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Quando il prurito deve preoccupare?

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Quando il prurito deve preoccupare?
Quando il prurito deve preoccupare?
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Quando il prurito deve preoccupare?
Se la pelle prude per più di due giorni va esaminata. Il fastidio può essere dovuto a problemi molto banali, ma può anche essere
una spia di malattie serie
MI SPIEGHI DOTTORE
Quando il prurito deve preoccupare?
Se la pelle prude per più di due giorni va esaminata. Il fastidio può essere dovuto a problemi molto banali, ma può anche essere
una spia di malattie serie
Il prurito può essere sintomo di malattie serie
Il prurito, oltre a essere una manifestazione tipica di problemi alla pelle spesso banali, può talvolta essere spia di malattie più
serie. Basta ricordare «Caro diario», il film in cui Nanni Moretti narra il suo calvario, iniziato col prurito, per arrivare alla
diagnosi di un linfoma.
Quali sono le cause del prurito?
«Il prurito può essere la spia di molte malattie della pelle, ma non solo — spiega Luigi Naldi, direttore del Centro Studi GISED
(Gruppo italiano studi epidemiologici in dermatologia) e dirigente dermatologo agli Ospedali Riuniti di Bergamo —. Spesso ha
cause banali, come la secchezza della cute o la puntura di un insetto; altre volte è il segnale di malattie più importanti
(neurologiche, psichiatriche, del sangue, ecc.). Un'analisi delle sue caratteristiche e di eventuali sintomi associati è necessaria
per capire l’origine del problema e la sua gravità. Per esempio, un prurito localizzato a zone limitate della pelle in genere
preoccupa meno di un prurito generalizzato. Un aspetto da valutare è anche la persistenza: c'è molta differenza tra un prurito
che dura 1-2 giorni e uno che dura settimane o mesi. In quest'ultimo caso è sempre bene fare un controllo per escludere
malattie importanti. Ancora: la presenza di segni sulla pelle che accompagnano il prurito, come nel caso di eczema, psoriasi o
orticaria, può facilmente far capire la causa. A volte, infine, il prurito è una manifestazione di varie malattie che sono già state
diagnosticate, come nel caso dell'insufficienza renale, epatica o di malattie neurologiche».
Quando va guardato con sospetto?
«Talvolta il prurito precede la comparsa dei segni clinici importanti della malattia ed è quindi molto importante per arrivare a
una diagnosi precoce. Questo accade per esempio nel linfoma di Hodgkin, in cui un prurito intenso, che si accentua di notte e si
accompagna a un'intensa sudorazione, è uno dei sintomi spia. Il prurito è poi un sintomo caratteristico anche della policitemia
vera, malattia caratterizzata da un'eccessiva produzione di globuli rossi che, se non diagnosticata in tempi rapidi, può produrre
gravi complicanze. In questi casi il prurito, oltre a essere diffuso, è scatenato o accentuato dal contatto con l'acqua (il
cosiddetto prurito acquagenico). In gravidanza il prurito, oltre a essere segno di secchezza cutanea, può essere dovuto a tre
condizioni principali: colestasi gravidica (blocco o rallentamento del flusso biliare dal fegato al duodeno; Herpes gestationis,
condizione che non è causata da un virus ma da una reazione autoimmune e si caratterizza per intenso prurito e comparsa di
papule e vescico-bolle localizzate soprattutto sull’addome; dermatite polimorfa della gravidanza, caratterizzata da prurito e
comparsa di eritema, papule e manifestazioni simili ai pomfi dell'orticaria».
Che cosa fare per alleviare il fastidio?
«Non esiste un'unica soluzione valida: bisogna capire che cosa ha scatenato il prurito e agire di conseguenza. Esistono poi
diversi rimedi sintomatici che possono alleviare il fastidio, da scegliere in base alla causa».
(Fonte: corriere.it)
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