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OCCHIELLO 1 • Occhiello 2 Occhiello2 • OCCHIELLO 1 guenze importantissime quali malnutrizione, disidratazione o altre conseguenze che possono risultare mortali come per esempio la polmonite ab ingestis, l’infiammazione seguita da infezione polmonare dovuta a passaggio di cibo nei polmoni». DISFAGIA SINTOMI E CURE LA DIFFICOLTÀ A DEGLUTIRE PUÒ NASCONDERE UN DISTURBO PATOLOGICO, LA DISFAGIA, CHE PUÒ COMPROMETTERE LE DIVERSE FUNZIONI ORALI. BARBARA RAMELLA, NE SPIEGA LE CAUSE E LE TERAPIE di Adriana Zuccaro apparato deglutitorio può essere compromesso da patologie che ne riducono le funzioni. Tra queste, il disturbo della capacità a deglutire correttamente è chiamato disfagia. «Questa difficoltà richiede il coinvolgimento di diverse figure professionali quali il medico di base, il foniatra, l’otorinolaringoiatra, il dietologo, il gastroenterologo, il logopedista. L’intervento di un logopedista esperto in fisiopatologia della deglutizione può aiutare la persona che ne è affetta e i suoi familiari a gestire in modo più efficace e sicuro il momento del pasto». Barbara Ramella, logopedista e deglutologa specializzata in Oral Motor Therapy, descrive le dinamiche fisiologiche attraverso cui è percepibile la comparsa della disfagia e i percorsi riabilitativi più efficaci. L’ Barbara Ramella è logopedista presso lo studio Ri.Lò, studio di riabilitazione logopedica di Orbassano (TO) e presso gli ambulatori dell’ospedale San Raffaele di Milano www.rilo-logopedia.it 18 SANISSIMI Quali sono le cause della disfagia? «La disfagia può essere causata principalmente da problematiche neurologiche – paralisi cerebrali infantili, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, ictus cerebro-vascolare, trauma cranico – o chirurgiche, ad esempio dopo complessi interventi, in genere oncologici, del capo e del collo. Può anche essere causata da malattie infettive, metaboliche, psichiatriche-psicogene e da tumori orofaringei. La disfagia può provocare conse- OTTOBRE 2010 Quali sono i campanelli d’allarme? «La disfagia può manifestarsi mediante dolore o fastidio durante l’atto deglutitorio, con tosse mentre si mangia o si beve o subito dopo, quando si percepire un senso di corpo estraneo in gola o quando si impiega più tempo per mangiare. La disfagia talvolta provoca febbre o polmoniti ricorrenti. Un altro campanello d’allarme può essere rappresentato dalla perdita di peso corporeo senza causa apparente o dal cambiamento delle abitudini alimentari con tentativi inconsapevoli per bilanciare la difficoltà a deglutire». Quali sono i soggetti più a rischio? «La disfagia è un disturbo molto diffuso che colpisce migliaia di individui. Interessa in vario modo circa il 20% della popolazione generale con una particolare prevalenza nell’età infantile e senile; tale percentuale può essere superiore, come per esempio nel caso di soggetti anziani nelle case di riposo, nei traumatizzati cranici, in soggetti con accidenti vascolari, nei soggetti affetti da morbo di Parkinson, nei pazienti oncologici cervico-facciali». È possibile guarire definitivamente? «In molti casi vi può essere la remissione completa, mentre, in altri è necessario modificare il tipo di dieta o mantenere delle posture di compenso, ovvero, delle posizioni della testa e del busto che facilitino l’atto deglutitorio in “sicurezza”. Vi possono essere inoltre, delle situazioni in cui non è più possibile riprendere un’alimentazione per bocca». Quanto incide l’alimentazione per la cura delle disfunzioni dell’apparato deglutitorio? «Incide molto. Spesso, infatti, modificando OTTOBRE 2010 OMT: ORAL MOTOR THERAPY UN’ ESPERIENZA RIABILITATIVA a Oral Motor Therapy o terapia oro-motoria (OMT) è un percorso riabilitativo progressivo per il rinforzo dei muscoli del distretto orale; è infatti appropriata per chiunque mostri una ridotta mobilità, agilità, precisione e resistenza delle strutture orali e muscolari. La complessità del fenomeno vocale, che richiede la partecipazione coordinata di gruppi muscolari diversi quali diaframma, laringe, palato molle, masseteri, lingua e labbra, viene scorporata in sottocomponenti muscolari e ogni gruppo può essere attivato in modo specifico con appositi esercizi. La competenza anatomo-fisiologica oltre a essere il presupposto scientifico a fondamento del metodo, è l’elemento chiave per distinguere sia i compensi posturali, sia un affaticamento eccessivo del distretto muscolare che viene stimolato. Dall’analisi dell’azione muscolare presente nella patologia si arriva a dedurre qual è il deficit muscolare e di conseguenza è possibile impostare un trattamento di recupero. L il tipo di dieta, ad esempio rendendo il cibo più omogeneo e scivoloso o evitando alcuni cibi tipo la minestrina in brodo o la zuppa di verdura a pezzi, la persona che soffre di disfagia riesce a riprendere l’alimentazione senza il rischio che qualcosa gli vada “di traverso”». Qual è il ruolo del logopedista in casi di disfagia? «Il logopedista può effettuare una valutazione clinica della modalità alimentare e deglutitoria e programmare il trattamento, se necessario. Il trattamento tiene conto della causa, dei sintomi e delle caratteristiche della disfagia e raccomanderà esercizi, posture o strategie per rendere la deglutizione più efficace, facile e sicura attraverso l’assunzione di cibi e liquidi di consistenza modificata. Inoltre il logopedista collabora in equipe con altri specialisti per approfondire la valutazione e gestire i problemi nutrizionali e deglutitori». SANISSIMI 19