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Parla Gamba: «Con Morandi c`era un accordo Ma non sapevo di tutti

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Parla Gamba: «Con Morandi c`era un accordo Ma non sapevo di tutti
Provincia 33
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 22 OTTOBRE 2013
a
Parla Gamba: «Con Morandi c’era un accordo
Ma non sapevo di tutti quei miei soldi spesi»
L’imprenditore che avrebbe perso 10 milioni sentito per tre ore in procura: «Perché ho svenduto
la società dello sci? Il sindaco aveva detto di avermi restituito l’investimento iniziale, mi fidavo di lui»
VITTORIO ATTANÀ
ti verso altre destinazioni (in
particolare la Stl, Sviluppo turistico Lizzola, la società che gestisce la macchina dello sci). Secondo, perché ci sono almeno
un paio di aspetti che, fino a ieri, erano rimasti senza spiegazione: perché Gamba ha venduto la Mountain Security Srl (che
controlla il 58 per cento della
Stl) a soli 10 mila euro? E perché
proprio a Sabrina Semperboni,
ventiquattrenne fresca di laurea
in ingegneria gestionale, poi nominata assessore al
Bilancio della Giunta
a Valbon«Ho ceduto Morandi
dione? E infine, pera Sabrina ché Gamba si lamendel fatto che i soldi
Semperboni ta
dei suoi conti correnperché è sua ti a Fiorano finivano
casse della sua
persona nelle
stessa società, la
di fiducia» Mountain Security?
Come ha più volte osservato lo stesso avvocato di
Morandi, Angelo Capelli (che è
anche coordinatore provinciale
del Pdl), Gamba non poteva non
sapere, dato che la società, in fin
dei conti, era la sua.
«A tutto c’è una spiegazione»,
reagisce Gamba, che prima
sembra non voler fornire spiegazioni alla stampa, poi si lascia
andare. «Perché ho ceduto la società per soli 10 mila euro? È
una cifra simbolica», ammette.
«L’ho venduta a quella somma
perché lui (Morandi, ndr) mi
aveva detto che mi aveva resti-
a «Non scrivete che sono amico di Benvenuto Morandi, o che lo sono stato, perché
non è vero». Sono quasi le sei del
pomeriggio quando Gianfranco
Gamba, imprenditore del gruppo Pezzoli di Gazzaniga, scende
le scale della procura della Repubblica per avviarsi alla sua
Bmw, parcheggiata poco distante. Viene da quasi tre ore e mezza di interrogatorio come persona informata sui fatti, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato,
appunto, il suo nonamico Benvenuto
Morandi, ex direttore della filiale Private
della banca Intesa
Sanpaolo di Fiorano
al Serio e attuale sindaco di Valbondione.
Carabinieri, Guardia di Finanza, i pm
Maria Cristina Rota e Carmen
Santoro: per quasi tutto il pomeriggio di ieri Gamba ha dovuto far fronte a un autentico fuoco di fila. Tante le domande da
parte degli inquirenti, convinti
che la sua sia la testimonianza
cardine attorno a cui far ruotare le sorti dell’inchiesta. Primo
perché, stando a quanto finora
emerso, si tratta dell’imprenditore che ha perso più soldi nella
vicenda: si parla di quasi dieci
milioni di euro che Morandi – è
l’ipotesi investigativa – avrebbe
dirottato dai suoi conti corren-
tuito i soldi che io avevo investito nella società». Gamba lascia
intendere che fra lui e Morandi
ci fosse una sorta di accordo: io,
Gamba, investo per rilanciare lo
sci a Lizzola attraverso la Mountain Security. Tu, Morandi, lo fai
funzionare. Poi mi rendi l’investimento, e io ti cedo la società.
«Così è avvenuto, in sostanza»,
conferma Gamba. Con un piccolo dettaglio che è sfuggito, secondo la sua versione: «Il punto
– spiega – è che io non sapevo
che Morandi, in realtà, aveva
speso molti più soldi miei di
quelli che pensavo. E la società
l’ho venduta a diecimila euro
quando ancora non sapevo che
lui aveva speso così tanto. Altrimenti non l’avrei certo venduta,
cosa credete, so’ mia bambo!»,
chiosa in dialetto. La denuncia,
infatti, parte dopo che Gamba
«scopre» un bonifico da 400 mila euro in uscita. Ma perché la
vendita proprio a Sabrina Semperboni? «È una persona del
Morandi, io praticamente non
la conosco», si limita a osservare Gamba, lasciando intendere
che, per lui, vendere a Sabrina è
stato un po’ come vendere a
Morandi, essendo che la giovane – è il giudizio dell’imprenditore – è persona di fiducia del
sindaco (tanto da essere nominata di lì a breve assessore al Bilancio).
