"L`anziano fragile tra ospedale e territorio". Dr. Luigi Marinangeli
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"L`anziano fragile tra ospedale e territorio". Dr. Luigi Marinangeli
L’anziano fragile tra ospedale e territorio Luigi Marinangeli Bassano, 4/11/2014 L’invecchiamento della popolazione pone problemi ed interrogativi complessi al sistema riguardanti le modalità, l’appropriatezza e la qualità degli interventi in favore della popolazione anziana non raramente esposti a underuse, misuse e overuse. Golini A. L’invecchiamento della popolazione: un fenomeno che pone interrogativi complessi. Tendenze Nuove 2005;3:352-60. Coleman FA, Mahoney E, Parry C. Assessing the quality of preparation for posthospital care from patient’s perspective: the care transitions measure. Med Care 2005;43:246- 55. Ospedale Elevata tecnologia, Cure intense in tempi brevi SALUTE E AUTONOMIA psichica fisica autonomia sociale Il concetto di cura “appropriata” Il “concetto di salute” varia con la prognosi, l’aspettativa di vita, la qualità di vita, il profilo, l’età e la storia del malato. Col progredire dell’età e della malattia, il principale obiettivo delle cure è quello di migliorare la Qualità di Vita … Obiettivi differenti • giovane: restitutio ad integrum • anziano: restitutio ad ADL - IADL Per i pazienti anziani un “piccolo guadagno” dal punto di vista dell’autonomia funzionale… è un vero “grande risultato” Kane RL. Looking for physical therapy outcomes. Phys Ther 1994;74:425-9 La gestione delle patologie acute differisce significativamente da quella delle patologie croniche ASSISTENZA NELLA FASE ACUTA ASSISTENZA NELLA FASE CRONICA Episodica Continua Risponde ai bisogni Anticipa i bisogni Fondata sulla diagnosi Fondata sulla gestione globale del p. Focalizzata sulla terapia Focalizzata sulla funzione Condizionata dalla malattia in atto Condizionata dalla comorbilità Anziano Fragile anziano in equilibrio instabile ed a forte rischio di perdita dell’autosufficienza fino a sviluppare una sindrome ipocinetica anche fatale EVENTO ACUTO FRAGILITA’ PERDITA DI AUTONOMIA (parziale o totale) L. Marinangeli, 2013 MORTE Dimensione del problema : in Italia vi sono circa 12.000.000 (21,6% della popolazione) di anziani > 65 anni. Di questi la quota di “anziani fragili” è circa il 20% (2.400.000). Tale numero potrebbe raddoppiare nei prossimi 20 anni. 20% Spesa sanitaria popolazione italiana totale > 65aa DATI ISTAT 2013 40% Ricoveri in medicina/geriatria Il target della fragilità • • • • • • • • • Marcata vulnerabilità per ridotte riserve funzionali Età molto avanzata Decadimento cognitivo Istituzionalizzazione Grado di disabilità intermedia Sarcopenia Presenza di polipatologia Trattamento polifarmacologico Condizioni socio-economiche critiche LA SINDROME DELLA FRAGILITÀ … in particolare l’anziano fragile ospedalizzato presenta … Alto rischio complicanze … anche fatali Instabilità clinica elevata Stabilizzazione clinica ritardata Necessità di monitoraggio continuo Recupero incompleto da evento acuto Dimissione “difficile”… FRAGILITA’: OBIETTIVI • PROGRAMMARE LA DIMISSIONE OSPEDALIERA • ATTUARE LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE • OTTIMIZZARE L’INTEGRAZIONE TRA OSPEDALE E TERRITORIO • PIANIFICARE IL RIENTRO A DOMICILIO PERCHE’ PROGRAMMARE… •Deospedalizzazione: dal 1980 al 1999 o il numero dei posti letto è diminuito del 48% o le giornate di degenza sono diminuite del 45% o la degenza media si è ridotta del 41 % •Ospedale = struttura per acuti •Profonde trasformazioni della struttura familiare •Aumento della vita media: crescita del numero di anziani “fragili” •Cambiamenti epidemiologici con progressivo aumento incidenza di malattie cronico-degenerative •Esplosione dei bisogni di assistenza sanitaria e sociale FRAGILITA’ E VMD • La valutazione multidimensionale, associata a un’accurata valutazione medica, permette di identificare il livello di