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Ragazzino donne e sifilide 4

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Ragazzino donne e sifilide 4
lettera a lotta continua
Ragazzino
donne e
sifilide
4
Caro Luciano,
ho avuto la ventura, da ragazzino, di incontrare una donna assai brutta. A me parve
bruttissima appena la vidi. Ho
sempre bevuto molto, da tutti,
le strade e le stradine percorse, deserte, salvo le molte
puttane, molli di pioggia si
trasformeurono per me in uno
di quei labirinti che fanno ogni istituto di psicologia, da
un milione di anm', che servono i)er certi esperimenti sugli uomini: sull'istinto animale,
la ripetizione, la rassegnazione,
la passività.
Dentro quei vicoli mi muovevo con pochissima sicurezza, dapprima, che diventava,
poi, sempre maggiore. Guidato
da un desiderio forsennato e
dalla certezza che le cose non
potevano essere in quel modo.
Era una sensazione dolorosa
aumentata dalla mia nebbia di
allora. E 0 mio corpo era in
subbuglio. Penso che tu inten-
LOTTA CONTINUA 7
da cosa voglio dire. Quella
donna, la realtà psichica umana, le cui labbra bellissime
nascondevano spesso, troppo
spesso i denti guasti dell'invidia e della rabbia.
Ne cercai di donne, anch'io
avevo bisogno di quella sana
che curasse la mia sifilide, il
mio desiderio cieco, la negazione della realtà psichica umana.
Ebbene, Luciano, tutte erano
sifilitiche come me, più di me,
e quando lo erano meno di me
succhiavo avidamente fino ad
ubriacarmi.
Non lo seppi subito. Passarono anni in cui provavo sensazionf strane: camminavo a
piedi nudi sul marmo freddo
del pavimento della camera
dopo aver fatto l'amore e mi
pareva di camminare sul velluto, mi bruciavo la pelle delle
dita cercando di spegnere al
buio mozziconi di sigaretta e
sentivo solo una leggera pun-
/ Giovedì 24 Aprile 1980
tura di spillo. Attribuivo sulle neppure sussurrata, senza suo- te: non lo so. Hai scritto una
prime questi sintomi alla gran- ni materiali: « toglimi la fol- bellissima lettera, te l'ho quasi
dezza straordinaria del mio a- lia, che è dentro di me, ripu- interamente copiata. Per imlisci la mia mente dal mio io mergermi nel rapporto anche
more.
Era la pulsione di annulla- infetto e restituiscimi la dol- se non tutto è uguale. E' comento e di negazione dell'in- cezza dell'inconscio mare cal- si: «... liquidi infuocati in ogni
conscio mare calmo: quella la- mo con cui sono nata. Fammi rapporto interumano che scentente, quella invisibile come le rinascere in maniera diecimila dono e salgono per il corpo,
spirochete ma terribile, mor- volte più bella perché questa mescolandosi nelle labbra involta, tu ed io, siamo gestante collate dell'uno e dell'altro ad
tale.
ad un tempo. Ma tu un fresco sapore di mentuccia
La luce gialla dei lampioni edevifetoesere
anche levatrice. che fluisce dal respiro di ometteva in evidenza silouhet- Fammi rinascere
la co- gnuno ».
tes di donne, vicino al duo- scienza di nascere.conE di
na- Ma, poi, ecco il medicomo^ sottomesse al duomo, ac- scere sana.
cecate dal duomo, quando, tanscienziato e, se vuoi, il polite volte, ormai stavo per riEd io, te lo confesso, qual- tico. Necessario per non morinunciare mi accingevo ad usci- che volta, tante volte forse, re. Non con tutti. C'è gente per
re dal labirinto per una stra- ho tentato di non ascoltare. « razza », più sensibile, più veda laterale che tutti conoscia- Ma non ci sono riuscito. Non ra artista, più grande genio,
mo molto bene: l'indifferenza. sono riuscito ad accecarmi per amanti più abili, battoni più
Tante volte l'avrei ammazzate non vedere quello che c'era puri, sensibilità maggiore, aquelle donne. Tornavo in me al di là delle labbra bellissi- nima più bella. Una « razza »
furibondo. Ma poi le loro lab- me, al di là della rabbia dei ariana di cui tu, dal momenbra di velluto suchiavano la denti guasti.
to che dici di non essere più
mia rabbia: i loro occhi mi riLa
domanda
degli
occhi.
