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Sorveglianza e controllo delle Infezioni Correlate all

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Sorveglianza e controllo delle Infezioni Correlate all
La riorganizzazione delle attività di controllo delle infezioni correlate all’assistenza
quale esito della Commissione tecnico-scientifica per la valutazione delle attività di
gestione del rischio clinico presso l’IRCSS A.O.U San Martino- IST e nell’intera rete
ospedaliera regionale
Roberto Carloni
Genova, 24 febbraio 2015
Dall’emergenza alla quotidianità
Roberto Carloni
Genova, 24 febbraio 2015
Oggi parleremo …..
• del Piano della Prevenzione: primo atto programmatorio in cui si
tratta l’argomento delle infezioni correlate all’assistenza
• della diffusione di batteri resistenti agli antibiotici quale rilevante
problema di sanità pubblica: l’emergenza degli Enterobatteri multiresistenti
• delle azioni poste in essere dal Ministero della Salute e dalla Regione
Liguria in tema di infezioni correlate all’assistenza
• della programmazione futura
Il Piano Regionale della Prevenzione 2005-2007
 Il Piano prevenzione 2005-2007, proseguito poi nel 2008, prevedeva azioni per
incrementare le attività di controllo delle infezioni ospedaliere nell’ambito della linea
progettuale relativa alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
 In tale ambito nel corso del 2007 la Regione Liguria ha attuato un progetto volto a
effettuare la rilevazione del tasso di Prevalenza delle Infezioni Correlate all’assistenza
(ICA) presso le strutture degenziali ospedaliere pubbliche dell’intera rete ligure
 Tale studio ha fornito un’istantanea della epidemiologia della Infezioni correlate
all’assistenza (ICA) in Liguria, che è stato impiegato come punto di partenza per la
pianificazione dei programmi di sorveglianza e di controllo
CHI CERCA TROVA
Tasso di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)
negli ospedali liguri
 La prevalenza di infezioni stimata si aggirava attorno al 9% , con una grande variabilità
tra strutture ospedaliere
 Le infezioni del tratto urinario (30,0%) e infezioni delle vie respiratorie (26,1%)
presentavano la più alta frequenza relativa; le infezioni del sito chirurgico risultavano
pari all’11,6%
 Le Unità di terapia intensiva (42.5%) e le unità di emato-oncologiche (13.3%)
mostravano la più alta prevalenza specifica di ICA
PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE - Anno 2009
Indagine ricognitiva sulle attività di sorveglianza e controllo
delle infezioni ospedaliere nelle Aziende Sanitarie liguri
variabilità nella composizione quali-quantitativa dei CIO aziendali
- numero di nominativi indicati da 1 a 8, con un valore medio di 3,3 componenti;
- figure professionali coinvolte: nel 50% dei casi il gruppo operativo comprende entrambe le figure,
medica ed infermieristica
- nessuno soddisfa i requisiti indicati dalla Circolare Ministeriale n. 52/1985, non comprendendo
tutte le cinque principali figure menzionate da quest’ultima (medico di direzione sanitaria,
microbiologo, farmacista o farmacologo, infettivologo, infermiera addetta al controllo o altra
figura infermieristica)
- più frequentemente si tratta di infermieri affiancati da medici di direzione sanitaria
- Gli infermieri addetti al controllo delle infezioni (ICI) in talune Aziende non totalmente dedicati
(nel senso che fanno anche dell’altro)
Principali protocolli procedurali attivati dagli ospedali rispondenti
Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie
Gestione CVC/CVP
Igiene delle mani
Linee guida per l’isolamento in ospedale
Prevenzione delle ISC
Modalità prelievo, trasporto e conservazione campioni biologici
Alta disinfezione endoscopi flessibili e rigidi
Sanificazione e igiene ambientale
Prevenzione lesioni da decubito
Gestione dei rifiuti sanitari ospedalieri
Manipolazione degli alimenti/ristorazione
Sterilizzazione
Gestione stomie
Decontaminazione strumentario chirurgico immergibile
Procedure igieniche e comportamentali nel blocco operatorio
Prevenzione infezioni causate dalla dispersione di polveri provenienti da cantieri edili intraospedalieri
8
3
3
3
2
1
2
2
1
2
1
2
1
1
1
2
Il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012
 “Innovazione culturale” del personale sanitario: interventi formativi, elaborazione e
diffusione di raccomandazioni regionali (gruppi di lavoro sterilizzazione, cateterismo urinario)
Aprile 2014
Linee di indirizzo e raccomandazioni per il ricondizionamento
dei Dispositivi Medici Riutilizzabili
 Stima regionale della frequenza dei microrganismi multi resistenti”: identificazione degli
alert e attivazione di flussi informativi sui microrganismi isolati in laboratorio
Ma nel frattempo nel mondo si aggira un nuovo spettro: i batteri multiresistenti !!
Un triste primato
percentuale di ceppi di Klebsiella pn. carbapenemi resistenti isolati da infezioni invasive nei paesi europei
che partecipano alla sorveglianza della resistenza antimicrobica
2009
1%
2010
15,2%
2011
26,7%
2013
34.3%
ECDC- Antimicrobial resistance surveillance in Europe – annual report of the EARS-Net
non solo Klebsiella pneumoniae
Anche se Klebsiella pneumoniae rimane la specie maggiormente
interessata, i vari tipi di carbapenemasi sono stati descritti in altre
specie batteriche, appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae:
• Escherichia coli
• Serratia marcescens
• Citrobacter spp.
• Enterobacter spp.
