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Psicopatia
Psicopatia Giuseppe Craparo IL COSTRUTTO Disturbo Antisociale di Personalità 1)Incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili di arresto 2)disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, o trufare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale 3)Impulsività o incapacità di pianificare 4)Irritabilità e aggressività, come indicato da scontri o assalti fisici ripetuti 5)Inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri 6)Irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere una attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari 7)Mancanza di rimorso, come indicato dall’essere indiferenti o dal razionalizzare dopo avere danneggiato, maltrattato o derubato un altro Psicopatia La psicopatia è un disturbo deviante dello sviluppo, caratterizzato da una condizione di aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni. La psicopatia è un processo: una continua interazione di fattori emotivi e comportamentali che si evolvono implicitamente nella direzione di un particolare punto di arrivo: la perdita definitiva del sentimento umano di essere nel mondo degli umani. J.R. Meloy (2002), The Psychopathic Mind, Aronson, N.Y. La Psicopatia secondo Robert D. Hare Robert D. Hare (Without Conscience, 1998, Guilford Press) propone una tipologia basata sulla sua vasta ricerca sugli psicopatici, che consiste in tre categorie. La prima è quella degli psicopatici primari, considerati dall'autore i veri psicopatici. Normalmente essi non sono né violenti né estremamente distruttivi, ma socievoli, affascinanti e verbalmente esperti. Si presentano dunque come individui calmi e padroni di se stessi; essi però sono ritenuti crudeli, manipolativi, egoisti e menzogneri (Levenson, Kiehl, Fitzpatrick, 1995). Essi sono ottimi attori e riescono a suscitare emozioni nei loro interlocutori. I crimini che scelgono di commettere sembrano riflettere la loro immaturità e la loro totale mancanza di rispetto sia per i sentimenti personali che per la salute altrui (Bartol, 1995). Gli psicopatici secondari hanno invece severi problemi emozionali; la loro delinquenza viene attribuita all’isolamento sociale che li caratterizza (Bartol, 1995). Sebbene lo psicopatico primario sia il vero psicopatico, sono gli psicopatici secondari a venire più frequentemente in contatto con la legge. Infine, gli psicopatici dissociali mostrano comportamenti aggressivi e antisociali che hanno appreso nell’ambito del loro ambiente evolutivo. DEFINIZIONE DELLA PSICOPATIA SECONDO HARE Disturbo della personalità che comprende fattori afettivi e interpersonali e fattori comportamentali e di stile di vita del soggetto. “Predatori intraspecie che usano fascino, manipolazione, intimidazione e violazione per controllare il prossimo e soddisfare i propri egoistici bisogni; mancando di morale ed empatia, riescono freddamente a prendere e a fare ciò che vogliono, violando norme e divieti sociali senza il minimo senso di colpa o rimpianto“ Sebbene gli psicopatici destino particolare preoccupazione per il sistema giuridico penale, è importante notare che la psicopatia non è sinonimo di criminalità (Hare, 1998c). Molti psicopatici ignorano o violano le regole e le aspettative della società ma, ciò nonostante, riescono ad evitare le condanne e la carcerazione da parte del sistema giuridico penale (vedi Babiak, 1995; Hare, 1998c). Alcuni sono impiegati inaffidabili e disonesti, uomini d’affari senza scrupoli e sfruttatori, politici corrotti, o professionisti immorali e senza etica che usano il prestigio ed il potere per vittimizzare i loro clienti, pazienti o altre persone. Differenze a livello comportamentale tra il disturbo psicopatico e il Disturbo Antisociale di Personalità Disturbo Psicopatico Comportamenti finalizzati Aggressività strumentale Attacchi predatori Utilizzazione del crimine a scopi manipolativi e predatori Comportamenti sofisticati e prudenti a scopo manipolativo (dunque maggiore integrazione nel tessuto sociale) Comportamenti maggiormente violenti e aggressivi Mancanza di responsabilità Tendenza alla manipolazione per il raggiungimento di scopi Fascinazione degli interlocutori Disturbo Antisociale di Personalità Comportamenti impulsivi e non finalizzati Aggressività reattiva Attacchi difensivi Utilizzazione del crimine ai fini della sopravvivenza Espressione di turbe comportamentali evidenti nel tessuto sociale Comportamenti con cariche aggressive e scoppi di violenza più