SIPPET, studio internazionale randomizzato, ha dimostrato un
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SIPPET, studio internazionale randomizzato, ha dimostrato un
SIPPET, studio internazionale randomizzato, ha dimostrato un’incidenza di inibitori dell’87% più alta con fattore VIII ricombinante nel trattamento di pazienti affetti da emofilia A grave. I risultati dello studio sono stati pubblicati oggi 26 maggio 2016 su New England Journal of Medicine. • I risultati dello studio SIPPET (Survey of Inhibitors in Plasma-Products Exposed Toddlers) potrebbero avere ripercussioni nella scelta dei prodotti per il trattamento di pazienti affetti da emofilia A grave. Questo il parere dei principali ricercatori Flora Peyvandi e Pier Mannuccio Mannucci del Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi. • In particolare, i risultati mostrano che in pazienti con emofilia A grave non precedentemente trattati, la somministrazione di FVIII ricombinante (rFVIII) è associata ad una incidenza di inibitori dell’87% più alta rispetto al trattamento con FVIII plasmaderivato contenente Fattore von Willebrand (pdFVIII/VWF). • SIPPET è il primo studio randomizzato e controllato su emofilia e inibitori che risponde al fondamentale quesito clinico circa il ruolo della tipologia di fattore VIII. Questo studio clinico, spontaneo, avviato su iniziativa di alcuni ricercatori, e multicentrico, ha coinvolto 42 centri per il trattamento dell'emofilia in tutto il mondo. • Lo studio è stato sponsorizzato dalla Fondazione Angelo Bianchi Bonomi, e ha ricevuto sostegno economico del Ministero della Salute italiano e finanziamenti non vincolanti da Grifols, Kedrion e LFB. Milano (Italia), 26 maggio, 2016 – Lo studio SIPPET, che ha coinvolto 42 centri in 14 Paesi tra Europa, Nord e Sud America, Africa e Asia, è stato pensato per risolvere in maniera definitiva la questione a lungo dibattuta se le diverse tipologie di concentrati di fattore VIII (quello plasmaderivato contenente Fattore von Willebrand o quello ottenuto con tecnologia ricombinante) comportino un diverso rischio di sviluppare inibitori nei bambini con emofilia A grave non precedentemente trattati (PUPs – Previously Untreated Patients). Ciò che rende SIPPET unico nel suo genere è il fatto che si tratta del primo studio randomizzato in cui i pazienti trattati con FVIII/VWF plasma-derivato o con fattore VIII ricombinante sono stati scelti in maniera del tutto casuale. La comunità medica ritiene che gli studi randomizzati garantiscano la più alta evidenza scientifica, poiché la randomizzazione minimizza i fattori confondenti che potrebbero influenzare il risultato. Lo studio è stato condotto tra il 2010 e il 2015. Dei 251 pazienti analizzati, 76 hanno sviluppato un inibitore. Precisamente, hanno sviluppato un inibitore 29 dei 125 pazienti trattati con FVIII/VWF e Page 1 of 2 47 dei 126 pazienti trattati con FVIII ricombinante - e questo è il principale risultato dello studio. L'analisi di regressione di Cox ha dimostrato che il trattamento dei pazienti con emofilia A grave non precedentemente trattati (PUPs) con FVIII ricombinante è associato ad una incidenza di inibitori dell’87% più alta rispetto ai pazienti a cui è stato somministrato il FVIII/VWF plasmaderivato. Risultati simili sono stati riscontrati anche nello sviluppo di inibitori con titoli elevati. I risultati, pubblicati oggi 26 maggio 2016 su New England Journal of Medicine, potrebbero avere ripercussioni nella scelta dei prodotti per il trattamento di pazienti affetti da emofilia A grave, considerato che lo sviluppo di inibitori rimane la sfida principale nella cura dell’emofilia A. SIPPET è uno studio clinico spontaneo internazionale, multicentrico, prospettico, randomizzato in aperto, avviato su iniziativa di un gruppo di ricercatori italiani guidati da Flora Peyvandi e Pier Mannuccio Mannucci del Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, dell’Ospedale Maggiore Policlinico e dell'Università di Milano. Lo studio è stato sponsorizzato dalla Fondazione Angelo Bianchi Bonomi, ha ricevuto sostegno economico dal Ministero della Salute italiano e finanziamenti non vincolanti da Grifols, Kedrion e LFB. Nota informativa sull’ emofilia e sugli inibitori: I pazienti affetti da emofilia A per tutta la vita sono a rischio di emorragie incontrollate causa l’assenza del fattore VIII della coagulazione. I sanguinamenti possono essere trattati o prevenuti attraverso la somministrazione di concentrati di fattore VIII. Il fattore VIII può essere ottenuto da plasma umano donato o tramite la tecnologia del DNA ricombinante. Se, da una parte, questi trattamenti hanno quasi normalizzato l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da emofilia A, è anche vero che un numero considerevole di bambini sviluppano anticorpi (inibitori) contro il fattore VIII, ostacolando in tal modo i benefici del trattamento. La cura di pazienti con inibitori è al contempo difficile e costosa. La presenza di inibitori può portare a una più difficile gestione dei sanguinamenti, ma anche a un aumento della mortalità. Inoltre, il costo di cure a vita per un paziente con emofilia che sviluppa un inibitore tende ad essere estremamente elevato. Per ulteriori informazioni: New England Journal of Medicine: http://www.nejm.org SIPPET: http://www.sippet.org Page 2 of 2