un turista che immortalava il momento dello schianto ho fatto zapping tra i vari canali e mi sono accorta che non si parlava di altro.” La sua prima reazione è stata quella di chiamare la madre, come se la sua presenza le potesse permettere di cullare ancora l’illusione che quello che stava vedendo non fosse reale. Mentre quelle terribili immagini rimbalzavano nei suoi occhi, il silenzio dominava, per poi essere vinto dalla volontà incontenibile di telefonare ai parenti e amici, quasi a voler mettere loro in guardia da quel che stava accadendo. I ricordi dei libri di storia le avevano subito fatto ipotizzare che quello poteva essere l’inizio di una terza guerra mondiale: l’orrore della morte e della tragedia, che prima le appariva tanto lontano, si faceva davanti ai suoi occhi quasi tangibile. “Quando ho visto in diretta il secondo aereo schiantarsi, ho provato un fortissimo senso di impotenza. Ormai non c’era più speranza per nessuno, vedevo la disperazione delle persone che si buttavano dalle Torri”. Quello che Susanna provava era un mix di ansia, rabbia, incredulità, sgomento e soprattutto paura “Perché avrebbero potuto colpire chiunque e ovunque, perché non era più chiaro niente. C’avevano svegliati da un sonno di immunità”. Roberta Barbiero