controllati Responsabilità verso familiari o gruppi di appartenenza (affiliazione) La fascinazione non è una caratteristica propria dei soggetti con ASPD La PCL-R di Robert D. Hare La PCL-R è lo strumento utilizzato maggiormente dai ricercatori per la diagnosi di psicopatia; essa consiste in 20 item - elaborati da Hare e collaboratori (Hare et al., 1990) - che utilizzano un'intervista semistrutturata, informazioni sulla storia del caso e criteri diagnostici specifici per ogni item. Gli items ricadono in due principali gruppi: il primo, a cui ci si riferisce come fattore 1, detto anche del distacco emotivo descrive un soggetto con un'autostima ipertrofica, egoista, privo di rimorsi, sfruttatore; riguarda quindi le caratteristiche fondamentali dell'affettività e delle relazioni con gli altri. Il secondo gruppo, detto fattore 2, identifica invece uno stile di vita antisociale caratterizzato da impulsività e irresponsabilità. Ad ogni item viene attribuito un punteggio (0, 1, 2 ) in accordo con il grado di presenza/assenza del comportamento relativo ad ogni specifico item. Il punteggio totale può variare da 0 a 40, con una percentuale di criminali compresa tra il 15 e il 20% che riceve un punteggio pari >= 22, cioè il punteggio minimo per la diagnosi di psicopatia. ITEM DELLA PCL-R a confronto con la diagnosi da DSM-IV 1. Loquacità / Fascino Superficiale 2. Senso Grandioso del Sé 3. Bisogno di Stimoli / Propensione alla Noia 4. Menzogna Patologica 5. Impostore / Manipolativo 6. Assenza di Rimorso o di Senso di Colpa 7. Afettività Superficiale 8. Insensibilità / Mancanza di Empatia 9. Stile di Vita Parassitario 10. Deficit del Controllo Comportamentale 11. Comportamento Sessuale Promiscuo 12. Problematiche Comportamentali Precoci 13. Mancanza di Obiettivi Realistici / a Lungo Termine 14. Impulsività 15. Irresponsabilità 16. Incapacità di Accettare la Responsabilità delle Proprie Azioni 17. Numerosi Rapporti di Coppia di Breve Durata 18. Delinquenza in Età Giovanile 19. Revoca della Libertà Condizionata 20. Diverse Tipologie di Crimini Commessi Nel fattore 1 (livello emozionale/interpersonale) viene proposta una elencazione di tutte le modalità peculiari di espressione emotiva dello psicopatico nei rapporti interpersonali, ponendo in enfasi il carattere emozionale e interpersonale del disturbo in esame. All’interno di questo fattore troviamo: • Loquacità e superficialità: descrive un soggetto disinvolto, loquace, verbalmente pronto, che lascia filtrare una sorta di fascino falso e superficiale. Il soggetto è spesso un conversatore divertente e piacevole, è sempre pronto a fornire una risposta rapida e intelligente ed è capace di raccontare improbabili ma convincenti storie che lo mettono in buona luce. Potrebbe avere successo nel presentarsi bene e potrebbe addirittura essere piacevole. Comunque, sembra generalmente troppo furbo e mellifluo per essere completamente affidabile. Sembra avere conoscenze in diverse aree e può casualmente usare termini e gergo tecnico in maniera abbastanza efficace da impressionare la maggior parte delle persone. Un’attenta inchiesta solitamente rivelerà che la sua conoscenza è solo superficiale. • Egocentrismo e grandiosità: descrive un soggetto con una opinione abbondantemente esagerata delle sue abilità e del proprio valore. Potrebbe cercare di impressionare come uno spaccone. Appare spesso sicuro di sé, supponente e arrogante durante l’intervista, probabilmente dando l’impressione di recitare o tenere una conferenza stampa. Il suo ego gonfiato e l’esagerata considerazione per le sue abilità sono sorprendenti, dati gli avvenimenti della sua vita. • Non è imbarazzato da, o sensibile riguardo a, i suoi attuali problemi con la legge; è convinto che le sue presenti condizioni siano il risultato di cattiva sorte, di amici disonesti, o di un sistema giudiziario penale ingiusto e incompetente. Potrebbe anche vedersi come la reale vittima del “presunto” crimine a causa del tempo che è costretto a passare in cella. Non pensa al fatto che il suo futuro sarà influenzato negativamente dai suoi rapporti con la legge. Pensa che i corsi di formazione svolti in prigione siano inutili o indegni per lui; esprime l’intenzione di ottenere un lavoro di prestigio. • Mancanza di rimorso e di senso di colpa: descrive un soggetto che mostra una generale mancanza di preoccupazione per le conseguenze negative che le sue azioni, sia criminali che non, hanno sugli altri. È più interessato agli effetti che le sue azioni hanno su lui stesso