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GUIDO E` venuto a trovarmi , qui a Merone, nella Residenza Anziani

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GUIDO E` venuto a trovarmi , qui a Merone, nella Residenza Anziani
GUIDO
E' venuto a trovarmi , qui a Merone, nella Residenza Anziani Giovanni XXIII°, mio nipote Guido,
uomo già nell'età matura a me particolarmente caro perché figlio della mia sorella Annunziata che
ora non c'è più.
Mi ha fatto tanto piacere essere ricordata; ho vissuto nel 1945-46, nella sua casa di Verona, con sua
mamma Annunziata e sua nonna, l'indimenticabile nonna Alice, che si sobbarcò oltre all'andamento
della casa, anche la mia presenza.
Lui, Guido, allora aveva tre anni, tre anni e mezzo.
Era un bambino intelligente e attivo, sapeva già leggere le lettere e metterle insieme; non si parli
della matematica di cui faceva sfoggio osservando le vetrine: ”Oh, oh, queste scarpe costano 4.500
lire e sono più brutte di quelle là che costano 3.500 lire”.
Purtroppo poco più di un anno prima il suo papà Luciano era caduto in battaglia, arruolato nella
resistenza, e la sua mancanza creava un vuoto incolmabile in casa, nella mamma e nella giovane
moglie, mia sorella, già vedova a 27 anni.
Alcune battute di Guido: un giorno sua mamma si era fermata a parlare con un suo collega, cosa
che lui detestava; questi era dotato di un naso veramente importante che a Guido, scalpitante dal
basso, doveva sembrare enorme. Annunziata per calmarlo gli disse: “Saluta questo signore, ha un
bambino come te” “IL SUO BAMBINO SARA' UN PINOCCHIETTO” sbottò il bambino
recalcitrante.
Un'altra volta era partito con me per una passeggiata. Arrivati al cimitero di Verona non gli sfuggì
l'Angelo di pietra sul frontespizio, dotato di una lunga tromba: “Cosa fa quell'angelo?”. “Suona la
tromba, così tutti i morti si alzano pronti ad essere giudicati da Dio”. ”Io sai cosa faccio? Prendo
una scala, gli prendo la tromba e suono, così il mio papà crede che sia il momento, salta fuori e io lo
vedo!”. Commovente e logico.
Io l'ho proprio goduto, quel bambino.
Quando la nonna, avendo messo una trappola per i numerosi scarafaggi che infestavano la casa, un
catino pieno di acqua con un bicchiere rovesciato in mezzo, e la gallina che era ospitata sulla
terrazza si beccò tutte quelle bestiacce nere, lui ne fu schifato e non volle più mangiare un uovo,
specie di quella gallina!
Altra occasione: per il compleanno di Annunziata, la nonna Alice aveva preparato un pranzetto e la
torta augurale. Stavamo mangiando quando il piccolo Guido saltò dalla seggiola e sparì in camera.
Tornò con il ritratto di suo papà e disse:”Avete dimenticato il più importante!” e lo mise sulla
tavola.
Non ricordo altri episodi, ma stare con Guido, leggergli qualcosa o portarlo fuori a passeggio era
veramente una meraviglia.
Gliel'ho ricordato e lui mi ha detto che con me stava bene.
Si ricordava anche del mio matrimonio che fu celebrato in una chiesa di Verona e festeggiato in
casa sua. Che coraggio! Il loro lutto era così recente!.
Guido mi fece da paggetto, come dimostra una delle poche foto scattate quel giorno.
Ci siamo ripromessi di vederci più spesso.
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