E veniamo all’altro grande
quesito: perché Gamba dice di
non aver mai saputo quanti suoi
a
soldi prendevano la via dell’alta
valle, quando invece avrebbe
dovuto sapere tutto, essendo a
capo della Mountain Security?
«Io non sapevo niente, lui (Morandi, ndr) non mi faceva vedere niente, gestiva tutto lui». E
Gamba si fidava, dice. «Certo
che mi fidavo. Mi fidavo di quello che mi diceva. Chi non si fidava di lui? Questa vicenda è pie-
na di persone che si fidavano di
Morandi», sbotta, usando non a
caso il verbo al passato. «Lui ha
potuto usare i miei soldi perché
era a capo della banca, altrimenti non avrebbe potuto». Gli inquirenti hanno raccolto testimonianze significative in questo senso: in effetti in Stl e
Mountain Security il Gamba
non lo si vedeva mai. E in una fa-
se delicata come l’aumento di
capitale di Stl e il suo passaggio
da socio di minoranza a socio di
maggioranza, aveva delegato a
rappresentarlo l’assistente di
Morandi in banca. Dunque
Gamba è una vittima (la principale) del presunto potere del
sindaco-bancario di ispirare fiducia incondizionata? ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
a
«C’era poca chiarezza
nel gestire quella società»
a Ieri in procura a Bergamo è stato il giorno degli interrogatori del gruppo dirigente
(vecchio e nuovo) della Sviluppo
turistico Lizzola (Stl), la società
partecipata dal Comune di Valbondione, che gestisce la macchina dello sci e degli eventi.
I pm Maria Cristina Rota e
Carmen Santoro, insieme ai carabinieri del nucleo operativo di
Clusone e alla Guardia di Finanza, dopo il tour de force che ha
visto alternarsi in procura clienti e dipendenti della banca Intesa Sanpaolo di Fiorano, ieri si sono dedicati all’ascolto dei vertici
della Stl, come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato per
appropriazione indebita aggravata il sindaco di Valbondione
(ed ex direttore della filiale) Benvenuto Morandi.
La giornata è cominciata verso le 9. Il primo a essere sentito
è stato Claudio Conti, giovane
responsabile amministrativo di
Stl, ma anche capogruppo in
Consiglio comunale per la lista
civica di maggioranza che sostiene il sindaco Morandi. Un lungo
interrogatorio, il suo, durante il
quale ha spiegato anche che
Gamba non poteva non sapere.
«No comment, non ho nulla da
dire», si limita però a dire all’uscita. Poi è la volta della «vecchia
guardia» di Stl. È il turno di Ele-
L’imprenditore Gianfranco Gamba (a destra), del gruppo Pezzoli di Gazzaniga, esce dalla procura FOTO BEDOLIS
L’ex presidente della Sviluppo turistico Lizzola, Dino Merelli
na Brasi, che in Stl era la responsabile dei rifugi quando, come
presidente, c’era suo marito Dino Merelli, azzurro negli anni
Ottanta della nazionale di sci alpino per lo slalom, «mente tecnica» della società, fratello del
noto alpinista Mario, tragicamente scomparso. Nel pomeriggio toccherà proprio a Dino Merelli essere sentito come persona informata sui fatti: anche il
suo è stato un lungo interrogatorio. Prima di lui era toccato a
Elena Bonacorsi, che era la responsabile marketing della «vecchia» gestione.
Tutti e tre si sono dimessi tre
anni fa. Perché? «C’era qualcosa
di poco chiaro nella gestione», si
è limitato a dire Merelli. «Tutto
ha funzionato a dovere quando
ciascuno si occupava del suo settore, secondo le sue competenze, poi qualcosa è cambiato».
Sembra che il vecchio gruppo dirigente abbia lasciato lamentando poca chiarezza e avanzando
dubbi sulla gestione dei soldi da
parte di Morandi. Sviluppo turistico Lizzola non era più solo sci.