di quanto lo sia riguardo a qualsiasi esperienza di sofferenza delle sue vittime o danni provocati alla società. Potrebbe essere completamente schietto sull’argomento, asserendo placidamente di non avere sensi di colpa, di non essere dispiaciuto per le cose che ha fatto e che non c’è alcun motivo di esserlo adesso che la faccenda è conclusa. D’altra parte potrebbe verbalizzare qualche rimorso, ma senza che le sue azioni confermino le sue parole. La mancanza di rimorso potrebbe essere indicato da una incapacità nell’apprezzare la gravità delle sue azioni (per esempio, potrebbe avere l’opinione che la sua sentenza penale sia stata troppo severa o che non sia stato giudicato equamente); obiettando che le sue vittime, gli altri, la società o circostanze attenuanti siano i reali colpevoli; o impegnandosi ripetutamente in attività che sono chiaramente dannose per gli altri. Per esempio, potrebbe incolpare il sistema giudiziario penale o i media per aver danneggiato la sua reputazione o avergli impedito di realizzare il suo potenziale. Mancanza di empatia: • descrive un soggetto le cui attitudini e comportamenti indicano una profonda mancanza di empatia, insensibilità e disprezzo per i sentimenti, i diritti e il benessere altrui. Si occupa solo di sé stesso e vede gli altri come oggetti da manipolare. È cinico ed egoista. Qualsiasi comprensione del dolore, angoscia o disagio degli altri è unicamente astratta e intellettuale. Non ha esitazioni nel deridere gli altri, inclusi quelli che hanno sperimentato disgrazie o soffrono di handicap fisici e/o mentali. Il suo disprezzo e mancanza di interesse per gli altri potrebbe portarlo a descriversi come un “lupo solitario”. Vede il sentimentalismo come un segno di debolezza. Disonestà cronica e manipolazione • lo psicopatico è un grande manipolatore e fa largo uso della menzogna. Questa capacità manipolatoria, spesso, viene posta dagli psicopatici al servizio di attività fraudolente, truffe e imbrogli (Mastronardi, De Luca, 2006). Il cronico mentire dello psicopatico riflette una mancanza di fiducia e di possibilità di scambio reciproco con gli altri. Riprendendo il paradigma lombrosiano, Hare afferma che la concezione del mondo da parte di questi soggetti è dicotomica: da una parte ci sono loro che rappresentano il versante predatorio e dall’altra parte ci sono le prede. Presenza di emozioni superficiali • descrive un soggetto che sembra incapace di provare una normale gamma e profondità di emozioni. Alla volte, potrebbe sembrare freddo e privo di emozioni. Le emozioni mostrate sono spesso teatrali, superficiali e di breve durata; lasciano un attento osservatore con l’impressione che stia recitando e che poco che abbia reale significato stia avvenendo sotto la superficie. Potrebbe ammettere di essere privo di emozioni o di simularle. • Talvolta l’individuo asserisce di provare forti emozioni, tuttavia sembra non essere in grado di descrivere la sottigliezza dei vari stati affettivi. Potrebbe considerare uguali l’amore e il desiderio sessuale, la tristezza e la frustrazione, la rabbia e l’irritabilità. Inoltre, le sue emozioni potrebbero non essere coerenti con le sue azioni o la sua situazione. • Il fattore 2 (livello di comportamento antisociale) fa riferimento invece a tutta la serie di sintomi comportamentali messi in atto dai soggetti psicopatici: Impulsività • descrive un soggetto i cui comportamenti sono generalmente impulsivi, non premeditati, e carenti di riflessione o anticipazione. Usualmente agisce d’impulso perché “ha voglia di farlo” o perché se ne presenta l’opportunità. Difficilmente passerà molto tempo a valutare i pro e i contro di una linea di condotta o a considerare le possibili conseguenze delle sue azioni per sé stesso o per gli altri. Spesso romperà una relazione, lascerà un lavoro, cambierà programma improvvisamente, o si sposterà di luogo in luogo, anche solo per capriccio e senza preoccuparsi di informare gli altri. Deficit del controllo comportamentale • descrive un individuo con un inadeguato controllo del comportamento. Potrebbe essere descritto come collerico o irritabile. Tende a rispondere alla frustrazione, al fallimento, alla disciplina o alla critica con comportamenti violenti o minacce e abusi verbali. Si offende facilmente e diventa arrabbiato e aggressivo rispetto a banalità; questi comportamenti sembreranno spesso inappropriati dato il contesto nel quale si svolgono. Sono spesso di breve durata e l’individuo può rapidamente agire come se non fosse successo