La risposta del Ministero della Salute :
Circolare del Ministero della Salute del 26 Febbraio 2013
“Sorveglianza e controllo delle infezioni da batteri produttori di carbapenemasi “
Documento predisposto con la collaborazione di:
• esperti delle autorità sanitarie a livello nazionale
ISS-CNESPS, ISS-DMIPI, Università, Ministero della Salute
• referenti del Coordinamento Interregionale della Prevenzione
• valutato positivamente dal Consiglio Superiore di Sanità (maggio 2012)
 essendo una “semplice” Circolare Ministeriale, da molte Regioni è stata
snobbata o comunque non applicata integralmente /o correttamente
 le indicazioni in essa contenute sono espresse in modo tale dar adito a
interpretazioni diverse consentendo molta discrezionalità
I contenuti della Circolare Ministeriale
• Definizione di caso per la notifica delle batteriemie da CPE
• Istituzione della Sorveglianza nazionale delle batteriemie da Klebsiella
pneumoniae e Escherichia coli produttori di carbapenemasi
• Modalità di raccolta e trasmissione dei dati per il sistema di sorveglianza
nazionale
• Misure di sorveglianza e controllo della trasmissione delle infezioni da CPE nelle
strutture sanitarie
• A) sorveglianza attiva delle colonizzazioni da CPE: al fine di contenere la diffusione dei CPE in
ambito ospedaliero, si raccomanda di sottoporre a screening
specifico, tramite tampone
rettale o copro coltura …… ove ciò sia fattibile, viene inoltre suggerito di sottoporre …..
• B) modalità di controllo della trasmissione in ambiente ospedaliero
Le prime indicazioni della
Commissione tecnico-scientifica
• si rileva l’assoluta necessità di azioni incisive e concrete da parte degli Organi
regionali
• si sottolinea l’assoluta urgenza di una regia centrale delle attività di monitoraggio
e controllo delle ICA, fino ad oggi affidate ad iniziative delle singole realtà locali
• si segnala la criticità rappresentata dalla disomogenea distribuzione sul territorio
in termini numerici e di figure professionali delle equipe dedicate alle attività di
controllo delle ICA
• per quanto attiene la situazione rilevata presso l’IRCSS AOU San Martino,
considerato il contesto in cui il presidio si trova ad operare – lavori in corso,
trasformazioni e traslochi – si richiama la Direzione Sanitaria e l’equipe destinata
al controllo delle ICA ad intensificare il monitoraggio e la sorveglianza sulla
corretta applicazione delle procedure esistenti
Competenze relative alle ICA ad ARS
DGR 379 del 4/04/2014
Con la DGR 379/2014 vengono aggiunte le attività in materia di ICA:
“Politiche di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all’assistenza, con compiti
d’indirizzo e coordinamento delle attività di monitoraggio e delle procedure d’intervento
mediante collaborazione con i CIO aziendali”
Una nota che
possiamo
considerare “storica”
Relazione conclusiva della
Commissione tecnico scientifica
Task force aziendale
Protocollo regionale
per la “Gestione di Enterobacteriaceae resistenti ai carbapenemi nelle strutture sanitarie’’
1) infermiere dedicato (secondo i criteri della C.M. 52/1985)
2) medico della Direzione Medica di Presidio Ospedaliero
3) specialista in malattie infettive
4) specialista in microbiologia
5) farmacologo clinico
6) ingegnere clinico
Attività future regionali future
Di seguito vengono sinteticamente elencate le attività future in parte ispirate dai
suggerimenti forniti dagli esperti extra-regionali della suddetta Commissione ed in parte
emerse durante gli incontri del Gruppo tecnico regionale:
1. Predisporre un sistema di valutazione dell’applicazione delle misure di controllo
indicate (check list, strumenti di audit, task force regionali con compiti ispettivi,
indicatori all’interno del Sistema di valutazione performance SSR)
2. Messa a regime del sistema di sorveglianza regionale dei microrganismi alert, già
sperimentato all’interno del Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 (D.G.R. n.
1545 del17/12/2010)
ad oggi sono già state prese le seguenti decisioni
• definite le 11 classi di microrganismi oggetto di sorveglianza
• identificati i nominativi dei responsabili della trasmissione dei dati, a livello di ogni Azienda
• definita la periodicità del flusso, che dovrà prevedere due invii annuali di dati semestrali
Attività future regionali future (2)
3. Estensione gli indirizzi regionali alle strutture residenziali territoriali,
prevedendo criteri specifici per l’accreditamento istituzionale e un adeguato
programma formativo
4. considerato che le ICA rappresentano una parte rilevante della gestione del
rischio clinico, dovrà essere previsto il coinvolgimento diretto della
Commissione Regionale di Coordinamento per il Rischio Clinico
5. Produzione di ulteriori linee di indirizzo alle Aziende per la gestione del
rischio infettivo e per un uso responsabile degli antibiotici
6. Attuazione Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018
Conclusioni
• In circa 12 mesi si è fatto molto lavoro e si sono programmate le attività future: si è
partiti forse in modo non corretto – ma obbligato - dalla gestione dell’emergenza, ora
con più tranquillità si può affrontare la quotidianità che non attira l’attenzione dei
media, ma è decisamente assai impegnativa
• molto ancora resta da fare, ma l’aver posto le basi per una corretta conoscenza delle
dimensioni del fenomeno rappresenta un passaggio fondamentale per la
programmazione regionale
• restano parzialmente insoluti i problemi relativi alla carenza di risorse dedicate; nelle
Direzioni Aziendali occorre un processo di maturazione culturale affinché le risorse
impegnate per il controllo delle ICA siano viste come un investimento e non come una
fonte di “spesa”
• tutte le componenti del personale del SSR, debbono aver ben chiara l’importanza del
rispetto e della corretta applicazione delle procedure (meccanismi premianti/punenti)
Le tue mani possono essere pericolose
Vi ringrazio per l’ascolto
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