Venivano spesi soldi anche per
altro – avrebbero detto agli inquirenti – come il concerto dei
Nomadi e di Paolo Belli, o altre
iniziative collaterali. Loro si sarebbero opposti – avrebbero dichiarato agli inquirenti – ma
Morandi aveva fatto terra bruciata intorno a loro, fino a indurli a decidere di lasciare. Per i primi due anni, ha raccontato Merelli, si sapeva solo che in società
era arrivato un imprenditore
che metteva i soldi, ma non si conosceva il suo nome. Possibile?
Sì, il ruolo di Merelli e degli altri
amministratori era quello esecutivo. «Della contabilità si occupava Morandi - ha dichiarato
l’ex presidente Stl - Noi ci limitavamo a indicare le esigenze della società». Merelli ha ribadito
che i milioni versati da Gamba (a
sua insaputa o consapevolmente?) erano giustificati da investimenti: nuovi impianti di risalita,
rifugi e altro. Ma dopo la sua gestione, i milioni entrati nella Stl
e nella Mountain sono giustificati? È questo il quesito a cui devono rispondere gli inquirenti. ■
V. A.
Una centrale elettrica in pegno
Il titolo di credito del sindaco
a Gamba c’è o ci fa? È il
dubbio che s’è lasciato dietro l’ex
amico del sindaco Morandi dopo l’interrogatorio di ieri in procura. Ossia: possibile che un imprenditore del suo calibro si sia
fatto gabbare dall’allora direttore della Private banking di Intesa? Che non sapesse nulla?
Il fronte di testimoni vicino al
sindaco, come Claudio Conti, è
pronto a giurare che Gamba non
poteva non sapere. Quelli che
hanno rotto con Morandi dicono invece che è davvero possibile che fosse all’oscuro di tutto. Gli
inquirenti, dopo aver ascoltato
le varie versioni, sono in mezzo
al guado, anche se propendono
leggermente verso il «Gamba
c’è». E cioè, «non è incredibile»
che l’imprenditore ignorasse il
flusso di denaro dai suoi conti a
quelli delle società partecipate
dal Comune di Valbondione
(Mountain Security e Stl). E se lo
spiegano con la leggerezza e la
sconfinata fiducia di cui Morandi godeva anche presso di lui.
Chi ha firmato i bonifici che
dall’Intesa giungevano sui conti
delle partecipate? Bisogna ancora fare chiarezza, ma può essere,
ipotizza chi indaga, che Gamba
tra le numerose carte si sia trovato a siglare frettolosamente
pure quelli, facendo affidamento sulla stima che nutriva per
Il sindaco Benvenuto Morandi nell’ultimo Consiglio comunale
Morandi.
Di sicuro ci sono i 300 mila
euro che l’imprenditore aveva
consapevolmente versato all’inizio. Prima come prestito, poi come acquisizione di quote. In
mezzo si inserisce un singolare
titolo di credito che Morandi a
un certo punto, secondo quanto
ricostruito, gli avrebbe rilasciato. Una sorta di pegno, in virtù
del quale se il Comune non fosse riuscito a restituire i 300 mila euro, avrebbe ceduto gratuita-
mente a Gamba una centrale
elettrica. Alla fine non se ne fece
nulla, e il credito dell’imprenditore si trasformò in portafoglio
di quote societarie.
Nel pomeriggio, per mezz’ora,
è stato sentito anche Vittorio
Moraschini, dipendente di Stl
dopo esserne stato membro del
Cda. Per meno di un’ora nell’ufficio del pm c’è rimasta anche
Aurora Semperboni, moglie di
Morandi, convocata in qualità di
ex amministratrice della Mountain Security. La donna, accompagnata dalla socia (quest’ultima
non è stata sentita) con cui gestisce il rifugio Due Baite, è entrata in procura alle 19,15, ma il suo
interrogatorio è cominciato solo alle 20,30, per concludersi intorno alle 21,20. Aurora Semperboni ha dichiarato al pm di non
essersi mai occupata dei bilanci
della società e quindi di non sapere nulla di eventuali inghippi.
Ora gli inquirenti si concentreranno sulle cifre: ai dati contabili parziali che hanno in mano, dovranno affiancare i dati
certi delle operazioni, che sono
in possesso delle banche. Si faranno verifiche su assegni, bonifici e pure sui contanti (per centinaia di migliaia di euro) in uscita dai conti correnti di Gamba.
Prelevati da chi? ■
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