niente al di fuori dell’ordinario. Il suo controllo del comportamento, solitamente non molto forte, appare ulteriormente indebolito dall’alcol. Bisogno di Stimoli / Propensione alla Noia • descrive un soggetto che dimostra un cronico ed eccessivo bisogno di stimoli nuovi ed eccitanti ed una inusuale propensione alla noia. Solitamente esprimerà un forte interesse nell’assumere rischi, “vivere la vita nella corsia di sorpasso” o “sul filo del rasoio”, essere “dove c’è l’azione”; e nel fare cose che sono eccitanti, rischiose o impegnative. Potrebbe provare e utilizzare diversi tipi di droga. Si lamenta frequentemente che la scuola, il lavoro e le relazioni a lungo termine sono monotone e tediose. Potrebbe commentare di avere voglia di andarsene, bisogno di essere impegnato, e non può immaginare di fare lo stesso lavoro per un periodo di tempo prolungato. Spesso rifiuterà di provare, o lascerà presto, qualsiasi compito che ritenga essere di routine, monotono o poco interessante. Mancanza di responsabilità • Ha poco o nessun senso del dovere o lealtà verso famiglia, amici, impiego, società, ideali o cause. La sua irresponsabilità è evidente in varie aree incluse gestione finanziaria (scarsa affidabilità per la concessione di prestiti, inadempienza nei prestiti, fallimento nell’estinguere debiti etc.); comportamenti che mettono gli altri a rischio (guida in stato di ubriachezza, superamento ricorrente dei limiti di velocità); abitudini sul lavoro (spesso in ritardo o assente, rendimento negligente o trascurato non attribuibile a carenza di competenza, etc.); relazioni di affari (violazione degli accordi contrattuali, mancato pagamento delle fatture, etc.); relazioni con familiari ed amici (fallimento nel procurare un supporto economico per il coniuge o i figli, essere causa di privazioni non necessarie, etc.). Problemi comportamentali precoci • la maggior parte degli psicopatici presenta gravi problemi comportamentali già durante il periodo evolutivo. Infatti, si fa notare a scuola, come del resto a casa, per le sue bugie, le sue confabulazioni, le sue fughe, i suoi furti e le aggressioni. Una crudeltà precoce nei confronti degli animali è un segno comune della presenza di gravi problemi emozionali e/o comportamentali oltre che di una grave mancanza di empatia Comportamento antisociale da adulto • in età adulta gli psicopatici hanno una forte insofferenza nei confronti di ogni disciplina, cambia continuamente lavoro, conduce una vita di alti e bassi, segnata da una serie di rotture, di fallimenti, di avventure, di episodi di delinquenza. La sua vita è, inoltre, segnata da separazioni, divorzi, abbandoni del tetto coniugale e avventure passeggere. Anche quando viene arrestato si tiene ai margini dal resto della popolazione carceraria e continua a ragionare nell’ottica della manipolazione. LA PSYCHOPATY CHECK LIST – REVISED (PCL-R) DI HARE • Misura il costrutto di psicopatia da un punto di vista dimensionale. • Check list composta da 20 item con punteggio variabile da 0 a 2. • Si basa su un’intervista semi-strutturata e su informazioni aggiuntive. • Possibile il prorating del punteggio in presenza di item mancanti o in assenza di intervista (basandosi esclusivamente sui documenti disponibili). • Max item mancanti totali: 5 (al massimo 2 per ogni fattore) - L’aggressività dello psicopatico è caratterizzata internamente da un crescendo di tensione e di rabbia incontenibili che precede immediatamente la violenza, assieme alla percezione di una minaccia inspiegabile per il soggetto e a sentimenti di mancanza di controllo durante il gesto. L’atto violento è volto a ridurre questa minaccia e a riguadagnare l’equilibrio intrapsichico. - L’aggressività, pertanto, costituisce una difesa da parte di un Sé vulnerabile e indebolito da esperienze infantili traumatiche di abuso o di mancanza di cure, e quindi ostile in tutte le successive relazioni. - Gli effetti negativi dell’assenza del padre nell’esordio della psicopatia è attualmente considerato, oltre alla carenza delle cure materne, nell’ambito delle ricerche sull’attaccamento e sulla regolazione affettiva. - In particolare viene considerato come l’assenza o la perdita del padre nell’infanzia e nell’adolescenza possa compromettere la capacità del bambino di modulare l’aggressività e costituire uno dei fattori di rischio più importanti alla base dei gesti violenti contro se stessi e contro gli altri. P. Fonagy, M. Target (2001), Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina Editore, Milano