fragilità della persona malata, determinando così una prognosi che è uno strumento per scegliere (o escludere) interventi clinici. • Una periodica rivalutazione permette di comprendere l’evoluzione delle criticità consentendo interventi mirati per la riduzione del rischio di disabilità, istituzionalizzazione e morte. • Diversi trials hanno mostrato come un buon uso di questo mezzo abbia condotto al miglioramento dello stato funzionale con una conseguente riduzione della mortalità a breve e medio termine. farmacoterapia riabilitazione cognitiva ottimizzazione terapia correzione deficit riabilitazione e/o protesizzazione assistenza paziente interventi sull’ambiente formazione caregiver Anziano fragile : piani di intervento mirati COMORBILITA’ PROGNOSI (SPETTANZA DI VITA) fit TERAPIA ? PALLIAZIONE ? frail OUTCOME VITA (longevous care) Percorso diagnostico-terapeutico invasivo Tecnologia +++ FUNZIONE (ameliorative care) Percorso diagnostico-terapeutico semi invasivo Tecnologia ++ CONFORT (palliative care) Percorso diagnosticoterapeutico non invasivo Tecnologia + Gillick M., AMDA (American Medical Directors Association) 2000 La dimissione ospedaliera • La dimissione del paziente è il risultato di un processo e non un evento isolato: va preparata tempestivamente… • L’obiettivo è quello di anticipare i nuovi bisogni del paziente garantendo la continuità nelle cure. • Per una corretta dimissione occorre: • pensare alle modalità di dimissione già all’ammissione del paziente in reparto. • attivare percorsi clinico-assistenziali integrati, che proseguono anche dopo il ricovero • Valorizzare, responsabilizzare e coinvolgere la famiglia • Il fine è quello di ridurre la ri-ospedalizzazione e garantire un’assistenza personalizzata. La dimissione ospedaliera • Deve essere pianificata e protetta: o Pianificata: percorso attivato durante la degenza; non tutti i pazienti ne hanno bisogno perchè alcuni raggiungono la guarigione e tornano allo stato premorboso. o Protetta: già al momento del ricovero possono essere identificati i pazienti a rischio di ospedalizzazione prolungata e/o di dimissioni difficili. In questi casi la presa in carico deve basarsi su un approccio multidisciplinare attraverso l’integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie nella rete dei servizi (continuità assistenziale). • Il piano di dimissione è parte ormai consolidata della pratica infermieristica che preveda: • una gradualità di interventi (informazione, educazione terapeutica, valutazione multidimensionale, attivazione di servizi) • la comunicazione tra professionisti diversi con il paziente e con la famiglia (counselling = dare consigli per orientare la condotta altrui) • la presenza di un referente del piano di dimissione ai fini di un coordinamento tra i servizi della rete • la formulazione di una lettera di dimissione infermieristica per le figure professionali degli altri servizi e U.O. Fattori che complicano la gestione del paziente al suo ricovero in ospedale • Incompletezza dei dati anamnestici fondamentali del paziente: • • • • • • • • • • Reale motivo del ricovero Patologie acute e/o croniche da cui è afflitto Terapia cronica e/o estemporanea Situazione sociale/abitativa Capacità funzionali residue Cadute recidivanti? Episodi confusionali? Persone di riferimento? Presenza di amministratore di sostegno/tutore? … Fattori che complicano la gestione del paziente al suo rientro in struttura • Discrepanza tra miglioramento/guarigione clinica e miglioramento funzionale • Il declino funzionale (BADL/IADL) avvenuto in ospedale è correlato: • In modo diretto a età del paziente e grado di comorbilità • In modo inverso a BADL/IADL precedenti il ricovero Hirsch CH, JAGS 1990 • Presenza di : o Catetere vescicale o Lesioni da decubito o SNG o necessità di supporto nutrizionale o Allettamento o Ematomi, ecchimosi, ferite o Stato confusionale Gelmini G., G. Gerontol 2005, mod.