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Diapositiva 1 - Quaderni del Ministero della Salute
APPROPRIATEZZA CLINICA, STRUTTURALE E OPERATIVA NELLA PREVENZIONE, DIAGNOSI E TERAPIA DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE “L’intervento nei disturbi dell’alimentazione: aspetti nutrizionistici” Dott. Giancarlo Sandri Dott.ssa Federica Fabiocchi 16/07/2013 Unità Operativa di Nutrizione Clinica dell’Ospedale S. Eugenio di Roma Rationale • Gli interventi nutrizionali possono essere attuati mediante diverse procedure, impiegate singolarmente o variamente combinate tra loro. • È importante che in un ambito di valutazione multidisciplinare la scelta terapeutica dell’intervento nutrizionale, quando ritenuta utile e qualunque sia la procedura adottata, sia iniziata quanto prima. • Purtroppo la malnutrizione, sia essa per difetto o per eccesso, presenta un “punto di non-ritorno” oltre il quale il recupero clinico-funzionale, e soprattutto la restitutio ad integrum, diventano problematici a prescindere dall’intensità dell’intervento. 16/07/2013 I diversi approcci di intervento nutrizionale • Pasto assistito • Supplementi nutrizionali orali (ONS) • La Nutrizione Artificiale (NA) enterale o parenterale o le due forme associate 16/07/2013 Il pasto assistito • Il pasto assistito rientra in un programma di riabilitazione psico-nutrizionale che prevede che il paziente sia assistito durante i pasti da un operatore (in genere lo psicologo o il dietista) per superare gli ostacoli che gli impediscono un’assunzione adeguata di nutrienti per quantità e qualità con gli alimenti naturali. 16/07/2013 Il pasto assistito • L’assistenza deve essere finalizzata al dialogo e a creare un riferimento fiduciario per il paziente. • Gli operatori devono essere adeguatamente addestrati a questa specifica modalità di intervento; non devono assumere un ruolo autoritario, dare consigli da esperto, ordinare, dirigere, spaventare, criticare, giudicare o prescrivere soluzioni preconfezionate. • Devono invece mirare ad aggirare le resistenze del paziente guidandolo nel difficile percorso del comprendere le sue difficoltà e gestire la paura del cambiamento. 16/07/2013 I Supplementi Nutrizionali per Os • I supplementi nutrizionali orali (ONS) hanno il compito di supplire ad un’alimentazione carente in toto o per specifici nutrienti. • Ne è scientificamente riconosciuto il ruolo come importante strumento per la prevenzione ed il trattamento della malnutrizione per difetto. • In commercio esistono diverse formulazioni, nutrizionalmente complete o incomplete, con densità energetica e bilanciamenti diversi. 16/07/2013 I Supplementi Nutrizionali per Os • I supplementi nutrizionali orali sono presentati in genere in formulazione liquida (200-300 ml), ma sono disponibili anche come polveri spesso insapori da aggiungere a liquidi (tè, minestre) o come barrette o budini. • Offrono diversi vantaggi nei pazienti sottopeso con disturbi dell’alimentazione tenendo conto che: – durante la fase di recupero del peso, essi possono fornire il surplus energetico necessario senza che il paziente debba ricorrere ad un eccessivo volume di alimenti ordinari. – possono essere gradualmente sospesi una volta raggiunto l’obiettivo nutrizionale, senza dover ridurre la razione alimentare ordinaria che il paziente sta consumando. – sono relativamente semplici da usare, palatabili e spesso ad alta densità energetica • Vanno comunque utilizzati per integrazioni mirate, volte ad assicurare o complementare l’apporto alimentare globale o di specifici nutrienti. 16/07/2013 La Nutrizione Artificiale (NA) • Si tratta di un intervento medico (non quindi di una misura ordinaria di assistenza) che prevede il consenso informato del paziente o del suo delegato. • Nel caso del paziente con un disturbo dell’alimentazione, la NA va proposta con la dovuta prudenza, in quanto modifica in maniera radicale il rapporto con il cibo e può provocare sintomi gastroenterici che riducono la compliance. 16/07/2013 La Nutrizione Enterale (NE) • In questo tipo di NA i nutrienti sono preparati industriali di consistenza liquida e varia composizione (bilanciata o sbilanciata per particolari esigenze) che vengono somministrati attraverso un accesso artificiale all’intestino (sonda naso gastrica o Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG)) 16/07/2013 La Nutrizione Enterale • I prodotti per NE possono essere suddivisi in due categorie: – formulazione nutrizionale di tipo “standard” – formulazioni “adattate” per la gestione dietetica di specifiche condizioni patologiche (nefropatia, diabete mellito, insufficienza respiratoria, ed altre). 16/07/2013 La Nutrizione Enterale • La composizione di una formulazione standard presenta le seguenti caratteristiche: nutrienti in forma polimerica; distribuzione energetica con un 15% di proteine, un 55% di carboidrati e un 30% di grassi; una densità energetica di 1 kcal/ml • Vi sono inoltre formulazioni monomeriche o elementari, indicate in caso di compromissione delle capacità digestive, per la prevalente o esclusiva presenza di macronutrienti in forma parzialmente o totalmente idrolizzata. 16/07/2013 La Nutrizione Parenterale (NP) • E’ la forma di NA “più artificiale”, perché si basa sull’infusione dei nutrienti (monosaccaridi, trigliceridi, aminoacidi) direttamente nel torrente circolatorio utilizzando una “vena centrale”, cioè una vena di calibro adeguato (per lo più giugulare) raggiunta con vari dispositivi (cateteri venosi, port, PICC). • E’ quindi metodica invasiva, non scevra da complicanze di vario tipo e quindi nel trattamento dei DCA è da riservare a casi particolari: come “salva-vita” in pazienti nei quali è necessario ed urgente risolvere squilibri idro-elettrolitici oppure in caso di “non compliance” alla NE 16/07/2013 Messaggi chiave • Gli interventi nutrizionali nei DCA devono mirare al ripristino duraturo della massa magra fornendo risposte terapeutiche appropriate basate sulla valutazione multispecialistica integrata e continuativa (follow-up) che tenga conto: ¾ della diagnosi del tipo di DCA e della specifica psicopatologia del paziente (DSM-5) ¾ di una valutazione dello stato nutrizionale e delle correlate necessità energetico-proteiche il più possibile completa e dinamica (che può e deve iniziare però anche nell’ambito delle procedure diagnostiche proprie della medicina generale o di base) ¾ del consenso informato e delle possibilità di compliance del paziente ¾ del rischio grave e spesso sottovalutato della “refeeding syndrome” 16/07/2013 Messaggi chiave • La scelta dell’intervento nutrizionale migliore deve essere dettata dal criterio-guida della preferenza per metodologie il più possibile non “forzate” ma “rieducative” per ottenere un’adeguata compliance del paziente (“alleanza terapeutica”) • Solo in condizioni critiche caratterizzate da malnutrizione grave (BMI <16 Kg/m2) o da correlate patologie ad elevato rischio quoad vitam (instabilità dei parametri vitali, squilibri idroelettrolitici), l’intervento deve essere progressivamente più “invasivo” fino alla Nutrizione Enterale e/o Parenterale 16/07/2013 16/07/2013