Tu
giovane dovresti ricortrascinavano di colpo nel ma- l'avrai notato che, talvolta, gli tanto
darti,
e
accorgerre di tempesta della nostra re- occhi, nel bacio rimangono a- ti che èricordandoti,
accanto a te, nella
lazione amorosa.
perti e hanno un non so che stessa pagina.
Mi curai per sei anni in ma- di vuoto. E dietro al vuoto
Vedi, quando si vuole fare
niera intensiva con la mia ri- ancora c'è la domanda appas- scienza le distrazioni sono morcerca, per resistere, non soc- sionata, invisibile; c'è l'ordine, tali. Ecco, forse ti manca quecombere, non impazzire. Poi il comando, il Potere giusto al sto per essere scienziato: l'atancora per altri venti anni. quale bisogna sottemettersi. tenzione per il latente. 0 forStudiai. Avevo scoperto che « Se tu puoi devi guarirmi se un po' di metodo politico.
non c'era nessun medico che della follia che è dentro di Il latente uccide e la gente
potesse dire che non era a- me ».
non vuole morire, non vuole
more, era negazione. Non c'
Allora ti succhiano le parole che tu muoia perché ognuno di
era nessun medico che avesse dal cuore, in un bacio conti- noi serve agli altri per vivere.
la penicillina.
nuo che, caro Luciano, non ti Il democraticismo volgare non
Ovviamente. Dovevo dire che auguro di provare. Perché ti serve: fa morire quanto la regli esseri umani sono bellis- dànno tutto quello che hanno, pressione del potere.
simi. Ce l'avevo dentro da tan- ma ti chiedono tanto, tutto
Tu hai amato una donna,
ti anni. Ogni volta che mi av- quello che hai, e tutto quello
più di una. Forse occorre
vicinavo ognuno mi succhiava che puoi fare nella vita. Ti io
per essere scienziato:
le parole dal cuore con dei chiedono anche di essere du- questo
prendere
sifilide da più di
baci che, caro Luciano, ti au- ro, sempre critico, caustico,, di una donna,la lasciarsi
guro di non provare mai. Se pretendere sempre di' più e di ogni volta senza fare lo andare
fossi un poeta invece che uno meglio. Allora devi rinunciare ziato. Poi ti costringonoscienad
psichiatra forse potrei tentare a far l'amore; perché mentre esserlo. Perché sono tutte didi descrivere i liquidi infuo- ti dicono ti amo, ti dicono verse, bellissime, ti dànno la
cati che mi scendevano e sa- « non fare l'amore con me, non vita e la gioia di vivere ma
livano per a corpo, mescolan- ingannarti, perché io sono si- sono
uguali nella soffedosi alle labbra incollate a filitica. Non permettere che la renza. tutte
nell'angoscia,
nel vuoto
quelle degli altri, ad un fresco mia malattia uccida entram- della mente.
sapere di mentuccia prealpina bi ».
di ascoltare sempre
che fluisce dal respiro degli
Perché la gente vuole vive- piùSpero
frequentemente
gente coaltri.
re. anche- se è malata. E ciate, gente che ha affrontaQuell'incontro ha segnato in scuno di noi chiede all'altro, me
to in proprio, sulla propria
maniera indelebile la mia vita, sempre, un po' di vita.
il rapporto con gli altri
sono passati tantissimi anni ed
Oggi sono contento di non pelle
si è curata. Ora sei sano
ora tu mi chiedi una risposta. aver chiesto mai a nessuno ema...
se non ci fosse stato
Perché sono diventato medi- se era malato: sono contento Fleming?
Te lo devo ricordare
co, scienziato, terapeuta, ricer- di aver avuto con gli altri 1' io il disfacimento
luetico, la
catore, critico duro, caustico, unico rapporto dialettico possi- pazzia luetica, i figli
scemi
ma costruttivo.
bile: non essere scappato. Stia- luetici? Nessuna gratitudine
Perché ogni volta, sempre, mo ancora bene insieme, con ma... una rosa gliela vuoi manquando baciavo come te, le gli altri, più di quando non dare a Fleming?
labbra delle donne, sentivo c'era la penicillina.
sempre la domanda continua.
Non ti dico cosa manca a
Massimo Fagioli
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