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Layout 3 - Marina Militare
Intervista al tenente di vascello Serena Petricciuolo, ufficiale medico di nave Etna, che ha aiutato una migrante a partorire a bordo la notte di Natale di Palma Agosta hanno dato dimostrazione della propria competenza e i due parti hanno avuto esito positivo. In particolare, il primo episodio ha visto la partecipazione attiva del comandante della nave, tenente di vascello Alessandro Rispoli, intervenuto in supporto dello staff sanitario, mentre per il secondo caso è stata imbarcata un’ostetrica della Fondazione Rava da Lampedusa, mostrando come la collaborazione sia realmente efficace tra i membri dell’equipaggio e con le organizzazioni partner della Forza Armata. M ARINA N O T I Z I A R I O della Mar Mediterraneo 16 gennaio 2015, hangar di nave Libra. In alto a sinistra: il medico di bordo sottotenente di vascello Vincenzo Leone e l’infermiere capo di 3^ classe Angelo Vozza hanno appena assistito le donne partorienti; sopra: il comandante di nave Libra, tenente di vascello Alessandro Rispoli, assiste una donna partoriente. Nella immagine di sfondo: una fase del recupero di migranti trasportati a bordo di una unità della Marina. (foto di Corrado Carrubba). “Non lasciamo occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni, rendiamo omaggio a italiani esemplari come la dottoressa Serena Petricciuolo, medico della Marina Militare che la notte di Natale ha aiutato una profuga nigeriana a dare alla luce il suo bambino. Siamo orgogliosi di questi italiani campioni di cultura e di solidarietà”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante il consueto discorso di fine anno, ha sorpreso il tenente di vascello medico Serena Petricciuolo, mentre si trovava a bordo di nave Etna, in infermeria con la sua componente sanitaria ad ascoltare, come milioni di italiani. L’abbiamo incontrata, Serena, e lei ci ha raccontato come ha vissuto queste emozioni. Lei è il medico di bordo su nave Etna della Marina Militare, il giorno di Natale quale missione stavate svolgendo e cosa è accaduto? Ero imbarcata su nave Etna, a bordo della quale ricopro l’incarico di medico, facevamo parte del Dispositivo Navale di Sorveglianza e Sicurezza Marittima. Era stata una giornata intensa come le giornate precedenti, con molti trasbordi di migranti, il mare era molto agitato e nella notte tra il 24 e il 25 dicembre le temperature si erano molto abbassate. Avevamo già recuperato centinaia di migranti, avevamo lavorato anche nelle ore della vigilia fino a notte fonda. Quella notte c’è stata la gioia di un parto. Kate, una donna nigeriana che viaggiava con uno dei suoi figli, era già alla quarta gravidanza, era all’ottavo mese e mezzo ed il piccolo è nato grazie al lavoro di tutta l’équipe: uno splendido bambino di 3 chili e mezzo. Kate in onore dell’Italia l’ha chiamato Testimony Salvatore. Un’immensa gioia arrivata a coronamento di un impegno senza sosta in mare durato giorni, aiutarla a far nascere il suo bambino è stata per me una felicità immensa che mi ha reso davvero orgogliosa del lavoro che faccio. Quella notte ci sono state tantissime attività da fare, effettuare il controllo sanitario dei migranti, coprirli, dargli da bere, farli mangiare con ordine. Se non si collabora, se non si è una vera famiglia non si può lavorare. A bordo, un grande esempio di squadra: il team sanitario della Marina, la meravigliosa dott.ssa Maita Sartori della Fondazione Rava con la dott.ssa Sara Modde del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, le infermiere del corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa e i militari della Croce Rossa per il contenimento del rischio biologico, tutti insieme per un unico obiettivo: salvare vite umane in mare, e in questo caso avere l’onore di vivere insieme l’emozione di far nascere una nuova vita, una speranza per il futuro. Cosa ha provato quando il presidente Napolitano l’ha citata tra gli italiani esemplari la notte del 31 dicembre? Dove si trovava? Ero a bordo, la nave era ormeggiata nel porto di Augusta al termine di un’attività operativa, io e i miei colleghi avevamo deciso di passare il capodanno a bordo tutti insieme. Per puro caso ascoltavamo il discorso di Napolitano e quando lui mi ha citata l’emozione è stata enorme. Mi trovato in infermeria con tutto il team sanitario. Un onore immenso. Il più bel Capodanno della mia vita. Poco dopo mi ha chiamata mio padre, commosso. Come è iniziata la sua passione per il mare e la decisione di arruolarsi in Marina? Io sono di Taranto ed è stato guardando le navi militari ormeggiate nel porto della mia città che mi sono innamorata della Marina sin da piccola. Il mio sogno era anche diventare un medico. Quando ho saputo, per caso, che c’era la possibilità di diventare ufficiale medico in Marina ho partecipato al concorso per entrare in Accademia Navale e l’ho vinto, iniziando l’iter previsto per gli allievi ufficiali dei ruoli normali nel 2003. Ho completato gli studi nel 2011, laureandomi in medicina e chirurgia alla facoltà di Pisa. Avevo sempre guardato dal di fuori la Marina Militare e la medicina, come sogni: sono stata molto fortunata a poterli realizzare entrambi in una volta sola, diventando medico e ufficiale allo stesso tempo. 17